
In questo post si è sostenuto che, per complicate ragioni evolutive, la donna ha inventato quel sentimento straordinario e unico chiamato amore (unico perché non ha un corrispettivo nel regno animale, così come non hanno un corrispettivo la lunga gestazione e le impegnative cure parentali collegate all'essere umano). In queste righe si cercherà di avanzare una tesi ancora più ardita. E cioè che la donna con le sue “invenzioni” sessual-sentimentali ha obbligato l’uomo a innamorarsi a sua volta. Ovvero lo ha costretto ad amare per avere amore. Come è noto, per alcuni il processo evolutivo maschile verso l’arte di innamorarsi non si è concluso con un pieno e compiuto successo. :-) E' opportuno il riepilogo di alcune astuzie e strategie riproduttive femminili. Prima di tutto c’è l’astuzia di rendere l’estro nascosto (ciò comporta che il maschio umano sia l’unico essere vivente terrestre che ignora il periodo in cui le femmine sono fertili). Numero due, la donna, e anche questo è un record nel regno animale, è l’unico soggetto femminile a essere fertile tutto l’anno e non solo in una circoscritta stagione degli amori. Numero tre, la donna ha bisogno di innamorarsi per accoppiarsi: ciò in condizioni per così dire normali, anche se non avremo il tempo di definire cosa sia la normalità in questo post (forse però è qualcosa di diverso dalle domande regine della chat: "Anni?", "Da dove?", "Single?"). Questa necessità implica che il partner sarà scelto con criteri selettivi e che, inoltre, dovrà passare un certo periodo di tempo prima che la donna ritenga maturo il momento del congiungimento fisico.
Come hanno influenzato, queste innovazioni riproduttive femminili, il comportamento biologico della controparte maschile (cioè quello influenzato dall’eredità genetica e non dall’apprendimento)? Analizziamo prima il caso del maschio umano poligamo classico. Il poligamo di vecchia scuola vorrebbe trovare una femmina fertile, inseminarla e squagliarsela in cerca di un’altra femmina e poi di un’altra ancora. Però questo non è un atteggiamento riproduttivo vantaggioso. Il nostro farfallone preistorico non sa quale sia una femmina fertile. Potrebbe fecondarne una o più senza averne nessun vantaggio riproduttivo, quindi senza generare prole. Potrebbe sparare per così dire un mucchio di cartucce a vuoto. Inoltre anche nel caso che qualcuno dei suoi numerosi tentativi vada a buon fine, la sua tendenza ad allontanarsi dalla compagna ridurrà sensibilmente le possibilità di sopravvivenza della sua prole, a causa dei motivi che si è cercato di dire nel post precedente su questo tema. Poiché i guai non vengono mai da soli, il nostro casanova opportunista avrà pure i suoi bravi problemi a trovare una femmina disposta a farsi inseminare da lui. L’amore vuole amore, e se non sai amare con sufficiente intensità e persistenza sarà difficile che una donna ti faccia accoppiare con lei (si parla sempre delle succitate e purtroppo non meglio precisate condizioni di normalità). Resterebbe sempre la possibilità dell’atto sessuale coercitivo; ma pur essendo frequente in ogni epoca umana, lo stupro è sempre stato un’attività minoritaria nell’ambito dei rapporti sessuali, per motivi che esulano da questo post.
L’uomo farfallone totale dunque evidenzia più di un problema a interagire con la donna moderna qui analizzata. Tuttavia, a causa dei cambiamenti evolutivi propri di ogni specie vivente, potrebbe essere apparso, qualche milione di anni fa o poco dopo, un maschio umano un po’ diverso da quello sopra tratteggiato. Diciamo che è un signore un po’ più civile, capace di corrispondere la donna nel sentimento inventato da lei, o meglio dai suoi geni. Quest’uomo nuovo potrebbe essere capace di innamorarsi a sua volta. Quali potrebbero essere le conseguenze di questa sua capacità di provare un sentimento più coinvolgente e per certi versi rivoluzionario? Per iniziare, la capacità di innamorarsi è la chiave per superare le prudenze della donna in materia sessuale. Amore porta amore. La donna dei primordi percepisce un uomo innamorato più o meno come un individuo più affidabile, disposto a restare con lei, ad aiutarla con la famiglia e i figli. Chi fa battere il proprio cuore probabilmente è visto come una persona seria con cui si può creare qualcosa di buono, a differenza dell'altro soggetto. In secondo luogo un uomo innamorato può restare accanto alla sua partner, proprio a causa della forza del suo sentimento, molto più a lungo di uno che svolazza di fiore in fiore. Può sorvegliarla, evitare che si accoppi con altri maschi. E trattenendosi con lei sarà ragionevolmente sicuro di riuscire a fecondarla in uno dei suoi imprevedibili periodi fertili. L’amore e il legame che ne conseguirà dureranno abbastanza affinché la nuova coppia possa allevare i propri figli con sufficiente successo.
Da qualunque modo si guardi la faccenda, si deve decidere che l’uomo capace di innamorarsi è favorito rispetto al bruto copulatore opportunista. L’amore è un carattere vantaggioso per la specie umana. E vantaggioso in biologia evolutiva significa procreare una prole numerosa e in buona salute che diffonda alle nuove generazioni il carattere favorevole ereditato dai genitori. L’uomo nuovo avrà molti figli che tramanderanno geneticamente ai posteri, anch’essi in buona misura numerosi e sani, la sua capacità di innamorarsi.
In altre parole è verissimo quanto diceva Carlo Verdone in una delle sue macchiette televisive: “L’amore vince!”. L’amore è stato un carattere evolutivamente vincente, per questo è ancora presente, più forte che mai, ai nostri giorni, persino in internet e nei nostri blog.
Bisogna precisare in chiusura che il traghettamento del maschio umano verso l'amore e il rapporto esclusivo di coppia non si è ancora concluso. L'uomo per certi versi è rimasto in mezzo al guado delle strategie sentimental-sessuali: vede a uguale distanza la riva della poligamia pura e la riva dell'amore. Ah, mi sono reso conto di aver dato per scontato qualcosa che forse non è scontato per tutti. E cioè che i nostri comportamenti sessuali attuali sono determinati in massima parte dai nostri condizionamenti genetici, vecchi di milioni di anni. A mio modo di vedere la cultura non ha fatto che rivestire di belle parole e lustrini intellettuali quegli antichi istinti, ma non li ha affatto cambiati, né ha modificato nel profondo il modo diverso in cui uomini e donne si rapportano al sesso.