
Poiché si tratta di una materia troppo vasta e filosofica per affrontarla in un solo post, mi concentrerò su un solo aspetto delle fondamentali azioni quivi analizzate. E’ risaputo che andare di corpo è un’impresa necessitante di una notevole concentrazione e di un dispendio energetico ancora maggiore. E’ naturale, quindi, aver sviluppato tecniche per agevolare questa importante e quasi venerabile attività umana. Una delle tecniche più diffuse è leggere qualcosa in quei frangenti, poiché la lettura ha indubbi benefici sulla distensione del principale canale di uscita umano. Per dirla tutta, questo artificio migliora senz’altro il tuo modo di fare la cacca, forse te la rende pure più profumata. Orbene mi sono chiesto negli anni: qual è il tipo di lettura che mi facilita e mi allieta di più questa manovra? Come si vede non si tratta di un quesito facile. Per diverso tempo ho pensato che le letture più favorevoli all’evacuazione in bagno fossero riviste di gossip o barzellette. Nulla di impegnativo. Magari il tipico rotocalco da barbiere in cui ti si dice che il tal bellimbusto da reality show (tra parentesi è riportata la sua età in grassetto) è stato visto più o meno copulare in pubblico con la tale velina televisiva (tra parentesi l'età in grassetto)… anche se sia il bellimbusto che la velina avrebbero già uno o più fidanzati ciascuno (tra parentesi le solite età) i quali ammazzano il tempo con altri bamboccioni di cui per ragioni di spazio non si possono riferire età e trascorsi esistenziali.
Poi qualche tempo fa ho fatto una memorabile e del tutto incredibile scoperta. Dovevo andare in bagno per fare, come si dice, quella grossa. Era uno di quegli impulsi imperiosi e urgentissimi che non ti concedono il tempo di cercare una lettura adeguata alla bisogna, di modo che devi scattare afferrando la prima pubblicazione a portata di mano con la celerità di un maratoneta al punto di ristoro. Dunque irrompo nel bagno, chiudo, riesco a sedermi sul water senza farmela addosso. Poi afferro il volumetto che mi sono portato dietro e inizio a rilassarmi. Dannazione, mi dico, la lettura a mia disposizione non è il massimo della vita per andare di corpo. Sotto gli occhi ho addirittura una grammatica italiana scritta da una specie di purista della nostra lingua. Ci sono elencati errori e malvezzi di scrittori e parlanti moderni. Sarebbe stato ben difficile portarmi dietro una lettura più tediosa. Tuttavia le cose non vanno poi così male. Scopro che mi piace leggere dello sdegno dell’autore per termini come “promozionare” o “eclisse” o per l’invasione di termini stranieri e segnatamente dei cosiddetti francesismi. Mi piace capire se la pronuncia corretta è Tanzània o Tanzanìa, goména o gòmena, anòdino o anodìno, quali sono i plurali dei nomi composti, dove è più corretto dire la soprano o il soprano, è o ha nevicato.
Insomma, per non farla tanto lunga, quella volta andai di corpo con tale intima soddisfazione che da allora, quando ne ho l’opportunità, mi porto in bagno una grammatica italiana o un cosiddetto galateo linguistico. Gli ultimi volumetti letti in quei luoghi sono stati il Dizionario degli errori e dei dubbi grammaticali e il Dizionario delle parole difficili. Purtroppo li ho finiti entrambi, anche se quando ero seduto sul water ho cercato di centellinare la lettura dei due testi per farla bastare per più operazioni fisiologiche. Ora dovrò rovistare nella mia collezione di libri per trovare qualche altro volumetto di grammatica, mannaggia! Provate anche voi. Sedetevi sul water con una grammatica in mano e ditemi come vi sentite.