domenica 30 novembre 2014

Rap di Natale 2014

Natale ad affrontare lamantini, babirussa, kriss avvelenati di thugs, con Giro Batol, Sambigliong, con Carmaux e Wan Stiller, a me valorosi tigrotti, guai a te, Wan Gould, forza Mister Fogg che gli 80 giorni stanno scadendo, ma quanto saranno lunghe ventimila leghe sotto i mari, a pescare trepang e a illudersi di essere abbastanza grande da stringere tra le braccia Capitane dello Yucatan e Jolande figlie del Corsaro Nero, a fare il tifo per il cane Buck contro quella carogna di Spitz, a conoscere per nome come fratelli tutti i cani che trainavano una certa slitta nel Klondike, ammaliato pure tu dal richiamo della foresta. Natale a sognare con l’ultimo dei Mohicani, a capire che non mi serve niente per essere felice nelle foreste del Nord, appena un coltello, un arco con le frecce e magari una canoa, ah, sarebbe bene che ci fosse anche la figlia di un colonello inglese di cui innamorarsi che non si sa mai, elegante e colta quanto io sono selvaggio e coraggioso, è chiaro, Natale con Moby Dick e un capitano di quindici anni, a chiedersi perché deve morire il più piccolo e valoroso dei ragazzi della via Paal, perché il mondo è così cattivo, eh, me lo sai spiegare, Tarzan, no, vuoi provarci tu, Tom Sawyer, o forse tu, Oliver Twist, che poi non ho mai saputo distinguervi che sembrate uguali, no, state tutti zitti e fate parlare D’Artagnan, che poi mi insegnerà a tirare di spada e mi accompagnerà alla ricerca dell’isola del tesoro, ma tenete le mani a posto che Long John Silver lo sistemo io, basta, saluto tutti, vado nella giungla indiana e porto con me la tigre Darma, no, mi avventuro nelle distese dell’Alaska con Zanna Bianca, o meglio ancora vado sull’isola di King Kong, tra le aquile della steppa, tra i predoni del deserto, e lo vogliamo proprio scartare un viaggio al centro della terra con Michele Strogoff e i figli del capitano Grant? Ora devo andare, ma dimmi, Tremal-Naik, sarebbe davvero bastata una sola mano a cingere la vita di Ada Corishant, la Vergine della Pagoda?

Ripropongo il mio beneagurante rap di Natale, che quest’anno ho corretto incentrandolo sul romanzo di avventura che mi faceva sognare specialmente durante le feste di Natale. Ero uno di quei ragazzini che a Natale si facevano regalare libri. Ricordo che c’era un negozietto dalle parti di casa mia, una cartoleria che non aveva mai libri esposti in vetrina tranne quando si avvicinava Natale. Ci andavo parecchio tempo prima e visionavo tutti i libri esposti e poi me li scrivevo su un pezzo di carta per fare la scelta più giusta. La scelta era un momento doloroso perché si dovevano cancellare testi come Le miniere di re Salomone o magari Capitani coraggiosi, dal momento che potevo richiedere per la Befana uno o al massimo due libri. Spesso tornavo a guardare i libri esposti per avere una conferma delle mie decisioni. A scelta fatta, cominciava il dramma. Passavo dalle parti della cartoleria quasi ogni giorno e controllavo se il romanzo che volevo io c’era ancora. Se mancava significava che era stato già venduto perché la cartoleria aveva a malapena una copia di ogni libro. E se il libro era stato venduto, l’avevo perso: i miei genitori avevano poco tempo e potevano fare spese solo vicino casa. Non mi fermavo mai davanti alla cartoleria, e anzi non guardavo neppure verso la vetrina perché mi vergognavo di farmi pescare a ronzare da quelle parti come un innamorato insicuro (in effetti era proprio quello che ero, un innamorato insicuro). All’ultimo momento però lanciavo una sbirciatina verso la vetrina come se non mi importasse niente di ciò che vedevo. A volte la sbirciata era così veloce che non riuscivo a capire se il libro in questione c’era o no, e allora dovevo tornare sul luogo del delitto.

Qualche giorno fa mi è capitato un fatto che mi ha davvero colpito. Mentre passeggiavo, ho visto una cartoleria simile a quella che guardavo decenni prima. Aveva un sacco di prodotti tecnologici esposti, telefonini ultramoderni e chincaglierie per bambine aspiranti sexy Barbie, ma uno scaffale esponeva gli stessi libri per ragazzi per i quali me ne morivo io tanti anni fa. Non pensavo che le cartolerie vendessero più quel genere di prodotti. Mi è sembrato di essere tornato indietro nel tempo. E’ bello sapere che può essere ancora Natale.

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