sabato 10 aprile 2010

Guccineide


Prologo, invocazione agli dei. No, sicuro non ce la farà a cantare. Deve essere ormai diventato un rottame umano che a stento si regge in piedi. Quanti anni ha? Come minimo settanta. La voce se ne deve essere andata già da qualche decennio. E poi con tutto quel gozzovigliare nelle trattorie emiliane. No, scordiamoci che possa cantare come ai bei tempi con quella potente voce da domatore di folle, da tribuno di piazza. Sicuro come la morte che steccherà a non finire e mugugnerà due o tre toni sotto la norma per non precipitare nel disastro canoro. L’ho sentito non molto tempo fa intervistato da Fazio e già non ce la faceva a parlare, si mangiava le parole, figuriamoci cantare. No, incrociamo le dita e speriamo che Guccini arrivi alla “Locomotiva” prima di schiattare sul palco.
Canto primo: l’intrattenitore. Eccolo lì finalmente sul palco. Vecchio è vecchio, ma ce la fa ancora a parlare. Anzi ha la battuta prontissima, domina completamente il pubblico con la sua profonda voce, gigioneggia come ai bei tempi e anche di più. A uno scalmanato che lo apostrofa dal pubblico, dice: “il vino fa male, vedete come mi sono ridotto io”.
Forse le sue battute non saranno le più originali del mondo con tutto quell’umorismo vintage sulle ragazze napoletane che dicono “papi”, sulle canzuncelle di Berlusconi e Apicella o sulla posizione detta di “Marrazzo” che induce gli ascoltatori a pararsi il posteriore con tutte e due le mani. Forse sembra un pizzico fuori luogo quel suo decantare il camicione rosso che indossa, dato che non sembra di trovarsi a fare le barricate, ma piuttosto a un raduno di nostalgici dell’eskimo che si sentono più o meno Che Guevara sparando battute di terza mano sul Cavaliere o Bossi. Però Guccini è simpatico e si sa che ai simpatici si perdona tutto. E poi lo abbracceresti e baceresti come un fratello quando dopo ogni canzone si fa un goccetto per schiarirsi l’ugola, tracannando dalla bottiglia. Ti verrebbe voglia di essere con lui in un’osteria a giocare a scopone e raccontarsi barzellette zozze, a discutere di vita e sogni, di chi siamo e dove andiamo.
Canto secondo: the voice. Inizia la prima canzone, presto ci sarà la regina delle prove. Ha ancora la voce o no? All’inizio Guccini è cauto (“lunga e diritta correva la strada / forte il motore rombava”). Non va al massimo, a dire la verità, sembra svogliato e quasi fuori tempo. Il tempo di farti temere il peggio e poi ecco tornare l’incanto. Ecco la voce da ammaestratore di folle, ecco il cantore dell’eroismo sociale. Scorrono “Noi non ci saremo” e alcuni pezzi intimistici arrangiati a meraviglia, quasi sconosciuti. Ma ti viene da pensare che Guccini è vivo, è lui, quello di sempre, il mattatore della protesta, quando arrivano i suoi cavalli di battaglia, la sua epica sociale, i suoi eroi dell’essere contro, Don Chisciotte, Cirano, i grandi orizzonti del “Vecchio e il bambino”: “L’immensa pianura sembrava arrivare / fin dove l’occhio dell’uomo poteva guardare”. Quella voce antica da trascinatore di masse ti solleva dalla sedia e ti spinge in piedi ai primi versi di “Dio è morto”: “Ho visto gente della mia età andare via / lungo le strade che non portano mai a niente”. E ridi mentre canti con il pubblico, perché se Guccini è vivo significa che pure tu ce la fai a tirare avanti ancora.
Canto terzo: Il pubblico. I vecchi erano previsti, Francesco ha l’età che ha, ma tutto questo ragazzume, questa marmaglia post-adolescenziale ammassata a terra nei corridoi centrali del Palapartenope, quella non se la sarebbero aspettata in molti. I ragazzi conoscono un mucchio di canzoni quasi più vecchie dei loro genitori e le cantano a memoria. E’ un bel sentire. Prima del concerto, i soliti sessantenni ti spiegano orgogliosi la loro vita eroica, costellata di imprese ardimentose tipo che loro ascoltavano Guccini quando i coetanei se ne morivano per Little Tony. Uno stronzo con i capelli bianchi mette a soqquadro il teatro per trovare un posto a lui e alla moglie, e dopo che ha costretto una fila intera di persone a spostarsi per fargli posto, li ringrazia paragonandoli a Berlusconi perché non si sono spostati nella direzione da lui voluta. Boati del pubblico quando si parla di Sancho Panza o delle famose “stoviglie color nostalgia”.
Canto quarto: le scarpe. A un certo punto ti rendi conto che è inutile guardare le facce delle persone del pubblico, le loro scarpe parlano molto meglio e dicono più cose. Ci vogliono pochi secondi per afferrare una legge inesorabile: tutti quelli che hanno scarpe da ginnastica ai piedi, bianche o biancheggianti, tipo alte da basket o basse da passeggio, Nike o cino-proletarie, preferibilmente rotte o sporche in uno o più punti hanno intorno ai vent’anni. Tutti quelli con scarpe di altro tipo o con scarpe da ginnastica con colori diversi dal bianco hanno da venticinque anni in su. Ci deve essere una qualche legge cosmica che spiega il dislocamento delle scarpe al Palasport, ma non c’è tempo per capirla, il concerto sta per cominciare.
Canto quinto: il corpo di Guccini. Guccini ha un panzone che cerca di mimetizzare con il camicione rosso di cui si è detto. Barba solita tendente al bianco. Gestualità sicura. Nei momenti più impegnativi del canto si tocca la pancia con la mano sinistra come a voler attingere ogni risorsa vocale dai suoi angoli più profondi. Ogni volta che lo vedi con quella mano che sfiora la pancia ti dici, ecco, ora cede, ora stecca. Ma non lo fa.
Epilogo: centro di gravità permanente. Ieri ho visto il concerto di Guccini con Cleide. Mi è piaciuto. Soprattutto mi è piaciuto sapere che Guccini è ancora lì, sa ancora incantarti con la sua voce. Su certi argomenti sono un gran conservatore: mi piace sapere che il mondo che conosco continua a scorrere come al solito. Sono affezionato a certi punti di riferimento, quali che siano. Possono essere il matrimonio di Al Bano e Romina o la presenza di Piero Angela in televisione. Mi sarei sentito molto triste se Guccini ieri sera non avesse dimostrato di saper cantare come al solito, sarebbe stato un altro piccolo punto di riferimento scomparso.

26 commenti:

  1. Mi piace sentir cantare e le canzoni di Guccini ( non ti dirò quali, che nel mio - juke.box ! - escono a caso tra quelle di De Andrè, Battiato, Modugno ecc. campioni di tempi che stanno passando. Tornare indietro nel tempo? Ma non è il miraggio cui facevi cenno in un tuo post. Di quella vernicetta e reazioni più o meno elettro-chimiche, mi sono impastato, permeato del tempo di allora. E, come allora, cerco un tempo e mondo migliore. Pazzesco, e mi illudo - anche - che mi sto ancora dando da fare per contribuire ( molto modestamente) a realizzarlo anch'io. Pazzesco, e un pò quasi mi farei compassione se i vecchi cavalieri e gli ancor più vecchi scudieri, potessero compassionarsi.Ma vedo arrivare un Cavaliere Solitario, ardimentoso, forse sono spezzate le catene del Prigioniero di Zenda.Non so quali canzoni nel concerto di Guccinio, Nè conoscle le emozioni, filtrate da Cleide e tue. Penso alle canzoni di un tyempo passato , tese ad un mondo nuovo (un Angelo vestito da passante ecc, quante cose in ogni bella canzone), Ancora in tempo per darti e darvi i miei AUGUI per Pasqua di Liberazione. Ciao da Giovanni

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  2. Guccini è sempre un grande. Ti dirò...anche come attore non mi dispiace nei vari film di Pieraccioni e Ligabue.

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  3. Giovanni, graditissimi i tuoi auguri. E' ammirevole il tuo sforzo di migliorare il mondo anche se di pochissimo. A proposito di cavalieri splendida la "Don Chisciotte" cantata dal nostro in coppia col bravissimo chitarrista argentino Flacco Qualcosa, sentivi il sangue ribollirti anche per Sancho Panza. Devo dire che era difficile capire tutte le parole cantate da Guccini: se non conoscevi tutti i testi già da prima, qualcosa o molto ti scappava. Ma Guccini è sempre stato così, e ci va bene com'è :-)
    Veneris, in effetti è bravo pure come intrattenitore, ti dà un senso di complicità, dovrebbe solo aggiornare il repertorio di qualche battuta.

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  4. Caro Mio Capitano con Cleide al concerto di Guccini deve essere stata una grande emozione più di quella che hai descritto!
    Pensa, Guccini dal vivo non l'ho sentito mai cantare neanche ai "miei tempi"! però la sua voce mi ha procurato sempre una grande emozione ed ha seguito tante tappe della via vita giovanile!!
    Mi fa piacere sentire che cavalca ancora il palco con grande padronanza sia con la presenza che con la voce!
    Grazie di questa conferma e di questa acuta cronaca.

    Ciao.
    berardo

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  5. Bel post Mio Capitano, adoro le "cronache" dei concerti perchè se non c'eri è come esserci stato ugualmente!
    Guccini l'ho conosciuto quando ero un pò più grandicella grazie ad un mio "fidanzato" che suonava in un complesso e da allora ho continuato ad apprezzarlo. La Musica è bella tutta, ogni sua espressione può comunicare qualcosa di nuovo!
    La donna dipinta dell'avatar sono io ed è opera mia! :-))) Fin da piccola mi divertivo a "mascherarmi" ed ora lo faccio anche per lavoro (che prima d'essere lavoro è una passione, la mia vita) mi ritengo strafortunata!!!
    Buona notte e buona settimana a te a ai tuoi amici, Cleide in particolare! :-**
    Nenet

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  6. Rileggo il commento e mi rendo conto che può essere equivocato :-))) intendevo dire che leggendo è come essere lì! :-))

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  7. Berardo, stai tranquillo, Francesco è ancora lui e questo significa che pure noi siamo ancora noi :-)
    Nenet, Ti dipingi la faccia per lavoro? Sei un'attrice di teatro o cinema? Mi fa piacere che tu abbia un lavoro che ti fa sentire strafortunata. Ciao.
    Ancora un saluto a Giovanni, che non si faceva sentire da parecchio in questi lidi.

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  8. :-) Dovresti chiedere a Cleide se ha mai sentito Guccini cantare in sardo!!! Qaundo ho qualche problema per la testa ( sempre :-D)metto al massimo del volume il brano in questione che canta insiema ai tenores di Neonelli "Naschet su sardu"! beh...Di emiliano ha poco! Un vero trasformista!Però hai ragione, non c'è nulla di più triste di un nostro "beniamino" che ha perduto voce e carisma!

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  9. Ne devo aver scritto da qualche parte, forse in un commento a qualcuno che per l'Immacolata abbiamo fatto con un gruppo di famiglie una piccola vacanzina ad Alghero.....
    E l'organizzatore portò un vecchio giradischi con un centinaio di vecchi lp, alla fine noi donne ci siamo ritrovate a cantare Guccini e ovviamente De Andrè ancora con tutti i testi a memoria.
    Ammetto che a Settembre, e non so perchè, mi fisso con la canzone dei dodici mesi...
    sarà perchè è il mese del ripensamento... sugli anni e sull'età .. :-)
    E quando sono arrabiata canto l'avvelenata....
    Credo che la generazione dei primo anni settanta,quella impegnata, aldilà del credo politico, sia stata segnata dalle parole e dalla voce di Guccini.....
    Epperò gli Entillimani.... mi mancano anche quelli :-).
    Sai che Guccini è stato non so se ancora lo sia anche scrittore?
    Lessi un libro giallo scritto da lui e non era male.....

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  10. Volevo scrivere generazione natinei primi anni sessanta

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  11. Giovanna, Cleide mi dice che ha sentito pure la canzone in sardo. Io non sono un vero esperto di Guccini, solo uno che va pazzo per alcune sue canzoni. :-)
    Fiore, in realtà so che l'ultimo recentissimo libro di Guccini poche settimane fa era primo in classifica e forse lo è ancora: fa comodo avere tanti fans. Monica naturalmente ha tutti i libri di Guccini compresi i gialli scritti con Loriano Machiavelli e ha pure gli autografi degli Inti Illimani. Il suo più prezioso autografo è pero quello che le ho scritto di mio pugno. Saluti a tutti gli amici del blog.

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  12. Sei tu il capitano a cui hanno messo le manette per il cargo cinese incagliato sulla barriera corallina australiana? :-)

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  13. Mi hanno messo le manette, ma di carghi nemmeno l'ombra, altrimenti me ne andrei alla ventura nei Mari del Sud oh yeaaahhhh!!! :-)

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  14. Credo che quella camicia di Guccini sia la stessa che portò al primo concerto che io vidi insieme a mia mamma, ero una bambina.
    Ovviamente scherzo sulla camicia, è solo per dire che Guccini si veste sempre allo stesso modo, le camicie sono sempre uguali, quella a quadri gli sta a meraviglia, e come indossa lo stesso abbigliamento da sempre, da sempre si mangia le parole quando canta e quando parla. Ma è una sua caratteristica che io trovo quasi sensuale.
    Mia madre mi porto' a quel concerto che io non capivo granche'. Al rientro mi disse: da grande avrai un bellissimo ricordo di questa serata. Ed è verissimo. Io a quel tempo cantavo Goldrake e Ape' Maga', forse qualche canzone di Mina quando facevo il verso a mia mamma a cui piaceva moltissimo. Di quel concerto ricordo anche di aver detto a babbo che mamma mi aveva portato ad un concerto di un ubriacone :D, cosi' lo vidi, ero davvero una bambina.
    Eravamo in un paese in provincia di Nuoro, le persone al concerto erano pochissime, lui solo sul palco o quasi, e un fiasco di vino al suo fianco.
    Conobbi bene Guccini e inizia ad innamorarmi delle sue canzone in un luogo che a raccontarlo non ci si crede. Avevo circa 14 anni e frequentavo la chiesa non tanto per vocazione religiosa quando perchè mi scelsero come voce solista nel coro. Di conseguenza facevo parte del gruppo dell'azione cattolica. Fu li, un giorno, che un ragazzo più grande di noi,smise di suonare con la chitarra le canzoni di chiesa e comincio' con un giro di accordi che mi piacque moltissimo. E vai con l'Avvelenata. Non conoscevo quella canzone. A pensarci ora mi vien da ridere. Un gruppo di ragazzi,dai 14 ai 20, che nel retro di una chiesa durante una riunione di Azione Cattolica, cantano l'Avvelenata. Erano tempi in cui non c'era niente, in cui la noia nei piccoli paesi si tagliava a fette e frequentare il cosiddetto oratorio era un modo per stare insieme e non finire in strada a fare cazzate. Non credo che nessuno di noi fosse li per religioso sentire, e infatti le idee di tutti non combaciavano di certo con quelle che sentivamo nelle omelie. Ma era un periodo strano, un modo per fare qualcosa di diverso, altre possibilita' per stare insieme oltre a quelle non ne avevamo.
    E da li il mio innamoramento per Guccini. Lui e De Andrè si contendevano il primo posto nel mio cuore e continua ancora questa "guerra".
    Conosco quasi tutto di lui, conosco anche la canzone di cui parla Giovanna, conosco cosi' bene Guccini che mi sembra persino che sia una persona di famiglia. E non so che ne pensa Cleide, ma a me lui piace anche come uomo. Anche cosi'. Anche alla sua età. Anche con la camicia rossa, anche con la panza, e cosi' anche sessualmente invitante mentre canta La locomotiva o Una canzone quasi d'amore o Scirocco o Eskimo. Un misto di cose.
    Una persona che mi piace.
    All'ultimo concerto che ho visto qui a Cagliari mi sono commossa, non lo so, un vuoto in pancia, una sensazione strana, una forza, un misto di emozioni.
    Credo che Cleide sappia anche dove abita. Un giorno organizziamo e ci piazziamo di fronte al cancello di casa sua. Secondo me ci fa entrare e ci offre pure un bicchiere di vino. Se mi vuole rimango li, faccio tutto, in cambio di quattro canzoni al giorno cantate solo per me.
    Ciao Capitano :)

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  15. Ecco come è strano il blog: pensi che un post sia morto e sepolto e ti arriva un commento come questo di Celia che è un post puro e semplice e gran bel post. Vedo, o carissima, che parli di Guccini dalle origini e così farò io.
    Dunque Guccini a me al liceo non piaceva, come ho già detto altre volte. Non so perché non mi piacesse, ma credo che fosse principalmente per la sua voce, bassa e con quel tono emiliano, mi pareva la voce di uno che non sapeva cantare e che tendeva un po’ troppo al funereo (pensavo le stesse cose di De André, anche più accentuate). Poi a un tratto Guccini mi è piaciuto. Diversi anni dopo, erano gli anni Novanta inoltrati e mio fratello mi fece sentire mio malgrado (l'ho raccontato da qualche parte) un cd dal vivo, credo si chiamasse proprio "Francesco Guccini live". I brani erano arrangiati in modo diverso e la voce del cantautore modenese mi pare avesse raggiunto una strana maturità che me la rendeva cara, specie nei suoi brani che definisco eroici (Don Chisciotte, Cirano e via dicendo, ma non c’era Don Chisciotte in quel disco, essendo un pezzo successivo). Dico che mio fratello me lo fece sentire mio malgrado perché a quell’epoca sentiva la musica a livello altissimo, di modo che anche se mettevi un paio di porte sprangate tra te e lui ascoltavi la sua musica alla perfezione. Di quel disco, non so perché, mi rimase impressa soprattutto Cirano, e soprattutto il coro femminile del pubblico che accompagnava i suoi passaggi più emotivi. Ricordo che pensai stupito: che strano, le ragazzine cantano ai concerti di Guccini come se fossero a un’esibizione di Eros Ramazzotti o Claudio Baglioni! E’ un fatto che mi sembra ancora strano, ma mi piace. Ho scritto varie volte su quella canzone dal vivo, mi aveva colpito; in un post di non più di poche settimane fa, mi chiedevo se nelle canzoni vince l’impegno o l’amore e tendevo ad accreditare la seconda ipotesi.
    A un tratto mi sono reso conto che proprio quelo che mi pareva il punto debole di Guccini era il suo punto di forza: la voce, il canto.La voce di Guccini mi pareva stranamente simile a quella di Lucio Battisti. Entrambi i cantautori, pur così diversi, sono stati accusati di essere cattivi cantanti, di aver avuto successo malgrado la loro voce inadeguata. Ora sto pensando che abbiano avuto successo proprio a causa della loro voce diversa, fuori dai canoni, forse non ortodossa dal punto di vista canoro, ma che rendeva vere le loro canzoni. Alla fine è questo che conta, la magia che un canzone sa instaurare in te, non importa come si ottenga questo risultato, lo si faccia con un vocione da tribuno di piazza come Guccini o con un voce roca di ragazzo di periferia che non sa niente di un campo di grano poesia di un amore profano, mentre conosce un mondo tutto chiuso in una via. Volevo scrivere un giorno delle misconosciute qualità di cantanti di Guccini e Battisti e altri come loro, e prima o poi lo farò.

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  16. (continua)
    Mi sono riproposto di scrivere un commento più lungo di quello di Celia, vediamo se ci riesco. Dunque Celia si dice esperta di canzoni di Guccini e mi viene il dubbio se lo sia di più o di meno di Cleide. Mi ha fatto una certa impressione vedere la Nostra (Cleide) tacere nelle prime canzoni a sorpresa del cantautore emiliano, erano parecchio fuori dal suo repertorio e molto datate. Mi sarebbe piaciuto vedere se Celia avrebbe saputo cantare in quei frangenti. In effetti taceva pure il tizio eroico seduto davanti a me, quello che arditamente ascoltava Guccini quando i coetanei erano fan di Little Tony. Però curiosamente i giudizi dell’omerico postlittletoniano della valorosa Cleide alla fine coincidevano perfettamente, essendosi dichiarati ambedue commossi dalla prestazione di Francesco e giurando che il recente concerto napoletano era stata sicuramente la migliore esibizione di Guccini a cui entrambi avessero assistito.
    Celia afferma di reputare Guccini un bell’uomo fisicamente e si chiede che giudizio dia Cleide su questo stesso argomento. Posso dire che a inizio concerto sentivo insistentemente una voce femminile gridare al mio fianco “Bono, bono!”. Con non poca sorpresa ho scoperto che la scalmanata era nientepopodimenoché la suddetta Cleide e che il bono in questione era da attribuirsi a Guccini, giudizio che sinceramente mi pareva viziato da un evidente pregiudizio favorevole, essendo la pancia di Francesco di misure di certo superiori a quella di Cico l’amico di Zagor.
    Sull’Avvelenata, Guccini non la canta, anche se a richiederla era il pubblico al completo come è successo qualche giorno fa al Palapartenope. Non so se perché si vergogno, se perché non l’avesse preparata o perché non l’avesse preparata.
    L’unica cosa che mi ha dato un pizzico fastidio del concerto è che il protagonista se la sia svignata appena fattosi l’orario previsto, come se timbrasse il cartellino, senza concedere bis o magari fare un po’ di casino. E ora vediamo se il mio commento supera quello della pasionaria sarda. :-)

    P.S. Credo di sì dato che ho dovuto dividerlo in due.

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  17. Qualche errore di digitazione nel mio precedente commento: poco male.

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  18. Capitano, ma come? la galanteria ?....hai tentato di superare la grande Celia!! Guarda che poi le donne si vendicano! Sicuramente la Celia essendo di cuore grande ed una gran bella persona te la farà passare liscia! però, mi raccomando non rischiare, ovvero non fare lo stesso errore con la Cleide, potresti pentirtene!! A proposito che fine ha fatto la nostra Cleide? Dopo la trasferta napoletana è rimasta silenziosa.
    Però caro capitano certo che le donne so' strane: dire che Guccini è "bono- sessualmente invitante" mi pare che ce ne vuole! Però loro so' fatte così! Si innamorano di altro.
    Un caro saluto.
    berardo

    PS
    Caro Capitano visto i gusti femminili...anche noi abbiamo... delle possibilità! L'unico problema è che non cantiamo, almeno io!! ahahhaha

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  19. Celia sa benissimo che si scherza e lo sai pure tu. Cantare non sappiamo e dobbiamo farcene una ragione. Cleide in questo momento viaggia verso Roma sperando che la nube islandese non sia calata fino alle nostre latitudini e faccia partire il suo aereo. Il resto delle notizie al prossimo bollettino meteorologico :-)

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  20. Certo che lo so!! Scherziamo un po'insieme!!
    Se non decolla dille di contattarmi che corro in soccorso!
    Partirà da Ciampino?

    berardo

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  21. Ultimissime da Cleide: mi ha telefonato poco fa dicendo che stavano per chiudere l'aeroporto di Roma a causa della nota nube islandese. Dice che lei dovrebbe riuscire a partire per un pelo. Forza Cle' :-)

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  22. bha speriamo nel suo ritorno dalla terra straniera :-).
    Ma attiri le sarde?

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  23. E che io ho quel certo non so che... :-) Insomma, speriamo che vada tutto bene.

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  24. Ho sperato sino all'ultimo che chiudessero l'aeroporto. Sarei tornata indietro saltando. Mi è andata male. Oggi non mi andava proprio di rientrare, ma qui si richiedeva la mia presenza. Per ora. In ogni caso sono arrivata e ringrazio Bera per sua sempre grande gentilezza.:)
    A Celia: pensa che io conobbi Guccini con Autogrill grazie ad un ragazzino di dieci anni. Io ne avevo qualcuno in più E si. Anche io lo trovo fortemente attraente. Sarò quel suo essere così informale e rustico.:)
    Un saluto a Fiore :)

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  25. Cap., non avevo letto di quel "certo non so che". Bah..deve essermi sfuggito.:))

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  26. Certo che noi donne siamo strane, come gusti maschili :-)
    Va bhe! ammetto che io per anni ho trovato attraente Antonello Venditti :-)
    Cleide ben rientrata a casa :-)

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