mercoledì 11 aprile 2012

La notte dei Coccodrilli Bianchi

ph-10485[7]Il primo lo troviamo in una Porsche rosso fiammante che probabilmente costa quanto una palazzina di quattro piani. È notte fonda e noi siamo tanti e strani. E camminiamo strani. E ci muoviamo strani. E a pensarci bene è strano pure il nostro silenzio. Per non parlare di questa puzza di fogna e di morte che ci accompagna dappertutto, questa sì che è roba strana. Il tizio ferma il bolide per darci un’occhiata e magari per ironizzare sul modo in cui ci siamo conciati. Forse vorrebbe fare un battuta sul vecchio video di Michael Jackson dal quale magari gli sembriamo usciti. Però gli basta uno sguardo per capire che non ci siamo conciati in nessun modo, siamo fatti proprio così. Se sapessimo parlare, gli diremmo che diventi come noi dopo che hai abitato nelle fogne per anni. Diventi così mentre quelli di sopra, quelli come lui con le Porsche e le ville a Portofino o dove cazzo è ti pisciano e ti vomitano in testa tutto il santo il giorno dai loro cessi rosa da ricchi col culo rosa e rosa pure gli stronzi che fanno. Se sapessimo parlare gli diremmo che siamo stanchi di farci pisciare in testa dai figli di puttana come lui. Questa è la nostra notte. La notte in cui i coccodrilli bianchi escono dalle fogne.

Il porco danaroso tenta di ripartire con la Porsche, ma non ci riesce, siamo in troppi. Il bolide che costa quanto una palazzina è una belva che si avventa su di noi. Abbatte tre o quattro sagome color notte. Ne dilania le carni putrefatte straziandole con le fauci a forma di ruote. Ruggisce con tutti i cinquecento cavalli del suo motore da Beverly Hills. Ma poi blocchiamo la belva metallica con la massa dei nostri corpi. Sfondiamo finestrini e parabrezza e tiriamo fuori lo stronzo. Ha un vestito da fighetto da Piazza Affari o da palazzinaro che regala case ai ministri. Un profumo che fa schifo, ma di questo schifo che paghi sbolognando qualche migliaio di Bond argentini ai poveri fessi che ti affidano i loro risparmi.

Perché lo facciamo? ci chiede il tizio. È proprio stupido, come cazzo ha fatto a fare i soldi? Dovrebbe capire che non sappiamo parlare. Non più, ormai. Non sai più parlare quando passi anni al buio nelle cloache cittadine, tra liquami maleodoranti e letame dal quale ormai non ti distingui più. Ora però parleremo, a modo nostro. Gli diremo che cosa ne pensiamo dei fottuti ipocriti come lui venduti al grande capitale. Gli diremo che cosa può farsene di quella sua aria da merdoso benestante che legge manuali di autoaffermazione e si specchia ogni mattina nella sua abbronzatura da bwana ai tropici. Soprattutto gli diremo la nostra sulle sue donazioni, tutte ben reclamizzate e detratte dalla dichiarazione dei redditi, a favore dei reietti del Terzo mondo: quelli che sono reietti proprio a causa sua e dei suoi compari magnati o aspiranti tali.

Lui si agita, ma noi lo teniamo. Lui grida e noi ce ne stiamo zitti. Lui urla che lo vogliamo ammazzare e noi lo guardiamo come se fosse un giocattolone che vorremmo aprire per vedere come è fatto dentro. E lo facciamo. Lo apriamo. Primo lo azzanniamo al collo e sulla faccia con i nostri denti marci, e marcio pure il fiato. Poi gli strappiamo i capelli imbrillantinati e le unghie che sanno di manicure. Riserviamo lo stesso trattamento alle orecchie, osservando senza capire il piercing d’oro che continua a splendere sul lobo insanguinato. C’è sangue dappertutto, sulla camicia firmata Givenchy o Vatteloappiglià, sulle scarpe nere modello Chiambretti furbetto, anche sulla cravatta color cacca dei ricchi. Tiriamo più forte e gli stacchiamo un braccio. Tiriamo ancora e gli stacchiamo brani di carne. Lo maciulliamo. Lo massacriamo. Gli diamo quello che si merita. Ormai non grida più. Ma noi continuiamo a massaggiarlo a modo nostro. Ricordiamo tutto. Gli anni passati nelle fogne ad aspettare il nostro turno. Gli anni esiliati nel sottosuolo a cibarci di ratti di chiavica, a rintanarci nel buio, mentre udivamo le risate dei consumisti strafottenti dei piani di sopra e dei loro rampolli, a mollo nelle piscine nell’intervallo tra una vacanza in Malaysia e una sciatina a Noicelagodià.

A un tratto smettiamo. Ci pare di aver aperto abbastanza il giocattolone capitatoci in mano. C’è sangue dappertutto nell’abitacolo della Porsche. Sangue sui rivestimenti in pelle marchiati Louis Vuitton. Sangue sul quadro di comando stile astronave. Sangue sul pacchiano accendisigari d’oro infilato nel cruscotto. Sangue sul tachimetro che arriva a trecento e passa. C’è sangue perfino sulla donna rannicchiata sul sedile a fianco del guidatore. La guardiamo. Sembra perfettamente intonata a quest’uomo e a questa macchina. Ai trecento chilometri all’ora e ai culi rosa che cacano in cessi rosa profumati all’aim dei Caraibi. È tutta in tiro. Ha labbra e tette rifatte. Lavoretti da trentamila in su pagati dal suo ormai ex accompagnatore o da qualche individuo similare. Lifting e acconciatura da starlette con tendenza puttanesca. Denti lustri da quartieri alti. Un abitino allo stracazzo che qualche disgraziato ritiene sciccoso e che deve avere una quotazione al metro quadro da appartamento alla City. Le strappiamo il collier di gioielli Krizia o quello che sono e diamo appena uno sguardo alla borsa marcata Birkin.

Non abbiamo mai visto un cesso di borsetta così, ma sappiamo due cose. Che deve costare quanto basta a far campare una decina di famiglie in Mali o in Mozambico, mangiare, far studiare i figli, curarsi dalla mosca tze tze, e farti fare pure quattro salti il sabato sera a Mogadiscio. E che dentro questo cesso di borsetta deve esserci una collezione di Viagra da cedere a tutti quelli che ti scarrozzano in Porsche o almeno in Mercedes. La bambolona si stringe al petto la borsetta come se noi volessimo rubargliela. Se potessimo ridere, lo faremmo. Davvero non sapremmo che farcene di una schifezza simile. Ce ne fotte che costa un pozzo di soldi. Ce ne fotte se esseri inutili come lei la usano come status symbol. Non vogliamo rubarle niente. Vogliamo solo spaccarle quella sua testolina vuota e avida. Per un po’ aspettiamo. Vorremmo sentire come grida una che pare naturale quanto una mela di plastica esposta da Buffetti e Registri. Però è troppo spaventata. E probabilmente il timore di farsi rubare la borsetta le toglie la concentrazione necessaria per chiamare aiuto. Le spacchiamo la vuota testolina con la facilità con cui rompi un vaso di coccio. La mordiamo, la dilaniamo, la straziamo. Paghiamo il conto. Le stacchiamo brani di carne da posti dove non batte il sole. Cioè dove il sole ci batte quando fai la tintarella integrale come lei. Dal culo, dai fianchi. Dalle cosce palestrate cotte alla lampada. A un tratto uno di noi sputa qualcosa che masticava. È un pezzo di plastica. Una sacca sintetica e morbida come silicone. Già, è proprio un peccato che non sappiamo ridere, questa sarebbe un’ottima occasione.

Facciamo a pezzi minutissimi la Porsche. Strappiamo le portiere metallizzate, scarnifichiamo i rivestimenti di pelle dei sedili, sfondiamo addirittura il tettuccio della belva meccanica serva del Sistema. Stacchiamo le ruote e le buchiamo insozzando con i nostri umori mefitici gli pneumatici da pole position. Sradichiamo il volante e ce lo palleggiamo tra noi come se fosse un trofeo di guerra. Ormai Porsche e passeggeri sono un ammasso di carne dilaniata e lamiere accartocciate.

Qui abbiamo finito, ma la notte è ancora lunga. E la città è nostra. Tremate, figli di puttana, avete finito di pisciarci addosso. I coccodrilli bianchi sono usciti dalle fogne.

Sei anni fa scrissi il post “Coccodrilli bianchi” ispirandomi alla leggenda metropolitana che vuole le fogne di New York popolate da coccodrilli albini. Quando erano appena lucertoloni, alcuni coccodrilli erano stati buttati nei water di Manhattan e, giunti nelle fogne della Grande Mela, avevano trovato un ambiente congeniale in cui proliferare. La mancanza di luce aveva reso bianchi gli alligatori metropolitani. Su questo tema disegnai pure una storia a fumetti esposta in una mostra artistica con grande soddisfazione (almeno mia). I miei Coccodrilli Bianchi erano individui sciancati simili a zombi, i quali odiavano non tanto il genere umano quanto i ricchi, i capitalisti, i consumisti. Insomma tutto quel vasto campionario umano egoista e dedito alla religione del dio Denaro. Ho immaginato che un giorno i miei Coccodrilli Bianchi uscissero dalle fogne in cui erano esiliati ed esternassero i sentimenti maturati nel sottosuolo, nel buio, nel fetore, in una vita in cui non ridi, ma ascolti le risate altrui.

17 commenti:

  1. Dico la verità, leggendo questo post mi sono sentita un po' una coccodrilla bianca. Ormai arretriamo ogni giorni di più. E ogni giorno di più ci esiliano in una specie di sottosuolo economico. Delle volte sono proprio incazzata come una coccodrilla bianca per tutte le cose storte che vedo, dai macchinoni del figlio di Bossi che paghiamo con le nostre tasse, allo Stato che ti succhia il sangue senza darti niente in cambio, a questi vampiri che siedono in parlamento che nessuno è mai riuscito a capire quanto guadagnano. Ci metto un sorriso, più che altro perché come dice il post se riesco a sorridere significa che sono ancora umana :))))

    RispondiElimina
  2. Cleide, se fanno arrabbiare pure te non so dove andremo a finire. Erano anni che pensavo di dare un seguito al post dei coccodrilli bianchi e ora finalmente ci sono riuscito. E mi sono pure divertito a scriverlo, meno male che a volte il blog ti dà ancora l'occasione di sfogarti.
    Bisogna precisare che "Coccodrilli bianchi" è anche una canzone di Alberto Radius (un ex della Formula Tre per chi ha cultura musicale) contenuta in bell'album intitolato "America goodbye". Credo ne abbiano fatto una nuova versione qualche anno fa, ma non ricordo chi. Ricordo ancora l'attacco della canzone di Radius: "Noi siamo i coccodrilli bianchi / di stare al buio siamo stanchi".

    RispondiElimina
  3. CASSANDRO

    “Ma poi blocchiamo la belva metallica con la massa dei nostri corpi. Sfondiamo finestrini e parabrezza e tiriamo fuori lo stronzo”.

    Uh, che faticata hai fatto fare nel tuo racconto a questi poveri coccodrilli, capitano!

    E che, non ne avevano mai visto uno di questi “uomini no”? . . . Sulla terra se ne incontrano a iosa, e specialmente fra quelli che sono assai ricchi e possono spendere e spandere a volontà, alla faccia di chi ha poco o nulla, senza sapere che alla fine, nel mondo che conta, in quello ove regna l’aristocrazia del pensiero e l’uomo non si valuta col solo metro del denaro, i veri poveri sono loro.


    AD UN EMERITO ESSETIERRE
    (Uomo no)

    Tu resterai eternamente povero
    pure se tanti soldi oggi hai
    perché non hanno in cuore tuo ricovero
    sentimenti buoni quanto mai,

    né albergano in te umanità,
    dedizione per chi hai creato,
    per gli altri un po’ più deboli pietà.
    Ignobile e sgradevole è il tuo stato,

    tendente solo ad accumulare
    soldi su soldi e a batterti i pugni
    sul petto . . . “per mia colpa” . . . e pregare

    Iddio, ma vanamente, mentre cugni
    infliggi a quelli che dovresti amare
    e contro il cuore lor la lancia impugni.

    Scusa se è poco, ma tu mi ripugni.

    A chi saranno mai destinati
    questi versetti tanto esacerbati?
    A chi è lungo, puzza e non ha lati!

    E poi con te non c’è rimedio: sei
    quello che sei, e sempre resterai
    ciò che sei stato fino ad ora nei
    momenti di tua vita, sia che stai

    attento a ciò che fai o sei distratto,
    dormi o sei desto, guardi o stai zitto:
    parlarti è tempo perso . . . ad un tratto
    uno si accorge che tu pesce fritto

    non sei, ma bollito, insapore,
    o se un gusto hai questo è
    acidulato . . . Tu non porti amore
    per nessun altro in quanto solo a te

    pensi, e cerchi in ogni modo di
    fregare il compagno . . . Non si può
    cambiarti in meglio: col passar dei dì
    ci si accorge che sei un “Uomo no”.

    Io ci ho provato ed or più non mi va.

    Per quanto in uno stronzo qua e là
    rhum tu metti non lo fai babà!

    (Cassandro)

    15 aprile ore 21,25

    RispondiElimina
  4. Da Cassandro:
    né albergano in te umanità,
    dedizione per chi hai creato,
    per gli altri un po’ più deboli pietà.
    Ignobile e sgradevole è il tuo stato.

    Ancora da Cassandro:

    ma vanamente, mentre cugni
    infliggi a quelli che dovresti amare
    e contro il cuore lor la lancia impugni.

    Scusa se è poco, ma tu mi ripugni.

    Dal Capitano: Un grazie a Cassandro come sempre. Meno male che Cassandro c'è o ai miei coccodrilli gli sarebbe venuta la depressione.

    Da Alberto Radius:

    E quando noi verremo su
    perché la fogna scoppierà
    insieme a chi non ne può più
    daremo un senso alla senso alla città.

    Noi siamo i coccodrilli bianchi
    di stare al buio siamo stanchi,
    rifiuti metropolitani
    che vi sporcavano le mani,
    ci troverete dentro il letto
    e vi faremo effetto.

    ...
    la polizia si arrenderà
    davanti ai coccodrilli bianchi
    e ci faremo una famiglia
    amando vostra figlia.

    Un saluto a tutti gli amici che di qui passeranno.

    RispondiElimina
  5. Già, questo nella fantasia. Nella realtà vincono i coccodrilli veri, quelli con denti aguzzi e artigli potenti. Artigli lunghi e pemetranti che avvolgono la terra come se fosse piccola come una noce e la straziano. Coccodrilli (una volta li chiamavano pescicani) che appestano l'economia mondiale col loro alito puteolente e devastano il pianeta succhiandone il sangue e le risorse. Coccodrilli che producono e vendono enormi quantità di armi e che, con la loro voce mielata e suadente convincono gli ingenui e gli ignoranti a massacrarsi tra di loro, sputacchiamdo parole nobili, che nelle loro fauci diventano oscene, come democrazia, onore, religione, patriottismo. Coccodrilli che se ne fanno un baffo di quelli bianchi perchè, se appena appena accennano ad alzare la testa, li sterminano con le tasse, e, se occorre, col napalm e con i gas nervini.

    RispondiElimina
  6. Sergio, stamattina piove, il cielo è coperto e il mondo sembra un posto brutto, un posto in cui aspetti che i coccodrilli bianchi facciano giustizia. Il Corriere mi informa che Suri Cruise, la figlia di Tom Cruise, ha compiuto sei anni. La top model Adriana Lima andrebbe pazza per il look cosiddetto animalier ed è ritratta con una bizza minigonna leopardata, roba che metti la mattina per andare a fare la spesa. Victoria Beckam ha creato un abito per la cantante Beyoncé, che mi sono ben guardato di andare a vedere, Beppe Grillo annuncia che i partiti sono finiti, ipotesi che sembra non priva di fondamento, su Marte sarebbe stato scoperto un blocco rettangolare di pietra nera che alcuni giurano essere un monolito simile a quelli di 2001 odissea nello spazio. Che dire? non credo che i Coccodrilli bianchi sfigurerebbero in un mondo così.

    RispondiElimina
  7. Lae giornate grigie non giovano al tuo pessimismo cosmico ma santo cielo, il mondo non è solo questo. C'è anche questo e oso dire che ci sta e ci deve essere. Posiamo le bacchette e cerchiamo talvolta di essere piu' leggeri:)

    RispondiElimina
  8. Sono leggerissimo, sono così leggero che mi sono letto il post sull'attore Assisi che hai postato su Facebook in cui si vedeva il suddetto individuo accanto a un personaggio assai più affascinante, ossia un cavallo.

    RispondiElimina
  9. Scusa eh. Io so' frivola. E con orgoglio;)

    RispondiElimina
  10. Ma qui non funziona il copia e incolla? Bah! Avevo iniziato a commentare ieri, poi è arrivata gente in ufficio, per non lasciare il commento a metà l'ho salvato su word e ora non me lo fa incollare! Volevo dire che ho letto i post ma per un motivo o per l'altro non riesco a trovare 5 minuti x lasciare la mia traccia :-) Concordavo con Cleide riguardo all'aggiunta di Fossati quattro post fa :-)Ha dimostrato la sua sobrietà, serietà e coerenza anche nel suo ultimo concerto da Fazio!Bella l'idea di realizzare i cd musicali per i nipoti...l'ho sempre fatto pure io :-) E' molto diverso che acquistare le compilation già pronte!Raconti brevi o "mattoni"?Sono per la brevità...perchè difficilmente i romanzoni avvincono dalla prima all'ultima pagina! Il tuo l'ho letto velocemente perchè sentivo l'urgenza di scoprire come andava a finire...fianle decisamente a sorpresa che non ha deluso le aspettative.:-) riguardo al post attuale devo ancora leggerlo! :-) Ho letto i commenti...però...Cleide mi fa sempre sorridere! Tra te e lei, una bella lotta! Ma mi piace tanto Cleide e la sua millantata quanto inesistente frivolezza!:-) Sto provando a rilassarmi pure io, a prender le cose con più leggerezza, tanto...non se ne esce comunque vivi ! scappo sotto l'acquazzone, e da qui ad arrivare alla macchina mi farò un bel bagno :-D

    RispondiElimina
  11. E a me piace Giovanna che sa leggere tra/fra/sotto/sopra e dentro le righe:)Questo qui ha un concetto di frivolezza che non riuscirebbe a stragli dietro manco mio nonno:)

    RispondiElimina
  12. Giovanna, bentornata su questo blog. Hai ragione sul fatto che a volte la piattaforma di Blogger fa i capricci sui commenti, speriamo non succeda più. Io e Cleide come immaginerai scherziamo. Cioè un po' scherziamo e un facciamo sul serio. Da parte del sottoscritto qui medesimo si scherza un po' meno quando Cleide insiste per farmi vedere programmi come "Le tate" (compianto programma che andava in onda su La Sette) o quando cerca di convincermi sulla bontà qualitativa di programmi che più spazzatura non si può. C'è per esempio un programma su Real Time che è veramente la cosa più brutta che ho visto da secoli (manco Fumari, lo giuro, arrivava a tanto) in cui due tizi, un gay vestito da manichino gagà e una bionda superossigenata che veleggia verso la sessantina sempre in minigonna gialla o paonazza danno nientedimeno che consigli di stile agli incauti che si avventurano dalle loro parti. Un sorriso qui ci vuole.

    RispondiElimina
  13. MA COME TI VESTIIIIIIIII! :-D LO VEDO ANCHE IO QUALCHE VOLTA!E infatti lei che è sempre mal vestita ( a mio avviso)si permette di criticare tutti...mah :-D Ma non vedo solo quello eh? Ora ne stano proponendo un altro...abiti da sposa a Beverly hills! Lì c'è un altro gay che ha una faccia di gomma (oltre che da culo), IMPRESSIONANTE! A volte poi, quando mi addormento sul divano e mi risveglio a mezzanotte, mi è capitato di vedere " malattie imbarazzanti" , qualcosa che poi non ti fa più dormire! :-( Qualcuno sostiene che noi siamo ciò che guardiamo! Non sono assolutamente d'accordo! A volte, si guardano certi programmi, non perchè ci riconosciamo in essi,ma perchè sono talmente IDIOTI, talmente ESAGERATI, talmente...guarda, non mi sovviene un termine appropriato, che ci piace vedere sin dove si spinge il grottesco di certi programmi, di certi personaggi e certe vite!
    Lo so che spesso giocate...che altrettanto spesso vi "scontrate" seriamente...ma è normale, è il bello di certi rapporti! Pensa che noia pensarla sempre allo stesso modo :-D
    Cleide, il capitano e la frivolezza credo viaggino su binari paralleli che non si incontreranno mai :-D

    RispondiElimina
  14. Cara Giovanna, ti ringrazio per l'accenno che fai al mio romanzo. Mi è spiaciuto che tu abbia dovuto comprarlo pagando spese di spedizione non piccole. Occasionalmente mi ritrovo con alcune copie del mio romanzo, se le avessi avute prima te ne avrei spedito uno copia. Sulla frivolezza, anch'io lo sono. Ieri per esempio ho visto un film intitolato "Capodanno a New York" incentrato perlopiù su storie d'amore all'ultimo dell'anno. Non era memorabile, ma l'ho visto tutto.

    RispondiElimina
  15. Angoscioso questo racconto e la tavola.Ci stiamo trasformando tutti, in cosa non lo so, ma sicuramente in qualcosa di peggiorativo rispetto al nostro essere!
    Ho pagato pochissimo Francesco, mi sembra di ricordare neanche due euro...e in più ho ammortizzato le spese ordinando insieme al tuo anche il libro di Sergio!

    RispondiElimina
  16. E' vero, quando ho acquistato da Boopen il libro di Francesco ho pagato solo 1 euro per la spedizione. In effetti le case editrici godono della tariffa agevolata "piego di libri". La stessa tariffa, anche se leggermente maggiorata, può essere utilizzata anche dai privati se spediscono un libro. In realtà la cosa è tenuta così riservata che persino molti impiegati delle poste non ne sono a conoscenza (o fingono di non esserlo).

    RispondiElimina
  17. Giovanna e sergio mi spiace non avervi risposto subito. sono un pizzico impegnato e sarebbe anche ora di mettere un altro post, speriamo di riuscirci entro domani. Mi fa piacere che le spese di spedizione siano state umane, a me delle volte mi spaventano con il corriere espresso che è molto più caro. Sergio questa informazione sulla tariffa "piego di libro" è davvero interessante. Io sapevo che una volta esisteva la spedizione in qualità "stampe", ma certo non era così vantaggiosa. Un saluto agli amici e spero a presto con un nuovo post.

    RispondiElimina