In verità questo post avrebbe dovuto intitolarsi “Il commento cretino che ti fa incazzare di brutto”. Ma poi ho deciso che un titolo siffatto mi avrebbe presentato in una veste troppo severa e accigliata. Quindi mi sforzerò di usare in questo post i termini sciocchino, sballato e simili al posto del più adeguato appellativo di cretino.
La prima cosa da dire è che noi tutti sul blog siamo esseri umani e quindi come tali soggetti a sbagliare. A tutti sarà capitato di rilasciare commenti non particolarmente adeguati, in qualche caso persino fiacchi o sconclusionati. Dopotutto non siamo sempre al massimo della forma, a volte ci alziamo dal letto con le occhiaie, abbiamo avuto l’influenza o il mal di denti, siamo nervosi, ci hanno lasciato moglie, fidanzate e amanti (magari tutte e tre le categorie donnesche nello stesso momento), oppure non riusciamo ad avere una maledetta esenzione dal ticket sanitario a cui riteniamo di avere diritto come pochi individui in questa nazione. Io stesso devo aver rilasciato una quantità di commenti sballati nel senso qui inteso. Basta fare un semplice calcolo. Sono sul blog da diverso tempo e stimo di aver scritto non meno di cinquemila commenti. Se solo l’uno per cento di questi commenti fosse inadeguato, cioè se io fossi un mostro di efficacia che la imbrocca quasi sempre, e di certo non è così, ci sarebbero in giro per il blog almeno cinquanta miei commenti del tutto frettolosi, forse antipatici e magari addirittura demenziali. Naturalmente produrre un commento inadeguato ogni cento (o magari ogni dieci) non è grave, il brutto è quando si supera una certa soglia.
Cerchiamo di definire ora cos’è il commento sciocchino (cretino) che ti fa proferire Perdinci (incazzare come una bestia). Innanzitutto non si tratta di quei salutini leggeri, tipo buona giornata o buon we, che bel blog o come sei bravo (cioè il tipico commento di chi non legge il tuo post, ma vuole ugualmente ricevere un tuo messaggio possibilmente articolato)… In realtà io sono piuttosto fortunato, perché non mi capitano spesso interventi di questo tipo, che in ogni modo non mi danno per nulla fastidio. Non mi riferisco nemmeno ai personaggi che usano il tuo blog per fare pubblicità a una loro attività lavorativa o a una loro iniziativa più o meno benefica: la pubblicità, benefica o meno, è lecita entro certi limiti, a condizione di aver letto il post e di averlo commentato sia pure sinteticamente. Né parlo di quelli che ti commentano leggendo solo il titolo dell’articolo o l’ultima frase, di quelli che ti attribuiscono una tesi del tutto arbitraria, degli anonimi che ogni tanto te ne sparano qualcuna a tradimento perché è sempre uno sballo sfregiare con un temperino le macchine degli sconosciuti, o meglio ancora dei vicini di casa, o bucargli le gomme quando nessuno può vederti.
No, il commento stupidin stupidino (trallallero trallallà) a cui mi riferisco è fatto in genere da una persona non troppo erudita (non è niente di grave, tutti siamo ignoranti, io mi rendo conto ogni giorno che la mia ignoranza è abissale in quasi ogni campo della vita), che quasi mai si dedica a meditare sui problemi esistenziali (nemmeno questo è grave, meditare è una gran rottura, io se potessi me ne starei tutto il giorno su uno yacht a Portofino a ingollare esotici drink, spupazzarmi esotiche girl e lanciare esclamazioni, anch’esse esotiche, che fanno Ohhhhhhhh e fanno Ahhhhhhh, come goooodooooo!!!!)… Ebbene, a dispetto delle sue evidenti magagne intellettuali, questo tipo di persona per incomprensibili alchimie esistenziali pretende di rilasciare giudizi netti e recisi su materie di cui non sa niente o su cui ha solo idee preconfenzionate da talk o reality show o da marito di Simona Ventura. E’ incredibile come questo tipo umano sia sicuro di avere ragione berciando banalità su temi storici, politici o perfino scientifici. E’ incredibile come non sia sfiorato dalla minima prudenza, perché esiste sempre la possibilità per chiunque di dire uno sproposito quando si apre la bocca o si digita sulla tastiera. No, sentenzia sicuro questo personaggio, quella determinata categoria sociale – di cui egli evidentemente non fa parte – è composta da criminali che da migliaia di anni opprimono la gente. Quella certa istituzione politica, ideologica o religiosa – da cui ovviamente si è ben fuori - è un covo di aguzzini che più o meno torturano la brava gente, di cui egli è uno dei più insigni esponenti, da quando c’erano i dinosauri.
Già un giudizio siffatto, tutto bianco o tutto nero, con il nero che sono gli altri e il bianco che sei tu in ogni circostanza e occasione, mi fa imbestialire. Ma il peggio è quando un commento sciocchino sul tuo blog riscuote subito un successo strepitoso e induce altre persone a sposare la causa o la tesi a te invisa. Quel primo commento scellerato crea una reazione a catena che altrimenti non ci sarebbe stata. In breve ti trovi tutto l’uditorio virtuale spostato su posizioni non gradite e non c’è nulla che tu possa fare per sistemare la situazione, se non incazzarti e cambiare post.
Il fatto di dover cambiare post, magari dopo nemmeno un giorno dalla sua sofferta creazione, è una delle cose che ti contraria di più. Il post che hai scritto era meditato, revisionato con la solita cura per renderlo efficace e incisivo, ti induceva perfino a sorridere mentre lo scrivevi perché, a torto o ragione, ti sentivi bravo e intelligente. Pensavi che una volta pubblicato l’articolo i tuoi sforzi avrebbero riscosso successo ed è dura pensare che la realtà è ben diversa, probabilmente solo a causa di quell’unico scellerato commento che ha originato una deriva funesta nell’opinione dei tuoi lettori.
La prima cosa da dire è che noi tutti sul blog siamo esseri umani e quindi come tali soggetti a sbagliare. A tutti sarà capitato di rilasciare commenti non particolarmente adeguati, in qualche caso persino fiacchi o sconclusionati. Dopotutto non siamo sempre al massimo della forma, a volte ci alziamo dal letto con le occhiaie, abbiamo avuto l’influenza o il mal di denti, siamo nervosi, ci hanno lasciato moglie, fidanzate e amanti (magari tutte e tre le categorie donnesche nello stesso momento), oppure non riusciamo ad avere una maledetta esenzione dal ticket sanitario a cui riteniamo di avere diritto come pochi individui in questa nazione. Io stesso devo aver rilasciato una quantità di commenti sballati nel senso qui inteso. Basta fare un semplice calcolo. Sono sul blog da diverso tempo e stimo di aver scritto non meno di cinquemila commenti. Se solo l’uno per cento di questi commenti fosse inadeguato, cioè se io fossi un mostro di efficacia che la imbrocca quasi sempre, e di certo non è così, ci sarebbero in giro per il blog almeno cinquanta miei commenti del tutto frettolosi, forse antipatici e magari addirittura demenziali. Naturalmente produrre un commento inadeguato ogni cento (o magari ogni dieci) non è grave, il brutto è quando si supera una certa soglia.
Cerchiamo di definire ora cos’è il commento sciocchino (cretino) che ti fa proferire Perdinci (incazzare come una bestia). Innanzitutto non si tratta di quei salutini leggeri, tipo buona giornata o buon we, che bel blog o come sei bravo (cioè il tipico commento di chi non legge il tuo post, ma vuole ugualmente ricevere un tuo messaggio possibilmente articolato)… In realtà io sono piuttosto fortunato, perché non mi capitano spesso interventi di questo tipo, che in ogni modo non mi danno per nulla fastidio. Non mi riferisco nemmeno ai personaggi che usano il tuo blog per fare pubblicità a una loro attività lavorativa o a una loro iniziativa più o meno benefica: la pubblicità, benefica o meno, è lecita entro certi limiti, a condizione di aver letto il post e di averlo commentato sia pure sinteticamente. Né parlo di quelli che ti commentano leggendo solo il titolo dell’articolo o l’ultima frase, di quelli che ti attribuiscono una tesi del tutto arbitraria, degli anonimi che ogni tanto te ne sparano qualcuna a tradimento perché è sempre uno sballo sfregiare con un temperino le macchine degli sconosciuti, o meglio ancora dei vicini di casa, o bucargli le gomme quando nessuno può vederti.
No, il commento stupidin stupidino (trallallero trallallà) a cui mi riferisco è fatto in genere da una persona non troppo erudita (non è niente di grave, tutti siamo ignoranti, io mi rendo conto ogni giorno che la mia ignoranza è abissale in quasi ogni campo della vita), che quasi mai si dedica a meditare sui problemi esistenziali (nemmeno questo è grave, meditare è una gran rottura, io se potessi me ne starei tutto il giorno su uno yacht a Portofino a ingollare esotici drink, spupazzarmi esotiche girl e lanciare esclamazioni, anch’esse esotiche, che fanno Ohhhhhhhh e fanno Ahhhhhhh, come goooodooooo!!!!)… Ebbene, a dispetto delle sue evidenti magagne intellettuali, questo tipo di persona per incomprensibili alchimie esistenziali pretende di rilasciare giudizi netti e recisi su materie di cui non sa niente o su cui ha solo idee preconfenzionate da talk o reality show o da marito di Simona Ventura. E’ incredibile come questo tipo umano sia sicuro di avere ragione berciando banalità su temi storici, politici o perfino scientifici. E’ incredibile come non sia sfiorato dalla minima prudenza, perché esiste sempre la possibilità per chiunque di dire uno sproposito quando si apre la bocca o si digita sulla tastiera. No, sentenzia sicuro questo personaggio, quella determinata categoria sociale – di cui egli evidentemente non fa parte – è composta da criminali che da migliaia di anni opprimono la gente. Quella certa istituzione politica, ideologica o religiosa – da cui ovviamente si è ben fuori - è un covo di aguzzini che più o meno torturano la brava gente, di cui egli è uno dei più insigni esponenti, da quando c’erano i dinosauri.
Già un giudizio siffatto, tutto bianco o tutto nero, con il nero che sono gli altri e il bianco che sei tu in ogni circostanza e occasione, mi fa imbestialire. Ma il peggio è quando un commento sciocchino sul tuo blog riscuote subito un successo strepitoso e induce altre persone a sposare la causa o la tesi a te invisa. Quel primo commento scellerato crea una reazione a catena che altrimenti non ci sarebbe stata. In breve ti trovi tutto l’uditorio virtuale spostato su posizioni non gradite e non c’è nulla che tu possa fare per sistemare la situazione, se non incazzarti e cambiare post.
Il fatto di dover cambiare post, magari dopo nemmeno un giorno dalla sua sofferta creazione, è una delle cose che ti contraria di più. Il post che hai scritto era meditato, revisionato con la solita cura per renderlo efficace e incisivo, ti induceva perfino a sorridere mentre lo scrivevi perché, a torto o ragione, ti sentivi bravo e intelligente. Pensavi che una volta pubblicato l’articolo i tuoi sforzi avrebbero riscosso successo ed è dura pensare che la realtà è ben diversa, probabilmente solo a causa di quell’unico scellerato commento che ha originato una deriva funesta nell’opinione dei tuoi lettori.