giovedì 4 dicembre 2008

La guerra dei mondi


William del Primo Mondo:- Perché mi odii?

Sanjay del Terzo Mondo: - Non ti odio affatto, anzi secondo me sei tu a odiare me.

William del Primo Mondo: - Sei un illuso, per me non esisti neppure. Non mi sogno di perdere il mio tempo a riflettere sulla tua miserabile esistenza, sia detto senza offesa.

Sanjay del Terzo Mondo: - Ora che ci penso meglio, forse un pochino ti detesto, Billy, non ti dispiace se ti chiamo così, vero?

- E sentiamo, perché dovresti detestarmi? Per la solita invidia dei poveri? Scommetto che sei pronto ad accollarmi tutti crimini del pianeta. Magari ti sembra un delitto persino il fatto che i salmoni sguazzino allegri nei fiumi norvegesi o canadesi, mentre il tuo paese è preda di siccità e desertificazione.

- Lascia perdere la siccità, Willie. E lascia perdere pure la storia del colonialismo e dello sfruttamento ignobile delle nostre risorse da parte dei capitalisti delle tue parti; da queste labbra non uscirà nessun accenno alle multinazionali saccheggiatrici delle nostre materie prime e della nostra forza lavoro o del commercio iniquo e antisolidale a cui ci obbligate da sempre…

- … e meno male che avevi detto di non volerne parlare.

- Mi chiedevi se ti odio e la risposta è sì. Odio tutto ciò che rappresenti, la tua religione della ricchezza, il tuo istinto predatorio, e tutte quelle altre cosette che è superfluo citare. Però ti odio soprattutto perché vivi ogni giorno qui accanto a me. Ti vedo durante i turni del mio lavoro sottopagato, nello squallore delle bidonvilles che percorro ogni mattina, negli scalcinati treni della metropolitana zeppi di pendolari disgraziati come me, perfino in mezzo alle puttane da due soldi della mia zona, nelle quali temo sempre di scoprire un giorno mia figlia.

- E come faresti a vedermi accanto a te? Non sono mica diventato un fantasma, anche se so bene che tu e i tuoi cari compari del Terzo Mondo mi fareste volentieri la festa.

- Non darti troppe arie, Will. Ti vedo qui vicino perché la tecnologia ha reso piccolo il mondo. Una volta tu e le tue sciccose e impellicciate Margaret ed Elizabeth e Rossella Viacolvento eravate su un altro pianeta. Allora sì che eravate fantasmi. Ci volevano mesi per venire nel vostro paese, eravate lontani come i nobili prima della Rivoluzione Francese. E come i duchi e i marchesi di un tempo, abitavate su piani separati da quelli della servitù, non andavate mai in cucina o in cantina: insomma eravate inavvicinabili come piccoli dei dell'Olimpo. Ora la televisione porta ogni giorno nelle nostre case i vostri antipatici visi da signorotti della piantagione, gli aerei charter vomitano nelle nostre città, nei nostri siti turistici o nelle nostre riserve naturali fiumane di tuoi compatrioti che fanno i coraggiosi con i nostri leoni da dentro Land Rover più corazzate di un carro armato e più accessoriate di una Rolls Royce di Sua Grazia. Non potremmo ignorarvi nemmeno se lo volessimo… Eppure non è nemmeno per questo motivo che ti odio, Bill.

- Sentiamo, sono sicuro che hai una bella e suggestiva teoria per giustificare l'odio dei perdenti come te. Magari sei diventato un adepto delle fesserie strombazzate dai radical-chic delle mie parti. Forse vuoi parlare di inquinamento, di questa stronzata dell'effetto serra o perfino delle pallosissime balene che si arenano sulle spiagge delle starlette hollywoodiane con l'hobby di Green Peace. E per questo che mi odii, Sanjany, perché ho fatto la bua al buco nell'ozono?

- Sono troppo povero per fregarmene qualcosa del tasso di fluoroclorocarburi nell'aria o di altre coglionate da figli di papà. Devo badare ai miei guai, il più piccolo dei quali è non ammalarmi perché il modo più comune di uscire da un nostro ospedale è a piedi avanti. No, la ragione per cui ti accopperei volentieri, mio caro Bill, potrebbe spiegarla benissimo un personaggio di quei tuoi vecchi film in bianco e nero. Hai presente quando Humphrey Bogart vestito da gangster, con la solita sigaretta in bocca, dice a Edward G. Robinson, vestito pure lui da gangster: "Questa città è troppo piccola per noi due"?

- Che diavolo dici, Sanjay? Non vorrai metterti a fare il gangster con me?

- Voglio solo dire che il mondo è ormai diventato troppo stretto per permettere a culture diverse di sopravvivere. Quando due culture vengono a contatto è inevitabile che una delle due distrugga l'altra o la assimili. E' accaduto con i conquistadores e ancora nell'Ottocento con i vostri Buffalo Bill che si sono gioiosamente sgranocchiati tutti i Toro Seduto e i Geronimo delle vostre parti. E' accaduto sempre e dovunque, dai tempi dell'antica Roma e prima ancora: pesce grande mangia pesce piccolo. Ora chiamano questo fenomeno globalizzazione, ma è sempre l'antica storia del pesce grosso che si spilucca i compagnucci di piccola taglia. Il problema sai qual è, Willie? E' che pure il più feroce squalo di Spielberg si contenta di divorarti, mentre a te e ai tuoi compari del mondo capitalistico questo non basta. Farete molto più che asservirci al vostro sistema economico. Ci toglierete i nostri valori e li sostituirete con i vostri. Ci toglierete il nostro Dio e pretenderete che adoriamo il vostro, ammesso che ne abbiate uno diverso dal dollaro e da una tessera del Rotary Club. Ci farete vergognare del nostro modo di vestirci, di parlare, di pensare, di sorridere, finché non ci vestiremo, parleremo, penseremo e sorrideremo come voi. Ci ruberete l'anima, Will, se ve lo permetteremo, e poi ci metterete a lavorare nei vostri circhi alla Buffalo Bill come controfigure di noi stessi. Capisci, ora, perché devo annientarti?

- Non penserai davvero di riuscire a farlo? Non penserai che quattro pecoroni sottosviluppati come voi abbiano la meglio sulla nostra potenza economica e militare?

- A dire la verità, amico William, penso proprio che abbiamo poche possibilità di farvi vedere i sorci verdi. Le cose non finiscono mai come nei film delle invasioni aliene. Nella realtà i marziani sanguinari e supertecnologici vincono fino alla parola fine. Però penso che vi faremo passare un brutto quarto d'ora, a te e ai tuoi avidi compagni. Vi faremo passare un quarto d'ora che non vi scorderete presto.

Vedi pure: Coccodrilli bianchi

15 commenti:

  1. Il post come al solito è ineccepibile. Eppure mi fa rimanere male la fine perché l' unica possibilità di riscatto sembra essere strettamente legata alle armi.

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  2. E si annientarono vicendevolmente....

    Perchè questa alternativa per me esiste...

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  3. Pesce grande mangia pesce piccolo: i modelli culturali dominanti si impongono sui paesi conquistati prima economicamente e poi culturalmente. Basti l'esempio di Hollywood, la città americana del cinema, che ha dato ispirazione ad altre iniziative simili, tutte in paesi cosiddetti in via di sviluppo.
    Bollywood: sapevo già che esisteva una Bollywood, che sarebbe l'industria cinematografica indiana. Era un nome che mi faceva ridere, più o meno come fanno ridere quei giapponesi alla "Tu vuo' fa l'americano" che si vestono come John Wayne e cantano canzoni alla "Mezzogiorno di fuoco". Poi però ho scoperto che esistono pure:
    Kollywoood, industria cinematografica in lingua Tamil.
    Nollywood, cinema in Nigeria.
    Tollywood, seconda industria cinematografica indiana dello stato dell'Andhra Pradesh.
    Lollywood, del Pakistan.
    Pollywood, della città Peshawar, industria cinematografica in lingua urdu.
    Dallywood, in Bangladesh.
    Jollywood, Sudafrica.
    Punjwood, del Punjab, storica regione a cavallo tra India e Pakistan.

    E sono sicuro che esistono altre decine di centri cinematografici che cercano di scimmiottare il nome di Hollywood: quando si dice il colonialismo culturale.

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  4. capitano, sarai d'accordo con me che gli antichi romani nelle loro campagne di conquista furono più lungimiranti delle attuali democrazie.

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  5. Sì, quella lì che va a caccia dei leoni sono proprio io: peccato che non ho la patente e nemmeno la Land Rover.
    Ma scusa, noi disgraziati della Sardegna e della Campania più precari dei precari facciamo parte del Primo Mondo o del Terzo? :-)

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  6. scusa capitano, approfitto dello spazio per un saluto a te e a cleide.:)

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  7. ti ringrazio per il saluto, gians, e ne approfitto per segnalare che ho pubblicato sul blog di Cleide, un po' per ridere un po' sul serio, un post intitolato "Emma non Emma". Chi vuole può andare a leggerlo facendo copia incolla:
    http://cleide1967.blog.tiscali.it//Emma_non_Emma_1950546.shtml
    Un saluto agli amcii :-)

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  8. buongiorno capitano, penso d'averlo letto appena pubblicato, ci avevo scritto anche un commento ma poi mi sono reso conto che si doveva essere registrati, devo decidermi a farlo uno di questi giorni. :) buona domenica

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  9. Guarda, gians, che il tuo commento è apparso sul blog di cleide. Non so come hai fatto, ma ci sei riuscito.

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  10. Concordo con cleide a volte la guerra dei mondi ce l' abbiamo in casa, non occorre uscire dai confini...

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  11. capitano caro, devi tenerci informati sull'esito del concorso, sai bene che io l'avevo preso a cuore, un caro salute a te e a cleide. notte.

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  12. ecco.. bravo Gians!!

    Anche io volevo salutare innanzi tutto, fare i complimenti per il post, chiedere a Cleide se sono molto allagati dalle sue parti, visto che tra poco scendo..

    .. e sapere il concorso com'è andato!!!

    Il libro, caro capitano, come ogni buona merce pregiata si fa attendere!! C'era scritto 3 settimane di attesa.. vedremo!!!

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  13. Balua..qui piove, piove sempre. Speriamo in una tregua per Natale. Un saluto.:)
    Un saluto a Gians.:)

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  14. Che brivido leggere questo post!
    C'è troppa ingiustizia al mondo e dovremmo fare qualcosa per rimediare e non solo per paura di ritorsioni. I bambini denutriti dovrebbero essere una costante pena nel cuore di chi ha un briciolo di animo... dovremmo farlo per i nostri figli, per lasciare loro un mondo più giusto e più bello...

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