sabato 24 dicembre 2011

Nelle chiese di Napoli

La basilica di Santa Chiara. Siamo seduti nella basilica di Santa Chiara, del monastero ispiratore di alcune canzoni indimenticabili, forse, penso, la chiesa più bella di Napoli o anche del mondo, il luogo ideale per stare in raccoglimento, che tu sia credente o no. Me ne starei per ore a rimirare l’aspetto spartano della chiesa, le sue mura chiare quasi da fortezza, il Cristo senza fronzoli sull’altare, le luci basse, i banchi di legno vissuto. L’unica disadorna navata comunica un fascino quasi da monastero medievale benedettino. In un luogo così ti fermeresti a riflettere per ore se non fosse per gli altissimi suoni molesti provenienti dalla vicina Spaccanapoli. Infatti tra i severi scranni della chiesa rimbomba una vecchia canzone di Fred Buscaglione “Buonasera, signorina / kiss me goodnight / Buonasera, signorina / kiss me goodnight”.

domenica 18 dicembre 2011

Rap di Natale

Voglio il presepe quest'anno, l'albero di una volta, il Natale in casa Cupiello, quello del primo atto della commedia, Tommasino il Nennillo che si mangia i maccheroni scaldati avanzati che sarebbero dovuti spettare a Eduardo, si vende le scarpe dello zio e non dice nemmeno sotto tortura che il presepe del padre è bello, Natale con Totò e signori si nasce, con Jimmy Stewart e René Clair, la Freccia Nera che fischiando si scaglia e la sporca canaglia un saluto ti dà, Natale di Alan Ford in "Santa Claus story" e Bob Rock che cerca di apparire più alto e col naso meno grosso, di Tex Willer alle prese con El Diablero e della sigla notturna della Rai con le immagini delle nuvole, Natale con il cartello sulla trasmissione che sarà ripresa il più presto possibile e scusateci per questa rottura di balle dell'intermezzo televisivo con l'arpa. Natale a giocare a pallone sotto casa tre contro tre o quattro contro quattro, Natale a fare collette per comprare palloni più economici del Super Santos, magari quella schifezza del Super Tele che un soffio di vento se lo porta via,

sabato 10 dicembre 2011

Ormai anche i serial killer sono pantofolai

Pensierino di Natale: un po’ di tempo fa è caduto pure l’ultimo mito che avevo, quello dei serial killer. Facciamo un passo indietro. I serial killer, si sa, sono squilibrati con gravi problemi psicologici, però mi pareva che si sottraessero alla logica del comportamento umano. Con le loro azioni sanguinarie, sicuramente folli, mi pareva che attuassero una forma di primordiale protesta contro la società e le sue ingiustizie che in qualche modo lambivano pure loro. I serial killer erano quasi una sorta di sovversivi, inconsapevoli e folli rivoltosi, che oltretutto con la loro condotta mostravano pure una notevole dose, se non di coraggio, certo di sprezzo del pericolo, perché uccidere qualcuno, sceglierlo come vittima, sopprimerlo, affrontare sue eventuali reazioni, nascondere il cadavere quando è il caso, sfuggire alla polizia è di certo più pericoloso che andare a timbrare il cartellino in ufficio.

lunedì 5 dicembre 2011

Il blog di Celentano

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- Hai sentito la splendida notizia? Anche Celentano si fa un blog.

- Ho sentito, ma perché questa notizia dovrebbe essere splendida?

- Ti devo spiegare proprio tutto? Se Celentano si fa il blog significa che il mondo del blog, un mondo a cui siamo affezionati,  non è proprio morto come si lagnano in molti, ma è un posto vivo e vitale. Però il vero punto è un altro. Celentano è uno pieno di soldi, sei d’accordo?

- Deve averne tanti che non sa più dove metterli. E allora?

- E allora l’ex ragazzo della via Gluck è pure uno che non deve saper scrivere tanto bene, perché anche a biascicare il suoi celebri monologhi a base di silenzi e monosillabi scimmieschi fa una fatica del diavolo. Ci sei?

- Ci sono, ma ancora non afferro dove vuoi arrivare.

giovedì 24 novembre 2011

La politica delle facce

Le facce dei politici. È da anni che si cerca un politico capace di guidare bene la Nazione. Per anni si è fatta questa ricerca basandosi sulla storia dei politici, sul loro curriculum lavorativo ed esistenziale, sulla loro esperienza politica o sulla loro lontananza dal mondo parlamentare vista come una lontananza dalla corruzione insita in certi luoghi, sulla loro intelligenza o non intelligenza, sulla loro serietà o viceversa sulla loro capacità di scherzare o di avere la battura pronta, sulla loro austerità o al contrario sulla loro capacità di godersi, anche sfrenatamente, la vita e i piaceri che offre, sull’ottimismo o sul pessimismo che sapevano instillare, sulla cultura o sulla mancanza di cultura. E su mille altri fattori. Purtroppo non si è trovato quel politico. E allora a me viene in mente che si è sbagliato tutto. Più che il curriculum, il conto in banca, il numero di aziende possedute, l’esperienza o non la non esperienza, l’impegno o il disimpegno, l’andare con le donne o il non andarci, l’essere un guru a Wall Street o no, proviamo a scegliere il prossimo premier seguendo un criterio inedito e anche un pizzico poetico. Scegliamolo dalla sua faccia.

giovedì 17 novembre 2011

La raccomandazione insegnata a scuola

- Ieri hai sentito il presidente Napolitano?

- No, cosa ha detto?

- Parlando al Quirinale ha spronato gli italiani a non credere alla diffusissima convinzione che la raccomandazione serva più dell’impegno personale.

- Ma che bravo presidente, abbiamo! Dovremmo dargli una medaglia.

- I telegiornali si sono buttati a pesce sulla notizia intervistando i passanti: tutti credevano nel successo della raccomandazione e tutti tranne uno hanno detto di averla utilizzata o ricercata. Ma io penso che stiano sbagliando tutto.

- Meno male, credevo che ti saresti dato pure tu al pensiero negativo, allo sfascismo. Abbiamo bisogno di ottimismo, di cielo azzurro su questo disgraziato Paese. Solo con il pensiero positivo le cose potranno tornare a girare bene.

giovedì 10 novembre 2011

One

Una donna.

Kay, la bella rapita dal Mostro della laguna nera, film del 1954.

Una donna peperina con cui duettare.

L’unica donna nella base artica del film La cosa da un altro mondo del 1951.

Una donna da sposare.

La moglie dello scienziato che deve salvare il mondo nella Terra contro i dischi volanti del 1956.

Una donna con cui fare fru fru.

L’infermiera pettoruta del film L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel del 1956.

lunedì 31 ottobre 2011

Pugilato e capitalismo

Prima parte, il pugilato. Un po’ di tempo fa morì un pugile sul ring, si chiamava Fabrizio De Chiara e nell’unica foto che ho trovato appariva un ragazzo bravo e buono quasi come il motociclista Simoncelli. Non era raro che morissero pugili in un match e anche in questo caso si aprì un dibattito. Naturalmente ci fu chi parlò di incidente, di tragica fatalità, di evento funesto e imprevedibile, qualcuno parlò di allenamento insufficiente o inadeguato o semplicemente di un pugno sfortunato che ti colpisce in un microattimo sfortunato, un incidente che nulla ha a che vedere con il nobile sport che ha salvato tanti ragazzi dalla strada. Un po’ quasi me ne convinsi anch’io. Gli sportivi professionisti in effetti a volte muoiono, può accadere sul ring, sulla bicicletta, su una pista di corsa e perfino su un campo di calcio, sono fatalità purtroppo ineliminabili. Però mi ricordo che quella volta intervenne lo scrittore Ferdinando Camon dicendo papale papale: un momento, non potete parlare di incidente o di tragica fatalità nella morte di un pugile sul ring.

lunedì 24 ottobre 2011

Eroe da Grande Fratello

- La prima concorrente si chiama Claudia Letizia, leggo che è una spogliarellista del cosiddetto burlesque, napoletana, mamma 32enne.

- Cancellati quel sorriso ironico dalla faccia! Il burlesque è una forma d’arte. E poi non scordare che deve mantenere un bambino di otto anni. Mi pare una concorrente con tutti i numeri a posto.

- Come hai ragione! Conosco pure io diverse mamme con figli a carico e fanno tutte quante le spogliarelliste per tirare la carretta. Comunque non posso negare che abbia un curriculum di prim’ordine: ha vinto il titolo di “Miss maglietta Bagnata”, è stata carne da cannone a “Beato tra le donne”, “Ciao Darwin”, “Tifosi”, ha vinto oltre 100 mila euro al programma “I soliti ignoti” di Fabrizio Frizzi che non ho la più pallida idea di cosa sia non avendone visto nemmeno un fotogramma, finalista a “Lady Burlesque” di Sky, idem come sopra. Vediamo, selezionata da Playboy e pluricalendarista. Un gran lavoratrice, non c’è che dire.

- Basta, non ti sopporto quando fai il superiore. Il tuo problema è che giudichi i programmi senza averli visti, come fate tutti voi predicatori da internet che ve ne state sempre col dito puntato contro tutti.

- In effetti sei nel giusto. Credo che mi vedrò tutte le puntate di “Miss Maglietta Bagnata” e anche di “Miss costumino superbagnato e supertrasparente” e poi ti saprò dare un giudizio culturalmente più articolato sulla nostra Claudia. Nel frattempo passiamo al secondo concorrente. Ehilà, qui abbiamo nientepopodimenoché un principe indiano interessato a trovare moglie.

domenica 16 ottobre 2011

Indignatos dagli Antindignatos

La carezza al corteo "La Repubblica"

- Scusa, potremmo parlare un po’ dei fatti di ieri a Roma?

- Ti riferisci alla manifestazione degli Indignatos? Di sicuro vuoi elevare pure tu la tua ferma condanna contro gli atti di vandalismo di cui si sono resi colpevoli i tristemente noti black block.

- Certo, voglio che la mia risoluta censura, la mia tetragona deplorazione, il mio immarcescibile biasimo della violenza siano fuori discussione. Il mio ripudio del vandalismo è pari almeno a quello dell’ermellino steso sulle spalle del Procuratore Generale della Corte di Cassazione all’apertura dell’Anno Giudiziario. Però ora vorrei farti un paio di domande...

- Certo, sarò lieto di risponderti.

- Prima domanda: bruciare una Mercedes classe M da 107 mila 951 euro chiavi in mano al centro di Roma è un reato peggiore che vendere un voto alla Camera dei deputati contro un posto da viceministro all’Interno, all’Istruzione o allo Sviluppo economico?

- Ti riferisci forse alla nuova infornata di viceministri fatta dal Berlusconi per premiare gli indecisi sull’ultima fiducia al governo? Non hai una domanda più facile?

giovedì 13 ottobre 2011

Italia in macerie - Un mistero politico alla Agatha Christie

Questo non è un post di politica, anche se si parlerà di Berlusconi, di sinistra e di elezioni. Piuttosto si parlerà di un mistero da libro giallo, un mistero più difficile da svelare di quelli delle storie di Agatha Christie. Cercheremo di rispondere anche se non abbiamo nessun investigatore Poirot a portata di mano.

Berlusconi in un libro di Agatha Christie. Il mistero alla Agatha Christie inizia in Italia, nell’anno del Signore 1993/1994. E’ un periodo movimentato, c’è voglia di smuovere un sistema politico rimasto mummificato al potere per mezzo secolo. Un noto personaggio annuncia che si candiderà alle elezioni o meglio comunica, con il suo bizzarro linguaggio, che scenderà in campo. A prima vista costui ha tutti i requisiti per risultare indigesto alle urne. E’ incredibilmente ricco, possiede televisioni, banche, ville principesche con vulcani artificiali che eruttano fuoco secondo il suo capriccio, piccole città, catene di supermercati. Insomma è pieno di soldi da fare schifo (all’elettore medio, per lo meno). Senza dubbio potrebbe intercettare le simpatie politiche dei ricchi e dei facoltosi, ma se in Italia i ricchi e i facoltosi fossero la maggioranza dell’elettorato, che straordinario paese sarebbe questo. A dire la verità nessuno sa come abbia fatto ad accumulare tanti soldi, il tizio che si presenta alle elezioni, soprattutto se si guardano le sue qualità morali e intellettuali. Chiunque lo veda, e lo hanno visto in tanti in quegli anni giacché la sua immagine è sparata a ciclo continuo su tutte le televisioni del Belpaese, direbbe che il riccastro sceso in politica è intelligente quanto il tuo vicino di casa, anzi anche un po’ di meno,

sabato 8 ottobre 2011

Italia in macerie - Il prossimo premier

Siamo alla fine di un regime che crolla a causa della sua corruzione morale. Ormai ci tocca parlare di ricostruzione, come dopo una guerra o un terremoto. L’Italia infatti nell’ultimo ventennio ha dovuto sopportare potenti calamità che l’hanno indebolita economicamente e quasi hanno annientato la sua capacità di credere e rispecchiarsi in valori come la correttezza, l’onestà, la serietà o anche soltanto la moderazione e il profilo basso. Dall’alto sono venuti esempi basati sugli eccessi, solo e soltanto negativi. La ricostruzione riguarderà ogni campo del vivere civile, dall’economia ai rapporti sociali, ma avrà il suo fulcro nella morale e nei valori umani, purtroppo pesantemente avviliti dall’esecutivo uscente, ma si dovrebbe dire agonizzante. Ecco qualche suggerimento sui tratti distintivi del prossimo Presidente del Consiglio.

No barzellette. Non dovrà saper raccontare barzellette. Dovrà essere uno di quei tipi che si vergognano a farlo. Pudore sarà il suo secondo nome. Soprattutto non dovrà mai desiderare di raccontare una barzelletta. Potrebbe essere utile sottoporlo a un test chiudendolo in una stanza con altre persone: se il candidato premier sarà visto raccontare una barzelletta qualsiasi sui comunisti, sui mariti cornuti, sui negri cannibali o peggio ancora se lo si vedrà ridere per una storiella che contenga le parole “Forza gnocca” dovrà essere scartato all’istante.

venerdì 30 settembre 2011

I molti successi del governo Berlusconi

Nelle recenti elezioni politiche del 20 e 21 maggio 2012, come è noto lo schieramento di Silvio Berlusconi ha subito una sconfitta disastrosa, che ha messo fine, nelle opinioni degli osservatori politici, a un ventennio di potere, alcuni dicono di regime, berlusconiano. L’ex presidente del Consiglio stesso ha dichiarato che abbandonerà la politica, vivrà recluso e ritirato nella villa di Arcore, nelle ville della Costa Smeralda, della Costa Azzurra, della Costa Diamante, Rubina o di altre Coste. Il Cavaliere si è dichiarato vittima di una avversa campagna di informazione che da anni mira a screditarlo. Per distinguerci da questo schieramento acritico, diamo la parola all’ex presidente del Consiglio.

Dunque, presidente, ci parli dei grandi successi che ritiene di aver conseguito.

Guardi, per me è difficile parlarne, essendone tanti e tanto importanti. Facciamo così. Mi citi lei un argomento e io le dirò come abbiamo lo abbiamo risolto.

lunedì 26 settembre 2011

Dio è morto alla velocità della luce

Vado alcuni giorni fa sul sito del Corriere della Sera e leggo le notizie. In grande evidenza i soliti battibecchi politici. Berlusconi si deve dimettere, no, non si deve dimettere, ancora in evidenza l’Inter ha che licenziato l’allenatore, Gasperini pare che si chiami. E poi Giuliano Ferrara che si arrabbia con un conduttore di Rai 3 reo di aver paragonato Berlusconi al francese Strauss-Kahn, il molestatore di cameriere. Un po’ di gossip, un po’ di cronaca, un po’ di tangenti intascate da Penati o dalla protezione civile o di case semiregalate a ministri e sottosegretari, e quindi una notiziola da niente, che quasi non si vedeva: “Superata la velocità della luce”.

Come? dico, è uno scherzo. Lo sanno anche le pietre che non si può superare la velocità della luce. E’ un caposaldo della nostra scienza. Nemmeno Superman ci riesce. Lo ha detto Einstein. Lo dice la teoria della Relatività.

venerdì 23 settembre 2011

L’ingegnere sadomaso, ovvero x uguale a pi greco

La situazione è nota a tutti, un ingegnere di Facebook intrattiene due ragazze con pratiche sadomaso in un garage. Una ci lascia la pelle, l’altra va in coma farmacologico all’ospedale. Perché ne parlo? Perché in giro c’è molta confusione e quasi nessuno sa come sono andate realmente le cose, a cominciare da qualche blogger fascista sadomaso che tromboneggia sulla questione senza averci capito un tubo. Ripetiamo i fatti. C'è un tizio trovato dalla polizia in un garage accanto a due ragazze impiccate a una corda fatta passare sopra un trave. Quindi abbiamo una trave e due ragazze che pendono dai due capi della stessa corda, una di qua e una di là. Chi ce le ha messe quelle due ragazze impiccate alla corda? chiede la polizia. Ce le ho messe io, dice il famigerato ingegnere sadomaso, ma era solo un gioco.

Un giuoco? fa la polizia. E in che cosa consisteva, questo innocente giuochino? (La polizia fa così quando incontra ingegneri sadomaso accanto a ragazze impiccate dagli stessi, parla come Mike Bongiorno ai bei tempi: dice giuoco, dice picciuolo, fagiuolo, dice persino intiero come prescrive il Novissimo dizionario Palazzi edizione 1957.)

venerdì 16 settembre 2011

Sta per succedere qualcosa di grosso

In questo post proveremo a fare una previsione sul futuro del mondo. Non siamo futurologi, non abbiamo alte competenze economiche, non siamo politologi, sociologi o storici. Però ci diciamo: nessuno aveva previsto l’attuale crisi economica in questa dimensione e durata nel tempo. Nessun capoccione di quelli che scrivono volumoni sullo stato del mondo aveva mai presagito il crollo improvviso del comunismo sovietico o del muro di Berlino. Nessuno aveva previsto eventi come l’attacco alle Due Torri. In sostanza nessuno prevede niente di ciò che realmente conta, quindi che cosa abbiamo da perdere? Se sbaglieremo le previsioni, saremo in bella e molto più illustre compagnia.

La calma apparente prima del terremoto. L’impressione è che stia per accadere qualcosa di grosso nel mondo o in una parte rilevante di esso. Il cammino storico di solito funziona come la tettonica a zolle. Ci sono placche continentali che premono l’una contro l’altra sviluppando energie elevatissime. Per lunghi anni non succede niente, sembra che tutto fili liscio e normale,

sabato 10 settembre 2011

Avanti popolo

Filomena era stanca di camminare, sarebbe tornata volentieri alle crostate di mele che preparava la domenica per i fratelli disoccupati o precari che cercavano di raggranellare qualche risparmio per sposarsi e lasciare la casa dei genitori o per lasciare la casa dei genitori anche senza sposarsi. “Dove stiamo andando? Sono stanca, vorrei fermarmi” disse rivolta al giovanotto che camminava accanto a lei, che assomigliava a un ragazzo del suo quartiere di periferia che le faceva gli occhi dolci.

Da dentro una tuta da lavoro unta di grasso, il giovanotto disse di chiamarsi Peppe. Parlava con uno schietto accento popolaresco e da quando lei gli aveva rivolto la parola cercava di pulirsi una macchia fuligginosa da una manica usando un fazzoletto più sporco della sua tuta da lavoro. Anche lui non sapeva dove andavano ed era stanco di camminare, confessò, ma non si sarebbe fermato. Non voleva staccarsi dagli altri. Gli pareva che insieme avessero più possibilità.

“Più possibilità per fare che cosa?” domandò Filomena carezzandosi la scritta sulla sua T-shirt che recitava “Il principe azzurro è gay”.

“Non lo so”, disse Peppe ficcandosi in tasca il panno fuligginoso. “Però so che dobbiamo stare insieme.”

giovedì 1 settembre 2011

L’atomo e Dio

PARTE PRIMA. L’ATOMO

- Chi sono, io?

- Sei un essere pensante evolutosi dalla materia inerte, un’aggregazione complessa di atomi e molecole guidata dall’evoluzione attraverso miliardi di anni, passando dalla fucina delle stelle a quella del brodo primordiale di un pianeta.

- Dove vado?

- La domanda non ha senso. Non vai da nessuna parte. Vivrai la tua vita per il tempo stabilito dai tuoi geni o dalle circostanze occasionali del tuo habitat. Penserai, parlerai, soffrirai, se sei fortunato ti innamorerai. Poi morirai, cioè le molecole da cui sei composto seguiranno un processo di degradazione e si scinderanno e forse si riaggregheranno generando nuovi equilibri chimici. Dal punto di vista del Cosmo, quando morirai non sarà successo assolutamente nulla.

- Cosa succederà dopo la mia morte?

giovedì 25 agosto 2011

Il bilancio della vita (parabola)

Un uomo di mezz’età andò da un vecchio saggio che viveva in una grotta e rifletteva tutto il giorno. Maestro, gli disse, sono giunto a un età in cui devo fare il bilancio della mia vita, mi devi aiutare. Il bilancio della vita?, disse il vecchio saggio. E che cos’è? Di certo sopravvaluti la mia saggezza. L’uomo di mezz’età inarcò un sopracciglio: tu mi prendi in giro. Sanno tutti cos’è il bilancio della vita. Si passa la propria esistenza in rassegna per vedere se abbiamo fatto cose notevoli, gratificanti, interessanti o tali a destare ammirazione, invidia o riconoscenza negli altri. Insomma si deve capire se abbiamo vissuto una vita piena o no e nel caso apportare le necessarie modifiche al nostro modo di agire.

martedì 16 agosto 2011

L’Uomo Ombra

Ho visto l’Uomo Ombra ieri sera a Vico Equense, località della penisola sorrentina dove peraltro nacque mio padre. Si teneva una messa all’aperto, dopo la quale veniva offerta una cena a base di pasta e fagioli con le cozze. Dato che siamo gente semplice, la pasta e fagioli con le cozze a noi va benissimo, specie se te la mangi – in piedi, non si può avere tutto dalla vita – facendoti ammaliare dal paesaggio notturno della penisola sorrentina. L’Uomo Ombra è comparso mentre stavamo spazzolando le fette di melone rosso che seguivano il piatto principe. Suonava il mandolino ed era al seguito di un cantante-chitarrista che si aggirava tra i convenuti per allietarli con melodie partenopee. Non ricordo bene il suo volto, era piuttosto bruttino, non sembrava troppo sveglio, non mi pare di avergli mai visto un’espressione qualunque sul volto e di sicuro non ha spiccicato parola per tutto il tempo, più di un’ora, in cui ha pizzicato il mandolino nella scia, meglio sarebbe dire nell’ombra, del cantante napoletano.

lunedì 8 agosto 2011

Filosoquiz 2 - La scatola

Non molto tempo fa ho iniziato una serie di post basati su semplici quesiti filosofici, tratti da film o telefilm popolari. Il film che esamineremo oggi si chiama The Box ed è interpretato da Cameron Diaz e Frank Langella, bravo protagonista di un vecchio film di Dracula.

Uno strano signore si presenta a casa di una coppia di sposi con una scatola con un pulsante rosso. Propone uno scambio da parte dei suoi “datori di lavoro” (che si scoprirà essere alieni superavanzati interessati al comportamento umano): gli sposi avranno 24 ore di tempo per decidere se premere il bottone rosso. Se lo faranno, riceveranno un milione di dollari (siamo nel 1976, quindi si tratta di una fortuna) e una persona che loro non conoscono morirà. Se non premeranno il bottone rosso, nessuno morirà, nessuno intascherà soldi e la scatola tornerà al legittimo proprietario.

lunedì 1 agosto 2011

Il lusso è un diritto

C’è uno slogan pubblicitario particolarmente cretino che mi insegue dovunque, negli intermezzi televisivi, nei cartelloni pubblicitari posti nei più remoti angoli cittadini, perfino sui blog. Come tutti i tormentoni particolarmente cretini è destinato a un successo planetario. Mi riferisco allo spot della Lancia Ypsilon dove l’ammé antipatico attore Vincent Cassel (non è colpa sua, mi stanno sulle balle quasi tutti gli attori francesi) dice: “Il lusso è un diritto”.

domenica 24 luglio 2011

James Dean è morto ancora

Ieri è morta per overdose Amy Winehouse, una ragazza di 27 anni che cantava e anche bene. Questa notizia mi ha colpito, credo non solo per la giovane età della morta. Non conoscevo quasi per niente la Winehouse. Avevo sentito un paio di sue canzoni e mi erano piaciute, soprattutto per l’'atmosfera in bilico tra il rythm & blues e Frank Sinatra che sapevano evocare. Mi parevano canzoni sofisticate, lontane dalla pacchiana rumorosità visiva o coreografica delle Lady Gaga o delle Shakira che imperversa attualmente. Avevo sentito parlare della Winehouse quasi esclusivamente nei telegiornali. Ora si era ubriacata qui,

domenica 17 luglio 2011

Filosoquiz

Come promesso ecco il post filosofico, basato su tre quiz. Dato che siamo gente alla buona, per filosofeggiare utilizzeremo frasi o situazioni di film e telefilm popolari.

La felicità è un bicchiere di vino con un panino. Dice il dottor House in una delle ultime puntante, quella in cui si occupa di un paziente che ha vinto alla lotteria: la felicità è determinata dai geni (quindi non si illudesse il vincitore di lotteria, che con i soldi vinti cercava di rintracciare una vecchia fiamma per rivivere il Grande Amore, di essere più felice del dovuto o dello stabilito). Interpretando il pensiero del più famoso dottore televisivo, potremmo ipotizzare che la felicità è data principalmente dalla macchina-corpo e dalla macchina-mente che hai,

domenica 10 luglio 2011

Total eclypse of the vrenzola

Prometto ai pochi ma ottimi lettori di questo blog che il prossimo post sarà filosofico anche se si dovessero raggiungere i quaranta gradi minacciati dai meteorologi. Si filosofeggerà con tale passione su questo blog che la gente abbandonerà le spiagge, butterà le riviste di gossip e le sostituirà con volumoni dei più tosti maestri del pensiero. Per adesso però devo raccontare un piccolo episodio o muoio.

Dunque, sono nel treno della Circumvesuviana diretto a San Giorgio a Cremano. Entrano due ragazze di aspetto popolare, una vestita con un pantacollant così aderente da mostrare perfino i bassorilievi dei tatuaggi. Si siedono davanti a me e chiacchierano in dialetto con lieve fare smorfioso. Nessun problema, ognuno si veste e chiacchiera come vuole. Nuova fermata, entrano altre quattro ragazze. Sembrano conoscere superpantacollant e amica e infatti si siedono vicino a loro e parlano. Una delle nuove arrivate è in minigonna e tacco dodici. E’ una di quelle bellezze che con la loro presenza hanno la particolarità di imbruttire di un 30/60 per cento tutte le femmine presso cui stazionano.

martedì 5 luglio 2011

Nude con i raggi x

Commentando sergio berto ho ricordato i mitici occhiali a raggi x che si vendevano negli anni Settanta in albi altrettanto mitici come “L’intrepido”, “Diabolik” e tanti altri (credo però sia un’iniziativa risalente agli anni Cinquanta e forse pure da prima). Gli occhiali promettevano di farti vedere le donne nude come mamma le aveva fatte, spettacolo che come si sa desta sempre un pronto e vivace interesse maschile. La pubblicità delle lenti che spogliavano le donne compariva in un paginone con mille altre possibilità di acquisto, c’era la pistola ad aria compressa, un orologio subacqueo con funzioni alla James Bond, un kit per il mago fai da te, una crema miracolosa che trasformava i mingherlini pelle e ossa in ammassi di muscoli: eppure ciò che ti restava e ti resta impresso a distanza di decenni erano gli occhiali per vedere le donne nude.

martedì 28 giugno 2011

Gossip

Belen e friend sul Corriere

Stamattina mi sveglio e noto che fa caldo. Caldo uguale sole, mi dico, sole e sei a mare, mare e sei a gossip. Già, gossip, a che punto siamo? Mi accorgo di non essere informato in materia. L’unica mi sembra farmi un giro sul sito del Corriere della sera e sgranocchiarmi qualche notizia tra quelle più sceme e inutili. Ce ne sono molte e non mi sento in colpa nemmeno un po’: anche le notizie più sceme ti fanno capire il mondo, anzi spesso te lo fanno capire meglio di quelle cosiddette serie.

Belen Rodriguez e Fabrizio Corona. Si inizia con un servizio fotografico sui sempiterni Belen e Fabrizio in vacanza sulle spiagge di Formentera. Il culo di Belen viene servito ln tutte le salse. Il culo di Belen con lei immersa in acqua fino a mezza coscia (forse non si immerge di più per non sentirsi come Sansone rapato a zero). Il culo di Belen mentre è abbracciata a Corona, sempre immersa a mezza coscia, mentre si tiene sospesa sul boy friend in spiaggia, mentre lo supera gattoni quasi poggiandogli la passera sul naso e infine ecco sempre lo stesso ingombrante soggetto mentre lei accarezza la testa a un angelico ragazzino definito “figlio” nelle didascalie (non si capisce figlio di chi), ritenuto evidentemente al riparo da complessi edipici.

martedì 21 giugno 2011

La strada

Prima stazione: il trombettista. Piazza Garibaldi, Napoli: c’è un trombettista che suona non lontano dalla statua dell’Eroe dei Due Mondi. Un musicista di strada, sui quaranta, sfatto, all’apparenza povero e, sempre all’apparenza, sconfitto dalla vita. E’ accompagnato da due colleghi alla chitarra e alle percussioni malridotti almeno quanto lui. Eppure tutti e tre ridono: sono vivi, c’è il sole e stanno suonando, non gli manca niente per essere felici. Il trombettista fa un assolo utilizzando una sola nota stridente, al massimo due, ripetuta in modo ossessivo e con intervalli diversi, è una forza della natura. Lo guardo negli occhi e mi pare di vedere in lui il ragazzino che sognava tanti anni prima, sei forte, non ti arrendere mai, e non farti infinocchiare da quelli che ti dicono che avresti dovuto fare un’altra vita, guardati mentre suoni quest’unica nota in questo paesaggio unico che sono le strade di Napoli, sei grande, mi fai quasi piangere tanto sei grande, la vita non ti ha sconfitto e non credere a chi ti dice il contrario.

Seconda stazione: puttane, neri, cinesi ed io. Faccio qualche passo e arrivo a Porta Nolana.

giovedì 16 giugno 2011

Il mio cruciverba del ca**o va a un addio al nubilato

Alcuni giorni fa mi scrive una damigella del web la quale mi informa che ha trovato in Rete il mio cruciverba del ca**o e, dopo aver mostrato apprezzamento per i miei sforzi enigmistici, mi chiede se lo può utilizzare per una festa di addio al nubilato che sarebbe imminente. Io non so come si possa utilizzare un cruciverba del ca** per una festa siffatta, ma le dico che può usarlo se non è per scopi commerciali e se mi fa il piacere di ricordare alle salutanti il nubilato il nome del suo indegno creatore.

venerdì 10 giugno 2011

La Ferrari di Guccini

Ho un nipote che le dice come gli vengono, senza fronzoli e spesso senza riflettere. Un giorno viene da me e mi fa: ma scusa, Guccini ce li ha i soldi per comprarsi una Ferrari? O bella, faccio io, perché dovrebbe voler comprare una Ferrari? Pensa un po’, prima di parlare, caprone.

sabato 4 giugno 2011

I colori degli anni Cinquanta

Fred e Leslie Caron
In questo post parleremo degli anni Cinquanta e lo faremo utilizzando soprattutto tre film che ho (ri)visto di recente. I film in alcuni casi mi hanno sorpreso e in altri hanno confermato ottimi ricordi.
I magnifici colori degli anni Cinquanta. La cosa che mi ha stupito sorpreso di più sono stati i bellissimi e accesi colori dei Cinquanta che ho potuto ammirare nel film Papà Gambalunga del 1955 con Fred Astaire. La copia del film finita in mano mia era in perfette condizioni, con una risoluzione e una resa cromatica assolutamente paragonabili ai film moderni. E’ stato un film pieno di sorprese, come dicevo. Primo, i colori della pellicola erano vividi, accesi, allegri, specie nella scuola frequentata da Leslie Caron, protetta e pupilla di Astaire, che poi finirà per farlo innamorare. Di solito pensiamo al decennio dei Cinquanta come un periodo cupo, noir, da guerra fredda in bianco e nero o con fotografie con colori appassiti, come quei vestitini da donna a fiori cosiddetti antichi. Qui era un tripudio di colori, di tinte accese, di rossi rossi e gialli gialli, di verdi e di luci.

domenica 29 maggio 2011

I ricchi sfondati (prima parte)

Lo confesso, non sono che un indegno essere umano e come tale soggetto ai pregiudizi tipici della nostra specie. Uno di questi preconcetti riguarda i ricchi sfondati. Preciso subito che con l’accezione “ricchi sfondati” non intendo le persone appena agiate, i benestanti in condizione di togliersi gli sfizi più o meno condivisi da tutti come vacanze esotiche, case confortevoli o auto un pochino più potenti o lussuose di quelle che ti servono per andare a lavoro… io intendo proprio la gente danarosa da far schifo, quella con i soldi che gli escono dal buco posteriore, con panfili, ville e tutto il resto.

Alcune varietà zoologiche di babbei danarosi: i belli e abbronzati. Dunque a me i ricchi sfondati stanno proprio lì, sulla punta dell’Innominabile. Mi fanno vomitare quelli belli e abbronzati, ottimisti e sicuri di sé, che credono che fuoristrada e ville gli spettino per l’evidenza di essersi dimostrati migliori degli altri

mercoledì 25 maggio 2011

Muoio anch'io, no tu no

Si potrebbe andare tutti quanti al garage dei ricconi.
Muoio anch'io. No, tu no.
E sniffare dal tubo di scarico di Rolls o Ferrari
e gridare questa sì che è aria buona
e vedere da fantasmi l'effetto che fa.
Muoio anch'io. No, tu no.
Muoio anch'io. No, tu no.
Muoio anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe andare tutti quanti dal dottor Stranamore.
Muoio anch'io. No, tu no.
E firmare per l’eutanasia della mutua
e sgranocchiare un’aspirina al cianuro
e vedere da fantasmi l'effetto che fa.

mercoledì 18 maggio 2011

Dissolvenza in bianco

DISSOLVENZA IN APERTURA.
Esterno. Giorno. Panoramica della città in campo lungo.
Scorrono palazzi di costruzione nostrana, sullo sfondo il cupolone di San Pietro. Via alla colonna sonora. Niente di volgare e rumoroso, un tema raffinato ispirato a Ennio Morricone.
Esterno. Giorno. Strada cittadina.
CAMPO LUNGO su una strada centrale con tanti passanti. Le insegne luminose dei negozi e le auto nel traffico.
CARRELLATA IN AVANTI su: CAPITANO
Un uomo che cammina trafelato, come se fosse in ritardo a un appuntamento. In mano, un giornale e una borsa da lavoro. IL DETTAGLIO della scritta “Il mondo sta morendo senza nemmeno un funerale”

lunedì 9 maggio 2011

Vivere all’ombra di un fico

- Ieri guardavo alcuni alberi di fico  ai margini di un piccolo spiazzo di erba e pensavo che sarebbe stato bello vivere all’ombra di uno di quegli alberi.

- Bah, come inizio di post mi pare fiacco, ma forse potrai recuperare proseguendo.

- Non posso, perché il post è finito.

- Vorresti dire che il tuo post di oggi è questo: la vera vita è all’ombra di un fico?

- Certo, è un messaggio perfetto e compiuto. Qualunque cosa aggiungessi, sarebbero solo carrettate di parole da Web che non potranno mai spiegare un’emozione che parte da lontano.

venerdì 29 aprile 2011

Rap del Sì Reale

William, pacioccone, sciacquettone, ladro di uniformi, Kate, squalessa, falchessa, ragazza pon pon, ragazza arrivon, Crudelia De Mon, abito dello sposo, soldatini di piombo, figurine Panini, romano de Roma vestito da centurione, abito della sposa, latte scremato UHF scadenza 23 maggio, bomboniere di Quattro matrimoni e un funerale, il padre della sposa, camionista uscito dal barbiere, camionista che legge Stephen King, camionista col vestito della domenica, camionista che filosofeggia alla De Crescenzo, la madre della sposa, Cazzo, ce l’abbiamo fatta a fotterli tutti!, Pippa sorella della sposa, figlia palestrata del camionista con la cerniera che parte dal buco del culo, Harry fratello di William, babbuino vestito, orango vestito, fratello di Cita vestito, quadrumane vestito, australopiteco vestito, trainspotting a Buckingham Palace, la regina Elisabetta, bisnonna moscia di Mary Poppins senza la scopa che vola, il principe consorte Filippo, la caduta dell’impero austro-ungarico, la caduta degli Dei, perfino la caduta di Fort Apache, il principe Carlo, morto di sonno, gatto Silvestro, Uomo Invisibile, Sdenim, l’uomo che deve chiedere sempre,

martedì 19 aprile 2011

Libro elettronico contro libro di carta

In questi giorni ho sentito parlare molto di un libro elettronico detto Kindle, giunto alla terza versione. E’ venduto da Amazon e in giro (sul web) spesso ne dicono un gran bene. E’ un lettore di libri che può ospitare fino a 3000 titoli, non ha lo schermo retroilluminato come il monitor, ma si basa su un sistema detto “inchiostro elettronico”, che non so bene cosa significhi, ma pare che non affatichi la vista come il monitor classico.

venerdì 8 aprile 2011

Dellapioggia dellamore

Riassunto della puntata precedente. Acqua a secchiate dal cielo. Acqua, acqua e acqua scroscia in un vicolo con i muri di mattoni e luci pantanose a forma di fuoco fatuo. Ruuuuuusccccc, fa la pioggia cadendo sui manifesti sbiaditi appesi ai muri, frrrrrrrrr fa la pioggia picchiettando sul lastricato stradale, e quando le pare giusto fa pure titip-titippppp o fsss-ing fsss-ing. Al centro del vicolo, un ragazzo con la faccia da bassista rock che non sfonderà mai perché troppo bravo guaglione guarda una ragazza con gli occhi che sembrano verdi a causa dell’assurdo mondo incantato in cui si trova. I due non si conoscono: ruuuuu-uusccccc, frrrrrrr-ti-titin, pa-pling.

venerdì 1 aprile 2011

E te ne vai, Maria, tra l’altra gente

E mio fratello viene con me. Mentre cammino per strada, un ragazzino esce da un cancello. Deve avere un dodici anni, piange, cioè più che piangere si lamenta, dice: “Nun ce rumpite ‘o cazzo”. E’ un ragazzino del popolo, lo si capisce da come parla o gesticola. Però non del tipo scugnizzo figlio di buona donna, pare una vittima. Si capisce che qualcuno gli ha fatto del male, probabilmente a parole, e si capisce che lui non ha saputo o potuto difendersi. Il ragazzo soffre, per un attimo vedo il suo dolore e lo sento vicino a me.

venerdì 25 marzo 2011

Quadri di un’esposizione

Una piazza. Un fontana come ce ne sono tante, con la scontata statua di una ninfa marina o di qualche altra divinità. La ninfa potrebbe essere addirittura il dio Poseidone anche se è improbabile: la fontana è lontana e poi non si vede bene a causa del fumo che staziona sulle panchine. Hai ragione, se c’è del fumo ci deve essere un incendio. Ecco infatti un palazzo ai margini della piazza con le finestre in fiamme. Le vedi? Le finestre sono proprio sopra l’insegna di quel fast food con quel disgustoso panino stilizzato. Sì, lo so che è strano che abbiano messo un fast food in un bel palazzo settecentesco. Sai che penso? Che nell’androne di quel palazzo ci deve essere un insegna di marmo che celebra i morti di qualche rivoluzione, di certo figli di nobili, lo sai che i pescivendoli non fanno le rivoluzioni, al massimo sommosse in cui se gli va bene si prendono qualche forma di pane e molti calci in culo.

domenica 20 marzo 2011

Viva la bella guerra uaccadero uaccadà

Viva la bella guerra, uaccadero uaccadà, viva la bella guerra in cui si ammazzano i cattivi, cioè quelli salutati dalle nostre intelligentissime bombe, e si mettono al governo i buoni che sono così buoni che ci danno pure il petrolio perché se non ce lo danno gli facciamo uaccadero uaccadà.
Viva la bella guerra in cui usiamo solo missili umanitari che uccidono solo gli antiumanitari e che se per caso uccidono anche qualche migliaio di umanitari lo fanno sempre per una superiore causa umanitaria uaccadero uaccadà, viva la guerra fatta dai premi Nobel per la pace che sono così bravi che ti ammazzano con gli aerei invisibili Stealth in modo che non vedi l’aereo, non vedi il missile e, puf che bello, non ti accorgi nemmeno che sei stecchito, e capisci che la tua non si potrebbe neanche chiamare morte, ma al massimo eutanasia,

domenica 13 marzo 2011

Giapponesi con le palle

Da loro: Viene il terremoto più forte di tutti in tempi in Giappone e se ne stanno composti. Osservano l’oscillare pericoloso dei palazzi quasi con misticismo zen. Se stanno seduti si alzano in piedi. Se stanno in piedi si siedono. Al massimo gli scappa un poffarbacco nella lingua del Sol Levante. Con un telefonino o qualche altra diavoleria elettronica delle loro parti, riprendono l’Alba del Giorno Dopo in cui stanno recitando loro malgrado: tanto, pensano, stiamo senza fare niente e se si deve morire è sempre meglio farlo somigliando a uomini e non a galline spaventate.

domenica 6 marzo 2011

Ecco un uomo

La più grande idea della sua vita gli venne mentre defecava su un basso promontorio da cui si poteva ammirare la sconfinata pianura preistorica che era la sua casa. Era un’idea così inaudita da lasciarlo senza fiato e da fargli svuotare in un solo colpo tutta la consistente e vischiosa massa di feci che aveva in corpo. In realtà lui non stava solo svuotandosi lo stomaco, ma nello stesso tempo grugniva e dilaniava una pezzo sanguinolento di carne di cervo male arrostito, sputando duri tendini e scaglie d’osso sul manto d’erba giallastra su cui si era accovacciato. Grugniva per aiutare la fuoriuscita di escrementi e mangiava perché quel giorno il suo clan era stato fortunato nella caccia, avendo ucciso un giovane cervo rimasto intrappolato in un intrico di rovi. Ormai non aveva più fame, ma per esperienza sapeva che quando si beneficiava di una fortuna insperata come quella bisognava rimpinzarsi ben oltre la sazietà, perché nessuno ti può rubare quello che hai nello stomaco, mentre iene, leoni o il capriccio delle entità che dominano il fuoco, il vento e le cose del mondo possono farlo.

venerdì 25 febbraio 2011

2012

Il 2012 iniziò nel 2011, ma già da prima ce n’erano tutti i sinistri presupposti. Tutto partì dalle rivolte popolari nell’Africa musulmana. Prima la rivolta del pane in Tunisia, poi cadde l’Egitto e quindi la Libia, nonostante l’insensata resistenza di Gheddafi. Dopo un po’ come un castello di carte caddero tutti i regimi musulmani mediorientali non espressamente integralisti come l’Iran. Fu detto che le rivolte fossero state organizzate dai servizi segreti americani, anche perché si svolsero dovunque con la benevolenza o l’aperto appoggio degli eserciti nazionali. Nessuno all’epoca riuscì a dimostrare questa ipotesi e ormai è troppo tardi per provare alcunché.

mercoledì 16 febbraio 2011

Sanremo per capire chi siamo

Sanremo è uno spettacolo che piaccia o no ci fa capire, molto più di un trattato sociologico, chi siamo e dove viviamo. Quindi l’ho visto. L’ho visto inoltre perché non c’era Pippo Baudo, verso il quale ho un’allergia insuperabile. Ecco alcune mie riflessioni su personaggi e situazioni della serata.
Antonella Clerici. Bovina, melensa, impaillettata a sproposito, ci ha torturato con una prolusione vomitevole in cui spiegava alla malcapitata figlia “Vedi, principessina, questo è il palco su cui la tua telecucinesca mammina impaillettata a sproposito ha mietuto tanti successi”. Ho letto che tra gli autori di Sanremo c’è Federico Moccia: se è vero, si sa di chi è stata l’idea.
Gianni Morandi. Sul palco appariva basso, vecchio, scalcinato, scarnificato e col viso tendente al teschio. Non sapeva parlare, non sapeva dire niente diverso dal banale, non sapeva ironizzare, non sapeva duettare con ospiti o vallette, non sapeva muoversi o esprimere un pensiero all’altezza del tuo vicino di casa, non sapeva fare assolutamente niente tranne suggerirci che lui sotto sotto era un simpaticone, dato che mezzo secolo fa la mamma lo aveva mandato a prendere il latte.

domenica 13 febbraio 2011

Rata-ta-ta-blog

In questi giorni ho compiuto cinque anni. Fermi là, non è il mio compleanno, ma quello del blog, a cui tengo forse di più che a quello vero. Come sanno quelli che mi seguono da tempo (non sono molti, ma sono tutte persone carissime), io amo il blog. Non dirò qui come e perché, già ne ho parlato molto in passato. Posso soltanto dire che sfogliando i miei vecchi post dedicati a questo mondo straordinario, ho ritrovato titoli che fanno “Dio salvi la regina e il blog” (quasi cinque anni fa) o anche “Innamoramento e amore sul blog” (parlavo di come può renderti euforico questo strumento virtuale quando ne fai la conoscenza, cioè quando te ne innamori).

domenica 30 gennaio 2011

Napulammore

Strade che vanno da Spaccanapoli a san Gregorio Armeno, a Port’Alba. Bancarellari ritardati mentali a Mezzocannone innamorati di bellissime signore partenopee che nemmeno sanno che esistono. La Napoli antica, ma pure quella moderna rappresentata dai social network, dall’incomunicabilità metropolitana, dalle nevrosi che aleggiano nei vicoli moderni. E l’amore, ovviamente. L’amore incredibilmente ingenuo e forse puerile come quello che può sviluppare un disabile vittima dell’ottusa guapparia nostrana che fatica a morire. Oppure la mancanza d’amore che può colpirti in uno di questi vecchi palazzoni spagnoleschi dalle parti della Cappella San Severo, quelli nei cui appartamenti a volte ci trovi ancora cappelle votive o qualcosa di simile (anzi a volte è tutto l’appartamento che è una specie di tempio-museo borbonico). Di cosa parlo? Ma del mio nuovo romanzo Napulammore.

giovedì 20 gennaio 2011

Donne e galera

- Guarda che bellissima ragazza sta passando! Che linea, che forme. E hai visto che paio di splendide e sensuali…
- Ho visto dove stai guardando. Attento che se attui con quella ragazza ciò che ti si legge negli occhi ti becchi cinque anni di galera per direttissima. O sette se ti viene riconosciuta la premeditazione o non superi la prova del palloncino.
- Ti giuro che non guardavo lì, io guardavo un po’ più su, dove quella ragazza ha quei due magnifici…
- Sì, capisco, per quello sono solo sei anni senza condizionale o, a scelta, tre anni di lavori forzati nell’isola del Diavolo nella Guyana francese. Niente paura, sono perfettamente convinto che si possa evadere da quella colonia penale, anche se finora ci è riuscito solo Papillon.

sabato 15 gennaio 2011

La vita in diretta

“Pronto, amore!!!! Teso’… Amo’, mi senti????”
Mi riscuoto dalla mia apatia e mi sistemo meglio sul sedile dell’autobus. Chi diavolo parla con quel vocione da piazza? Dato che nell’autobus vuoto siamo solo io e la guidatrice, c’è poco da riflettere.
“Amore mio, come stai?” tuona una voce appassionata dal sedile di guida a un volume in cui i decibel si sprecano. “No, amore. Sì, teso’, vengo subito da te”.
Aspetto per vedere se la guidatrice appassionata manda qualche sbaciucchiamento al suo innamorato dall’altro capo del cellulare e noto vagamente che ha affrontato una curva impegnativa girando l’enorme volante del bus con una sola mano. Vorrei quasi segnalarle che magari sarebbe più opportuno comunicare con il suo spasimante quando la strada si fa diritta (sono un pragmatico e considero alquanto possibile che la signora al volante abbia già sentito dire che parlare a cellulare guidando è lievemente proibito, specie per un conduttore di mezzi pubblici, specie in tratti pericolosi di strada). Però me ne sto zitto, temo che tra le smancerie telefoniche, i sospiri d’amore, le curve di oltre novanta gradi affrontate manovrando con la sola mano sinistra e le discussioni con passeggeri preoccupati possa succedere una catastrofe.

sabato 8 gennaio 2011

A me queste tre – Il cinema classico

Più di quattro anni fa avevo cominciato a scrivere una serie di post intitolati “A me queste tre” sulle mie attrici preferite delle varie epoche cinematografiche. Ne scrissi due, quelli dell’epoca moderna e intermedia, ma mi mancavano le Ammequestetré dei primordi del cinema. Pensavo che non avrei mai scritto l’articolo mancante, ma come mi capita non di rado mi sbagliavo. Le tre attrici di cui ho parlato e di cui parlerò non si distinguono necessariamente per la loro bravura nel recitare, anche se sono brave pure in quel campo, ma per il fatto di avermi fatto fantasticare per un periodo breve o lungo della mia vita. Mi hanno per così dire stregato in almeno un loro film e in almeno un loro film ho sognato di stringerle tra le braccia o di guadagnarmi il loro favore

lunedì 3 gennaio 2011

L’uomo che guida (parabola)

L’uomo che guidava un giorno andò da un vecchio saggio. Maestro, disse, ho sbagliato tutto finora. Guido la mia auto piano, faccio percorsi sempre prevedibili, vorrei vedere nuovi posti, vivere nuovi emozioni. Ho capito che finora ho guidato sempre male, Maestro. Ma d’ora in poi userò il volante in maniera diversa e audace, anzi cambierò persino la mia auto, me ne prenderò una più grande e potente. Non voglio morire guidando la stessa macchina sempre allo stesso modo e per le stesse strade.
Figliolo, disse il vecchio saggio, sei proprio sicuro di aver guidato male finora?