sabato 10 dicembre 2011

Ormai anche i serial killer sono pantofolai

Pensierino di Natale: un po’ di tempo fa è caduto pure l’ultimo mito che avevo, quello dei serial killer. Facciamo un passo indietro. I serial killer, si sa, sono squilibrati con gravi problemi psicologici, però mi pareva che si sottraessero alla logica del comportamento umano. Con le loro azioni sanguinarie, sicuramente folli, mi pareva che attuassero una forma di primordiale protesta contro la società e le sue ingiustizie che in qualche modo lambivano pure loro. I serial killer erano quasi una sorta di sovversivi, inconsapevoli e folli rivoltosi, che oltretutto con la loro condotta mostravano pure una notevole dose, se non di coraggio, certo di sprezzo del pericolo, perché uccidere qualcuno, sceglierlo come vittima, sopprimerlo, affrontare sue eventuali reazioni, nascondere il cadavere quando è il caso, sfuggire alla polizia è di certo più pericoloso che andare a timbrare il cartellino in ufficio.

Qualcosa può sempre andare storto, anzi è certo che qualcosa prima o poi andrà storto e tu macellatore sarai preso, eppure non te ne importa. Non hai paura. Non te ne frega niente di ciò che può capitarti. Sei pazzo, sì, ma sei pure oltre la meschina prudenza che caratterizza il resto dei tuoi simili. Sei folle, d’accordo, ma sei un personaggio speciale. Sei diverso.

Avevo sempre pensato vagamente così finché non mi capitò in mano un libro di criminologia. C’era scritto che i serial killer di solito uccidevano autostoppisti, barboni, sbandati. Già lo sapevo da film e fatti di cronaca. E ritenevo che se la prendessero di preferenza con quel tipo di persona per qualche non meglio definita motivazione fascista: il serial killer tipo doveva essere un segreto ammiratore di Hitler (difficile ritenerlo un convinto francescano) e quindi doveva odiare le persone cosiddette “inferiori”, i senzatetto, gli sbandati, i barboni, gli autostoppisti che non possono pagarsi il treno. Naturalmente se sei abbastanza nazista odii pure le donne tanto da volerle uccidere, e i personaggi in questione dovevano avere una perfetta psicologia da esse esse frustrata.

Però sul libro di criminologia c’era scritto che gli assassini seriali uccidevano di preferenza autostoppisti, barboni e sbandati per un solo motivo, perché erano facili da uccidere. Lessi di nuovo. C’era scritto proprio così, ammazzavano perlopiù quelli facili da ammazzare, che non si sapevano difendere, i deboli, i soli, quelli sulla cui scomparsa nessuno avrebbe indagato troppo a fondo. Anche ai serial killer piaceva la vita facile, come a tutti. Anche loro erano meschinamente prudenti, come tutti. Che delusione. Se i serial killer uccidevano quelli facili da uccidere, capii quella volta, non avevano alcun progetto sovversivo, consapevole o no, avevano solo la mentalità di un mediocre teppista che buca le ruote delle macchine facili da bucare, preferendo il vecchio catenaccio parcheggiato in strada alla Rolls Royce depositata in un garage sorvegliato, le cui ruote sarebbe molto più appagante bucare. Se uccidono quelli facili da uccidere, significa che pure loro sono prudenti, hanno paura di essere presi, preferiscono pedalare in discesa. Sono dei pantofolai del crimine, borghesucci del delitto, timbracarte del sangue.

La vita in effetti è molto semplice da interpretare e nessuno si sottrae alle sue regole: se sei facile da uccidere ti uccidono, se sei facile da picchiare ti picchiano, se sei facile da stuprare ti stuprano, se sei facile da deridere ti deridono, se sei facile da calpestare ti calpestano, se sei facile da sfruttare ti sfruttano. Nemmeno i serial killer fanno eccezione, nemmeno i serial killer ti sorprendono. Peccato.

16 commenti:

  1. CASSANDRO

    “Se sei facile da sfruttare ti sfruttano”!

    . . . sempre che tu non decida di tagliare, di sottrarti alle regole che altri hanno imposto, e quindi di andare . . . . . . . .


    OLTRE LA PORTA

    C’è chi non è felice e chi non sa
    essere felice, o meglio ancora
    non vuole esser felice ed ogni ora
    perché avvenga ciò fa e disfà

    sempre all’inverso di come natura
    vorrebbe, o come il cuore del compagno
    agognerebbe, e quindi si fa dura
    la vita o piatta come acqua di stagno.

    E la colpa di ciò spesso risiede
    non in chi in tale modo si comporta
    ma in chi a lui o lei tutto diede

    ed or si trova sua “ruota di scorta”,
    “muro basso d’appoggio”, che non vede
    che vita sua sarebbe “oltre la porta”.

    Non puoi dar da mangiare sempre torta…
    non si apprezza più… anzi va storta.

    (Cassandro)


    Buon Natale e Buon 2012 a tutti!

    il

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  2. Ecco! Siamo diventati nostalgici! :)
    "Psycho" l'ho visto tre volte!..fantastico! :D
    Buona serata
    Sara

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  3. Quindi non devo più guardare Criminal Mind?

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  4. Non mi sono mai posto il problema, sai se occorre fare un corso o è sufficente essere un esperto professore della Bocconi per fare una strage?
    Ci tatueranno il codice fiscale sul braccio per evitare evasioni...fiscali...

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  5. Saluto domenicale a tutti gli amici.
    Cassandro, andiamo pure oltre la porta, sperando, come dice andreapac, che non serva il codice fiscale per farci passare o peggio ancora il Bancomat.
    Sara, psycho va sempre bene e prima o poi faremo tutti il ghigno finale di Antony Perkins.
    Fiore, non ho quasi mai visto Criminal Minds, ma sono del parere che è tutta roba romanzata, il serial killer hollywoodiano non esiste, al massimo esiste quello audacissimo di Trastevere che accoppa barboni già mezzo morti.
    andreapac, ciao, dobbiamo chiedere alla ministra che piange alla parola Sacrifici, probabilmente è laureata pure lei alla Bocconi.

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  6. Ma Andreaaa!! E no eh! Anche tu?
    A chi (stavolta) hai prestato il tuo nick?...coraggio confessa! :D
    Scusami Mio Capitano, ma stavolta lo dico io:
    e bastaaahhh!
    Ora cambiare! pleease!!!!
    Siamo davvero sazi e annoiati (e pure folli) :) Grazie!
    (ci seguono anche quando andiamo in Chiesa!) :(
    Ps altro che "ghigno" Capitano, se mi incavolo Psycho à il personaggio che più mi somiglia!
    Ahahhhh!... pensandoci bene!
    Buona serata
    Sara
    Sara

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  7. Sara, non si capisce quasi niente del tuo ultimo commento. Forse è meglio che scrivi quando sei più calma.

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  8. Gia! :-)
    eppure ero così "allegra" ieri sera!
    Bacione!

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  9. Meglio essere allegri, se si può, Sara. :-)

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  10. Ma non vieni ancora a trovarmi. Ti aspetto da un po' e vorrei tanto non ci perdessimo di vista. Lo so che suona strano qui su intenret, ma tu hai lasciato il segno. Ciao

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  11. Carissima e brava Stefania, ti faccio notare che qui c'è un post che tratta di un argomento specifico e tu che sei blogger di lunga militanza certamente saprai che quando si commenta sul blog di qualcuno è buona creanza lasciare almeno una frase, anche non impegnativa, a commento dell'argomento del post. E' certamente preferibile fare così piuttosto che dire "passa da me" o "che bel blog hai". La situazione peggiora lievemente se uno ripete il Passa Da Me al secondo commento consecutivo e, se anche nel secondo commento consecutivo da Passa Da Me, ripetuto dopo almeno tre anni di assenza virtuale, non c'è riferimento alcuno a ciò che si dice nel post (né prova alcuna che se ne sia letta una riga). Buona serata.

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  12. "se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre, qualunque cosa fai..."
    secondo me la differenza è più sottile, per prima cosa esistono diverse tipologie di serial killer, e tra queste esiste anche quello che il sangue "se lo suda".
    Poi se è gente definita con "problemi psicologici" ovvio che si sottraggono alla logica del comportamento umano... sei tu che guardi la cosa dal punto di vista sbagliato.
    Il motivo non è essere sovversivi (questa sarebbe la motivazione di una persona logica), il motivo è la morte stessa, è l'onnipotenza... e poco importa chi ammazzo se il motivo è la morte stessa non trovi?

    Detto ciò ho apprezzato l'ironia del post, ma è un tantino forzata non trovi? ;)

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  13. Les Pois, non trovo che l'ironia sia forzata, anzi non trovo neppure che sia ironia. Ai serial killer piace pedalare in discesa, come a tutti, piace la vita facile, come a tutti, se no se ne andrebbero a uccidere gente difficile da uccidere, cosa che non mi risulti accada, anzi che escludo accada.
    Direi che sono anche piuttosto inventate quelle teorie di film e libri che dicono che i serial killer uccidono particolari tipi umani per qualche trauma che hanno subito (perché gli ricordano la madre insana, il padre violento, qualche ragazza che li ha mandati in bianco e via dicendo). Secondo questa teoria ci sarebbero serial killer che uccidono solo donne con i capelli paonazzi o verdi, o gente con un particolare difetto fisico, o persone le cui iniziali cominciano con una certa odiata lettera o che vivono in un certo posto o che hanno fatto turismo in un altro posto o che rispondono a requisiti ancora più complicati. Stupidaggini. Sono tutte cose complicate da realizzare, perché richiedono impegno e rischio.
    Il serial killer tipo di solito ammazza il tipo più fesso e indifeso che trova, uno che non sa o è impossibilitato a difendersi, uno che quasi si va a suicidare sul suo coltello o che quasi si spara da solo con la pistola del suo carnefice per risparmiargli la fatica di premere il grilletto. Escludo che un assassino seriale, trovata una vittima potenziale, la scarti dicendo: ti ammazzerei pure, saresti perfetta, ma purtroppo non hai i capelli rossi con le meches come quella innominabile di mia madre, e nemmeno hai il naso a becco di quell’ubriacone di mio padre e devo quindi con mio sommo rammarico risparmiarti la vita.
    Questa la mia modesta opinione. Un saluto a tutti gli amici.

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  14. Con sincera stima ti auguro un mondo di bene!
    Auguriiiii!!! :)
    Coraggio per il prossimo anno.. siamo in pochi ma buoni! Basterà? :(
    Ciao!

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  15. sally dixit:
    mio capitano c'è qualcosa che non va, evidentemente non leggiamo gli stssi libbri e non guardiamo gli stessi film: un elemento essenziale del seriale è la sfida, continua a uccidere finchè qualcuno non lo scopre. Che possa uccidere barboni o prostitute solo perchè più facimente "aggredibili" non è fondamentale, dipende dalla logica interna al suo disegno: è la sfida che conta, è il senso di potere che gli viene dall'essere bravo. Poi, ovviamente, potrebbe avercela con qualcuno in particolare. Ti consiglio la visione dell'ottimo collezionista di ossa. ole e buone feste /.)

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  16. Sara, ricambio gli auguri. se siamo buoni, anche pochi faremo bene e basteremo. :-)
    sally, se nei serial killer contasse ciò che definisci la "sfida", è chiaro che uno sfiderebbe molto di più (la società, le regole, la morale, la "normalità") ammazzando gente difficile da raggiungere, in quel caso arriverebbe il messaggio "nessuno di voi è al sicuro", il che sarebbe una signora sfida a tutto. Buone feste pure a te.

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