Non
avrei mai pensato di dover ringraziare per qualcosa Gabriele Paolini, il noto
disturbatore televisivo, ma è successo ieri guardando i telegiornali. Vediamo i
protagonisti della questione. Prima di tutto c’è Paolini, il tizio che di
solito si fa riprendere durante i telegiornali importunando le dirette degli
inviati, che qualche volta si arrabbiano e lo pestano pure (vedi il caso del
compianto Paolo Frajese). Poi c’è la morte di Marco Pannella e i fiumi, gli
oceani di retorica e pompose frasi fatte che l’hanno accompagnata sui mass
media. Naturalmente nessuno si meraviglia dei panegirici osannanti: morto un re
se ne fa un altro e morto un santo religioso se ne fa uno laico. In realtà
dovrei aggiungere che oltre a Paolini ieri, nelle dirette dei telegiornali, c’era
un terzo personaggio, una specie di suo adepto, un tizio più bello, più alto,
più biondo, che come Paolini cercava di entrare con ogni mezzo nelle
inquadrature televisive delle interviste sull’illustre estinto. Vediamo come si
sono svolti i fatti.
Prima
intervista a una ex segretaria del partito radicale, che forse è ancora
segretaria o forse no, va’ a saperlo: Pannella grandissimo, ha cambiato la vita
di questo paese, l’Italia non sarebbe la stessa senza di lui, una colonna, un
gigante, un ciclope dei diritti civili perfino, e vai col divorzio e vai con l’aborto
e vai col partito transnazionale e vai con la non violenza. Uno si farebbe
anche commuovere ascoltando l’amazzone afflitta, se non si lasciasse distrarre da Paolini acquattato nelle retrovie del pubblico dei curiosi, che
lancia sguardi magnetici alla telecamera. Guardate che io sono qui, sembra
dire, esisto, e bramo la mia fetta di notorietà forse in modo non molto
dissimile da come la bramava l’ei fu siccome immobile di cui si parla. È vero,
forse non brillo per riservatezza, moderazione e profilo basso, ma lo stesso, a
dire il vero, si potrebbe dire anche del morto, pardon, dell’estinto, oh, non
che io voglia paragonarmi a lui, ci mancherebbe altro. Intanto l’adepto di
Paolini, il presenzialista più bello, più alto e più biondo, si trova più in
primo piano, pronto a scattare con la testa di lato se un ostacolo gli copre l’inquadratura.
Secondo
intervistato al telegiornale con una lacrimuccia pronta a partire: Pannella era
un essere sublime, mi ha salvato letteralmente la vita, cosa sarei senza di lui,
carne morta, cibo per vermi, un vuoto involucro, mi ha mostrato la Strada, mi
ha indicato la Via. Paolini, ancora nelle retrovie dei curiosi, ma sempre ben
visibile, si limita a spalancare gli occhi nella posa di “Spirito, se ci sei
batti un colpo”. Il suo seguace più alto, più bello, più biondo è ancora davanti
a lui e si sporge appena verso gli spettatori. Mentre il fulminato sulla via di
Panella continua a magnificare il Capitano, uno si chiede come mai Paolini si
sia fatto fregare il posto in prima fila tra i presenzialisti televisivi. E
oltretutto perché è così composto e silenzioso? C’entreranno qualcosa i guai
giudiziari che ha avuto di recente per storie di molestie sessuali?
Terzo
e quarto intervistato. E vai con Enzo Tortora e vai, con un sorrisetto alla semo-forti,
semo-belli, semo-i-soli, con Ilona Staller fatta eleggere in parlamento. E sterza
sui referendum e sterza sui digiuni e sterza su radio radicale e su Emma Bonino
for president. E torna in contromarcia sul divorzio voluto da Marco, torna sull’aborto
conquistato da Marco (ma scusate, si chiede una vocina piccina picciò dentro di
te, come hanno fatto gli altri paesi a raggiungere questi due traguardi
sociali, spesso meglio e in netto anticipo sull’Italia, senza la presenza di un
indefesso ed eroico guerriero come Marco Pannella?).
E
Paolini? Niente, agonizza ancora in fondo alla cerchia dei curiosi. Mentre l’adepto
più biondo e più tutto vince nettamente il duello di presenzialismo,
accaparrandosi una posizione almeno un metro più avanti. Tra appelli alla
liberalizzazione delle droghe, necrologi santificatori e aneddoti taciuti su
Ilona, uno si chiede perché Paolini si sia lasciato scalzare così facilmente
dal collega. Forza, Paoli’, ti ritrovi a sperare lambito dai fiumi di retorica televisiva,
fa’ un passo avanti, raggiungi quell’odioso biondo, alto e bello (almeno più di
te) e mettilo da parte con una sana gomitata. Riprenditi lo scettro di miglior
presenzialista e disturbatore alle dirette televisive. Non puoi perire così,
Paoli’, senza combattere. Cosa diranno di te, quando sfortunatamente lascerai
questa valle di lacrime? Che ti sei lasciato sopraffare senza opporre
resistenza? Chi ti ricorderà mai, magari in interviste come le attuali, se ora
non combatti?
CASSANDRO
RispondiEliminaLa figura del disturbatore televisivo non è da sottovalutare, e da Paolini in poi assumono sempre più un ruolo rilevante.
Gli ultimi due (il biondo anziano e il rosso giovane) li seguo da tempo, in quanto le loro faccette sono segnaletici di un modo di pensare che purtroppo (e per fortuna, pure) è indicativo dei nostri tempi, come reazione alla tentata presa in giro dei telespettatori meno avveduti.
DUE INTERVISTATORI MUTI
La prova che i politici cazzate
sputano fuori nelle interviste
volanti in T V voi la notate
guardando la faccetta tonda e triste
del ragazzotto col capello rosso
o quella emaciata dell’amico
che, muti, addossati a più non posso
stan dietro i politici. Ma dico
ci vuole tanto a capire che
non gliene fotte una mazza di
sentir quel bla-bla-blà? . . . ovvio perché
è solo cinguettio insulso di chi
il telespettatore prender vuole,
sì, per il culo e fargli notare
che sta lavorando ad una mole
di casi . . . che il Paese può salvare.
Quello di dietro con matita in bocca
sembra dir “A niente proprio vale
ciò che affermate . . . Su’ sotto a chi tocca! . . .
Amici, meglio cambiar canale”
. . . mentre il ragazzotto inebetito
è lo sberleffo all’inutilità
di tanti governanti . . . con il dito
a questi fa: “ Zitti, per carità!”.
E’ la lor muta immagine eloquente:
non sono due intrusi . . . ma l’aspetto
più vero dell’Italia intelligente,
di quella che sta in fase di rigetto,
che non si fa imbrogliare e che è
stanchissima di “chiacchiere ‘e cafè!”
Fanno quei due a me venire in mente
che sono segnaletici di gente
cui d’ogni dire ormai non fotte niente!
Apprezzo chi è con quelli è irridente.
(Cassandro)
Ciao, Cassandro, eccoci qui a commentare tra versi e prosa lo spettacolo della vita. Mi sono fatto un'abbuffata di retorica televisiva in questi giorni e sono stato grato quando sono riuscito a farmi una risata per smorzare. Pannella come persona non era in cima alle mie simpatie. Mi sembrava smodato in tutto e il contrario del profilo basso, della misura, della modestia e di una cosa bellissima, tra le più belle, il silenzio. Qualche volta anche Pannella ha taciuto, ad esempio imbavagliandosi in diretta televisiva, ma è chiaro che si trattava di silenzi rumorosissimi e sopra le righe, in tema col personaggio. Forse in privato era un po' meglio di come appariva in televisione, almeno a me, altrimenti la gente lo avrebbe evitato come la peste. Ciò non toglie che pur non essendo una persona misurata (alla Enrico Berlinguer, per intenderci) possa aver fatto delle cose buone (e anche qualcuna di cattiva, che curiosamente nessuno ricorda in questi giorni).
RispondiEliminaIn chiusura rilevo due elementi. Uno, Pannella non ha mai lavorato un giorno in vita sua (credo facesse il politico già a scuola), godendo di enormi benefici economici e sociali, e questo, devo dire, mi fa alquanto invidia.
Il secondo elemento che mi ha un pochino spaventato è il consenso che lo scomparso ha ricevuto da tutti gli schieramenti politici, senza esclusione. Questa situazione mi ha fatto pensare a un libro che è piace a tutti: sarà davvero un buon libro?