martedì 10 febbraio 2009

Chi è contento per la morte di Eluana?


Eluana è morta. Mi sono sentito triste. E ho sentito un gran rabbia dentro. Una rabbia contro i numerosi cantori della morte che hanno impazzato in questo periodo. Contro i burocrati ad alto livello, con la mentalità da mediocri travet orfani di ideologie totalitarie, contro i passacarte, i timbracarte del nichilismo. Gli scaldapoltrone dell'eutanasia. Vuoi morire? Bene, metti una firma o fa' firmare chi fa le tue veci e porta uno stato di famiglia in doppia copia. Poi passerò la pratica a quell'altro ufficio, e quindi, dopo che mi avranno rilasciato un paio di visti notarili e qualche nulla osta del commissario speciale attueremo il protocollo della deidratazione. Protocollo della deidratazione. E' da qui, dalle parole che si capisce il vuoto, la tristezza ideologica in cui siamo cui siamo giunti. Non si uccide nessuno. Si attuano "protocolli", si effettuano "delibere" della morte. Come si fa ad avere dubbi di fronte a protocolli e delibere? Come si fa a provare orrore di fronte a pratiche tutte timbrate, autorizzate, autenticate e controfirmate? Dov'è la morte di una persona? Chi l'ha vista? Quale morte? Qualcuno è morto? Morto chi? Morto dove?

Mi hanno dato un sacco di fastidio alcune cose in questi giorni. Prima di tutto quelli che sono andati in piazza a invocare e anzi a pretendere la morte per qualcuno. Come si può andare in piazza per reclamare la morte di una persona? E' inconcepibile. Si può senz'altro capire che uno o più individui abbiano idee particolari e personali sulla questione di Eluana. Si può capire che si ritenga la morte, l'eutanasia o come la si voglia chiamare (certamente non "protocollo di deidratazione") il male minore. Non una cosa giusta, il male minore. Si può capire una cosa come il male minore. Ma come fa uno a prendere un cartello, uno striscione e andare per strada a gridare, a pretendere la fine di un essere umano? Io non ci riuscirei mai. Mai, qualunque idea avessi su una determinata questione. Potrei manifestare per la vita, non per la fine di una vita. Il problema è tutto qui. La morte è ormai vista come un valore positivo. C'è una corsa al nichilismo, alla morte burocratica. Tutto è semplice. Tutto è facile. Tutto è chiaro. Non ci sono dubbi, nessun conflitto di coscienza. La morte è un diritto. Una gioiosa conquista delle società evolute e moderne.

La seconda cosa che mi ha fastidio è l'uso indiscriminato del pronome "io" parlando del caso di Eluana. Io io io io io. Tutti a dire "io", sul blog, in televisione, per strada, perfino dai parrucchieri mentre ti fai la messa in piega. Io decido che voglio morire, io voglio che quando sarò in una certa situazione, io dichiaro, io dispongo, io autorizzo, io sancisco, io ingiungo che le mie mortali spoglie. A nessuno gliene frega niente di nessuno e men che meno di Eluana. Tutti sono innamorati della propria immagine, specie nel virtuale, specie nei luoghi in cui crediamo di trasformarci in tribuni dell'informazione. Nessuno parla del caso in sé. Eluana è viva, è un essere umano? Conviene darle la morte? Che ne sarà di noi, della società, del nostro modo di vivere dopo che si sarà attuata una simile enormità? Nessuno riflette con sofferenza su queste domande. Quello che importa è che io dispongo, io stabilisco, io sancisco, io ordino (e voi mi raccomando muovete il culo per attuare all'istante ciò che IO IO IO IO IO…)

Da ragazzo leggevo molti libri di fantascienza. Ne ho letti parecchi cosiddetti di antiutopia. Sono romanzi che prevedono un futuro non allegro per la nostra società. Tipo che c'è un Grande Fratello nazista o comunista che controlla tutto, che la libertà latita, che l'uomo è solo una cosa da schiacciare sotto i piedi, i libri sono da bruciare, le risate un ricordo. E si vive in un mondo cupo, in enormi città sotterranee, tutte acciaio e cemento, dove il sole è stato sostituito dall'illuminazione artificiale, dove i potenti decidono pure se è giorno o notte, dove l'amore è un ricordo lontano, dove se ti vesti con colori sgargianti sei sospetto. Sei costretto pure tu a sembrare cupo e triste, in quei mondi futuri, per non sembrare diverso. Per non sembrare sospetto. Spesso mi chiedo, ma ci siamo già arrivati a quel punto? Siamo già arrivati alla società della morte? Del grigiore, dell'assenza dei sorrisi, della tetraggine ogni livello, del desiderio di annientamento, di autodistruzione?

Nei giorni scorsi ho trovato sul web una petizione per chiedere che Eluana tornasse a essere sfamata e dissetata. Se quella petizione esiste ancora, nonostante gli ultimi tragici avvenimenti, la firmerò. Quando è troppo è troppo: basta.

29 commenti:

  1. Eluana é morta, ma di fatto la sua vita era già finita 17 anni fa.

    La morte non é un valore positivo ma la vita vegetativa neanche.

    Detto questo rivendicare un diritto di scelta per se stessi lo trovo umano e giusto. Aggiungo che per quanto possa averti infastidito chi in piazza chiedeva che fossero ascoltate le volontà di Eluana e della famiglia, nessuno ha fatto atti gravi come dall'altra parte dove si é dato dell'assassino al padre, si é cercato di impedire con ogni atto forzato di realizzare quello che la magistratura aveva permesso.

    Credo che l'eutanasia sia un diritto, credo che almeno in certe situazioni fare una scelta di non continuare più a far finta di vivere sia un diritto, credo che sia un diritto scegliere. Chiaro che tu puoi anche decidere per te stesso diversamente, ma rivendico il diritto affinché io possa e voglia poter decidere di scegliere, e scegliere diversamente da te.

    Credo che impedirmelo e costringermi a vivere come Eluana sia un atto di violenza inaudito.

    Io non costringerei nessuno a fare la scelta opposta non volendolo.

    Questa é vera democrazia, questa sarebbe vera democrazia. Scegliere é un diritto, diritto che vuole essere negato.

    RispondiElimina
  2. Daniele Verzetti, nessuno dall'altra parte, come dici tu, ha fatto niente di realmente importante, dato che Eluana è morta. Nessuno ha dimostrato di esercitare un reale potere, dato che se ce l'avesse avuto avrebbe impedito il cosiddetto "protocollo di deidratazione". Se hai un potere, metti un timbro da qualche parte e dici prendi questo protocollo e buttalo nel cesso. Se non riesci a farlo significa che il potere è da un'altra parte, non lo gestisci tu.
    Dicono che Eluana non era vita. Può darsi, ma se non era in vita perché la si dovrebbe uccidere?
    Il padre mi è sembrato un tristissimo individuo, uno che è scoppiato e ormai andava avanti con il pilota automatico. Si può anche comprendere che si sia trovato in una situazione brutta, nessuno dice di no, lo comprendo, ma non mi è piaciuto quel suo suo atteggiarsi a capopopolo e mai a padre di una figlia. Tu hai una figlia, non una fazione politica. Non mi è piaciuto, anche se può avere attenuanti.
    A me me questa società di adoratori della morte non piace per niente. Ci deve essere un modo per risolvere certe situazioni delicate, e deve essere un modo in cui si vede sofferenza, quello che si scelto per liberarsi di questa patata bollente mi fa schifo.

    RispondiElimina
  3. Eluana è morta e forse è giunto il momento di tacere, perchè su questa vicenda si è detto tanto e di più. La vita di una donna è diventata un motivo di scontro politico, religioso ed ideologico; di chi fosse stata Eluana, dei suoi sentimenti, del fatto che forse, nonostante lo stato vegetativo permanente (che molti confondono erroneamente con il coma irreversibile),potesse ancora sentire emozioni o solo sensazioni come il dolore o la fame o il freddo, di tutto questo nessuno si è interessato.
    Oggi mi sento triste, anche se la mia vita non ha nulla a che fare con la sua.
    Oggi penso che nell'affrontare questa faccenda si sarebbe potuta usare un pò di pietà cristiana, o solo un pò di rispetto.
    Oggi spero che finalmente su questa triste storia cali davvero la parola fine.

    RispondiElimina
  4. .. credo che davvero ora sia il momento del silenzio. E dopo quello di una legge GIUSTA che dia ad ogni individuo il diritto di scegliere come andarsene.
    Un saluto, capitano!!

    RispondiElimina
  5. Balua, ecco la mia opinione su questo tema. Sono contro l'eutanasia, cioè sono contro il fatto che una persona o una tetra commissione d'esame possa decidere se la tua vita valga così poco che tu debba morire. Ritengo quindi che un individuo non possa scegliere l'eutanasia, che la morte indotta non sia un diritto dei cittadini e che quindi i testamenti biologici non abbiano valore, almeno per quanto riguarda l'eutanasia.
    Abbiamo scoperto in questo periodo che le leggi se le fanno i singoli e se le fanno come vogliono. Vanno sul blog e dichiarano io voglio morire così e tutti dovrebbero fare come lui dice perché lo dice lui. Le leggi non le fanno i singoli e per quanto mi riguarda i testamenti biologici, in fatto di eutanasia, non hanno valore e non sono un diritto da conseguire. Questa la mia opinione.
    Diverso è il caso del rifiuto delle cure. Si possono rifiutare le cure a mio modo di vedere, purché la volontà del singolo sia chiara e lucida.
    Nel caso di Eluana, questo il mio parere, la sua volontà non era chiara e in ogni caso dare da mangiare e da bere a una persona non è dargli delle cure, è dargli da mangiare e da bere. Se tu hai fame e io ti sfamo non divento il tuo medico, sono uno che ti sfama.
    Infine non credo di vivere in una società di torturatori e violenti, eccetto alcuni casi. Se una persona soffre ed è senza speranza si troverà sempre una soluzione, così come si è sempre fatto da che mondo è mondo.
    Ciò che so è che non mi è piaciuta come è stata gestita questa vicenda.
    Francesca, io invece ho voglia di parlare e lo farò, anche se rispetto quelli che vogliono stare in silenzio.

    RispondiElimina
  6. La mia posizione riguardo a questa storia e al quesito che gli ruota intorno la conosci e non la riprenderò qui. Dico solo che mi spiace come questa vicenda sia stata strumentalizzata. Avrei voluto vedere un po' più di umanità e rispetto da parte di entrambe le parti in causa.

    RispondiElimina
  7. d'accordo con cleide per quanto riguarda il mancaro rispetto ed umanità nei confronti di una persona.....PERSONA.

    RispondiElimina
  8. Lasciando da parte politiche ed ideologie che, in certi casi, fanno solo danno vorrei solo fare una considerazione: l'elettroencefalogramma era piatto o no? Sembra proprio di no, quindi la persona era comunque viva. Anch'io ho letto diversi libri come Francesco, e ne ricordo uno in cui il protagonista era creduto morto e veniva seppellito. Il suo cervello invece era vivo e sentiva e capiva tutto anche se non poteva fare assolutamente nulla. Ricordo che mia madre era terrorizzata dal fatto che, quando era stata inumata una sua lontana parente, avevano trovato la bara graffiata e le unghie dell'infelice macchiate di sangue rappreso. Orribile.
    Eutanasia, antica parola greca che significa "buona morte". E' buona morte morire di fame e di sete? Credo di no. Diverso é il caso di Welby che, cosciente e immobilizzato, soffriva atrocemente e chiedeva di "staccare la spina". Ecco, quella forse é stata vera eutanasia: staccare i vari tubi e tubicini, addormentarlo con un sedativo e lasciarlo morire in pace così come aveva chiesto lui.

    RispondiElimina
  9. Caro capitano, conosci la mia posizione su questa tristissima vita che è finita ieri, ma che a mio parere era finita fin dal momento la povera ragazza, in base alle conoscenze scientifiche a noi consentite fino a ora. Non voglio in alcun modo soffermarmi e polemizzare su chi sia pro e chi sia contro il testamento biologico, ma, in base a quanto dici riferito al futuro romanzato, (immagino asimov) mi viene da chiederti: se come sappiamo e grazie alla ricerca avviene e cioè che la vita media si allunga per via di cure sempre più mirate e tecnologie avanzate, ti pare opportuno che queste possano un giorno tenerti incoscienti su un letto, per decine di anni o anche sempre secondo la tua ipotesi per centinaia, senza tenere conto che quel corpo è divenuto solo un involucro? un caro saluto.

    RispondiElimina
  10. Tutto il giorno ho avuto per la testa "figlia" di Vecchioni,e la frase "...tu grida forte la vita contro la morte". La vita che fino a qualche anno fa era un valore assoluto e oggi sembra essere un grido molto più affievolito e meno deciso. Il coma di Eluana era pur vita anche se nella forma più fragile e vulnerabile.
    Non so se la sua sia stata davvero una "buona morte",e sono estremamente rattristata per questa vicenda così drammatica che non credo alla fine aggiunga niente di buono o positivo alla nostra complicata vita,alle nostre speranze future.

    RispondiElimina
  11. io, no.
    non c'è nulla per cui essere contenti in questa tristissima vicenda, men che meno il povero papà. noi possiamo solo limitarci ad avere una nostra opinione sui fatti in base anche alle nostre "credenze". ma lui, penso, abbia ancora da soffrire. con la sua coscienza. e tutto questo mi provoca non poca tristezza.

    RispondiElimina
  12. La vita sappiamo bene cos'è, anche se magari non abbiamo le parole per dirlo, la vita è ciò che quotidianamente sperimentiamo in noi stessi e in chi ci sta accanto, è fatta di sensazioni, di emozioni, di scambio con gli altri. Davvero tu credi che se c'è una pompa, chiamata cuore che fa il suo dovere, questa sia vita? Bada, io non dico che non lo sia, dico una cosa differente, che nei casi come Eluana ci troviamo sull'orlo di un mistero, un mistero perchè è un terreno di esperienza non esplorato.
    Il punto a me però sembra un altro: chi e cosa ha creato questo terreno nuovo ed inesplorato che ci lascia sbigottiti ed attoniti? Sono i mezzi tecnologici che creano situazioni prima irrealizzabili, è il sondino che ne garantiva l'alimentazione.
    In altre parole, alcuni decenni fa, quando l'alimentazione col sondino non si poteva apprestare, Eluana sarebbe semplicemente morta, lasciando i suoi cari col loro dolore. Si viola la natura cioè quando, tramite mezzi tecnologici, si consente uno stato come il coma permanente ed irreversibile, e quindi, quando lo si interrompe, non si è che riprodotta una situazione umana in tutto, come la morte che è umana a tutti gli effetti.
    Non dico che non dobbiamo esercitare la medicina, ma la medicina deve curare: se uso il sondino per alimentare nel corso di una terapia, cioè di un procedimento che serve a superare una difficoltà, a ripristinare in qualche modo la situazione di salute precedente, è chiaro che il sondino è prezioso, ma se serve solo per creare una situazione pseudo-vitale che non riusciamo neanche a classificare, allora fa parte dei miti dell'immortalità, della sfida alla natura. A quando la sfida di un novello Frankstein? A quando l'essere biologico con patrimonio genetico misto uomo-maiale? La tecnologia ci crea sempre nuove sfide sul terreno filosofico, la cui soluzione non può essere predeterminata una volta per tutte, ma neanche passivamente accettata: se c'è un mezzo che prolunga la vita, intesa come battito cardiaco, allora, visto che non sappiamo, dobbiamo accettarla, questa sì mi pare una risposta francamente inaccettabile, perchè ci consegna mani e piedi allo sviluppo sostanzialmente casuale della tecnologia.
    A presto, Enzo

    RispondiElimina
  13. .. Capitano, sai come la penso a proposito di questa triste vicenda.. E' doveroso il silenzio per la famiglia. E soprattutto il rispetto per la loro tragedia.
    Però la morte di Eluana deve farci riflettere tutti quanti, ci deve far interrogare..
    Comunque la si pensi, trovo giusto che ognuno abbia il DIRITTO di morire come vuole.

    RispondiElimina
  14. Eccomi qui con un'introduzione e qualche risposta. Dopo magari metterò un ulteriore commento per spiegare una cosa rimasta in sospeso.
    Stamattina sono andato all’Inps per una pratica. Folla da morire e macchinetta che distribuisce i numeri. C’erano due categorie di numeri: informazioni e PROTOCOLLO. Ormai ho pensato che il PROTOCOLLO ti insegue dovunque, che anche quando ti ammazzano stanno attuando un PROTOCOLLO, ho pensato che prenderei a calci nelle palle tutti quelli che, discutendo della morte di Eluana, parlano di ATTUAZIONE DI UN PROTOCOLLO. Ecco la mia proposta: da dieci a trenta calci nelle palle a chi dice PROTOCOLLO invece di morte. Sto già cominciando a raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare.

    Balua, come vedi ci confrontiamo esprimendo le nostre opinioni. Io non penso che ciascuno abbia diritto a morire come vuole. Cioè uno può mettere a far mettere fine alla propria vita se lo vuole, ma non può pretendere che lo Stato faccia il suo boia. Lo stato, a mio modo di vedere non deve fare il Boia così come non deve fare il Pappone (anche la prostituzione è un servizio richiesto dalla popolazione, è una cosa forse addirittura irrinunciabile, esiste da un milione di anni ed esisterà tra un milione di anni se ci sarà l'uomo: però questo non significa che lo Stato debba gestire le Case Chiuse come si faceva una volta). Sono contro l’Eutanasia, che a mio modo di vedere non è un diritto.
    Vincenzo Cucinotta, ci sarebbero da fare complicate riflessioni etico-filosofiche-tecnologiche su questo argomento, per chi le sa fare. Io però penso che di fronte a certe situazioni, come dirò meglio nel prossimo commento, è il cuore che comanda, sono le tue emozioni: ci sono situazioni che è come per l’amore, comanda il tuo cuore.
    Escopocodisera, il padre di Eluana ha fatto le sue scelte, ma ci sono stati altri padri, come quello di Terry Schiavo che ne hanno fatto altre opposte: quindi o tutti i padri hanno ragione o non ha ragione nessuno.
    Elle, penso come te, sono triste come te, non mi piace questa situazione come non piace a te.
    Gians, non mi piace la cultura della morte, non mi piace certo semplicismo che vedo in giro e soprattutto non mi piacciono i PROTOCOLLI.
    Sergio, bruttissima la vicenda capitata alla tua zia. Di Welby mi pareva che più che chiedere di morire volesse imporre un principio, una legge valida per tutta la società, e questo non va bene, almeno per me.
    Bluphoenix e cleide, spiace in effetti come sia stata strumentalizzata questa vicenda.

    RispondiElimina
  15. Letta due secondi fa sul Corriere della Sera, ecco il titolo d'apertura: "La Procura: morte compatibile con PROTOCOLLO". (Il maiuscolo è opera mia)

    RispondiElimina
  16. ho scelto di non parlare di questa assurda vicenda.
    è troppo complicato per me riuscire a dire qualcosa di sensato.
    mi sono concentrato sulla parallela vicenda di mentana.
    vi invito a dare una lettura.

    http://salvogullotto.wordpress.com/2009/02/11/povera-italia/

    RispondiElimina
  17. Caro Capitano, detto altrimenti Francesco, ti scrivo qui per dirti che ho appena finito di leggere il tuo romanzo. Non che lo voglia recensire, ma forse ti farà piacere sapere se mi è piaciuto o meno. Ebbene sono rimasto veramente entusiasta dalla lettura del libro. Non è stato facile calarsi nella mente di un personaggio torbido come quello del protagonista, ma alla fine incredibilmente si riesce a farlo ed a cogliere anche quell'"attimo" di umanità che anche un tipo del genere può avere. La cosa strana poi è che di solito quando leggo un libro che non descrive di preciso dove è ambientato, nella mia immaginazione sono solito ambientarlo proprio nelle strade del centro di Napoli dove hai ambientato il tuo, sara perchè forse i libri li compro quasi sempre da quelle parti, vale a dire tra Port'Alba, Piazza del Gesù, Via Roma, La galleria umberto, etc. Mi veniva poi di consigliarti un libro di D. Chavarria - Il rosso del pappagallo. Perchè ho pensato che potesse piacerti, ma poi mi sono reso conto che il libro che ho appena finito di leggere non è che l'hai letto e dopo consigliato agli altri, tu l'hai scritto. Una strana sensazione. Complimenti.

    RispondiElimina
  18. PER MIO CAPITANO: io rivendico il diritto di scegliere; tu puoi fare diverso da me io diverso da te

    Perché io devo sottostare alla tua visione delle cose dato che é della mia vita che parliamo e non della tua? Perché si deve pensare che solo perché si pumù sceglirere ci sia la cultura della morte? Perché si deve credere che tutti sceglierebbero l'eutanasia? Tu non lo faresti no? Ed allora perché chi non vuole dovrebbe farlo. Non trovo giusto che altri mi impongano una morale cattolica della vita che non condivido, e che decidano per me cosa é vita e cosa no.

    Io con te, e con quelli che hanno la tua opinione, non lo faccio. Io rivendico solo il diritto di scegliere diversamente da te. E solo per me stesso.

    Daniele

    RispondiElimina
  19. Carissimo Daniele, dove cavolo ho detto che tu non puoi scegliere? E se anche l'avessi detto, a te che te ne importerebbe di quello che dico io o un altro? La cosa in democrazia funziona così: tu dici quello che pensi e io dico quello che penso io. E su questo blog continuerò a dire ciò che penso anche a costo di esporre tesi impopolari, lontane dal Pensiero Unico e Totalizzante che si vede in giro.
    Inoltre ci sono questioni che non riguardano solo il singolo, ma che hanno effetto sull'intera società e anzi sull'intero modo di vivere e di pensare. Non riguarda solo te, ma tutti. E' come se uno dicesse io voglio spararmi una bella dose di eroina nelle vene, è un mio diritto, se tu non lo vuoi fare perché vuoi impedire a me di usufruire del mio diritto di scelta? Naturalmente non voglio paragonare l'eutanasia all'eroina, anche se considero la prima molto più pericolosa della seconda per quanto riguarda il vivere sociale.
    A chiudere, questa questione sarà risolta come tutte le altre questioni sociali presentatesi durante la storia dell'umanità, cioè dai rapporti di forza. Il più forte imporrà al più debole la pax romana e chiamerà bene comune il suo atto d'imperio e anzi emarginerà o peggio i sostenitori delle idee avverse. Se io dovessi scommettere, punterei fino all'ultimo centesimo sul potentissimo partito dell'eutanasia, sono sicuro che entro dieci anni la morte indotta sarà legalizzata. Sarà l’inizio della fine. Detto questo, domani credo che cambierò post e ne metterò uno più allegro, basta con quest’orgia di morte.

    RispondiElimina
  20. cara capitano, posso dire che ormai ci conosciamo da tempo? almeno virtualmente parlando? detto questo immagino tu abbia seguito quanto in genere dico sulla mia umile pagina, dimmi, ti è mai parso che io sia a favore della cultura della morte? detto questo ogni volta che mi esprimo sono per la vita, quella vera quella che da quanto è vera non ammette vie di mezzo, o tutto o niente, non voglio polemizzare, tra noi non è mai successo e non credo possa succedere, ma se vuoi potremmo scambiarci anche qualche posta privata. un caro saluto.

    RispondiElimina
  21. Caro gians, lungi da me l'idea di polemizzare con te che sei persona squisita e il cui modo di scrivere ammiro. Però posso farti una domanda? Perché io dovrei dire se ti giudico esponente della cultura della morte, mentre tu non dovresti dire se consideri me esponente della cultura oscurantista che nega l'eutanasia? Facciamo così, io smentisco e tu smentisci e siamo pari.
    Mi farebbe senz'altro piacere sentirti pure in privato, ma sul tuo blog non ho visto indirizzi mail. Il mio indirizzo è invece nel mio profilo sulla colonna laterale. Ciao.

    RispondiElimina
  22. Veramente la legge ora dice che il tuo pensiero comanda sul mio. E questo non é giusto. Io parlavo in modo impersonale, ed il 'tu" era diretto alla tua tesi di pensiero.

    Mi sembra che la tesi 'droghe pesanti' ed eutanasia sia un po' forzata. Credo che sia il contrario cmq, la l'eroina é molto più pericolosa dell'eutanasia. Soprattutto socialmente.

    Ma non voglio polemizzare, solo ribadisco io chiedo che una legge permetta a noi due di andare a braccetto tu scegliendo di restare sulle tue posizioni ed io di poter vedere realizzate le mie.

    Ciascuno rispettando l'altro e non demonizzando nessuno.

    Un abbraccio sincero
    Daniele

    RispondiElimina
  23. Bene, Daniele, abbiamo scoperto che tutti e due parlavamo in maniera impersonale. Nemmeno io voglio polemizzare e se tu mi abbracci io ti abbraccio due volte come un fratello,
    Francesco

    RispondiElimina
  24. Per giorni e giorni abbiamo vissuto attaccati a quei sondini e a quelle notizie che di ora in ora ci raccontavano il calvario di quel corpo inerte ed invecchiato, penoso e trasparente involucro sul quale un intero Paese discute ancora. C'era vita dentro? provava sensazioni e sentimenti? Insomma, sopra quel letto d'ospedale c'era o non c'era?
    Non passa giorno che anche a me qualcuno domandi che cosa avresti fatto? E sempre rispondo quello che credo avrebbe risposto la maggior parte di noi: è una questione personale, privata, esclusivamente appartenente ad Eluana. E se Eluana era d'accordo di staccare la spina, la si lasci riposare in pace.

    RispondiElimina
  25. Mary apprezzo la tua equilibrata precisazione. Faccio solo notare che l'espressione "lasciamola riposare in pace" rivolta a Eluana ha senso solo se uno è credente. Per i non pochi non credenti Eluana non riposa da nessuna parte, non esiste più e basta. Non c'è. Di certo non riposa.

    RispondiElimina
  26. Caro Capitano, sono di certo propenso al "pari e pata" anche se in effetti non è mai iniziata una partita tra noi, e poi a che pro? si tratta semmai di definire due posizioni, che, per molti versi trovano diversi punti in comune. Il primo potrebbe essere, anche senza usare il condizionale, il fatto che in democrazia sia legittimo avere pareri diversi, e noi in questo siamo d'esempio, riusciamo ad avere un dialogo sereno, anche se sono convinto che ognuno della sua vita o morte debba decidere in totale autonomia e questo uno stato laico lo deve garantire. Secondo, siamo del parere che la chiesa abbia diritto di portare aventi le sue posizioni, e anche quì siamo d'accordissimo, ma solo a patto che questo diritto non coinvolga chi, per sua scelta/cultura/ideologia non le voglia riconoscere. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  27. Caro capitano, grazie per questo post bellissimo che la dice lunga sulla persona sensibile che sei!
    Io non parlerò del caso di cui troppo si è parlato , io mi limito ad evidenziare quello che dici in modo così attento e profondo e cioè il problema del famoso "IO"!
    In questi giorni non ho mai sentito un'analisi così attenta, così sensibile e così vera come quella che hai fatto tu!
    Il vero problema lo credo anch'io che sia questa esagerata ed esasperata ricerca dell'io! Soddisfare sempre di più e sempre meglio questo famoso "IO", (ne ho parlato in diversi post tempo addietro). Gli altri attorno all'"IO" sembra non esistano e sembra che non interagiscono, importa solo l'"IO"!
    E' tremendo come questo concetto si va diffondendo in modo così rapido ed in modo così capillare. Sembra quasi che non siamo riusciti a cresce! Il bambino piccolo dice è mio , cerca i suoi giochi e se qualcuno li prende grida:è mio, è mio! Poi l'uomo cresce, (o dovrebbe crescere) inizia a capire che non esiste solo il suo; inizia( o dovrebbe iniziare a capire), che esistono gli altri, esistono gli altri "IO" e quindi ridimensionare e rimodellare il proprio modo di vivere in base a tutte queste relazioni. Adesso tutto questo relazionarsi, se da un parte sembra si vada estendendo con tutti i mezzi che ci sono messi a disposizione,(vedi in particolare internet) dall'altra mi pare si stia regredendo al livello dei capricci dei bambini piccoli. Mentre scrivo mi viene da pensare che anche in questo mondo di blog, tantissimi non fanno altro che porsi in maniera preponderante al centro di un'attenzione che quasi pretende e cerca spesso a senso unico. Quanto ho scritto sul post della reciprocità appunto voleva essere uno stimolo a confrontarci su questi argomenti così importanti per la qualità del vivere. Quando inizialmente avevo provato un po' di delusione per la poca partecipazione volevo intendere proprio questo:gli argomenti troppo "seri" ci costringono in qualche modo a prendere delle posizioni ad interrogarci e quindi a cercare una risposta che in qualche modo deve tenere presente non dolo l'"IO" ma anche gli altri "IO" , fare questo non è facile ed è molto impegnativo e non tutti sono disposti a farlo. Caro capitano, come tu hai detto bene in questi giorni si è sentito di tutto, tutti avevano qualche cosa da dire (io appositamente sono voluto stare zitto e non cimentarmi con un post)però nel senso che tu dici:affermare il valore assoluto dell'"IO"! Affermare il proprio diritto alla morte bensì quello alla vita!
    Penso che la nostra vita ha senso oltre che certamente per ognuno di noi anche per tutti quelli intorno a noi. Quando viene a mancare qualcuno, certamente il modo di relazionarsi cambia, non è più come quando c’era anche l’altra persona che non c’è più! Questo fatto avrà pure un significato?
    C'è molto da fare ancora per questa umanità è che sembra tornare indietro, sembra che tutto quanto acquisito in termini di garanzie, in termini di conquiste per il bene comune si stiano perdendo perché l'uomo deve pensare egoisticamente a quel tremendo "IO"!
    Facile non è riuscire ad andare controcorrente, possibile lo è!
    Grazie di quanto hai scritto.

    berardo

    RispondiElimina
  28. E' la prima volta che leggo questo blog... e quindi arrivo tardi a cnhe su questo post che mi trattiene.

    Sono in ritardo, ma mi permetto di commentare anche perchè non sono d'accordo sulla richiesta di silenzio postumo.

    Questa tragedia che si è consumata per altro a poca distanza dalla mia vita (visto che sono friulana) ha di sicuro avuto il merito di far pensare gli italiani. Non mi pare poco! E adesso non si permettano di voler guidare e controllarci anche i pensieri!

    Indipendentemente dalla mia posizione e dalle mie idee, non posso che complimentarmi con te per quello che scrivi e per come lo esponi. E anche con il tono dei commenti che, non sempre e non ovunque, ha mantenuto un rispetto reciproco!

    RispondiElimina
  29. Bellissimo post... ti ringrazio davvero. In una questione così dificile ricordi che non stiamo parlando d'idee, ma d'una ragazza... è forse tra tante cose che ho letto in questi giorni il pensiero che mi ha colpito di più. Tante volte la nostra umanità è dimenticata! Ti ringrazio la tua umanità e questo post bellissimo! Auguri per il blog d'un prete spagnolo che condivide anche i gusti literari. Un abbraccio.

    RispondiElimina