lunedì 21 agosto 2023

E se dopo aver toccato i fili elettrici poi non si muore?


Si parla del libro Il mondo al contrario del generale Roberto Vannacci, diventato un caso letterario, soprattutto per i molti tentativi di censura che ha ricevuto.

 Dico la verità, prima di leggere il libro pensavo che il generale Vannacci avesse voluto provare, come nella canzone di Battisti, a "guidare come un pazzo a fari spenti nella notte [e contromano], per vedere se è poi così difficile morire". 

Dalle anticipazioni giornalistiche del pensiero unico dominante mi aspettavo un testo alla Mein Kampf, ma non si vede l'ombra di nessun Fuher. Come è stato già fatto rilevare, nel libro non c'è niente di offensivo. Non c'è incitamento all'odio verso gli omosessuali o altre categorie sociali, niente razzismo, nessuna odiosa teoria di suprematismo di qualcuno su qualcun altro. Perlopiù si rileva solo buonsenso, il semplice buonsenso che si esprime nelle conversazioni private e non certo in pubblico (non di questi tempi). Il libro è scritto in maniera corretta, seppur non "politicamente" corretta. C'è l'elogio della costituzione, l'elogio del tenore di vita, dei diritti e della cultura sviluppati nel nostro paese, l'apprezzamento di una visione scientifica che deve guidare la società. E ci sono numeri, tanti numeri. Perché i numeri, a giudizio dell'autore (e nel mio piccolo anche mio) sono spesso più importanti delle teorie pseudo sociologiche tirate per i capelli. 

Dico ancora la verità, l'inizio del libro sul "Buonsenso" e "L'ambientalismo" sembrava quasi scritto da un Piero Angela meno piacione e più sferzante. Certo Vannacci scrive cose come "frignare" (riferito a quelli che lui chiama gli esponenti del mondo Sottosopra), "idiozia" (su una delle tante teorie del Sottosopra), "batacchio" (riferito alla protuberanza inguinale che uno studente trans esporrebbe alla vista altrui servendosi del bagno delle ragazze come vorrebbero alcune proposte del Sottosopra).

La prosa diventa più caustica e impetuosa nel capitolo sulla societa multiculturale e multietnica, dove l'autore afferma che una siffatta società sarebbe da evitare  per gli inevitabili conflitti che comporta. E cita gli esempi di Giappone e Australia come nazioni meritorie che hanno evitato tale situazione conservando un modello avanzato di società. Fermare le ondate migratorie, a parere del generale, si può.

Su Sicurezza e sulla Legittima Difesa, mi pare, si limita a invocare minore lassismo legislativo e giuridico e maggiore certezza della pena, nonché  il pieno diritto all'autodifesa in casa, anche con armi da fuoco. Nel capitolo sulla casa, Vannacci perlopiù si duole della facilità con cui vengono occupati edifici pubblici e privati da abusivi senza scrupoli. Il capitolo sulla patria dice poco, solo che si è perso rispetto per la Nazione, la bandiera e l'inno nazionale.

I capitoli più efficaci e frizzanti (al di là del fatto se uno sia d'accordo o meno) sono quelli sulla famiglia e soprattutto sul mondo cosiddetto lgbtq+. L'autore confessa che era stato vivamente sconsigliato dagli amici dall'affrontare questo tema, con l'ammonizione che era come infilare la mano in una vespaio. Lui all'inizio aveva anche acconsentito, ma poi deve averci ripensato per vedere forse, come si diceva prima, "se è così difficile morire". La famiglia per Vannacci è un'istituzione che ha sempre funzionato, da molto prima che esistesse il matrimonio, e sarebbe assurdo screditarla o azzopparla per quelle che lui definisce le esigenze di un'esigua minoranza (i gay). La legge Zan sull'universo gay che avrebbero voluto approvare è una legge liberticida che mira a indottrinare i bambini nelle scuole in modo non molto diverso da come si faceva ai tempi di Mao o di Pol Pot. Se fosse stata approvata, lui tra l'altro non avrebbe potuto scrivere questo libro o avrebbe dovuto ipotizzare una vacanza nelle patrie galere. Dare una pena maggiore per un reato commesso ai danni di un gay rispetto allo stesso reato rivolto contro un'altra persona è un abominio. Costruire bagni per studenti gay che rappresentano un percentuale infima della popolazione scolastica (con le note difficoltà di bilancio scolastico), o indurre quegli stessi studenti a esporre le loro grazie in bagni assegnati a un sesso biologico diverso è una scempiaggine cosmica. Cambiare i personaggi delle favole con la cancel culture altra bestialità. Il Gay Pride è uno spettacolo becero di rara volgarità. I gruppi di pressioni gay sembrano muoversi in osservanza alle tesi esposte da due intellettuali omosessuali, Marshal Kirk e Hunter Madsen, in un saggio del 1989, che assomiglia a un vero Piano Strategico per la presa del potere gay. Il Piano per la presa di potere consiste in tre fasi da attuare con quasi illimitata potenza di comunicazione, denominate Desensibilizzazione, Conversione e Dissonanza (spiegate meglio nel libro), al termine delle quali la lobby gay convertirebbe con le buone o con le cattive la maggioranza della popolazione alle sue tesi.  In ogni caso Vannacci non è contro l'omosessualità, la ritiene del tutto lecita e la rispetta perfino nel caso rimanesse, come nella cultura classica, nell'ambito dei gusti personali, senza attentare al ruolo della famiglia e pretendere cose come l'utero in affitto.

Il Capitolo sulle tasse è anonimo e mi pare si limiti a dire che ce ne sono troppe. Sull'Animalismo il libro rileva più o meno che c'è la solita minoranza con enormi poteri mediatici che  dispensa comandamenti su cosa sia giusto pensare, pena l'etichettatura con invettive che finiscono in "fobo" o "ismo".

E ora? E ora la cosa più importante, più importante del libro stesso - che è buono ma non un capolavoro - è cosa succederà. Il generale Vannacci ha toccato i fili elettrici: morirà (si parla di morte sociale, è chiaro) o la scamperà? Per ora è stato destituito da un incarico e si preannuncia un'inchiesta minacciosa nei suoi confronti. L'impressione però è che ce la possa fare. Il suo libro è diventato un caso. Il più venduto su Amazon. Spopola l'hashtag #iostoconVannacci. Il generale è ormai un personaggio con una vasta approvazione e come tale difficilmente attaccabile, almeno per ora, da quello che lui definisce il Sottosopra. C'è addirittura la possibilità che il suo esempio dia l'inizio a un profondo ripensamento su alcune dinamiche sociali che sembravano inarrestabili. Cioè se lui ha toccato i fili e non è morto, magari possono farlo anche altri.

AGGIUNTA DELL'11 DICEMBRE Sono passati quattro mesi, cosa è successo nel frattempo? Mi verrebbe da dire il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola... Il generale Vannacci è sempre indagato, il pensiero unico e il mondo al contrario sono più forti che mai, come si vede dagli ultimi eventi di cronaca. Il ministro dell'istruzione, in teoria un conservatore, ha proposto di indottrinare i ragazzi a scuola in puro stile Pol Pot affidando la supervisione dell'indottrinamento a una signora LGBT che dovrebbe essere uno dei massimi esponenti del pensiero unico di cui si parla. E Il generale Vannacci? Forse si presenterà alle prossime elezioni europee e io di certo lo voterò, ma non so cosa possa fare per opporsi ai potenti circoli di potere dominanti (starei per dire a sinistra come a destra). La vedo dura, l'unica nota positiva sembra essere il fatto che le presentazioni del libro di Vannacci registrano sempre il tutto esaurito.

Questo post mi è stato censurato da Amazon in nome del politicamente (s)corretto. Ormai la censura del pensiero unico domina ovunque. Per fortuna in questo spazio ancora no.

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