mercoledì 4 agosto 2010

M’occia non M’occia, M’occia non M’occia

Intervista a Moccia e a Non Moccia.

La verità. Ritieni di dire la verità quando scrivi?

Moccia. Certo, non faccio sconti su certi argomenti. La verità è l’unica cosa al mondo che conta. Sì, pure i miei romanzi sono veri dalla prima all’ultima parola. E che nessuno osi ridere.

Non Moccia. Non so cosa sia la verità, ne se esista. Io di certo non la dico e non conosco nessuno che lo faccia. Nemmeno ora che sto negando di dire la verità dico tutta la verità. Non esiste una differenza tra uomini che mentono e uomini che non lo fanno, ma tra mentitori stupidi e mentitori coscienti che magari si vergognano un po’. Io spero di appartenere alla seconda categoria.

Fiducia negli uomini. Hai fiducia negli uomini?

Moccia. Sempre. Gli esseri umani mi sorprendono sempre in positivo. Li amo. Li amo anche di più quando comprano i miei libri su scusa ma ti chiamo amore e dicono che so scrivere, si sa. Ah ah ah, smack smack.

Non Moccia. Non si tratta di avere fiducia negli uomini, ma di comprendere il loro comportamento e agire di conseguenza. Il fatto che alcuni comprino i libri del mio quasi omonimo non contribuisce ad alimentare nessuna fiducia.

Il mondo. E sul mondo?

Moccia. Il mondo è un bacio senza fine dato dall’universo e dal suo creatore. Il mondo, se mi consente, è un apostrofo rosa posto sulla parola amore…

Non Moccia. Il mondo è grigio, il mondo è blu, Cuccu-ruccuccù Paloma, ahia-iah-iah-iai cantava.

L’amore e i catenacci. E siamo arrivati a un argomento clou: l’amore ed eventualmente i catenacci sui lampioni con cui i ragazzi celebrano quel sentimento.

Moccia. L’amore è il cuore di un adolescente che sboccia. Dovremmo tornare tutti adolescenti per capire che cos’è l’amore. Io credo di esserlo ancora e bla bla e bla bla e ciù ciù e cià cià.

Non Moccia. Se l’amore è la melassa disgustosa di cui parla il mio quasi omonimo ci piscio sopra. Sui catenacci ci piscio sopra a prescindere. E sugli adolescenti riccastri e stronzastri, inutili e pecoroni, ammiratori di banche e non di barricate, che popolano i libri del suddetto, vuoi sapere cosa ci faccio?

Essere vivi. Sei vivo?

Moccia. Sì, è una straordinaria sensazione sentirsi vivi. Essere vivi è dare baci a tutti e parlare di amore e fare shopping shocking e guardarsi le puntate del Superman adolescente o degli adolescenti di Beverly Hills o dei vampiri adolescenti di Twilight o delle streghette adolescenti e dei motociclisti adolescenti di…

Non Moccia. Se Moccia è vivo non posso esserlo io. Decidi tu.

Scrivere libri. Perché pensi di vendere tanti libri?

Risponde Moccia. La gente vuole sognare e io contribuisco a questo scopo

Intervistatore. Non sarà che scrivi per vendere e le cazzate mielose hanno sempre venduto da che mondo è mondo?

Moccia. Come dice, prego?

Intervistatore. Mi hai sentito benissimo, pezzo di deficiente!

Risponde Non Moccia. Io non vendo libri. Perché non sono come Moccia. Se lo fossi venderei e direi cazzate in interviste del cazzo come questa che fanno vendere libri come il pane.

Intervistatore. Come dice, prego?

Non Moccia. Mi hai sentito benissimo, pezzo di deficiente!

13 commenti:

  1. Beh mi sembra giusto che finisca così...

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  2. Danilo Zanelli, benvenuto su questo blog.

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  3. belle le parole del moccia...se le mettessi insieme ne verrebbe fuori un ottimo libro che venderebbe tantissimo, peccato che se le scrivo io tutte ste ca***te non vendo manco una copia. ci vuole culo anche nel nascere moccia e non non moccia. ps. mi sa che sto meglio col cervello al mio posto e i racconti nel cassetto piuttosto che il contrario...un saluto sincero cap e buone vacanze

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  4. Leggo solo ora, cara Bluphoenix, che Moccia era il figlio di un famoso sceneggiatore noto come Pipolo (quello che lavorava in coppia con Castellano). Il vero culo l'ha avuto con i suoi natali: davvero qualcuno pensava che con un padre così Moccia sarebbe dovuto andare a lavorare? Se non faceva il mieloso scrittore di successo, avrebbe fatto qualche altra cosa, forse l'inviato cretino di Quelli che il calcio, forse il comico cretino di Zelig, forse l'impiegato cretino di Camera Cafè. Escludo nella maniera più assoluta che Moccia il il Caramelloso avrebbe dovuto lavorare o fare il precario o fare il disoccupato. Saludos por todos.

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  5. Ciao Capitano! Confesso la colpa: non ho letto niente di Moccia!!! Ma il bombardamento mediatico è stato tale che posso dire di conoscere qualche tramina...tutto ben studiato per acchiappare un certo tipo di pubblico (vedi Scamarcio e Bova)! Moccia poi è autore televisivo, pure di Ciao Darwin, quindi credo conosca bene la ricetta dell'acchiappo... però... che tristezza!
    Risvolto horror: e se non-Moccia fosse la 2^ personalità di Moccia e pian piano prendesse il sopravvento? Mi vengono in mente tante scene pulp in cui i lucchetti servono a sigillare ben altro che l'amore imperituro..... ih ih ih!
    Un saluto, Della

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  6. Allora, Della, eccco le mie conoscenze in merito. Di Moccia ho visto il film "Scusa, ma ti chiamo amore". Se ti chiedi perché l'ho visto posso dirti che posseggo ben quattro certificati medici sul mio precario stato mentale che spiegano la mia scelta. Non ho mai letto un suo libro e quindi, a rigore, non potrei parlare delle sue qualità di scrittore. Ma vedi, io sono uno di quegli sfortunati individui pieni di pregiudizi e preconcetti: una volta vidi Moccia in televisione e decisi che un tipo con una faccia così da deficiente non poteva scrivere niente di interessante (soprattutto per me). Lo so che sbaglio. Lo so che sono superficiale. Sto considerando di andare in terapia per correggere questo mio spiacevole difetto. Uno specialista mi ha assicurato che con soli sei mesi di analisi riuscirò a leggere un libro di Moccia e a dire finalmente con cognizione di causa che è un cane come scrittore. :-)

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  7. CASSANDRO

    E allora tocchiamo l’argomento cloudel tuo post, Cap: i catenacci (a Napoli come va in materia?)

    Melassa o non melassa, l’avanzata dell’amore, e del loro esternarsi in mille modi sempre diversi, vince sempre, e cercare di reagire o resistervi è tempo perso.

    I catenacci io li ho visti, forse prima che comparissero a Ponte Milvio, alla cancellatina posta attorno al monumento a Benvenuto Cellini a Ponte Vecchio a Firenze (città molto più galeotta di Roma), e come a Roma poi fu vietata tale usanza, la quale si è però subito spostata in altro luogo caratteristico della città di Dante: e chi li ferma gli innamorati giovani!


    CATENACCI A PONTE VECCHIO

    Certo un kasino c’è alla cancellata
    che attornia la statua del Cellini
    a Ponte Vecchio, tutta inanellata
    di catenacci d’innamoratini,

    che con nomi e data hanno bloccato
    il loro amore per l’eternità
    . . . sarà! . . . e la chiave in Arno hanno buttato
    come per Ugolino anni fa.

    Kasino sì, ma è pure un piacere
    pensare a come oggi di amore
    ce n’è di più di quanto a vedere

    i giovani ne danno a tutte l’ore . . .
    chè delle loro espressioni vere
    noi non ne conosciamo che l’odore.


    “Che dici, un catenaccio lo mettiamo
    puranco noi, e ce ne freghiamo,

    mia cara, pure se più non abbiamo
    la bella età del primo ‘Amor, ti amo’?

    Dato che sei d’accordo, forza, andiamo . . .
    Come i ragazzi qui l’amor blocchiamo!

    E con il giallo Yale . . . lo eterniamo.


    (Ma dopo un mese tutto è cambiato,
    e amor non viene più lì incatenato).


    . . . Mannaggia! Ahinoi, l’hanno vietato!!!…
    ‘Chi qui ferma l’amor sarà multato’

    sta scritto or su un cartello . . . Senza fiato
    restiamo . . . Proprio, eh sì, ci hanno fregato

    . . . ma tosto il “Porcellino” ci ha aiutato
    e abbiamo il catenaccio in lui spostato.

    Fatta la legge l’inganno è trovato!

    L’amore è un cane sguinzagliato!

    (Cassandro)


    Certo l’idea dei “catenacci dell’amore” non sarebbe potuta mai venire in mente a quel grande che è
    Charles Bukowski, che invece di farci volare “Tre metri sopra il cielo” ci costringe a pensare intensamente pure quando addentiamo un “Panino al prosciutto”.

    il

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  8. Caro Capitano, risparmiati i soldi della terapia tanto non penso che basterebbero i pronosticati sei mesi per riuscire a leggere un libro di Moccia e non vomitare dal troppo (s)miele, ce ne vuole di tempo e terapie. E come dice qualcuno: è meglio che lavorare! Che ci vogliamo fare se qualcuno nasce con il fiore in bocca? Succede nella vita che qualcuno ti passa sopra e non capisci il perché poi scopri che il padre è un giornalista famoso, o un magistrato o un deputato o un avvocato di grido o .....Perchè le cose vadano così non te lo so proprio dire però posso dirti che preferisco essermi sudato e patito ogni piccolo passo in avanti che ho fatto partendo da condizioni sfavorevolissime, almeno posso dire che, bene o male, è tutta farina del mio sacco!(ultimamente di farnia ce né rimasta ben poca però ...almeno il sacco è mio!)
    Ciao, giovane e promettente scrittore!

    berardo

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  9. Cassandro carissimo, come al solito accolgo con gioia i tuoi versi. Gli amori per cui ho simpatia sono quelli complicati, se sono troppo all'acqua di rose, se filano troppo lisci, chissà se sono amori o frivolezze. Spesso si chiama amore ciò che tale non è, addirittura spesso si chiama amore ciò che è al massimo una compravendita di sentimenti che andrebbe bene più nel settore finanzario che in quello del cuore, come cercai di dire nel mio indegno post "floridi commerci sentimentali" (se qualche ardimentoso vuole provare a rintracciarlo, si accomodi :-))
    Berardo carissimo, sono così giovincello nello spirito che probabilmente mi metterò a vendere io il mio prossimo romanzo, e magari chiederò la collaborazione di un giovane di belle speranze come te per aiutarmi nelle vendite. Non scherzo e nelle prossime settimane se ne saprà di più su questo argomento. Ciao Berà a te e Annamaria.

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  10. Mah! Di Moccia lessi Tre metri sopra il cielo perchè me lo trovai tra le mani. Non lo avrei mai comperato perchè non è il mio genere per cui non lo dico per snobismo. Non era male. E' una storia che pasrla di adolescenti. Amori, amicizia, bravate. Gli adolescenti si identificano in queste letture e chi adolescente non lo è più ricorda l'adolescente che era. per cui non mi meraviglia il successo editoriale di libri come questi. E non mi meraviglia e non mi indigna il fatto che il figlio di Pipolo lavori negli stessi ambienti del padre. E' normale che vada così. Di che ci scandalizziamo? Non siamo ipocriti su. :)

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  11. Annotata la posizione di Cleide. Sugli adolescenti, non ho mai sopportato quelli di cartone alla Questo piccolo grande amore, mentre ho sempre simpatizzato per quelli alla Animal House. Un saluto agli amici.

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