lunedì 23 agosto 2010

Uno del popolo

Il popolo è rumoroso, il popolo è volgare, il popolo è maleducato, il popolo non ha letto i libroni e non conosce i salotti dove tutti parlano bene e sono sempre nel giusto, il popolo è permaloso e attaccabrighe, spesso aspira a fare il guappo, anche di cartone. Il popolo rutta e scorreggia per strada e piscia per strada e sputa per strada e bestemmia per strada e va a piedi nudi non nel parco, ma, guarda un po’, per strada, e fischia ai culi in strada, il popolo ascolta musica scadente, non solo per strada, il popolo mangia cibo scadente, ride per barzellette scadenti, ha suonerie per telefonini superscadenti, guarda film perlopiù scadenti, indossa vestiti da due soldi di gusto scadente e anche i suoi denti sono scadenti, e quando si fa di vino, droga e sigarette sceglie sempre e infallibilmente i prodotti di peggiore qualità. Ah, che brutta cosa è il popolo, ah, che mostro fu creato, non odora di lillà, non dice pardon, al massimo ti dice stronzon. Non fa testamenti, il popolo, né biologici, né di altra natura, pensa che morirai quando verrà il tuo momento e pensa che sia stupido pagare un notaio quando hai da lasciare in eredità le tue quattro ossa o poco più. Però però però.

Però il popolo ti dice ti voglio bene se ti vuole bene e mi hai rotto il cazzo se gli hai rotto il cazzo, e quando ti molla uno sganassone sul grugno non lo fa mai per caso. Però il popolo crede al paradiso e all’inferno e crede che se sei stato un figlio di puttana in questa vita poi nell’altra qualcuno un po’ più figlio di puttana di te ti presenterà il conto. Però il popolo se ne fotte di professoroni e parolai con la pancia piena che cianciano di diritti dei deboli di cui non gli fotte una minchia e che si trovano sempre dalla parte dei buoni, no, il popolo si trova spesso dalla parte sbagliata, ma forse non è tanto sbagliata, la sua parte, perché è quella dove lo porta forse il cuore, di sicuro la carne, perché il popolo è carne e sangue, cazzo e fica, mangiare e cacare, vivere e poi morire. Però il popolo è più filosofo dei filosofi, perché ha capito che la saggezza dei vicoli è avanti secoli rispetto a quella dei salotti degli intelligentoni che hanno fatto le scuole buone e pensano di essere Dio dato che pensare che Dio non esiste è un dio di pensiero da Dio. Però il popolo si innamora ancora, forse perché ha la mentalità di un cameriere come diceva Gianni Agnelli, uno che non si innamorava, e ti uccide per amore, ah, che miracolo è uccidere per amore, che mondo sarà quando non ci saranno più camerieri innamorati e gelosi e quando tutti saranno dei Gianni Agnelli che dicono: “Che ovvove, l’amove”? Però il popolo è grande, è tre volte grande come dice Mina, e lo sapete quando è veramente grande? Quando nei tram affollati c’è la solita passeggera snob che si lamenta della ressa volgare che la opprime e del cattivo odore di sudore che deve sopportare il suo nasino fru fru. “Pecché nun te pigli nu tassì, cuntessa d’’o cazzo?” risponde il popolo. Ah, è grande il popolo!

Mi sono sempre considerato uno del popolo, forse è perché il popolo ha molti difetti, ma lo vedi per quello che è, senza finzioni. Nei quartieri della buona borghesia chissà perché mi sembra di avere a che fare con gente lievemente avida, lievemente falsa, lievemente gelida, lievemente carogna, lievemente stronza, lievemente molte cose. Ho detto lievemente.

14 commenti:

  1. Mi dicono che si potrebbe equivocare e quindi specifico che io non rutto e scorreggio per strada e non faccio quelle altre cose lì. :-)

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  2. Caro Capitano,
    una visione "romantica" del "popolo"... Temo, però che sia una descrizione anacronistica... Ai tempi di Masaniello e di Robespierre era così, forse.
    Oggi il "popolo" compra solo abiti "griffati" non importa se contraffatti, si fa le canne e prende extasy, va dallo psicologo della mutua per cercare "se stesso", o meglio, per poterlo menzionare in incontri sociali, beve cocktails in discoteca rigorosamente alcolici fino a stordirsi, si fa prescrivere la pillola a 15 anni e pensa che il sesso sia un buon metodo per scaricare la tensione, meglio se in incontri occasionali, quando si è sballati, purché si usi il preservativo. Il popolo oggi comincia a farsi interventi di plastica al naso ed alle tette a 15 anni, si laurea a 30 anni e sogna di partecipare al Grande Fratello...
    Non penso proprio che tu possa considerarti uno del popolo... Mi dispiace per te ma devo darti una brutta notizia: sei una mosca bianca.

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  3. Enrica, naturalmente il post si concede delle licenze letterarie nella descrizione dei caratteri e dei personaggi a causa soprattutto degli spazi e dei tempi del blog, e poi un post è spesso soprattutto uno sfogo, non uno studio sociologico. Esiste comunque ancora un carattere popolaresco ben differenziato da quello di altre classi sociali e dalle mie parti si vede tuttora bene.
    E' bene dire che considerarsi uno del popolo non significa mica mettersi a ballare la Rumba d''e scugnizzi in mezzo alla strada, è piuttosto una condizione psicologica di vicinanza a un determinato contesto sociale. Inoltre per considerarti uno del popolo non deve per forza piacerti questo soggetto, così come tu continui a far parte della tua famiglia anche se la detesti e te ne sei andato di casa e anche se ti comporti e pensi in modo radicalmente diverso da genitori, fratelli e parenti.

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  4. Se devo essere sincera, caro capitano, la differenza sostanziale credo sia solo nel conto in banca oggi giorno perché la volgarità si trova ovunque. Così come s'incontrano persone molto raffinate, gentili e piene di rispetto in qualsiasi ceto sociale...
    Sì lo so che ogni tanto ti sfoghi ma oramai io ho preso questo ruolo di voce della tua coscienza... non riesco a scollarmelo.
    Comunque non mi dispiacerebbe vederti ballare la rumba in mezzo alle pozzanghere magari con la tua bella... Di certo ti renderebbe più felice e metterebbe a me un sacco di allegria..

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  5. Sono sostanzialmente d'accordo con Enrica sul discorso che le classi sociali oggi non si vedono più tanto. Oggi il popolo è fatto di gente che si copre di rate per comprarsi il macchinone e poi con il macchinone va a mangiare alla mensa della Caritas. Però devo segnalare che a Napoli il popolo si vede ancora, eccome. Spesso nei vicoli vedi ancora il popolo di Masaniello o un suo stretto parente, vedi il folclore, i suoni, i gesti,gli odori, le parlate di una volta. A Napoli il popolo lo vedi sì, a differenza forse di altre parti d'Italia. Il popolo napoletano è piacevole e simpatico se ci devi avere a che fare per pochi giorni. Sul lungo periodo può essere troppo rumoroso e stancante. :))

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  6. Enrica, mi metterò a ballare la rumba d''e scugnizzi in piena piazza san Domenico Maggiore sotto il celebre obelisco e così finalmente ti farò cambiare idea sul sottoscritto.
    Cleide, certo che ormai conosci così bene Napoli che potresti fare la guida. Mi viene in mente solo ora che sei appassionata delle commedie di Eduardo De Filippo. E allora mi chiedo: Eduardo era uno del popolo o no? :-)

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  7. Non so se Eduardo fosse uno del popolo. Certamente conosceva bene quel popolo che tu descrivi, quello de core e de panza, come dimostrano i suoi testi. :)

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  8. Cara Cleide,
    devo proprio venirci a Napoli. Ci sono passata solo una volta e di corsa. Anch'io adoro De Filippo. Ecco, lui è un esempio della raffinatezza del popolo secondo me.
    Caro Capitano, guarda che ti prendo in parola. A quando l'evento? Voglio esserci e non perdermi neanche un'istante!

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  9. Enrica, se vieni a Napoli io e Cleide saremo lieti di farci una pizza con te. De Filippo va alla grande così come la Rumba d''e scugnizzi e la Tammurriata Nera.

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  10. CASSANDRO

    "Il popolo è rumoroso, il popolo è volgare, il popolo è maleducato . . . ecc. ecc.": forse ne hai dette, Cap, troppo poche sul popolo che càpita di incontrare strada facendo (anche se giustamente ti sei preso delle “licenze letterarie”), per cui, se gradisci, ti offro -- pur avendo coscienza che non si tratta di uno “studio sociologico” ma del solito scherzo in versi -- una carrellata di altri eventi (qui a parlare è un tipo da immaginare alla Paolo Poli, che fa di tutta l’erba un fascio), qualora volessi favorire per meglio evidenziare quali atti o fatti possono fare dire a qualcuno con l’orologio sulla destra . . . . . . . . . .


    " UFFA! QUESTO MONDO NON MI PIACE "
    (Lettera ad un'amica) 1° parte

    Sarò un po' snob! . . . sarò, forse, indolente! . . .
    . . . sarò quel che ti pare, micia mia,
    ma il mondo d'oggi . . . ah, che deludente! . . .
    con la sua confusione ed anarchia,

    mista a conformismo. Non c'è spazio
    per il diverso, il non catalogato,
    e a lui che si fa pagare il dazio
    . . . qualcuno lo vorrebbe anche impiccato . . .

    o dargli l'ostracismo, sempre che
    costui lo sapesse che cos'è.

    Che folla . . . brrr! . . . .di popolo per strada!
    E' tutto un contatto . . . uno strusciare:
    hai da tenere tutto e tutti a bada
    se giacca e cravatta vuoi salvare,

    se vuoi che non ti montino di sopra,
    e sporchino, incuranti, le tue scarpe,
    se vuoi, insomma, che non ti si copra
    con questa 'viscitudine' da carpe.

    Guardali quelli che per strada vanno . . .
    ma di' . . . brividi a te non te ne danno?

    Non voglio dire ch'è gente villana,
    ma parla a voce alta o in volgare . . .
    o ride a bocca larga e, cosa insana,
    il "tu" ti dà, così, senza pensare.

    Ma che? . . . gli stessi siamo diventati?
    Scherziamo?! . . . Tutti uguali. Ma tu scatti . . .
    E' la democrazia che ci ha fregati
    omologando doge e lavapiatti!
    (Segue)
    (Cassandro)

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  11. CASSANDRO

    " UFFA! QUESTO MONDO NON MI PIACE "
    (Lettera ad un'amica) 2° parte

    A volte penso, sai, con nostalgia:
    potesse ritornar la monarchia!

    Il culo ugualmente si toccava
    -- pardon -- alle damine, ma la mano
    era guantata almeno . . . non si andava,
    siccome ora, di prescia: piano piano

    ci si accostava . . . una cortesia . . .
    si raccoglieva il fazzoletto se
    questo cadeva . . . e no "una botta e via
    . . . che famo, annamo?" . . . Un po' di grazia, uhè! . . .

    E dico ciò non per esperienza,
    chè non l'ho fatta mai questa scemenza!

    Zitti . . . sull'eleganza, cara micia!
    chè alcuni si fan sotto dritti e belli
    con canottiera senza la camicia,
    o con camicia priva di gemelli.

    Che hanno per calzari? . . . Zatteroni!
    . . . due buatte enormi sotto i piedi
    portano le ragazze e a sobbalzoni
    vanno, come se stessero su spiedi!

    E' fatto il mondo ormai di giardinieri,
    di cuochi, di servette e camerieri.

    Morto è lo stile . . . morto da un pezzetto,
    chè maschi incroci . . . puah! . . . con l'orecchino,
    e donne al bar che sporcan di rossetto
    la tazza ove han bevuto il cappuccino.

    D'estate! . . . e chi prende l'ascensore?!!!
    A piedi salgo pur mille gradini
    per evitare di veder sudore
    brillare sulla fronte dei vicini,

    oppur scolare da ruvida pelle
    di maschi o di donne dalle ascelle.

    E i "bruscolini", al cinema, li senti?
    e i pop corn? . . . Quei maledetti lì
    per tutto il film li hanno sotto i denti
    " . . . ecchomp, ekkrak ecchomp, ecchomp-esccììì . . . "

    Pròvati a far la fila a uno sportello! . . .
    C'è sempre dietro a te chi ti sta addosso,
    che sul collo ti alita, o fa quello
    che fa di norma chi . . . in gola ha un osso.

    Verrebbe da dir loro: "Ma che fate?
    Ad affogare in altro posto andate!"

    Non so se pure tu ci hai fatto caso?
    . . . ma nelle auto non ne vedi tanti
    che mettono le dita dentro il naso? . . .
    Ma, dico, cosa cercano? . . . Brillanti? . . .

    O l'auto hanno preso per il bagno?
    . . . come quelle signore che al mattino,
    sedute alla destra del compagno,
    il trucco si rifanno perbenino:

    . . . il rimmel prima . . . poi . . . ripulita
    la bocca . . . il rossetto e la matita.

    Credimi, micia, non ne posso più
    che mi si affianchi chi ha la pizza in mano,
    e chi col gargarozzo fa su e giù
    scolando birra e coca a tutto spiano.

    Per non parlare del telefonino:
    ce l'hanno tutti! . . . in mano, all'orecchio,
    appeso alla cintura, nel taschino.
    Un tal ieri l'aveva dentro un secchio . . .

    Ed è un incrocio di "Bay bay, amore" . . .
    "Chi sei?" . . . "Dove stai?" . . . "Dica, dottore!"

    Io per distanziar tale genìa
    -- che il the alle cinque non sa assaporare,
    che con la radio accesa va per via --
    questo discorso, beh!, vorrei fare:

    "A me non interessa chi voi siate,
    se gente ancor normale oppure matta,
    vi prego solo che lontano stiate
    un palmo . . . almeno . . . dalla mia cravatta".

    Ritieni tu che sia esagerato
    chiedere al mondo di adeguarsi a me?
    . . . A volte anch'io lo temo! . . . Ed è un peccato!
    "Perchè? . . . " -- mi chiedo -- "non son nato re?".

    (Cassandro)

    il

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  12. Olà Cassandro come sempre azzeccatissima la tua web poesia e invito tutti gli avventori a leggerti, anche se pare che in questi ultimi giorni di agosto non ci sia molta gente in giro. Mi sono appuntato "prescia", "Buatta", sobbalzoni e, perché no, "annamo". Però eccolo qui il formidabile verso onomatopeico, in rima come sempre: ". . . ecchomp, ekkrak ecchomp, ecchomp-esccììì . . . "
    Cleide ride quando sente dire che mi considero uno del popolo, dice che sono troppo contorto psicologicamente, cinico o disilluso o raziocinante, a volte dice persino snob. Io d'altra parte rido anche di più quando le sento dire che la vera donna del popolo è lei. :-) Saludos por todos.

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  13. CASSANDRO

    Mi auguro che tu non abbia a dispiacerti, Cap, se completo i miei due scritti iniziali, pure se il post è chiuso (comunque se non lo ritieni opportuno elimina pure questo scritto, che può farsi rientrare nella serie “Dio li fa e poi li accoppia”)


    RISPOSTA DI LEI A
    " UFFA! QUESTO MONDO NON MI PIACE "
    (Lettera ad un'amica) 3° parte


    Rispondo alla tua letterina.
    che ci vuoi fare i poveri son tutti
    -- ti prego di non dirmi tu “cretina” --
    come in quel film “sporchi, cattivi e brutti”.

    Non ci puoi fare niente: è così!
    Tentar di migliorarli è impresa vana:
    e questa è storia vera! . . . è da quel dì
    che si ripete questo. La puttana

    la fa la nobildonna? . . . quella che
    esce in carrozza ed ha i servitori?
    Di certo no, ma la rumena e
    le altre come lei che stanno fuori,

    in mezzo alla strada, mica a casa
    in un letto, che so, col baldacchino,
    fra lenzuola di seta, ed è persuasa
    che il “fuocherello” scaldi e no il camino.

    E chi si fa alle braccia tatuaggi
    a più non posso? . . . un principe? . . . un barone? . . .
    Io mai andrei con questi scarafaggi,
    con quei muscolacci da gibbone!

    Che senso di sporcizia che danno!
    Pure cattivi son secondo me.
    Hai ragione tu, ma che ci stanno
    a fare? . . . e ti guardano. Perché?

    . . . perché Dio non ha fatto tutti belli,
    coi soldi, come noi, per curare
    l’aspetto un po’? . . . coprirsi di gioielli?
    nei ristoranti Vip . . . ehm . . . cenare,

    a lume di candela o mezze luci,
    invece che a supplì e pizza al taglio
    con caviale e pasti al flambé?
    Dimmelo,caro, dimmelo se sbaglio.

    Il popolo . . . lontano, amico mio!
    Ripeto, non mi dire tu cretina
    o antidemocratica . . . Il mio Dio
    sei tu . . . sei tu il mio Re.
    La tua regina.


    N. B.
    Lo hai capìto . . . spero tanto . . . che
    non piace questo mondo manco a me?

    (Cassandro)


    Ovviamente si tratta di uno scherzo in rima (da leggere questa volta alla Franca Valeri), tanto per chiudere la scenetta teatrale, qualora la si volesse recitare in due...

    il

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  14. Davvero divertente il tuo scherzo, ha delle atmosfere della celeberrima canzone "Contessa" di Paolo Pietrangeli. "Che roba Contessa all'industria di Aldo / han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti". :-)

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