lunedì 25 marzo 2013

Suggerimento a Bersani sul reddito di cittadinanza

Bersani è un chiacchierone perditempo. Invece di sprecare energie e pazienza del Paese per parlare di tutto e di più, cianciare con sindacati e associazioni sociali, che fino a prova contraria non hanno voti in Parlamento, con Saviani. Donciotti e scrittori vari, intellettuali cazzeggiatori e simili, dovrebbe concentrare le sue energie su un solo obiettivo. Una sola cosa, non cento. Poiché vuole fare non senza motivo accordi solo con Grillo e non con Berlusconi, si concentri su quest’unica proposta e lasci perdere idiozie su giaguari e scouting (corruzione) di parlamentari. Per capire quale sia questo singolo argomento bisogna capire quale sia la composizione sociale dell’elettorato del Movimento Cinque stelle e quale, se c’è stata, la proposta trainante del suo successo elettorale.

Il Movimento Cinque Stelle è stato votato principalmente dal Terzo o Quarto Stato. Disoccupati, precari, disagiati, gente che non ce la fa a tirare la carretta e che si sente ignorata dai partiti tradizionali, Partito Democratico compreso, percepito quest’ultimo come garante e facente interessi degli occupati, soprattutto statali, dei cassintegrati, dei pensionati, degli aiuti alla scuola o alla sanità pubblica, di quelli che insomma hanno un reddito o qualcosa di simile e che gli altri si fottano. Hanno votato il M5S anche anime belle (o anche brutte) come Dario fo, Celentano o Renato Zero, e qualche intellettualoide bastiancontrarista benestante, ma la stragrande maggioranza dell’elettorato è gente che non ha un cazzo e si vede quasi precipitare a vivere in strada. Grillo ha detto molte cose durante la sua campagna elettorale, ecologia, risparmio energetico, critiche ai partiti e ai politici eccetera, ma non c’è dubbio che il suo asso nella manica è stato il Reddito di Cittadinanza. Spiegare cosa sia il Reddito di Cittadinanza è complicato; per semplificare, si danno soldi a chi non ne ha in attesa che trovi un lavoro, si danno speranze a chi non ne ha, si dà dignità a chi sente che le è stata rubata. Bersani dovrebbe presentare una proposta di Reddito di Cittadinanza o simile, un sussidio che permetta di tirare avanti a chi non ce la fa come si fa in tutti i paesi civili, dovrebbe spiegare la proposta in dettaglio in una conferenza stampa, aiutarsi con grafici e lavagne, se necessario, far capire che chi ci crede davvero, e spiegare che sarebbe il primo provvedimento del suo governo. Poi dovrebbe rifare la proposta al Movimento Cinque Stelle. Vorrei proprio vedere come farebbero Grillo e gli altri a rifiutare.

4 commenti:

  1. Il Reddito di Cittadinanza è una bella proposta ma proviamo a ragionare un po'.
    1. Poniamo che i disoccupati in Italia siano 3 milioni (ma sono molti di più e crescerebbero ancora con la prospettiva di un sussidio), quanto vogliamo dare ad agnuno per garantire una vita decorosa? 1.000 euro? Bene. Sono 3 miliardi di euro al mese. Da dove li prendiamo?
    2. In tale ipotesi io - sinceramente - comincerei a prendere in seria considerazione l'idea di licenziarmi per starmene a casa a godermi il sussidio. E siamo a 3 miliardi e 1.000 euro al mese da trovare.
    3. Se poi mi annoio, posso sempre dedicarmi a qualche lavoretto in nero a prezzi incomparabili con quelli dei prestatori d'opera onesti che pagano le tasse.
    Non mi sembra male come idea... o no?
    Saluti.

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  2. Chiaramente, Anonimo, si dovrebbe strutturare il reddito di cittadinanza in modo che aiuti le persone e dia loro dignità, ma che non le disincentivi a lavorare. Ti posso dire che non ho trovato traccia da nessuna parte, facendo ricerche su Google, dei 1000 euro che tu tu e molti altri indicate. Quindi quei 100 euro devono considerarsi notizia infondata fino a prova contraria.

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  3. 1000 euro non è una notizia. Neanche io l'ho letta, l'ho solo buttata lì. Infatti ho scritto: "quanto vogliamo dare ad ognuno per garantire una vita decorosa? 1.000 euro?".
    Se ti sembrano troppe facciamo 500 ma questo non sposta il problema. Dove prenderemmo 1 miliardo e mezzo al mese da dare loro?
    Dici di fare in modo da non disincentivare a lavorare.
    Sì, ma come si fa? Con un sussidio con scadenza temporale? valido per qualche anno e poi basta?
    Faccio queste domande non per fare polemica - credimi - vorrei solo capire.
    Io credo che stiamo vivendo una crisi strutturale della nostra civiltà nei confronti della quale la politica non ha ancora elaborato le risposte giuste. Si tratta di una fase cruciale che ha una sua complessità e che bisogna affrontare adeguatamente.
    Gli insulti, le semplificazioni e le proposte populiste sono da evitate assolutamente se si ha a cuore l'interesse generale.
    Ti sei mai chiesto perché certe tematiche non possono essere oggetto di referendum? Per esempio quelle economiche o i trattati internazionali?
    Perché il legislatore sa bene che una consultazione sulla abolizione delle tasse troverebbe un consenso oceanico ma sarebbe un disastro per lo Stato.
    Per questo chi ha responsabilità di governo dovrebbe avere una lungimiranza e una profondità di pensiero che va ben al di là di quella più popolare.
    Le forze politiche che continuano ad inseguire gli umori e gli istinti della gente invece che la ragione forse ricavano qualche vantaggio nell'immediatezza delle elezioni ma, sulla distanza, non concorrono a creare i presupposti per la crescita ed il benessere sociale.
    Saluti e grazie per l'ospitalità

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  4. Carissimo commentatore anonimo, eccomi con alcune riflessioni su ciò che scrivi.
    Uno. La proposta più indegna che conosco (populista o no che sia) è chi ha come fare per tirare avanti che lo faccia, e che gli altri si facciano in culo. Peggiori di queste non ne conosco. La prima cosa è capire che esiste un problema e che si deve risolvere.
    Due. Il reddito di cittadinanza (che io intendo in maniera restrittiva, cioè come aiuto economico o sussidio a chi non ha lavoro o mezzi) esiste in tutti i paesi europei esclusi un paio tra cui l'Italia e nessuna economia mi sembra sia crollata. Esiste anche una versione estensiva del reddito cittadinanza, che tra l'altro io trovo proposta estremamente civile e progressista, ma che è roba a mio avviso di tempi più maturi.
    Tre. non mi piace il tuo modo di vedere l'elettore come un bambino ignorante, populista e in preda a basse pulsioni il quale non sarebbe in grado di decidere sulle cose che veramente contano. La democrazia si basa sul potere decisionale della gente e se uno non crede che l'elettorato sappia decidere bene dovrebbe convertirsi ad altri modelli politici che non prevedano la democrazia e che ne facciano tranquillamente a meno.
    Attualmente quella che tu chiami lungimiranza dei governi favorisce solo le classi sociali protette, alla quali immagino appartenga pure tu. A dire la verità non lo so con certezza (parlo della tua collocazione sociale), ma ho questo strano pregiudizio: uno che si vede disoccupato, precario e disagiato economico di solito non parla a favore della lungimiranza dei governi, né quella lungimiranza difende. Difende presunte lungimiranze chi delle presunte lungimiranze beneficia. Ma come ho detto deve trattarsi di un mio pregiudizio.

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