martedì 12 novembre 2013

Paolini, la vendetta dei giornalisti

paolini-al-tg1-300x225Ieri i giornalisti i giornalisti soprattutto televisivi godevano in maniera vergognosa e anzi addirittura pagana. Qual era il motivo dell’orgasmo orgiastico dei giornalisti? Gabriele Paolini, il noto disturbatore televisivo, era stato arrestato per pedofilia. Ieri, e forse anche oggi, era la notizia del giorno. Non la crisi di governo sempre in agguato. Non le difficoltà politico-giudiziarie di Berlusconi. Non la traballante economia mondiale. Non Siria, non Irak, non Egitto, non Corea. Non guerre, non l’atomica in mano ai cattivi, non barconi di immigrati affogati, non i marò in India, non Amanda e Sollecito, non disoccupazione, povertà. Ma Paolini, Paolini. Paolini. Anzi Paolini Pedofilo, Paolini Pedofilo. Paolini Pedofilo.

Ieri devo aver sentito almeno due volte in ogni telegiornale la notizia di Paolini arrestato per pedofilia, con sottofondo di tappi di spumante che saltavano. Era osceno il compiacimento con cui si dava il resoconto dei fatti. Più o meno Paolini veniva equiparato al peggiore dei nazisti. A un Orco Schettino. A un Polifemo divoratore di bambini. Poi ho letto meglio la notizia su un giornale. Paolini era accusato di aver avuto rapporti sessuali con due, forse tre, ragazzi di 16 anni (due italiani e un romeno, con il romeno forse non c’è stato niente). Mi sono domandato se fosse un reato. A quanto ricordavo, per la legge italiana sono perfettamente leciti rapporti sessuali con giovani di 14 anni compiuti (il limite si alza a 16 anni compiuti, in particolari condizioni di tutela come il rapporto tra maestro e allievo): i rapporti sono leciti, ovviamente, se consenzienti e consumati senza violenza, ma questo vale per ogni età da 14 a 100 anni. Nel caso, i ragazzi erano maggiori di 16 anni (anche se nei telegiornali venivano indicati semplicemente con il termine colpevolista di “minori”), e non mi pareva che Paolini avesse il fisico e la personalità per esercitare violenza su chicchessia.

Altra potente accusa contro il disturbatore televisivo: induzione alla prostituzione minorile. Come avrebbe “indotto”, Paolini, altri a prostituirsi? Regalando una ricarica telefonica a uno dei ragazzi. Ci ho pensato un attimo e sono stato preso dal panico. Anche a me qualche volta hanno regalato una ricarica. Non solo, ma in qualche caso mi hanno pagato anche un caffé al bar e perfino una pizza scapricciatella melanzane e peperoni. Qualche volta ho ricambiato il favore. E allora mi sono chiesto se non avevo contribuito pericolosamente, con le mie pizze e caffé, al fenomeno della prostituzione e a qualche altro reato ancora più inquietante. Non basta, il dossier contro Paolini è gonfio di reati uno più grave dell’altro. Pare che a un certo punto abbia portato addirittura i ragazzi a conoscere il padre di lui e che forse abbiano giocato una partita a ping pong o a calcio balilla. Inoltre li avrebbe portati al bowling. Ancora un indegno reato: Paolini nel 2012 aveva promosso una raccolta di firme contro pedofili e stupratori, evento sicuramente da condannare senza riserve. Infine l’arrestato avrebbe scattato ben 110 foto ritraendo lui e i ragazzi in atteggiamenti intimi. Nessuno dice se le foto siano state estorte con violenza o inganno o se siano state scattate senza il consenso di una delle parti in causa. Non pare nemmeno che siano state divulgate sul web, a differenza dei video in cui si picchiano selvaggiamente i disabili o si tocca il culo delle supplenti di matematica.

Ho ascoltato le notizie sganciate tutto il giorno come bombe nei telegiornali. Mi sono chiesto: che diavolo ha fatto, Paolini? Ha avuto rapporti con ragazzi di 16 anni compiuti, a quanto pare consenzienti, cosa che pare perfettamente legale. Ha fatto foto di quei rapporti legali (i telegiornali le definivano pornografiche) senza, allo stato attuale delle conoscenze, che vi fosse dolo, violenza o inganno. Non ha divulgato quelle foto. Ha parlato con i ragazzi su Facebook (per i telegiornali li ha “adescati”). Li ha portati al bowling, ha pagato loro una ricarica telefonica. Dove diavolo è, il mostro che si sbatte in televisione. Dove sono, gli estremi della pena di morte, che tacitamente chiedevano tutte le televisioni?

D’accordo, Paolini è un po’ stronzo quando disturba le dirette dei giornalisti televisivi. Ma se si dovessero sbattere in galera tutti gli stronzi, questo paese diventerebbe un deserto. D’accordo, Paolini è antipatico e non ha un cazzo da fare. Ma se si dovessero sbattere in galera tutti gli antipatici che non hanno un cazzo da fare… D’accordo, a volte è un vero deficiente. Ma se si dovessero sbattere in galera tutti i deficienti… Mi verrebbe quasi da chiedere chi sia peggiore, tra Paolini e i giornalisti televisivi assetati di sangue e vendetta.

3 commenti:

  1. Concordo con quello che scrivi. Ho avuto il dispiacere di vedere un servizio del TG! sulla questione, un tipico esempio di pessimo giornalismo.
    Baingiu

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  2. Ciao, non ho sentito i telegiornali. La notizia è venuta fuori durante il pranzo a lavoro. Concordo con quanto dici. senza nulla togliere alla gravità della cosa (se confermata) penso che i giornalisti ogni volta che devono sbattere un mostro in prima pagina non si risparmiano!

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  3. Saluti agli amici e soprattutto a Berardo che non si vedeva da un po'. Oggi i telegiornali hanno dato due nuove informazioni su Paolini. La prima va a ad aggravare enormemente le prove a carico dell'arrestato: uno dei ragazzi avrebbe dichiarato che il padre di Paolini gli avrebbe insegnato a giocare a briscola. Ecco la sua testimonianza testuale: "Suo padre ci ha anche insegnato un gioco da vecchi, la briscola".
    Questo illecito così pesante deve aver contribuito nel far giungere alla decisione di tradurre il Paolini in cella di isolamento, seconda notizia. Se non mi sbaglio questo provvedimento viene considerato da tutti gli esperti carcerari come eccezionale e gravissimo; e mi pare di ricordare che neppure il celebre forzato letterario Papillon finiva in isolamento, se non dopo aver tentato una delle sue celebri fughe nelle paludi infestate di alligatori della Cayenna.

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