lunedì 22 dicembre 2008

Uuuuuhhh-hhhuuuuuuuu

I due ragazzi profumano di buono. Li vedo già prima di vederli. Sento l'odore della loro eccitazione, sento l'odore dei loro baci e delle mani che cercano la carne dell'altro. Il loro profumo mi porta persino l'eco delle parole appassionate che si scambiano.

Esco dal punto più scuro del vicolo in cui sono acquattato. Silenzio. Notte. I miei sensi sono sviluppati in modo prodigioso, nessuno si è mai sentito così invincibile e felice. E' una sofferenza restarsene fermo quando vorresti correre come un fulmine per le strade deserte della città. Lo farò dopo. Correrò. Dove nessuno può vedermi. Sfreccerò tra gli alberi e il sottobosco del vicino parco, mi pascerò dei grassi odori della terra e mi strofinerò nell'erba umida o nella polvere su cui ho orinato. Annuserò il fango secco impregnato di antichi umori di animali. Sarò una sola cosa con gli alberi e le foglie e la terra, con la notte e le nuvole lassù, sarò parte di tutto e percepirò la gioia di un intero pianeta. Dopo. Dopo che avrò fatto qui.

Esco dal vicolo e vedo la macchina da cui proviene l'odore di buono. Nessuno in giro. Avanzo cauto tenendomi il più possibile nell'ombra. Sento ogni singolo muscolo teso e pronto a scattare. La cosa più dolorosa è imbrigliare il mio corpo mentre dentro di me è imprigionata un'energia sufficiente a devastare un mondo. E' pure difficile impedire alla mia gola di gridare la felicità primordiale che mi squassa le membra.

Mi immobilizzo mentre passa un'auto solitaria. Bene, il conducente non mi ha visto. Nessuno mi vede mai. Sono una creatura troppo assurda per gli occhi degli abitanti di questa città. Sono accanto alla macchina in cui i due ragazzi stano amoreggiando. Hanno l'alito pesante. Devono aver passato la notte in discoteca a bere e a dimenarsi. Sono all'altezza della portiera. Mi alzo abbastanza per vedere i seni chiari della ragazza e la mano del suo compagno che stringe in mano un pezzo di stoffa, forse un paio di slip femminili. Lui ha gli occhi chiusi e mormora parole sconnesse, lei è china sulla patta dei jeans del compagno. I gemiti che lancia il ragazzo mostrano l'apprezzamento per le attenzioni ricevute.

L'odore dei due giovani corpi pulsanti di passione mi incendia il cervello. Vorrei sfogarmi, gridare, gridare, gridare. Come si può essere felici se non si può gridare? Oppure vorrei restare accanto a questa macchina per il resto della notte a inebriarmi delle mille sensazioni comunicatemi dai miei sensi impazziti. Eppure non c'è tempo. Devo agire. Sono troppo esposto vicino a questa macchina. Spalancare la portiera e farla finita subito? Potrei farlo, ma non rinuncerò a un ultimo piacere. Mi sporgo dal finestrino del guidatore e faccio un ringhio che sa di morte. Il ragazzo davanti al volante interrompe l'ultimo mugolio di piacere mentre la sua compagna mi guarda con un sorriso stupido senza interrompere ciò che fa. Questo è il momento più bello delle mie cacce. Quando mi vedono. Quando per alcuni secondi interminabili mi fissano spaventati come bambini visitati dall'Uomo Nero. Qualche volta li terrorizzo così tanto che se la fanno addosso. Ma stavolta sono troppo impressionati per liberare le viscere.

Un attimo prima che le loro bocche diano fiato alla paura che li attanaglia, spalanco la portiera e affondo le zanne nel collo del ragazzo. Non posso evitare un ruggito di pura gioia animale quando percepisco il sapore del sangue che zampilla tra le mie fauci bramose. Gli occhi della mia preda restano a fissarmi spaventati anche dopo che la vita li ha abbandonati. Me ne resterei qui a dilaniare il corpo inerte e a godere del nettare caldo che mi scorre in gola, ma la ragazza dimostra una prontezza di riflessi inattesa. Apre la portiera e corre fuori. E' così scioccata dalla follia a cui ha assistito che si scorda di gridare o non ne ha la forza. Non le sarebbe servito a molto, dato che questa parte della città è un deserto. E' mezza nuda e scalza, le sue cosce turgide sono imbrattate da macchie rosse che appaiono quasi nere alla melmosa luce dei lampioni. Corre come il vento, ma non ha nessuna possibilità con me. In poche falcate le sono addosso. La atterro con una manata facendole picchiare la testa contro il basamento di un cartellone pubblicitario che avverte che un gioiello è per sempre.

Vorrei divertirmi a godere della sua paura. Vorrei squarciarle le candide mammelle con gli artigli o sbranarla mentre ancora capisce cosa le accade. Ma non c'è tempo per questi giochetti. La azzanno al collo e smette quasi subito di agitarsi. Mi disseto con il suo sangue caldo che odora ancora di sesso e sogni di vita. Le apro la pancia con gli artigli e mi sfamo con bocconi voraci. Quindi afferro la mia vittima e la porto nel più vicino vicolo buio, dove potrò finire il mio pasto.

Ci sarà da ridere quando domani i passanti vedranno la macelleria che ho lasciato nell'auto del ragazzo e sotto il cartellone dei gioielli Bulgari. Ci sarà ancora di più da ridere quando quei cretini di poliziotti avanzeranno le solite stupide spiegazioni sul solito maniaco o serial killer. Non c'è nessun serial killer. Ci sono io. Io che una volta ero un uomo.

Ecco, ho raggiunto un punto del vicolo in cui mi sento abbastanza sicuro. Lascio cadere il cadavere della ragazza. Tra poco la mangerò fino a saziarmi. Alzo il muso sporco di fluidi umani e brandelli di carne e annuso il profumo della libertà. Alta nel cielo, la luna piena mi accarezza con la sua soffice luce come se fossi il suo figlio preferito. Ora finalmente posso farlo. Posso liberare il mio ululato di felicità: Uuuuuuuuhhhhhh-hhhhuuuuuuuuuuuuu.

8 commenti:

  1. Crudo in certe parti ma molto trascinante e come sempre davvero ben scritto!

    Ciao
    Daniele

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  2. Hai saputo rendere bene l'atmosfera, ma non mi pareva esattamente un racconto di Natale. Ciao.

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  3. Daniele, crudo senz'altro, d'altra parte è la vita che è cruda.
    Carmen 74, be', pure a Natale si può raccontare una storia d'orrore intorno a un camino.

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  4. Cari auguri di buone feste, malgrado tutto.

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  5. Uhhhhhhhhh
    Ma che fai ululi alla luna?
    I testimoni di Geova? Péntiti peccatore?
    Mi riferisco al commento da me.
    E perchè le testimoni di Geova non dovrebbero essere emancipate? Io non ti seguo sarà che ho la mente offuscata dal Natale.
    Ma non si diceva... l'abito non fa il monaco?
    Ma che ti è preso oggi? Non so perchè tu abbia parlato dei Testimoni di Geova ma suppongo che un motivo di sara'. Ora sono curiosa come una scimmia di sapere che tipo di emancipazione hai visto in quelle povere testimoni di Geova.
    Capitano bacini bacini e auguri di buon natale.
    E preparati che tra un po' è Capodanno :)
    Serene feste a te e famiglia.
    Celia

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  6. Infatti, Celia, i Testimoni di Geova sono emancipatissimi. Stasera mi hanno invitato a uno strip-tease nel locale "Mbriacamoci, sballiamoci e trombiamo fino al Giorno del Giudizio". Io però sono un bravo ragazzo all'antica e ho dovuto rinunciare all'invito: non credo di poter stare alla pari dei disinibitissimi Testimoni di Geova moderni.

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  7. Va bene che non sei uno da posr glicemici, ma non mi avrai confuso il Natale con Halloween? :)

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  8. very cooooooooouuuuuuuuuuwwwwwwwwwwwl!!!!!;-)
    Adoro il didascalico!!!!!!!!

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