Guarda le brune colline che si stagliano all’orizzonte. E guarda quanti colori disegna il sole sui contrafforti di quelle alture laggiù. Girati intorno e osserva il mondo sconfinato in cui sei immerso. Mari d’erba alta fino alla cintola, inframmezzati da macchie d’alberi con i più vividi colori dell’autunno. Bevi con gli occhi le distese che ti circondano. Adagia il cuore emozionato sui tanti orizzonti lontani. Tu-tump tu-tump: fallo battere su quella remota riga dove il cielo e la terra si incontrano. E la vedi quella linea serpeggiante, lo vedi quel ruscello che pian piano si ingrossa? Quanto spazio c’è intorno a te, sembra quasi un oceano l’erba. E il cielo. Hai visto che cielo domina questi orizzonti sconfinati? Terso, limpido, purissimo. Quello non è un cielo normale, no. A volte sembra addirittura finto a causa della mancanza di smog. Fa paura, lo so, questo cielo incontaminato, sembra un mare rivoltato che sta per rovinarti addosso e ghermirti, sembra troppo smisurato.
Lo so che hai paura, è normale, ma ti passerà. Ora ascolta il vento. E’ quasi l’unico suono che echeggia in queste lande. Non è il vento che sei abituato a sentire mentre passeggi nelle strade della tua città, lo vedi. Parla un linguaggio diverso di quello che sussurra quando soffia su lampioni e carcasse di automobili, su cubi di cemento e praterie d’asfalto. E’ un vento straniero. E parla un linguaggio alieno che inquieta. Il vento mormora mentre ti accarezza il viso, sibila avventandosi sull’erba alta o sulle fronde degli alberi, ringhia mulinando intorno alle tue caviglie. Parla idiomi incomprensibili a orecchie civilizzate. Non ti ci vuole molto per immaginare che in questo luogo incantato il vento è la voce di un dio primordiale che ti parla e ti dice cose che non sai capire. Il dio primordiale che parla con la voce del vento ti vezzeggia, ti promette che ti spiegherà cose di cui non sospettavi l’esistenza e men che meno l’importanza. Un giorno ti spiegherà i misteri della vita e tu li capirai ascoltando il vento. Capirai molte cose quel giorno e non avrai più timore del cielo che sembra un mare rivoltato o di queste distese che giungono fin dove puoi spingere la vista e oltre.
Lo so che hai paura, è normale, ma ti passerà. Ora ascolta il vento. E’ quasi l’unico suono che echeggia in queste lande. Non è il vento che sei abituato a sentire mentre passeggi nelle strade della tua città, lo vedi. Parla un linguaggio diverso di quello che sussurra quando soffia su lampioni e carcasse di automobili, su cubi di cemento e praterie d’asfalto. E’ un vento straniero. E parla un linguaggio alieno che inquieta. Il vento mormora mentre ti accarezza il viso, sibila avventandosi sull’erba alta o sulle fronde degli alberi, ringhia mulinando intorno alle tue caviglie. Parla idiomi incomprensibili a orecchie civilizzate. Non ti ci vuole molto per immaginare che in questo luogo incantato il vento è la voce di un dio primordiale che ti parla e ti dice cose che non sai capire. Il dio primordiale che parla con la voce del vento ti vezzeggia, ti promette che ti spiegherà cose di cui non sospettavi l’esistenza e men che meno l’importanza. Un giorno ti spiegherà i misteri della vita e tu li capirai ascoltando il vento. Capirai molte cose quel giorno e non avrai più timore del cielo che sembra un mare rivoltato o di queste distese che giungono fin dove puoi spingere la vista e oltre.
Ora voglio che ti arrampichi su quell’altura. Poggia bene i piedi sulle rocce e sui sentieri mai calpestati da piedi umani. Procedi piano, non c’è fretta, e se non corri potrai essere parte del paesaggio e non un microscopico pixel bruciato che deturpa questo brandello di immensità. Sali, arrampicati, aiutati con le mani come uno scalatore nei punti più impervi, attento agli appigli franosi. Prendi fiato quando sei stanco. Sei stato bravo, sei abbastanza in alto. Ora dirigiti su quello spuntone di roccia, quello che sporge sul precipizio. Non temere non voglio che ti butti giù. Ecco, ancora un po’ più avanti, coraggio, non cadrai nel burrone. Basta così, ora guarda il mondo che si vede da questo osservatorio privilegiato. Fiumi, pianure, promontori, vallate e orizzonti lontani. Distese sconfinate. Spazi liberi. Un mondo incontaminato, senza società e legge. Senza regole e lacciuoli. Guardati intorno, dov’è la civiltà, qui? Dov’è la legge? Quale legge? Non c’è legge in queste distese. Qui c’è solo libertà. La piena e assoluta libertà. Rimani ancora sullo spuntone di roccia e guarda tutto. Il mare di sotto e il mare di sopra. Guarda la vastità d’erba mossa dal vento o le colline in lontananza e rifletti. Tuffati oltre il più distante orizzonte. Tutto quello che vedi si chiama libertà e tu devi decidere se ne hai paura. Allora, hai paura della libertà? Devi deciderlo ora: vuoi essere libero o vuoi continuare ad aver paura?
Caro capitano,
RispondiEliminahai dipinto un'immagine bellissima di orizzonti lontani e spazi incontaminati. Ma la libertà vera è quella dentro al cuore... Ed è di quella che di solito abbiamo paura...
Un abbraccio.
Enrica, forse avrai notato che questo post si può leggere pure come metafora. Ciao e stai in gamba.
RispondiEliminaCiao mercoledì prossimo alle 23 e 15 sul sito www.radiovaldarno.info andrà in onda la tua trasmissione sul luogo comune "Mi sono fatto da solo".
RispondiEliminaL'ho montata io e l'ho fatta registrare ad uno con una bella voce per non sciuparla......
Preciso la notizia di Gianni di Informasatira. Il nostro amico mi aveva chiesto di scrivere un testo per una webradio e io l'ho fatto sul tema "Mi sono fatto da solo". Sono proprio curioso di vedere come è venuto. Invito gli amici a sintonizzarsi su www.radiovaldarno.info all'ora indicata, ne vedremo delle belle.
RispondiEliminaE viva sempre la libertà! :-)
La liobertà l'ho sempre cercata e anelata come aria nei polmoni e in tutte le sue sfaccettature e non senza conseguenze.. Quando l'ho avuta tra le mani ne ho avuto paura. Ora combatto per sconfiggere questa paura e so che sarò io a vincere prima o poi.:)
RispondiEliminaOlà, Cleide, aspettavo il tuo commento sulla paura della libertà. Sconfiggila tu e sconfiggiamola tutti, saliamo sui promontori della nostra anima e annusiamo il profumo dellla libertà senza farci le vertigini. Sorriso.
RispondiEliminaPillola rossa o pillola blu?
RispondiEliminaE' semplicemente un racconto straordinario! E' vero ci vuole coraggio e sicurezza in se stessi per amare la libertà vera.
RispondiEliminaLanza, commento rosso o commento blu?
RispondiEliminaDaniele, la libertà fa paura perché ogni cosa che ti rende più libero ti rende meno sicuro e garantito. E viceversa.
Non mi ricordo di chi è questo aforisma cita più o meno cosi' :
RispondiEliminaNessuno è libero se non è padrone di se stesso.
Il senso della liberta' sta tutto li. Credo.
Anche se quando penso alla liberta' mi vengono in mente tutte quelle bellissime cose che tu hai descritto perfettamente.
Ora sono curiosa di sapere se il mio commento è rosso o blu :)
Caro Capitano era da un po' che non passavo di qua.
Un saluto :)
Ciao Celia carissima, il tuo commento è certamente color arcobaleno, za-zà :-)
RispondiEliminaA proposito di citazioni, io volevo citare un verso di Gaber "La libertà NON è uno spazio libero" e volevo sostenere invece che la libertà E' PROPRIO uno spazio libero. Volevo addirittura intitolare questo post "La libertà è uno spazio libero".
La paura della liberta' e' qualcosa che ci portiamo dentro da sempre,da quando ci hanno "insegnato" che non abbiamo diritto ad essere liberi di pensare e felici,dicendoci che durera' anche poco questa sensazione.Ma molti l'hanno capito e stanno solo fingendo di essersi adeguati a tutto questo mentre invece vivono ogni attimo al massimo.ciao.giampaolo.
RispondiEliminaNon capisco come e perchè, il tuo splendido racconto mi abbia fatto venire in mente una vecchia canzone di Guccini, forse per il tema: la libertà. La agorafobia che da cittadini sempre rintanati viviamo, porta anche a questo.
RispondiEliminaDato che Gian l'ha citata, ti copio il testo. E' lungo ma merita.:)
RispondiEliminaOltre le mura
della città
un orizzonte insegue un orizzonte;
a un’autostrada, un’altra seguirà,
gli spazi sono fatti per andare;
la tua libertà,
se vuoi, la puoi trovare.
E un uomo saggio
regole farà,
una prigione fatta di parole;
i carcerieri
di una società
ti impediranno di cercare il sole;
la tua libertà,
se vuoi, la puoi avere.
Fossi un uccello
alto nel cielo
potrei volare senza aver padroni;
se fossi un fiume
potrei andare
rompendo gli argini nelle mie alluvioni
E boschi e boschi
cerco attorno a me
dov’è la terra che non ha barriere?
dov’è quel vento
che ci spingerà
come le vele o le bandiere;
la tua libertà
se vuoi la puoi avere.
Fossi un uccello
alto nel cielo
potrei volare senza aver padroni;
se fossi un fiume
potrei andare
rompendo gli argini nelle mie alluvioni
Ma sono un uomo
uno fra milioni
e come gli altri ho il peso della vita
e la mia strada
lungo le stagioni
può essere breve, ma può essere infinita;
la tua libertà
cercala, che si è smarrita.
cercala, che si è smarrita
Giampaolo, viviamo al massimo se possiamo. Vedo che il tema ti ha ispirato e me ne compiaccio.
RispondiEliminaGians e Monica alias Cleide, Ho ascoltato la canzone di Guccini da voi segnalata. Il verso, o Cleide, che mi è piaciuto di più è il seguente: "E boschi e boschi". La canzone di Guccini mi ha fatto una strana impressione, quella di quando ascoltavi gli Lp, cioè quando sentivi canzoni che necessitavano di un impegno maggiore nell'ascolto perché non erano immediatamente orecchiabili come i 45 giri. Era molto che non pensavo al 33 giri, me lo vedevo proprio scorrere sul piatto mentre ascoltavo Guccini su You Tube.
E con questo saluto e vo' via.
Questo tuo breve scritto, oltre ad avermi allargato i polmoni, mi ha fatto venire in mente "Impressioni di settembre", e l'ultima parte di un libro che ho finito di leggere qualche giorno fa, "Il mondo nuovo".
RispondiEliminaSono comunque d'accordo con Enrica: se non sei libero dentro non c'è panorama, seppur meraviglioso, che possa farti sentire veramente tale.
Caro Mio Capitano, ma hai avuto una visione del paradiso? Solo in un posto così si potrà gustare la vera libertà. Lo sai benissimo che su questa terra la libertà è sempre condizionata! si può tentare di elevarsi e tentare di vedere le cose dall'alto, certo, lo si deve fare, però poi alla fine i piedi si dovranno posare nuovamente sula terra e nel posare i piedi ecco che subito dobbiamo fare i conti con la realtà con la polvere o il fango che ance non volendo sporcheranno almeno le scarpe! E qui sta l'esercizio, impegnativo giornaliero che nonostante la polvere ed il fango si riesca comunque a percorre i passi che vogliamo percorrere! L'impegno quindi si deve concentrare sulla strada ce dobbiamo percorrere, a pulire le scarpe facciamo sempre in tempo! Mai pensare che per non sporcare le scarpe non posiamo percorrere quella strada! Questo mi pare sia l'esercizio della nostra libertà!
RispondiEliminaUn caro saluto.
berardo
PS
La mamma è stata operata d'urgenza per un blocco al'intestino. Operazione lunghissima e delicatissima. Nonostante questo la sua forte fibra la tiene ancora in vita, anche se intubata e sedata, però con leggeri segni di ripresa.
Carissimo Bera, mi spiace sapere delle condizioni di tua madre, ti auguro il meglio.
RispondiEliminaSulla libertà presto scriverò un nuovo post sostenendo che forse non abbiamo capito niente di questa condizione.
Enne di nuance,nn capisco questa storia di essere liberi "dentro". Mi pare che si possa essere liberi solo "fuori". Anche questa forse sarà materia del prossimo post.
Saludos por todos.
Cari auguri a Bera.
RispondiEliminaCASSANDRO
RispondiElimina. . . E allora “leggiamo questo post come metafora” (Cap), anche con riferimento a chi “la libertà l’ha sempre cercata ed anelata come aria nei polmoni ed in tutte le sue sfaccettature, e non senza conseguenze. Quando l’ho avuta tra le mani ne ho avuta paura” (Cleide), in una idilliaca e coraggiosa visione di “Spazi liberi. Un mondo incontaminato, senza società e legge. Senza regole e laccioli” (Cap), pur riconoscendo che prima o poi “la libertà fa paura perché ogni cosa che ti rende più libero ti rende meno sicuro e garantito” (Cap), come l’addentrarsi in una valle oscura, novello Dante, per cui si prende coscienza che spesso il lume per rischiararla è in mano altrui . . . e che non è affatto facile incontrare Virgilio e Beatrice, senza comunque escludere che c’è pur sempre la possibilità che posando, o ri-posando, “i piedi sulla terra dovremo fare i conti con la realtà, con la polvere ed il fango, che anche non volendo sporcheranno almeno le scarpe” (Bera05)
IO NON MI ACCONTENTAVO MAI DI NIENTE
( Tarda paura della libertà)
Io non mi accontentavo mai di niente
"io voglio avere tutto ciò che voglio
-- dicevo -- per me sbaglia quella gente
che quieta sta . . . Io, no . . .'a ddo coglio coglio'".
Cantavo “Sempre libera degg’io”,
per far come Violetta -- l’eroina
di Verdi o di Dumas -- a modo mio,
per tutto il giorno, e da sera a mattina.
Volevo da ragazza esser padrona
della mia vita . . . della mia chitarra . . .
fare e disfare in quanto “Sono buona”
-- dicevo -- “e la testa mia non sgarra”.
Non ci allarghiamo, beh!, che qualche volta
errori pure io . . . ah, se ne ho fatti! . . .
in qualche caso, ahimè!, son stata stolta
. . . per topi ho scambiato brutti gatti.
Io lo volevo ricco… bello… audace…
lavoratore… amante dei bambini
… che in casa mi aiutasse perché pace
ci fosse poi per far fra noi ‘giochini’
E lo cercavo sempre sempre meglio,
come si sceglie al supermercato
spesso l’ho preso, usato ed al… risveglio
dell’avventura ancor meglio ho cercato.
Ma non capivo mai la lezione,
chè ho sempre avuto tutto . . . e anche di più,
solo con te cambiata è la canzone,
chè t'ho soltanto se mi vuoi tu.
Ma tu mi vuoi, vero, amore mio . . .?
dimmi di star tranquilla… un tuo gesto
mi basterà . . . e quanto è vero Iddio
vorrò per l'avvenire solo questo!
Sempre così… Sì, tanto va la gatta
al lardo che la trappola poi scatta!
Chi di sua libertà non ha paura
va incontro prima o poi a notte scura
. . . e tutto il resto è letteratura!
(Cassandro)
bellissimo racconto.
RispondiEliminaE mi impressiona pensare che ci sono persone che , per meccanismi sbagliati appresi all'infanzia, sono abituate alle gabbie.Le cercano.E la libertà li' è una realtà faticosa da costruire.
E' sempre bello leggerti, Francesco
.. credo che la libertà sia uno stato mentale.. e credo che siano davvero poche le persone che la desiderano davvero. In fondo è più rassicurante stare nelle nostre gabbiette più o meno confortevoli, consapevoli che qualcuno (bene o male) pensa per noi, a noi e con noi.
RispondiElimina.. ho letto (in ritardo e me ne scuso) il post precedente e mi complimento per l'analisi..
Ciao capitano
Eccomi per qualche veloce risposta:
RispondiEliminagians, passo subito da te.
Cassandro, viva i tuoi liberi versi in questo libero blog.
Zelda, Cerca la gabbia chi in gabbia prospera.
Balua, ben detto: tutti parlano di libertà, ma nessuno la vuole davvero. La gente vuole il benessere, la sicurezza, il consumo facile, le cose e le persone, non la libertà.
Credo che arrivi per tutti un momento in cui si cerca la libertà a tutti i costi, però senza capire esattamente cosa sia la “libertà”.
RispondiEliminaSi è liberi quando le persone sono in grado di fare le proprie scelte senza lasciarsi condizionare dal monto esterno, amici, parenti, tv e pubblicità, seguendo il proprio l’istinto.
Li è liberi quando si fa di tutto per realizzare i propri sogni, quando non si ha paura di esporre le proprie idee,
si è liberi quando capiamo che nella vita si può sbagliare, la libertà è anche poter rimediare ai propri errori, concedendoci un’altra possibilità, ripartendo da zero senza paura.
Credo che molte persone associno la libertà alla solitudine, chi ha il coraggio di essere se stesso in questo mondo preconfezionato dai mass media, rischia di restare solo perché non segue la massa, viene considerato diverso,
libero ma isolato dal gregge.
Forse è per questo che la libertà fa paura, solo chi è capace di essere in pace con se stesso, chi non vive cercando l’approvazione e l’ammirazione altrui a tutti i costi, può considerarsi libero.
Dimenticavo, per essere liberi ci vuole anche un pizzico di sano egoismo!
P.S. tutti dovrebbero provare cosa si prova a salire sopra una montagna, lontano da tutti e guardare quello che c’è sotto di noi, all’inizio spaventa, se riesci a superare la paura iniziale, ci si ritrova in un mondo sconosciuto, dove non solo il rumore del vento è diverso, ma ogni sensazione, pensiero, respiro, pure il battito del nostro cuore è diverso, alla fine ti resta una sensazione di pace infinita.
Buona giornata capitano
Provo sempre un grande piacere nel leggerti. Rimani per me un grande autore. Mi faceva piacere dirtelo.
RispondiEliminaCiao, Mariella. Mi fa piacere sentirti, ti ringrazio per le belle parole. Spero che vada tutto bene e un saluto alla tua bambina.
RispondiElimina