martedì 28 giugno 2011

Gossip

Belen e friend sul Corriere

Stamattina mi sveglio e noto che fa caldo. Caldo uguale sole, mi dico, sole e sei a mare, mare e sei a gossip. Già, gossip, a che punto siamo? Mi accorgo di non essere informato in materia. L’unica mi sembra farmi un giro sul sito del Corriere della sera e sgranocchiarmi qualche notizia tra quelle più sceme e inutili. Ce ne sono molte e non mi sento in colpa nemmeno un po’: anche le notizie più sceme ti fanno capire il mondo, anzi spesso te lo fanno capire meglio di quelle cosiddette serie.

Belen Rodriguez e Fabrizio Corona. Si inizia con un servizio fotografico sui sempiterni Belen e Fabrizio in vacanza sulle spiagge di Formentera. Il culo di Belen viene servito ln tutte le salse. Il culo di Belen con lei immersa in acqua fino a mezza coscia (forse non si immerge di più per non sentirsi come Sansone rapato a zero). Il culo di Belen mentre è abbracciata a Corona, sempre immersa a mezza coscia, mentre si tiene sospesa sul boy friend in spiaggia, mentre lo supera gattoni quasi poggiandogli la passera sul naso e infine ecco sempre lo stesso ingombrante soggetto mentre lei accarezza la testa a un angelico ragazzino definito “figlio” nelle didascalie (non si capisce figlio di chi), ritenuto evidentemente al riparo da complessi edipici.

martedì 21 giugno 2011

La strada

Prima stazione: il trombettista. Piazza Garibaldi, Napoli: c’è un trombettista che suona non lontano dalla statua dell’Eroe dei Due Mondi. Un musicista di strada, sui quaranta, sfatto, all’apparenza povero e, sempre all’apparenza, sconfitto dalla vita. E’ accompagnato da due colleghi alla chitarra e alle percussioni malridotti almeno quanto lui. Eppure tutti e tre ridono: sono vivi, c’è il sole e stanno suonando, non gli manca niente per essere felici. Il trombettista fa un assolo utilizzando una sola nota stridente, al massimo due, ripetuta in modo ossessivo e con intervalli diversi, è una forza della natura. Lo guardo negli occhi e mi pare di vedere in lui il ragazzino che sognava tanti anni prima, sei forte, non ti arrendere mai, e non farti infinocchiare da quelli che ti dicono che avresti dovuto fare un’altra vita, guardati mentre suoni quest’unica nota in questo paesaggio unico che sono le strade di Napoli, sei grande, mi fai quasi piangere tanto sei grande, la vita non ti ha sconfitto e non credere a chi ti dice il contrario.

Seconda stazione: puttane, neri, cinesi ed io. Faccio qualche passo e arrivo a Porta Nolana.

giovedì 16 giugno 2011

Il mio cruciverba del ca**o va a un addio al nubilato

Alcuni giorni fa mi scrive una damigella del web la quale mi informa che ha trovato in Rete il mio cruciverba del ca**o e, dopo aver mostrato apprezzamento per i miei sforzi enigmistici, mi chiede se lo può utilizzare per una festa di addio al nubilato che sarebbe imminente. Io non so come si possa utilizzare un cruciverba del ca** per una festa siffatta, ma le dico che può usarlo se non è per scopi commerciali e se mi fa il piacere di ricordare alle salutanti il nubilato il nome del suo indegno creatore.

venerdì 10 giugno 2011

La Ferrari di Guccini

Ho un nipote che le dice come gli vengono, senza fronzoli e spesso senza riflettere. Un giorno viene da me e mi fa: ma scusa, Guccini ce li ha i soldi per comprarsi una Ferrari? O bella, faccio io, perché dovrebbe voler comprare una Ferrari? Pensa un po’, prima di parlare, caprone.

sabato 4 giugno 2011

I colori degli anni Cinquanta

Fred e Leslie Caron
In questo post parleremo degli anni Cinquanta e lo faremo utilizzando soprattutto tre film che ho (ri)visto di recente. I film in alcuni casi mi hanno sorpreso e in altri hanno confermato ottimi ricordi.
I magnifici colori degli anni Cinquanta. La cosa che mi ha stupito sorpreso di più sono stati i bellissimi e accesi colori dei Cinquanta che ho potuto ammirare nel film Papà Gambalunga del 1955 con Fred Astaire. La copia del film finita in mano mia era in perfette condizioni, con una risoluzione e una resa cromatica assolutamente paragonabili ai film moderni. E’ stato un film pieno di sorprese, come dicevo. Primo, i colori della pellicola erano vividi, accesi, allegri, specie nella scuola frequentata da Leslie Caron, protetta e pupilla di Astaire, che poi finirà per farlo innamorare. Di solito pensiamo al decennio dei Cinquanta come un periodo cupo, noir, da guerra fredda in bianco e nero o con fotografie con colori appassiti, come quei vestitini da donna a fiori cosiddetti antichi. Qui era un tripudio di colori, di tinte accese, di rossi rossi e gialli gialli, di verdi e di luci.