
Sto salendo l'ultimo pezzo di Mezzocannone quando comincia a tremare tutto. Trema il colonnato della facoltà di Lettere, tremano le locandine del cinema d'essay Astra, trema soprattutto la guglia in piazza san Domenico Maggiore, con la statua del santo lassù in cima che sembra volersi buttare di sotto. Sobbalzano anche il lastricato stradale e la madonnina in una nicchia votiva a piazzetta del Nilo. E' un terremoto, non c'è dubbio. Devo cercare riparo. Ma non sotto un portone; tutto vibra così forte che non puoi sentirti al sicuro nemmeno sotto edifici che hanno superato indenni qualche guerra mondiale e diverse catastrofi naturali. E poi questo non è un terremoto. Il boato sembra avere un origine vivente. Lo so che è assurdo. Ma è il frastuono che avverto è come un crescente rimbombo animale, come l'eco di migliaia di zoccoli che risuonano sul lastricato di Spaccanapoli. Mi affaccio per san Biagio dei Librai. C'è qualcosa di vivo e scuro che palpita laggiù. Come un'onda mugghiante in avvicinamento. L'onda mugghiante produce le vibrazioni che fanno tremare la terra sotto i piedi.
Una ragazza stile Hippy Web libera un grido agghiacciante che probabilmente echeggia fino ai Tribunali. Alcuni turisti di aspetto teutonico fanno appena in tempo a lanciarsi in un vicolo dalle parti di san Gregorio Armeno prima che l'onda mugghiante li raggiunga. Decine e decine di persone compaiono alle finestre, tra vasi di gerani e panni stesi ad asciugare a cavallo dei vicoli, per guardare che cosa succede. I curiosi ai piani più alti scuotono la testa come se non credessero nemmeno loro a ciò che vedono.