Mi dicono che non è vero. Quando c’era solo la Rai, Alighiero Noschese imitava un conduttore di telegiornale che annunciava catastrofi, terze guerre mondiali, notizie sensazionali, inondazioni; poi gli portavano un foglietto alla scrivania e lui dopo averlo letto rettificava con calma britannica: “Mi dicono che non è vero”. Naturalmente presto o tardi la realtà supera qualsiasi comico. Non molto tempo fa fu annunciato su giornali e televisione, con grande dispiego di mezzi, che era stato accertato il superamento della velocità della luce.
Il che significava all’incirca che ci trovavamo di fronte a una rivoluzione più che copernicana. Non era il sole che girava intorno alla terra, ma viceversa. Il mondo era cambiato. La Storia era cambiata. Le nostre certezze azzerate o quasi. Einstein superato. La scienza-religione del Novecento, la Teoria della Relatività, bombardata a tappeto. All’epoca scrissi che quella notizia era più o meno come annunciare che Dio era morto, era morto il dio delle certezze granitiche della scienza moderna, il dio che, volenti o nolenti, aveva guidato il nostro atteggiamento verso la vita.
Ieri vado sul sito del Corriere della Sera e trovo questo titoletto in un angolino della schermata: “Il neutrino non è più veloce della luce”. E come sottotitolo: “Errore per il malfunzionamento per un cavo a fibra ottica”. Leggo la notiziola incredulo. Il risultato che i neutrini fossero più veloci di 60 nanosecondi rispetto alla velocità della luce, secondo fonti vicine all’esperimento, era imputabile a una “cattiva connessione” fra un cavo a fibre ottiche e un ricevitore Gps cronometrista di neutrini. Risultato: Einstein non è stato superato, l’universo, la Storia e le nostre conoscenze non sono stati rivoluzionati. Era semplicemente accaduto che Alighiero Noschese aveva annunciato in mondovisione: “Dio è morto”. Poi gli hanno portato un foglietto alla scrivania e lui ha precisato imperturbabile: “Mi dicono che non è vero”.
Un funerale sotto casa. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto passare un corteo funebre nella strada a due corsie sotto casa. Era un corteo formato mini. Davanti la macchina con la bara e dietro un piccolo gruppo di persone che si muoveva su una specie di piccola autostrada. Probabilmente il gruppetto avrebbe proseguito fino al vicino semaforo e poi avrebbe svoltato, a meno che non ci fosse il rosso. Mi sono fermato a contare il corteo funebre. C’erano trentacinque persone, ma una di esse era un vecchio che spingeva una bicicletta a mano, e quindi poteva essere anche un passante sceso di sella per rispetto verso il morto. Vivi, muori, e un giorno ti ritrovi in una bara su una strada in doppia corsia fino al semaforo all’incrocio, seguito da trentaquattro o al massimo trentacinque persone, se ci aggiungi pure il vecchio con la bicicletta.
Che ci siano trentacinque persone o quattrocento
RispondiEliminaa salutarci poco ci importa. Mi rendo conto che piu' vado avanti è piu' la scrematura umana aumenta.Sono scelte. Di questo passo al mio funerale mi accompagnerà solo il mio cane. Ammesso che ne accolga uno nella mia vita. Per il resto è tutto vero sino a prova contraria. La scienza per me vale quanto le religioni.
Ops...Ciao Cleide...credevo di aver sbagliato giorno, post e tempistica :-)invece è accaduto che mentre commentavo l'altro post facendo riferimento ad un post nella Home di Tiscali, che poi hanno cambiato, anche Francesco cambiava il suo! Troppo frenetica sta vita per una che scrive un post ogni sette mesi :-)Il mio commento pecedente faceva riferimento al post sulla foto del bimbo mascherato da schettino su un passeggino mascherato da nave Concordia(????) e da un commento postato da una mente illuminata ..."Non mi stupisco più di tanto….sono napoletani…."
RispondiEliminaAspè che siccome son sarda vado un attimo a pascolare le pecore...poi se mi avanza del tempo monto in groppa dell'asino e vado in banca!!!
A me colpiscono i funerali! Capisci dal numero di persone che seguono il feretro se il defunto/a era amato/a...capisci se ha trascorso gli ultimi anni in solitudine, se la sua morte è avvenuta tanto tempo prima, dimenticato da tutti.Dalla sua morte capisci la sua vita!Mi fa tristezza veder poca gente al seguito, mi fa altrettanta tristezza vedere tanta gente che parla e ride come fosse al bar. Per questo avrei deciso che NESSUNO deve star dietro il mio feretro! E come Cleide, credo che verrò accontentata!La scienza poi...è in così continua frenetica evoluzione che è sempre vero tutto e il suo contrario come afferma Cleide!
E' vero..." dio è morto"...è vero, non è morto...vive nel cuore e nella testa di chi crede in Lui", è vero anche questo!
Cleide e Giovanna, sarebbe forse il caso, quando si fanno annunci passibili di sconvolgere le fondamenta conoscitive e forse religiose delle persone di controllare se non si tratta di un pesce di aprile. E io dico: ci sarà qualcuno che paga per queste inaudite palle, inauditamente grosse, diffuse allegramente per il pianeta? Oppure se la caveranno tutti con la rettifica alla Noschese sotterrata a pagina 27: "Mi dicono che non è vero"?
RispondiEliminaSul funerale, mi ha fatto impressione. Mi fanno sempre impressione i funerali che sfilano sulla strada sotto casa, perché è come vedere un corteo mortuario passare sull'autostrada: qui c'è la morte con la sua luttuosa lentezza e lì accanto le macchine che ti sfrecciano di lato, con qualche automobilista sbadigliante che ogni tanto si sporge dal finestrino come per dire: "Toh, che ci fa questo morto qui?". Il contrasto tra la strafottenza delle auto e la mestizia del funerale è ancora più accentuato quando il corteo è seguito da quattro gatti.
Giovanna bentornata! Ho letto il post e l'immagine che citi con i relativi commenti. Il luogo comune secondo me è una delle forme sotto le quali si presenta la banalità di una mente poco pensante. Tuttavia i luoghi comuni svelano piccole verità, caratteristiche o eccessi. I napoletani sono eccessivi.Sono pletorici in ogni loro esternazione. Peccato che si notino solo i risvolti negativi di una caratteristica che è sinonimo di vitalità :)
RispondiEliminaCASSANDRO
RispondiEliminaCap, tu illustri un funerale secondo la sola simpaticamente triste angolatura esterna e perciò scrivi “Vivi, muori, e un giorno ti ritrovi in una bara su una strada in doppia corsia fino al semaforo all’incrocio, seguito da trentaquattro o al massimo trentacinque persone, se ci aggiungi pure il vecchio con la bicicletta”.
Che ne dici se cerchiamo di vederlo pure dal lato per così dire. . . “interno”.
DA RIDERE MI VIENE
Ma che ci posso fare se mi viene
da ridere a pensare al momento
in cui via andrò da queste scene
e volerò lassù nel firmamento?
Speriamo! . . . Ah, che risate nel vedere
me steso col rosario tra le mani
il fazzoletto in testa per tenere
chiusa questa boccaccia mia che strani
-- chiamiamoli così -- discorsi ha fatto,
e voi a dire "Ma quant'era saggio!"
tutti, e nessuno che . . . ero un po' matto
(come pensava), ben dritti al passaggio
di me che me la rido quatto quatto,
chè sono finalmente . . . un "personaggio"!
Dentro la bara non si sta a disaggio,
è lì importante pur “Ciccio Formaggio”!
(Cassandro)
ore 20,25
Caro Capitano,
RispondiEliminasì mi ricordo di questa notizia. Se non sbaglio ci avevi anche scritto su un post, giusto?
Io sono giunta alla conclusione ormai da diversi anni che i media sono inaffidabili e che le notizie pubblicate vanno prese con la massima cautela e considerando quale testata le sta pubblicando e soprattutto chi paga la maggior parte di pubblicità di quella testata perché niente viene mai scritto a caso e per lo più tutto ha un suo senso... Sarebbe interessante cercare di capire che funzione doveva avere questa notizia...
Per quanto riguarda il funerale... è un interessante riflessione la tua...
Raramente mi piacciono i funerali ma sono stata costretta a partecipare ad alcuni che non avrei mai voluto ricordare e preferirei di gran lunga evitare alle persone che amo di dover assistere al mio... se fosse possibile mi piacerebbe andarmene alla chetichella, come se fossi appena partita per uno dei miei viaggi, un semplice arrivederci... così rimarrebbero solo i ricordi del tempo bello passato assieme. Senza lacrime. Senza dolore.
Enrica, la disinformazione potrebbe anche essere anche accaduta per sciatteria estrema, perché dal post precedente abbiamo visto che purtroppo incapacità, superficialità e ridicolaggine sono premiate ai massimi vertici della società.
RispondiEliminaDici che raramente ti piacciono i funerali e io aggiungo che sono come te: non credo che mi divertirò molto quando andrò al mio. :-)
Sull'argomento del post precedente, la farfalla di Belen, che batte cento a uno come risalto sui giornali qualsiasi riflessione sulla fisica e sull'universo einsteniani, ho letto un titolo sul sito del Corriere: "Lucia Annunziata: 'Critico Belen, direte che lo faccio per invidia'." Dopo mi leggo l'articolo, sono curioso di sapere cosa dice la Annunziata sulla farfalla di Belen, che ancora ieri veniva magnificata al Tg 5.
Cassandro, Ciccio Formaggio: quello sì che rimarrà un personaggio anche nell'ultimo viaggio. E speriamo che nessuno gli scriva sulla bara, come nella canzone "Ciccì, sì fesso".
RispondiEliminaRicordo di aver letto, molto tempo fa, una frase che è interessante, diceva: Della morte non me può interessare di meno, così come non mi interessano gli sconosciuti. Per me la morte sarà sempre una sconosciuta perchè, quando ci sono io, lei non c'è, e quando lei ci sarà non ci sarò io!
RispondiEliminala notizia l'ho sentita in TV e anche la relativa smentita..il mio funerale non sarà col corteo,almeno spero,io voglio essere cremata e le ceneri disperse,non voglio lasciare niente che diventi u8n obbligo per i miei,cimitero fiori ecc....chi vuole dirà una preghiera,se c'è qualche cosa nell'aldilà sarà ben detta e se non c'è niente...si sciupa tanto fiato che un po' più o un po' meno non incide su niente...un saluto Ida
RispondiEliminaCaro Mio Capitano, ormai tutti cercano la scoperta sensazionale,che possa essere la notizia del giorno da prima pagina e da prima notizia nei diversi telegiornali, e così ecco che la notizia è stata divulgata forse senza la sana prudenza che in questi casi sarebbe d'obbligo. Anch'io ho trovato per caso un trafiletto che appunto smentiva la rivoluzionaria notizia che i neutrini fossero più veloci della luce. Viviamo nell'epoca che chi le spara più grosse diventa famoso! Il problema che tale atteggiamento lo si può osservare in tutti gli ambiti del vivere, iniziando dalla politica (quante balle hanno sparato in questi anni?!) per poi passare al mondo del lavoro (chi le spara più grosse alla fine fa carriera) e dovunque l'uomo (un certo tipo di uomo!) interagisce. La stessa tragedia della costa crociere rientra in questi ambiti di clamore sensazionale.Dove è finita la cultura dell'umiltà, la cultura del lavoro serio fatto nel silenzio, la cultura del chi più sa meno si espone ecc.? Questo è il momento che si vive, nel quale l'idea dell'onnipotenza del sensazionale fa dimenticare quello che veramente vale, perché poi tutti si finisce in orizzontale dentro una bara, e della vita di ciascuno rimane non rimangono i successi, quanto ha accumulato in beni, quanto si è stati disponibili ed accoglienti nei confronti delle persone che in qualche modo hanno interessato la nostra vita, ovvero quanto si è amato!Ciao.
RispondiEliminae non dimentichiamoci della "fusione fredda"! Strombazzata, osannata e... scomparsa:
RispondiEliminaSergio, non male quella frase sulla morte che recita nel tuo stesso ruolo.
RispondiEliminaIda, c'è una tale mafia sulla questione morte, soprattutto qui a Napoli, che la faccenda della cremazione deve essere presa in considerazione.
Berardo, la cultura del lavoro serio fatto nel silenzio manca, dici e dici bene, il caso della Costa Crociere è stupefacente: c'è molto marcio nella società e se molta gente se ne rende conto succederà qualcosa.
Buona domenica a tutti.