giovedì 19 luglio 2007

Vendo felicità


Ci chiedevamo in un post recente: oggi di vive meglio, si è più felici, di ieri? Vediamo se possiamo rispondere e cominciamo a chiederci cosa sia la felicità. Senza dubbio è un artificio trovato dall'evoluzione per premiare comportamenti rivelatisi utili a soddisfare esigenze primordiali. Il corpo umano è progettato per distribuire felicità se la mente percepisce che quei bisogni sono appagati con successo. Più o meno l'essere umano potrebbe somigliare a un'automobilista intento in un viaggio periglioso e complicato. L'automobilista è svogliato, tende ad appisolarsi alla guida e a bere, si ferma nei motel con le donnine allegre. Non arriverebbe mai a destinazione se fosse per lui, tanto più che le strade da percorrere sono lunghissime e tortuose. C'è bisogno di un'entità superiore (il cervello) che lo ricompensi (con la felicità o con il meno pregiato piacere) quando procede bene senza sbagliarsi e lo punisca (con il dolore o la depressione) quando il guidatore svogliato è fermo ai box. Quindi per capire la felicità bisogna prima determinare quali sono i bisogni principali dell'essere umano o di quello vivente in generale (con l'avvertenza che molti dei concetti in seguito esposti si intendono estesi pure a una sfera del pensiero astratto che probabilmente non ci sarà modo di affrontare in queste righe).

Il bisogno principale di ogni individuo è quello di riprodursi (anche qui questo concetto è inteso spesso in senso lato e non indica sempre lo scopo di fare figli e vederli crescere bene). Gli individui che non avevano questo istinto in misura adeguata si sono estinti. L'azione del procreare implica l'avvicinamento fisico e soprattutto intellettuale a un'altro essere umano, cioè necessita dell'amore: di conseguenza l'amore sarà il settore in cui la felicità distribuirà con maggior abbondanza i suoi doni. Il rovescio della medaglia dice che il fallimento in amore comporterà le peggiori sofferenze. Per arrivare a riprodursi l'essere vivente ha bisogno di soddisfare alcune esigenze inderogabili (mangiare, bere, dormire, avere un tetto possibilmente accogliente sopra la testa). La soddisfazione di tali bisogni garantirà il piacere o frammenti di felicità. Inoltre c'è la necessità di autoaffermarsi nella società, perché quasi sempre la scalata delle gerarchie umane (che non riguardano soltanto i soldi o il potere, ma pure contesti intellettuali o idealistici) comporta l'accoppiamento con un partner più desiderabile e vantaggioso, capace di generare una prole sana con più possibilità di farsi largo nella lotteria della vita. Nel nostro discorso essere ricchi significa soltanto essersi distinti in una delle tante piramidi sociali, anche se una delle più ricercate dagli uomini. L'importante è trovarsi su, con i soldi, con la cultura, la prestanza fisica, i maneggi politici, l'eleganza, la spiritualità, l'umorismo, gli imbrogli, l'uso appropriato del proprio baricentro o con ciò che si voglia. Ah, la cosiddetta autoaffermazione non deve essere necessariamente reale per generare benessere esistenziale, è sufficiente che venga "percepita" come tale. Alla peggio, esistono alcune scorciatoie che permettono l'autoaffermazione sociale attraverso il processo dell'identificazione (con una persona, con i figli, con una squadra di calcio, un partito politico, una fede religiosa).

Per di più, lapalissianamente, per essere felici sarebbe consigliabile essere vivi. Si presume quasi sempre e quasi dovunque che uno che vive più a lungo sia più felice di uno (sfigato?) che lasci presto questa valle di lacrime. Non c'è nemmeno bisogno di specificare che la salute, la possibilità di godere o meno di cure mediche efficaci hanno la loro brava importanza nel nostro discorso. Tralasceremo invece la facilità di accedere a droghe, eccitanti e stupefacenti vari, perché non risulta con chiarezza che il consumo di sostanze più o meno proibite aumenti sul lungo termine il benessere dell'individuo, anzi ci sono prove del contrario.

Infine, per capire la felicità è opportuno padroneggiare due concetti semplici e complicati allo stesso tempo. Quello della relatività della condizione non solo umana. E quello che analizza le aspirazioni e le aspettative coltivate nella propria esistenza. La "teoria della relatività" afferma semplicemente che qualunque cosa si misura in relazione al contesto in cui si verifica. Cioè una persona si può definire alta, bella, ricca, longeva o persino buona solo se il contesto lo permette (ho già riferito la storiella di Piero Angela sull'isola in cui tutti gli abitanti erano buoni tranne uno cattivissimo, che proprio per questo veniva trattato da tutti con i guanti di velluto e colmato di attenzioni: infatti se fosse morto l'unico cattivo dell'isola sarebbe sparito il termine di paragone che rendeva tale la bontà degli altri). Anche il concetto delle aspirazioni e delle aspettative di vita è complicato. Per semplificare, basterà dire solo che il figlio di un operaio di qualsiasi epoca può essere più felice del rampollo di un nababbo anche raggiungendo traguardi esistenziali meno eclatanti, proprio perché i suoi meno felici natali hanno ridotto le sue aspettative esistenziali (e quindi di felicità).

Restano da sfiorare alcune questioni non marginali. Primo, gli accelerati ritmi di vita e gli aumentati impegni sociolavorativi che generano stress, depressione e ansia esistenziale. E secondo, le opportunità offerte dalla moderna società dell'opulenza e dei consumi (oggetti tecnologici che vanno dai telefonini superaccessoriati, ai computer, agli elettrodomestici futuristici; i ridotti orari di lavoro; le accresciute possibilità ricreative che hanno reso praticabili ai più luoghi esotici inaccessibili in passato) e il loro eventuale influsso sulla felicità umana. Non si può ignorare l'eventuale presenza di Dio in questa rapida e per forza di cose incompleta trattazione della felicità. La convinzione di molti di aver diritto a privilegi in un'eventuale vita ultraterrena ha senz'altro positive ricadute sulla propria gratificazione esistenziale. Oltretutto il contesto della divinità offre l'occasione di creare altre gerarchie particolarmente appaganti: se uno si convince di trovarsi in posizione favorevole agli occhi di Dio, può anche fare a meno di affannarsi nella scalata sociale classica.

Dopo aver tratto le conseguenze dal nostro discorso, torneremo a porci la domanda che guida le nostre riflessioni: oggi si vive meglio di ieri? Questa sarà materia di un altro post

7 commenti:

  1. Ciao Capitano,
    si vive meglio di ieri? Dipende da quale significate le persone danno alla parola “vivere meglio”.
    Sicuramente noi siamo più avvantaggiati dei nostri genitori, nonni ecc...ecc...
    Siamo circondati di cose inutili, che dovrebbero renderci felici, almeno questo è quello che la società ci fa credere, però abbiamo perso di vista tante altre cose, i rapporti umani, la solidarietà, l'onesta e la gioia che ci possono regalare le piccole cose.
    I nostri nonni, non avevano tutti i marchingegni che abbiamo noi, eppure erano felici, nonostante non fossero ricchi materialmente, erano sempre pronti a sorridere e dedicarci il loro tempo, ad aiutare il prossimo, senza pretendere nulla in cambio.
    Adesso le persone vanno di fretta, corrono per avere sempre di più, accumulano ricchezze, pestano i piedi a tutti per avere successo, tutto quello che fanno viene fatto per interesse, per avere qualcosa in cambio.
    Queste persone, che hanno avuto di tutto e di più, la fine della corsa, quando si ritrovano soli a guardare ciò che hanno vissuto e accumulato, possono dire di essere stati felici?
    Io non cerco il successo, la ricchezza, non cerco nemmeno più Dio per essere felice,
    ho capito che la felicità è qualcosa che sta dentro di me, nel mio cuore, nella mente,
    tutto dipende da me, basta solo volerlo.
    Un abbraccio

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  2. Ma allora per leggere di mutande dobbiamo andare sull'altra piattaforma???
    postato da monica il 24/07/2007 22:23

    Per M&BBBBBBBBBB, il post sulle mutande femminili lo leggeraaaaiiiiiii. Dato che sono buono, ti diiiicooooo che trattasi addirittura delle mutande di Marilyn Monrooooeeeee. Oh yeeaaahhhh. Domani ti indicherò dove sarà pubblicato il post.
    Vento, grazie per il tuo saluto, spero che tu stia meglio di qualche tempo fa.
    Giovanni, anche a te un sentito ringraziamento per il tuo appoggio alle mie riflessioni su diritti d'autore e altro.
    Un saluto a tutti gli amici
    postato da mio capitano il 24/07/2007 20:24

    Nooooo.
    Io il post sulle mutande femminili lo volevo leggereeee.
    postato da MjB il 24/07/2007 19:51

    Capitano, un momento fa (h 17,04) ti ho inviato un commento completamnente senza nome, scusa, mi è sfuggito. Ti saluto nuovamente, da Giovanni
    postato da Giovanni il 24/07/2007 17:13

    Felicità?evacuati a Peschici via mare turisti e villeggianti.Borsellino:la sorella NON DELUSA ma addolorata,rifugge dal tornare a Palermo - dopo 15 anni nulla è cambiato e poteva cambiare.Si vive meglio di ieri?mentre "vendi felicità", rifletto su chi si vende per strada che tu contrapponi ( o sbaglio?) a quel non più subdolo e burocratico vendersi sul blog.Chi dà informazione viene pagato e rinuncia ai diritti d'autore.Spesso è questa la condizione.Non può essere che il gusto di comunicare (trasmettere e ricevere) attraverso il blog sia il prezzo della rinuncia ai propri diritti?. Ritengo, comunque, che il diritto d'autore,dovrebbe essere inalienabile, con quel che consegue, mitigato da eventuali altri usi che l'acquirente dovrebbe concordare con l'autore.Rivoluzione, dunque?
    postato da il 24/07/2007 17:04

    Passavo di qua e mi sono fermata per un caro saluto ed un augurio di buona serata. A presto dal vento
    postato da vento il 24/07/2007 16:51

    Informazione per gli amici del blog. Ho notato che da quando c'è la nuova piattaforma è sparito, dalla finestra in cui pubblichi il nuovo post, il contratto di pubblicazione che c'era prima, che volendo potevi pure leggere prima di postare. Ho provato a cercare dovunque il contratto, ma non l'ho trovato da nessuna parte. Per vedere i termini contrattuali sono stato costretto a farmi un nuovo blog con acclusa nuova mail di tiscali. Infine sono arrivato sul contratto del blog. Son rimasto esterrefatto sulla parte riguardante i diritti d'autore. Ciò che ho letto mi sembra molto più violento e brutale di ciò che ricordavo. Dicono semplicemente: tutto quello che pubblichi è roba nostra e ne facciamo ciò che vogliamo. La pubblichiamo dove ci pare la sfruttiamo economicamente come ci aggrada e dato che siamo buoni ti concediamo persino di rimirare da lontano quello che una volta era stato il tuo post e che ora è roba nostra in tutto e per tutto. E' incredibile la violenza con cui sono esposte queste condizioni. In genere nei contratti di tal genere si usa un linguaggio burocratico in cui si capisce e non si capisce che te stanno a fregà. Qui si dice proprio papale: ci pigliamo tutto noi. Tutto quello che era tuo ora è nostro. In più se ci passa per la testa di rifilarti qualsiasi pubblicità sul blog lo facciamo, se vogliamo prenderti a calci in culo lo facciamo. Ci pappiamo tutto ciò che hai scritto e in cambio ti diamo un blog nuovo che funziona da schifo, che ha una grafica da schifo, e che ha circa un milione di bug o problemi vari. Non mi piace questa situazione. Non credo che pubblicherò in questi lidi il mio bellissimo nuovo post, che tratta di mutande femminili. Un saluto agli amici del blog. :-))
    postato da CAPITAN FRANZ RIMASTO ALLIBITO DAL CONTRATTO DI TISCALI BLOG il 23/07/2007 23:16

    Con riferimento alla foto: che carnaio!!!
    postato da fabrizio il 23/07/2007 21:03

    Errata corrige: Degas!!
    postato da arial il 23/07/2007 20:55

    Grazie Capitano, della buona domenica. Ho passato un lunedì veramente pauroso!
    Intanto vi do ragguagli su quanto mi sta portando il fututo: Sto cominciando a cambiare lavoro.
    poi non mi hanno ancora rimborsato i biglietti del concerto di Morricone che è saltato, e infine non riesco ancora a far apparire i commenti senza controllo.
    Relativamente al tuo post ti ho inviato già un commento ma era piuttosto superficiale. Il problema è che ho troppo caldo e il cervello in fumo!!!!
    Ah la ballerina. Si è Dagas.
    postato da arial il 23/07/2007 20:54

    Neruda non mi rende felice.

    Perché pensi questo?

    In genere credo che le parole contribuiscono poco alla nostra felicità.

    solo i fatti contano. solo quelli..

    un salutone!!


    ps: parola di sicurezza e cesso, non vorrai mica dirmi che tiscali ti da ragione riguardo Neruda? :D
    postato da sc il 23/07/2007 16:46

    Ciao Cap, sì, quando si tratta di post non particolarmente impegnativi per i quali non me ne frega nulla dei diritti d'autore li applico in entrambe le piattaforme. Per quanto riguarda l'acqua ed il caffè ti dirò che dalle parti mie non c'è stato alcun peggioramento. Probabilmente, trattandosi di zona ospedaliera, l'acqua è migliore di altre parti di Napoli.
    Ciao carissimo.
    postato da sergio il 23/07/2007 15:55

    Lu, nessuno ha troppo e non se ne rende conto. Se hai troppo te ne rendi conto e se non te ne rendi conto significa che magari non hai così tanto. Questo concetto potrebbe essere spiegato con la teoria della relatività che dice che ogni cosa va paragonata al proprio contesto, anche temporale, e non a quello di migliaia o centinaia di anni prima. Il cambiamento del contesto ha influenza pure sulle tue aspirazioni di felicità, come spero di poter segnalare in un prossimo post.
    Tali, trovami uno solo in Europa che sia felice perché ha l'acqua a casa a differenza di come succedeva tempo fa e dirò che hai ragione. In effetti sospettavo che tu fossi moderatamente appagata, dato che nel tuo ultimo post ho trovato citata la parola amore e i suoi derivati in situazioni copiose e reiterate.
    amfortas, provo simpatia per chi critica alcuni aspetti del mondo moderno come fai, ma naturalmente nel tirare le somme del nostro discorso sulla felicità presente e passata cercherò di essere obiettivo.
    Isimaro, vivi pure al meglio che puoi e poi fammi sapere.
    postato da mio capitano il 23/07/2007 11:24

    Buon giorno...
    Non è un dilemma che mi pongo spesso, con il passare degli anni ho capito che è inutile rovistare nel passato e fantasticare sul futuro..
    Vivo l'oggi al meglio che posso..
    Solo così ho capito che la vita è bella e vale la pena viverla...
    postato da Isimaro il 23/07/2007 10:14

    Ho vissuto a sufficienza per poter dire con certezza che una volta si viveva meglio.
    Oggi tutto è più comodo, ma comodo non vuol dire migliore.
    Mancano contatti umani che una volta erano basilari, manca il sentirsi parte di una comunità solidale.
    L'egoismo c'è sempre stato, ma la tecnologia lo ha reso una virtù.
    Ciao.
    postato da Amfortas il 23/07/2007 09:59

    beh, se per vivere meglio intendi vivere come cent'anni fa... direi probabilmente oggi. e non parlo per i pc, i telefonini, ecc... sennò per arredi tanto utili e che rendono la vita molto migliore (intendo elettricità) o cose a cui non ci pensiamo quasi... (avere acqua sempre e ovunque, sul rubinetto, farci una doccia tutti i giorni, etc)
    per il resto ti posso dire (scusa l'arroganza :P) che la mia vita, dai 18 anni, è diventata sempre migliore. ho avuto alti e bassi, ovviamente, ma ora che sono passati 7 anni non mi lamento. ho finito due lauree, parlo tre lingue, ho trovato l'amore e finalmente lavoro in ciò che ho sempre voluto. mi considero una persona parechio fortunata, molto tenace però, che non si arrende facilmente e che non ha mai gettato la spugna.
    un abbraccio e a presto.
    Tali
    postato da tali il 22/07/2007 20:52

    Secondo me caro Capitano, oggi abbiamo troppo ma non ce ne rendiamo conto! Si può vivere ed essere felici con molto meno! Ma noi non ce ne accorgiamo perchè siamo avvolti da un sistema in cui lo status e l'apparenza sono i parametri di paragone tra noi e gli altri.
    Viviamo meglio. Viviamo di più, ci ammaliamo di meno, ci sono più cure, c'è più pulizia ma siccome ci sembra tutto scontato non gli diamo il giusto valore.
    E' solo una mia opinione. credo tu abbia scritto delle cose molto vere e giuste.
    Ciao ciap
    postato da Lu il 22/07/2007 12:18

    Agli ultimi cinque.
    Stregagatta, il passato in effetti non lo conosciamo, soprattutto non sappiamo come venisse percepito dai contemporanei. Ricambio il tuo bacio.
    ariel, grazie per i complimenti. Devo dire che sì, qualche volta postare sul blog mi ha comunicato una sensazione che confinava con la felicità.
    sc, ti invidio perché riesci a essere felice con una poesia del (a mio modo di vedere) lagnoso Neruda.
    M&B, ripropongo qui il commento che ti ho lasciato sul tuo blog. Non so cosa sia la felicità. Forse non la sa nessuno. Primo Levi nel suo "Se questo è un uomo" affermava che esisteva tra i prigionieri del campo di concentramento in cui fu internato un individuo, strano e con alcuni problemi di comportamento, che era perfettamente felice. Che era più felice lì che fuori.
    infondoaimieiocchi, le vacanze fanno bene, la piattaforma prima o poi andrà a posto.
    postato da mio capitano il 22/07/2007 10:54

    Ciao Capitan Franz:-)
    Sono stata un pò in vacanza un pò incazzatella per la nuova piattaforma:(((
    Tu tutto ok? Per quella cosa ancora nulla di nuovo...aspetto anche io!
    Per il momento sono nella casa di vacanza http://infondoaimieiocchi.blogspot.com ti aspetto :-)
    Un bacione smack!
    A.
    postato da infondoaimieiocchi il 22/07/2007 09:42

    Amore.
    Felicità.
    Equilibrio.
    Alzi la mano chi ha avuto a casa propria, per piu' di mezza giornata,queste cose.
    Sono sentimenti mutevoli e indefiniti.Non saprei dire. Per questo c'ho messo qualche gg per commentarti caro Capitano. Non volevo dire cazzate visto che l'argomento non lo conosco molto bene. Non è mia intenzione fare la povera tapina triste e sconsolata che non ha mai avuto picchi di felicità.Ma sono appunto solo picchi. Sprazzi insoliti. Chi poi dice il contrario è sempre stato, per me, fonte di eterna curiosità. Ma temo che ci siano persone che scambiano la felicità per la serenità.O per una passeggera tranquillità.E allora continuo a cercare. Si sa mai che, con una botta in testa, io smetta di chiedermi come cazzo è che son spesso sconsolata e ironica. Sarà che questa storia della felicità è solo una gran bufala?
    postato da MjB il 22/07/2007 09:29

    felicità è vivere senza seghe mentali. (ergo vivere in serenità con se stessi)

    felicità è vivere senza sentirsi il fiato del pericolo (malattia, soldi, carriera...) al collo.

    felicità è fare l'amore e dopo abbracciare soddisfatti la persona amata, sorridendo.

    ps: parola di sicurezza è atto, ecco l'atto d'amore, tiscali ha capito bene!!! :D
    postato da sc il 21/07/2007 23:03

    Il tuo post è bellissimo.
    Molto complesso come sempre, tocca tutti i punti della vita. Il movente, le condizioni, i significati, le astuzie, abbiamo parlate, sfiorandoli, altre volte.
    Sei sempre eccezionale. Intanto che cominciamo a riscrivere con questa veste nuova, risolviamo via, via i problemi che si presentano. E' Felicità postare sul Blog?
    Grazie per il tuo suggerimento.
    postato da ariel il 21/07/2007 18:46

    Si tende sempre a rimpiangere il passato, poichè, in quanto tale, viene mitizzato.
    C'è anche da dire, però, che avere poche possibilità e pochi stimoli, porta entusiasmo e concentrazione sulle novità.
    "si stava meglio, quando si stava peggio"
    Attualmente il tourbillon che ci circonda lascia poco spazio alla meraviglia, alla felicità che si presentano in forma lieve e breve.
    Questa disanima "della mutua", non mi porta a saper scegliere, perchè il passato che mi viene in mente, in effetti, non l'ho vissuto.
    Il mio "ieri l'altro" si fonde con l'oggi.
    Posso mandarti un bacio attualissimo???
    postato da stregagatta il 21/07/2007 15:17

    Ripropongo una mail scritta alla redazione.ecco alcuni bug vecchi e nuovi che ho notato nel blog. Numero uno, l'area relativa agli ultimi commenti nella tua home page riporta interamente i commenti ricevuti e non, come succedeva prima, solo un sunto di una riga: di conseguenza basta che una persona ti scriva un link che superi la larghezza della colonna (e qualsiasi link di articolo la supera) ed ecco che hai scompaginata la grafica del blog con conseguente allargamento della colonna. Inoltre nell'area in cui pubblichi nuovi post è sparito il contratto di pubblicazione che c'era prima (volevo dargli uno sguardo per vedere se c'erano cambiamenti e non l'ho trovato). L'icona per mettere i link nel tuo articolo è disattivata. L'area per i tags sotto il titolo del post non accetta parole accentate come "felicità". Usando alcune skin, come la blu left (tra l'altro dovrebbe essere scritto "blue" dato che left è di certo inglese) e mettendo una foto grande viene scompaginata la grafica con Internet Explorer, si crea un vuoto aprendo il post e solo alla fine della colonna segue l'articolo. Ho visto che hanno messo i titoli nei box nell'area personale, ma ancora si deve lavorare. Lasciamo perdere la questione dell'avatar, la cui presenza non sembra urgente nei commenti, faccio notare un paio di disagi notevoli. Infatti, anche se c'è un articolo nel blog 2.0 in home page (pubblicato il 13 luglio) in cui si annuncia che entro 24, 48 si sarebbe sistemata la faccenda degli apostrofi, delle lineette eccetera nei post vecchi, ancora non si è mossa una foglia. Tutti i miei link ai vecchi articoli non funzionano. Ne ho aggiustati io alcuni manualmente, ma ce ne sono molti altri sul mio e su altri blog. Credo che sia assolutamente prioritario sistemare apostrofi e alcuni tipi di carattere nei posti vecchi.Inoltre due cose di cui avevo già parlato. I vecchi articoli conservano stranamente la spunta "On line su Community" anche se tu non avevi scelto questa opzione in origine. E' sparito nell'area personale (era visibile nell'area in cui erano elencati i post) il contaletture per singolo articolo, che ti permetteva di verificare quali tuoi post riscuotevano maggior interesse. Un saluto da,Francesco il Mio Capitanohttp://penultimi.blog.tiscali.it//
    postato da Mio Capitano il 21/07/2007 10:35

    grazie. secondo i finley felicità è desiderare tutto quello che si ha (ta ta ta)
    postato da Lian Dyer il 20/07/2007 20:19

    Vediamo di rispondere a Guiro. Dunque credo di avere una buona notizia per tutti i depressi e sfigati di questo mondo. E cioè anche se loro e magari pure io stiamo male, nessuno può essere realmente felice per un periodo ragguardevole di tempo. Di conseguenza quelli che dichiarano bellamente al mondo, facendoci schiattare di rabbia, "Io sono felice, ho tutto quello che mi serve", non dicono la verità. O per lo meno non la dicono tutta o non la dicono a lungo. Probabilmente è vera pure l'affermazione opposta che nessuno può essere sempre e soltanto infelice per un periodo cospicuo di tempo. In effetti come ho già detto in altre parti e come suggerisce pure Guiro, l'uomo non è fatto per essere felice per troppo tempo perché questa condizione lo porterebbe all'inazione e quindi all'apatia, comportamento non vantaggioso dal punto di vista evoluzionistico. L'essere umano è più o meno come un drogato, diciamo un'eroinomane all'ultimo stadio. L'eroinome agogna il suo buco giornaliero e l'essere umano agogna la sua razione di felicità. Il tossicodipendente è disposto a tutto per procurarsi ciò di cui necessita (fare collette tra familiari o conoscenti, rubare, rapinare, prostituirsi, prendere le dosi a prestito); e anche l'essere umano è disposto a un comportamento analogo per procurarsi la sua dose di felicità o di benessere (fare soldi o scalare altri tipi di gerarchia umana, imbrogliare, mentire, rubare, oppure guadagnare il consenso altrui mostrandosi altruista o perfino giungendo all'eroismo estremo in certi casi). Sia il tossicodipendente che il "felicedipendente" a un certo punto sviluppano assuefazione al bene agognato. Ciò li costringe a restare attivi per continuare ad appagarsi. L'assuefazione è una calamità che ti colpisce sempre e comunque. Mettiamo che per essere felice tu abbia bisogno di conquistare una certa donna e mettiamo che tu ci riesca. Saresti felice per il resto della vita? L'osservazione del mondo ci dice che no, ciò non accade spesso, se pure accade. L'assuefazione alla condizione raggiunta ti porterebbe dopo un periodo ragionevole di tempo a cercare nuovi stimoli. Lo stesso risultato otterresti desiderando una certa quantità di soldi (le mille lire al mese di una volta o le dieci cocuzze attuali).
    postato da Mio Capitano il 20/07/2007 14:35

    Ho appena scoperto un nuovo bug. E cioè basta che uno ti metta in un commento un indirizzo abbastanza lungo, di quelli che non consentono il ritorno a capo, che ecco che ti si scompagina la grafica del blog, se hai, come ce l'hanno quasi tutti, gli ultimi commenti nella tua home page. Ho rimesso tutto a posto editando l'indirizzo di Guiro (che era un link a violet) e spezzandolo in due parti. Tra poco commenterò le riflessioni di Guiro. Ah, la parola lasciapassare stavolta era "bollor", che qualcuno si riferisse al sottoscritto? :-)
    postato da mio capitano il 20/07/2007 13:50

    Non ho cambiato idea, anzi potrei aggiungere che questa è l'epoca di tutta la storia dell'umanità in cui è maggiormente difficile essere felice per un occidentale. Abbiamo a disposizione tutta una serie di prodotti (viaggi, droghe, alcool, donne,oggetti inutili,locali, aperitivi,amici) e facile accesso ad essi e il nostro vero ed unico dio (la tv) non fa altro che comunicarci che per essere felici dobbiamo solo accumulare altri prodotti. Io non credo più di essere più un essere umano, mi comporto come un prodotto. Non lo faccio apposta. Me ne sono accorto solo ora. Non lo trovo neanche così male. Si, lo so.E' terribile. Apocalittico. Ma adesso consigli per gli acquisti. Dammi rinuncia: flash dammi consapevolezza inconsapevole: flash dammi un punto fisso: flash dammi un punto. P.s.: questo post è bellissimo. scusami però questo è esagerato: http://dropout.blog.tiscali.it//Bianco_ dolore_1780084.shtml#inbasso
    postato da Guiro Karelias il 20/07/2007 12:34

    Ti lascio il commento prima di leggere il post.Dopo il post magari te ne lascio un altro. Secondo me la felicità è l'appagamento di una necessità ed è quindi una sensazione che svanisce poco tempo dopo che si è raggiunta la soddisfazione del bisogno. Parlando di felicità in senso cosmico, non credo che esista. e credo anzi che raggiungere uno stato di benessere karmico potrebbe addirittura essere dannoso per l'uomo, perchè si andrebbe incontro all'apatia.L'uomo per migliorare se stesso ha bisogno del disagio provato dalla sensazione di vuoto. Ma magari adesso leggo il tuo post e cambio idea.
    postato da Guiro Karelias il 20/07/2007 12:20

    Un commento mattutino non guasta. Oggi percepisco una bella atmosfera di leggerezza, come di vacanza. Cioè mi sento come se non dovessi per forza essere obbligato a fare qualcosa e a sentirmi in colpa se non lo faccio. Ripeterò qui la storiella che ho riferito in un commento a sergioberto, autore di un post in cui i giovani figuravano meglio dei vecchi (eufemismo). Tratto dal film "Colors - colori di guerra" che affronta il tema della bande giovanili Los Angeles. C'è Robert Duvall nella parte di un poliziotto anziano costretto a fare coppia con un giovanotto scalpitante (Il solito odioso Sean Penn) che si crede mille volte più in gamba di lui. Duvall racconta di due tori, uno vecchio e uno giovane, che arrivano in cima a un collina e vedono che la valle di sotto è piena di sensuali e provocanti vacche al pascolo. "Forza, corriamo nella valle e fottiamoci un paio di quelle bellezze!", dice il toro giovane. "No", risponde il vecchio, "andiamo piano e fottiamocele tutte". Un saluto agli amici del blog.
    postato da Mio capitano il 20/07/2007 10:00

    PADRE BOSSI E' LIBERO! é la cosa migliore nel giorno di Borsellino! postato da sergioberto il 20/07/2007 01:16
    postato da il 20/07/2007 01:17

    beh... la felicità è anche un delizioso massaggio ai piedi, dura poco ma è bellissimo! ciao!
    postato da bluantho il 19/07/2007 21:25

    Mi accontento pure di meno....e ti massaggio anche i piedi!!! Anche questa è felicità! Sai quanto costa un massaggio ai piedi? :-) Parola chiave: vidi....e quindi veni..vici. Il sole oggi era troppo forte mi sa.
    postato da emma che vuole andare a Posillipo il 19/07/2007 21:14

    Oh mamma che piedone in primo piano... Il post merita una lettura più attenta...ma sono di fretta...mi scuserai... Passo per salutarti...vado un po' di giorni al mare... Ch ne dici di portare Emma a Posillipo? Lei pare voglia andarci... :-) A presto...
    postato da celia il 19/07/2007 21:02

    Cap, grazie per la dritta. Correzione effettuata. Ottima la storia dei tori (che mi tranquillizza). Però non mi hai dato un voto per il quiz. Ti confesso che, un po' per l'immagine piccola, un po' per il cappello, ci ho messo parecchio a individuare James Steward che, tra l'altro era uno degli attori che mi piaceva di più. Memorabili le sue interpretazioni in "la vita è una cosa meravigliosa", "Harvey il coniglio", "La donna che visse due volte" e così via. Grazie, un forte abbraccio Sergio ps. sì, per le foto su Tiscali è un casino. Io devo utilizzare a turno I.E. che mi consente il copia/incolla ma non le foto, e successivamente Firefox che mi consente la foto ma non il copia/incolla. Su blogspot (che hai abbandonato da troppo tempo) non avrai alcun problema.
    postato da sergioberto il 19/07/2007 17:24

    Mio Capitano la mia felicità in questo momento sarebbe un bel pediluvio con acqua ghiacciata seguito da un bel massaggio a piedi e gambe... la tua foto mi ha ispirato! Il tuo post è molto interessante e tocca tanti aspetti legati alla felicità. Ognuno di noi ha esigenze di felicità diverse e soprattutto il livello di "accontentamento" varia da persona a persona. Non so se oggi si vive meglio di ieri ma sono convinta che le pretese di felicità aumentano a seconda di ciò che siamo riusciti ad ottenere senza troppi affanni! Insomma, se hai avuto poco ti basta poco per essere felice. ma questo riguarda solo le questioni materiali, sugli affetti preferisco glissare. Non so se il discorso fili ma qui ci sono cira 40 gradi con umidità al 90% e sto su un soppalco senza finestre nè ventilatore quindi il mio cervello è sul punto di fondere e non garantisco su ciò che ho appena scritto! Ammazza che commento lungo che t'ho lasciato! Un bacione al mio capitano preferito dal vento
    postato da vento il 19/07/2007 16:55

    Non so che dire. Ma forse le immagini che si possono inserire devono avere un'altezza e larghezza che non si possono superare...come nel precedente blog... Explorer da molti problemi e Firefox in alcuni casi è meglio. Certo è che la nuova piattaforma dovrebbe essere stata creata e testata per tutti e due...penso...spero...ma mi sa di no... inizio a essere confusa anche io....
    postato da celia il 19/07/2007 14:49

    Ora me lo vado a pubblicare su blogspot. Voglio vedere se lì, mi dà problemi come qui. Ho provato tutto e il contrario di tutto. Sto ora da ore su quella fottuta finestra dove si pubblica. Accetta solo la foto media senza problemi. con la grande salta tutto. Tra l'altro in quel blog messo in prima pagina in cui danno consigli hanno detto, il 13 luglio, che avrebbero sistemato entro 24, 48 la faccenda degli apostrofi, delle virgolette e degli altri simboli visualizzati male sui vecchi post. E non è successo niente. Non sono molto bravo in matematica, ma quante ore ci sono in sei giorni?
    postato da mio capitano il 19/07/2007 14:48

    MI sa che hai già risolto... Le strade sono differenti...per risolvere i problemi...basta dotarsi di sana e santa pazienza :-)
    postato da celia il 19/07/2007 14:40

    L'immagine è grande...forse l'avresti dovuta ridimensionare prima con RESIZE o come vuoi tu. Explorer e Firefox non sono uguali ma non so perchè con il primo hai problemi con le immagini. Trascinare l'icona del modello sul CSS è pericoloso se non si sa cosa so deve andare a fare. Consiglio. Vai su Preferenze modelli e inserisci nuovamente il modello. Salva. Il post inseriscilo tra le bozze. Poi ridimensiona l'immagine. Riapri il post cancella dalla tua galleria l'immagine grande e inserisci quella ridimensionata.... Prova e poi mi dici....
    postato da celia il 19/07/2007 14:38

    Qualcuno mi sa spiegare quest'assurdità? E cioè perché ogni volta che inserisco la foto in versione grande con Internet Explorer mi compare uno spazio vuoto aprendo il post? Qualcuno mi sa pure spiegare perché il comando per mettere i link sembra disattivato?
    postato da mio capitano il 19/07/2007 14:06

    Rispondo qui a sergio berto sul mio piccolo quiz sul cinema classico ispirato alle foto sulla colonna laterale. 1) bene la sua risposta sul film "Sabrina". Regista Wilder, attore bello Willian Holden e attore meno bello ma affascinante Bogart (davo per scontato che tutti conoscessero Audrey Hepburn e quindi non l'ho inserita nella domanda). 2) L'attore della seconda foto è certamente James Stewart e nessuno può negare che sia meglio sotto ogni punto di vista dell'altro James, ossia Dean. Ha vinto un oscar per il film "Scandalo a Filadelfia" interpretato a fianco dell'altra grande Hepburn, ossia Katharine, e di Cary Grant. Dato che anche io ho le mie pecche ho ricordato solo con l'aiuto di Google che il regista di quel film scoppiettante era George Cukor. 3) la risposta alla terza domanda era corretta. Cyd Charisse era un'ottima ballerina, probabilmente la migliore partner di Astaire sullo schermo, ma non l'ho mai potuta sopportare perché tendeva a togliere spazio al Nostro e perché a me il tip tap piaceva molto di più delle coreografie moderniste dei Cinquanta. 4)L'ultimo attore è in effetti John Wayne, il "Duca", e a meno che io non mi sbagli di grosso è raffigurato in una scena di "Un uomo tranquillo" di John Ford (ambientato nell'Irlanda cara al grande regista)
    postato da Mio capitano il 19/07/2007 13:57

    santiddio,non metabolizzo la nuova versione. vedo che tu invece ti stai adattando.bacio.
    postato da spektra il 19/07/2007 13:47

    Che oggi si via meglio di ieri (almeno in Occidente) è fuori questione. Si hanno maggiori disponibilità, si vive più a lungo, si hanno migliori cure mediche, si mangia bene, si fa più "acchiappanza", etc. Il punto cruciale è proprio quello cui accenni tu: siamo più felici?
    postato da sergioberto il 19/07/2007 12:46

    Ehi, capitano, ho risposto al quiz (anche se a rate) ovviamente l'ultima risposta si riferisce a jimmy meglio di Dean.
    postato da sergioberto il 19/07/2007 12:33

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  3. II - Se una persona è nella giusta direzione per arrivare ai propri obbiettivi dal suo cervello partono, in premio al corpo, umori di soddisfazione. Se la percezione gli dà segnali che lo avvertono di possibile insuccesso, il suo cervello emette umori di allarme, che indicano che deve agire per cambiare qualcosa.
    Spesso ci si sente male senza saperne le cause. Esse sono sempre e solo nelle Aspettative non conseguite. Talvolta questo sistema biologico va in corto circuito e provoca continua emissione di umori negativi, esaurimento e depressione.
    La causa però è sempre nell'Aspettativa. Dovrebbero impararlo tutti gli psicoanalisti.

    Le aspettative comuni: - Il desiderio di vivere a lungo in salute, ovvero se preferite definirlo con i termini opposti, la paura della malattia e della morte.
    - Il desiderio di amore da parte dei genitori, del partner, degli amici, dei figli. Ciò da la motivazione di base dell'esistenza ed è spesso fonte di gioia a chi lo pratica (amore: appagarsi aiutando altri).
    - Il desiderio di possesso. Della “femmina“, della prole, del nido. Si soffre molto quando non si ottiene successo con la persona desiderata.
    - Altre aspettative: l'amore sessuale, desiderio di essere belli, di essere ricchi, di avere benessere, di fama, di potere, di possesso di oggetti magari reclamizzati, di dominare altre persone.
    Ci sono poi obbiettivi critici e irraggiungibili provenienti da educazione e cultura: voglio un mondo perfetto, una giustizia giusta, una politica onesta, una amministrazione corretta, o ancora quelli impossibili: voglio serenità, non invecchiare... o non essere rotte le scatole.

    E' in queste aspettative che si annidano le fondamenta del massimo disagio esistenziale, in quanto obbiettivi impossibili sono continui produttori di umori di infelicità. Gli sbagli culturali e di educazione appresi comunemente nell'infanzia memorizzando desideri e obbiettivi non appropriati, generano la formazione di aspettative non realizzabili e di passioni fondamentaliste. Sono queste aspettative non realizzate che producono abbondante infelicità. Provate a verificare dentro voi stessi se è vero ciò che avete letto in questa pagina.

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  4. I - Salve Capitano...
    La domanda "cosa sia la Felicità" mi ha spinto a scrivere una spiegazione senza usare metafore. Forse e' un poco troppo "fredda" e tecnica, ma ha il pregio di essere verificabile da ciascuno.

    “Regalo Felicità”

    Nell’esistenza umana non ci sono molte certezze e ciò ha creato l'esigenza biologica di prevedere l'immediato futuro, per evitare pericoli. La chiave del nostro umore fisico e mentale e della felicità è tutta riposta nei meccanismi di previsione del nostro prossimo futuro, nel percepire se raggiungeremo o no i nostri obiettivi, (anche quelli dimenticati nell'inconscio). Insomma se avremo o non avremo il premio desiderato.

    La felicità è un umore fisico e mentale che si produce nel corpo, premio al raggiungimento di un obbiettivo di qualunque tipo. E' la molla biologica inventata dalla natura per farci raggiungere il risultato. Si possono dividere le sensazioni corporee e mentali in due gruppi:
    - l'insieme degli umori che ci danno "soddisfazione" (la cosiddetta carota, il piacere, la motivazione). Semplificando: la felicità;
    - l'insieme degli umori che ci mettono in "allarme" (il cosiddetto bastone, l'ansia, la paura). L'infelicità.

    La nostra memoria e' organizzata in modo da riuscire a conservare le informazioni che ci consentono di immaginare in anticipo ciò che avverrà, sia in modo inconscio, sia col ragionamento. Gli obbiettivi da raggiungere sono i nostri desideri, che ci spingono all'azione. Essi sono sommati e conservati (e spesso dimenticati) nella nostra memoria, in una sede virtuale: l'Aspettativa.
    L'Aspettativa mette in funzione i nostri umori fisici e mentali e, in ogni momento della giornata, ci fa sentire felici o in ansia. Essa viene incamerata fin da bambini, con l'esperienza, lentamente diventando fonte sia dei nostri obbiettivi quotidiani, sia di quelli esistenziali.
    E’ l’Aspettativa non l’Economia che scrive ed ha scritto la Storia.

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  5. Mi ha fatto piacere, lionardo, trovare questo tuo lungo commento nel mio vecchio post sulla felicità. Mi sembra che sostanzialmente tu concordi con la mia impostazione mentale, anche se poni maggiormente l'accento sulle aspettative e la capacità di anticipazione. Le aspettative sono importanti e anzi fondamentali nel generare felicità, lo dicevo meglio in un mio altro post. Dicevo peraltro che l'uomo non è fatto per essere felice a lungo.
    Torna pure a commentare su questo blog quando vuoi perché si ha sempre bisogno di attenti commentatori come te. Ciao.

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  6. Solo ora ho letto la tua rapida e cortese risposta, di cui ti ringrazio...

    Con le mie osservazioni (che come avrai notato sono "pubblicate" in ordine inverso) cerco di esprimermi con uno schema.

    L'ho fatto per dare una chiara sequenza di ciò che dico.

    Ognuno di noi può scoprire nella sua esperienza come l'Aspettativa (e quindi gli obbiettivi da raggiungere) sia in effetti la "somma" dei nostri desideri conservati (e anche dimenticati) nella nostra memoria (in ragione della stessa struttura biologica del cervello).

    E l'Aspettativa diventa il maggior condizionamento che subiamo, nella formazione del nostro comportamento col passare del tempo.
    E quindi generatore di felicità e infelicità.

    Sarei lieto di leggere l'altro tuo post, di cui fai cenno.
    Quale è il suo "indirizzo"?
    Grazie, Lionardo

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  7. Ed eccoti tornato in questi meandri, lionardo. Credo che ci siano temi legati a questo post in "Una malattia chiamata felicità":
    http://penultimi.blogspot.com/2008/03/una-malattia-chiamata-felicit.html
    Generalmente i post in cui cerco di fare qualche osservazione sul comportamento umano, non so con quali esiti, sono riuniti nell'etichetta "Filosofia dei giorni dispari" che troverai sulla colonna laterale.
    Grazie te :-)

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