Temo di imbattermi da un momento all’altro nella figura accigliata del dominatore del mondo. Napoleone Bonaparte di certo non dormirà la notte prima della battaglia decisiva delle sorti sue e del pianeta. “Sono stanco e ho paura, maestro.” Quasi grido a causa del tambureggiare della pioggia. “E’ stata una pazzia venire qui.” Preannunciata da un rombo devastante, una saetta cade a poca distanza come a voler stigmatizzare l’avventatezza estrema che ci ha condotti lì.
Mi vergogno di dubitare del mio maestro. Eppure so che è un individuo fuori della norma. Può fare cose eccezionali come prevedere il futuro o viaggiare nel tempo. Qualcuno pensa che sia immortale e di sicuro il suo sapere è sterminato. “Ne abbiamo già parlato”, sussurra. “Mentre sei insieme a me, nessuno può vederti né torcerti un capello.”
“Può darsi, ma ancora non ho capito che cosa ci facciamo qui.” Mi tremano le gambe; un manipolo di fanti francesi ci passa accanto imprecando mentre spinge un affusto di legno probabilmente atto a sostenere un pezzo di artiglieria di grosso calibro. La notte color nero pece e gli scrosci d’acqua ti accecano, ma mi pare lo stesso strano che i soldati non ci notino.
“Siamo qui per cambiare il corso della Storia. Il Consiglio ha deciso così.” Il maestro non si è mai spiegato meglio su questo famigerato Consiglio che cita ogni tanto. Ma intuisco che sia un organo consultivo composto da esseri sovrumani come lui, forse non di questo pianeta o di questa dimensione. Il Consiglio si riunisce talvolta per discutere dei fatti del mondo e modificarli quando li ritiene non adeguati alle aspettative dell’alto consesso.
“Vuole dire che dobbiamo cambiare l’esito della battaglia di domani a Waterloo? Ma come possiamo farlo se ancora non si sa chi vincerà?”
“Ti sbagli. Noi lo sappiamo.” È chiaro che quel “noi” indica il famigerato Consiglio.
Sono così stanco e intirizzito dalla pioggia battente che parlo con un tono ironico che non oserei mai adoperare in un’altra occasione. “Be’, magari non ci vogliono esseri straordinari come lei e i suoi amici per capire che domani vincerà Wellington. Dopotutto ci sono due eserciti, quello inglese e quello prussiano, contro uno solo, peraltro già logorato da anni di battaglie sanguinose.”
“Come al solito sei troppo impulsivo. Domani vincerà Napoleone. Sbaraglierà Wellington con un devastante attacco frontale prima dell’arrivo di Blucher. Quindi avrà buon gioco pure sui prussiani e convincerà russi e austriaci che è inutile mobilitare l’esercito quando la guerra è già persa.”
***
“Dove stiamo andando, maestro?
“Ce ne torniamo a casa. Qui abbiamo finito.”
“Ma aveva detto di voler cambiare il corso della Storia!”
“L’ho cambiato, infatti. Domani Napoleone precipiterà dall’altare alla polvere. Waterloo passerà alla Storia come sinonimo di disfatta totale e improvvisa.”
Il cielo è percorso da una ragnatela di saette che fa rifulgere l’enorme pozzanghera in cui si è trasformato il campo francese. “Mi sta prendendo in giro? E come avrebbe fatto a cambiare il corso della più decisiva battaglia degli ultimi secoli? L’ho vista solo entrare nella tenda-camerata dove sonnecchiavano alcuni soldati francesi, per di più di bassa lega, mica generali. Ha armeggiato con la borraccia di uno di loro e poi se n’è andato.”
“E’ appunto ciò che ho fatto.”
Afferro per le spalle il mio maestro quando ormai siamo arrivati presso la linea delle sentinelle e lo costringo a fermarsi. Alzo la voce in modo poco rispettoso e soprattutto poco prudente. Una delle sentinelle interrompe il giro di ronda e protende il capo oltre il muro d’acqua che non smette di franare dall’alto. “Non permetto a nessuno di menarmi per il naso, neppure a lei. Come diavolo avrebbe fatto a mutare l’esito della battaglia di domani? Mi ha preso per un sempliciotto che si fa infinocchiare da un illusionista? Lei mi delude.”
Al tenuo chiarore che trapela dall’accampamento, il mio interlocutore inarca il sopracciglio ostentando che il deluso è lui. La sentinella francese ancora non ci ha individuati anche se quasi ci sbatte addosso. “Mi spiace, mio caro ragazzo, che tu faccia un uso così inappropriato dei miei insegnamenti. Eppure dovresti aver capito. Non hai letto Tolstoj? Già, scusa, come potresti aver letto Tolstoj se non è ancora nato? Domani lo scontro sarà violentissimo. Si svolgerà in gran parte intorno a tre fattorie fortificate che Wellington ha posto a difesa del suo schieramento. In particolare il combattimento più duro si svolgerà presso la fattoria di Le Haie Sainte al centro del campo di battaglia. Le Haie Sainte opporrà una resistenza insuperabile finché un ardimentoso sergente di nome Pierre Deray condurrà un manipolo di fanti al suo interno con un colpo di mano. Il sergente Deray perderà la vita nell’impresa, ma la caduta della fattoria permetterà ai suoi commilitoni di sferrare un attacco vittorioso alle linee inglesi prima dell’arrivo dei prussiani.”
“Aspetti un momento! Cosa ha messo nella borraccia di quel soldato, poco fa?”
“Era un sergente per l’esattezza. Gli ho messo una polverina che causa febbre altissima per almeno un giorno.”
“Dunque dopo che il sergente Deray avrà bevuto dalla sua borraccia non potrà partecipare alla battaglia di domani.”
“Sì, salverà la vita, ma la fattoria di Le Haie Sainte rimarrà nelle mani dei soldati tedeschi che la presidiano causando quel piccolo ritardo nel piano d’attacco napoleonico che porterà alla sconfitta francese.”
“Vorrebbe dire che quel sergente è l’uomo che avrebbe vinto la battaglia di Waterloo senza il suo intervento?”
“Questo lo dici tu, caro ragazzo. Ora vieni o vuoi marcire sotto questo tempo infame?”
Poi leggo con calma.
RispondiEliminaPassa a ritirare il premio, da me.
:)
Mio caro Capitano, soddisfo subito la tua curiosità dicendoti che amo tutti i fiori ma in particolare le rose bianche, la sterlizia regina ed i tulipani! Tra questi tre se proprio devo scegliere allora la seconda! Un sorriso e buon weekend ricco di belle cose.
RispondiEliminail vento tuo amico
...è pura fantasia?..non conosco la storia abbastanza per esserne sicura..in ogni caso..quando ti leggo è come se vedessi un bel film..mica male!!!
RispondiElimina:-D
Questo post è ispirato a due fatti. Il primo è l'incredibile e noto infortunio in cui è incorso un altissimo e superpagato (un milione di euro all'anno) dirigente della Telecom, il quale in un'importante convention di marketing ha affermato (più volte e con convinzione) che Napoleone aveva vinto a Waterloo. Al che alcuni degli ascoltatori della convention si sono chiesti perché hanno perso così tanto tempo sui banchi di scuola dato che l'ignoranza ti arricchisce.
RispondiEliminaIl secondo motivo ispiratore sono alcune idee esposte da Tolstoj in Guerra e pace in cui il grande scrittore russo si chiedeva chi era a vincere davvero le battaglie. ma parlerò di questo secondo punto in seguito.
Molto interessante: un uomo che può cambiare il corso della storia! Allora ognuno di noi potrebbe cambiare il corso della storia, se non altro della sua storia?! Allora, una febbre, un malore qualsiasi può essere quell'elemento che, pur nella sua negatività, può fare la differenza?!
RispondiEliminaVeramente molto interessanti le conseguenze che si possono trarre da questo tuo racconto!
Mi pare di capire che ogni uomo, pur non appartenendo ad alti ranghi ha in se le sorti della battaglia, perchè con il suo senso del dovere, con l'impegno con la dedizione ad una causa può far vincere o può far perdere!
Bello!
Grazie.Mi basta!
Ciao.
berardo
Ucronia, ucronia canaglia! ;-P
RispondiEliminaIo poi mi chiedo, ma chissà cosa aveva detto su Augusto la volta precedente! ;-)
P.S.
Pesciotti d'acqua dolce che se ne stanno nel Naviglio in attesa dei resti dall'happy hour :-)
"l'incredibile e noto infortunio in cui è incorso un altissimo e superpagato (un milione di euro all'anno) dirigente della Telecom, il quale in un'importante convention di marketing ha affermato (più volte e con convinzione) che Napoleone aveva vinto a Waterloo."
RispondiEliminacapitano mio, io non sapevo... non sapevo e ho cercato... ho visto su youtube il video del famigerato manager (che tra l'altro sembra lapo elkann ripulito) e....
[non c'è espressione che possa definire il mio stato d'animo]
Tralasciando questo, il tuo racconto è stato molto molto bello. Uno stile davvero impeccabile, diverso dal tuo solito. Ma, naturalmente, tutti sanno che il Capitano Franz è l'eclettismo in persona :-)
Baci
Laura
(oggi molto Lady per un esame andato bene)
Il che vuol dire che ogni momento ogni uno di noi può cambiare la storia: se una febbre da bevuta può tanto, pensa un infarto da lavoro, che dico, da stress, poichè il lavoro, invece, nobilita.Non mi ripeto spiegandomi che sai porre gli accenti sulle cose usuali in modo da stimolare riflessioni (e apprezzamenti), invece ti invidio con simpatia poichè stai finendo un altro romanzo.Ma dove trovi il tempo, non solo ora, per ricercare la cassetta con originali voci Grease, ma anche di averle allora registrate?. Vita fortunata o, ricordando le imprese di tuo padre - che stimo - vita fortunosa.Mi accontento di aver visto Grease in una di quelle rappresentazioni dopo scuola media, come citate da Balua, solo per commentare quel volenteroso impegno studentesco.Chissà come allora cambiai il corso degli eventi. (a breve formatterò il mio PC, per serie di impossibili errori visualizzazione, non che te ne possa interessare più di tanto, ma--ciao da Giovanni
RispondiEliminaSempre affascinanti i viaggi nel tempo. Fra l'altro si possono pagare con i soldi biodegradabili, no? :-D
RispondiEliminaGiovanni, non solo mi interessa che tu debba formattare il pc, ma spero pure che tu lo faccia in fretta in modo da poter far compagnia ai tuoi numerosi amici, tra i quali mi inserisco immodestamente pure io. :-)
RispondiEliminaLaura, mi complimento con te per l'esame superato. Penso che abbia a che fare con Leopardi, no?
Mi piace questo universo parallelo in cui Napo vince a Waterloo e la mancanza di una sola piccola pedina può cambiare il corso dell'umana storia!
RispondiEliminaPer il resto-Telecom s'usa dire che il pesce puzza dalla testa e che con i soldi puoi comprare tutto ma non amore, classe e cultura.
Aggiungerei il comunicato dell'uff. stampa Usa, tratto dal sito wiki "parallelo" sul nostro Berlusconi... insomma, capre, capre e capre!!!
PS: no, niente vacanza, iperlavoro. Ma ho un racconto in mente. Chissà se una di codeste notti riesco anche a metterlo giù.
Buon uichend.
capitano mio capitano,
RispondiEliminasfrutto la tua sapienza per una futile questione... se io stessi scrivendo un piccolo racconto (non esageriamo con altri paroloni) e volessi pubblicarlo... come posso tutelare la mia opera? esiste un modo per "registrare" quello che ho scritto, vantare dei diritti etc, nel momento in cui io la sottoponga a terzi per farmela pubblicare?!
grazie, saggio.
Mi domando cosa sarebbe stato di Napoleone se non avesse avuto al suo fianco Giuseppina e le sue notevoli e influenti conoscenze (leggasi anche amanti).Mi domando anche: se Napoleone non avesse divorziato (a malincuore per entrambi) da Giuseppina, avrebbe avuto una spinta ed un motivo in più per vincere questa battaglia?:)
RispondiEliminaciao
RispondiEliminail tuo modo si scrivere è molto visivo
sembra di assistere alla scena... ops ... alla storia...
buona serata
E nel frattempo Blucher, il dannato traditore, dormiva sereno nella sua tenda.
RispondiEliminaAvrebbe vinto lui sul leone francese.
Il vento della storia era ormai cambiato.
Cristina, scusa, potresti aggiungere l'indirizzo del tuo blog? Non ti visualizzo bene. La mia sapienza è ahimé risicatissima. Per tutelare il tuo racconto il modo più facile a quanto ne so è spedirtelo a casa in un plico raccomandato che dovrai lasciare chiuso. Il plico mi dicono che ha valore legale.
RispondiEliminaCollez. alcuni dicono che il leone francese avesse perso lo smalto della gioventù a Waterloo. Tuttavia aveva la stessa età di Wellington e quasi trenta anni in meno di Blucher.
Pupottina, grazie per i complimenti.
Cleide, c'è molto di vero in ciò che dici. Cosa sarebbe stato Napoleone senza Giuseppina? Se lei non avesse manovrato i suoi ex amanti del Direttorio, chi mai avrebbe dato un comando così importante come quello dell'armata d'Italia a un giovincello di 26 anni, tra l'altro neppure troppo simpatico a causa del suo carattere aspro? La raccomandazione serve sempre, anche se ti chiami Napoleone. Quanti altri Napoleoni sono esistiti nella storia senza che se ne abbia traccia perché sprovvisti di una Giuseppina che li avesse raccomandati?
Momyone, chi vince le battaglie? Ci hanno sempre detto che sono stati i grandi generali carismatici e geniali. Quanto sarà vero?
Capitano sono di fretta... poi Cleide ti spieghera'.
RispondiEliminaPasso per un saluto.
Ci risentiamo presto... spero di portare buone notizie :)
E senza Giuseppina Napoleone non sarebbe stato quel che ci ha racconta la storia.
Le donne... :))
Basitteddu a presto!
Un doveroso saluto a celia e un augurio per il concorso che deve sostenere tra poco.
RispondiEliminaOra un paio di riflessioni su Waterloo. E’ stata senza dubbio la battaglia più importante del diciannovesimo secolo e una delle più fondamentali di tutti i tempi. Ha cambiato la geografia dell’Europa, ha spento gli ultimi echi della rivoluzione francese, ha suggellato la fine di un mondo. E’ un evento che avrebbe potuto quasi marcare la fine di una fase storica come è stato per la caduta di Roma.
Waterloo ha alcune caratteristiche uniche. E’ stato un singolo evento bellico che ha deciso irrimediabilmente la fine di un guerra. Ci sono state molte battaglie importanti, ma quasi mai si sono rivelate così decisive. La guerra è quasi sempre continuata ancora per qualche tempo. Waterloo ha significato una disfatta totale e fulminea che non concede appello.
E’ stata un battaglia molto incerta. Per gran parte della giornata pareva che Napoleone potesse vincere. Nel primo pomeriggio, martellato dall’artiglieria francese, il duca di Wellington prese seriamente in considerazione l’ipotesi di una ritirata.
Gli storici addebitano la sconfitta francese a due cause principali. Prima di tutto la pioggia violentissima che cadde sul campo di battaglia la notte precedente lo scontro. Di prima mattina la pianura belga era piena di pozzanghere e ciò costituiva un grave danno per l’artiglieria francese, superiore a quella inglese, perché il terreno fangoso frenava enormemente la capacità distruttiva delle palle di cannone. Napoleone decise di aspettare fino alle undici e mezzo che il terreno si asciugasse e ciò causò una grave perdita di tempo per un esercito che di tempo ne aveva già poco (i francesi avrebbero dovuto sconfiggere gli inglesi prima dell’arrivo dei prussiani, che avrebbero capovolto il rapporto delle forze in campo).
Alcuni altri esperti ritengono che Napoleone avesse perso con l’età la sua straordinaria capacità di prendere decisioni fulminee e audaci. Segnatamente si pensa che dopo il violento combattimento intorno alla fattoria fortificata di Le Haie Sainte l’imperatore francese abbia esitato troppo, intimidito delle gravi perdite, prima di ordinare l’attacco decisivo, permettendo alle forze coalizzate anglo-belga-olandesi di riorganizzarsi dopo un grave momento di scoramento.
Infine c’è l’elemento imponderabile tipico di ogni battaglia. L’imponderabile che aveva giocato spesso a favore di Napoleone, ma che in quell’occasione gli andò contro. Per esempio la fattoria fortificata di Le Haie Sainte, insieme con gli altri improvvisati bastioni inglesi come il castello di Hougoumont, non avrebbero dovuto avere soverchia importanza nella strategia della battaglia. Napoleone riteneva di fare un solo boccone di quelle fattorie, che poi avrebbe usato come capisaldi per l’attacco alla prima linea inglese. Invece i piccoli fortini di Waterloo resistettero. In particolare resistette Le Haie Sainte al centro del campo di combattimento, dove si sarebbe sviluppata la massima pressione offensiva dei francesi dopo una finta diversione sulla sinistra. Le Haie Sainte era difesa da un solo battaglione di soldati tedeschi, che non erano prussiani, solo militi dei deboli staterelli della Germania dell’epoca, inviati più che altro per fare presenza. Accadde che il battaglione dei soldati tedeschi si sia condotto con incredibile eroismo e che abbia tenuto il caposaldo affidatogli malgrado i reiterati e forsennati attacchi francesi, condotti con assoluto vantaggio di numero e di mezzi.
Chi vinse a Waterloo? Vinse la disciplina di Wellington? Vinse l’esercito prussiano che riusci a disincagliarsi dall’inseguimento delle truppe del maresciallo Grouchy? Oppure fu Napoleone che non vinse a causa di una sua minore genialità strategica o di qualche sua fatale esitazione?
E se avesse vinto la battaglia più decisiva del diciannovesimo secolo quel pugno di coraggiosi asserragliati nella fattoria che divenne la chiave di volta del combattimento?
Come aveva notato Tolstoj in guerra e pace, le battaglie non vanno quasi mai come ce le avevi in testa tu stratega. C’è sempre qualche elemento inatteso che spariglia le carte in tavola. C’è un sergente che di sua iniziativa conquista un ponte che si rivela di importanza decisiva, c’è un caporale che conduce un manipolo di soldati a espugnare un avamposto strategicamente rilevante. C’è uno squadrone di cavalleria che osa quando dovrebbe attendere o che attende quando dovrebbe osare. E magari c’è un battaglione di soldati tedeschi, aggiunto all’armata di Wellington per far numero, che si batte come i Trecento delle Termopili, costringendo gli storici del futuro a inventarsi un sacco di dietrologie sull’efficienza fisico-mentale di Napoleone a Waterloo.
Ah, ecco come sono andate le cose! Allora quell'alto dirigente della Telecom che spiegava come Waterloo fosse stata una delle più fulgide vittorie di Napoleone non era l'imbecille ignorante che pensavo fosse...:-)))))
RispondiEliminaChe se bastasse, almeno, anche un piccolo incidene, per cambiare il corso delle cose...
RispondiEliminaHo scrito due righe sul tuo libro.
Ciao.
sono in arrivo da dyo, che detto in questo modo, pare possa essere che io abbia un qualcosa di extra terreno,ma fortunatamente così non è, certo che spesso, chi ha i soldi non ha i denti beata ignoranza. scusa l'intrusione.
RispondiEliminaE' chiaro che c'è una ironia che non è comune, purtroppo, in molti! :-) Per questo ti apprezzo di più!
RispondiEliminaSì, che poi...pure io...era Alessandro non Augusto! ;-D
RispondiEliminaMon Capitaine, vous avez perdu à Waterloo? Votre mystérieux compagnon vous a laissé en 1815?
RispondiEliminaÀ bientôt
Madame Laura
(Lady era troppo English)
sei un grande...ti sto facendo una propaganda senza precedenti. Ieri ho finalmente acquistato i tuoi libri su ibs. Non vedo l'ora di riceverli. Complimenti di cuore
RispondiEliminaMi è piaciuto molto questo racconto storico, l'unico appunto che mi sento di farti è che, secondo me, Napoleone non immaginava che Waterloo fosse una battaglia decisiva per lui e per l'umanità. Ma magari mi sbaglio.
RispondiEliminaGarrett, grazie per le tue parole, ma guarda che io ho pubblicato un solo libro, quello che appare sulla colonna laterale. C'è un altro Francesco Cinque, che io non conosco assolutamente, che ha pubblicato un romanzo di fantascienza, forse hai comprato qualcosa pure di questo signore.
RispondiEliminagianni, non so, Napoleone sapeva di trovarsi in brutte acque e sapeva che avrebbe pagato a caro prezzo un qualsiasi errore.
Laura, in versione francese fai un figurone!
ubkindred, tutti erriamo.
fabioletterario, sempre l'ironia.
gians, purtroppo se hai i soldi hai pure i denti.
Dyotana, grazie per il tuo bel regalo. chi volesse leggere cosa hai scritto sul mio romanzo può andare qui:
http://dyotana-senzapaura.blogspot.com
Un post davvero strepitoso! E con due riferimenti davvero ghiotti.
RispondiEliminacome darti torto, ho usato un vecchi detto popolare che ormai non ha più ragione d'esistere. i tempi cambiano e i detti rimangono tragicamente indietro. :) ciao miocapitano.
RispondiElimina.. essendo poco presente non sapevo avessi già pubblicato qualcosa....
RispondiElimina... quindi mi preoccuperò di cercarlo subito!!
A parte il tuo modo di scrivere veramente efficace per come evochi le immagini, sta storia, come ad altri, mi ha fatto riflette su come un banale contrattempo possa cambiare le circostanze..
.. noi crediamo di essere artefici della nostra vita e del nostro destino, ed in parte effettivamente lo siamo.. ma forse non del tutto.. Forse c'è una parte importante che non dipende da noi.. ma dal caso, dal fato, dalle parche... Chissà.......
Navigando, navigando raccolgo nella rete i racconti racchiusi nella bottiglia del tuo blog...e mi chiedo...ma non sarai il Capitano di quei famosi bastoncini di pesce? :-D Per essere un Capitano-pescatore sei davvero un bravo scrittore! :-)
RispondiEliminaA parte gli scherzi, sei veramente un autore doc. Sei capace di descrivere la realtà fusa con la fantasia sapendo che invece la fantasia è realtà e la realtà è fantasia. Non è da tutti cogliere questa percezione...
Un saluto carissimo
Andycomic