In famiglia mi hanno chiesto di fare un disco di canzoni per bambini per la mia nipotina. Le canzoni avrebbero dovuto contenere anche un video, in modo che la piccola peste, guardando e ascoltando il tutto, se ne restasse buona invece di seminare distruzione dovunque. Ho fatto il disco, ma il mio scrupolo, che qualcuno chiama pignoleria, mi ha portato a non accontentarmi di due canzoncine in croce.
Zecchino d’oro. Il primo passo è stato andare su You Tube e scaricare un paio di centinaia di videocanzoni. Poiché i video di You Tube non sono in un formato visibile in televisione mi sono dovuto procurare un programma di conversione video e trasformare il tutto in prodotti fruibili dal grande schermo. I titoli erano tanti e allora ho deciso di riunirli in alcune cartelle. La prima cartella l’ho chiamata “Zecchino d’oro” e ci ho messo dentro tutti capisaldi dello Zecchino a cominciare dai classici “44 gatti”, “Il valzer del moscerino”, “Popoff” o “Volevo un gatto nero”. C’è stato posto anche per motivi recenti che però non avevano lo stesso fascino.
Cartoni animati. Le sigle dei cartoni hanno prodotto titoli a non finire. I Pokemon, Dragon Ball, Mila e Shiro, Sailor Moon e i classici l’ape Maia, Heidi o lady Oscar (ce ne sono diverse versioni, ho sia quella classica e deliziosa che fa “Oh lady lady-lady Oscar, oh lady-lady-lady-le”, da non confondersi assolutamente con quella cristinadaveniana, ho pure quella, che fa: “Lady Oscar, tutto questo è proprio come una battaglia”). Procedendo abbiamo, Kiss me Licia, l’ispettore Gadget, il dinosauro Denver (Ti voglio bene, Denver) e lo straordinario Conan (“superdetectrive con gli occhiali / che da la caccia ai criminali”). Tra i cartoni classici, Goldrake, Geeg robot d’acciaio, Anna dai capelli rossi, Capitan Harlock, Dolce Remi, Gulp i fumetti in tivvù. Una menzione particolare va a “Evviva Zorro”, sigla di un cartone che si distingue per chitarre flamencate e una tromba che pare uscita da un film di Sergio Leone.
Sigle televisive classiche o anni ‘70. Qui abbiamo “Furia, il cavallo del West”, “Sandokan”, “Woobinda”, “Carletto”, “Mi scappa la pipì”, “La bella tartaruga” di Bruno Lauzi, “Johnny bassotto”, Orzowey, Happy Days, e Pippi Calzelunghe in ben tre versioni, quella italiana del telefilm anni Settanta (“Pippi Pippi Pippi è un nome che fa un po’ ridere”), quella danese remixata in salsa dance dello stesso telefilm e infine la versione a cartoni animati di Cristina D’Avena, per una volta non infame. Non potevano mancare “Na-no Na-no” da Mork e Mindy, “I barbapapà” cantata da Roberto Vecchioni e “Tarzan lo fa” in cui Nino Manfredi parla più che canta.
Educativi o filastrocche. “150 la gallina canta”, “O che bel castello”, “La bella lavanderina”. La canzone dei numeri, quella delle tabelline, tra cui spicca per efficacia la tabellina del due, la canzone delle vocali o dei giorni della settimana. Le canzoni che ci spiegano come imparare la grammatica o i versi degli animali, compito quest’ultimo svolto anche dalla sempreverde “Nella vecchia fattoria”. La suggestiva “Madama Doré”, le non meno suggestive “Giro giro tondo” “Cappuccetto rosso”, “Fra’ Martino campanaro”, “Stella stellina”; la sorprendente e per me sconosciuta “Fa’ la nanna, tesoretto”. A chiudere la formidabile “Tre passi avanti”, che fa venire voglia di ballare anche a un orso come me. “Batti le mani fino a domani / guarda lontano, il mare è blu”.
Sergio Endrigo. Sergio Endrigo ha cantato canzoni per bambini di grande qualità. “Il pappagallo” (tutto verde e l’occhio giallo, ma che bello pappagallo), “Girotondo intorno al mondo” (se tutti i ragazzi del mondo si dessero la mano, ci sarebbe un girotondo intorno al mondo), l’eccellente “Casa in via dei matti” (“era una casa molto carina, senza soffitta, senza cucina… ma era bella, bella davvero, in via dei matti numero zero). Infine il capolavoro espressionista “Ci vuole un fiore”.
Disney e simili. Da Mary Poppins “Supercalifragilistichespiralidoso”, “Basta un poco di zucchero” (e la pillola va giù) e l’immortale “Spazzacamin”; da Tutti insieme appassionatamente la fenomenale “Do re mi” (“Do, se do qualcosa a te, Re, è il re che c’era un dì”), da cui ho tratto ispirazione per il mio indegno post Do un dì andai sul web. Tra i brani assimilabili il ritapavonesco “Pippo Pippo non lo sa”.
Cantautori. Ho trovato anche una discreta traccia di cantautori, tra i video per bambini scelti per il mio disco. Il brano che mi ha sorpreso di più è stato “Il vecchio e il bambino” di Guccini, ben cantato da un ragazzino e animato con una certa efficacia, poi alcune di Bennato tra cui “Il gatto e la volpe”, infine e “Alla fiera dell’Est” di Branduardi”.
Waka waka e simili. Mi sono chiesto: posso fermarmi qui? E mi sono risposto: non ancora. Magari c’è da distrarre anche la madre della bambina, che ha un compito non da poco nel sorvegliare quell’uragano, e allora eccomi con altre proposte leggere per scacciare i brutti pensieri: “Waka waka”, “Asereje” “Il Ballo di Simone” “Macarena” e anche, perché no, “La notte vola” di Lorella Cuccarini con video originale degli anni Ottanta. A un tratto ho visto Katy Perry che inseguiva in abito da sposa un giovanotto scappato dall’altare senza dire sì e mi sono detto che madre e figlia avrebbero potuto farsi due risate con “Hot N Cold”; la piccola forse avrebbe dovuto aspettare qualche anno per divertirsi con il video ufficiale della canzone, ma per fortuna esisteva anche un versione dello stesso brano fatta al Muppet Show, che subito ho inserito nell’opera omnia. E non vogliamo mica lasciare fuori “The Lions sleeps tonight”, inserita nel Re leone? Quella che fa I-i-iii i-i-i-i-ihhh ii-iii-iiiii / i-i-i-iii-ihhh” o anche “iiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiihhhhhhhhhhhhhhhiiiiiiiiiii” (sapevo che era un brano molto più vecchio del film, ma da Wikipedia ho visto che è stata composta addirittura nel 1939).
Basteranno? Chissà.
Ma Cap, ci hai messo veramente di tutto! E io ne so qualcosa... visto che le "quattro terribili nane" , quando sono in casa da me, ne fanno circolare di canzoni, video e canzoncine varie.
RispondiEliminaMa adesso una domanda sorge spontanea. Non facevi prima a comprare dei DVD per la nipotina?
Volendo anche per la mamma...
Comunque sei troppo forte!
Marypersempre
Olà, Mary, meno male che ci sei ancora tu che resisti sul blog. Allora, comprare il dvd invece di crearlo? sarebbe di certo più rapido e semplice, ma vuoi mettere il piacere di fartelo da te, scegliere le canzoni a una a una, riascoltarle, far riandare i ricordi lontano? E poi mi dici dove potrei mai comprare un dvd così esaustivo, equilibrato, articolato, dosato, onnicomprensivo come quello creato dal Capitano medesimo modestamente io? :-)
RispondiEliminaCi sono che nessuna Mastercard può comprare.
CASSANDRO
RispondiElimina. . . e che lasciamo sola la Mary sul tuo blog? . . . Non sia mai! per cui
ottima ed approfondita ricerca, Cap., delle canzoni che hanno segnato il percorso della nostra crescita, e che ora passi come testimone a chi è più giovane.
Anche altre avresti potuto inserirne, tipo il tormentone “Papaveri e papere”, la canzoncina che precedeva la prima raccolta di favole dei Fratelli Fabbri Editore, che tutti abbiamo cantato (“A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar . . . venite con me nel mio mondo fatato per sognar . . . ecc. ecc., come starà canticchiando di sicuro Cleide e le sue amiche), nonché le piacevoli storielle dell’inesauribile tuo Renato Carosone, (da “Tu vuo’ fa’ l’americano” e “‘O sarracino” fino a “Io, mammeta e tu” e . . . “Chellallà” . . .)
A proposito di Clellallà, chissà che un giorno questa nipotina ben cullata dalle canzoni scelte in modo “esaustivo, equilibrato, articolato, dosato, onnicomprensivo” per lei, si abituerà sempre più ai classici di musica leggera, specialmente di quella napoletana assai melodiosa, e chissà che non intrattenga spiritosamente ed in modo deciso un dialogo col suo lui di questo tenore
CORE INGRATO E CHELLALLA'
( Lui)
-- "E quando, dimmi, non avrai più
questo pensiero fisso di incontrare
me al mattino, quasi all'albeggiare,
chè quel che ‘c'è’ sarà purtroppo ‘fu’,
ripeto, dimmi . . . dimmi: che farai?
. . . che cosa passerà per la tua mente?
. . . il tempo come, di', l'ammazzerai
prima che a lavorare alacremente
ti sarai messa? Il salto non è breve.
Da un impegno, ch'era quasi un vanto,
. . . guardarsi, amarsi e in più parlare tanto!. . .
al vuoto assoluto certo deve
pesare. Che ne dici? Non t'allarmi
che presto accada ciò? . . . Quindi capire
che quel ch'è stato . . . è stato sol fluire
di brina mattutina lungo i marmi?"
(Lei)
-- "Ci siamo! . . . Alle solite! . . . la brina,
il tempo che va via senza uno scopo,
il non sapere cosa fare dopo:
la litania di sempre. La mattina
se io non ti vedrò vuol dire che
. . . non t'avrò visto . . . La colazione
purtroppo me la pagherò da me
e . . . al massimo, per consolazione,
nel cappuccino, beh! . . . ci metterò
un poco più di zucchero . . . Che vuoi
che faccia mai? . . . Se non puoi . . . non puoi.
Così, la testa mia non fascerò
o se la fascio, non farti illusioni,
sarà solo perchè avrò comprato
un bel foulard di Krizia o di Missoni
. . . E smetti di cantare 'Core ingrato'!
Non sono Catari '. . . cerco soltanto
di non pensare a quel che mi accadrà.
Da ciò il mio 'sarà . . . quel che sarà!'
E' una difesa . . . Ecco perchè canto
o meglio do a te questa impressione
. . . che pure ad altri ho dato e darò . . .
ma come tu ben sai faccio attenzione
a non esporre quel che in cuore ho.
'Cosa farò?' . . . mi chiedi . . . E chi lo sa? . . .
Ma se ignoro quello che farò
fra un quarto d'ora vuoi che sappia ciò
che a me quel dì per mente passerà.
Solo una cosa mi sovviene . . . Forse,
dato che non dovrò con te incontrarmi,
e per vederti fare mille corse,
quel tempo in più . . . lo passerò a truccarmi".
( Lui)
-- "Hai preso, ed era ovvio, lo spunto
per sciorinar la tua filosofia
del non soffrire mai per chicchessia,
del non bisogna mai mettere punto.
La pensi tale e quale a quel cinese,
che se rimedio c'è non si dispera
e se non c'è . . . annulla le pretese,
tanto che gliene viene? . . . e: "buonasera!"
Lo so che 'Core ingrato' non s'adatta
ad una come te che quel che fa
lo fa in volo di sincerità,
pure se a volte vien presa per matta.
Per cui . . . domande a vuoto niente più,
oltre a cercare d'essere più cauto
con chi la brina non la manda giù
ed in amore è resina sull'auto
. . . pronta a cantare se più non le va,
volgendola al maschile, 'Chello llààààà'. . . !
(Cassandro)
24. 3. ore 13,10
Cassandro irriducibile, ti sorprenderò, ma io "Papaveri e papere" ce l'ho e l'ho inserita con relativo filmato a cartoni nell'opera omnia destinata alla nipotina.
RispondiEliminaStraordinarie le due canzoni napoletane che hai scelto per i tuoi versi. Devo farti un piccolo appunto, sarebbe meglio dire al maschile chillu là, piuttosto che chello là, a meno che la tua non sia una comprensibile licenza poetica.
Tra core n'grato e Catarì la lotta è feroce. Chi vincerà? Faremo decidere alla nipotina quando avrà l'età della ragione.
hai fatto una tesi di laurea insomma......./.)
RispondiEliminaCassandro non poteva saperlo ma la canzoncina che cita, quella che accompagnava la raccolta di favole della Fabbri, mi è particolarmente cara. Ricordi di un momento felice:)
RispondiEliminaSally, sai mi preoccupa quella tua barra inclinata a sinistra un mezzo ai puntini sospensivi. Sono giorno che mi chiedo se ha un significato.
RispondiEliminaCleide, oggi giornata di primavera (ma anche ieri), sole e primavera ci rendono felici come bambini anche senza bisogno di ascoltare le canzoncine succitate.