venerdì 29 agosto 2008

L’angolo della posta del Dottor Dio

Spett. Ill.mo Signor Dottor Dio, Le scrivo per sottoporLe un quesito di cui si sente parlare di tanto in tanto. Vale a dire, nell'evoluzione dell'universo e delle nostre stesse vite che importanza rivestono il Caso e l'Imponderabile? Abbiamo un destino in larga parte predefinito o siamo, come si dice in certi ambienti, artefici del nostro fato e dei nostri successi? Come Lei avrà notato, un tale quesito ha implicazione pure sull'esistenza o meno del libero arbitrio, altro argomento scottante di cui non si riesce a venire a capo da secoli.

Caro figliolo del pianeta Terra, rispondo volentieri alla tua cortese istanza. Sarò breve a causa delle regole del nostro mezzo di comunicazione. Il caso non esiste, né quello con la ci maiuscola, né quello con la minuscola. Il destino dell'universo, compreso il tuo personale, era già implicito nel punto primordiale, nel cosiddetto uovo cosmico che ha dato inizio alla materia e poi alla inevitabile germinazione della stessa, cioè la vita. L'universo sviluppatosi dal Big Bang non avrebbe potuto essere diverso da ciò che è ora. Poderose forze fisiche hanno indotto la materia ad aggregarsi nel solo modo possibile, il che ha portato alla inevitabile creazione di ogni struttura cosmica che vedi.

domenica 24 agosto 2008

Riuscirà il nostro eroe a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?

E se partissi per l'Africa?

- Africa? E che cavolo ci farebbe uno come te in Africa?

- Per esempio ci potrei cercare l'amico misteriosamente scomparso.

- Che dici! Tu non hai amici misteriosamente scomparsi in Africa. Anzi non hai amici e basta.

- La tua è solo invidia. Ho questo amico carissimo conosciuto sul blog. Sono venuto a sapere che un paio di anni fa è partito per l'Africa lasciando la sua stimata e remunerata professione universitaria. Del resto mi aveva già confessato una volta che voleva partire con Medici Senza Frontiere, che si era stancato di bivaccare in questo circo di pazzi drogati di sesso virtuale e reality show.

- Ah, ecco, ora lo visualizzo! Parli di quel professore universitario la cui Porsche minacciasti di prendere a sprangate? Ricordo che descrivesti sul blog con minuzia come gli avresti distrutto il bolide a quattro ruote, rammaricandoti del fatto che la tua natura gandhiana e non violenta non ti permetteva di rivolgere la spranga contro un essere umano.

martedì 19 agosto 2008

Piero Angela disse Luce

Parte prima: arriva un piccolo messia. Tutti aspettiamo un messia, magari piccolo, qualcuno che rivoluzioni le nostre conoscenze o soddisfi le nostre ataviche aspettative in un campo della vita. Il piccolo messia può attuare il gioco del calcio più offensivo mai visto, il gioco che aspettavi da una vita e che tutti ritenevano inattuabile nella patria del catenaccio, come è accaduto con l'allenatore Arrigo Sacchi. Oppure con lo schiocco di due dita può cancellare molti luoghi comuni che affliggono la società, come ha fatto Piero Angela.

Di Piero Angela mi fulminò la sua indagine sulla parapsicologia alla fine degli anni Settanta. Fino ad allora si sentiva una gran cagnara a senso unico sui fenomeni extrasensoriali. Uri Geller veniva presentato come un santone dai mille poteri. Telefilm a gogò descrivevano il paranormale come cosa certa e scontata. Anche quando si facevano le battute sulle chiavi piegate col pensiero negli esperimenti degli emuli di Geller, si dava per certo che qualcosa di strano comunque era successo o non sarebbero arrivate negli studi televisivi tutte quelle telefonate annuncianti orologi fermatisi/rimessisi in movimento all'improvviso, bicchieri e vetri rotti, chiavi piegate o spaccate, per non dire di penne o fogli di carta che se ne andavano a spasso da soli sui tavoli. Come milioni di ragazzi (e adulti) del tempo, credevo che qualcosa di vero ci fosse, ci dovesse essere.

mercoledì 13 agosto 2008

Test ferragostano per dame e gentiluomini

Piccolo test psicologico di Ferragosto per entrambi i sessi. Immaginate di entrare in una stanza e di trovarvi diversi elementi stimolanti. Dite verso quale elemento muovete il primo passo.

PER LE SIGNORE:

1) Spaccalegna seduto con gambe divaricate e lingua penzoloni che vi fissa con l’aria di dire “Fiuuu, che bambola!”.

2) Signore dall’aria intellettuale che legge Borges e vi sorride come per indurvi a una discussione in cui fondere le vostre anime inquiete e romantiche.

3) Manichino antistupro da portare in macchina per i lunghi viaggi notturni. Il manichino viene sistemato sul sedile accanto a quello di guida simulando un omaccione pronto a dissuadere eventuali malintenzionati che vogliano aggredirvi in autostrada. All’occorrenza si può utilizzare il manichino antistupro per lunghe conversazioni automobilistiche del tutto aliene da incomprensioni e discordie.

venerdì 8 agosto 2008

Signor scrittore moderno

I romanzieri moderni spesso sono autori di encomiabili storie di denuncia sociale in cui fustigano i malcostumi della società moderna. Nelle loro pagine scorrono droga, sesso, denaro, solitudine, ignoranza, facendo crescere la nostra coscienza civica. Tuttavia alcuni di questi romanzieri talvolta sviluppano una singolare forma mentale.

Scrittore moderno: - Hai assassinato qualcuno di recente, Capitano?

Capitano: - Non che io ricordi, signor scrittore moderno.

Scrittore moderno: - Non deve essere stato per forza un omicidio epocale alla Garlasco che attira fior di reporter, conta pure se hai bastonato a morte un barbone, una puttana o meglio ancora un trans.

Capitano: - Ecco, una volta volevo che un meteorite spiaccicasse uno che gridava nel cellulare in metropolitana, però…

- Magari hai messo qualcuno sotto con la macchina e poi sei scappato da buon pirata della strada.

- Ehm, credo di non averlo potuto fare, signor scrittore moderno, perché non ho la patente.

lunedì 4 agosto 2008

Osteria Carosello


Ti ricordi di Jo Condor e del Gigante Pensaci tu? E tu ti ricordi di Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due? Aspe’, io ne ho una molto meglio che ti stenderà sul colpo: l’è lì, l’è là, l’è là che l’aspettava, l’è lì l’è là che aspettava Miguel… Miguel son sempre mi. Mi costringi a replicare con Mariarosa, Mariosa, per favore pensaci tu o ancora meglio con Carmencita amore mio. Toh, incassa, E la pancia non c’è più e la pancia non c’è più, Chiamami Peroni sarò la tua birra. Non mi fai affatto paura perché “Quaggiù nel Montana, tra mandrie e cowboy c’è sempre qualcuno di troppo tra noi… Gringoo, Gringoo-ooh”. Occhei, Taca Banda.
Scrivere del mitico Carosello televisivo significa inoltrarsi su un terreno pieno di trappole. L’insidia maggiore è che il post si scriva da sé, come sarebbe comodo e forse logico, e questo significherebbe lasciare campo libero alla facile nostalgia della brillantina Linetti, dell’antico spot della Folonari e di Ernesto Calindri seduto a bere Cynar in mezzo al traffico. Senza scordarci di Calimero e del qui fanno tutti così perché loro son grandi e io piccolo e nero. Tuttavia forse converrebbe affrontare l’argomento in maniera più equilibrata, anche a costo di riflessioni non del tutto allegre.

venerdì 1 agosto 2008

Luxuria, l'isola dei famosi e la vecchia Hollywood


Un noto personaggio televisivo ha scritto un post sulla partecipazione di Vladimir Luxuria alla prossima edizione dell’Isola dei Famosi. Come è noto Luxuria è stato eletto nelle liste di Rifondazione Comunista nella passata legislatura, mentre in questa ha dovuto subire i rovesci elettorali dell’estrema sinistra e probabilmente ha ritenuto di doversi trovare un’occupazione alternativa alla politica.

Capitano: Mi spiace, Daria, ma non posso proprio commentarti questo post per assoluta ignoranza. Credo di non aver mai visto sessanta secondi continuativi dell’Isola dei famosi, anzi ritengo di non averne visto nemmeno trenta tutti insieme.
Daria Bignardi: Ho capito, sei uno di quelli con la puzza sotto il naso che non guardano mai la televisione.
Capitano: No, la televisione la guardo fin troppo. La colpa è tutta della Sindrome di Amedeo Nazzari.
Daria Bignardi: Che diavolo c’entra adesso Amedeo Nazzari? Farnetichi come al tuo solito?
Capitano: Fammi spiegare. Uno sceneggiatore di cinema confessava che quando beccava un film con Amedeo Nazzari non poteva fare a meno di cambiare canale con un tempo di reazione da centometrista olimpionico. Lui tecnicamente non aveva niente contro Nazzari, però non poteva resistere a quell’impulso irrefrenabile. A me, cioè al mio dito, capita la stessa cosa osservando un fotogramma dell’abbronzatura tropicale di Al Bano o Cecchi Paone. Mi succedeva pure con il Grande Fratello, scusa tanto.