mercoledì 4 luglio 2007

Oggi si vive meglio di ieri?


Come ho detto in un commento, l’altro ieri ho dovuto aspettare tre (tre) ore alla posta. Il tempo di attesa è spiegabile in parte con il fiorente mercato nero dei numeri in voga nell’ufficio postale del mio quartiere (ci sono ovviamente pure disservizi di altra natura). Mentre aspettavo di fuori con il mio numero 183 in mano, osservavo i posteggiatori abusivi che cedevano ai loro clienti numeri più piccoli del mio, circostanza che avrebbe ridotto l’attesa dei nuovi arrivati a danno mio e di altri sfigati come me che non possono contare sull’arte di arrangiarsi o su un volto simpatico che spinga il prossimo abusivo alla filantropia.
Non ero arrabbiato, guardando quella scena. Anzi ero sul meditativo, forse persino sul filosofico. Osservavo i volti della gente nei paraggi: quelli contrariati per l’attesa dantesca che si profilava; quelli contenti per aver rimediato un numero di una ottantina di unità più piccolo del dovuto (il che riduceva a due sole ore l’attesa di queste persone, invece delle canoniche tre). Guardavo tutto. Le facce dei posteggiatori abusivi, la fila pazzesca di macchine che intasava il vialetto dell’ufficio postale più di un casello di autostrada in pieno esodo estivo, i clienti che fumavano con facce inespressive. Sorvegliavo persino una giovane mamma che discuteva con un posteggiatore prima di entrare in auto (ero preoccupato perché la sciatta e stanca mamma pareva incline a far picchiare la testolina del neonato contro la tettoia dell’auto quando avesse finito di parlare). L’insieme della scena mi ha fatto venire in mente i panegirici a favore del progresso, del nostro tenore di vita enormemente migliorato rispetto al passato. Ho pensato di sfuggita pure al paradosso dell’operaio moderno che vivrebbe meglio, secondo alcune teorie, di un imperatore romano. Mi sono chiesto, con il cervello che pareva di colpo libero da nebbie mentali: ma oggi si vive davvero meglio di ieri come si strombazza in ogni più remoto cantuccio del pianeta? Siamo più appagati, più soddisfatti in una sola parola più felici di come avremmo potuto essere, mettiamo, un paio di secoli fa o più?

Non ho saputo rispondere a questa domanda in maniera certa e univoca. I miei dubbi si sono rinforzati quando ho proseguito l’attesa all’interno dell'ufficio postale discutendo con una signora e una ragazza che mi spiegavano che la vita è tutta una fila, dal dottore, dal salumiere o dal parrucchiere. Avrei voluto chiedere all’attraente fanciulla se conosceva modi per affrontare con soddisfazione reciproca i tempi morti a venire, ma poi ho raccontato di una signora anziana che – udite, udite! – ho aiutato ad attraversare la strada quella mattina. La vecchia signora era terrorizzata, quasi piangeva. Cercava di portarsi sull’altro marciapiede, ma gli automobilisti se ne fregavano, non ce n’era uno che facesse il gesto di rallentare. Dopo aver svolto la mia buona azione quotidiana, ho riflettuto che quello slancio di altruismo mi è costato almeno trenta numeri di attesa in più. Cose che capitano.
Dunque ci chiedevamo se si vive meglio oggi o in passato. Forse per avere le idee più chiare su tale quesito dovremmo prima definire che cos’è la felicità e cosa significa vivere bene. Quali sono i parametri che descrivono questo concetto. Il passo successivo sarà di cercare di stabilire se la quantità media di felicità riscontrabile in una certa epoca è superiore a quella di un’altra. Svilupperò questo discorso nei post seguenti. (Me sa che se prepara ‘na bella estate de riflessioni cartesiane, oh yeah! Siamo fortunati, cari amici del blog, meditare è molto più fico che annarsene sugli yacht de’ magnaccioni della finanza a scolarse sciampagne e spupazzarsi veline bonazze che fanno Oooohhhhh a pagamento: oh-oh ye-yeaaahhhh!!!!!)

1 commento:

  1. Buon giorno... Vero... Meglio meditare che yachttare... Però non mi dispiacerebbe meditare su uno yacht.. Mah!Pazienza mi accontenterò di meditare in riva al mare mentre scrivo nel mio quadernetto da spiaggia tutto ciò che mi passa per la mente...
    postato da isimaro il 04/07/2007 11:17

    Tra meditare e gozzovigliare non so quale sia meglio, ma facciamo quello che possiamo, cioè l'esercizio del cervello. Quando parlerai delle condizioni di vita, tieni ben presente il periodo in oggetto. Non credo che essere un servo in epoca prerinascimentale fosse più facile che fare lo spazzino nel 2000. Ciao.
    postato da alessandro il 04/07/2007 12:07

    isimaro, sul quadernetto da spiaggia trascrivici pure le meditazioni a venire su questo blog, magari riesci a intenerire qualche fustaccio. Alessandro, come diceva Totò: c'ho tutto qui in testa. Nella mia esposizione, cercherò di essere un filo più obiettivo e leale di un avvocato di gangnster, ma non garantisco in proposito. :-)
    postato da Mio Capitano il 04/07/2007 14:17

    L'ho sentita stamane, NCCP gruppo mitico di anni fa: "Và truvann mò chi è stato, ch'ha cogliuto buono o tiro, chill' o fatt è niro niro, niro niro comm'acché..." e non me la tolgo dalla testa. (chiedo scusa per la sacadente trascrizione dialettica) :-)
    postato da alessandro il 04/07/2007 14:48

    Ho notato che fai spesso le file alla posta. E aprire Bancoposta online ??? ah ah ah ah
    postato da Catullo (nome vero) il 04/07/2007 15:16

    Catullo, geniale suggerimento, nun c'avevo 'ncora pensato. Stavo proprio aspettanno atté. Quando hai altri suggerimenti intelligentissimi, non fare complimenti, vienili pure a fare qui. Alessandro, la tua trascrizione dal napoletano non è male. Anche se la versione più accreditata del napoletano scritto - credo sia colpa soprattutto di Eduardo De Filippo - tende a far finire tutte le parole assurdamente con la vocale come in italiano.
    postato da Mio Capitano il 04/07/2007 15:46

    A mio avviso la felicità non è misurabile oggettivamente; appartiene a tutti e a nessuno. In qualunque epoca si è felici, e si è infelici. Ed in una stessa giornata alterniamo momenti di tranquillità a momenti di ansia. Essere felici significa, forse, aver raggiunto una stabilizzazione delle nostre emozioni, che quasi nessuno di noi ha ancora realizzato.
    postato da Riflessivo il 04/07/2007 16:22

    Curiosa di sapere quali potrebbero essere i parametri della felicità. Curiosissima. Anche perchè io credo di non averci pensato mai... :o)
    postato da margot il 04/07/2007 18:50

    Non ci sarà da attendere molto, cara Margie, perché domani pubblico il secondo post della serie. A Riflessivo dico che purtroppo mai nessuno in nessuna epoca potrà mai essere felice a lungo (tuttavia ci sono vari stadi del vivere bene che sono un buon surrogato di felicità) perchè l'essere umano o vivente in generale non è stato creato per essere appagato a lungo. Felicità e appagamento generano assuefazione e soprattutto stasi esistenziale (per quale motivo dovresti fare delle cose se sei già felice?). E la stasi non è una condizione desiderabile dal punto di vista evolutivo.
    postato da Mio Capitano il 04/07/2007 19:18

    A Margot rispondo che la felicità potrebbe e dovrebbe essere armonia con se stessi, con un aspetto del nostro lato interiore, che ci fa essere in accordo con le leggi universali. A Mio Capitano dico che la sua osservazione mi trova in accordo sostanziale. Il nostro Mondo, in nostro Pianeta, per evolversi ha bisogno del disagio, della sofferenza, quindi di una condizione di non felicità. Ma...
    postato da Riflessivo il 04/07/2007 19:44

    direi, che si deve differenziare due cose: 1. una volta la vita era meno facile, non s'aveva tutte le cose che ora abbiamo, non c'era tutta la comodità che usufruiamo oggi, non c'era la medicina e la scienza di oggi. chiaro. 2. oggi siamo molto informati. sappiamo tanto. sappiamo come le cose devono esser fatte, conosciamo i tempi, abbiamo mezzi di consultazione rapidi... ergo: si vive meglio ora, ma se una volta se non arrivava la posta il giorno che te l'aspettavi, continuavi ad aspettare senza arrabbiarti molto... ora contiamo le ore, nel era del just in time (il motto logistico, oramai tutte le dite lavorano con jit), tutto deve esserci portato nel momento in cui ne abbiamo bisogno.... ecco il problema: siamo noi, non la vita. la vita sarebbe meglio, siamo noi che c'è la rendiamo più difficile. un saluto da sc, che tra un pò ti propora una ricerca al tesoro... :)
    postato da sc il 04/07/2007 20:07

    Mah..a me basterebbe trovare il modo di vivere bene nel mio tempo. La felicità poi è fugace, passeggera,è un momento. E' sulla serenità che dovremmo puntare, sull'equilibrio delle nostre emozioni e l'armonia con ciò che ci circonda. Come si fa???
    postato da monica il 04/07/2007 21:01

    Felicità, sei dietro l'angolo? o sei perfidamente irraggiungibile?
    postato da alessandro il 04/07/2007 21:11

    Rispondo a Monica: forse, e dico forse, accontentandosi di quello che si ha; cercando di armonizzarsi con chi ci è vicino; riscoprendo, sopratutto questo, riscoprendo la naturra ed una vita semplice; che non vuol dire misera, al contrario!
    postato da Meditativo il 04/07/2007 21:21

    Alessandro....è dietro l'angolo, ma quando sei convinto che stai per acchiapparla..lei fugge. E tu continui, la insegui...perchè ti serve l'illusione, la speranza. Ma che sto a dì???
    postato da monica il 04/07/2007 21:22

    Rispondo ad Alessandro: la felicità è a portata di mano, dietro l'angolo, vicinissima a noi, ma noi non la sappiamo cogliere!
    postato da Meditativo il 04/07/2007 21:23

    Meditativo...al concetto che esprimi ci son arrivata da tempo e senza forse. Credo sia un buon punto di partenza... Pensa che io sto pensando di emulare S. Francesco...quindi vado pure oltre e non sto scherzando!!!! C'è qualcuno che mi segue?
    postato da monica il 04/07/2007 21:27

    Franz? Ma hai assunto un moderatore?:-)
    postato da monica il 04/07/2007 21:29

    Ottima cosa emulare un altro, ad esempio San Francesco. Meglio sarebbe emulare noi stessi, cioè conoscere noi stessi. Sant'Agostino.
    postato da Meditativo il 04/07/2007 21:32

    Ero rimasta a Socrate..fai tua la verità che è in te..oltre le apparenze. E' questa la felicità?
    postato da monica il 04/07/2007 21:37

    Brava Monica! Socrate è una guida molto importante per chi è alla ricerca di qualcosa che non sia solo soddisfazione materiale. Socrate non insegna, non impone; Socrate consiglia, sussurra. Rispetta il nostro libero arbitrio. La felicità ha a che vedere anche con il libero arbitrio. Ti ricordi cosa dice al riguardo Pico della Mirandola?
    postato da Meditativo il 04/07/2007 22:07

    Monica, aggiungo un piccolo consiglio: prova questo itinerario: Socrate, Sant'Agostino. Di passaggio, fai una visita a Platone.
    postato da Meditativo il 04/07/2007 22:09

    Torno ora dalla passeggiata serale. Ho visto il numero dei commenti e mi sono chiesto: che sta succedendo sul mio blog? Pensavo a un attacco di hacker. Alcune per Meditativo, Riflessivo o come minchia si chiama: si può sapere chi cacchio sei e perché cacchio ti sei asserragliato sul mio blog come se ne fossi il padrone? Si può sapere perché rispondi agli altri come se fossi a casa tua? Si può sapere, infine, chi minchia ti ha detto mai: fai come se il mio blog fosse casa tua? Altra curiosità: a meno che tu non sia un pluriomidica ricercato dalla polizia, diciamo il tizio che stamattina ha fatto fuori il carabiniere sull'autostrada, perché mai ti presenti qui mascherato come Diabolik? Qual è il tuo crimine? Sei un terrorista di Al Qaeda? Sei un mafioso, un pedofilo, un nazista? Che cosa facesti di così atroce per aver bisogno di mascherarti?
    postato da Mio Capitano il 04/07/2007 22:29

    Ho incontrato per caso il tuo blog e mi era piaciuto. Non ho avuto alcuna intenzione malevola e meno che irrispettosa nei confronti di nessuno! Ho scambiato alcuni pareri interessanti con una persona del tuo blog. Se ho creato un equivoco me me scuso; vi prego di credere che non l'ho fatto di proposito; ero in perfetta buona fede! Levo l'incomodo, me ne vado. Vi saluto!
    postato da Meditativo il 04/07/2007 22:41

    Adios. Sono più che convinto che quando uno ha intenzioni positive mette l'indirizzo del suo blog (e sono più che convinto che chiunque si trovi in questi paraggi virtuali abbia o abbia avuto un blog, anche se qualcuno, quasi sempre anonimo, lo nega). Effettivamente devo riconoscere che tu, Meditativo, non hai detto nulla di negativo o malevolo, ma a me la questione dell'anonimato mi fa sempre pensare al peggio.
    postato da Mio Capitano il 04/07/2007 22:47

    Scusa Franz se non concordo. E' possibile che una persona non abbia un blog, tanto più quando i suoi interventi sono educati, interessanti e non mirano certo a creare scompiglio. Un sorriso
    postato da monica il 04/07/2007 22:50

    UE'...Io non c'entro niente. SIA CHIARO! (ma che ce stava a provà co' Monica?)
    postato da Paola il 04/07/2007 23:57

    Come ci capiamo io e te, Paoletta. E come capiamo le cose, io te, a Paole'. Ce stava a prova'? domandi. Ai posteri l'ardua sentenza. Tu cosa suggerisci?
    postato da Mio Capitano il 05/07/2007 00:08

    Paolè, per carità, non buttare paglia che qui si incendia tutto!!! Chiedo scusa a Meditativo..
    postato da monica il 05/07/2007 00:09

    Qualche giorno fa ero felice, in pace con me stessa e con il resto del mondo, ora sono infelice, incas nera e furiosa con tutti! Colpa della civiltà moderna, delle file alla posta, della disoccupazione, oppure degli ormoni? Vado ad uccidere Morfeo, anzi no, vado a curiosare tra i blog! Notte Capitan Franz P.S. non ho messo l’indirizzo, voglio fare l’anonima pure io.
    postato da laracchia il 05/07/2007 00:54

    Dato che temi di apparirmi anonima, cara laracchia, non mi manderesti una tua foto, magari in costume da bagno? Tra l'altro le informazioni in mio possesso non ti qualificano affatto come racchia. Buon proseguimento di serata curiosando tra i blog.
    postato da Mio Capitano il 05/07/2007 01:04

    Gira e rigira finisco sempre qua. Una mia foto in costume? Vuoi farti del male? Oppure dopo avermi vista vuoi il risarcimento danni per lo shock? Informazioni in tuo possesso? Aho che c’è la CIA qua dentro? Di quali informazioni parli? Qualunque informazione ti abbiano fornito è falsa! P.S. se vuoi una mia foto, prima manda la tua in perizoma leopardato.
    postato da laracchia il 05/07/2007 01:25

    Si scherzava, la racchia, proprio perché oggi è stata una giornata movimentata. La foto in perizoma leopardato nun me la posso fa perché me si vede la panza. :-( A parte gli scherzi, domani si fa sul serio perché ho il serbo un articolo tosto e severissimo. Roba che fa lavorare le meningi, siete avvisati. Un saluto notturno a tutti gli amici del blog.
    postato da Mio Capitano il 05/07/2007 01:41

    Ciao. questo commento e' pronto da giorni... Ciao Capitano, nel leggerti ho trovato un punto in comune tra noi due, entrambi amiamo sbirciare tra la folla e registriamo particolari e situazioni. Forse tu che vivi in quella straordinaria citta' degli espedienti e della creativa voglia di vivere, sarai stufo di queste note di colore, ma io trovo colorato il fatto che ci sia chi vende i numeri "antifila" della posta.. Anche io osservo i visi delle persone spesso (sul bus), vedo tic di nervosismo, occhi spenti, spalle curve...ascolto discorsi senza luce e colore, e raro che io "senta" o annusi la felicita' o serenita' in una persona. Non so se prima si viveva meglio, ora c'e' solo piu' rumore e casino, ma credo che la solitudine e il "male di vivere" sia sempre lo stesso...
    postato da rita angolidiparole il 11/07/2007 19:13

    già
    postato da ste il 11/07/2007 23:44

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