martedì 17 luglio 2012

La televisione fa schifo (tranne qualche eccezione)

Un paio di giorni fa stavo cucinando. Come spesso mi accade in questi momenti, cerco di guardare la televisione per distrarmi. Il problema era che tutti i programmi erano vere e proprie schifezze, che per di più ti disturbavano fisicamente. Sul primo canale un programma su Caruso con due presentatori asini e patinati, in cui la prospettiva era ascoltare palloni gonfiati alla Bocelli o Wande Osiris in lustrini alla Celine Dion. Non so gli altri, ma io se sento cantare un’altra volta la parruccona “Caruso” di Dalla da damerini impomatati o da bambini con voci da ciclopi, cado morto. Vado al secondo canale, un telefilm fesso. Al terzo parla uno con la faccia antipatica. Quattro, cinque e sei: gossip, veline, vecchiume. Non c’è assolutamente niente non dico di interessante, ma che non mi faccia incazzare mentre cucino.

Faccio una prova dopo aver affettato le cipolle e averle messe a friggere. Scorro velocemente i canali per trovarne uno passabile che non mi faccia bestemmiare contro le cipolle che si bruciano. Pare una prova disperata. Ma arrivato al canale 41, ecco la svolta. Un documentario. E’ d’epoca, sembra ben fatto. Un vecchio programma prodotto da Rai Scuola. Parla di una teoria matematica, la congettura di Poincaré, considerata a lungo come uno dei problemi matematici di più difficile risoluzione. Non capisco niente di alta matematica, ma il documentario è affascinante. Dall’inizio del secolo si sono provati a risolvere la congettura di Poincaré i più talentuosi matematici del mondo. A un certo punto venivano come posseduti dal problema che assorbiva interamente la loro esistenza. C’era chi ne moriva, chi perdeva la ragione, chi ne veniva traumatizzato. La congettura di Poincaré ha fatto strage dell’equilibrio mentale delle migliori menti matematiche dell’ultimo secolo. Alla fine la dimostrò un geniale fisico di origine russa trasferitosi in California. Pubblicò la soluzione su internet. Poi però dovette pagare il pegno del suo ardire. Perel’man, questo il suo nome, si è ritirato dalla vita sociale, ha rifiutato premi prestigiosi anche in denaro, nessuno lo ha visto più e pare che nel 2007 un blogger russo lo abbia fotografato mentre si aggirava come un barbone nella metropolitana di Mosca.

Il giorno dopo riaccendo la televisione al solito orario della cucina. È sintonizzata sullo stesso programma della sera prima. C’è un documentario su Emiliano Zapata. Roba in bianco e nero del 1968. Bellissimo. Volti scolpiti di messicani che sono libri aperti sulla rivoluzione di Zapata e Pancho Villa. Peones, campesinos, gente del popolo. Facce vere. Vedo tutto il documentario mentre preparo pasta e piselli. Per fortuna qualcosa in televisione ancora si può trovare.

6 commenti:

  1. mi spiace molto, ma per un errore ho cancellato i commenti degli ultimi quattro o cinque post. Ora vedo se è possibile recuperarli.

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  2. Aggiornamento: pare che potrò recuperare in qualche modo i commenti degli altri post, ma non di questo. Quindi mi spiace per gli ultimi commentatori.

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  3. Finito il lavoraccio di rimettere gli ultimi commenti manualmente. ora hanno una data diversa da prima, ma sono ordinati logicamente. E speriamo che non se ne cancellino per sbaglio mai più.

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  4. Menomale. Non ci avrei dormito stanotte:)

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  5. che poi è colpa tua, alla fine :-)

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  6. E' sempre colpa mia. Alla fine, all'inizio. Sempre colpa mia. Comunque nel caso posso riscrivere il mio fantastico commento. Cosa dicevo? Ah si, dicevo che mi sciroppo realtime tv;)

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