lunedì 28 settembre 2015
Viaggiare su Facebook
venerdì 4 settembre 2015
Prendi la donna e scappa, cretino
giovedì 30 luglio 2015
I vip a spalare la merda
Suggerimento nostro alla Corbi: vai tu ad alzare la merda dai cessi pubblici e fatti aiutare da Claudio Martelli e da qualche altro antico maneggione socialista, l’ideale sarebbe De Michelis, ma andrebbe bene anche l’ex Cognato d'Italia Paolo Pillitteri.
sabato 25 luglio 2015
La bufala del pianeta gemello della Terra
sabato 18 luglio 2015
I testicoli di Ivan Basso
venerdì 17 luglio 2015
Gli spot di Buce Willis
giovedì 16 luglio 2015
Fiorelloffeso
lunedì 1 giugno 2015
La pagella alle elezioni 2015
Lega Nord con Salvini: 7 e mezzo. La Lega ha stravinto in Veneto con Zaia, che ha letteralmente stracciato la candidata democratica Moretti e ridicolizzato il tentativo dello scissionista sindaco di Verona Tosi, ha partecipato alla vittoria in Liguria di Toti, e si è piazzata un po’ dovunque davanti a Forza Italia. Anche rilevante il sette per cento di voti preso in Puglia. Salvini ritiene non senza motivo di essere il più credibile avversario di Renzi del centrodestra alle prossime politiche.
sabato 28 febbraio 2015
Peggy e Pedro nell’Estate dell’Amore
«Peggy, ma tu dovevi essere morta! Non puoi essere qui con me».
«In effetti hai ragione, Pedro. Mi sono buttata da un ponte di Roma nel 2012. Avevamo litigato. Eri ubriaco e lo ero anch’io. Mi hai detto parole dure e quella volta sentivo che non potevo sopportarle. Scusami, amore mio, ti ho fatto soffrire molto, lo so, con la mia morte».
«Non devi scusarti, è colpa mia. Sono stato devastato quando ho visto il tuo corpo senza vita. Ho capito che senza di te non avevo più ragione di vivere. E chi se ne fotte se una frase così può apparire retorica».
Pedro ricordava tutto. Lui e Peggy facevano i punkabestia a Roma. Giravano sbrindellati per la Città Eterna e dormivano sotto i ponti, accompagnati spesso da un branco di cani che se le passavano male come loro. Vivevano di espedienti. Piccolo artigianato, spettacoli di strada; quando non c’era di meglio, accattonaggio. Alcol e vita libera. Oggi qui e domani là. Non ricordava come si erano conosciuti e men che meno come erano finiti a Roma. Ricordava che lui non si chiamava davvero Pedro, era il nome che si era scelto per i suoi vagabondaggi. Così come Peggy non si chiamava davvero Peggy. Che altro? Beh, Peggy era tedesca e lui nativo della repubblica Ceca. Ah, c’era il fatto che Peggy era morta, irrimediabilmente, tre anni prima.
sabato 31 gennaio 2015
Cavallo Pazzo nei cuori rossi
Sto scrivendo molto al di fuori del blog e non ho tempo di buttare giù un nuovo post. Siccome non voglio rinunciare al proposito di pubblicare almeno una volta al mese, ho deciso di riproporre un mio vecchio post su Cavallo Pazzo. In questo piccolo racconto il celebre capo indiano, che terminò la carriera imbattuto sui campi di battaglia, fu costretto ad arrendersi ai bianchi per sottrare la sua gente a una morte certa per fame. Mentre veniva scortato alla prigione, fu riconosciuto da altri indiani sconfitti, riuniti intorno a Fort Robinson. A quel punto ogni nativo americano, a qualunque tribù appartenesse, acclamò Cavallo Pazzo come un eroe, sentendo rinascere nel cuore l’antica fierezza dei cavalieri liberi delle praterie.
“Vuole dire che quell’ometto insignificante lì sarebbe il famigerato Cavallo Pazzo? La belva umana che ha annientato il Settimo Cavalleria di Custer e ha sconfitto il generale Crook a Rosebud Creek? Non ci posso credere, signor tenente, mi dica che si tratta di un errore.”