lunedì 29 dicembre 2008

Mi dai il tuo numero di blog?

Ieri sera mi aggiravo nella disabitata notte napoletana per smaltire le gozzoviglie natalizie quando mi imbatto in un altro tizio che vaga alla mia stessa maniera, probabilmente per la mia stessa ragione. Sorpresa: lo conosco. E' un mio vecchio amico di scuola. Ancora tu, non mi sorprende, lo sai. E come stai? Domanda inutile, stai come me, e ci scappa da ridere. In pochi minuti siamo già ai ricordi di scuola in salsa mogol-battistiana. Hai visto più tizio? E indovina cosa è finito a fare caio. Un amico si è sposato da poco, un altro è morto tragicamente, qualcuno è impazzito su Facebook, c'è chi ha divorziato e chi è emigrato, di qualche altro si sono perse le tracce.

martedì 23 dicembre 2008

Caro Babbo Blog


Caro Babbo Blog,

prometto che il prossimo anno mi comporterò bene nel virtuale, lascerò commenti educati in giro, leggerò tutti i post dalla prima all'ultima parola e cercherò di scrivere buoni articoli sperabilmente lontani dalla banalità e dalla ripetitività. Avrò un parola buona per i depressi, gli indignati virtuali, per le donzelle abbandonate su Facebook, per quelli che fanno smack o che fanno ehehehehehe. Scriverò convinto di migliorare il mondo con la mia penna, Babbo Blog, anche se mi leggono quattro gatti. Canterò le lodi di Obama, mi straccerò le vesti per l'effetto serra senza ironizzare sul fatto che non fa che piovere, cercherò di non sparare troppo sull'Isola dei Famosi e sui programmi della De Filippi anche se certe trasmissioni mi fanno venire l'orticaria. Non dirò che alla Rai e altrove ci sono tutti raccomandati, dal capintesta all'ultimo degli uscieri, e che stapperò una bottiglia di vero champagne d'annata se mi capitasse di incontrare un non raccomandato, alla Rai o altrove, prima della dipartita. Applicherò al meglio il galateo virtuale e tutti diranno un gran bene di questo sventurato di un Capitano. Farò il bravo, Babbo Blog, te lo giuro. Aiuterò le vecchine virtuali ad attraversare le pericolosissime strade della chat o di Messenger e Skype. Ecco i doni che ti chiedo in cambio:

lunedì 22 dicembre 2008

Uuuuuhhh-hhhuuuuuuuu

I due ragazzi profumano di buono. Li vedo già prima di vederli. Sento l'odore della loro eccitazione, sento l'odore dei loro baci e delle mani che cercano la carne dell'altro. Il loro profumo mi porta persino l'eco delle parole appassionate che si scambiano.

Esco dal punto più scuro del vicolo in cui sono acquattato. Silenzio. Notte. I miei sensi sono sviluppati in modo prodigioso, nessuno si è mai sentito così invincibile e felice. E' una sofferenza restarsene fermo quando vorresti correre come un fulmine per le strade deserte della città. Lo farò dopo. Correrò. Dove nessuno può vedermi. Sfreccerò tra gli alberi e il sottobosco del vicino parco, mi pascerò dei grassi odori della terra e mi strofinerò nell'erba umida o nella polvere su cui ho orinato. Annuserò il fango secco impregnato di antichi umori di animali. Sarò una sola cosa con gli alberi e le foglie e la terra, con la notte e le nuvole lassù, sarò parte di tutto e percepirò la gioia di un intero pianeta. Dopo. Dopo che avrò fatto qui.

venerdì 19 dicembre 2008

Dicembre


 
So che quando arriverai io so
Che qualche lite sopporterò
Che ce le suoneremo un po'
Quando verrai a Napoli. So
per certo che mi incavolerò
So che dirai spesso di no
Che all'improvviso poi riderò
Di come son ridicolò.

A dicembre,
ti guardavo e non dicevo niente
a Port'Alba io e te e le bancarelle
io cantavo mentre tu sbuffavi forte
per ogni mia fissazione.
A dicembre
Casa nostra quasi era un falò ardente
Tu dicevi "Butta l'acqua" e io restavo inerte
"Scoppia tutto" io gridavo forte
Capitava solo un anno fa, a dicembre.

mercoledì 10 dicembre 2008

Rivoluzione alla Rai

Questa è una trasmissione speciale e chi vi parla è stato incaricato dal comitato rivoluzionario di leggere il volantino numero uno. La Rai, Radio Televisione Italiana, non esiste più. Oggi l'Esercito per la Liberazione dalla Cialtroneria Televisiva ha occupato la sede di Saxa Rubra e ogni altra sede dell'ente nazionale radiotelevisivo e ne ha preso la direzione.

Il primo provvedimento emanato dal comitato rivoluzionario è stato di licenziare tutti i dipendenti della Rai assunti in seguito a raccomandazione politica o parentale, cioè la totalità dei dipendenti della Rai.

Ecco nello specifico le deliberazioni per alcuni personaggi.

Alba Parietti, Simona Ventura, saranno vendute agli ultimi cannibali di Papua Nuova Guinea, i quali hanno già fatto sapere che pagheranno solo la carne e non il silicone, risparmiando quindi i due terzi sul prezzo d'acquisto delle due showgirl.

Pupo farà il buffone alla corte di Bin Laden e del suo secondo al-Zawahiri, che hanno comunicato che taglieranno al noto cantante un dito o altre appendici corporee ogni volta che intonerà "Gelato al cioccolato", anzi ogni volta che canterà qualsiasi cosa, anzi ogni volta che aprirà bocca.

giovedì 4 dicembre 2008

La guerra dei mondi


William del Primo Mondo:- Perché mi odii?

Sanjay del Terzo Mondo: - Non ti odio affatto, anzi secondo me sei tu a odiare me.

William del Primo Mondo: - Sei un illuso, per me non esisti neppure. Non mi sogno di perdere il mio tempo a riflettere sulla tua miserabile esistenza, sia detto senza offesa.

Sanjay del Terzo Mondo: - Ora che ci penso meglio, forse un pochino ti detesto, Billy, non ti dispiace se ti chiamo così, vero?

- E sentiamo, perché dovresti detestarmi? Per la solita invidia dei poveri? Scommetto che sei pronto ad accollarmi tutti crimini del pianeta. Magari ti sembra un delitto persino il fatto che i salmoni sguazzino allegri nei fiumi norvegesi o canadesi, mentre il tuo paese è preda di siccità e desertificazione.

- Lascia perdere la siccità, Willie. E lascia perdere pure la storia del colonialismo e dello sfruttamento ignobile delle nostre risorse da parte dei capitalisti delle tue parti; da queste labbra non uscirà nessun accenno alle multinazionali saccheggiatrici delle nostre materie prime e della nostra forza lavoro o del commercio iniquo e antisolidale a cui ci obbligate da sempre…

venerdì 28 novembre 2008

Mohammed e Luxuria

Mohammed si strinse al petto il kalashnikov e irruppe nell'hotel Taj Mahal nel centro di Mumbai. Accanto a sé Abdul portava la borsa con le granate, e dietro venivano tutti gli altri, fedeli figli di Allah. Mohammed piazzò una sventagliata di pallottole in corpo a un impiegato dell'albergo che strepitava allarmato. Un servo dei diavoli occidentali in meno su questa terra. Si portò in un angolo della hall in cui tremavano alcuni clienti dall'aspetto benestante. Uno di essi aveva ancora in mano una copia del New York Times e Mohammed capì che l'americano era morto nell'attimo esatto in cui l'aveva visto. Sparò un paio di colpi in alto e ordinò ai diavoli senza Dio di sdraiarsi a terra. Parlava in urdu pachistano ed era certo che nessuno degli occidentali capiva una parola, ma a spiegare il suo pensiero ci pensavano kalashnikov e granate. Sì, i cristiani senza Cristo avevano capito abbastanza; avevano capito pure che l'odio negli occhi degli aggressori armati era troppo totale per indurre all'ottimismo.
Colpi di mitra e di pistola echeggiarono nelle vicinanze, accompagnati dal boato delle granate. Mohammed sorrise: gli altri gruppi di fratelli musulmani facevano il loro dovere in altre parti della città.

Vladimir Luxuria sorrise nello schermo gigante installato nello studio della Rai, salutato dall'applauso dei presenti, tra cui si notavano Giucas Casella, la contessa Patrizia De Blanck e Luca Giurato. Rivestita di lustrini e paillettes, con una scollatura generosa che esponeva un seno di aspetto posticcio, Simona Ventura gongolava come se avesse vinto al Superenalotto e forse lo vinceva a ogni puntata dell'"Isola dei famosi".

martedì 25 novembre 2008

L’ultimo uomo sulla terra

Io e mio nipote ci siamo fatti delle gran chiacchierate, specie quando lui era più piccolo. Le nostre chiacchierate non sembrano mai fatte tra zio e nipote, ma tra due compagnoni quasi coetanei. Il mio giovane parente ha sempre avuto il pallino di mettermi in una situazione delicata o per meglio dire inquietante e di farmi spiegare come avrei reagito. Per esempio mi chiedeva se sarei stato capace di fare una rapina in banca o di sopravvivere in un carcere americano da film, di quelli alla Alcatraz; oppure se mi ritenevo in grado di tirare avanti in un campo di concentramento o di svolgere l'attività di killer professionista. Mio nipote non si accontentava mai di risposte generiche, ma voleva sapere i particolari: dove mi sarei procurato l'arma per la rapina in banca e i complici come li avrei scelti e che tipo di piano avrei seguito e come avrei fatto, nel carcere americano, a non farmi sgozzare o a farmi fare peggio. Mi faceva decine di domande e solo in parte cercava risposte, piuttosto desiderava che io mi immergessi totalmente nello scenario da lui suggerito.

Una delle sue domande preferite era: - Quanto riusciresti a sopravvivere se tu fossi l'unico sopravvissuto al mondo, dopo una catastrofe nucleare o un'epidemia?

venerdì 21 novembre 2008

Grande figlio di blogger


Ogni tanto si fa la scoperta epocale: esistono i figli di papà. In questi giorni se ne fa un gran parlare con i casi dei figli dei rettori universitari di Messina e Salerno, impossessatisi di ambite cariche universitarie, per le quali più di una persona ammazzerebbe in questo paese, per il fatto di essere gli unici candidati ai concorsi. I giornali vanno a intervistare i rettori e chiaramente quelli giurano che i loro bambocci sono il miglior materiale umano presente sul pianeta. Non per niente sono loro discendenti.

Avevo già parlato di questo argomento in tempi non sospetti, nel post Figli delle stelle – La mafia delle parentele. Lì mi concentravo soprattutto sui figli di papà presenti nel mondo dello spettacolo e del giornalismo televisivo. In un mio lungo commento sostenevo che chiunque eredita lo status sociale dei padri, tranne qualche isolata e strombazzata eccezione. I padri fanno i figli.

La cosa che ci è difficile da capire è che un tale nepotismo, cioè un tale figliodipaparismo, esiste pure sul blog, che pure dovrebbe essere un luogo avulso da raccomandazioni e aiutini vari. Insomma sul blog ognuno è ciò che comunica e come si rapporta agli altri: e uno che comunica e si rapporta meglio dovrebbe avere un blog più frequentato e ammirato di altri che svolgono queste funzioni meno bene. Forse non è proprio così.

martedì 18 novembre 2008

So’ mejo de Obama

- Ehi, ma chi sono tutti questi ragazzi sulla foto che hai in mano?

- E' la classe del '72…

- Ho capito è la foto dei compagni di scuola di Obama di cui si parla su tutti i giornali e i telegiornali. Che classe, quella di Barack Obama del '72. Piena di gente che ha lasciato il segno nella società. Oltre al futuro presidente degli Stati Uniti, c'erano un generale ora distaccato in Irak, un miliardario proprietario di catene di ristoranti, un imprenditore geniale che ha inventato il deodorante in pillole…

- Sì, però...

- Ah, che classe straordinaria! Tra questi ragazzini c'erano futuri avvocati di grido, artisti di fama mondiale…

- Aspetta un attimo…

- … professori nelle più prestigiose università americane, geni dell'informatica, maghi di Wall Street caduti in piedi dopo la crisi dei mutui.

- Guarda che ti sbagli. Questa sulla foto non è la classe di Obama, ma la mia. Anche se l'anno è lo stesso, il 1972.

giovedì 13 novembre 2008

Quando mi dici così

“Quando mi dici così... “ Ripeto: “Quando mi dici così...”
- Perché diamine mi guardi in quel modo, Capitano?
- La battuta, Cleide! Devi fare la tua battuta, per la miseriaccia. Io comincio a cantare “Quando mi dici così”, poi intervieni tu, ricordi?
- E quale sarebbe la mia battuta?
- Lo sai qual è. Perché mi fai perdere tempo? Devi fare Ua-cia-cia uu-aaahhhh.
- Tu sei pazzo! Io non farò mai ua-cia-cia uu-aaaahhh.
- E ricordati di fare fare pure le moine. Fai l’occhiolino cerca di essere provocante. Fai i gridolini sexy.
- Gridolini sexy io? Tu sragioni.

domenica 9 novembre 2008

Immagini dal mondo

Nella prima foto la ragazza rideva felice, ma l’immagine era tagliata a metà. La ragazza era seduta sul divano e guardava estasiata qualcuno alla sua sinistra: ma oltre il bordo insicuro della foto, che pareva troncato da un paio di forbici nervose e forse stizzose, non si scorgeva nessuna persona. Però la mano che si congiungeva a quella della ragazza sul grembo di lei era indubbiamente maschile, come maschile doveva essere la figura tagliata via dalle forbici nervose. Sia la mano maschile che quella femminile avevano un anello al dito, un pegno di fidanzamento, a quanto si poteva capire.

mercoledì 5 novembre 2008

Cerco soci per fondare una casa editrice

Cerco persone interessate a fondare una casa editrice con il sottoscritto. Le persone in questione dovrebbero avere alcune caratteristiche, non necessariamente tutte quelle elencate di sotto. Una certa dimestichezza e confidenza con la parola scritta e la lettura dei libri, spirito di intrapresa, dedizione alla causa, capacità di spendere qualche soldino, non tanti per le ragioni semiserie che dirò poi, una certa socievolezza e facilità nel trattare con gli altri, meglio ancora se questa estroversione si accompagna all’occorrenza a una faccia di bronzo. Inoltre la nascente casa editrice necessiterebbe di qualcuno informato sulla possibilità di ottenere fondi regionali per la nostra iniziativa professionale (magari in qualche regione ciò è più facile che in altre).

venerdì 31 ottobre 2008

L'ultimo giorno dei blogger (puntata finale)

Riassunto delle puntate precedenti: io e altri miei amici blogger ci troviamo imprigionati in una Napoli apocalittica, deserta, che sembra frequentata solo da zombi ostili. Dopo una movimentata fuga, ci rifugiamo in un basso napoletano, assediati dai sanguinari morti viventi La spiegazione delle nostre traversie sembra collegata al mio ultimo post, in cui parlo di un gruppo di blogger che morirà massacrato in una dimensione parallela molto somigliante a quella in cui ci troviamo.
Ormai la porta del basso napoletano in cui ci siamo rifugiati sta per crollare sotto i veementi colpi degli uomini-zombi del mondo parallelo. Il Carismatico, Anathea e altri blogger trascinano davanti allo scricchiolante battente di legno un tavolo, un robusto armadio e altri pezzi di mobilio che al massimo riusciranno a rallentare i nostri disumani assedianti, non certo a bloccarli. Il rumore di un vetro rotto ci informa che gli zombi sono abbastanza invasati da tentare ogni via di accesso all’appartamento, cioè alla nostra prigione.

domenica 26 ottobre 2008

Il sesto senso del cinema

Dice il bambino: Vedo della gente. Non sanno di essere morti.

Dice Bruce Willis: Li vedi spesso?

Dice il bambino: Continuamente. Sono dappertutto. Vedono solo quello che vogliono vedere.

Questo dialogo appartiene a uno dei film più suggestivi e riusciti del cinema: Il sesto senso del regista di origine indiana M. Night Shyamalan. Come per tutti i prodotti di successo ne hanno fatto delle parodie, ma rimane un film straordinario di cui si parlerà ancora a lungo.

Ho visto tutti gli ultimi sei film di questo regista e mi sono piaciuti tutti. Per qualche assurdo motivo, sono sicuro che mi piaceranno pure i film che farà in futuro. La cosa che adoro di Shyamalan è la sua capacità di rendere sullo schermo ammalianti atmosfere che stanno a cavallo tra la realtà e la magia. E’ un genio sotto questo aspetto: ti dice che esistono dimensioni più affascinanti e misteriose della vita concreta, e noi crediamo in quelle atmosfere, ci crediamo senza remore per lo spazio che dura un film.

mercoledì 22 ottobre 2008

Mi danno un milione in Rai - L'intervista

Sono a colloquio con il direttore generale della Rai. Mi ha offerto un milione di euro per condurre un programma e ora mi insegna i trucchi per fare un’intervista televisiva di successo.

- Dunque, Capitano, sei pronto per imparare a fare l’intervista?

- Se lei mi dà un milione, signor direttore generale della Rai, son pronto alla morte l’Italia chiamò. E ora perché fa quel ghigno da cattivo da filmaccio?

- Questa è la prima cosa che devi imparare. Il sorriso di chi ha visto cose che voi umani. Con questo sorriso comunichi ai telespettatori che tu la sai lunga, molto più lunga di chicchessia; e loro, i telespettatori, saranno attratti senza freno da uno così.

- Ma io non la so affatto lunga! Pensi che fino a poco fa credevo che tronista fosse uno che lavora alla Trony non ci sono paragoni. E poi non saprò fare quel ghigno da squalo nemmeno esercitandomi per un secolo.

lunedì 20 ottobre 2008

Mi danno un milione per andare alla Rai

- Signor direttore generale della Rai, sono onorato di essere alla sua presenza. Non posso credere che lei mi voglia davvero offrire un lavoro.

- Non c’è niente da meravigliarsi, Capitano. la Rai è un servizio pubblico. A cosa serve se non aiuta le brave persone come te a tirare avanti?

- Le prometto che non si pentirà della fiducia che mi concede. Spolvererò tutti gli studi di registrazione di Pippo Baudo e di Gigi Marzullo e farò diventare i pavimenti dello Studio Nomentano tanto splendenti che Antonella Clerici potrà ingozzarsi direttamente sul pavimento durante la “Prova del cuoco”.

- Ma che hai capito? Io voglio offrirti di più.

- Ho capito, mi vuole come usciere o posteggiatore a Saxa Rubra. Eccomi qui votato alla causa. Posteggerò alla perfezione il bolide del figlio dei Pooh, è alla Rai, vero? E terrò nel fodero della mia cintura la sciabola della Granbassi per non farla sequestrare dai carabinieri mandati da Cossiga. Le canto perfino il motivetto di “Viva la Rai”, se vuole.

domenica 12 ottobre 2008

Napoli è una camminata nei vicoli

“E questa sarebbe Napoli?” mi chiede con una vaga contrarietà una donna con accento romanesco in corso Umberto I, da tutti i napoletani denominato Rettifilo.
Io e Cleide ci fermiamo davanti al gigantesco trolley della turista. Io, in qualità di indigeno partenopeo, sono imbarazzato. È il primo dell’anno, l’emergenza rifiuti è più attuale che mai. Abbiamo da poco incrociato in piazza Municipio due turisti con gli occhi a mandorla che se ne sgambettavano sotto il Maschio Angioino con una mascherina antismog sul viso, quasi che invece che nella città d’’o sole si trovassero in visita a Chernobyl. I figli del Sol Levante erano sicuramente eccessivi, ma bisognava riconoscere che venivamo da una notte di incendi di spazzatura .
Sto quasi per balbettare qualche scusa alla turista romana, quando mi accorgo che lei parla di tutt’altro argomento. Mi mostra la severità risorgimentale di corso Umberto I e mi dice delusa che le pare di trovarsi nella sua città. “’Nzomma, se me volevo vedè strade così me restavo a Roma. ‘Ndo sta la Napoli Napoli?”

martedì 7 ottobre 2008

Crisi dei miei stivali

- Hai visto il terremoto che è successo in Borsa? I mercati finanziari sono in crisi.

- Ho visto e che debbo fare?

- Non capisci? E' una tragedia. Siamo a un passo dal Ventinove, siamo alla Grande Depressione. Tra un po' nuovi Steinbeck saranno costretti a immortalare le traversie delle povere famiglie emigranti dall'Oklahoma alla California, o meglio dalla Calabria alla Padania. Per Veltroni siamo addirittura oltre il Ventinove.

- Non mi pare di aver visto nessun banchiere lanciarsi dai grattacieli napoletani cantando Funiculì Funiculà.

- Come puoi conservare quella tua ottusa aria bovina! Ce la criissiiiii!!! Ieri sono stati bruciati 450 miliardi in scambi di titoli bancari. Il governo americano ha stanziato 700 miliardi di dollari per salvare gli istituti di credito in crisi. Sarkozy è così scioccato che Carla Bruni la chiama Segolene, Angela Merkel è svenuta tra le braccia di Gordon Brown. La tragedia economica delle Torri Gemelle non è niente in confronto a ciò che sta succedendo!

giovedì 2 ottobre 2008

L’ultimo giorno dei blogger (seconda parte)

Riassunto della puntata precedente: mi sveglio in una Napoli apocalittica, deserta, che sembra frequentata solo da blogger miei conoscenti. E' come se fossimo tutti in una dimensione parallela in cui non funziona niente tranne i computer. L'assalto di un branco di sbandati armati ci mette in fuga, Cleide cade e sembra ormai facile preda degli inseguitori.
La pallottola che avrebbe dovuto giustiziarmi non parte, perché il ceffo che mi prendeva di mira è raggiunto da un provvidenziale sasso che lo coglie alla tempia. Da un angolo di strada, Rockpoeta mi fa un cenno di saluto e quindi sparisce in un vicolo per sottrarsi alla vendetta dei compagni del balordo abbattuto.
Ho il tempo che mi serve. Con due falcate sono da Cleide e la aiuto a rimettersi in piedi. Una testata nello stomaco del più vicino inseguitore lo convince ad assumere una più sicura posizione orizzontale. Recupero la spranga del mio mancato aggressore e la faccio mulinare sulle teste dei teppisti, i quali via via che passa il tempo assumono sempre di più le movenze e le fattezze degli zombi di un film di George Romero. Le grida provocate dai miei fendenti dimostrano che i miei avversari non sono immuni dal dolore e la cura con cui si tengono lontani dalla mia arma tradisce la prudenza sopravvissuta alla loro follia omicida.

sabato 27 settembre 2008

L’ultimo giorno dei blogger (prima puntata)

Mi accorgo che qualcosa non va non appena apro gli occhi sul letto della mia camera. Tanto per cominciare c'è troppo silenzio, specie per una città come Napoli, dove sei bersagliato di continuo dai richiami dei venditori ambulanti o dalle conversazioni attuate tra una persona in strada e una al balcone del terzo piano. Mi alzo e vado alla finestra. Nessun segno umano, nessun ragazzino che gioca a pallone in mezzo alla strada, nessun bancarellaro abusivo che vende borse Gucci false quasi perfette o quasi perfette Nike false. Nessuna radio a tutto volume con un motivo dei cantanti neoromantici partenopei. E soprattutto nessuna macchina strombazzante nella sempre affollata strada sotto casa mia.
Rimango a guardare, ma non noto segni di vita. Assurdo, sembra uno scherzo architettato ai miei danni. Torno in casa e mi rivesto alla meglio. Accendo il televisore: non trasmette nessuna emittente. Lo stesso dicasi per la radio. Provo il telefono e poi il cellulare, ma pure quelle vie sono morte. Il mondo intero sembra non dare segni di vita.

mercoledì 24 settembre 2008

Oroscopo favorevole per il Capitano


Stamattina ho letto il mio oroscopo. Diceva che il mio segno zodiacale gode di una straordinaria congiuntura astrale. I prossimi giorni saranno favorevoli alle attività lavorative.
"Potreste ricevere un'interessante proposta in campo professionale. Non lasciatevela scappare", diceva il mio oroscopo. "Insomma, non fate i coglioni come al solito."
Devo dire che io non credo agli oroscopi. Tranne quando sono positivi. E a questo ci credo ciecamente fino a prova contraria.
Se le previsioni astrali ci prendono, sono pronto a scrivere a Massimo Polidoro del Cicap, l'ente che investiga con spirito critico sui fenomeni paranormali, dicendo che con la morte nel cuore sono costretto a ritirare la mia adesione ideale alla sua benemerita associazione culturale. :-)

lunedì 22 settembre 2008

Quando muore un amico

- Ciao, Franchetie'.

- Ciao, sei proprio tu? Mi hanno detto che sei morto pochi giorni fa.

- E' vero.

- Sai, volevo cominciare con le parole di Guccini "Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva".

- Hai fatto bene a trattenerti. Tu non sei Guccini e io non sono morto sull'autostrada. In tutti i casi c'è già fin troppo retorica in giro, cerchiamo di tenercene fuori almeno noi.

- E come sei morto?

- Lo sai come. Alcuni giorni fa ho fatto una cazzata, ma ora è acqua passata, è meglio pensare ad altro.

- Mi sento stranissimo a parlare qui con te. Mi pare quasi di essere in una scena di Un lupo mannaro americano a Londra.

- Bellissimo il finale in cui il mostro muore e parte "Blue moon" dei Marcels seguita dai titoli di coda. Quello sì che era cinema.

giovedì 18 settembre 2008

Filosofia e poker

Oggi parleremo di filosofia. Non solo, ma affronteremo pure il tema del conformismo, del conservatorismo e del progressismo. Parleremo di valori, di virtù, politica, persino di escatologia umana. No, non fate quella faccia. Per affrontare tutti questi argomenti ci serve poco. Solo un mazzo di carte da poker. 32 carte per quattro giocatori virtuali sono sufficienti. Se siamo pronti, vado a distribuire le carte di questa partita. Ecco i risultati.

Mario, coppia di re. Una coppia è sempre meglio di niente, ma Mario non può accontentarsi, specie quando con un po' di fortuna potrebbe ottenere una doppia coppia, un tris o una combinazione ancora migliore. Sarà costretto a essere un po' conservatore, salvaguardando la discreta coppia, e parecchio innovativo cambiando tre delle sue cinque carte. Sarà un riformista.

Giuseppina, cinque scartine. Giuseppina vorrebbe buttare in aria il tavolo da gioco. In mano non ha nemmeno una pidocchiosa coppia di sette. Ha poco da riflettere. Deve rivoluzionare il suo gioco, affidarsi mani e piedi al nuovo chiedendo quattro carte nuove. Sarà la campionessa dell'innovazione, nella speranza che una rivoluzione di carte faccia migliorare la sua posizione al tavolo di poker.

venerdì 12 settembre 2008

Vietato buttare i libri

C'è un undicesimo o successivo comandamento non consegnato a Mosé per alcuni problemi tra cui il fatto che la stampa a quell'epoca non era stata ancora inventata. Non buttare mai un libro, recitava quel comandamento. Mai. Pure se è un romanzo che non ti piace o persino che ti va venire l'orticaria, pure se è un saggio scritto da cani che diffonde idee aberranti. Un libro non si getta via. Si conserva, foss'anche in una cantina buia e malsana. Nessuno sa se un giorno gli uomini resusciteranno nel Giorno del Giudizio, ma è certo che prima o poi qualsiasi libro risorgerà dal sotterraneo in cui è stato ficcato e contribuirà, con una frase magari banale o con un verso magari scadente, a suscitare un pensiero originale nella mente di un uomo. Nessuno dovrebbe buttare libri, tutt'al più li si dovrebbe vendere o regalare, cioè si dovrebbe consentire alle opere scritte di vivere in mezzo agli altri, se non possono più farlo con noi.

Un paio di mesi fa me ne passeggiavo per una periferica strada napoletana dalle parti di casa mia. Era ancora il tempo in cui il problema della spazzatura non era stato risolto a Napoli e quindi non era insolito caracollare in mezzo a cumuli di rifiuti non raccolti. Mi trovavo in una strada che percorrevo di rado che a un certo punto passa davanti a una caserma militare. Ebbene fuori dalla caserma erano accatastate diverse scatole di cartone in speranzosa attesa di essere ritirate da qualche avventuroso camion della spazzatura. Non so come l'occhio mi cadde in una di quelle scatole. Dentro c'erano diversi libri, anche in un discreto stato di conservazione.

mercoledì 10 settembre 2008

Je m’indigne

- Allora, cosa hai fatto di buono nella vita?

- Ma cos'è questo, un interrogatorio? E come mai nessuno finora mi ha letto i miei diritti? Voglio un avvocato.

- Guarda che un avvocato è una cosa da vivi e tu ormai fai parte dei defunti. E lo stesso dicasi di quella boiata dei diritti civili. Ti consiglio di rispondere se non vuoi evitare grane.

- Mi scusi, Signore del Creato, sono ancora turbato dal mio recente trapasso. A che servono le mie risposte?

- Hai presente inferno e paradiso? Ora che sei defunto sarai smistato in uno di questi luoghi a seconda di cosa dirai. Quindi pensa bene alle tue parole. Da esse dipenderà il tuo destino futuro.

- Be', allora sono a posto. Nella mia vita ho fatto un sacco di cose buone. Non vorrei essere immodesto, ma sono un uomo onesto e probo come ce ne sono pochi. Ho partecipato anche al Vaffa Day e anzi ero di quelli più indignati contro la corruzione della casta politica. Sul mio blog ho scritto un sacco di post contro i pedofili, la giornata mondiale della pedofilia, il partito dei pedofili e gli astronauti pedofili, ho tuonato contro l'inquinamento, la globalizzazione, il riscaldamento globale, i Globetrotter e globalmente sulla globalità dell'altrui avidità,

sabato 6 settembre 2008

Il commissario tecnico per la riforma scolastica

capello_england_manager Il parlamento italiano, preoccupato dalla grave crisi della nostra scuola, che sembra peggiorata da qualsiasi tentativo di riforma, ha preso una decisione draconiana affidando a Fabio Capello la responsabilità della riforma scolastica e la supervisione sul comparto dell'istruzione in Italia.

Capitano: Signor Capello, ho una notizia per lei. Il governo con l'approvazione dell'opposizione ha deciso di nominarla commissario tecnico per la scuola e l'istruzione.

Fabio Capello: Non posso accettare, sono già allenatore della nazionale di calcio inglese. Tra poco ci sono i mondiali e devo ancora convincere Beckam ad allenarsi fuori della palestra delle Spice Girls.

Capitano: Lei non può rifiutarsi, il Paese lo vuole. Deve mettere a posto le cose nella scuola. Anche il Presidente della Repubblica ha invocato il suo nome.

Fabio Capello: Allora vorrei avere al mio fianco due fidati collaboratori. Arrigo Sacchi con delega per l'università e la scuola superiore e Giovanni Trapattoni che si interesserà di medie ed elementari. Così siamo coperti sia in attacco che in difesa.

mercoledì 3 settembre 2008

L’amore anacronistico

Ti starò vicino tutta la vita anche se tu non mi guarderai mai, non in quel modo, non nel modo che voglio. Ti aiuterò e ti asciugherò le lacrime quando necessario e non chiederò nulla in cambio. Ma mi pagherai, però. Ah, se mi pagherai. Mi pagherai con un sorriso di quelle tue labbra piene di succo di donna quando ti consolerò dopo una storia d'amore andata a male e starò in macchina con te fino all'alba. Mi pagherai con il gesto elegante con cui ti ravvivi i capelli quando, in quella stessa macchina, resterò a sentirti lamentare del grande tradimento, a bere birra cattiva per non farti ubriacare da sola e ad ascoltare cattivissimo rock inframmezzato alle tue bestemmie contro tutti gli uomini e anche contro me.

Mi pagherai respirando piano sulla mia felpa preferita quando ti aiuterò a studiare e studierò io stesso per farti dare il più ingrato esame universitario o il concorso per due posti e ventimila candidati nel Ministero dei Beni Culturali. Mi pagherai lasciando che io ti guardi entrare in una stanza e che ti guardi ancora e ancora e ancora, quando litigherò con il mio più caro amico perché ti era antipatico. E la notte in cui mi precipiterò da te perché hai la febbre e il vomito, la notte in cui ti convincerai di avere mille malattie orribili e una morte imminente in attesa in ospedale, be', ti sdebiterai mormorando nei tuoi deliri il mio nome come se chiamassi un tuo innamorato.

venerdì 29 agosto 2008

L’angolo della posta del Dottor Dio

Spett. Ill.mo Signor Dottor Dio, Le scrivo per sottoporLe un quesito di cui si sente parlare di tanto in tanto. Vale a dire, nell'evoluzione dell'universo e delle nostre stesse vite che importanza rivestono il Caso e l'Imponderabile? Abbiamo un destino in larga parte predefinito o siamo, come si dice in certi ambienti, artefici del nostro fato e dei nostri successi? Come Lei avrà notato, un tale quesito ha implicazione pure sull'esistenza o meno del libero arbitrio, altro argomento scottante di cui non si riesce a venire a capo da secoli.

Caro figliolo del pianeta Terra, rispondo volentieri alla tua cortese istanza. Sarò breve a causa delle regole del nostro mezzo di comunicazione. Il caso non esiste, né quello con la ci maiuscola, né quello con la minuscola. Il destino dell'universo, compreso il tuo personale, era già implicito nel punto primordiale, nel cosiddetto uovo cosmico che ha dato inizio alla materia e poi alla inevitabile germinazione della stessa, cioè la vita. L'universo sviluppatosi dal Big Bang non avrebbe potuto essere diverso da ciò che è ora. Poderose forze fisiche hanno indotto la materia ad aggregarsi nel solo modo possibile, il che ha portato alla inevitabile creazione di ogni struttura cosmica che vedi.

domenica 24 agosto 2008

Riuscirà il nostro eroe a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?

E se partissi per l'Africa?

- Africa? E che cavolo ci farebbe uno come te in Africa?

- Per esempio ci potrei cercare l'amico misteriosamente scomparso.

- Che dici! Tu non hai amici misteriosamente scomparsi in Africa. Anzi non hai amici e basta.

- La tua è solo invidia. Ho questo amico carissimo conosciuto sul blog. Sono venuto a sapere che un paio di anni fa è partito per l'Africa lasciando la sua stimata e remunerata professione universitaria. Del resto mi aveva già confessato una volta che voleva partire con Medici Senza Frontiere, che si era stancato di bivaccare in questo circo di pazzi drogati di sesso virtuale e reality show.

- Ah, ecco, ora lo visualizzo! Parli di quel professore universitario la cui Porsche minacciasti di prendere a sprangate? Ricordo che descrivesti sul blog con minuzia come gli avresti distrutto il bolide a quattro ruote, rammaricandoti del fatto che la tua natura gandhiana e non violenta non ti permetteva di rivolgere la spranga contro un essere umano.

martedì 19 agosto 2008

Piero Angela disse Luce

Parte prima: arriva un piccolo messia. Tutti aspettiamo un messia, magari piccolo, qualcuno che rivoluzioni le nostre conoscenze o soddisfi le nostre ataviche aspettative in un campo della vita. Il piccolo messia può attuare il gioco del calcio più offensivo mai visto, il gioco che aspettavi da una vita e che tutti ritenevano inattuabile nella patria del catenaccio, come è accaduto con l'allenatore Arrigo Sacchi. Oppure con lo schiocco di due dita può cancellare molti luoghi comuni che affliggono la società, come ha fatto Piero Angela.

Di Piero Angela mi fulminò la sua indagine sulla parapsicologia alla fine degli anni Settanta. Fino ad allora si sentiva una gran cagnara a senso unico sui fenomeni extrasensoriali. Uri Geller veniva presentato come un santone dai mille poteri. Telefilm a gogò descrivevano il paranormale come cosa certa e scontata. Anche quando si facevano le battute sulle chiavi piegate col pensiero negli esperimenti degli emuli di Geller, si dava per certo che qualcosa di strano comunque era successo o non sarebbero arrivate negli studi televisivi tutte quelle telefonate annuncianti orologi fermatisi/rimessisi in movimento all'improvviso, bicchieri e vetri rotti, chiavi piegate o spaccate, per non dire di penne o fogli di carta che se ne andavano a spasso da soli sui tavoli. Come milioni di ragazzi (e adulti) del tempo, credevo che qualcosa di vero ci fosse, ci dovesse essere.

mercoledì 13 agosto 2008

Test ferragostano per dame e gentiluomini

Piccolo test psicologico di Ferragosto per entrambi i sessi. Immaginate di entrare in una stanza e di trovarvi diversi elementi stimolanti. Dite verso quale elemento muovete il primo passo.

PER LE SIGNORE:

1) Spaccalegna seduto con gambe divaricate e lingua penzoloni che vi fissa con l’aria di dire “Fiuuu, che bambola!”.

2) Signore dall’aria intellettuale che legge Borges e vi sorride come per indurvi a una discussione in cui fondere le vostre anime inquiete e romantiche.

3) Manichino antistupro da portare in macchina per i lunghi viaggi notturni. Il manichino viene sistemato sul sedile accanto a quello di guida simulando un omaccione pronto a dissuadere eventuali malintenzionati che vogliano aggredirvi in autostrada. All’occorrenza si può utilizzare il manichino antistupro per lunghe conversazioni automobilistiche del tutto aliene da incomprensioni e discordie.

venerdì 8 agosto 2008

Signor scrittore moderno

I romanzieri moderni spesso sono autori di encomiabili storie di denuncia sociale in cui fustigano i malcostumi della società moderna. Nelle loro pagine scorrono droga, sesso, denaro, solitudine, ignoranza, facendo crescere la nostra coscienza civica. Tuttavia alcuni di questi romanzieri talvolta sviluppano una singolare forma mentale.

Scrittore moderno: - Hai assassinato qualcuno di recente, Capitano?

Capitano: - Non che io ricordi, signor scrittore moderno.

Scrittore moderno: - Non deve essere stato per forza un omicidio epocale alla Garlasco che attira fior di reporter, conta pure se hai bastonato a morte un barbone, una puttana o meglio ancora un trans.

Capitano: - Ecco, una volta volevo che un meteorite spiaccicasse uno che gridava nel cellulare in metropolitana, però…

- Magari hai messo qualcuno sotto con la macchina e poi sei scappato da buon pirata della strada.

- Ehm, credo di non averlo potuto fare, signor scrittore moderno, perché non ho la patente.

lunedì 4 agosto 2008

Osteria Carosello


Ti ricordi di Jo Condor e del Gigante Pensaci tu? E tu ti ricordi di Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due? Aspe’, io ne ho una molto meglio che ti stenderà sul colpo: l’è lì, l’è là, l’è là che l’aspettava, l’è lì l’è là che aspettava Miguel… Miguel son sempre mi. Mi costringi a replicare con Mariarosa, Mariosa, per favore pensaci tu o ancora meglio con Carmencita amore mio. Toh, incassa, E la pancia non c’è più e la pancia non c’è più, Chiamami Peroni sarò la tua birra. Non mi fai affatto paura perché “Quaggiù nel Montana, tra mandrie e cowboy c’è sempre qualcuno di troppo tra noi… Gringoo, Gringoo-ooh”. Occhei, Taca Banda.
Scrivere del mitico Carosello televisivo significa inoltrarsi su un terreno pieno di trappole. L’insidia maggiore è che il post si scriva da sé, come sarebbe comodo e forse logico, e questo significherebbe lasciare campo libero alla facile nostalgia della brillantina Linetti, dell’antico spot della Folonari e di Ernesto Calindri seduto a bere Cynar in mezzo al traffico. Senza scordarci di Calimero e del qui fanno tutti così perché loro son grandi e io piccolo e nero. Tuttavia forse converrebbe affrontare l’argomento in maniera più equilibrata, anche a costo di riflessioni non del tutto allegre.

venerdì 1 agosto 2008

Luxuria, l'isola dei famosi e la vecchia Hollywood


Un noto personaggio televisivo ha scritto un post sulla partecipazione di Vladimir Luxuria alla prossima edizione dell’Isola dei Famosi. Come è noto Luxuria è stato eletto nelle liste di Rifondazione Comunista nella passata legislatura, mentre in questa ha dovuto subire i rovesci elettorali dell’estrema sinistra e probabilmente ha ritenuto di doversi trovare un’occupazione alternativa alla politica.

Capitano: Mi spiace, Daria, ma non posso proprio commentarti questo post per assoluta ignoranza. Credo di non aver mai visto sessanta secondi continuativi dell’Isola dei famosi, anzi ritengo di non averne visto nemmeno trenta tutti insieme.
Daria Bignardi: Ho capito, sei uno di quelli con la puzza sotto il naso che non guardano mai la televisione.
Capitano: No, la televisione la guardo fin troppo. La colpa è tutta della Sindrome di Amedeo Nazzari.
Daria Bignardi: Che diavolo c’entra adesso Amedeo Nazzari? Farnetichi come al tuo solito?
Capitano: Fammi spiegare. Uno sceneggiatore di cinema confessava che quando beccava un film con Amedeo Nazzari non poteva fare a meno di cambiare canale con un tempo di reazione da centometrista olimpionico. Lui tecnicamente non aveva niente contro Nazzari, però non poteva resistere a quell’impulso irrefrenabile. A me, cioè al mio dito, capita la stessa cosa osservando un fotogramma dell’abbronzatura tropicale di Al Bano o Cecchi Paone. Mi succedeva pure con il Grande Fratello, scusa tanto.

lunedì 21 luglio 2008

Scambio figurine politicamente corrette

- Ti do la figurina della Betancourt se mi dai il Dalai Lama che protesta contro l’occupazione del Tibet e la figurina del NO ai preti pedofili.

- Sei pazzo? La Betancourt è una scartina da quando ha lodato pubblicamente l’esercito colombiano e addirittura quello americano per la sua liberazione. Inoltre vale ancora meno da quando è andata ospite all’Eliseo e ha gareggiato con la Carlà su chi faceva sentire più alto Sarkozy. Per tre Betancourt ti posso dare sì e no la figurina del Basta al buco nell’ozono.

- Che mi dai per un Nanni Moretti?

- Che dici? Hai visto che cosa ha fatto alla Isabella Ferrari? Dammi due Ferrara No Grazie e io ti posso dare, vediamo, un Obama We Can.

- Obama non ce l’ho, Però ho Hillary a doppione quando piange in campagna elettorale.

mercoledì 16 luglio 2008

Hanno ucciso l'Uomo Ragno

Volo nei cieli della metropoli aggrappato a una ragnatela. Faccio una capriola nel vuoto a una quarantina di piani dal fondo stradale laggiù. Posso variare direzione quando voglio, posso viaggiare veloce come il vento. Sono contento? Certo che sono contento, sono l’Uomo Ragno.

Ieri 29 settembre è stato arrestato un pedofilo che adescava piccole vittime nel parco cittadino. Nella cantina dell’uomo sono stati ritrovarti i resti di diversi corpicini che sono stati sottoposti a esami clinici per accertare tracce di…

Non resisto alla tentazione di fare il pagliaccio quando arrivo davanti a un grattacielo con il logo di una famosa industria automobilistica. Mi appendo a testa in giù, mi faccio cadere verso il basso per poi aggrapparmi al pennone di una bandiera. Una giravolta e sono di nuovo su. La maschera nasconde il mio sorriso, ma il mio grido di felicità deve arrivare molto lontano.

Il cadavere della ragazza è stato ritrovato in una discarica cittadina parzialmente smembrato dagli animali spazzini. La polizia ha diffuso l’identikit del suo probabile assassino, ma la ricerca non ha ancora dato i frutti sperati. Emanuela era stata vista viva l’ultima volta mentre si allontanava dal locale in compagnia di uno sconosciuto che…

venerdì 11 luglio 2008

Waterloo

Gli scrosci di pioggia si rovesciano nella notte gelida di Waterloo formando un muro liquido quasi impenetrabile. Superata la prima linea delle sentinelle napoleoniche, io e il mio maestro avanziamo cauti nell'accampamento francese, tra fusti di cannoni e carriaggi vari difesi alla meglio da teloni.

Temo di imbattermi da un momento all’altro nella figura accigliata del dominatore del mondo. Napoleone Bonaparte di certo non dormirà la notte prima della battaglia decisiva delle sorti sue e del pianeta. “Sono stanco e ho paura, maestro.” Quasi grido a causa del tambureggiare della pioggia. “E’ stata una pazzia venire qui.” Preannunciata da un rombo devastante, una saetta cade a poca distanza come a voler stigmatizzare l’avventatezza estrema che ci ha condotti lì.

Mi vergogno di dubitare del mio maestro. Eppure so che è un individuo fuori della norma. Può fare cose eccezionali come prevedere il futuro o viaggiare nel tempo. Qualcuno pensa che sia immortale e di sicuro il suo sapere è sterminato. “Ne abbiamo già parlato”, sussurra. “Mentre sei insieme a me, nessuno può vederti né torcerti un capello.”

sabato 5 luglio 2008

Gli straordinari scium-pa-pah di Grease

Il tema di questo post sono gli scium-pa-pà, gli uuu-uuuhhhh e i tu-bi-tù. Cioè i deliziosi e ammiccanti coretti che accompagnano le canzoni di Grease e che ti mettono così di buonumore quando li ascolti (perlomeno mettono me di buonumore). Non so se Grease mi piaccia, ma so che quando ascolto una canzone di questo film rido e mi si apre il cuore come in una giornata di primavera in cui le ragazze ti fanno l’occhiolino per strada. Può capitare che ascolti “You're The One That I Want” in qualche video di you tube sui blog o "Hopelessy Devoted To You” mentre passo accanto a un’auto imbottigliata nel traffico e la mia reazione è sempre la stessa. Rido. O ride una parte importante dentro di me.

Perché sono contento? Chi lo sa. Forse abbiamo bisogno di un mondo che non siano solo i guerriglieri delle Farc o gli anatemi scientifici sull’imminente sparizione della calotta polare. O forse immagino. Che cosa? Magari immagino di essere Danny Zuko in un allegro 1958, sono ottimista e il mondo sembra ai miei piedi, è l’ultimo anno del liceo, l’ultimo anno in cui posso essere adulto e spensierato nello stesso tempo, mi ritrovo circondato da ragazze belle e briose, con le gonne ampie e i bassi calzettoni bianchi bordati di rosso o giallo, la coda di cavallo bionda e i giubbotti rock’n roll alla “Be’ my baby”, con la più carina, Olivia-Sandy, che se ne muore per me.

martedì 1 luglio 2008

Io robot

- Io ti amo.

- Non sai nemmeno cosa significa questa parola. Ti limiti a ripeterla come un pappagallo. Saresti ridicolo se fossi umano.

- Ti amo, farei di tutto per compiacerti. Darei la mia vita per te senza pensarci un solo secondo. Quanti esseri umani farebbero la stessa cosa? E per quanto tempo? Qualcuno potrebbe sacrificarsi per te oggi o domani, ma tra un mese o un anno? Cosa saresti per quel tuo simile tra un anno? Probabilmente solo una foglia vecchia.

- Non so cosa potrebbe provare un uomo per me e per quanto tempo. Ma i suoi sarebbero sentimenti, non condizionamenti come i tuoi.

- Perché sei così dura con me? So di non essere niente al cospetto di creature straordinarie come voi. Siete così complicati e mutevoli. Siete quasi degli dei, non vi rendete conto nemmeno voi di quanto siate affascinanti e unici. Però pure un individuo non biologico come me può provare un abbozzo di sentimento. Altrimenti come si spiegherebbe questo mio smodato attaccamento a te? Come potrei voler morire per te?

giovedì 26 giugno 2008

E' ricca, la sposo e forse non l'ammazzo

- Ma le ereditiere esistono ancora?

- Boh, a quanto ne so sì. Ci sono un sacco di rampolle di magnati e riccastri paparazzate in ogni dove.

- E se le ereditiere esistono ancora, si possono sposare?

- Che cavolo ne so io? La donna più benestante che ho conosciuto era Carmela ‘a Pazza, che aveva una fiorente friggitoria a Mergellina specializzata nella pizza sasiccio e friarielli. Non so se si potrebbe definire ereditiera, Carmela, ma certo che se riuscivi a condurla all’altare la sua friggitoria ti faceva vivere di rendita.

- E ora ci troviamo di fronte al terzo e fondamentale interrogativo: se le ereditiere esistono e si sposano, potrebbero sposare un giorno NOI?

sabato 21 giugno 2008

Dal Big Bang al matrimonio di Flavio Briatore

- Circa quindici miliardi di anni fa, un punto di massa zero ed energia infinita generò il Big Bang che ha dato origine all’universo. Perché sbadigli?

- No, era più un tic che uno sbadiglio. E’ che stanotte ho dormito poco, poi si è messo pure quella carogna di belva canina della vicina. Ma tu continua, il tuo discorso mi interessa molto.

- La materia si è aggregata nella nuvola primordiale successiva all’esplosione immane, assemblandosi nelle stelle di prima generazione. Click, gli astri si sono accesi a causa della potente pressione gravitazionale generata degli atomi di idrogeno.

- Scusa per questo tic alla bocca, non ci far caso, quando mi prende, mi prende.

- Le più grandi di queste stelle sono esplose seminando nel cosmo elementi complessi, indispensabili alla vita come il carbonio, che non avrebbero potuto generarsi altrimenti. L’hai fatto di nuovo, ti ho visto, hai sbadigliato.

- No, ti immagini le cose, sono qui che mi bevo ogni tua parola. Però se solo potessi accomodarmi sul divano… Mi basterebbe chiudere gli occhi per appena…

giovedì 19 giugno 2008

L'Italia di oggi e l'Italia campione del mondo

L’Italia che si è qualificata alla seconda fase del campionato europeo di calcio è forte? E se sì, quanto è forte? E’ forte come quella che ha vinto il mondiale in Germania come in un film di Sergio Leone? Potrebbe ripetere l’impresa nelle non lontane Svizzera e Austria?

Tentiamo un’analisi prima tecnica e poi psicologico-ambientale. Una riflessione tecnica ci dice che la squadra italiana è quasi la stessa della Germania. E’ cambiata la coppia dei difensori centrali, Panucci e Chiellini contro Materazzi e Cannavaro, ma si tratta di un reparto che non influisce sull’identità e sul gioco della squadra. Per il resto ci sono gli stessi uomini tranne Cassano al posto dello spento Totti del Mondiale. L’Italia austro-svizzera sviluppa un discreto gioco d’attacco che crea diverse palle gol, per ora non realizzate dai nostri attaccanti e talvolta subisce il ritorno degli avversari come accadeva in Germania. Buffon sembra in palla dopo aver esorcizzato un rigore e rintuzzato un tiro quasi imparabile nella serata francese, però ancora non dà l’idea di essere l’extraterrestre che due anni fa fece passare solo un’autorete e un rigore quasi fermato dalla forza del suo sguardo saracinesca. Grosso spinge sulla fascia come sa, Zambrotta sembra ancora un pizzico sotto le sue possibilità, il centrocampo è rodato, Cassano gioca come un giocatore di biliardo, triangola e converge al centro che è uno spettacolo, gli manca solo il tiro. Toni è un asso a sparacchiare fuori, ma l’impressione è che se si sblocca potrebbe farci volare.

martedì 17 giugno 2008

La felicità d'estate

Ieri mi sono affacciato alla finestra. C'erano il sole e un'aria dolce. Due piani più sotto, al secondo, ho visto un mio vicino che leggeva beato un giornale sportivo. Faceva caldo, ma con un po’ di fantasia si poteva immaginare che facesse pure più caldo e che la gente fosse andata in gran parte in vacanza.
Ho avuto un'improvvisa percezione. La felicità era quella. Una mattina di estate caldissima, senza un suono, senza strombettii di macchine, e tu te ne stai a leggere del Tour de France su un giornale sportivo, diciamo La gazzetta dello sport, senza ansia né pensieri di dover fare per forza qualcosa di utile o intelligente, magari steso sul pavimento, silenzio nell’aria perchè i pochi che sono rimasti in città non hanno voglia di agitarsi con questo caldo, non si muove niente, non c’è vento, il tempo che scorre lento sulle cronache del Tour de France, in una mattina calda d’estate, questa era la felicità.