Più di quattro anni fa avevo cominciato a scrivere una serie di post intitolati “A me queste tre” sulle mie attrici preferite delle varie epoche cinematografiche. Ne scrissi due, quelli dell’epoca moderna e intermedia, ma mi mancavano le Ammequestetré dei primordi del cinema. Pensavo che non avrei mai scritto l’articolo mancante, ma come mi capita non di rado mi sbagliavo. Le tre attrici di cui ho parlato e di cui parlerò non si distinguono necessariamente per la loro bravura nel recitare, anche se sono brave pure in quel campo, ma per il fatto di avermi fatto fantasticare per un periodo breve o lungo della mia vita. Mi hanno per così dire stregato in almeno un loro film e in almeno un loro film ho sognato di stringerle tra le braccia o di guadagnarmi il loro favore
(ebbene sì, non siamo sempre impegnati a indignarci per il caso Wikileaks e a interrogarci sull’estradizione dal Brasile di Cesare Battisti, ma a volte abbiamo anche pensieri romantici). Ecco le mie tre signore del cinema in bianco e nero.Marlene Dietrich. La Dietrich era la donna fatale per eccellenza con quel po’ di profumo dei bassifondi della repubblica di Weimar che la rendeva più maledetta e desiderabile. Il suo titolo icona è il film tedesco L’angelo azzurro del 1930, in cui fa il suo pezzo forte, la sciantosa di varietà che seduce un bismarckiano professore di liceo tutto d’un pezzo (e naturalmente pure tutti i suoi inquieti allievi). Io la ricordo soprattutto nel suo periodo hollywoodiano. Straordinaria la sua partecipazione a Testimone d’Accusa di Billy Wilder e forse anche di più quella a Scandalo internazionale, sempre di Wilder, dove interpretava una scettica e disperata ex maggiorente nazista contrapposta alla bambocciona congressista Jean Arthur in visita nella Berlino liberata. Cantava una strepitosa canzone delle sue in quel film. Dove però mi fulminò fu nel film La taverna dei sette peccati credo del 1940 (io lo vidi ovviamente diversi anni dopo quando avevo undici anni e venivano trasmessi solo due film a settimana in tutta la Rai). Marlene faceva la cantante avventuriera dei mari del Sud. Aveva la capacità di suscitare risse furibonde, in cui ci scappava pure il morto, in tutti i locali malfamati in cui approdava. E veniva regolarmente espulsa. Faceva innamorare criminali dal coltello facile e sanguigni ufficiali di marina con tanto di fidanzata ricca e beneducata (tra cui un inedito e giovanissimo John Wayne). Me la ricordo come se fosse ora vestita da marinaio che cantava in uno di questi locali malfamati, con la sua ineguagliabile voce rauca e sexy, seguita da due buttafuori incaricati di bloccare le smanacciate e gli attacchi bavosi dei marinai ubriachi e balordi che rappresentavano il suo pubblico. All’epoca mi pareva di non aver visto nessuna scena più sensuale e continuo a pensarla così.Myrna Loy. Myrna Loy era una signora gelida e raffinata, ma soprattutto gelida, specializzata nel duettare con partner brillanti sul tipo di Cary Grant e Clark Gable, o con il William Powell del delizioso ciclo dell’Uomo Ombra. Faceva il magistrato quando non c’erano donne magistrato, la giornalista o la donna sofisticata e di solito stecchiva i suoi partner con battute al fulmicotone dette a una temperatura appena superiore allo zero assoluto. Chiaramente prima della parola fine la sua corazza gelida cedeva al fascino dei suoi illustri pretendenti cinematografici. La ricordo soprattutto nelle vesti del magistrato che nell’Intraprendente signor Dick condanna Cary Grant a fare l’accompagnatore della sua viziatissima sorella adolescente Shirley Temple per evitare una condanna per adescamento di minori (Grant non c’entrava niente nel fatto specifico, anche se era un pittore a caccia di gonnelle). Della Loy ho parlato anche in questo post.
Ginger Rogers. La Rogers è conosciuta soprattutto come ballerina in coppia con Fred Astaire. Pochi sanno che è stata pure un’eccellente attrice. La Rogers era il contrario di Myrna Loy e anche di Marlene. Bionda del popolo, svelta con la lingua, rapida nel gesto e nello sguardo, l’americana che fa la tassista o l’elettricista quando da noi le donne andavano ancora vestite di nero. Mi è rimasta impressa in Palcoscenico, un film del 1937, ambientato in un pensionato di ragazze che cercano il colpo di fortuna a Hollywood e trovano al massimo qualche squalo degli Studios che se le vuole portare a letto. La Rogers faceva la ragazza di strada, con la lingua lunga e il disincanto di chi ha dovuto venire su in piena Depressione. Tiene testa alla grande alla bravissima Katherine Hepburn, un’ereditiera frivola che si finge povera come le altre. Facevo un tifo senza freno per la Rogers quando l’ereditiera petulante e la ragazza del popolo si accapigliavano su qualche questione.
Nelle altre puntate di “A me queste tre” avevo indicato: per l’epoca moderna, Kate Beckinsale, Jennifer Connelly e Liv Tyler; per l’epoca di mezzo, Sean Young (la replicante inumana che perdere la testa ad Harrison Ford in Blade Runner), Madeleine Stowe (donna romantica nell’Ultimo dei Moicani e fatale e pericolosa in Revenge o Sorveglianza speciale), Mary Steenburger (strepitosa donna del futuro nell’Uomo venuto dall’impossibile e maestrina nel terzo capitolo di Ritorno al Futuro).
Leggi pure Hollywood party.
Bello questo ricordo di tre grandi attrici del cinema. Io invece a quell'età, e nello stesso periodo in cui la RAI trasmetteva due film a settimana, fantasticavo di essere Rita Hayworth in "Gilda" e Audrey Hepburn in "Sabrina"...
RispondiEliminaTrovo che entrambe siano un esempio di bellezza e classe femminile che non ha termini di paragone...
enrica, anche le tue non sono male. Audrey Hepburn è il simbolo dell'eleganza e la Hayworth la definivano l'Atomica non a caso. ciao e buona domenica.
RispondiEliminaPrendo il tuo commento come un incoraggiamento a continuare.
RispondiEliminaNon passo sempre a leggere, ma quando lo faccio mi piace quello che trovo.
Oggi, poi, con la divina Hepburn che io adoro...
A presto.
Kaishe, è sempre un piacere ritrovare gli amici. Della Hepburn ho detto. Per me è più Sabrina che Vacanze romane o Colazione da Tiffany. Noto che la Nostra ogde ancora di vastissimo seguito sul blog, anche tra i ragazzi. A presto e teniamo tutti duro.
RispondiEliminaA me questi tre: Paul Newman, Richard Burton e Rock Hudson ( memorabile nella Bisbetica domata) ;)
RispondiEliminaErrore: intendevo Burton con la Taylor nella Bisbetica.
RispondiEliminaSei proprio sicura su Rock Hudson? :-)
RispondiEliminaDirei di si. So che si mormorava che fosse gay ma io lo trovo affascinante come pochi.
RispondiEliminaCASSANDRO
RispondiEliminaFinalmente ne so un po’ di più sulle tre attrici del cinema classico da te trattate, Cap, con dovizia di particolari in questo post.
Delle tue tre attrici dell’epoca io ricordo in particolare la Marlene Dietrich, per quel memorabile “Angelo azzurro” e per la seducente, direi quasi irresistibile, sua canzone "Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt" ("Dalla testa ai piedi io sono orientata all'amore"), cantata stando seduta, tutti sappiamo come, sulla sedia galeotta (scena di una sensualità irripetibile!)
Io non posseggo un repertorio classico, per potere ben commentare il tuo scritto: infatti ricordo, non ridere ti prego, in genere solo le tre più vicine ai nostri tempi (Brigitte Bardot, Debora Caprioglio e Valeria Marini, di quindici anni fa), non fosse altro che per ciascuna delle stesse ho scritto qualche verso, spesso solo in tono scherzoso, che mi astengo dall’inserire non essendo all’altezza della situazione e per evitare quindi, mischiando capre e cavoli, di inquinare il tuo bel post.
Comunque, sempre complimenti, e restiamo in attesa di altre tue illustrazioni in argomento.
il
Carissimo Cassandro, i versi su Brigitte Bardot li potevi senz'altro inserire. La Bardot è di certo una delle più grandi icone del ventesimo secolo, non solo in campo cinematografico.
RispondiEliminaDel film che ho citato, "La taverna dei sette peccati", ho trovato questo video in cui Marlene canta tra i reietti come lei della terza classe della nave su cui viaggia. A un certo punto si vede una delle bamboccione che erano le sue rivali nei film (è la fidanzata del giovane ufficiale di marina John Wayne) che le butta una moneta come si fa con un mendicante e la Dietrich che le risponde per le rime (purtroppo qui lo fa in inglese):
http://www.youtube.com/watch?v=0KQ67FQnX9E
Il film in questione era uno straordinario fumetto di quelli buoni e appassionanti (oggi si direbbe una graphic novel). C'erano tutti gli elementi del genere.
Marlene la donna fatale un po' retrò, maledetta e maledetti quelli che le sono accanto), che provoca sconvolgimenti geologici in tutti i maschi che incrocia anche occasionalmente (l'ufficiale bamboccione, quello casinista e goliardo, il criminale dal coltello facile, il mago ladro, lo spasimante senza speranze dedito alla sua causa, il vigliacchetto padrone di locali notturni, il dottore alcolizzato che vuole tornare a sperare nel mondo e nei suoi abitanti, l'emigrante da terza classe delle bagnarole dei mari del Sud).
Ecco i principali interpreti della nostra graphic novel cinematografica del 1940:
Marlene, più o meno l'Angelo Azzurro trapiantata nei bassifondi del Pacifico, cinica, ma capace ancora di innamorarsi.
John Wayne, attratto da Marlene, anche se ha una fidanzata ricca e figlia di un potente ammiraglio (alla fine dovrà piegarsi alla ragion di Stato o forse di Vita e scegliere la carriera e l'insulsa fidanzata).
Broderick Crawford, innamorato senza speranza della nostra avventuriera, rassegnatosi a farle da guardiaspalle per starle vicino (avrà comunque prima della fine un'occasione per tornare nella sua amata Marina)
Mischa Auer, mago smilzo e fracassone bravo soprattutto nel sottrarre il portafoglio al suo pubblico.
Il vigliacchetto e bravuomo padrone del locale in cui canta Marle, che si prenderà una coltellata mortale a causa della sua indulgenza per lei.
Il boss locale, un bruttissimo ceffo con due ciglioni spessi due metri e un coltellaccio da macellaio, che è nientedimeno che l’antagonista amoroso principale di John Wayne.
Il dottore alcolizzato in servizio sulle navi su cui viaggia la Dietrich quando la espellono dalle isole a causa dei disordini provocati dalla sua presenza (il dottore è sfiduciato, ma prima della parola fine otterrà a sorpresa il cuore di Marlene e ritroverà un sorriso che si spera duraturo).
La sciacquetta fidanzata di John Wayne, insulsa beneducata e col paparino potente ammiraglio. Vincerà il contrasto con la Dietrich impadronendosi di Wayne, del quale si immagina una luminosa carriera nella Marina.
Non ricordo altri personaggi di questo straordinario e riuscitissimo fumetto per il grande schermo. Un saluto agli amici.