Mio Capitano stamattina meditava su uomini e formiche, chiedendosi se tra queste due specie ci siano apprezzabili differenze esistenziali. Non saremo tutti formiche che si danno qualche aria in più? così rifletteva il Nostro al risveglio, causato da insistenti colpi di clacson nella sottostante strada della di lui cameretta. Egli stamattina tendeva a escludere similitudini nelle vite di uomini e formiche, ma la giornata è ancora lunga e dopo tre o quattro caffè potrebbe cambiare opinione e unificare i destini di queste due specie.
Ma facciamo un passo indietro e vediamo come si è sviluppato quel singolare pensiero nella mente del protagonista del nostro post. A ben vedere, tutto il lavorio mentale del Capitano si deve a un suo incontro di qualche giorno fa con uno sceneggiatore televisivo. Lo sceneggiatore, un giovanotto educato e brillante – e sia detto a vantaggio delle lettrici, pure un gran bel ragazzo – parlò molto bene della serie televisiva “Romanzo Criminale”, qualificandola come la fiction italiana di punta e magnificandone la scrittura. Il Capitano purtroppo è spesso ignorante e nella fattispecie ignorava l’esistenza di tale serie.
Tornato a Google egli notò che veniva qualificata da un critico della Stampa come la miglior serie televisiva italiana di sempre. E osservò inoltre che pure altri critici erano favorevoli. Rinfrancato dal giudizio dello sceneggiatore e di tanti valenti critici, si procurò la serie televisiva summenzionata e guardò la prima puntata per rimediare alla sua colpevole ignoranza. Sorpresa: al Nostro la serie televisiva non pareva poi tanto eccezionale. Era fatta con competenza e professionalità, ma gli pareva un normale telefilm, anche un pochino meno interessante di altri (ma quest’ultimo giudizio poteva anche essere dovuto a suoi gusti, notoriamente tendenti al grossolano). Gli pareva che un telefilm è un telefilm e dice più o meno le stesse cose di altri telefilm, con qualche limitata differenza stilistica che chissà perché ci appare fondamentale. C’è qualche sparatoria, qualche scazzottata, qualche amore difficile, qualche “ah, che tempi erano quelli!”, qualche “la meglio gioventù”, qualche “Lisa dagli occhi blu senza le trecce la stessa non sei più”, qualche inseguimento in macchina e un po’ di sangue e arena. Insomma, niente di nuovo sotto il sole (televisivo e no).
Stamattina, destato anzitempo dai clacson nella sottostante strada della di lui cameretta, il protagonista del nostro post ha pensato a quella serie televisiva che non pareva poi tanto diversa da altre. Si è ricordato di aver letto in un manuale di scrittura creativa che le trame in letteratura finiscono per essere sempre le stesse: per un critico ci sono solo una mezza dozzina o poco più di storie di base, per altri qualcuna in più, ma non tante. Non si fa che rimescolare sempre le stesse storie, secondo quel critico, aggiungi un pizzico vendetta, togli un pizzico di amore e voilà, la trama è fatta. Tutto si ripete in letteratura, ha pensato il nostro protagonista ancora assonnato. Tutto si ripete nella fiction televisiva. Il passo successivo è stato quasi automatico: tutto si ripete nella vita. Anche nella vita forse esistono una mezza dozzina di storie di base, che si replicano all’infinito con pochi microscopici cambiamenti che chissà perché appaiono importanti agli uomini. Le vite umane, come le trame della fiction, sono ripetitive e prevedibili. Le vite umane sono ripetitive e prevedibili come le vite delle formiche, così rifletteva il Nostro al risveglio, ma si è trattato della debolezza di un attimo.
Il tuo discorso mi sembra suggestivo e provocatorio anche se con un fondo di verità.Io penso che la vita vera sia ben diversa dalla fiction televisiva. Gli uomini non sono formiche. E non voglio tirare in ballo il solito argomento che gli uomini si innamorano e le formiche no. La vita delle persone è splendida, varia, spesso imprevedibile. Potrei raccontare qualcosa ma andrei troppo sul personale. La vita è meravigliosa come nel film di James Stewart. Quella degli uomini e, perchè no, certamente anche quella per noi incomprensibile degli insetti.
RispondiEliminaForse dovresti dire al tuo angelo custode di aiutare una formica che tanto è la stessa cosa? Sono clemente stavolta visto che affermi che si è trattato della debolezza di un attimo. Un clacson.:)))
O Cleide, il Capitano è rimasto colpito dal tuo commento. Egli lo approva specie nella parte che si riferisce a James Stewart, ma ritiene di non poter ancora sciogliere il dubbio filosofico sugli uomini e sulle formiche. Ritiene, il Nostro, di poter chiedere chiarimenti al suo angelo custode, il cui ritorno su questo blog potrebbe essere imminente. Sorriso a chiudere.
RispondiEliminaE' inquietante questo tuo parlare un terza persona. Lei mi ricorda una Tale:))
RispondiEliminache tale? Uno che ci sa fare?
RispondiEliminaleggimi......se ti va.sono tornata...con un post.iris.grazie di tutto quello che dici sempre per me.cose belle..........ciao f.
RispondiEliminairis.(le coordinate le sai....
cmq.nuvolacotton.blog.tiscali.it .ciao!
carissima iris, vado subito al tuo post, ciao.
RispondiEliminaquando io studiavo Psicologia dell'Arte ovviamente abbiamo visto Freud, ma quello che mi ha colpito più specialmente è stato Jung... che mi fa pensare a questo tuo post... vediamo come posso dirtelo in poche parole...
RispondiEliminaesiste un ANIMUS... cioè il ragazzo... bravo, talentoso, attivo...
esiste l'ANIMA... ovvero la ragazza... ferma, presa dall'uomo, passiva...
poi c'è l'OMBRA, quello che sta sempre minacciando e che fa parte di noi... sono le cose che abbiamo nascoste dentro di noi... tipo le passioni...
e finalmente il SÉ STESSO che è l'armonia, la perfezione, la fine...
questo mi viene in mente ogni volta che mi vedo un filmetto, è curioso... come anche quando ero piccola e mamma mi aiutava a studiare io pensavo se gli animali avevano anche da fare, e mi venivano in mente animali (per lo più formiche) dentro la tana e nella stessa mia situazione... eheheh...
see you later alligator :)
Tali
p.s. l'animus e l'anima possono essere anche il ying e il yang.
Tali riepiloghiamo il tuo intervento: C'è un ANIMUS, poi l'ANIMA, segue l'OMBRA, quindi il SE STESSO, le FORMICHE, lo YING, lo YANG. Spero di non aver scordato nulla.
RispondiEliminaMi si dice che in foto (su facebook) appaio meno imbronciato che sul blog. Non sapevo di apparire imbronciato sul blog, quindi il prossimo post sarà sicuramente divertente :-)
RispondiEliminaConfermo che non sei imbronciato. Confermo che sei molto divertente. Che canti, balli e fai oh yearhhhh..ma interroghiamoci sul perchè tutti ti immaginano incazzato e ombroso. Oh Yearrrr :))
RispondiEliminaPiccola correzione per Cleide: è Oh Yeaaahhh!!!!
RispondiEliminaCASSANDRO
RispondiEliminaCASSANDRO
Esatto, Cap, è come nella fiction: “Tutto si ripete nella vita. Anche nella vita forse esistono una mezza dozzina di storie di base. Le vite umane sono ripetitive e prevedibili come le vite delle formiche”
“Nihil novi sub sole”, e se lo diceva Salomone un paio di anni fa nell’Ecclesiaste (I, 10) possiamo pure crederci. . . . Lo sai, Cap -- e penso che lo sai bene, almeno tu – che secondo una certa teoria ad attivare questo motore ripetitivo è la donna, con i suoi tipici atteggiamenti che si reiterano nel tempo, pronti ad innestare nel corso dei secoli sempre le stesse reazioni, da Elena a Noemi.
Diciamo allora che . . . come fin che esisterà il Colosseo esisterà Roma (e fin che esisterà Roma esisterà il mondo), così fin che esisterà “il lento andare delle formiche in fila” la vita degli umani (dalla semplice arrabbiatura alla guerra stellare) sarà sempre la stessa, identica a quella di migliaia di altri che li hanno preceduti, sia che ciò avvenga per propria scelta, sia perchè -- ahitutti -- sono costretti a subire le reiteranti scelte di altri più importanti soggetti . . . ripetitori, con quelle piccole varianti che per (supposta) capacità interpretativa “appaiono importanti agli uomini”.
(il seguito al commento successivo per ragioni di spazio)
CASSANDRO
RispondiEliminaI LETTI E LA STORIA
Ma che ne sai, tu, ma che ne sai?
. . . ascolta, ma non so se capirai
perché io scrivo un poco criptato
per non finire subito impalato.
La vita si ripete e non sperare
che la lezione si stia ad imparare:
si ripeteranno beghe e torti,
risate, lotte e sfide, lutti e morti.
E’ guerra pure il tiro alla quaglia!
Sempre la stessa inoltre questa è
ovunque si combatta la battaglia,
in campo aperto . . . o su un canapè
(usando armi di morte e no fioretto
. . . ben spesso preceduta da congiure . . .
o rotolando su morbido letto
fra risatine, baci e arcipremure).
Solo che della prima è ignoto
fino alla fine chi è il vincitore,
sul letto invece no . . . qui vince, è noto,
sempre la donna che si apre all’amore.
Ciò si ripete da un miliardo d’ore!
Lo scontro lì è molti contro molti,
numeri sono tutti, uomini no . . .
qui è . . . uno ad una, e sol gli stolti
credono che anche lei perdere può.
Pensa a Mata-Hari, oppure alla Contessa
di Castiglione, Virgi Oldoini,
alla Pimpaccia, e a chi per essa
morì, sì, Papa . . . ma senza quattrini.
La donna infatti ha mille e mille volti
. . . da occhi chiusi a boccuccia aperta . . .
e frega gli ignoranti ed i colti
con quella mossa in cui è molto esperta.
Ciò si ripete con vittoria certa!
Quindi c’è chi è carne da cannone,
e chi lo è invece . . . da lenzuola,
profumata e bianca, che passione
però mai vive nel fare la spola
(altrove quella sta), che porterà
a lei dei vantaggi -- e ch’era fessa! --
. . . potere . . . soldi . . . e che lei fa
giammai perché lo scelga da se stessa,
ma sol perché così ‘qualcuno’ vuole
. . . tu pensa al Cardinale Mazzarino,
nei confronti allora del Re Sole,
allo stesso Cavour, che tal giochino
-- che ripeteva ogni momentino --
usò per alleanze . . . insomma, in uno,
‘chi può’ in tal maniera si fa fesso,
in quanto furbo come orso bruno
per lei sbrodolerà, bella di gesso.
Sono una cosa i fatti della Storia
perciò, ed altra i fatti di letto:
i primi tieni sempre in memoria
ma pure gli altri, e sempre con rispetto
tu vèdili perchè hanno influito
nel corso degli eventi, e pure in modo
risolutivo: e ciò è riuscito
sempre per avvenenza in corpo sodo
-- da una vita il chiodo scaccia chiodo! --
. . . al punto che ben vengono osannate
codeste belle donne, amico mio,
e in quadri, oltre che in libri, immortalate
sono e saranno loro, mica io.
Sì, luci ed ombre stanno in ogni posto
. . . si dice che non c’è un re innocente . . .
più studio, eh sì, e più riconosco
che qui non posso far l’intransigente.
La Storia non facciamo, la subiamo,
siamo pedine in grande scacchiera,
altri fanno le mosse e noi andiamo
spesso dove un bacio nella sera
-- da chi è bionda mesciata, rossa o nera --
ci porta, o un abbraccio sul divano,
se non piedino ardito sotto il tavolo!
Così, le porte apre e chiude Giano
senza pensare a noi, seme di cavolo.
Non lo scordare: non esiste bosco
cui non insista sotto . . . il sottobosco.
La Storia da un lato e chi la fa,
dall’altro noi . . . E si ripeterà
con la monotonia che fra le ortiche
hanno le nere file di formiche.
(Cassandro)
Ed eccomi ad accogliere e commentare il Settimo Cavalleria (poetico) rappresentato da Cassandro. :-)
RispondiEliminaNoto prima di tutto il suo audace paragone tra Elena e Noemi (in realtà non è poi tanto audace perché si nota un certo atteggiamento di base tra le due, con la risibile differenza che una è stata cantata da Omero e l'altra da Novella 2000).
Aggiungo che i versi di Cassandro mi appaiono in un luce moderna e li vedrei volentieri cantati da un cantante rap, tipo un Caparezza pettinato un po' meglio. secondo sorriso.
Dei suoi versi mi piace segnalare le arcipremure, "la carne da lenzuola", la Contessa di Castiglione, e infine il piedino ardito sotto il tavolo. Il piedino ardito sotto il tavolo dove è andato a finire? E' diventato obsoleto in questo mondo di cose gridate e mai sussurrate. Ma dato che secondo la mia teoria tutto si ripete, pure il piedino ardito sarà riproposto, magari con qualche piccolo cambiamento, come le trame dei romanzi, cioè le trame delle vite.
Saludos por todos.
“Le vite umane sono ripetitive e prevedibili come le vite delle formiche”,
RispondiEliminaalle volte vorrei che fosse veramente così, purtroppo non è vero,
per ognuno di noi la vita è diversa,
ogni giorno è diverso, non esistono storie ripetitive,
le uniche cose uguali per tutti sono la nascita e la morte,
tutto il resto è unico per ognuno di noi.
Non confondiamo le trame ripetitive e alle volte pure noiose delle fiction,
di trame nuove ce ne potrebbero essere tante,
basterebbe solo fare un giro in mezzo alla gente comune,
forse gli sceneggiatori troverebbero tanto materiale su cui lavorare,
ma si sa è troppo faticoso, meglio utilizzare ciò che già esiste,
cambiando qualcosa qua e la.
Buona serata Capitan Franz
All'ultimo intervenuto, potresti dire chi sei così posso ringraziarti per il tuo commento? :-)
RispondiEliminaops chiedo perdono, non ho firmato, sono proprio rinco al 100%!!
RispondiEliminaSono laracchia :-)
laracchia che non è racchia, aggiungo io. sorriso a te. Spero che tu stia meglio, so che hai avuto qualche problemino di salute.
RispondiEliminaDiciamo che sto un pò meglio, oltre la testa ho pure la pelle dura :-)))
RispondiEliminaCiao Capitano! Pensavo... se si ripetono più o meno sempre le stesse trame nelle nostre vite, allora l'umanità si divide in un numero di ruoli non troppo alto... il che mi spaventa un po'. Forse per cambiare la trama si può cambiare ruolo... ma ci vuole tanto coraggio per farlo davvero!
RispondiEliminaUn saluto alla Racchia, pelle e capa tosta, compagna di risate e chiacchiere con il brutto tempo e con il sole. :)
RispondiEliminaAmara riflessione la tua, ma caro mio è piena di verità. Sai che non sono un estimatore del piccolo schermo, quindi al pari di te, non conosco la fiction in questione, una cosa però è certa, sicuramente essendo italiana, il sentimento e il buonismo sprizzeranno in ogni episodio, e questi elementi già mi bastano per cambiare canale in un battibaleno.
RispondiEliminaCASSANDRO
RispondiEliminaMa allora tu mi provochi, Capitano! Che vuole dire che apri nuovi fronti di intervento con
“Il piedino ardito sotto il tavolo dove è andato a finire? E' diventato obsoleto in questo mondo di cose gridate e mai sussurrate (splendido, ndr). Ma dato che secondo la mia teoria tutto si ripete, pure il piedino ardito sarà riproposto, magari con qualche piccolo cambiamento, come le trame dei romanzi, cioè le trame delle vite”.
Ovvio che tornerà in auge appena si presenterà il “cambiamento” dell’attuale mentalità femminile, adusa al momento a mortificare con scarpacce informi o stivali ingombranti una delle loro parti eroticamente più valide (al cui cospetto i jeans a vita bassa e i push up sbattuti in faccia sono mediocre cosa).
Speriamo solo che se si tornerà, come si tornerà (repetita iuvant), alla gentilezza e leggerezza del “piedino sotto il tavolo”, non si realizzi, per i poveri maschietti, la parte finale della seguente composizione (la protagonista è donna di qualche decennio fa), che in vero è una ripetizione (ci risiamo) essendo già presente su internet in un blog di Tiscali che frequento da molto tempo.
SCARPETTE E PIEDINI
( Lui)
-- "Stare sopra quei tacchi . . . una tortura
credo che sia! . . . Altro che piacere! . . .
Ma non ti accorgi che la fregatura
tu te la pigli se devi tenere
in scarpa stretta un passo vellutato
ed aggressivo, come di pantera . . .
senza far trapelare il tuo stato
di sofferenza atroce, acuta, nera.
E attenta a non cascare a faccia in giù!
Esci perciò da quelle scarpe strette! . . .
faranno il piede tuo come un bijou . . .
ti faran sexy con quel tacco sette . . .
però la libertà vale di più:
donna, questa comincia dalle fette!"
° ° °
(Lei )
-- "A casa questo! . . . Fra le quattro mura,
dove nessuno sa di tua fattura!
Ma fuori no! . . . Tu qui devi tenere
un piede da entrare in un bicchiere
o in piccola scarpetta di cristallo,
uguale a quella che fu persa a un ballo.
Se fosse stato il suo come una sventola
. . . e quando si sposava Cenerentola?
E aggiungi poi . . . sotto il tavolino
potrei con un piedone far . . . piedino?
Ovvio che no! . . . Perciò affusolato
io debbo averlo in sandalo scollato
. . . e alto . . . e qui tenerlo stretto stretto
perchè faccia sugli uomini effetto.
E quindi andare, e spander la malia
delle donne ondivaghe per via,
slanciate . . . e snelle tanto . . . all'apparenza.
Ma dimmi tu se ciò non è demenza!
Che fai? . . . Taci? . . . Più non me lo chiedi
perchè gli uomini tratto un po' coi piedi?"
(Cassandro)
Scusa, Cap, l’invasione di campo forse non pertinente allo spirito del tuo post, e buon W E a te e a tutti i tuoi bravi commentatori.
un interessante provocazione.
RispondiEliminaNon per niente alcuni autori che lasciano il segno, tipo Houellebecq, sono quelli che svelanoi certi comportamenti umani nella loro assoluta meccanicità.
E,q uando uno legge, rimane sempre turbato.
Eccomi a salutare e commentare gli ottimi amici che quivi si susseguono.
RispondiEliminaLa racchia, onore alla tua pellaccia dura, senza dubbio agli sceneggiatori farebbe bene fare un giro tra la gente comune che tale non è (tu ne sei un esempio e anche noartri del blog mica siamo da buttare :-))
Lorella, cambiare ruolo nella fiction chiamata vita? Chi non vorrebbe farlo. Ma l'Estremo Sceneggiatore a volte si oppone alle nostre aspirazioni artistico-vitali.
cleide, sì, tu e la racchia ve le cantate e ve le suonate alle nostre spalle. :-)
gians, dovrò vedere qualche altra puntata della serie per articolare un giudizio più adeguato, ma ora non ne ho voglia.
Cassandro, quanta saggezza nei tuoi versi: le donne ci trattano davvero con i piedi! :-) Vorrei soffermarmi su ciò che dici di certa moda femminile. Scarpacce informi, jeans bassi, stivali ingombranti e via dicendo. Perché le donne moderne si vestono di norma così male e in modo così tanto poco femminile rispetto al passato? Come al solito ho una mia teoria, ma la esporrò a tempo debito.
RispondiEliminaZelda, che la meccanicità riguardi i comportamenti e mai i commenti :-)
Un saluto ai quattro punti cardinali.
Leggo le interessanti e fulminanti Odi di Cassandro e le tue diplomatiche, diplomaticissime delicate risposte. Osservo. Per ora ;)
RispondiEliminain effetti se visti da una certa distanza,noi grandi uomini sulla terra,sembriamo proprio tante formichine. Lo spazio ci ridimensiona a un niente,a prescindere dalle nostre storie personali che pur avendo basi comuni si differenziano da piccole sfumature ed imprevedibilità...che forse anche le formichine hanno,ma noi non lo possiamo sapere!
RispondiEliminaUn saluto mattutino,
elle:)
"...Le vite umane sono ripetitive e prevedibili come le vite delle formiche, così rifletteva il Nostro al risveglio, ma si è trattato della debolezza di un attimo."
RispondiEliminaCaro Capitano e poi? Dopo la debolezza di quell'attimo continui a pensarla così?
E' proprio vero che la vita di ognuno di noi è così standardizzata da riuscire a prevederne i diversi sviluppi? Se realmente fosse così o non ce ne rendiamo conto oppure ci siamo talmente immedesimati che tutto ci sembra uguale e nulla più ci stimola.
Se in quel "prevedibili" tu intendi che si nasce si cresce, si soffre, si gioisce e poi si muore,certamente hai ragione perché sono tutte cose che la pratica ci aiuta a capire che sono effettivamente prevedibili. Se però tu pensi che ognuno di noi in fondo è un mondo irripetibile anche l'avanzamento della propria esistenza è così irripetibile da non riuscire a prevederla. In questa non prevedibilità che sta lo stimolo per tentare ogni giorno di percorrere la strada non facile, e tentare pur nel fare le stesse cose, riuscire a farle in modo non ripetitivo ma ogni giorno nuovo. Impegno quasi innaturale vista la grande energia che occorre per porre in campo un modello simile, ma è anche il modello che ci aiuta vivere in modo degno in modo costruttivo, in modo positivo, altrimenti duro sarebbe proseguire.
Tutto questo per dire che all'inizio di ogni giorno la prevedibilità si azzera e parte il numeratore della non prevedibilità che ci mette in mano tutta una serie di possibilità che ogni giorno ci dobbiamo giocare, e così è per ogni nuovo giorno!Rendersi conto di quanto detto è una bella conquista alla quale prima si arriva e meglio è!
Un carissimo saluto!
Ciao.
berardo