Mi riscuoto dalla mia apatia e mi sistemo meglio sul sedile dell’autobus. Chi diavolo parla con quel vocione da piazza? Dato che nell’autobus vuoto siamo solo io e la guidatrice, c’è poco da riflettere.
“Amore mio, come stai?” tuona una voce appassionata dal sedile di guida a un volume in cui i decibel si sprecano. “No, amore. Sì, teso’, vengo subito da te”.
Aspetto per vedere se la guidatrice appassionata manda qualche sbaciucchiamento al suo innamorato dall’altro capo del cellulare e noto vagamente che ha affrontato una curva impegnativa girando l’enorme volante del bus con una sola mano. Vorrei quasi segnalarle che magari sarebbe più opportuno comunicare con il suo spasimante quando la strada si fa diritta (sono un pragmatico e considero alquanto possibile che la signora al volante abbia già sentito dire che parlare a cellulare guidando è lievemente proibito, specie per un conduttore di mezzi pubblici, specie in tratti pericolosi di strada). Però me ne sto zitto, temo che tra le smancerie telefoniche, i sospiri d’amore, le curve di oltre novanta gradi affrontate manovrando con la sola mano sinistra e le discussioni con passeggeri preoccupati possa succedere una catastrofe.
Sono in autobus a San Giorgio a Cremano, cioè nel paese di Massimo Troisi o anche della giornalista del Mattino che di recente, inviata a seguire un fatto di cronaca, ha scoperto che uno dei morti ammazzati su cui doveva scrivere era suo padre (era stato testimone di un delitto e quindi eliminato). La guidatrice dell’autobus è stata silenziosa fino appunto a San Giorgio, quando non riesce più a trattenere il suo anelito amoroso e dà libero sfogo al cellulare al suo cuore impetuoso.
Io dico che non c’è niente da preoccuparsi. Ormai il tornante alla Gran Premio di Montecarlo è stato, in una maniera o nell’altra, superato, e ormai la strada è quasi tutta liscia fino allo stazionamento, tranne un paio di chicane belle toste, ma molto più avanti.
“Amore mio, teso’, aspetta solo un po’. Te l’ho detto, ti vengo e prendere e ti porto alla festa. Sì, ho detto che ti porto alla festa. Sì che avrai un piattone di patatine fritte, amo’.”
Colpo di scena nell’autobus che arranca nel paese di Troisi: la guidatrice tribuna di piazza non comunicava con lo spasimante, ma con il figlioletto. Gli dice, all’amore suo, che lo porterà a quella festa di compleanno a qualsiasi costo, anche a costo di prendersi una giornata di ferie dal servizio. Servizio? mi dico io. Quale servizio? La sbaciucchiatrice al cellulare che affronta curve da Formula Uno guidando con i denti non sarà mica convinta che sta lavorando? Se così fosse, le dovrebbero pagare gli straordinari per la formidabile energia che dimostra nel guidare con la sinistra, reggere il telefonino con la destra, coccolare il figlio che frigna che vuole andare da MacDonald’s nel giorno a lui dedicato, imprecare contro un automobilista definito incivile che ha parcheggiato mezzo storto in una nuova curva costringendola a fare marcia indietro, sempre in quella curva, e sempre con il solo ausilio della mano sinistra, senza scordarsi di dare assicurazioni sulle patatine fritte, che saranno tante e croccanti alla festa della gioia di mamma. Sì, avrebbero dovuto ricompensarla, quella non era una donna normale, ma una parente stretta di una supereroina della Marvel.
“Sì, amo’. Ti ho detto che mi prendo la giornata libera, teso’, e ti porto da MacDonald’s… Ora però non posso parlare perché sono in servizio…”
fenomenale!
RispondiElimina...e poi che mi vengano a dire che non è vero che le donne riescono a fare più cose insieme!
ma dì la verità: un vigile, nel paese di Troisi, l'avrebbe multata per guida col cellulare??? :-)
Ciao maria chiara, multe neanche a parlarne. Oggi ho preso un altro autobus e pure qui il conducente ha parlato al cellulare, stavolta almeno per chiedere un'informazione sul suo orario servizio.
RispondiEliminaAvrei voluto essere lì per godermi la scena.
RispondiEliminaLa cosa più sconvolgente è la completa mancanza di qualsiasi tipo di senso di colpa, vergogna o disagio. Penso che la signora si sentisse proprio un po' eroina...
"nell’autobus vuoto siamo solo io e la guidatrice"
RispondiElimina...
"con passeggeri preoccupati"
Forse non dovresti scrivere con la sinistra mentre sei al telefono... :-)
È grottesco che la autista che telefona alla guida imprechi contro l'automobilista che ha parcheggiato un po' male, e non anche viceversa... non ero lì ma forse con due mani sarebbe riuscita a passare senza retromarcia!
enrica, fortunatamente non c'era molto traffico, e poi a Napoli si naviga a vista, nel senso che il guidatore più che i segnali stradali sta attento a ciò che fai tu e regola la sua guida di conseguenza.
RispondiEliminaEmiliano, ti do licenza di usare la matita rossa per correggere eventuali errori del post, se non hai niente da fare. Nel caso specifico il plurale era una licenza letteraria, cioè si parla al plurale anche se c'è un solo viaggiatore. Sulla manovra di cui parli, ero seduto sul primo sedile proprio accanto a quello di guida e posso confermarti che con due mani la guidatrice sarebbe passata senza fare marcia indietro (d'altra parte perché avrebbe dovuto fare così? Che vantaggio gliene sarebbe venuto?).
Mi verrebbe da elencare tutte le scene curiose e assurde nonchè pericolose che osservo a Napoli ma non vorrei passare come la leghista della situazione, ma fammi dire che un attimino di colpa la attribuisco anche a voi.Il senso civico a Napoli è totalmente assente.Perchè non far notare all'incosciente guidatrice core de mamma le conseguenze che potrebbe avere il suo gesto in una situazione sfortunata? E gli esempi potrebbero essere tanti.;)
RispondiEliminaCleide, di chi è la colpa? Non saprei dire. Parlavo l'altro giorno nell'ufficio postale con un signore anziano, in mezzo a una fila caotica per prendere il numero alla macchinetta (attualmente stanno rilasciando solo dieci numeri alla volta credo per evitare imbrogli). Il signore mi diceva che a Nord le poste funzionano benissimo anche se sono gestite al 90 per cento da personale meridionale e spesso campano. Se uno in un posto si comporta bene e in un altro no, probabilmente il suo comportamento è influenzato dal contesto sociale in cui agisce.
RispondiEliminaIn ogni modo la guidatrice di autobus alla fin fine risultava pure simpatica nella sua schiettezza, e anzi avresti voluto quasi che avesse più tempo per stare a casa a coccolare quel suo figlioletto che chiamava così platealmente Amo' e Teso'.
Ahhhh... Ora ho capito. Scusa, sono io che scrivo commenti con la sinistra mentre telefono :-)
RispondiEliminaNo, non credo che il contesto sociale influenzi l'agire delle persone.Non in negativo almeno. Anzi credo che ci si educhi nel corso della vita e si impari dalle situazioni e dai contesti con cui ci si relaziona.La moralità, la decenza e il rispetto per le norme ti appartengono come il colore degli occhi o dei capelli. Io già venti anni fa mi portavo a casa le cicche delle sigarette per non lasciarle in spiaggia e allora nessuno aveva di questi riguardi nei confronti dell'ambiente. Insomma, secondo me siete senza speranza ;)
RispondiElimina:-) Meno male che io sono meno pericolosa, do' ripetizioni di matematica a mia figlia mentre tento di chiudere l'Iva.......
RispondiEliminacleide 2, le cose qui purtroppo spesso non vanno bene e non saro io a dire il contrario. Napoli putroppo è sempre stata così, da quanto ne so: una città bella e piena di calore umano, con una comunicativa degli abitanti unica, ma con enormi problemi di vivibilità. Era così dai tempi di Goethe, che pure era un appassionatoo di questa città.
RispondiEliminaFiore, se sbagli a risolvere un'equazione, al massimo tua figlia si prende un rimbrotto a scuola. Se sbagli una manovra mentre ti sbaciucchi a telefono, può capitarti di peggio. Tra l'altro mi sono accorto che diversi guidatori di filobus svolgoro il loro lavoro con le cuffie nelle orecchie (non li sento parlare e quindi non devono essere cuffie da cellulare) e mi chiedevo se fosse propriamente normale. Uno di questi guidatori cuffiemuniti scese dal filobus per aggiustare manualmente il trolley finito fuori sede. Il tutto senza staccarsi le cuffie dalle orecchie.
Tempo fa, fecero, a striscia dei controlli sugli autotreni, e filmarono i trasportatori che mentre guidavano mangiavano stavano al cellulare, guardavano la tv......
RispondiEliminaCASSANDRO
RispondiEliminaMa oggi tutto si fa col telefonino (solo la granita e i figli non si possono ancora fare a mezzo etere, ma dài tempo al tempo, Cap, e almeno per quanto attiene i figli si studierà che con l’impulso elettrico a distanza, sempre che si conosca e venga riconosciuta la password, accadrà che ecc. ecc.)! . . .
Inoltre, ma guarda tu, Cap! . . . grazie ad un telefonino e relative celle di riferimento si possono -- è notizia di ieri -- addirittura fare cadere dei governi ritenuti inamovibili, “sovvertendo così i risultati della volontà popolare . . . attentando di conseguenza alla libertà, ecc. ecc.!” . . .
Infine, permettimi di dire, Cap che non è mica sempre vero, per come hai risposto alla matematica Fiore, che “Se sbagli una manovra mentre ti sbaciucchi a telefono, può capitarti ecc. ecc.”.
E ne ho le prove! . . . Pensa tu, Cap a due innamorati a Napoli, che -- ognuno dalla propria auto (mentre percorrono la stessa via ma in senso opposto) -- si chiamano al cellulare per . . . ecc. ecc. . . .: in questo caso si potrebbe dire che la telefonata “ha fatto capitare cose buone in quanto che ecc. ecc. . . .
GRAZIE AL TELEFONINO
Tutto si fa con il telefonino!
Nessuna meraviglia quindi se
esso ci completa, e assai vicino
a noi fa sentire chi non è
presente in quel momento della vita,
sia che per strada andiamo oppure stiamo
seduti in autobus . . . E’ propria finita
l’era dell’esser soli, e i “Ti amo”
veloci scorrono, coi “Dammi un bacio
. . . più forte, chè non sento” se si parla
con l’innamorato. Siamo al cacio
sui maccheroni, eh sì . . . e per più farla
completa non mi resta che affermare
che la vita sarebbe vuota assai
se non ci fosse più il cellulare
. . . che lesti e sciolti ci fa quanto mai
e sempre pronti, come il caso in cui
dall’auto lo chiama lei, e lui
-- che pure in macchina le viene incontro --
risponde . . . e per un pelo non c’è scontro!
° ° °
Ciò che ho scritto a me è capitato,
e solo la fortuna ci ha aiutato
(fra l’altro lei voleva dire a me
dove poterci incontrare e . . . . . ).
Così, colpo di freno, gran sbandata,
abbracci, risa . . . e poi . . . dolce frittata!
Da inizio cena a fin che fu mattino!
Il tutto grazie al telefonino!
(Cassandro)
il
Olà Cassandro, se il telefonino favorisce gli scontri che si tramutano in incontri ben venga. :-)
RispondiEliminaCome ho già detto altrove, detesto le persone che parlano a voce alta al cellulare in luoghi pubblici (e ancora di più se sono pubblici ufficiali). Parlo di quelli che cianciano a tutta decibel di cose senza importanza e tirano in lungo la conversazione, quelli che non dimostrano alcuna inibizione o freno. Quelli che sai che non arrossirebbero mai in nessun caso. Non è che mi sono solo antipatici, ma li considero la negazione di valori quasi sacri: il sapersi vergognare, l'avere pudore. Se la gente sapesse vergognarsi quando è giusto, il mondo andrebbe meglio, me sono certo.
Sante parole, caro Cap! Detesto ed aborrrrrro (alla Mughini) chi parla al cellulare a voce alta e detesto subire la "privacy" (cioè i propri fatti e fattacci) delle persone. In Italia si usa il cellulare in ogni luogo e per qualsiasi sciocchezza, a differenza di altri Paesi europei che conosco.
RispondiEliminaNon accade solo a Napoli quello che ci racconti. Quando viaggiavo sugli autobus regionali (sempre affollati) più di una volta ho visto autisti che per tutto il tragitto usavano di continuo lo "strumento" guidando con una sola mano e più di una volta, prendendo il numero del mezzo, ho segnalato la cosa. Hai risposto tu che non c'eri?
A volte mi chiedo se sono io la strana...
Ciao Cap
Marypersempre
Mary, in effetti pare sia capitato pure a Milano che un guidatore di autobus abbia fatto scendere tutti i passeggeri in orario di servizio e con l'autobus sia andato a un appuntamento con la sua innamorata. Sono sicuro che non gli è capitato niente. Al massimo gli avranno dato un pizzicotto sulla guancia dicendogli di non fare più il ragazzaccio.
RispondiEliminaScusate è, scusate seme intrometto, ma a voi andrebbe di stare seduti 8 ore al giorno su un pullman, con la gente che spacca le pa... tutto il tempo!!!" è no sei arrivato con 10 minuti de ritardo" guida bene fai questo fai quello. Ao ma la patente ce l'avete voi????? nn me sembra. A maestri girateli voi 16 metri in città, poi vedemo.
RispondiEliminaSe quella è annata a sbatte perchè s'era parcheggiato male un altro veicolo che colpa ha!!!! Il telefono se voi ci fate caso ce l'hanno tutti i mezzi, per lo meno qui a roma!!!!!!
RispondiEliminaCiao, anonimo, mi è piaciuta la tua difesa della categoria, però io sempre del parere che sarebbe meglio guidare i bus con entrambe le mani senza sbaciucchiarsi al cellulare con il figlioletto o l'innamorato.
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