sabato 28 luglio 2012

Requisiti per lavorare

- Ciao, ho trovato uno splendido lavoro per te. Devi avere solo i requisiti necessari.

- Hai detto niente. Ormai anche per pulire i cessi pubblici ti chiedono un curriculum lungo così e la frequentazione di corsi di laurea a Oxford.

- Sssss, il posto è già tuo. Controlliamo i requisiti. Sei meridionale?

- Certo, sono nato a Napoli, lo sai. Ma credevo che l’essere meridionale fosse un requisito per la disoccupazione, non per farti assumere.

martedì 17 luglio 2012

La televisione fa schifo (tranne qualche eccezione)

Un paio di giorni fa stavo cucinando. Come spesso mi accade in questi momenti, cerco di guardare la televisione per distrarmi. Il problema era che tutti i programmi erano vere e proprie schifezze, che per di più ti disturbavano fisicamente. Sul primo canale un programma su Caruso con due presentatori asini e patinati, in cui la prospettiva era ascoltare palloni gonfiati alla Bocelli o Wande Osiris in lustrini alla Celine Dion. Non so gli altri, ma io se sento cantare un’altra volta la parruccona “Caruso” di Dalla da damerini impomatati o da bambini con voci da ciclopi, cado morto. Vado al secondo canale, un telefilm fesso. Al terzo parla uno con la faccia antipatica. Quattro, cinque e sei: gossip, veline, vecchiume. Non c’è assolutamente niente non dico di interessante, ma che non mi faccia incazzare mentre cucino.

mercoledì 4 luglio 2012

Volo nel cielo del blog

volareVolo a braccia tese nel cielo di Facebook. Volo come un uccello, muovendo le braccia come se fossero ali, che emozione. L’aria tiepida di queste altezze virtuali ti accarezza la faccia e lo spettacolo che vedi dall’alto non ha paragoni. Campi, case, alberi di mille tipi. Nel mio volo incontro altra gente che galleggia in aria in maniera a volte comica, con una strana smorfia di incredulità dipinta sulla faccia. Qualcuno mi saluta. Qualcuno mi ignora cabrando con la pesantezza di una mongolfiera.

Ma si vola piano, qui nel cielo di Facebook. Ti senti legato, mentre sei sospeso in aria. E hai la stessa difficoltà di virare di un bombardiere della seconda guerra mondiale. E poi lo vogliamo scordare questo senso di oppressione che ti accompagna in ogni metro del tuo torpido volo? No, qui non va: anche il paesaggio offerto alla tua ammirazione è troppo ristretto, claustrofobico addirittura. Hai bisogno di più vasti orizzonti, lo sai. Non di alberi, ma di foreste. Non di palazzi, ma di montagne.