Dico la verità, prima di leggere il libro pensavo che il generale Vannacci avesse voluto provare, come nella canzone di Battisti, a "guidare come un pazzo a fari spenti nella notte [e contromano], per vedere se è poi così difficile morire".
Dalle anticipazioni giornalistiche del pensiero unico dominante mi aspettavo un testo alla Mein Kampf, ma non si vede l'ombra di nessun Fuher. Come è stato già fatto rilevare, nel libro non c'è niente di offensivo. Non c'è incitamento all'odio verso gli omosessuali o altre categorie sociali, niente razzismo, nessuna odiosa teoria di suprematismo di qualcuno su qualcun altro. Perlopiù si rileva solo buonsenso, il semplice buonsenso che si esprime nelle conversazioni private e non certo in pubblico (non di questi tempi). Il libro è scritto in maniera corretta, seppur non "politicamente" corretta. C'è l'elogio della costituzione, l'elogio del tenore di vita, dei diritti e della cultura sviluppati nel nostro paese, l'apprezzamento di una visione scientifica che deve guidare la società. E ci sono numeri, tanti numeri. Perché i numeri, a giudizio dell'autore (e nel mio piccolo anche mio) sono spesso più importanti delle teorie pseudo sociologiche tirate per i capelli.
Dico ancora la verità, l'inizio del libro sul "Buonsenso" e "L'ambientalismo" sembrava quasi scritto da un Piero Angela meno piacione e più sferzante. Certo Vannacci scrive cose come "frignare" (riferito a quelli che lui chiama gli esponenti del mondo Sottosopra), "idiozia" (su una delle tante teorie del Sottosopra), "batacchio" (riferito alla protuberanza inguinale che uno studente trans esporrebbe alla vista altrui servendosi del bagno delle ragazze come vorrebbero alcune proposte del Sottosopra).