La basilica di Santa Chiara. Siamo seduti nella basilica di Santa Chiara, del monastero ispiratore di alcune canzoni indimenticabili, forse, penso, la chiesa più bella di Napoli o anche del mondo, il luogo ideale per stare in raccoglimento, che tu sia credente o no. Me ne starei per ore a rimirare l’aspetto spartano della chiesa, le sue mura chiare quasi da fortezza, il Cristo senza fronzoli sull’altare, le luci basse, i banchi di legno vissuto. L’unica disadorna navata comunica un fascino quasi da monastero medievale benedettino. In un luogo così ti fermeresti a riflettere per ore se non fosse per gli altissimi suoni molesti provenienti dalla vicina Spaccanapoli. Infatti tra i severi scranni della chiesa rimbomba una vecchia canzone di Fred Buscaglione “Buonasera, signorina / kiss me goodnight / Buonasera, signorina / kiss me goodnight”.
Poco prima di entrare abbiamo visto un cialtrone vestito da Babbo Natale che fingeva di suonare un violino accompagnato da una versione discomusic della canzone suonata a volume altissimo, volume che assassina ogni atmosfera mistica o trascendentale del luogo sacro. Per di più si sentono, allo stesso volume, le percussioni indiavolate di alcuni immigrati africani che evidentemente fanno pure loro loro la questua natalizia. A completare il tutto, mentre cerco di riacciuffare l’atmosfera trascendentale, ecco che si avvicina un tizio che sbandiera una cartello con il numero 16 seguito da una torma di turisti strafottenti, in maggioranza crucchi, li si direbbe, visto che il tizio con il numero 16 gracchia nella lingua dei nibelunghi. Eppure c’è anche una giapponese o presunta tale coperta da una mascherina antismog, indossata non si sa per difendersi dalla densa nebbia radioattiva presente nella chiesa o dalle note superamplificate del Babbo Natale cialtrone: “Buonasera, signorina, buonasera / come è bello stare a Napoli e sognar / mentre in cielo sembra dire buonasera… / kiss me goodnight”.
Il Duomo di Napoli. Ci facciamo parecchi dei presepi presenti nelle chiese tra Port’Alba, i Tribunali e san Biagio dei Librai e quindi sfociamo chissà come nel duomo di Napoli. Un tizio con uno strano cartellino appeso al collo ci guata per un attimo con avidità, ma poi plana sulla famiglia longobarda che ci segue, padre, madre e due figli. Dopo un po’ il tizio con il cartellino porta a spasso i longobardi per la chiesa ciarlando alla grande, con quelli che lo seguono con una smorfia da “comme è bella ‘a città e Pullecenella”. Il tizio è una vera guida? Non ci scommetterei un centesimo. Il duomo è più silenzioso della chiesa di santa Chiara e anche molto più sfarzoso negli arredi, nelle decorazioni, negli affreschi, in tutto. Però non comunica il senso trascendente, i pensieri esistenziali suggeriti dagli spogli muri di Santa Chiara. Penso che qui dentro è passato Masaniello negli ultimi giorni della sua vita e cerco di immaginare dove potrebbe essersi seduto, in uno dei pulpiti sopraelevati, tra i nobili che lo odiavano o tra la gente del popolo in mezzo alla quale camminava a piedi nudi per la maggior parte dell’anno? Dov’era, Masaniello? Come rideva, come pregava, se pregava? Suona una campana tre volte, non una campana roboante da chiesa o da duomo, ha un suono ovattato come da monastero, un suono dolce, non invasivo. Per un istante penso ai monaci che hanno udito in passato un suono simile, molti di essi sono stati felici perché, rifletto durante il rapido succedersi dei tre tocchi di campanella, la vita monastica forse non è sempre tutta privazioni e sacrifici come noi la immaginiamo. Forse è anche la serena felicità, il placido appagamento che quel suono sembra attestare nel duomo di Napoli orfano di Masaniello. Usciamo fuori e un taxi impazzito subito cerca di investirci mentre passiamo la strada, un tizio ci chiede soldi e un altro grida nel cellulare cose senza senso.
Sai Cap, non sono mai stata a Napoli. Forse una volta, ma ero talmente piccola che ricordo solo il mare. I presepi a Napoli sono famosi e, chissà, quando figli, nipoti e genitori anziani non avranno più bisogno di noi, un Natale a Napoli mi piacerebbe passarlo.
RispondiEliminaSai, anche a me manca molto quel Natale del rap...
Auguri e feste serene
Marypersempre
Buon Natale!!!
RispondiEliminaMary, una visita a Napoli vale la pena. Se non stai a sottilizare troppo sul traffico, la vivacità anche eccessiva dei residenti, il caos dei vicoli e qualche altro dettaglio, di certo non ti annoierai. Buon Natale a te (e a tutti gli uomini di buona volontà che passerannoo su questo blog) :-)
RispondiEliminaSquilibrato, ricambio gli auguri.
E se la smettessimmo di scrivere stronzate a Natale e fossimo un attimo piu' onesti?
RispondiEliminaUn abbraccio affettuoso per te e Cleide con la speranza che possiate trascorrerlo insieme...auguri auguri auguri!
RispondiEliminaAnch'io adoro la basilica di Santa Chiara che a differenza della sua dirimbettaia Chiesa del Gesù ha un' atmosfera raccolta e unica nel suo genere. Non che l'altra non sia altrettanto bella. E' solo che preferisco lo stile gotico che più si adatta al mio modo di essere.
RispondiEliminaCleide, che ti ha fatto, il Natale?
RispondiEliminaelle, tre volte auguri pure a te e anche di più, salutami Genova e famiglia.
Veneris, sono con te al cento per cento. Ho letto che la chiesa di Santa Shiara è stata quasi completamente distrutta in un bombardamento nell'ultima guerra e che poi è stata ricostruita seguendo la sua linea originaria gotica, mentre negli ultimi tempi era andata barocchizzandosi. Il restauro pare sia stato molto criticato, ma secondo me hanno scelto bene.
Io credo che le chiese, e i luoghi di culto in generale, trasmettano l'energia di chi ci va, e ci è andato.
RispondiEliminaCleide siamo sempre in sintonia, auguri a tutti e due :-)
Ecco, mi hai preceduto mentre stavo per scrivertelo: Santa Chiara, la chiesa tra l'altro in cui mi sono sposato, è un rifacimento. Dopo il bombardamento c'era rimasto ben poco. Resta comunque una bella chiesa e adoro quello stile mistico. Se invece vuoi vedere una chiesa orrenda, ma veramente orrenda, vai a vedere quella che hanno fatto al centro direzionale. Credo che forse solo la nuova chiesa, fatta a S.Giovanni Rotondo, sia ancora più brutta. Una bella? bella e veramente antica? quella di Caserta vecchia, gotica, oroginale, spoglia, una delizia!
RispondiEliminaCiao e buon anno!
Ho visitato diverse Chiese, Santuari e Duomo in tante città d'italia e oltre!
RispondiEliminaA Napoli solo di passaggio: ero a Ischia poi mi sono spostata a Procida.
Mi emoziona il Duomo di Milano,(tanto) Firenze, Assisi e Monreale! Bellissime foto e ricordi!
buona notte!
Ps è arrivato grazie!
CASSANDRO
RispondiEliminaPurtroppo non conosco bene le chiese di Napoli. Ricordo solo una chiesetta ad Ischia dove sull’altare sta il quadro di una Madonna Immacolata, che schiaccia il serpente ed ha una espressione in volto inconsueta per me in quanto abbastanza arrabbiata e decisa.
Posso dire qualcosa soltanto su quelle di Roma, dove chiese con l’aria suggestiva cui tu accenni, Cap, ce ne sono a iosa.
In particolare mi piace ricordare la Chiesa di San Pietro in Vincoli, sul colle Oppio, dove un po’ appartata sta la statua di Mosè di Michelangelo, specialmente al mattino, all’apertura del portone d’ingresso, prima che la chiesa venga assaltata dall’80% dei turisti in visita nella capitale, i quali, assetati di vedere la grande arte michelangiolesca trascurano di notare la presenza della pur presente . . . . . . . . . . . .
A R T E P O V E R A
Certo in San Pietro in Vincoli c’è molto
da ammirare . . . alle estreme vette
dell’arte siamo, il colto e l’incolto
vien conquistato qui da cose lette
od ascoltate. Ed infatti c’è
la fuga di colonne scanalate,
in fondo a destra, splendido, Mosè,
due belle acquasantiere intarsiate,
e cardinali e santi alle pareti,
o in quadri di gran pregio. Ovvio del resto
nessuno più si cura tranne i preti
che officiano la chiesa, ed è per questo
ch’è doveroso spendere parola
anche per l’arte che nessuno nota
e che non si propone, ma consola,
che pace dà ed una calma ignota.
Parlo dell’arte povera dei banchi
di legno al centro, dei confessionali
che un tempo certo ai pellegrini stanchi
ben davano accoglienza: Tali e quali
sono rimasti e gran serenità
ancora danno pure a chi di fretta
varca la porta, va al Mosè e non sa
che da lor nasce aura benedetta,
clima profondo di religiosità,
la quiete propria della tarda età,
quasi un anticipo dell’aldilà!
(Cassandro)
il
E buon anno!
RispondiEliminaUn saluto agli ultimi amici intervenuti e buon anno a loro, fiore, sergio, sara, cassandro e squilibrato. il solito ringraziamento speciale a Cassandro e ai suoi versi, ma l'anticipo per l'aldilà lasciamolo stare :-)
RispondiEliminabuon anno si può dire lo stesso?
RispondiEliminaole /.)by sally brown
( un saluto a spaccanapoli)
Buon Anno Francesco e Cleide!
RispondiEliminaAuguri sinceri!
Buon anno a te Sara e a tutti. E che la positiva energia si posi sul sentiero della nostra vita :)
RispondiElimina