
Mi dicevo che dovevo essere testimone di un normale fenomeno virtual antropologico: la gente va e viene nella vita reale ed era probabile che andasse e venisse pure sul blog. Questi blogger svogliati o assenti avevano delle vite reali, un lavoro e una famiglia, amici in carne e ossa. Magari la vita reale aveva avuto il sopravvento con novità positive ed ecco spiegata la loro latitanza sul blog, i testi delle canzoni sceme e il resto.
Poi mi è venuto il dubbio che le vite reali di rado hanno impennate tanto rosee o forti da giustificare la precedente teoria. Forse tutta quella gente si era semplicemente spostata in un'altra regione virtuale, dove magari procacciarsi emozioni più a buon mercato senza spremersi il cervello per produrre articoli con barlumi di pensiero umano. Magari c'era qualche posto a me sconosciuto dove con quasi nessuno sforzo mentale si potessero conseguire gli scopi cercati nel blog o in altre lande della comunicazione virtuale. E quali erano quegli scopi? Be', i soliti da un milione di anni a questa parte: fare amicizia o nuove conquiste sentimentali, trovare un'occupazione che agevolasse la sopravvivenza. Insomma, per usare un linguaggio essenziale adatto a questo mondo incorporeo da Adsl, bisognava trovare un posto in cui la gente pensasse di trovare la gnocca e fare la grana con poca fatica.