venerdì 20 maggio 2016

Paolini il disturbatore vince la retorica sulla morte di Pannella



Non avrei mai pensato di dover ringraziare per qualcosa Gabriele Paolini, il noto disturbatore televisivo, ma è successo ieri guardando i telegiornali. Vediamo i protagonisti della questione. Prima di tutto c’è Paolini, il tizio che di solito si fa riprendere durante i telegiornali importunando le dirette degli inviati, che qualche volta si arrabbiano e lo pestano pure (vedi il caso del compianto Paolo Frajese). Poi c’è la morte di Marco Pannella e i fiumi, gli oceani di retorica e pompose frasi fatte che l’hanno accompagnata sui mass media. Naturalmente nessuno si meraviglia dei panegirici osannanti: morto un re se ne fa un altro e morto un santo religioso se ne fa uno laico. In realtà dovrei aggiungere che oltre a Paolini ieri, nelle dirette dei telegiornali, c’era un terzo personaggio, una specie di suo adepto, un tizio più bello, più alto, più biondo, che come Paolini cercava di entrare con ogni mezzo nelle inquadrature televisive delle interviste sull’illustre estinto. Vediamo come si sono svolti i fatti.

Prima intervista a una ex segretaria del partito radicale, che forse è ancora segretaria o forse no, va’ a saperlo: Pannella grandissimo, ha cambiato la vita di questo paese, l’Italia non sarebbe la stessa senza di lui, una colonna, un gigante, un ciclope dei diritti civili perfino, e vai col divorzio e vai con l’aborto e vai col partito transnazionale e vai con la non violenza. Uno si farebbe anche commuovere ascoltando l’amazzone afflitta, se non si lasciasse distrarre da Paolini acquattato nelle retrovie del pubblico dei curiosi, che lancia sguardi magnetici alla telecamera. Guardate che io sono qui, sembra dire, esisto, e bramo la mia fetta di notorietà forse in modo non molto dissimile da come la bramava l’ei fu siccome immobile di cui si parla. È vero, forse non brillo per riservatezza, moderazione e profilo basso, ma lo stesso, a dire il vero, si potrebbe dire anche del morto, pardon, dell’estinto, oh, non che io voglia paragonarmi a lui, ci mancherebbe altro. Intanto l’adepto di Paolini, il presenzialista più bello, più alto e più biondo, si trova più in primo piano, pronto a scattare con la testa di lato se un ostacolo gli copre l’inquadratura.

Secondo intervistato al telegiornale con una lacrimuccia pronta a partire: Pannella era un essere sublime, mi ha salvato letteralmente la vita, cosa sarei senza di lui, carne morta, cibo per vermi, un vuoto involucro, mi ha mostrato la Strada, mi ha indicato la Via. Paolini, ancora nelle retrovie dei curiosi, ma sempre ben visibile, si limita a spalancare gli occhi nella posa di “Spirito, se ci sei batti un colpo”. Il suo seguace più alto, più bello, più biondo è ancora davanti a lui e si sporge appena verso gli spettatori. Mentre il fulminato sulla via di Panella continua a magnificare il Capitano, uno si chiede come mai Paolini si sia fatto fregare il posto in prima fila tra i presenzialisti televisivi. E oltretutto perché è così composto e silenzioso? C’entreranno qualcosa i guai giudiziari che ha avuto di recente per storie di molestie sessuali?

Terzo e quarto intervistato. E vai con Enzo Tortora e vai, con un sorrisetto alla semo-forti, semo-belli, semo-i-soli, con Ilona Staller fatta eleggere in parlamento. E sterza sui referendum e sterza sui digiuni e sterza su radio radicale e su Emma Bonino for president. E torna in contromarcia sul divorzio voluto da Marco, torna sull’aborto conquistato da Marco (ma scusate, si chiede una vocina piccina picciò dentro di te, come hanno fatto gli altri paesi a raggiungere questi due traguardi sociali, spesso meglio e in netto anticipo sull’Italia, senza la presenza di un indefesso ed eroico guerriero come Marco Pannella?).

E Paolini? Niente, agonizza ancora in fondo alla cerchia dei curiosi. Mentre l’adepto più biondo e più tutto vince nettamente il duello di presenzialismo, accaparrandosi una posizione almeno un metro più avanti. Tra appelli alla liberalizzazione delle droghe, necrologi santificatori e aneddoti taciuti su Ilona, uno si chiede perché Paolini si sia lasciato scalzare così facilmente dal collega. Forza, Paoli’, ti ritrovi a sperare lambito dai fiumi di retorica televisiva, fa’ un passo avanti, raggiungi quell’odioso biondo, alto e bello (almeno più di te) e mettilo da parte con una sana gomitata. Riprenditi lo scettro di miglior presenzialista e disturbatore alle dirette televisive. Non puoi perire così, Paoli’, senza combattere. Cosa diranno di te, quando sfortunatamente lascerai questa valle di lacrime? Che ti sei lasciato sopraffare senza opporre resistenza? Chi ti ricorderà mai, magari in interviste come le attuali, se ora non combatti?

2 commenti:

  1. CASSANDRO

    La figura del disturbatore televisivo non è da sottovalutare, e da Paolini in poi assumono sempre più un ruolo rilevante.

    Gli ultimi due (il biondo anziano e il rosso giovane) li seguo da tempo, in quanto le loro faccette sono segnaletici di un modo di pensare che purtroppo (e per fortuna, pure) è indicativo dei nostri tempi, come reazione alla tentata presa in giro dei telespettatori meno avveduti.

    DUE INTERVISTATORI MUTI

    La prova che i politici cazzate
    sputano fuori nelle interviste
    volanti in T V voi la notate
    guardando la faccetta tonda e triste

    del ragazzotto col capello rosso
    o quella emaciata dell’amico
    che, muti, addossati a più non posso
    stan dietro i politici. Ma dico

    ci vuole tanto a capire che
    non gliene fotte una mazza di
    sentir quel bla-bla-blà? . . . ovvio perché
    è solo cinguettio insulso di chi

    il telespettatore prender vuole,
    sì, per il culo e fargli notare
    che sta lavorando ad una mole
    di casi . . . che il Paese può salvare.

    Quello di dietro con matita in bocca
    sembra dir “A niente proprio vale
    ciò che affermate . . . Su’ sotto a chi tocca! . . .
    Amici, meglio cambiar canale”

    . . . mentre il ragazzotto inebetito
    è lo sberleffo all’inutilità
    di tanti governanti . . . con il dito
    a questi fa: “ Zitti, per carità!”.

    E’ la lor muta immagine eloquente:
    non sono due intrusi . . . ma l’aspetto
    più vero dell’Italia intelligente,
    di quella che sta in fase di rigetto,

    che non si fa imbrogliare e che è
    stanchissima di “chiacchiere ‘e cafè!”

    Fanno quei due a me venire in mente
    che sono segnaletici di gente

    cui d’ogni dire ormai non fotte niente!
    Apprezzo chi è con quelli è irridente.

    (Cassandro)

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  2. Ciao, Cassandro, eccoci qui a commentare tra versi e prosa lo spettacolo della vita. Mi sono fatto un'abbuffata di retorica televisiva in questi giorni e sono stato grato quando sono riuscito a farmi una risata per smorzare. Pannella come persona non era in cima alle mie simpatie. Mi sembrava smodato in tutto e il contrario del profilo basso, della misura, della modestia e di una cosa bellissima, tra le più belle, il silenzio. Qualche volta anche Pannella ha taciuto, ad esempio imbavagliandosi in diretta televisiva, ma è chiaro che si trattava di silenzi rumorosissimi e sopra le righe, in tema col personaggio. Forse in privato era un po' meglio di come appariva in televisione, almeno a me, altrimenti la gente lo avrebbe evitato come la peste. Ciò non toglie che pur non essendo una persona misurata (alla Enrico Berlinguer, per intenderci) possa aver fatto delle cose buone (e anche qualcuna di cattiva, che curiosamente nessuno ricorda in questi giorni).

    In chiusura rilevo due elementi. Uno, Pannella non ha mai lavorato un giorno in vita sua (credo facesse il politico già a scuola), godendo di enormi benefici economici e sociali, e questo, devo dire, mi fa alquanto invidia.
    Il secondo elemento che mi ha un pochino spaventato è il consenso che lo scomparso ha ricevuto da tutti gli schieramenti politici, senza esclusione. Questa situazione mi ha fatto pensare a un libro che è piace a tutti: sarà davvero un buon libro?

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