giovedì 27 giugno 2013

Parole prigioniere nella mente

Quindici uomini su una cassa da morto fischiando si scaglia cento campane stanno a di’ de sì e una bottiglia di rum corre il sangue nelle vene qual è il segreto di Asterix Motorix Mister X avere un amico è avere un tesoro crash sbam gulp se vuoi scrivere una ballata sull’arcobaleno si-re si-re non usare l’inchiostro nero addio addio amore io vado via che la vita la vita su un uovo a zigo zago vengo da Ork l’è bela l’è bela c’era un mago e una bottiglia di rum lascia la spada se il cuor non ti regge amara terra mia na-no na-no non c’è nero nell’arcobaleno batti piano sei una donna o una strega chissà si-mi si-mi si-fa si-fa amara e bella grande vento nella notte calda si alzerà rosa rosae rosae mi-si si-la si-sol niente paura che adesso arriva Nembo Kid ma com’è difficile il latino rosso giallo verde viola blu perché questa è la strada pow bang gulp che da noi fuorilegge ti porterà din don din don amore.

Ho scritto questo post utilizzando le parole di antiche sigle degli anni Settanta, soprattutto di sceneggiati e caroselli. Sono parole annidate nella mente e ormai ho capito che ci rimarranno per sempre. Per qualcuno probabilmente alcune di queste parole avranno un significato.

19 commenti:


  1. CASSANDRO

    Da questo splendido post felliniano, per il suo essere tanto Amarcord e nel quale ognuno può tuffarsi come Zio Paperone nella sua piscina piena di dollari, permettimi, Capitano, di prelevare subito la dolce “Rosa rosae”, che mi ha accompagnato, amata prigioniera della mia mente, da una intera vita.

    ROSA ROSAE

    Lo ringrazio . . . e come! . . . io quel mondo
    che vissi tanto tanto tempo fa:
    ginnasio, liceo ed in fondo
    i quattro anni dell’Università.

    Italiano, Trigonometria,
    Storia dell’Arte, Greco e Latino
    Scienze, Geografia, Filosofia,
    Storia dai Sumeri, Egizi fino . . .

    Ogni giornata era una scoperta
    . . . Giustiniano e le antiche chiose
    . . . Socrate . . . Aristotele e l’offerta

    di mille poesie e mille prose,
    mentre che risuonava dolce e aperta
    la musicalità di “rosa rosae”!


    Ciò l’ho potuto fare sol perché
    c’era la “famiglia” attorno a me,

    c’era serenità ed armonia,
    soldi non tanto, molta fantasia,

    e ben presente il motto salutare
    “non si è ‘qualcuno’ senza studiare!”

    (Cassandro)

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  2. Bene, Cassandro, con questa tua carrellata sulla scuola e sui ricordi che vi sono collegati. Vorrei soltanto soffermarmi sul "Rosa, rosae, rosae" che compare a un tratto nel mio testo. Era tratto dalla sigla di apertura dello sceneggiato "I ragazzi di Padre Tobia" insieme alle parole "ma com'è difficile il latino". Se ci sarà tempo svelerò anche le altre fonti che ho utilizzato per il post.

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  3. Mi vien da chiedere a Cassandro...è poi diventato "qualcuno" studiando? :-)
    Che strano esercizio hai fatto Francesco, curioso e nostalgico!

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  4. La tua domanda a Cassandro è lecita, Giovanna, sarei curioso di sentire anch'io la risposta.

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  5. Ecco i riferimenti delle frasi citate.
    Sceneggiato L'isola del tesoro.
    Sceneggiato La freccia nera
    Sceneggiato Il segno del comando
    Sceneggiato Sandokan
    Sigla dei cartoni animati cantata da Lucio Dalla
    Telefilm I ragazzi di Padre Tobia
    Programma Gulp, i fumetti in tv.
    Carosello "hippie" di Tinto Btass sulla Vespa.
    Sceneggiato che non ricordo con la sigla "Amara terra mia" di Modugno.
    Telefilm Mork e Mindy
    Sigla Obabaluba della Goggi minore.
    Vecchio carosello del padre che porta il figlio in bicicilett, quella che fa si-re si-re, credo fosse la pubblicità di una banca o di un'assicurazione sulla vita.
    Non so se ho scordato niente

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  6. Riuppo la domanda di Giovanna: "Cassandro è poi diventato Qualcuno studiando?". Il Qualcuno di Giovanna penso indichi una posizione professionale eminente, qualche lavoro o ruolo importante e ambito, magari invidiato. Cassandro è diventato Qualcuno studiando? Chiedo scusa per la mia curiosità.

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  7. CASSANDRO

    “Ah, saperlo . . . saperlo!” avrebbe detto il buon Catalano.

    Gentile Giovanna, la risposta sta nella tua stessa domanda: potrebbe mai esistere un qualcuno più importante di chi smuove la legittima curiosità di elementi di elevato target, quali sei tu e il Capitano, ad esempio (oltre che da ultimo l’esimio Sergio Berto, cui ho ampiamente risposto in materia nel suo ultimo lungo post) di sapere se a seguito dello studio, pur se non “matto e disperatissimo”, sono poi diventato “Qualcuno”.

    Nel complesso non mi lamento, pur se di più si sarebbe potuto fare . . . e pur non ricoprendo mai i ruoli importanti di un Amato, o quelli ambiti di un Alfano o invidiati di un Gasparri (tanto per fare qualche nome sui ‘Qualcuni’ oggi al top)

    Risposta più dettagliata non posso darla io in quanto “Essere Qualcuno” è una coniugazione cui deve mancare la prima persona, se no si cade nel “Lei non sa chi sono io” di triste memoria, e chi la pronuncia di autodistrugge, secondo il vecchio adagio “Chi si loda s’imbroda!”

    Diciamo che mi sono ispirato sempre nel mio operare al motto in inglese dei Templari “Do your duty come what may” (il ‘duty’ preso in modo serio, ovviamente)

    Ciò stante, per esaudire il desiderio espresso (il mio anonimato è stata da oltre un decennio una costante, e quindi è un dato caratteriale, anche se negativo) mi limito a qualche considerazione estemporanea per fare più luce sul quidam de populo che in realtà sono (Papa Francesco non passa giorno che non ci consigli ad avere più modestia).

    Ecco, se potessi al limitei ruberei la definizione stilnovistica “I’ mi son un, che quando Amor mi spira noto, et a quel modo ch’e’ ditta dentro vo significando” (presuntuoso, eh?!)

    Cerchiamo di ricapitolare i concetti espressi, chiedendo scusa del molto spazio rubato.

    ESSERE “QUALCUNO”

    Chi è “Qualcuno” nel momento stesso
    che affermasse: “ Io sono ‘qualcuno’! ”
    cesserebbe d’esserlo . . . Un fesso
    si rivelerebbe . . . manco ‘uno’

    sarebbe in una scala fino a ‘cento’.
    Esser “Qualcuno” è gioco di sponda,
    son gli altri a riconoscer l’elemento
    che vale, e che con il suo fare inonda

    di bene tutti noi. Ruolo importante
    riveste studio intenso in tutto ciò:
    se studi infatti -- mi faccio garante --

    esser “Qualcuno” puoi . . . oppure no.
    Ma senza studio, qui, seduta stante,
    dico che andrai sempre a kappaò.

    “Che sarò mai?”, mi chiedo a volte . . . Booooh!

    (Cassandro)

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  8. Ed ecco che Cassandro, con la sua risposta, ci offre un argomento molto più interessante del mio, come lo definisce Giovanna, nostalgico post.
    Dunque, chi è veramente Cassandro? E che posizione sociale ricopriva? L'identità di Cassandro è un affascinante mistery. Dai pochi elementi che abbiamo a disposizione, il Nostro sembrerebbe essere stato un pezzo medio-grosso di Qualcosa. Ricordo che una volta scrisse di essersi fermato a parlare con Bertinotti a teatro o in un luogo simile. In altre occasioni aveva citato colloqui con altre personalità note. Non so Giovanna, ma a me se mi vede Bertinotti o un personaggio analogo manco me caca. Forse è perché io (e magari anche Giovanna) non abbiamo studiato abbastanza. Inoltre notiamo che in questo commento Cassandro cita Amato, Alfano e Gasparri come se fosse stato appena un gradino sotto questi nomi, il che lo qualificherebbe come funzionario probabilmente statale di grado elevato.
    Ora veniamo all'ultima parte del nostro mistery. Perché ho usato spesso il passato prossimo per definire il nostro amico celato? Principalmente per due motivi. Uno perché Cassandro spesso si dimostra persona matura, quando il suo atteggiamento non lascia intendere addirittura che sia in pensione. Due, e più importante, perché il pezzo grosso in attività frequenta il pezzo grosso, questo è uno dei maggiori insegnamenti della vita e in particolare del blog. Sul web più le persone sono lontane dalle vette del potere e della celebrità, più è facile che comunichino con te. Più sono in alto e più non ti vedono. Quindi il fatto che Cassandro si rivolga così amabilmente a personaggi antivip come me e Giovanna, dimostrerebbe che la sua posizione attuale è lontana da quella che potrebbe essere stata un tempo, anche se tuttora ha conservato la prerogativa di parlare con Bertinotti. Chissà se Giovanna è d’accordo con il sottoscritto.

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  9. :-)))) inizio col dirti che mi sono fatta una sonora risata ...ora mi faccio un caffè e poi torno a risponderti !!!

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  10. Non so da dove iniziare :-) Parto come non si dovrebbe...dalla fine! :-)
    Francesco, diciamo che sono abbastanza d'accordo con te riguardo la "maturità" di Cassandro ( anche perchè lo ha fatto capire nelle sue composizioni e nei suoi commenti )e il fatto che si rivolga a noi così amabilmente non mi fa scartare un'ipotesi: e se fosse un prete? E qui immagino Cassandro che si sbellica dalle risate!:-) Quindi se il pezzo grosso inquina le sue frequentazioni con i sottoscritti non significa necessariamente che non è più qualcuno, ma che continua nel suo apostolato :-)
    Confermo caro Francesco che a me non mi filirebbero proprio nè Bertinotti nè nessun altro, ma ti prego, non accomunarmi a te in quanto a cultura e studio! Io tra voi, sono una mosca bianca...perchè nelle " sudate carte" devo ammettere di non aver mai trascorso troppo tempo!L'unico "pezzo grosso" che conosco è mio congnato che grazie agli studi e ala sua militanza politica è arrivato in alto! Attualmente gli han conferito un incarico che gli frutta qualcosa come 13mila euri mensili! Non so se ridere o indignarmi...però però,se l'avessero proposto a me, avrei fatto la schizzinosa e rifiutato? Non credo!!!Esser qualcuno, che strana sensazione deve essere! E quanti grattacapi! E quanti AMICI ! Però credo di dover dissentire da quanto scrive Cassandro, non sempre basta o è richiesto lo studio intenso per esser qualcuno, l'unica differenza nell'avere grande cultura e/o grande professionalità ( scaturita anch'essa da grande studio), credo sia la durata! Un ignorante può arrivare ad esser qualcuno per mere spartizioni politiche, ma difficilmente lo resterà a lungo!
    Penso alla telefonata che mi ha fatto babbo alcuni minuti fa. Ieri si è raccomandato che andassi dal medico per fargli prescrivere medicine e analisi. Al rientro dall'ufficio son passata ma lui dormiva.Ho lasciato tutto sul tavolo e sono andata via in silenzio! Al telefono mi dice: " quando sei entrata non me ne sono accorto, ERO DORMITO!" Mi son messa a ridere. Nonostante la sua terza elementare di cui va fierissimo, ha ottima dialettica e una buona proprietà di linguaggio, ma su certe espressioni è più forte la traduzione dal sardo all'italiano! Potevo mai diventar qualcuno io ? NOOOOOOO ! :-)
    Un caro saluto e un grazie per lo scambio giocoso e frizzante, anche se siamo consapevoli che Cassandro resterà un mistero, SI DIVERTE TROPPO!!! :-)

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  11. Trovo giusto che Cassandro mantenga un "mistero" che mi piace e rispetto. Tuttavia ho sempre avuto un certo spirito indagatore e qualche ipotesi vorrei azzardarla: sia lui che il suo fraterno amico/rivale Sergio Sestolla sono siciliani e si conoscono probabilmente fin dai banchi di scuola. Hanno fatto studi classici (e questo è evidente) e sono entrambi laureati. Sono ambedue persone di valore, e io considero di valore le persone di vera cultura che, proprio per questo, non sono altezzose, non si vantano e si mantengono affabili e modeste. Oltre che dai loro scritti ricavo questa mia sensazione da un particolare; tutti conosciamo la frase che connota una persona qualunque: "un Pinco Pallino". Ebbene, il soprannome, o se preferite il nickname, scelto in certi casi dai nostri due amici è molto significativo: Pinco l'uno, e Pallino l'altro.
    Quanto alla loro età credo che siano più anziani del capitano ma molto più giovani di me. La loro posizione sociale non mi interessa ed è del tutto irrilevante. Si può essere ai massimi livelli della ricchezza o della scala sociale e politica ed essere comunque dei signori "nessuno". Chi poteva immaginare che Einstein, un modesto impiegato dell'ufficio brevetti di Berna, sarebbe rimasto nella storia come una delle più brillanti menti del secolo scorso?
    Quanto al nome dei politici citati mi lascerebbe del tutto indifferente (a parte Amato che stimo) avere con loro una qualsiasi familiarità. Ritengo invece un grande onore e un privilegio aver potuto, quando ero ragazzo, scambiare qualche parola con Pier Paolo Pasolini.

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  12. Sai, sergio, del tuo commento mi hanno colpito le parole "fratelli" e "siciliani". Ora non vorrei fare il guastafeste, ma penso che queste due parole ci dicano molto e soprattutto ci facciano capire molto.
    Su Einstein, ecco il mio modesto parere. Se internet fosse esistito ai suoi tempi, Einstein ti avrebbe risposto, se contattato sul Web, quando era impiegato all'ufficio brevetti; ti avrebbe considerato una cacca di cane, anche se non avrebbe mai usato queste parole o avuto questo pensiero, quando era Mister Pezzo Grosso Universo.
    E' curioso che tu abbia parlato con Pasolini. Sembra che un mucchio di blogger di Tiscali della tua generazione lo abbia fatto. Ariela a quanto ne so ci andava normalmente a cinema con Pasolini.

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  13. Giovanna, il tuo cognato si becca 13 mila angioletti al mese a causa della sua militanza politica? Ammazza! Deve aver studiato molto più di Cassandro.

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  14. Uhmmm Sergio oggi è arrabbiato! Ha commentato troppo seriamente, non è da lui!
    Neanche a noi caro Sergio interessa conoscere la posizione sociale di Cassandro e Sergio, ci mancherebbe...e non provate a indigare sulla mia eh????? :-D In qualche maniera, partendo da una sua composizione, si è arrivati a parlare dei Signori nessuno e dei Signori Qualcuno, ma avrai capito che non è fondamentale conoscere nulla del privato di entrambi.Ci si "diverte" a dare se non un volto, un'idea ...avendo tanti elementi ma non in misura sufficiente a completare il puzzle! Io, come Tu come ben sai, non ho svelato nulla di me per anni...Ancor oggi in tanti ignorano tutto!Tu sei tra i pochissimi che conosce la mia faccia e il resto della mia vita! Le persone qui in rete, si apprezzano anche per la loro riservatezza, e non si ha bisogno di chieder null'altro! Per cui vedi di lasciare un commento col sorriso quando non sei più arrabbiato ( anche se Francesco non ama molto gli smile)!
    Si, Francesco....ha studiato il giusto che serviva :-D

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  15. Non mi ero accorto che Sergio fosse arrabbiato, Giovanna. Si vede che lo conosci molto meglio di me, anche se io l'ho incontrato fisicamente, non so se a te sia capitata la stessa fortuna. E qui ci metto lo smile :-)
    Dopodiciò stendiamo un velo sull'identità di Cassandro e parliamo magari del mio post nostalgico, sarebbe anche ora. Vorrei qui segnalare il carosello cosiddetto hippie di Tinto Brass citato nel testo, che reclamizzava se non sbaglio la Vespa Piaggio. Era un piccolo gioiellino. Lo racconto. In uno spartano bianco e nero si vedono i passeggeri annoiati di un treno. Volti del popolo, pendolari, gente stanca dal cui viso è sparita la gioia, probabilmente a causa dello squallore della vita moderna. A un tratto entrano nel treno allegri ragazzi vestiti da hippie, capitanati da una signora armata di chitarra che sembra una comparsa del film Hair. La signora canta con accento inglese in un tono vagamente somigliante a Joan Baez. E parte così: "Amico, se vuoi scrivere una ballata sull'arcobaleno, non usare l'inchiostro nero, non c'è nero nell'arcobaleno". E continua con frasi che fanno: "Scrivi giallo con il grano. Scrivi arancio col tramonto. Scrivi blu con gli occhi limpidi di una ragazza in più" Quindi il coro dei ragazzi ripeteva "Rosso, giallo, verde, viola, blu". Non so, ho sempre trovato di grande suggestione i versi semplici di quel carosello, mi pareva che comunicassero una gioia difficile da descrivere a parole.
    E a chiudere un altro sorriso per smentire Giovanna sulle mie preferenze :-))

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  16. Uhn, non sapevo neppure io di essere arrabbiato! Forse Giovanna ha confuso con l'ultimo mio commento sul mio blog, là sì che ero infuriato. Francesco, se l'Ariela di cui parli è la stessa che conosco io è del tutto normale che fosse in amicizia con Pasolini, e non solo. Probabilmente era ed è in amicizia con buona parte degli esponenti culturali italiani ed europei. Lei è un personaggio poliedrico eccezionale ed è la figlia del grande Alessandro Fersen oltre a essere stata o a essere ancora capo del suo Kibbuz in Israele.
    Per me il discorso è molto più modesto, ero un ragazzotto che accompagnava la zia a un ricevimento ove era presente buona parte della "intellighenzia" italiana tra cui Pasolini. Mia zia era Dina Bertoni Jovine e mio zio Francesco Jovine, chi vuole saperne di più basta che vada su Google o su Wikipedia. Forse mi sto vantando? può essere, ma consentitemi di essere fiero dei miei parenti, e chiudo a mia volta con un saluto e un grande sorriso :-)))

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  17. Be', Sergio, meglio così se non sei arrabbiato, anche se il mondo spesso ci dà occasione per perdere le staffe.
    Ariela è quella e il padre è quello, il che confermerebbe, secondo ciò che dici, la teoria quivi esposta, pezzo grosso sta con pezzo grosso, pezzo piccolo con pezzo piccolo. Bene i tuoi zii, poeti se non ricordo male. Fai bene a esserne fiero.

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  18. No Francesco, non ho mai incontrato Sergio!Mi vergognerei da morire! Si, era arrabbiato nel mio blog...anche quando non abbiamo motivi di arrabbiarci nella vita personale ci pensano gli altri a farci perdere le staffe!
    Oggi aprendo l'ufficio sentivo alle spalle i turisti imbarcati per fare pescaturismo salutare tutti a gran voce sbracciandosi allegri...scene tipiche delle località balneari guardate da me con un pizzico di invidia mentre mi inghiottiva la solita aria cupa in ufficio!Uno si potrebbe chiedere perchè non vado anche io....fossi matta a farmi spennare da certe persone di cui tra l'altro, non ho la minima stima!!!:-)
    Ciò che racconta Sergio conferma anche la mia teoria...che se cresci in un ambiente culturale fertile non puoi non diventare anche tu una persona curiosa e colta!Ok Sergio, ti consentiamo di essere fiero dei tuoi parenti come loro lo saranno di te! Caspita Che famiglia siete!!!!!
    Tornando nei ranghi, non ricordo il carosello di Tinto Brass che citi, ma alcune delle cose che hai riportato rievocano in me bei ricordi...la freccia nera, sandokan, modugno che canta quella straordinaria e struggente canzone che sin da piccola mi affascinava e immalinconiva! Amara terra mia...

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  19. CASSANDRO

    Spezziamo una lancia a favore della teoria esposta da Capitano, secondo la quale “pezzo grosso sta con prezzo grosso, pezzo piccolo con pezzo piccolo”: anche se nelle relative riunioni -- specie quelle numerose, tipo assemblee societarie, congressi, convegni, ecc. ecc. – c’è sempre presente qualche cronista scomodo, che con la sua carrellata di tipi e tipe rompe le uova nel paniere.

    ASSEMBLEA DI GENTE IMPORTANTE
    (presente qualche anonimo che importante fu)

    Assemblea di gente importante!
    Ci vado ogni anno da una vita
    . . . politici . . . banchieri . . . e pure tante
    persone anonime, pronte all’ “uscita”,

    che ancora si arrabattano a cercare
    consensi, o che stanno in disparte
    un po’ criticamente a guardare
    . . . chi non si arrende e vuole ancora “carte”

    . . . chi non si accorge che il tempo è passato
    inesorabilmente, che oramai
    è vuoto a perdere, e l’essere invitato
    è tanto già, chè a lui or spetta Sky,

    o di Mediaset “Amici”, o
    di Rai “Porta a porta”. Ora il “perché”
    mi mischio a tanta gente: forse ho
    trovato il modo di far soldi, neh!

    Mi basterebbe avere un euro solo
    . . . per ogni cazzatella che vien detta
    in attesa del “Via”, e che a volo
    acchiappo qua e là fra chi smanetta

    per mettersi, replay, ancora in luce,
    e per ogni “Cariiiiissimo” elargito
    al posto del cognome (ovvio, conduce
    a ciò il fatto che è già finito

    nel dimenticatoio il nome vero) . . .
    per diventare io ricco sfondato!
    Se anche per chi ormai non è più nero
    di capelli . . . in più . . . un euro è dato

    a me (o in caso di nuova rughetta
    nel viso delle amiche) occasioni
    avrei di non tirar più la carretta,
    di battere il ricco Berlusconi.

    E taccio . . . d’ogni incontro evitato
    . . . d’ogni sorriso di colpo bloccato

    . . . di chi un po’ più sordo è diventato
    e pure un tantinello è accorciato.

    . . . nonché dei tanti “Tizio” e “Coso”,
    studiabili da Cesare Lombroso.

    Che fossi di lor tutti invidioso?

    (Cassandro)

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