mercoledì 31 dicembre 2014

Neve a Napoli

Neve-sul-Vesuvio-600x337 Mi alzo dal letto dopo averci pensato su a lungo. Fa un freddo cane, forse era questo che stimolava la mia riflessività sul materasso. Vado in cucina e preparo la macchinetta del caffè. Acqua freddissima che ti congela le mani, anche se cerco di lavare la caffettiera con un solo dito o poco più. Ho sete, ma non bevo, perché la temperatura dell’acqua deve essere prossima a quella di congelamento. Mi disseterò col caffè. Vado un po’ di qui e un po’ di là mentre aspetto il caffè. Passo accanto alla finestra. Devo avere le traveggole. Quella di fuori sembra proprio neve. C’è un manto bianco che ricopre ogni cosa. Non può essere, non a Napoli. Deve essere grandine. Spesso cadono grandinate che imbiancano il paesaggio dandoti l’effetto neve. Esco fuori al balcone. Quella che ho davanti non sembra grandine, ma neve.

domenica 30 novembre 2014

Rap di Natale 2014

Natale ad affrontare lamantini, babirussa, kriss avvelenati di thugs, con Giro Batol, Sambigliong, con Carmaux e Wan Stiller, a me valorosi tigrotti, guai a te, Wan Gould, forza Mister Fogg che gli 80 giorni stanno scadendo, ma quanto saranno lunghe ventimila leghe sotto i mari, a pescare trepang e a illudersi di essere abbastanza grande da stringere tra le braccia Capitane dello Yucatan e Jolande figlie del Corsaro Nero, a fare il tifo per il cane Buck contro quella carogna di Spitz, a conoscere per nome come fratelli tutti i cani che trainavano una certa slitta nel Klondike, ammaliato pure tu dal richiamo della foresta. Natale a sognare con l’ultimo dei Mohicani, a capire che non mi serve niente per essere felice nelle foreste del Nord, appena un coltello, un arco con le frecce e magari una canoa, ah, sarebbe bene che ci fosse anche la figlia di un colonello inglese di cui innamorarsi che non si sa mai, elegante e colta quanto io sono selvaggio e coraggioso, è chiaro, Natale con Moby Dick e un capitano di quindici anni, a chiedersi perché deve morire il più piccolo e valoroso dei ragazzi della via Paal, perché il mondo è così cattivo, eh, me lo sai spiegare, Tarzan, no, vuoi provarci tu, Tom Sawyer, o forse tu, Oliver Twist, che poi non ho mai saputo distinguervi che sembrate uguali, no, state tutti zitti e fate parlare D’Artagnan, che poi mi insegnerà a tirare di spada e mi accompagnerà alla ricerca dell’isola del tesoro, ma tenete le mani a posto che Long John Silver lo sistemo io, basta, saluto tutti, vado nella giungla indiana e porto con me la tigre Darma, no, mi avventuro nelle distese dell’Alaska con Zanna Bianca, o meglio ancora vado sull’isola di King Kong, tra le aquile della steppa, tra i predoni del deserto, e lo vogliamo proprio scartare un viaggio al centro della terra con Michele Strogoff e i figli del capitano Grant? Ora devo andare, ma dimmi, Tremal-Naik, sarebbe davvero bastata una sola mano a cingere la vita di Ada Corishant, la Vergine della Pagoda?

venerdì 31 ottobre 2014

Fortuna al gioco

- Sai sono preoccupato, è la prima volta che manchi un appuntamento.

- Di che parli?

- Del blog. Non è mai capitato che passasse un mese senza che tu scrivessi un post. Sono deluso. Il tuo blog pareva una delle poche certezze di questo mondo.

- Esagerato. Si tratta di un piccolo diario virtuale di nessun conto. In ogni caso il mese non è ancora terminato, siamo al 31.

- Intendi dire che hai un argomento da post?

- Forse. Che ne diresti se parlassi di fortuna al gioco?

- Sentiamo.

- Conosco una persona che ha un fratello che vince spesso alle scommesse. Ora quattromila, ora duemila. Ora cinquecento.

- Be’, può capitare. È una cosa normale.

- Questa persona ha pure un secondo fratello. E vince pure lui al gioco. Ora tremila, ora mille e cinquecento, ora altre cifre.

mercoledì 17 settembre 2014

Più eroi che supereroi

Sto leggendo un libro intitolato Marvel Comics. Storie di eroi e supereroi, scritto da Sean Howe. E’ la storia dei fumetti della Marvel a partire dagli anni Trenta, con speciale riferimento ai personaggi creati da Stan Lee negli anni Sessanta, i famosi “supereroi con superproblemi”. I supereroi nel titolo sono evidentemente intuibili, mentre gli eroi di cui si parla sono evidentemente le schiere di sceneggiatori, soggettisti, disegnatori, inchiostratori succedutisi nella realizzazione degli albi a fumetti.

E’ una storia affascinante, soprattutto per un antico collezionista dei supereroi Marvel come me, che negli anni Settanta disponeva di centinaia di titoli che andavano dai Fantastici Quattro disegnati dall’epico Jack Kirby, al Mitico Thor realizzato graficamente da Kirby e dal michelangiolesco John Buscema. Ho già parlato della mia venerazione per i disegnatori della Marvel in questo post, in cui descrivevo come all’epoca sapessi citare a memoria decine e decine di disegnatori e inchiostratori nonché i titoli esatti di centinaia di fumetti, in sequenza, dall’Uomo Ragno all’Incredibile Devil.

domenica 24 agosto 2014

Le secchiate d’acqua notizia del giorno

image Prima notizia del tg5 di stasera, la notizia che oscura ogni altra notizia e si guadagna l'apertura del giornale. La guerra in Iraq, con le violenze del famigerato esercito musulmano dell'Isis e quelle corrispondenti dei droni americani telecomandati? Il rapper inglese di origine iraniana che invece di godersi la casa da un milione di dollari si distrae tagliando la testa del giornalista James Foley con relativo video sul web? La guerra in Libia, la situazione in Ucraina? La minaccia della peste del terzo millennio, il virus dell'Ebola? La disoccupazione che ti trasforma in assassino o suicida? Niente di tutto questo. La notizia di apertura del tg5 era sulle secchiate d'acqua che pare essere il tormentone dell'estate. Abbiamo rivisto Renzi, Fiorello, Celentano e Renato Zero buttarsi le secchiate d'acqua in testa, più qualche attore americano mezzo nudo per mostrare il fisico palestrato. Abbiamo appreso che gli americani saranno pure cretini ed esibizionisti, ma almeno cacciano i soldi (70 milioni di dollari raccolti per la ricerca medica), mentre gli italiani sono cretini e tengono la grana sottochiave (solo 70 mila euro raccolti).

Come è noto il gioco si sviluppa in questo modo. Un personaggio più o meno famoso va nel suo giardino benestante e si fa riprendere mentre si butta una secchiata d’acqua gelata in testa. poi posta il video della secchiata sul Web e si bea delle centinaia di Mi Piace che accoglie la sua impresa. Quindi qualche altro personaggio, o famoso come lui o semplice servo dei potenti, viene nominato per continuare il gioco. Tecnicamente non ci sarebbe nessun bisogno di filmare l’impresa idrica e postarla su Twitter o Facebook, ma finora non è giunta notizia di una secchiata d’acqua caduta fuori dai social network.

martedì 12 agosto 2014

Nove uomini su diciassette

 L'attimo fuggente1a È morto Robin Williams. Il suo nome sarà legato per sempre al personaggio del Mio Capitano nell'Attimo fuggente. E in particolare alla scena qui ritratta. Il professore libertario Keating interpretato da Williams aveva una classe. Chi ha visto il film sa che Keating non dispensava nozioni, ma formava uomini. La domanda è: quanti uomini ha formato? Questa foto ci può aiutare. Ci sono diciassette allievi nella classe. Nove sono in piedi a sfidare il conformismo e la vita facile asservita all'autorità costituita. Otto allievi sono seduti, perlopiù in preda alla vergogna. Ci sono venti banchi nella classe, tre risultano vuoti. Uno apparteneva a un ragazzo ucciso dall'intolleranza del vecchio sistema (Neil Perry, il sognatore che voleva recitare Shakespeare). Un altro è di un allievo espulso per aver preso a pugni un compagno traditore (è quello soprannominato Nwanda). Del terzo banco vuoto non ho notizie. Nove futuri uomini coraggiosi su diciassette sono la maggioranza assoluta. Il film ci lascia ottimisti sul destino del mondo.

lunedì 28 luglio 2014

I voti alle serie televisive (0-B)

Breaking-BadParlerò di alcune serie televisive, mettendo pure dei voti, in questo e in post successivi. Mi interesserò solo di serie recenti e di genere drammatico, il solo genere che seguo, e, tranne in un caso, solo di serie televisive americane o inglesi. Non riesco a seguire serie italiane, non so perché. So solo che una volta cercai di vedere “La freccia nera”, ma mi stavo quasi scompisciando vedendo Riccardo Scamarcio in abiti d’epoca (la donna fatale della storia era interpretata da una velina con accento romanesco che piazzava frecce come nemmeno Guglielmo Tell). Incredulità assoluta mista a risate è la reazione che ho imbattendomi in Sabrina Ferilli vestita da suora ottocentesca o Alessia Marcuzzi in costume da carabiniera buono per Halloween.

giovedì 3 luglio 2014

Presunto assassino

Seguo il telegiornale mentre preparo il pranzo. Il caso Yara, si parla di continuo di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello indagato per le tracce di Dna rivenute sul corpo della ragazzina, il quale viene definito senza mezzi termini “il presunto assassino”. Mi dico che il giornalista autore del servizio deve essersi distratto nella fretta, o forse ho capito io male. Da quello che so, esiste solo la presunzione di innocenza, non quella di colpevolezza. Cioè nell’indagine su ogni delitto si ritiene l’indagato innocente finché non sia stata provata, possibilmente in tribunale, la sua colpevolezza, al di là di ogni ragionevole dubbio, come ripeteva pure la buonanima di Perry Mason. Sulla questione, mi dicono i miei vaghi ricordi di telespettatore pantofolaio, esiste perfino un film con Harrison Ford intitolato Presunto innocente, non certo Presunto colpevole. Anche i peggiori criminali di cui si abbia notizia, ossia i politici, ogni volta che vengono indagati per le loro ruberie e malefatte, non fanno che ripetere la formula magica “presunzione di innocenza”. L’ha appena ripetuta in televisione l’ex presidente francese Sarkozy per una questione di intimidazioni e forse corruzione ai danni dei magistrati d’Oltralpe.

sabato 28 giugno 2014

I voti alla disfatta brasiliana

guarda-lo-spot Alcune considerazioni sulla disfatta calcistica italiana in Brasile. Per semplificare, darò dei voti a persone e situazioni. Un noto giornalista, in un suo recente libro di successo, giudicava personaggi contemporanei assegnando voti dal tre al dieci (forse temeva di apparire troppo severo adottando voti inferiori). Non farò come lui. Tre mi sembra un voto alto per valutare alcuni aspetti della nazionale di calcio. E il dieci può usarlo solo chi aspira alla santità, il che fortunatamente non è il mio caso.

Il gioco dell’Italia vista in Brasile, voto 3. Non ricordo di aver mai visto una nazionale di calcio più deludente di questa, che ha comunicato un senso di impotenza assoluta e perfino una convinzione sull'inutilità della vita suggerendo lievi desideri di eutanasia (la vita è brutta è triste, sembrava suggerire l’atteggiamento della nostra squadra apatica e impaurita, perché fare tanti tentativi per vedere il domani?) L’Italia giocava con un velocità stimata in circa zero virgola tre chilometri all’ora. Pirlo si stancava persino a camminare. I palloni calciati da De Rossi e Thiago Motta avevano un’autonomia massima di tre metri e ottanta centimetri. Chiellini passava palle con la stessa gittata, ma solo a ritroso, forse perché aveva difficoltà a individuare la porta avversaria. Ciò che abbiamo visto in queste tre partite è esattamente il tipo di squadra, di gioco, di giocatori, di coraggio, di positività, di fierezza adatto a ridare fiducia a un paese ostaggio della crisi, del malgoverno, della gozzoviglia del potente, della depressione da debito pubblico.

sabato 21 giugno 2014

Abbasso l’Italia che ci umilia

Ieri ho visto solo il primo tempo della partita tra Italia e Costa Rica. A un certo punto ho spento perché mi pareva umiliante, non tanto come giocava l’Italia, e giocava male, quanto il fatto di trovarsi a guardare una squadra di paurosi inetti giocatori di subbuteo. Ci sono tanti modi di giocare male, contro squadre forti e squadre deboli, ma la paura di giocare, il guardarsi dietro invece di guardare avanti, la paura di correre, di fare perfino un passaggio che potrebbe essere intercettato, la paura dei piedi che tremano, quella non la sopporto, la trovo umiliante.

La paura è purtroppo la costante del nostro modo di fare calcio. Siamo storicamente una squadra difensivista, siamo gli inventori del catenaccio, del primo non prenderle. Abbiamo inventato il libero, cioè un giocatore supplementare in difesa. Spesso proclamiamo di fare un gioco diverso, di attacco, di coraggio, ma poi torniamo ai nostri vecchi istinti e pensiamo non a ciò che potremmo fare per giocare ma a ciò che dobbiamo fare per difenderci. Anche la nazionale di Prandelli ci aveva illuso, aveva proclamato che avrebbe fatto gioco, e invece ci siamo trovati a guardare due partite di odiosi passaggini fatti al tuo compagno a mezzo metro, che poi te la ridà a mezzo metro da te. Ieri avevamo una formazione con mezza dozzina di mediani, Pirlo, De Rossi, Thiago Motta e Candreva. L’idea era di fare scambi di palla non rischiosi a centrocampo tu a me, io a te, tu a me, io a te, tu a me, a te, a me, a te, a me. La speranza era che gli avversari crollassero morti di noia e quindi approfittarne per segnare a porta vuota. Gli avversari si saranno pure annoiati, ma non abbastanza da non rifilarci una castagna in porta.

domenica 8 giugno 2014

La comparsa

la comparsa La prima volta che appaio nella storia è nella terza vignetta a pagina 23. Sono sullo sfondo di un ampio ambiente chiuso, forse una stazione ferroviaria. Sono lontano e disegnato male, di me si distingue solo un cappello largo post western e una figura mezzo coperta dai corpi che mi sono davanti. Nessuno potrebbe dire che sono io o che un io qualsiasi. Sono robaccia di sfondo, carne anonima buona per riempire la vignetta e darle profondità. Arredamento da fumetti. La distanza e la posizione defilata sono tali che il disegnatore non ha sprecato tempo a tracciare due graffi di inchiostro per fare i miei occhi. Ha appena accennato l’ovale del mio volto, di più non merito. Anche gli altri personaggi vicino a me, passanti della stazione, sono altrettanto scialbi e tracciati alla svelta. Alcuni sono delineati perfino peggio di me, che almeno ho il cappellaccio a salvarmi dall’anonimato totale. Gli ultimi individui del mio gruppo sono rappresentati soltanto da un sfregio di pennino o poco più. Che vita, che pensieri avrà la persona rappresentata da quei pochi sbaffi di inchiostro neri come l’inferno? Nessuno se lo chiederà e lo saprà mai. I fumetti, spesso, sono come la vita.

lunedì 26 maggio 2014

Nasce il ventennio di Renzi

Renzi stravince le elezioni europee come nessun sondaggista aveva previsto. Il partito Democratico ottiene risultati cui era abituata solo la Dc di De Gasperi, superando il quaranta per cento dei voti. Il consenso nelle urne è così ampio che fa immaginare la nascita di un regime di lunga durata, o sistema di potere o come lo si voglia chiamare. Probabilmente tra cinque e dieci anni si faranno i primi tentativi seri per defenestrare il nuovo dominatore del capo politico l’attuale presidente del Consiglio usando la via giudiziaria o qualche scandalo, vero o costruito ad arte, forse più finanziario che sessuale vista la natura del soggetto. Ma per adesso è nata una nuova stella.

mercoledì 7 maggio 2014

Genny ’a Carogna Superstar

Salve, songo Genny ’a Carogna, professione superstar. Tra poco vi dirò comme songo addiventato superstar da un momento all’altro. Anzi ve lo dico ora. È bastato che il telegiornale dicesse doie vote il nome mio e, oicanno oi’, songo diventato quello che sono, un’icona pop dei nostri tempi, comme dicesse chi mette ’a lengua dint’’o pulito. Non stongo esaggerando. Parlano tanto di me ca quasi mi sento come un personaggio della storia d’Italia, non dico da mettere vicino a Garibaldi e Mazzini, ma forse vicino a chillu ggenerale austriaco viecchio e fetente ca ci vatteva sempe nelle guerre di indipendenza, comme si chiammava? Teneve nu cazzo ’e nomme strevezo. ’O ssaccio, se andavo nu poco ’e cchiù ’a scola, mi sarei arricurdato ’o nomme d’’o ggenerale austriaco e forse pure ’e bbattaglie dove ci vattette. Ma lo sapete, poi se studiavo non mi chiamavano come sapete e non sarei diventato famoso nei telegiornali. Ma vi stavo spiecando ’o fatto d’’a superstar. ’A televisiona ha detto Genny ’a Carogna, e poi l’ha ripetuto qualche secondo dopo, Genny ’a Carogna: è stato lì che sono diventato quello che sono, il moderno eroe dei cattivi, ’o ddio d’’e malamenti, ’o rre dei sovversivi.

domenica 27 aprile 2014

Votare per chi

E Berlusconi non lo posso votare non perché è ridicolo e sconfitto, non perché fa il bunga bunga, non perché nel suo ventennato di potere non ha realizzato niente di ciò che voleva fare, buono o cattivo che fosse, magistratura, pensioni, riforme costituzionali, licenziamenti facili, tasse ridotte per i ricchi, ma perché cura gli interessi di una clientela danarosa di cui non faccio parte.

E Renzi non lo posso votare non perché è andato alla “Ruota della fortuna” di Mike Bongiorno con la sua faccia da parrocchiano furbetto, non perché dice più o meno le stesse cose di Berlusconi su quasi tutto, non perché è sleale (“Stai tranquillo, Enrico”), non perché ti accoltella alle spalle (“Stai tranquillo, Enrico”), non perché parla come Giorgio Mastrota nelle telepromozioni dei materassi (”Se non vi arrivano gli ottanta euro nella busta paga di maggio, sono un buffone”), non perché compra i voti peggio di come faceva Achille Lauro negli anni Cinquanta a Napoli (se non vi arrivano i soldi a maggio, sono un buffone), non perché è più demagogo del peggior Mastella (se non vi arrivano i soldi, sono…), non perché si è presentato dalla Merkel a Berlino vestito come Totò e Peppino a Milano, con un pastrano da cosacco mentre la Merkel era in giacchettino primaverile… non lo posso votare perché non rientro nella sua clientela e non ha ritenuto di dover pagare il mio voto ottanta euro.

venerdì 28 marzo 2014

Il Cigno Nero becca l’arroganza umana

image Sto leggendo un autore molto trascinante, ho detto proprio trascinante, Nassim Nicholas Taleb, che scrive di filosofia facendoti appassionare, come si dice, come se leggessi un romanzo (anzi di più, poiché i romanzi sono spesso noiosi). Taleb si interessa principalmente della casualità e afferma che non si possono prevedere sistemi complessi come l’economia (estende poi il suo discorso anche ad altri campi della vita). In realtà afferma che ciò che è imprevedibile è il cosiddetto Cigno Nero, titolo di un suo bestseller inserito dal Sunday Times tra i libri che hanno cambiato il mondo, un evento improvviso che scompagina le carte della società come un terremoto, uno tsunami che travolge le previsioni di premi Nobel, i trucchi matematico-finanziari e le pianificazioni di banche arroganti ed economisti spacciati per geni. I Cigni Neri si allargano dall’economia e dalla finanza (Taleb è o è stato un trader, cioè uno che vende e compra azioni) a vari campi dell’esistenza e ti inducono a considerare la vita, dopo averlo letto, da un’angolazione diversa.

sabato 15 marzo 2014

L’uomo che pisciava alla fermata

Sono alla fermata d’autobus di piazza Garibaldi a Napoli, sotto la statua dell’Eroe dei Due Mondi. È sera, parecchia gente in attesa a una fermata sempre affollata. Un signore fa segno a qualcuno di andarsene con fare paternalistico. Sulle prime penso che si rivolga a un cane bastardo. Poi mi accorgo che ce l’ha con un animale a due zampe che cammina eretto come me e lui. Cioè forse un po’ meno eretto e sicuro, giacché si tratta di un ubriaco. Lo incasello nella categoria straniero dell’Est Europa, anche se non dice una parola e non ha nulla di diverso da un italiano o da un napoletano. Forse lo faccio perché in passato, da quelle parti, ho visto spesso polacchi o ucraini seduti a bere birre, scomposti, ma allegri da fare invidia. “No, lì non ci puoi stare”, dice il signore all’ubriaco con un tono paternalistico.

mercoledì 12 marzo 2014

Fiorello, il vibratore e altre storie

– E dell’anziano investito da Fiorello in motocicletta e ora ricoverato in ospedale con fratture?

– Se devi farti investire è meglio che lo faccia un milionario, che puoi eventualmente alleggerire di parte del malloppo, piuttosto che un romeno senza patente e senza soldi.

– E il marito della Mussolini – quello citato in tutti i telegiornali del creato e forse anche in qualcuno in più – come presente nella rubrica telefonica delle due baby squillo dei Parioli?

– Dici se alla fine risultasse innocente? Inconvenienti della vita. E poi può sempre farsi processare in appello sui giornali.

lunedì 10 marzo 2014

Catherine Deneuve festeggia i settant’anni svestita

cate2 Catherine Deneuve ha festeggiato i settant’anni facendosi fotografare svestita, all’incirca in occasione della festa della donna. I mezzi di informazione, soprattutto i telegiornali di prima serata, hanno commentato la scelta della nota attrice francese esprimendo grossomodo tre giudizi, più o meno in quest’ordine: a) Catherine è ancora una donna bella e affascinante; b) Catherine ha avuto coraggio; c) Catherine ha fatto bene. Commenteremo poi i giudizi dei mezzi di informazione e se avremo tempo ci faremo pure qualche domanda sull’informazione da regime Volemosebbene (molti pensano che prima o poi sarà una guerra atomica a finirci, ma probabilmente la melassa del politicamente corretto otterrà lo stesso risultato con molto anticipo).

martedì 4 marzo 2014

Lezioni di stile

nude-girls1 Mi sono accorto di non avere la più pallida idea di cosa significhi vestirsi bene o male. Ne avevo già il sospetto da anni, ma ne ho avuto la riprova leggendo un post di Io donna ripreso dal Corriere della Sera che linko a fine articolo: “Oscar: i trenta migliori e peggiori look di tutti i tempi”. Il post si limita a mostrare le foto affiancate, due alla volta, di trenta attrici vincenti all’Oscar, presumibilmente la notte della premiazione. Una semplice scritta, In e Out, ci informa che l’abito a sinistra va bene e che chi lo indossa dimostra stile, raffinatezza e buon gusto; mentre le disgraziate contrassegnate a destra dalla scritta Out sono destinate al pubblico ludibrio a causa delle loro pacchianeria e volgarità.

sabato 1 marzo 2014

La Donna Invisibile del Vomero

002480666 Una recente notizia mi ha fatto pensare che i supereroi della Marvel esistono davvero, anche se probabilmente i loro superpoteri sono un effetto diretto dei loro superproblemi. Per esempio esiste la Donna Invisibile, quella che normalmente milita nei Fantastici Quattro. Anzi quasi sicuramente esistono molte donne e molti uomini invisibili, anche se non indossano una aderente tuta da supereroi e anche se combattono, invece che contro supercriminali, contro l’indifferenza e il cinismo della gente comune. Queste donne e questi uomini hanno la capacità di sparire del tutto dalla vista altrui, perlopiù in luoghi molto affollati.

mercoledì 26 febbraio 2014

Nostalgia dei teppisti anonimi

Sono ormai otto anni che ho il blog. Ieri pensavo a che cosa mi mancava di più dei primi, vivaci e a volte magmatici tempi di questa avventura. Ci ho riflettuto su e alla fine sono giunto a una risposta che non avrei mai pensato di dare: i teppisti anonimi. Ho un po’ di nostalgia dei teppisti anonimi. E dire che per anni ho odiato questa categoria umana con tutte le mie forze.

martedì 28 gennaio 2014

Modelle anche con parafango ammaccato cercasi

Adriana-Lima1
Matthew McConaughey, a Roma accompagnato dalla fidanzata, la modella brasiliana Camila Alves, secondo le indiscrezioni sarebbe il favorito per il premio Oscar, battendo Leonardo Di Caprio, il quale, a passeggio a Los Angeles con la fidanzata attuale, la modella tedesca Toni Garrn, che ha sostituito la modella di Victoria’s Secret Erin Heatherton, che ha sostituito le modelle Anne Vyalitsyna e Alyce Crawford, le quali hanno dato il cambio alla modella israeliana Bar Rafaeli, alla modella brasiliana Gisele Bündchen, alla modella americana uno Kidada Jones e alla modella americana due Kristen Zang, ha dichiarato di non essere preoccupato per la concorrenza.