domenica 30 marzo 2008

Piercing e capezzoli


La notizia è di pubblico dominio. C'è una tizia di nome Mandi Hamlin che minaccia di fare causa alla società di gestione dell'aeroporto di Lubbock in Texas a causa delle torture subite dai suoi capezzoli. Uno dice: che cosa le avranno fatto, quei porconi di cowboy addetti alla sicurezza? Le avranno preso a pizzicotti le tette scambiandola per una femmina di Longhorn sulla pista di Abilene? Le avranno fatto la mano morta mentre era inzeppata nella fila per imbarcarsi? Avranno scambiato le sue mongolfiere pettorali per attrezzi ginnici da usare per rinforzare i muscoli dell'avambraccio e migliorare la ricezione su un campo di baseball?

Pare di no. La signora pettoruta faceva suonare il metal detector con i vistosi anelli metallici infilati nei suoi capezzoli. Il personale dell'aeroporto le ha consigliato di rimuovere l'elemento che causava l'allarme se voleva partire. Pare che la signora pettoruta, per rimuovere i vistosi anelli metallici assicurati alle sue appendici abbia dovuto usare una tenaglia di quelle che servono per estrarre un dente a un Tyrannosaurus Rex.

"La mia esperienza è stata un incubo" ha spiegato la signora. "Chiedo le scuse dei responsabili e una indagine su quanto è accaduto o farò causa".

"La Hamlin è stata pubblicamente umiliata", ha protestato indignato il suo avvocato. "Ha dovuto soffrire molto successivamente per reinserire gli anelli nei capezzoli".

Si vocifera che la supertenaglia entrerà presto in dotazione nella strumentistica degli aeroporti mondiali.

Scoop di questo blog. Informiamo i lettori del blog che abbiamo fatto uno scoop straordinario. Siamo giunti in possesso della trascrizione dei dialoghi originali intercorsi tra la signora Hamlin e il personale dell'aeroporto texano. Siamo pronti a trasmettere il nostro materiale ai giudici americani quando partirà la causa di risarcimento. Avvertiamo che i dialoghi potrebbero non essere comprensibili a tutti a causa dello stretto idioma texano in cui si sono svolti.

Dunque ha cominciato l'addetto alla sicurezza rivolgendosi alla signora Hamlin nella seguente maniera: "E levate ‘o piercing dal culo." [In un primo tempo il personale dell'aeroporto aveva equivocato sulla precisa ubicazione degli anelli metallici sul corpo della passeggera NdR.]

Al che la signora ha replicato: " ‘O piercing dal culo ‘gnor no ‘gnor no".

L'addetto ha insistito: "E levate ‘o piercing dal culo."

E l'interessata: "'O piercing dal culo ‘gnor no ‘gnor no."

L'addetto, sostenuto vocalmente da altri colleghi: "Si nun t''o vuo' levà, sona ‘o metal detector e me ne vaco accà. Si nun t''o vuo' levà, sona ‘o metal detector e me ne vaco allà."

La signora, avendo usufruito con successo della super tenaglia, alfine conveniva: "E tieni, me lo so' tolto, Ciccillo cuntento fa chello ca vuo'. E tieni me lo so' tolto, Ciccillo cuntento fa chello ca vuo'[la signora aveva frainteso il nome dell'incaricato alla sicurezza che era Cecil, come B. DeMille]".

A chiudere un cospicuo gruppo del personale aeroportuale: "Sia benedetta mammeta quando te maritò, sia benedetta mammeta quando te maritò".

giovedì 27 marzo 2008

Ex ex donna fa un (ex) figlio per ex voto


Dopo alcuni giorni di astinenza da internet, accendo il computer e quasi mi viene un colpo. Il sito del Corriere della sera (ma la notizia era riportata pari pari, con gli stessi accenti e quasi con le stesse parole, in quasi ogni sito di informazione) mi informa che un uomo è incinto al quinto mese di gravidanza e darà alla luce un bambino. Strabuzzo gli occhi. Mi sono allontanato dalla normale esistenza solo per cinque giorni ed ecco che già il mondo sembra impazzito. Eppure l'articolo dice proprio così. Un tale dell'Oregon di nome Thomas Beatie porta avanti una gravidanza come faceva Arnold Schwarzenegger nel film con Danny DeVito. Si sprecano i commenti fantasmagorici, i riferimenti a super Arnold, le riflessioni di filosofi e pensatori. C'è il solito sessuologo glamour-salottiero sul tipo della nostra Elisabetta QuasiMarquez e PocoGarcia che arringa le folle virtuali sulle rivoluzioni sessuali a venire, avvisando che questa del Mammo Schwarzy è solo una bazzecola. Tra poco voi umani vedrete cose che noi sessuologi patinati... Il mondo nuovo di Aldous Huxley è già qui, preparatevi.

Mi sento di colpo del tutto inadeguato. Sorpassato. Io sono solo un tapino maschio senza talenti eccezionali. Di sicuro non so restare incinto. Altrettanto certamente non saprei mettere al mondo un bambino nemmeno se mi facesse da ostetrico il dottor House coadiuvato dal dottor Stranamore e dall'intero staff medico di E.R. fortificato dal ritorno di George Clooney. Non so fare omicidi a Garlasco e farla franca o fumare gli spinelli nell'ora di ginnastica come quel tale professore star di You Tube. Persino restare in ammollo in una vasca ghiacciata da circo percorsa da famelici piranha, persino questo è al di sopra delle mie possibilità. Cosa so fare io? Cosa ci campo a fare se sono inadatto a un'azione semplicissima per ogni maschio come far crescere un bambino nella mia pancia?

Sono già in preda ai peggiori incubi esistenziali, quando mi accorgo, nelle ultimissime righe dell'articolo, che si era omesso di riferire un insignificante dettaglio. L'uomo incinto è, certo, un uomo, ma non proprio un uomo. Cioè prima era una donna. Una donna che si è fatta togliere i seni (ma quelli si possono rimettere in quattro e quattr'otto più belli e siliconati che pria) e sottoposta a un trattamento di testosterone. I suoi organi sessuali erano rimasti intatti, in grado di riprendere le loro funzioni biologiche quando richiesto. Al presunto emulo di Schwarzenegger è bastato sospendere l'assunzione di testosterone per farsi mettere incinto. Naturalmente la fecondazione del neoconsumatore di Denim è avvenuta tramite sperma artificiale. Tutta colpa di un'assurda e repressiva legge americana. Se sei un uomo dopo che eri stato donna, sancisce quella legge oscurantista, e ti fai mettere incinto da un uomo in carne e ossa è necessario ridefinire le identità sessuali dei due soggetti copulanti. In caso che le due parti non addivengano a un accordo, la legge liberticida ordina di stabilire il sesso dei litiganti con un lancio di monetina supervisionato da Pierluigi Collina. La monetina non serve nel caso dell'inseminazione artificiale.

Mentre leggevo la notizia dell'uomo gravido, temevo di non aver afferrato tutte le svariate implicazioni. Perché, mi chiedevo, ti basta ciucciare qualche flacone di testosterone per farti dichiarare maschio, mentre se ospiti un figlio in pancia per nove mesi, lo partorisci, lo allatti e gli canti la Ninna Nanna della Mammina Innamorata rimani sempre un uomo? Non sono riuscito a darmi una risposta. Ho solo pensato che, se dichiari donna un individuo incinto che cambia sesso un giorno sì e uno no, non hai poi molto da strombazzare sui siti di internet o nei telegiornali. In quel caso la notizia sarebbe che una donna in America metterà alla luce un bambino. Uno scoop ancora più epocale di quello del cane che morde un uomo. Ma la mia spiegazione doveva essere senza dubbio sbagliata, altrimenti quasi tutti i giornalisti del mondo sarebbero dei cialtroni cretini che sparano boiate a raffica per rimbambire la gente. Il che non può essere vero, i giornalisti sono persone serie e ci informano con precisione e professionalità. Così dicono dappertutto e così deve essere.

mercoledì 19 marzo 2008

Dammi la fede persa


- Non farlo, non buttarti da questo ponte. Non ucciderti.
- Chi sei, come sei arrivato qui? Vattene via, non sai niente di me.
- Invece so tutto. Sei un prete che ha perso la fede. Avevi un grande amore per Dio e le sue creazioni, lo vedevi dovunque, anche nel più dozzinale reality show televisivo, e la sua presenza ti scaldava dentro. Ti sentivi ricco, anche con la canonica vuota e la solitudine della tua missione. Poi un giorno hai smesso di vederlo. Dio è sparito dai tuoi occhi e ha lasciato un immenso deserto di solitudine e depressione.
- Ma cosa vuoi? Ormai è troppo tardi per salvarmi, vattene via.
- Ti capisco, è come se nel tuo cuore fossero caduti cento, mille muri di Berlino, ma la soluzione non è buttarsi da questo ponte.
- Lasciami perdere. Ho sprecato la mia intera vita dietro una chimera, un miraggio di altri tempi. Lui non mi parla più. Sono anni che tace. Prima si manifestava a me ogni giorno. Mi parlava con gli occhi dei ragazzi che servivano la messa, mi parlava anche dai carri armati e dai bombardieri dei telegiornali, mi parlava con il suono della pioggia o persino con la disperazione dei barboni che imploravano un pasto alla mensa della chiesa. Ora tace perché in realtà ha sempre taciuto. La mia intera vita si è basata su un'illusione. Capisci perché non posso continuare a vivere?
- Certo, mettiamo però che Dio torni a parlarti, con voce forte e inequivocabile, qui e ora. Cosa faresti in quel caso? Abbandoneresti questo tuo banale tentativo di buttarti di sotto?
- Ma non può parlare! E' un imbroglio per gli sprovveduti! Dio non esiste!
- Non essere maleducato, rispondi alla mia domanda.
- Ebbene, se mi dimostri qui e ora che Dio esiste rinuncerò a uccidermi, anche se non capisco perché ti importi tanto di me.
- Dici che qualche miracolo doc, anche meglio di quelli che faceva il Figlio del Falegname, ti convincerebbe?

***

- E' incredibile, non credo ancora ai miei occhi! Come hai potuto far uscire mio zio dal suo coma irreversibile? Dov'è il trucco?
- Come sei di cattivo gusto! Perché chiami trucco un miracolo?
- Inoltre hai guarito pure tutti i malati di cancro del reparto ospedaliero in cui era ricoverato mio zio. Si sono ripresi di colpo dopo che gli hai passato una mano sulla fronte. E se ne sono tornati a casa vispi e arzilli. Come è stato possibile?
- E come è stato possibile che Lazzaro sia risorto o che quel brav'uomo duemila anni fa si sia messo a camminare sulle acque? Comunque spero che i miei miracoli ti abbiano convinto a non buttarti dal ponte perché mi sono stancato di giocare al piccolo messia.
- Io.. io... sono turbato, lo ammetto. Quegli uomini erano senza speranze e ora stanno bene. Erano virtualmente morti e ora ridono a casa con i familiari. C'è qualcosa che non si può spiegare a questo mondo, lo ammetto. C'è qualcosa che va oltre la ragione.
- Come sei pedante! Perché non dici semplicemente che quando vedi un miracolo - un gran bel miracolo, devi concedermelo - significa che Dio esiste? Perché non confessi che questo indegno dispensatore di prodigi ti ha ridato la fede che avevi perso?
- Sì, è così. Ti ringrazio, la mia vita riacquista un senso. Ho voglia di tornare alla parrocchia e abbracciare la mia gente. Ho voglia di vivere e di fare del bene.
- Ehm, magari cercheremo di non dire troppo in giro che per farti ritrovare la fede c'è voluto qualche inelegante numero di prestidigitazione miracolistica.
- Ma chi sei tu? Ho capito. Non puoi essere che Dio in una sua manifestazione o magari il suo unico Figlio tornato sulla terra.
- Accidenti, che risate! Io Dio? Io il Camminatore sulle Acque? Erano millenni che non mi divertivo tanto!
- Un momento, perché ghigni in quel modo così cattivo?
- Perché io sono cattivo. Anzi sono l'essenza stessa del male. Io sono l'odio, la violenza, il vizio, il peccato. Io sono ciò che più detesti e che più ti terrorizza. Io sono il nemico giurato dell'essere in cui avevi perso la fede.
- Tu vorresti dire che sei... che sei...
- Sssss, meglio non fare nomi, trovo la pubblicità così di cattivo gusto!
- Ma se tu sei il diavolo...
- ... e meno male che avevo detto di non fare nomi.
- ... perché hai salvato dalla morte tante persone?
- Forse l'ho fatto perché mi annoio. E poi tutta quella gente, compreso tuo zio, non camperà mica tanto. Erano tutti vecchioni decrepiti, dagli un paio di anni e finiranno nella fossa dal primo all'ultimo.
- Eppure tu non puoi fare del bene! Perché mi hai salvato la vita? E soprattutto perché mi hai ridato la fede?
- Basta, mi stai stufando con le tue lagne.
- Perché mi hai ridato la fede?
- Che noia, ora me ne vado.
- Aspetta non puoi andartene così! Dimmi perché un essere malvagio come te avrebbe fatto un'opera di bene. Dimmi perché mi hai ridato la fede!
- E chi ti dice che sia un'opera di bene?

giovedì 13 marzo 2008

Dizionario ragionato del blog


Abbandono. L'abbandono del blog può verificarsi dopo pochi giorni o anche dopo anni. Spesso questo momento particolare è accompagnato da un post in cui se ne spiegano le ragioni, appena un po' meno gravi e luttuose delle cause scatenanti della guerra in Irak. Uno stimato osservatore delle dinamiche da web sostiene che il post dell'abbandono è sempre causato da una delusione amorosa e che nessuno mai riuscirà ad allontanarsi dal blog.

Baci. Elemento primario del commento al post. Conosciuto anche nella forma bacione, nella reiterazione baci baci, nei baciotti, negli smaaack, nel localismo basitteddu, nel forestierismo kiss. La forma kissini o kissotti sembra in regresso.

Canzone. Si pubblica il testo di una canzone (più raramente di una poesia) quando non si ha assolutamente niente da dire, ma ciononostante si vuole pubblicare un post.

Cimitero virtuale degli elefanti. Dicesi così l'insieme dei blog abbandonati che continuano a restare on line avvilendo gli avventori virtuali con l'aura di disfacimento e di morte che li pervade.

Commento. E' il cemento del blog, perché permette l'interazione interpersonale che è alla base del successo di questa forma di espressione. I commenti al post possono essere furbi (dici buona giornata o buon fine settimana, meglio buon we, a uno che ti ha lasciato una specie di esegesi dantesca al tuo ultimo post sulla più antipatica canzone dell'antipatico Jovanotti), furbetti (qualifichi come geniale un lungo e impegnativo post di cui hai letto a malapena il titolo), furbastri (parli dei guai con la tua morosa, invece del post che non hai letto), furboni (ti scusi perché non hai tempo, ma giuri che tornerai a commentare il post che non hai letto, né leggerai in futuro), furbacchioni (ti complimenti per la qualità della foto che accompagna il post che non hai letto), similfurbi (fai una battuta memorabile sull'ultima frase del post, che è la sola che hai letto).

Faccine. Elemento indispensabile alla comunicazione sul Web. La più usata faccina (smile) è quella a forma di sorriso, che si rende graficamente nei seguenti modi: :-), :), :O), :D eccetera. La faccina è utile per smorzare i toni quando sei stato un pizzico poco olimpico in un tuo commento. Per esempio prima scrivi "Sei un idiota calzato e vestito e questo tuo post fa vomitare, pezzo di stronzo" e poi ci metti una faccina, possibilmente con molte parentesi tonde per aumentare la portata del sorriso fraterno che rivolgi al tuo interlocutore: :-))))))))))))))).

Foto personali. Servono a mostrare al mondo come sei fatto. E' tuttora dubbio il fatto che il mondo sia interessato a visionare le migliaia di foto personali - in due pezzi, abito matrimoniale, completo da montagna, tuta oceanica, uniforme per il safari a Jurassic Park eccetera - che alcuni blogger allegano alla loro casa virtuale, ma è una pratica che pare in crescita. Da segnalare le foto ignude che alcune blogger audaci seminano qui e là nei loro post sperando che nessuno le riconosca in mezzo alle altre bonazze svestite raffigurate nel loro blog.

Futurologia. La scienza che prevede il domani situa intorno al 2027 l'epoca in cui le relazioni virtuali supereranno per numero e persistenza temporale quelle reali.

Gatti e cani. E' consigliabile dichiararti amico di queste due specie animali per ingraziarti il prossimo, anche se i soli cani che incontri sono quelli che cercano di sbranarti a ogni angolo di strada.

Identità segreta. Una o più identità segrete sono utili per: a) molestare sotto mentite spoglie un ex partner, b) prendere in giro il prossimo, c) sparare cazzate a gogò, d) sostenere idee malsane o scrivere post scabrosi ritenuti inadatti alla propria identità principale, e) dare sfogo alle tue schizofreniche personalità alla Psycho, f) fare il cascamorto caciarone con la donzella che ti ha preso per il duca di Marlborough.

Importazioni dalla chat. Parecchi modi di esprimersi sono stati importati dal mondo della chat. Consultare il mio Dizionario ragionato della chat, in particolar modo alle voci Dialetto romanesco, Eheheheheh, Emoticons, Lettera finale, Na, meglio naaaaa, Nn, Ops, Punteggiatura.

Indignarsi. Pratica diffusissima in Rete. Tutti nel virtuale si indignano per qualcosa, pedofili, nazisti, preti, mafiosi, corruzione altrui, trasformismi politici, fascisti, comunisti, globalisti, stilisti, stiliti, stalattiti. Anche il più volgare, arrivista e avido dei blogger si ritiene un essere probo che ha il diritto di indignarsi a ripetizione su qualsivoglia argomento.

Lacrime. Il post è un ottimo contenitore di lacrime, soprattutto di origine amorosa, nonché di geremiadi esistenziali. Osservati personaggi che appestano il virtuale per anni con monotematici piagnistei sul partner involatosi con il nemico.

Lady Chatterley, sindrome di. È la sindrome che colpisce i blogger di ambo i sessi (per i maschi la figura di riferimento è il dottor Zivago). Dopo pochi giorni di frequentazione del virtuale, l'utente medio si convince di essere un personaggio molto più interessante di ciò che aveva creduto. E lo stesso dicasi dei suoi interlocutori da web. La media frequentatrice di blog, in un certo senso, si persuade di essere una sorta di Lady Chatterley in contatto con tanti dottor Zivago. Questa sindrome conduce a intense emozioni, seguite da ancora più intense delusioni.

Link amici. Prima di aggiungere un nuovo link amico, accertarsi che il beneficiario non ti odii a morte come è probabile.

Messenger o Skype. Sono i luoghi in cui ci si sposta per comunicare con più intimità dopo che due partner virtuali hanno trovato sufficienti consonanze emotive.

Mi aduli, per favore? L'adulazione è una delle pratiche più frequentate del mondo virtuale. Essa può assumere spesso una forma impropria. Ad esempio A scrive un post in cui dice papale papale che le donne sono tutte zoccole, B (di acclarato sesso femminile) si complimenta per lo stile letterario di A e per la sua eleganza espressiva che proclama senza mezzi termini originalissima; A allora replica che le donne sono puttane, stronze, vogliono solo farsi sbattere e tuttù e tattà, e quindi B va in sollucchero giurando in diversi commenti, senza alcuna ironia, che A è un poeta e che la qualità della sua prosa indica senza dubbio uno scrittore di professione.

Mi casa es tu casa? Sul modo di giudicare il blog esistono due scuole di pensiero. Alcuni lo considerano come una casa virtuale appartenente al blogger che la gestisce. Quindi gli ospiti virtuali dovrebbero cercare di essere educati e corretti così come si fa andando in visita in casa altrui. Altri invece ritengono che i blog siano come uno spazio libero in cui ognuno avrebbe diritto di mettere i commenti che vuole, anche sgradevoli e volgari, anche stupidi e inopportuni, e nessuno dovrebbe azzardarsi a censurarli. La questione rimane aperta

Oh me, oh vita. Il celebre verso di Walt Whitman simboleggia la tendenza del blogger tipico ad assumere toni retorici nei suoi post e a descrivere la sua vita come un'esistenza romanzata, come si vorrebbe, e non disgraziata, come probabilmente è.

Poeta maledetto. Figura letteraria a cui cerca di assomigliare il medio blogger di sesso maschile, scrivendo post sopra le righe, assumendo pose da contestatore, picchiando pugni sul tavolo virtuale, spacciandosi per un Bukowski più ubriaco e dissacrante. Il tutto, si sa, per far colpo sulle figlie di Eva.

Regine del sesso all'amatriciana. Figura letteraria a cui si ispira un vistoso settore delle diariste donnesche. Costoro scrivono roventi post a luci rosse, si spacciano per Madame d'O armate di frustino e lingerie sadomaso, ammanniscono al prossimo post pornoromantici, molto porno e poco romantici. Pare che abbiano fatto ginnastica sessuale in tutte le pose immaginate da Tinto Brass (che non sono poi tante)... salvo poi accorgerti quando le conosci che fanno le suore di clausura nel convento di San Remigio Memo di Forlimpopoli.

Ritorno. E' il naturale sbocco dell'abbandono del blog. Può verificarsi nello stesso sito web che si era detto di voler lasciare o su un nuovo blog con una nuova identità virtuale.

Schede personali. E' l'insieme delle informazioni personali che compongono il profilo dei blogger. Alcuni utenti confondono il profilo personale con il curriculum richiesto per accaparrarti un posto di portiere di notte per le due stelle e mezzo dell'hotel Miramar a Gnoccaminore. Quindi inzeppano il loro profilo con le loro gesta professionali a partire dall'assunzione raccomandata al Ministero delle Poste, con il libro di poesie pubblicato a pagamento, con la barzelletta spassosissima raccontata a Flavio Briatore in una stazione di servizio sulla Roma-Milano.

Teppaweb. Elemento malevolo e invidioso del web. Spesso anonimo, ma non sempre, vorrebbe deturpare e sfregiare il tuo e altri blog così come il suo alter ego della realtà buca le gomme e sfregia la macchina del vicino di casa.

Virtualdipendenza. Se il virtuale è la nuova droga dei nostri giorni come sostengono molti esperti, non ci si può meravigliare se questo nuovo e incorporeo allucinogeno genera dipendenza e assuefazione. La dipendenza è quella cosa che ti spinge a controllare il tuo blog decine di volte al giorno in cerca di commenti. L'assuefazione è quella cosa che ti spinge a restare più tempo nel virtuale solo per procacciarti la soddisfazione che provavi qualche mese prima spulciando i blog per pochi minuti.

Zero. Numero di commenti a un tuo post che si deve assolutamente cercare di evitare, per non incorrere in depressione e sentirsi Calimero piccolo e nero.

Questo post va visto come un'occasione per farsi quattro risate in compagnia. Anch'io sono inciampato in parecchi dei vezzi su cui ironizzo. Un saluto agli amici del blog.

Leggi: Dizionario ragionato della chat

lunedì 10 marzo 2008

Quiz canoro


Ecco un quiz ispirato a un testo canoro che sottopongo all'attenzione degli amici di questo blog. Chi riuscirà a individuare titolo e autore di questa canzone (vera e ammirata a suo tempo) riceverà ricchi premi e cotillons. I premi saranno molto più importanti per coloro che riusciranno a interpretare e decodificare i fecondi, intellettuali ed ermetici significati della canzone. Vi avverto che sono al lavoro su questo magistrale testo squadre di esegeti e chiosatori danteschi, i quali si dichiarano incapaci di coglierne gli ammaestramenti profondi.

Ecco il testo. La canzone comincia con questo variegato messaggio culturale: "Amore amore / amore amore / amore amore amore / amoreee amoreee..." Poi c'è un cambiamento repentino e sconcertante della prosa che introduce temi nuovi che fanno vacillare l'imperfetta mente umana con la loro complessità e poliedricità: "Amore amore / amore amore / amore amore amore / amore amore amore / amoreee amoreeee / amore amore amore / amoreeee amoreeeee".

venerdì 7 marzo 2008

Figli delle stelle, la mafia delle parentele


Non vorrei farla troppo lunga, ma lunga comunque verrà. Ritengo che viviamo in un mondo corrotto, affetto da nepotismo all'ennesima potenza. I figli ereditano i lavori e lo status sociale dei padri, con poche possibilità di sottrarsi al loro destino sociale predeterminato alla nascita. Le poche eccezioni a questa regola sono ampiamente strombazzate dagli organi di informazione che hanno il loro bravo tornaconto a propalare la fandonia dell'uomo di successo fattosi dal niente. Tra l'altro come vedremo gli operatori dell'informazione ufficiale, di sinistra o di destra, sono i più attivi beneficiari del nepotismo e favoritismo parentale che affoga e necrotizza la nostra società e quindi è comprensibile che siano i più attivi sostenitori dello statu quo. Inutile sprecare chiacchiere, tanto chi ha occhi per vedere si rende conto della mafia clientelare che avviluppa il nostro modo di vivere. La tesi di questo post è che i figli ricopriranno, cioè erediteranno, lo status sociale dei padri (con le poche e sbandierate eccezioni già ricordate). Lascio ora il posto alle cifre.

Cominciamo con il commento di Adriano Sofri pubblicato l'altro giorno sul Foglio:

"Quisque faber fortunae suae? Il figlio del presidente degli Stati Uniti fa il presidente degli Stati Uniti. Il figlio del farmacista del mio paese fa il farmacista. Il figlio del boss mafioso fa il boss mafioso. Il figlio del portuale di Genova morto sul lavoro fa il portuale di Genova morto sul lavoro."

C'è poco da aggiungere. Passiamo ad alcune statistiche.

Quota di padri con figlio in possesso dello stesso titolo di laurea (FONTE: ALMALAUREA, X Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, Febbraio 2008)

Architettura 43,9%

Giuridico 42,0%

Chimico-farmaceutico 40,8%

Ingegneria 39,2%

Medico 38,6%

Economico-statistico 28,1%

Politico-sociale 23,6%

Scientifico 14,5%

Linguistico 13,9%

Letterario 11,8%

Psicologico 11,0%

Agrario 10,3%

Geo-biologico 8,7%

Si evince da questa tabella che i figli spesso, come già anticipato da Sofri fanno il lavoro dei genitori. Ma le percentuali, già impressionanti sarebbero molto più significative se si considerasse l'ereditarietà non del lavoro, ma del ruolo sociale, cioè il figlio del professionista fa quasi sempre il professionista, così come il figlio dell'operaio fa spesso l'operaio, il figlio del disgraziato veleggia in mari disgraziati anziché no e il figlio del miliardario indovinate che cosa fa nella vita?

Ecco ora alcune ghiotte informazioni che ho tratto dal blog Informasatira, che vi prego di consultare se potete:

"Walter Veltroni (sindaco di Roma) figlio di Vittorio Veltroni (direttore del telegiornale Rai), Massimo D'Alema (vicepresidente del consiglio) figlio di Pino D'Alema (deputato del PCI), Mario Segni (uomo politico della Dc ora dimenticato) figlio di Antonio Segni (ex Presidente della Repubblica Italiana), Bobo e Stefania Craxi (politici uno a sinistra l'altra a destra) figli di Bettino Craxi (ex Presidente del Consiglio italiano), Giorgio la Malfa (politico del PRI) figlio di Ugo La Malfa (politico del PRI, la carica è ereditaria), Alessandro Moggi (socio della Gea) figlio di Luciano boss del calcio italiano, Davide Lippi (procuratore in orbita Gea) figlio di Marcello Lippi (CT della nazionale italiana), Chiara Geronzi (GEA) figlia del patron della Banca di Roma (Cesare Geronzi), Giorgio Tosatti (giornalista sportivo) figlio di Renato Tosatti (giornalista sportivo), Lella Confalonieri (giornalista di Mediaset) nipote di Fedele Confalonieri presidente di Mediaset, Salvo Sottile (legge il Tg5) figlio di Giuseppe Sottile (ex vicedirettore di Studio Aperto), Alberto Angela (divulgatore televisivo) figlio di Piero Angela (divulgatore televisivo), Lucrezia Agnes (giornalista televisiva) figlia di Biagio Agnes (ex direttore generale della rai), Veronica Gervaso (giornalista al TG5) figlia di Roberto Gervaso (giornalista e piduista), Donata Scalfari (giornalista TG5) figlia di Eugenio, fondatore di Repubblica, Giancarlo Mazzucchelli (giornalista Tg5) figlio della moglie di Petruccioli (attuale Presidente della Rai), Valentina Loiero (giornalista Mediaset) figlia di Agazio (Presidente della Regione Calabria), Giulio de Gennaro (giornalista) figlio del capo della polizia (Gianni de Gennaro), Sebastiano Sterpa (giornalista Tg5) figlio del deputato di Forza Italia Egidio Sterpa, Benedetta Corbi (faceva Verissimo, nella redazione del Tg5) ex fidanzata di Claudio Martelli (diciamo figlioccia va, vista la differenza d'età), Elena Caputo (giornalista Tg5) figlia dell'ex sottosegretario di Forza Italia Livio Reviglio.

"Passiamo allo spettacolo, solo i più famosi ovviamente, non c'è neanche bisogno di citare il padre o la madre vista la notorietà dei nomi. Giovanna Mezzogiorno, Amanda Sandrelli, Cristina Comencini; Ricky Tognazzi; Gianmarco Tognazzi; Kim Rossi Stuart; Violante Placido; Alessandro Gassman; Asia Argento; Claudio Amendola; Adriano Giannini; Nike Muti Rivelli; Clan Celentano.

"Ho volutamente escluso tutti quei figli di industriali che ricoprono incarichi importanti nelle aziende di papà (Berlusconi, Agnelli, etc etc.) perché buona parte del capitalismo italiano è, lo sappiamo ma non ci sembra giusto lo stesso, a carattere familiare."

Faccio notare che le soprastanti note di Informasatira escludono una massa immane di giornalisti politici e altri personaggi come la figlia di Berlinguer, Giuliana giornalista, quella di Cossutta, Maura politico, quella di Ingrao, Chiara politico, Pierferdinando Casini, politico figlio di un politico, Rosa Russo Iervolino, figlia di un pluriministro democristiano. Ma davvero la lista sarebbe così lunga che non si smetterebbe mai di compilarla. Faccio solo un esempio. Oggi sentendo il Tg 5 (ma per la Rai la situazione è la stessa, se non peggiore), ho udito un nome sospetto di una giornalista, Silvia Santalmassi. Mi sono subito ricordato il nome di Giancarlo Santalmassi che faceva il direttore del Tg 2 quando c'era Craxi (era un fido craxiano e tra l'altro sarebbe interessante sapere che cosa faceva nella vita il padre di Giancarlo Santalmassi, ma anche quello di Craxi già che ci siamo). Mi è subito scattato un sospetto, come mille altre volte in mille altre situazioni diverse. Stavolta però ho controllato con Google perché dovevo scrivere il presente articolo... ed è venuto fuori naturalmente che la Silvia Santalmassi del tg 5 era davvero la figlia di Giancarlo.

Inutile sprecare altro fiato su questo argomento. Vi invito solo a guardare questo link per scoprire alcune altre parentele illustri (ma ovviamente esse sono una goccia nell'oceano dell'intrallazzo e della raccomandazione).

Chi ha detto che il feudalesimo è finito?

mercoledì 5 marzo 2008

La nazionale delle nazionali


Portiere: Gianluigi Buffon (Germania 2006)

Terzini: Giuseppe Bergomi (Spagna 1982); Giacinto Facchetti (Messico 1970)

Difensori Centrali: Franco Baresi (Stati Uniti 1994); Fabio Cannavaro (Germania 2006).

Centrocampisti: Bruno Conti (Spagna 1982); Sandro Mazzola (Messico 1970); Roberto Baggio (Stai Uniti 1994); Gianni Rivera (Messico 1970).

Attaccanti: Paolo Rossi (Spagna 1982); Gigi Riva (Messico 1970).

In panchina:

Portiere: Dino Zoff (Spagna 1982).

Difensori: Antonio Cabrini (Spagna 1982); Marco Materazzi (Germania 2006).

Centrocampisti: Marco Tardelli (Spagna 1982); Andrea Pirlo (Germania 2006).

Attaccanti: Angelo Domenghini (Messico 1970); Roberto Boninsegna (Messico 1970).

Allenatore: Arrigo Sacchi (Stati Uniti 1994).

Migliore partita: Italia-Germania 4-3 (Messico 1970)

Miglior giocatore: Gigi "Rombo di tuono" Riva (Messico 1970)

Ho stilato questa squadra ideale sulla base delle nazionali italiane arrivate in finale nei campionati del mondo di calcio dal 1970 a oggi.

domenica 2 marzo 2008

Una malattia chiamata felicità


Quante persone felici conoscete? Probabilmente non molte. Vediamo, c'è la ragazzina del piano di sotto che ha un altro amoruccio e spande miele dovunque e pure il salumiere all'angolo di recente canta più forte del solito, si è iscritto persino a una scuola di ballo latino-americano; ma andandocene a spasso per il mondo non ci pare di imbatterci in moltitudini gaudenti e appagate. E voi siete mai stati felici? Certo che sì, lo sono stati tutti. Ma per quanto tempo siete stati con il sorriso stampato sulle labbra o con il cuore gioioso? Probabilmente non per molto tempo. Un paio di settimane l'anno scorso e qualche buon momento l'avete passato pure quest'anno alla faccia di tutti gli oroscopi che prevedevano peste e corna per il vostro segno zodiacale. Ora facciamo un esperimento. Accendete la televisione. Guardate un telegiornale bombarolo o un talk show caciarone. Da quelle trasmissioni direste che la felicità è una condizione diffusa del nostro modo di vivere o non vi pare piuttosto trattarsi di un'eccezione? In effetti pare vera la seconda interpretazione. Ma perché in giro allora si vede così poca gente felice?*

A meno che non sia un caso, bisogna dedurre che la gente non sia pienamente felice perché essere felici troppo a lungo è una condizione contraria a qualche legge fondamentale del comportamento umano. Vediamo di chiarire. Come è noto alcuni comportamenti utili alla sopravvivenza dell'individuo o della società sono stati premiati dall'evoluzione, che ne ha favorito la diffusione nel genere umano. Allo stesso modo sono stati puniti atteggiamenti risultati negativi o controproducenti per la nostra specie. Dispensatrice di carezze e schiaffi psicologici, la selezione naturale in un certo modo agisce sull'individuo come il padrone opera sull'asino. Con saporite carote quando trasporti di buona lena la tua soma senza ragliare troppo, con vigorosi colpi di bastone quando ti impunti su un sentiero bloccando la circolazione. Gli zuccherini con cui l'evoluzione premia l'asino umano quando si conduce secondo schemi comportamentali giudicati convenienti sono diversi, il più efficace dei quali va senza dubbio sotto il nome di felicità. Le bastonate sono anch'esse molte e di varia natura, tra cui quella nota della depressione.

Ci innamoriamo di un nuovo partner, superiamo un esame a scuola, otteniamo un consistente scatto nello stipendio, riusciamo a far sì che il nostro partito politico prevalga sugli altri? Tutte ottime cose, decide per così dire l'evoluzione, che migliorano la sopravvivenza nostra o del nostro sistema sociale di riferimento. Quindi eccoti una bella pillola di felicità per premiarti per come fai il civile e educato somaro (poco) ragliante. Ci facciamo lasciare dal nostro partner, prendere a calci in culo dal vicino di casa, licenziare o degradare sul lavoro, perdiamo le elezioni con il nostro partito e la finale di Coppa dei Campioni con la nostra squadra del cuore? Male. Eccoti, stupido somaro che non sei altro, una bella dose di depressione on the rocks.

Tuttavia, lo sappiamo, nemmeno chi persegue con scrupolo comportamenti virtuosi o vantaggiosi (nel senso inteso in questo post) è felice senza interruzioni. Come mai? Perché la felicità genera due sciagurati fenomeni: l'assuefazione e l'appagamento. L'assuefazione mette un preciso limite alla tua capacità di godimento interiore. Così come accade per i tossicodipendenti, per provare gli stessi intensi stimoli di prima l'aspirante alla felicità deve continuamente aggiornare e intensificare i suoi comportamenti vantaggiosi o ritenuti tali. Questo significa che egli deve procacciarsi nuovi partner sessuali, più guadagni economici, più cultura o potere solo per essere felice come era qualche tempo prima disponendo solo di due cuori e una capanna. L'assuefazione alla felicità è un artificio esistenziale indispensabile affinché l'individuo non cada vittima dell'appagamento. Infatti se uno è già felice che motivo avrebbe di continuare ad agitarsi, creare, studiare, migliorarsi, cercare di guadagnare, innamorarsi o fregare il prossimo? Se a un asino assicuri una scorta inesauribile di carote, perché dovrebbe seguitare a trascinare la soma su accidentati percorsi di montagna?

Non disperatevi perciò se non siete felici. La stabile e diffusa felicità è una condizione forse incompatibile con la società e lo sviluppo umani. Un osservatore estraneo ai fatti terrestri potrebbe addirittura azzardare che è una specie di malattia. In realtà si potrebbe dire che la peggiore società immaginabile, la vera antiutopia è quella in cui tutti gli uomini sono appagati e gioiosi, sarebbe una catastrofe.

* Per felicità si intende, si sa, qualsiasi condizione psicologica appagante basata su fondamenti solidi e diffusa su un periodo sufficientemente lungo, altrimenti dovremmo definire felice chi si spara una pasticca di ecstasy.