Questa la voglio sentire. Voglio proprio sapere che cavolo c'entra Donna Summer con la letteratura.
- Sssss, fammi parlare. Negli anni Settanta nacque una leggenda metropolitana, riguardava una cantante di discomusic, credo proprio Donna Summer.
- Devo aver sentito pure io qualcosa del genere. Si diceva che la donna fascinosa ritratta sulle copertine dei dischi di Donna Summer fosse una modella che non aveva niente a che fare con la cantante e che anzi ragliava le sette note peggio di una campana stonata.
- Dici benissimo. Era un'operazione di marketing, un gioco di squadra: la vera cantante, bravissima, ma probabilmente grassa e racchia, interpretava i brani, mentre la modella faceva volare la fantasia dei fan con la sua silhouette sensuale.
- Però era solo una voce infondata, forse messa in giro dagli stessi discografici della popstar: Donna Summer era davvero sensuale. Te la ricordi quando faceva quei provocanti Aaahhhh e Ooohhh, roba da farti bollire il sangue nelle vene.
- E chi se li scorda. Però tornando a noi, a me è sempre restato il dubbio: nel caso di un sodalizio canoro del genere, di chi sarebbe stato il merito del successo? Della bravissima, ma bruttissima cantante o della piacente modella che ne interpretava l'immagine pubblica? In sostanza, era più importante il fare o il sembrare?
- Aspetto ancora di capire che cavolo c'entra la letteratura con Donna Summer. Non avrà scritto un romanzo intitolato Assassinio in discoteca?
- Ci arrivo subito. Anche se era una leggenda, l'idea della cooperazione tra essere e sembrare forse è vantaggiosa. La si potrebbe applicare in molti campi della vita, non ultimo in quello della letteratura. Si potrebbe mettere insieme un valido scrittore che scrive i romanzi e un "modello" che lo rappresenta negli impegni mondani di vita pubblica.
- Dici tipo quei bellimbusti faccia da schiaffi che spadroneggiano in televisione? Quelli con la parlantina sciolta sempre pronti a palpeggiare le intervistatrici con la scusa di voler fraternizzare?
- Più o meno, il modello-romanziere sarebbe una persona di bell'aspetto, vestito con un completo da narratore del Sussex con tanto di pipa aromatica, del tutto a suo agio nei salotti televisivi o seduto in poltrona a cicalare da Costanzo o da Magalli, uno con un sorriso che buca il televisore o le platee di spettatori convenuti alle sue presentazioni letterarie. Avrebbe la disinvoltura di un attore professionista, sarebbe considerato un gran compagnone dai giornalisti letterari e persino dalle intervistatrici a cui massaggia le regioni meridionali, e racconterebbe barzellette meglio del nostro presidente del Consiglio.
- Ma scusa, non ho ancora capito cosa c'entra il bellimbusto con un libro. Per scrivere un romanzo o un saggio bisogna saper scrivere. Per fare lo spaccalegna devi saper spaccare la legna, per fare lo spazzacamino devi saper spazzare i camini… o no?
- Be', non è detto. Scrivere bene non è poi tanto importante. Ciò che fa vendere un libro, che lo rende accetto al lettore, che ne determina il successo, non è la sua qualità, ma il modo in cui viene promosso, pubblicizzato, in cui se ne parla o se ne polemizza.
- Stai dicendo che il libro non conta?
- Non conta il libro, no, conta tutto quello che c'è intorno. Non conta lo scrittore, conta chi lo rappresenta in pubblico, chi convince la gente a comprare il libro o i signorotti dei mass media a recensirlo e a pubblicizzarlo.
- Questa è davvero dura da mandare giù. E quasi come affermare che per dire messa non è necessario credere in Dio.
- Ma no che non è dura. E' la stessa cosa che accade in politica e in altri campi della vita, se ci pensi: non contano le tue idee o ciò che sai fare, contano un accorto lifting facciale e una mano di cerone ben data davanti alle telecamere. Contano la naturalezza e la disinvoltura nelle occasioni pubbliche, quando devi convincere la collettività e gli elettori che non sei poi quel ciarpame non solo politico che ti accusa di essere tua moglie.
- Che strana coppia, quella dello scrittore vero e del bellimbusto che lo rappresenta in pubblico! Sarebbe bello sapere come dovrebbero spartirsi i guadagni. Scommetto che hai un'idea originale pure su questo punto.
- Penso che i dividendi dovrebbero essere in proporzione al tuo contributo alla vendita e al successo del libro. Lo scrittore che ha inventato la trama, i personaggi, scritto i dialoghi, le scene, e tutto il resto del romanzo dovrebbe avere il dieci per cento degli incassi spettanti all'autore. L'attore che lo rappresenta in pubblico, che risponde alle interviste con nonchalance, che fa innamorare le lettrici mentre concede autografi, che racconta barzellette nei talk show e accavalla magistralmente la gamba nelle poltrone televisive, dovrebbe intascare il novanta per cento degli incassi dell'autore.
- Ora l'hai sparata davvero grossa. Pensa se si facesse così pure nel resto della società. Quelli che creano, sudano, producono, si sacrificano prendono il dieci per cento dei frutti del loro lavoro. Quanto durerebbe la società, con queste assurde regole?
- Sei proprio il re degli ingenui. Non ti sei accorto che già accade così. Io mi sono tenuto persino prudente con le mie stime. Quelli che vanno alle feste delle diciottenni che ti chiamano papi, regalando diamanti con una adorabile faccia da schiaffi, arraffano molto più del novanta per cento. Svegliati, apri gli occhi!
Caro Capitano, l'immaginario collettivo vuole quasi sempre identificare l'eroe come quello con la spada in mano che trafigge un drago, sappiamo bene che nella realtà, per fortuna le cose stanno diversamente, l'apparire è fondamentale in tutti quegli aspetti del marketing, in cui si vende un prodotto di largo consumo, destinato quindi alla massa. Nel caso della letteratura a mio umile avviso i canali sono diversi da quelli consueti come Porta a porta o similari, ma passano attraverso i premi letterari e a editori coraggiosi che credono in quanto leggono. Solo a quel punto il viso dell'autore verrà fuori e riconosciuto e non sarà importante che sia di bell'aspetto, ma solo di belle parole. Un caro saluto
RispondiEliminaGians, io credo che lo scrittore dovrebbe essere di belle parole, sì, ma solo scritte. Sono piuttosto sospettoso verso quegli scrittori che vanno in televisione a cianciare con la gamba accavallata, del tutto a loro agio. Per spiegarmi meglio aggiungo un brano che non è potuto entrare nel post perché già troppo lungo. Ne potremmo fare un minipost intitolato DIECI IN ORALE:
RispondiEliminaPer anni ho considerato alla stregua di un versetto della Bibbia un frase letta in un libro di Piero Angela. Il nostro re dei divulgatori parlava degli sceneggiatori cinematografici americani e del loro nodo di ironizzare su certi loro colleghi che erano veri assi quando dovevano parlarti di una loro idea per un film, salvo poi scrivere un copione che era una vera schifezza. “Dieci in orale” dicevano questi sceneggiatori dei loro colleghi chiacchieroni. Però magari ciò che conta è proprio l’orale, l’apparire, il vendere o venderti.
Non mi ha mai incantata la letteratura dell'apparire. La mia osservazione del mondo mi dice che chi aveva davvero qualcosa da dire, chi ha lasciato un segno, era sempre un personaggio schivo e quasi mai un grande accavallatore di gambe.In ogni caso credo che al dieci in orale ci si possa arrivare. Da ragazzine ero timida al punto da avere difficoltà persino ad esprimere un mio banalissimo punto di vista, forse proprio perchè lo consideravo banale. Chissà perchè, pensavo, e talvolta mi capita ancora oggi, che gli altri fossero interessanti ed io no. Poi un giorno mi imbattei in un personaggio che parlava come se il suo pensiero fosse verità assoluta. A me parevano delle grandi cazzate, e questo, unito alla sua grande faccia tosta, mi irritava oltre misura. Dovendo subire la sua presenza per forza di cose, imparai a contrastarlo e questa "gavetta" mi servì per superare lo scoglio del sentirmi inadeguata.Bene. Ed ora che sono andata fuori tema come concludo?.))
RispondiEliminaCleide, eri perfettamente in tema, credimi. :-)
RispondiEliminaInfatti non credo che quelli col cerume lascino il 10% a quegli altri, ma molto di meno.
RispondiEliminaMa poi secondo te quelli che comprano il libro lo leggeranno un giorno?
Oggi giornata di sole e silenzio dalle mie parti. Strano il silenzio, chissà se durerà. Un saluto agli amici.
RispondiEliminaio questa non me la ricordo.. ma per lavoro ascolto solo un certo tipo di musica.. senti ma nei tuoi post parli tra te e te? con qualcuno? non capsico...
RispondiEliminaeterna, questo è un dialogo che si potrebbe definire tra me e me, diciamo tra un me ingenuo e un me più smaliziato. Delle volte dialogo pure con persone esistenti. C'era questa leggenda metropolitana su una cantante di discomusic, ma non sono certissimo che fosse Donna Summer. Per il resto detesto con tutto il cuore gli accavallatori di gambe nei salotti televisivi.
RispondiEliminaCiao Mio Capitano, non mi sono affatto scordata di te! purtroppo (o per fortuna, perchè significa che sto lavorando) mi sta mancando il tempo per l'intera blogosfera, il mio blog compreso.
RispondiEliminaMa spero di riprendermi la mia vita da blogger quanto prima!!!:-)
si e' quello col cappello..
RispondiEliminaHo letto attentamente due volte il post, bellissimo come sempre.
RispondiEliminaMa non mi convince del tutto, nel senso che, in parte condivido ciò che dici, ma ritengo che non sempre le cose vadano così.
Si al 90% .. No al 10% ..
Credo sia importante anche l'immagine che uno da di se, certo senza esagerare.
Non tutti i bravi romanzieri sanno accavallare le gambe e fumano la pipa..
Ora non ricordo il nome ma dalla Bignardi una volta vidi l'intervista ad un bravissimo romanziere sembrava un barbone è italiano, ma porca paletta non ricordo il nome, ha un cognome sardo mi sembra...
Comunque il punto non è questo.. Da lettrice io apprezzo la sostanza di un libro, però è fondamentale la copertina..
Perchè ti da la sensazione di cosa potresti trovare dentro..se ho 10 libri davanti, e non conosco nessuno degli autori,scelgo anche condizionato dalla mia percezione, nel senso ciò che stimola di più la fantasia.
E se l'autore mi è simpatico,si presenta bene e mi affascina beh! non guasta.
Il contorno spesso serve a far conoscere, chi ancora non è nessuno.. e funziona!
Scusa se sono stata noiosa e se non ho espresso al meglio il mio concetto, era solo per dire che se uno è bravo lo è a prescindere, e che non sempre a tutti è concesso far vedere quanto valgono..
Quella è anche una questione di fortuna..
già
Scusa se ho invaso tutto questo spazio..
e se ho detto cose che non c'azzeccano.
Ah! e' solo il mio modesto parere e non conta poi molto, io ho letto il tuo romanzo, mi è piaciuto moltissimo..
Ma non so assolutamente, ne se fumi una pipa, ne se accavalli le gambe in maniera teatrale..
Ciao Rosy
Isy il personaggio che citi è Mauro Corona, scultore e scrittore. Friulano, montanaro e personaggio schivo. Non un salottiero accavallatore di gambe insomma, anche se nei salotti mi pare che stia a suo agio negli ultimi tempi. Forse ha capito come va il mondo?))
RispondiEliminaBeh, nel circo mediatico tutto fa brodo...ma il brodo non si legge, si beve e spesso risulta indigesto...
RispondiEliminaUn caro saluto :-)
Flora
si Cleide è lui! Grazie.
RispondiEliminaNon è che ha capito come và il mondo, è che i lettori hanno il diritto almeno ogni tanto di avere un contatto con colui a cui regalano il loro tempo, la loro attenzione, le loro emozioni e in fine ma non meno importante i loro soldi.
tutte le cose se fatte con moderazione sono fatte bene..
E poi certi meccanismi non si possono assolutamente evitare.
Isy nella società odierna la visibilità fa la sua parte e non c'è dubbio. Ma proprio qualche giorno fa ho ascoltato un intervista ad Alessandro Baricco. Affermava che tra i suoi lettori, quelli che più amava, erano i lettori dell'Ecuador. Questo perchè vivono in una condizione per la quale non sapevano niente di lui, non conoscevano il suo viso, non l'avevano mai sentito parlare. Affermva inoltre che capiva la necessità di mostrarsi giocoforza, ma sognava quel tipo di rapporto con i lettori, un nascondimento senza snobismi insomma.))
RispondiEliminaun grazie alle ultime tre intervenute, Isy, Cleide e Flora.
RispondiEliminaA Isy devo dire che ho trovato molto interessante il suo commento, che somiglia molto alla bella foto seria che ha pubblicato su facebook. Allora, il quesito mi pare che si vada restringendo a Shakespeare, essere o non essere, accavallare le gambe nei salotti o non accavallarle?
Purtroppo non sono la persona più adatta a risolvere tale questione. Sono solo un modesto essere umano e come tale schiavo dei pregiudizi della specie. Anzi i miei pregiudizi sono molto peggiori e più numerosi di quelli altrui. Per esempio quando vedo in televisione un autore che sorride, chiacchiera disinvolto, è simpatico, rilassato e cinguetta su ogni tema senza problemi, penso sempre che non sappia scrivere. Lo so, è un gran brutto pregiudizio, ma non ci posso fare niente. In presenza di un gran simpaticone, bravo chiacchieratore, penso sempre che sia una persona degnissima, utile al progresso e alla pacifica convivenza dell'umanità, ma che sia un cane come narratore su carta. Mentre se vedo un taciturno accigliato, meglio se pure antipatico, uno che vorrebbe trovarsi da un'altra parte mentre lo intervistano, rifletto che con quel tipo non vorrei mai fare un lungo viaggio in treno, d'accordo, ma ho pure il sospetto che possa scrivere cose appassionanti e non banali. Come dicevo, trattasi solo di un rozzo e umiliante preconcetto e mi scuso per la mia bassezza morale.
P.S. Anche i commenti di Cleide in questo post sono mica male. :-)
Come temevo non ho saputo spiegare al meglio ciò che volevo dire.. ma non importa del resto si sà..io non so scrivere quello che ho dentro, purtroppo...
RispondiEliminaIo amo tutto ciò che è arte..
é qui dentro non manca di certo un Grande Artista.
tutto qui :D
grazie comunque.
Ora che ho letto il post commento: non sapevo di questa leggenda (metropolitana?) a proposito di donna summer ma è una leggenda che si ripropone spesso a proposito di diversi artisti. mi ricordo, in particolare, di qualcosa di analogo sui pet shop boys.
RispondiEliminaper rispondere alla tua domanda, credo che al successo di un tormentone estivo possa contribuire il fisico, il look, e una serie di altri fattori ancor più materiali. Ma se Donna Summer è Donna Summer ancora nel 2009 a distanza di quanti? 30-40 anni? penso che solo la sua incredibile voce possa giustificare una celebrità così longeva.
P.s. la storia della musica è piena di grasse (secondo me comunque piacenti) per le quali l'aspetto non da pin-up non è stato un ostacolo al successo. E penso a gloria gaynor, ad aritha franklin,...
Eh sì, i ghost writer in qualche modo entrano in quest'ottica. Il personaggio conta moltissimo, condivido. Avevo cambiato pc e perso un sacco di link, salvo di nuovo il tuo tra i preferiti. Alla prossima.
RispondiEliminaciao Capy,
RispondiEliminaeccomi dopo un bel pò di tempo. non riuscivo a postare né a lasciare commenti.
non ho capito molto bene il testo, tranne quando si parla di Berlu e le sue fantasie. forsesono queste ore, che sono ormai stanca (studio, palestra, ecc.)
a proposito ho letto un pò del tuo romanzo e sembra davvero bello, complimenti!
a presto!
Tali
eccoci qui, cari amici.
RispondiEliminaTali, se hai letto il mio romanzo presumo che tu l'abbia comprato e che sia arrivato sano e salvo in quel di Spagna.
Gianni, è un piacere risentirti, credevo quasi che qualche intraprendente donzella ti avesse messo il cappio al collo.
Araba Fenice, bottiglia di spumante stappata per il tuo ritorno. Mi fa piacere che tu abbia trovato lavoro, complimenti. Sulle cantanti, credo che Aretha Franklyn fosse magra quando ha iniziato e chissà pure che non fosse lo stesso per Gloria Gaynor.
Con Isy e Cleide abbiamo già colloquiato.
Un saluto a Flora, Eterna e Veneris.
Accidenti! ero così euforica che ho lasciato il commento nel post precedente scusa :D
RispondiEliminaanche io, com ete, sono sospettosa verso certe operazioni che sembrano tutt'altro E che magari hanno come fine altro che non la letteratura (marketing, merchandising, revival ecc) e apprezzo il tuo post in quanto condivido i tuoi stessi dubbi... Però una chances secondo me va data a tutti a priori, in alcuni casi (anche se sono davvero pochi) possiamo avere piacevoli sorprese. Anche io ho visto libri scritti da celebrità, ex celebrità o presunte tali che davvero non bisognerebbe pubblicare per decenza (secondo me) ma su mille uno buono l'ho trovato e spero non rimanga figlio unico! Ciao e complimenti per il post, interessante e ironico!
RispondiEliminaIl marketing ormai conta più di tutto il resto e ciò avviene in molti settori della nostra società.
RispondiEliminaTalvolta però conta ancora la sostanza, anche perchè una delle regole del marketing è che è difficile vendere un prodotto scadente. Si tratta di vedere se il prodotto berlusconi è ritenuto scadente dagli italiani e io credo che la maggioranza degli italiani lo consideri tutt'altro che scadente. E' in atto una vera e propria regressione culturale di cui scrivo nel mio ultimo post.
Ciao
Mi allaccio al commento di Emi per dire che molti "parti letterari" di celebrità, e non mi riferisco alla Marini o a Buffon, sono scritti dai ghost writer, ovvero scrittori fantasma.Magari si tratta proprio di quell'uno su mille buono.))
RispondiEliminaCiao Cap, in questi ultimi tempi mi sono persa dietro ai figli, ma sono ancora qui :-)) Io penso che purtroppo senza una buona confezione anche il migliore dei prodotti rimane invenduto. E poi, vuoi mettere il potere? Le grosse case editrici ne hanno molto, e questo spiana la strada in ogni ambiente. Un libro pubblicato dalla Mondadori, per esempio, avrebbe enormi possibilità di essere venduto anche se scritto da un taciturno e bruttarello autore, rispetto ad un libro scritto da un ragazzo meraviglioso e oltremodo disinvolto, ma pubblicato da un piccolo editore. Io credo che la meritocrazia sia pressochè defunta, ma spero che nel tuo caso possa essere l'eccezione che conferma la regola! Spero di vederti presto nei talck show più famosi col tuo bel libro in mano.
RispondiEliminaUn saluto.
Ma che bello questo alternarsi di amici sul blog. Sabato e domenica pareva che fosse tutto morto, avevo quasi la sindrome del deserto, e invece tra ieri e oggi ci sono stati molti interventi, anche interessanti. Offro un caffè virtuale a tutti gli amici.
RispondiEliminabirba, incrociamo le dita nel mio caso e in quello degli altri. Dici il vero sul potere delle grandi case editrici.
Cleide, in effetti ho sentito di molti scrittori famosi accusati di farsi mantenere dai ghost writers.
Paolo Borrello, prodotto cattivo non si vende? Ne avrei da dire su questo argomento.
emi carissima, sulle celebrità mi inviti a nozze. Non molto tempo fa ho visto recensiti con larghezza di mezzi e di tempo nei telegionali, ripeto nei TELEGIORNALI (con un servizio tipo quello che fai dalla Palestina in mezzo a una crisi politica), i romanzi di Giorgio Panariello e di Gerry Scotti con la moglie. Taccio perché non c'è nient'altro da aggiungere.
Isy, ho letto e ti ringrazio.
Spero di non aver scordato nessuno
niente sindrome del deserto, capitano... eccomi in derapata! mi metto tutta bella composta per l'occasione, visto che normalmente quando sono al computer sono decisamente mal messa e, non da ultimo, accavallo le gambe ;-)
RispondiEliminache bello il tuo pezzo! l'ho apprezzato per questo dialogo tra l'ingenuo capitano (10%) e lo scaltro te (90%), per la tua solita eccezionale capacità di seguire quel filo logico che ti porta alla fine senza sbavature e, non da ultimo (sai che per me sono importantissimi) per i commenti che i tuoi amici hanno lasciato.
intanto non conoscevo la storia di donna summer (o chi per essa), però ritengo che nei tempi attuali una cantante del suo calibro non potrebbe avere la controfigura, verrebbe smascherata immediatamente con la fame di impicciarsi negli affari altrui che popola il mondo... indubbiamente, nel mondo dello spettacolo, l'immagine conta, eccome! penso a film biografici in cui l'attore ha portato via spesso la vera immagine al cantante o cantautore: tu sei un conoscitore, ma io non ricordo il vero viso di johnny cash, ricordo quello dell'attore che ha interpretato il film sulla sua vita.
passiamo invece allo scrittore con controfigura: concordo con isy quando dice che un libro ti deve attrarre al primo colpo d'occhio. personalmente, quando scelgo un libro, inizio dalla copertina (grafica, colori), molto importante è il titolo, deve smuovere qualcosa dentro di me, giro il libro e leggo il piccolo sunto e, se non conosco l'autore, cerco le informazioni nel risvolto. acquisto libri di cui sento parlare nelle trasmissioni radiofoniche, non resto mai delusa. se capito su un autore che mi piace, compro tutta la serie... finché non mi delude. non vedo la TV, quindi non mi lascio condizionare dall'immagine dello scrittore.
io credo nella forza delle parole, nella carica che la capacità di trasmettere delle sensazioni abbia sul pubblico che legge o ascolta. per questo non faccio parte di quel pubblico che compera un libro solo perché dietro di esso c'è una buona campagna marketing. però temo di far parte di una minoranza. sempre più gente segue il gruppo, compera ciò che è ben pubblicizzato senza rendersi conto che tra i meno conosciuti si possono fare scoperte molto interessanti!
10% a chi lavora duro e 90% a chi fiuta l'affare è cronaca di tutti i giorni. uno schifo, ma è la realtà, caro capitano.
sono intruppata qui da un'ora, piacevolmente :-)))
notte
buongiorno, ti sei perso nell'oasi? :-)
RispondiEliminaEccomi a commentare il lungo e interessante intervento di sempreio.
RispondiEliminaAccavallare le gambe al computer? Non riesco a immaginare posizione più scomoda.
Su Johnny Cash mi capita il contrario: ricordo benissimo il suo vero volto e faccio difficoltà a figurarmi quello dell'attore del film. Tra l'altro, cosa che sanno in pochi Johnny Cash ha recitato pure in un telefilm della vecchia serie "Colombo" (faceva un cantante country manco a farlo apposta) e sembrava un attore professionista. Infine non toccatemi Cash, poeta straordinario, voce vera e sofferta.
Il libro deve essere pure fisicamente un prodotto attraente, concordo, devono essere belle le pagine, quelle nuove un po' opache, detesto le pagine bianco lavatrice, bella la stampa, possibilmente con un'interlinea che faccia respirare l'occhio, splendida la copertina. Il libro deve essere fisicamente seducente, starei per dire sexy, lo devi prendere in mano, far scorrere le pagine e provare una sensazione di felicità a prescindere da quello che c'è scritto, bello o brutto che sia (naturalmente se la storia è una fregatura l'incanto si romperà quando cominci la lettura).
Devo dire che ho trovato un libro così ultimamente, cioè che ti seduceva per come era realizzato e stampato. E la cosa strana era che costava nuovo solo quattro e novanta: è la nuova storia del "Padrino" scritta dall'erede di Mario Puzo che non ho ancora letto. E' incredibile che un libro fatto materialmente così bene costi tanto poco, nonostante le alte tirature che si possono ipotizzare. Misteri della vita.
Comunque è bellissima la storia della tua foto sul risvolto di copertina del romanzo. Spero di averne una pure io prima o poi e spero di avere in quella foto la faccia di saggio scrittore che nei fine settimana va a pescare in qualche fiume montano via dalla pazza folla sperando che i pesci non abbocchino.
Un saluto agli amici.
eccoti, capitano... bene, mi fa piacere che hai apprezzato. non era assolutamente mia intenzione toccare cash, lo ascolto volentieri anch'io. grazie al film ho conosciuto anche la sua storia, triste nel suo percorso travagliato... eppure chi cresce come lui nella sofferenza si esprime così intensamente dando contributi eccezionali alla musica!
RispondiEliminati auguro di avere un giorno la foto sul risvolto... intanto oggi sono riuscita a ordinare il tuo libro su IBS, assieme a qualcun altro per "ammortizzare" le spese di spedizione che sono più alte del prezzo del libro. non c'è paragone... e ci risiamo!
buona serata :-)
dona