- Ieri guardavo alcuni alberi di fico ai margini di un piccolo spiazzo di erba e pensavo che sarebbe stato bello vivere all’ombra di uno di quegli alberi.
- Bah, come inizio di post mi pare fiacco, ma forse potrai recuperare proseguendo.
- Non posso, perché il post è finito.
- Vorresti dire che il tuo post di oggi è questo: la vera vita è all’ombra di un fico?
- Certo, è un messaggio perfetto e compiuto. Qualunque cosa aggiungessi, sarebbero solo carrettate di parole da Web che non potranno mai spiegare un’emozione che parte da lontano.
- Evvabene, carrettiamo pure qualche palata di parole e cerchiamo di descrivere meglio quella sensazione a vantaggio di chi legge, che magari ne ha le scatole piene delle massime copiate su Facebook che alcuni spacciano per post.
- Se proprio insisti… Dunque ieri aspettavo in una piccola stazione ferroviaria vicino a casa mia. E’ quasi abbandonata, non ci sono biglietterie, personale di servizio o segni umani esclusi i graffiti che coprono ogni centimetro dei muri o dell’edificio che una volta era una biglietteria. Per qualche strano motivo però i treni continuano a fermarsi nella stazione abbandonata e la gente, specie se è giorno e il sole è alto come ieri, continua a usarla. Ieri c’eravamo solo io, un paio di scalcagnate famiglie straniere all’apparenza romene e una ragazza che parlava al telefonino come quando si parla a voce alta nel buio per farsi coraggio.
- Ma che bel quadretto! siamo quasi a “Mary, che cammina sui sentieri più scuri… oltre i muri di questa città”.
- Bene, mi affaccio da un muretto e guardo un fazzoletto di terra coperta da erba alta, mossa dal vento sotto il sole a picco. Non posso descrivere e non lo farò la sensazione di antiche emozioni, quando si andava a caccia di farfalle per l’erba alta, quando l’erba alta ancora esisteva in città, quando la scuola era finita e il mondo era tuo sotto il sole di giugno. Posso soltanto dire che la pace e la serenità che emanavano dal quel minuscolo spiazzo verde facevano a pugni con lo squallore della stazione abbandonata e con un segnale sonoro insistente, quasi un allarme, che non si capiva cosa segnalasse se non che forse esistevano al mondo posti migliori di quella fredda distesa di cemento, muri imbrattati e ferro da binari.”
- Direi che siamo già passati al “Ragazzo della via Gluck” saltando a pie’ pari “Erba di casa mia”.
- Ora voglio che ti concentri su ciò che vedevo ieri. Qui c’è l’erba alta e incolta, ma meglio potremmo dire selvaggia. Lì ai bordi ci sono gli alberi di fico che fanno l’ombra di cui si è detto. Oltre ancora ci sono alberi di arance con frutti caduti a terra e cespugli frondosi, ma questi ci interessano meno. E poi abbiamo il sole alto, il calore di un prato che è diverso dal calore di una strada. Ma non capirai niente di ciò che ho provato se non ti concentri sul silenzio.
- Ti stai inoltrando su un sentiero pericoloso. Ti imploro di fermarti prima di arrivare a “che ne sai tu di un campo di grano?”.
- Dunque tra erba e alberi di fico campeggiava un silenzio assoluto e perfetto, anche se l’aria era attraversata da suoni e rumori di ogni tipo. Era un silenzio speciale. Non potevi capirlo se ti basavi solo sulle percezioni uditive. C’era qualcosa in quell’aria che ti pareva quasi di toccare. Sai, come quelle giornate d’estate quando eri seduto in riva a uno stagno a fare niente e ti sentivi felice.
- Non ricordo di essere mai stato seduto in riva a uno stagno degno di questo nome e di certo escludo di essermi sentito felice se anche lo avessi fatto.
- Ssss, torniamo al silenzio. Ci volevano tutti i tuoi sensi e forse pure qualcuno di più per percepire quel silenzio nella sua giusta dimensione. C’era la luce abbagliante del sole e quello era silenzio, c’era l’erba vigorosa e libera agitata dal vento di primavera e quello era silenzio, c’era l’aria ferma e pesante, c’era il calore che sentivi sulla pelle e quello era silenzio, c’era l’odore della terra e quello era silenzio e c’era l’ombra grassa sotto l’albero di fico e quello era più silenzio di ogni silenzio… Ecco, è stato quando ho penetrato quest’ultimo silenzio, lì ho provavo la sensazione che la vita vera era quella all’ombra dell’albero in una giornata d’agosto, calda, con l’aria lenta, grossa, e l’erba affogata dal sole. La sola vita vera era quella. Il resto, quello che facciamo noi, ricchi e meno ricchi, fortunati e meno fortunati, era un altra cosa, ma non la vita. Hai capito, ora?
- Nemmeno una parola. Solo che la stazione abbandonata era un brutto posto e che la ragazza aveva i suoi motivi per parlare a voce alta al telefonino come se fosse in un vicolo buio.
Conosco questa stazione, è particolare. E' circondata da verde e piena di sole, ma non si sente volare una mosca, il che può risultare molto inquietante dalle tue parti, in mezzo al casino di Napoli.
RispondiEliminaMi spieghi una cosa? Perché sul blog a volte sembri il campione del vivere a contatto con la natura, mentre nella realtà probabilmente ti sentiresti perso in qualsiasi posto fuori dalla tua stanzetta con il computer? ..))))
Vivere all'ombra di un fico... Leggendoti ho riprovato quella sensazione che descrivi.Hai ragione, stare seduti sotto questo albero è particolare...anche a me ha sempre colpito il silenzio che si riesce ad ascoltare là sotto...che è diverso da ogni altro luogo, come particolarissimo è il profumo che si respira. Mi ci sedevo spesso sotto nella pausa della vendemmia. Non c'era vigna nella quale non ci fossero almeno un paio d'alberi...ed io, stremata dalla fatica tendevo ad isolarmi e mi sdraiavo sotto saltando il pasto, cercando di recuperare la stanchezza e il mal di schiena. Ancor oggi, e anni ne son passati,ricordo con nitidezza il silenzio, il profumo...la pace!
RispondiEliminaUn caro saluto a te e cleide :-)
P.S. ancora non è arrivato il libro...bisogna che mandi loro una mail..magari stanno aspettando che paghi prima di inviarmelo!
Cleide, donna di poca fede, io sono un uomo da grandi spazi, da orizzonti lontani, da balla coi lupi, da sentieri selvaggi, e ne ho davvero piene le scatole della città, del casino di Napoli. Al di là degli scherzi, è vero che sono stato obbligato a vivere in una prigione di cemento e che fuori di essa saprei fare poco, ma questo non significa che uno che è sempre vissuto in galera non possa desiderare la libertà. E poi guardati Matrix: anche se i corpi dormienti di Matrix hanno conosciuto solo la realtà virtuale dei loro sogni coatti, poi un giorno si svegliano e vogliono vivere.
RispondiEliminaGiovanna, bisogna precisare che il presente post non è frutto di un ragionamento, ma di una sensazione, seppur nitidissima. E come quando tu sai una cosa, la sai e basta, non devi pensare, anzi più pensi e più non capisci niente. Per capire certe volte devi staccare la mente. Questo potrebbe essere uno di quei casi.
RispondiEliminaSul libro non capisco. Dovresti averlo ordinato dal sito della Boopen. Se l'hai fatto con la carta di credito (in modo da risparmiare sulle spese di spedizione), dovresti aver pagato prima. Se non arriva il pagamento a loro, non parte neanche il libro. Fammi sapere.
Come sei melodrammatico e insofferente! In molti vorrebbero vivere in quella che tu chiami "gabbia di cemento". Una casa piena di luce e con un panorama mozzafiato. Certo sui vicini avrei qualcosa da obiettare ;)
RispondiEliminaUn saluto a Giovanna. Anche io pensavo al profumo particolare dell'albero di fico e la mia natura godereccia si immagina addentare un fico dolce succoso e appiccicoso appena raccolto dall'albero. Ah! :)
Io e gli alberi di fichi... anzi l'albero di fichi del cortile di mia nonna... di passaggio per andare a casa (di mia madre), ne sento il sapore al solo pensarci.
RispondiEliminaGli odori, le sensazioni, il rumore del silenzio e degli insetti... perchè il silenzio a volte rimbomba nella testa, scaldata dal sole, più dell'assordante rumore del traffico.
ma non so perchè il tuo scritto mi ha ricordato leopardi
(poi mi paghi :-))))
Mi spiego meglio...credo fosse nelle operette morali ( e poi si scoprì che avevo sbagliato autore e riferimento) cmq c'era la descrizione di un giardino... dove lui ... nel frattempo sono andata a fare una ricerca su internet..
leopardi era leopardi ma il pezzo che mi era rimasto nel cuore era tratto dallo Zibaldone
.... insomma l'occhio dell'autore era indirizzato alla sofferenza e non alla bellezza......
In questo breve post.... è come se l'autore da un lato volesse godere della gioia della natura.... senza pensare a nulla, dall'altro.... il nulla viene sostituito dalla "pesantezza" della vita quotidiana ( a Napoli poi.....)
in bilico tra :-))))
L'insostenibile leggerezza dell'essere e la palla sostenibile della vita......
ma la gioventù sta la ... sotto il fico!
(come si è potuto notare anche da oggi c'era il sole e domenica ho bevuto vino !)
per chi avesse interesse :
RispondiEliminahttp://www.rottanordovest.com/maestri/leopardi_ilgiardino.htm
Il giardino sofferente
quel pezzo dello zibaldone è rimasto impresso nella mia memoria dopo aver visto, trent'anni fa, il film "il prato", con Isabella Rossellini, dove c'è una bellissima scena - forse accompagnata dalle parole del poeta recanatese- in cui l'immagine bucolica di un prato si riveste di insidie e sofferenze, come a dire che anche la natura è impossibilitata ad essere felice, come noi.
RispondiEliminaO amici:
RispondiEliminacleide, mi accorgo che sto sbagliando io per primo a voler argomentare su una sensazione, a spiegarla, a razionalizzarla. Una sensazione è quasi un'emozione e c'è poco da spiegare, quindi dimentica i celentanismi che ho detto finora. :-)
Fiore, ti pago senz'altro per il paragone improprio, ma clamoroso che fai. Poi ci beviamo un cicchetto insieme, e anche con Cleide, anzi ci facciamo dare una delle sue famose bottiglie di liquore alle sette o alle diciassette erbe, e facciamo fiesta. Olé.
Silvia, forse il nocciolo sta tutto qui, che siamo destinati a non essere felici, perché la felicità è una iattura per l'uomo (una volta sapevo o credevo di sapere perfino perché, ma devo averlo scordato). Che peccato, scordare tutto: sto cominciando già a dimenticare che cosa mi pareva di aver capito guardando quell'erba e quel fico. Mi pareva una cosa importante, forse il segreto della vita. Capire tutto per un attimo e scordarlo l'istante dopo, forse è questo il nostro destino.
Un saluto ai lettori del blog.
Trovarsi in una giornata assolata sotto l'ombra di un albero di fico,bè,è come essere in uno stato di grazia che solo quando ti ci trovi sotto l'albero di fico puoi capire.
RispondiEliminaIl tuo albero di fico mi riporta lontano nel tempo,a quando bambina insieme ad una mia amica si andavano a "rubare" i fichi maturi dagli alberi dei vicini.Ci si arrampicava pure,e nel contenderci il fico più buono,non mancavano nemmeno le zuffe tra me e lei.Anche una mia cara vicina di casa aveva un albero di fico nel suo orto,ed era li sotto che si trovava insieme a mia madre nei pomeriggi caldi d'estate a "prendersi un pò d'ombra". Si stava bene li,era rassicurante e solo a ripensarci sento quell'ombra,il profumo delle foglie del fico che quando le stacchi sono lattiginose,la sensazione che quelli erano bei momenti davvero e che ahimè non torneranno più.
Ciao Mio Capitano,buona giornata!
E' vero. Ci sono luoghi in cui il silenzio sembra più silenzioso di altri. Non credo abbia a che fare con i suoni ma piuttosto con la pace...
RispondiEliminaIn fondo, non siamo forse tutti dei grandi vasi comunicanti?
Buona Giornata, Mio Capitano!
No francesco...ti sei spiegato, infatti anche io parlavo di sensazioni. Anzi, ti dirò di più...se hai dei pensieri e ti siedi sotto un albero di fico immediatamente la testa si libera...incontri la pace del silenzio e tutto tace, anche il rumore dei pensieri.Ho scritto una mail alla Boopen per chiedere se ho inteso male. Io pensavo che mi arrivasse il libro con dentro il c/c, ma evidentemente così non è!Attendo una risposta. NOOOOOOO io la carta di credito ce l'ho..LA PAGO PURE...perchè son scema ( visto che basterebbe fare un acquisto per annullarne il costo)ma non la uso...non c'è nulla da fare, quando si tratta di soldi DEVO AVERE LA SITUAZIONE sotto controllo. Massimo che uso è il blocchetto degli assegni.Ma tanto tra un pò non ci sarà più nulla nel conto e il problema non si porrà!!!!:-)
RispondiEliminaCleide, preferisci fichi verdi o neri?Io amo quelli sfatti...molli molli...zuccherosi da morire, ci ho pure fatto la marmellata lo scorso anno!:-D
l'ombra di un albero di ulivo fa lo stesso?
RispondiEliminano? e se è secolare?
ole/.)
O lettori:
RispondiEliminaelle, hai fatto bene a ricordare i fichi rubati sugli alberi. Ci sto pensando e credo che non si a mai esistito un frutto più saporito di un fico rubato da un ragazzino che si è arrampicato sull’albero proibito. Che sapori, che odori. Esisteranno ancora i sapori e quegli odori di una volta? Io dico di sì. Forse non saranno mai più così buoni come quelli provati da chi passa in un'epoca magica della vita, ma dico che ci sono ancora.
Giovanna, del tuo intervento scelgo “il rumore dei pensieri” I pensieri fanno davvero un sacco di rumore, soprattutto quando girano a vuoto come nelle nostre città e nelle nostre confuse teste.
Hai fatto bene a scrivere alla Boopen. Se non ricordo male, le spese di spedizione per il libro sono di un solo euro se paghi con carta di credito e di otto se paghi alla consegna. Vedi tu come ti conviene fare.
Mai provata la marmellata di fichi, mi pare. Deve essere buona. Chissà se Cleide, la fattucchiera delle sette e settantasette erbe, ha mai provato a farla.
Enrica, ti accolgo sul mio blog dopo un po’ di tempo. Spero che tu abbia fatto cose importanti e belle nel frattempo.
Sally brown, scordati gli olé, sally, scordati le battute da blog, e fa come ti dico: siediti sotto un fico ombroso (anche un ulivo dovrebbe andare bene), sistema il posteriore su un tappeto d’erba, possibilmente quella che cresce storta e incolta, che ha spesso dei riflessi giallognoli o di pioggia sporca, e pensa alla tua vita com’è e come dovrebbe essere. Fammi sapere se ti vengono delle buone idee…
Nel prossimo intervento parlerò probabilmente del film “L’ultima carovana”, western del 1956 con Richard Widmark. Che cosa c’entra, se c'entra, con il post attuale? Lo vedremo.
Sorrisi a tutti.
Giovanna, fico nero e maturo.
RispondiEliminaLa marmellata di fichi non l'ho mai fatta. La mia specialità è quella di limoni :)
L'albero di fichi della mia vita, ha i fichi verdi, e, secondo la mia esperienza verde o nero dipende dalle annate...
RispondiEliminada quando mi sono trasferita a cagliari sono passata ai neri, perchè mangio dell'albero di fichi che ha piantato mio marito e che mi manda la suocera :-)
Visto che ci siamo perchè non ricordare l'importanza delle foglie di fico......
prima ci fu la mela e dopo le foglie di fico... che ci sia qualcosa di simbolico dietro quest'albero?
CASSANDRO
RispondiEliminaBrrrr . . . il silenzio!
La piacevolezza della lettura del tuo post, cap, mi stava quasi facendo cambiare idea. Mi sono riscosso in tempo in tempo però.
“Luce abbagliante e silenzio . . . erba vigorosa e silenzio . . . aria ferma e pesante e silenzio . . . calore sulla pelle e silenzio . . . odore della terra e silenzio . . . ombra grassa sotto l’albero e silenzio . . .”
Vita vera quella? La sola vita vera?. . . Forse, ma io, cap, se mi permetti, la penso un poco diversamente, ed il silenzio (dopo una prima dose ricreatrice, ovvio) lo vedo come punto di partenza, trampolino di lancio verso altre sensazioni, anche perché purtroppo di silenzio me ne spetterà a iosa, e pure se non lo volessi non ho, ahimè, forza contrattuale per respingerlo.
No, non la voglio incontrare, pur se mi può tentare nel casino quotidiano, “la pace del silenzio
dove tutto tace, anche il rumore dei pensieri”, come ha scritto egregiamente Giovanna.
IL SILENZIO NO
Non è il “silenzio” un punto di arrivo,
ma punto di partenza per andare
poi verso altri lidi . . . io lo vivo
in questo modo il non rumoreggiare.
Per me quei lidi poi in generale
prevalgono sul primo, e così
dopo il silenzio c’è – e non è male –
comunicar con l’altro e notte e dì,
a voce alta o bassa, o ascoltare
Madre Natura. Il silenzio no,
giammai da solo . . . basta ricordare
il gusto di spezzarlo con un “Oooh”
quando tu stai in due a dondolare,
e voli che più in alto non si può.
Stare in silenzio sotto fico o pino,
vale soltanto per un momentino,
il tempo sol di fare un riposino,
chè s’è troppo ti rompi, e pian pianino
tornartene ben vuoi nel casino
di sempre, a cominciare dal mattino.
Appena nato grida il bambino,
cinguetta appena sveglio il cardellino.
Ne avremo tanto un dì . . . silenzio fino!
(Cassandro)
il
Avevamo in paese un albero di fico in giardino e a parte aver rischiato di cadere e rompermi l'osso del collo più volte per prendere i fichi belli e maturi io quell'albero lo amavo nel vero senso della parola. Pomeriggi interi con nonna sotto l'albero di fico, sedute per terra, lei che cantava ininterrottamente "Tancas serradas a muru Fattas a s'afferra afferra... " versi storici che lei faceva a mo' di canzone come avviene anche oggi in alcune occasioni, e poi la sua tipica frase quando litigava con babbo suo figlio, " troncu e figu, hasta 'e figu" ossia tronco di fico ramo di fico, tale padre tale figlio. Potrei continuare ma basta cosi'. La maremellata di fichi è la più buona che ci sia, sopratutto se si aggiunge allo zucchero un po' di "mele de melaulidone", un po' miele amaro fatto dal corbezzolo. Un capitolo a parte per i sas carigas ossia fichi secchi, buonissimi :)
RispondiEliminaCiao Capitano
ahhahahah questo post sta rivelando la nostra natura godereccia...dal silenzio alla marmellata...in effetti c'è qualcosa che li unisce: sono entrambi autentica poesia :-D!Si, con la marmellata di fichi alla quale si aggiungono delle noci si crea una crostata buonissima e APPENA APPENA CALORICA :-) Cleide...voglio la ricetta di quella al limoneeeeeee! La nonna di Celia e la sua canzone mi ha ricordato mamma che cantava a mio nipotino...palasa a terra palasa a muru, su sorighitti t'icchintrede in c...!Di nonna invece non ricordo la condivisione della frutta :-) Nonna ne era golosissima ( ho ereditato da lei), e quando dal sud, andavamo da lei, in un paesino di trecento anime nella provincia sassarese,le RUBAVO le mele ( sa mela ozzada)che lei NASCONDEVA sotto il letto!!! Ahhh il profumo della cose passate che "ritornan vive nel silenzio!
RispondiEliminaCassandro fa paura :-) non perde un colpo, ma le avrà raccolte in un libro tutte queste opere?
Quanto al tuo libro, temo che dovrò pafare 8 euro per averlo :-) LADRIIIII
Abbiamo, negli ultimi cinque commenti, due temi principali che così riassumo: il fico, inteso come frutto buono da mangiare o da usare per la marmellata, nei commenti di Cleide, Fiore, Celia e Giovanna. E il silenzio o l'opposizione al silenzio nel commento di Cassandro.
RispondiEliminaCominciamo con le signore:
a Cleide dico che la marmellata di limoni va bene, anche se non ha probabilmente il sapore salvivifico del fico.
a Fiore dico che io ho una preferenza per i fichi verdi e che la sola visione di un albero di fico mi pare che possa migliorarti la vita notevolmente, quindi bisognerebbe piantarne uno in giardino, se solo avessimo un giardino.
A Celia dico che il supporto della lingua sarda all'albero di fico crea un mix travolgente che ci fa capire come dovrebbero essere la nostra vita e i posti in cui viviamo. E cito da lei: "ancas serradas a muru Fattas". E cito ancora "mele de melaulidone", che non so cosa siano ma ti fanno sentire meglio al solo sentirle nominare. E c'è ancora spazio per i sas carigas e per il corbezzolo, altra parola magica che ti fa pensare a una vita sana a passeggio per i boschi.
E a Giovanna dico, ladri davvero a fregarti gli 8 euro per il libro, mi spiace. Da lei cito "lasa a terra palasa a muru, su sorighitti t'icchintrede in c...!", "sa mela ozzada", e concludo: è incredibile come certe lingue antiche e musicali come il sardo si intonino con la natura antica.
Dato che le signore si sono prese tutto lo spazio, l'ottimo Cassandro dovrà attendere ancora per la risposta, ma sono certo che non me ne vorrà. Un saluto a tutti in sardo e all'ombra di un albero secolare.
A questo punto si puo' affermare che questo blog è arrivato alla frutta, dato che sta per ospitare, novità assoluta, la sua prima ricetta: La Marmellata di Limoni:)
RispondiEliminaUn kg di limoni, 700 gr di zucchero.
Giovà, prendi i limoni interi, li tagli a fettine di 1 cm e li tieni in ammollo per tre giorni avendo l'accortezza di cambiare l'acqua almeno tre volte al giorno ed eliminando tutti i semi.
Passati i tre giorni, li scoli dall'ascqua e li sminuzzi.
A questo punto procedi con la cottuta. Per venti minuti i soli limoni, successivamente aggiungi lo zucchero e procedi per altri 20/30 minuti sino alla densità desiderata.
Per l'invasamente sono certa di non doverti spiegare perchè sono sicura che sarai piu' esperta di me:)
Questa marmellata è ottima ed è un modo molto goloso e sano per utilizzare i limoni. Gli alberi di limoni sono generosissimi, l'uso del limone nella nostra cucina è molto limitato e sarebbe un peccato farli marcire negli alberi.
Babbuo', la pianto vah:)
Mi hai accoltellato alle spalle: dovrò fare un triplo salto mortale con avvitamento laterale per riportare la discussione in ambito filosofico-meditativo. :-)
RispondiEliminaPare sia tornato tutto a posto su blogspot ma mi sembra che ti siano spariti i commenti. E la mia ricetta della marmellata:(
RispondiEliminaO amici,
RispondiEliminacome si vede è successo un po' di casino sulla piattaforma di Blogger, che è stata in manutenzione per ben due giorni. Il risultato è che abbiamo perso ben cinque commenti di valorosi blogger avventuratisi su questi lidi. E' la prima volta che mi capita di perdere dei contenuti dal blog, ma come si sa c'è una prima volta per tutto.
Faccio comunque un breve riepilogo dei cinque sfortunati commenti inghiottiti nel limbo virtuale.
Iniziava Cleide, che negava di aver mai fatto marmellata di fichi e manifestava il suo favore per i fichi neri (so che avrebbe voluto fare pure una delle sue battute memorabili sulle sua predilezione per gli uomini fichi, ma grazie al cielo se ne è astenuta :-))
Fiore parlava a sua volta di fichi e si soffermava anche ad analizzare le innumerevoli virtù della foglia di fico.
Celia, tornata eccezionalmente su questo blog, parlava di fichi e corbezzoli, dispensando contemporaneamente sul tema molti detti della sua meravigliosa e meravigliosamente espressiva lingua sarda. I detti in sardo purtroppo sono andati persi, a meno che Celia medesima non torni a ribadirli in questa sede.
Anche Giovanna ha fatto belle citazioni in sardo parlando di fichi e si è lamentata giustamente delle folli spese di spedizione che dovrà sostenere per farsi arrivare a casa il mio ultimo romanzo Napulammore (le spese sono tali perché la nostra ottima Giovanna non può pagare con la carta di credito).
Qui intervenivo io facendo i salti mortali per far combaciare albero di fico, frutti di fico e marmellata di fico con le suggestive citazioni sarde e con le velleità filosofiche del mio post.
Infine la perla dell'ineffabile Cleide: la quale così esordiva nel suo ultimo commento: "Bisogna proprio dire che siamo alla frutta" (forse voleva intendere ai fichi)... e qui ha mollato sul mio tapino blog ferito dalla manutenzione di Blogger, una sua ricetta della marmellata al limone: credo sia stato questo evento ad aver definitivamente affondato la piattaforma.
Spero di aver riassunto tutto. E speriamo che non spariscano più i commenti. Sorrisi a tutti.
ahahhahah io ho fatto a tempo a leggere tutto stamattina alle 7, anche se non permetteva di postare! Mi sono fatta una bella risata stamattina nel leggere l'esordio di Cleide prima della ricetta ( gasp...mi stupisco quando rido, lo faccio talmente di rado :-D)!!! Da filosofo a dispensatore di ricette stile:la prova del cuoco!!!! ti stiamo facendo andare alla deriva davvero:-) Peccato però, perchè erano bei commenti...il ricordo di Celia e della nonna...su mele de melaidone...che non sono mele come avevi interpretato( anche se celia aveva messo la traduzione) ma miele di corbezzolo, tipicamente sardo dal caratteristico sapore amore, con retrogusto di caffè...e poi la filastrocca :Tancas serradas a muru fattas a s'afferra afferra,chi su chelu fid in terral'haiant serradu puru...ahhhhh ma il tuo riassunto è esilarante...troppo!
RispondiEliminaE detto per inciso...non è che non posso pagare con la carta di credito...NON VOGLIOOOOO :-D
Grazie Clelia...ho fatto in tempo a ricopiarla! :-)
Eccomi alla risposta a Cassandro la cui poesia è fortunatamente sfuggita all'ecatombe virtuale.
RispondiEliminaNaturalmente il silenzio di cui parlavo non era un silenzio di cimitero, che nessuno spera di beneficiare sul serio. Non era nemmeno un vero silenzio dato che ho precisato che l'aria era piena di suoni e perfino di rumori. Era una
sensazione dell'animo, scaturita da uno sguardo e forse dalla riflessione che non stiamo andando nella direzione giusta. Si può fare casino pure all'ombra di un fico, per quanto ne so, ma sospetto che sarebbe diverso dal casino che facciamo nelle nostre città. Ciao Cassa'.
Giovanna, grazie per le tue precisazioni sul miele di corbezzolo che ho letto con piacere. Comunque si è salvata la tua citazione. E finalmente anche io ho capito che pur potendo NON VUUUOOOOIIIII pagare con la carta di creditoi :-)
Ecco un annuncio che ho trovato in Rete che spiega i problemi di Blogger:
Da oltre 30 ore Blogger è fuori uso. Il servizio di blogging gestito da Google è infatti inutilizzabile dalla giornata di ieri, con milioni di utenti impossibilitati ad accedere ai propri blog. Numerosi post e commenti sembrano poi esser finiti nel nulla, non figurando più nelle pagine precedentemente disponibili.
Un disservizio piuttosto lungo, dunque, per quella che è divenuta col tempo una delle piattaforme di blogging più apprezzate del web. Ancora ignote le cause del problema, nonostante per la data di ieri fosse atteso l’arrivo di un nuovo layout grafico per Blogger. Alcuni ostacoli durante l’introduzione della nuova veste grafica del servizio potrebbero dunque essere la motivazione di un down prolungato da oltre un giorno, ma da Mountain View fanno sapere che nessun cambiamento grafico è in programma.
Intanto, disservizi a parte, grazia a Giovanna che mi ha imbeccata, sono riuscita dopo anni a mollarti una ricetta. E queste sono soddisfazioni:) Ora si pone il problema che, essenso spariti i commenti, la dovrei riproporre. Che faccio? Attendo che ricompaiano o te la mollo di nuovo?:)
RispondiEliminaMollami pure la ricetta, ormai la frittata è fatta. Penso che ormai su Blogger dovrebbero aver sistemato tutto.
RispondiEliminaTi risparmio l'onta. Magari Giovanna ha fatto in tempo a memorizzarla, ma non pensare di portarmi sul meditativoriflessivofilosoficodepressivo perchè non c'è trippa ;)
RispondiEliminaGaspppp ancora una volta mi sono sbagliata. Nel commento precedente ho scritto grazie CLELIA argggg sintesi di cleide e celia :-) Comunque il senso era giusto. Ho fatto in tempo a ricopiarla! Procedura diversa delle solite marmellate! Ero al seggio a scrutinare in questi giorni e in diretta ho assistito alla nostra vittoria....ABBIAMO VINTOOOOOOOO...ABBIAMO VINTOOOOO Non vogliamo nucleare in Sardegna...L'AVETE CAPITO ORA ???????Ehmmm mi riferivo a chi ci governa :-DDDDD
RispondiEliminaEcco la mia risposta, Giovanna carissima. Sull'energia nucleare in questo momento della vita non me ne frega assolutamente niente, scusa se lo dico in maniera diretta. Ritengo di aver riflettuto in merito e ritengo di aver concluso che sia l'adozione dell'energia nucleare che la non adozione abbia impatto zero sulla mia esistenza futura. Se l'impatto è zero pure il mio interesse è proporzionale.
RispondiEliminaNoto inoltre che si tratta di un problema complesso, anche se viene trattato quasi dovunque con faciloneria estrema (non mi riferisco ovviamente a te e alla tua terra). Noto che persone che non hanno alcuna qualifica e conoscenza per dare giudizi articolati sul nucleare, li danno. Noto inoltre che alte e ammirevoli personalità del campo scientifico come Margherita Hack e Umberto Veronesi sono favorevoli all'uso del nucleare, il che mi fa pensare che la questione sia complicata e non facilmente riducibile alla formuletta della prima elementare quelli contro il nucleare sono i buoni e i belli e quelli a favore sono criminali. Perfino Piero Angela è a favore del nucleare, e anche questo mi fa pensare, non essendo Piero Angela, a quanto ne so, né criminale, né avventato, né disinformato. Mi è piaciuta e mi è sembrata vera la frase di Margherita Hack, che faceva grosso modo così: ogni tecnologia comporta dei rischi, se l'uomo non avesse voluto affrontarne sarebbe rimasto fermo all'epoca della pietra.
Detto questo, ribadisco che dell'uso o del non uso del nucleare mi interessa attualmente poco o niente.
Scusa per questa mia risposta lunga, un bacio e un abbraccio a te e alla tua terra.
P.S. Sì su questo blog abbiamo avuto tre blogger con nick simili, CLEIDE, CLELIA E CELIA. Però solo Cleide è rimasta al suo posto: Clelia è partita per altri lidi e Celia mii risulta abbia poco tempo...
Giovanna abbiamo vinto e in questa vittoria io vedo il segnale di un cambiamento. Si è detto tanto del carattere dei sardi che da sempre, a parte qualche gloriosa eccezione (vedi il periodo giudicale)si sono sempre fatti guidare. Che sia un piccolo passo verso una svolta? ;)
RispondiEliminaSul nucleare non posso disquisire in maniera tecnica ma ne so abbastanza per affermare che questo tipo di energia, a differenza di quelle pulite, sia un businnes per molti, la criminalità in primo luogo. Ognuno poi è libero di pensare e dare priorità a quello che piu' gli piace. Personalmente mi sta a cuore la qualità della mia vita e di quelle che verranno:)
:-))) Assolutamente vero Cleide!Anche io da ieri sono stranamente euforica. Avevo un disperato bisogno di una notizia positiva, di un qualche cenno che NON SOLO a me interessasse salvaguardare la nostra terra e più in generale salvaguardare il futuro. I sardi ( e non solo)stanno iniziando a rispondere e ad alzare la voce. BELLO!Sul nucleare c'è tanto da dire ma non voglio dilungarmi..sintetizzo dicendo che TRA I TANTI ragionamenti a sfavore c'è la consapevolezza che, se in Italia, ad es,non si è in grado di fare un ospedale antisismico in una terra a rischio ( vedi l'Aquila), non si è in grado di fare un inceneritore come Dio comanda nella terra del capitano, non si è in grado di amministrare e gestire cose ben più semplici, che speranze abbiamo se dovessero proseguire per la strada del nucleare? Ma poi in definitiva Cap sai che ti dico? Che anche io voterei a favore del nucleare se lo facessero vicino a Veronesi, alla Hack a Piero Angela.Chiudo dicendo che, con tutta probabilità, quando la Nato approdò in Sardegna e iniziarono a fare i loro giochi di guerra anche i sardi forse pensavano che sulle loro vite non avrebbe avuto alcun impatto e oggi ci ritroviamo bombe inesplose nei fondali del nostro splendido mare, contaminazioni di uranio e chissà cos'altro in Quirra...agnelli che nascono con due teste, abitanti che muoino di cancro etc etc Tutto ci riguarda ahimè.La terra è proprietà di tutti e non sono disposta a farmi sottrarre un bene senza alzare la voce!
RispondiEliminaUn abbraccio a Monica e Francesco....ecco, così non ci si sbaglia!:-D
Ribadisco per i distratti che del nucleare non me ne importa niente. Mi sembra il caso di aggiungere qualche verso che potrebbe essere utile alla discussione:
RispondiEliminaS' i' fosse foco, arderei 'l mondo;
s' i' fosse vento, lo tempesterei;
s' i' fosse acqua, i' l'annegherei,
s' i' fosse Dio, mandereil' en profondo;
s' i' fosse papa, sare' allor giocondo,
ché tutt' i cristiani imbrigherei;
s' i' fosse 'mperator, sa' che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondo.
S' i' fosse morte, andarei da mio padre;
s' i' fosse vita, fuggirei da lui:
similmente farìa da mi' madre.
S' i' fosse Cecco, com' i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre,
e vecchie e laide lasserei altrui.
Un saluto agli amici e a Giovanna in particolare.
S'i fossi scemo
RispondiEliminacom'i sono e fui..
:)
Aiuto, per leggere tutto ci vuole un mese! Qui si spazia dalla filosofia, alla poesia, alla culinaria (interessante la ricetta della Cleide)ecc.. La casa precedente a questa dove abito adesso (pieno centro) abitavo un po' in periferia con tanto di orto e giardino ed un bellissimo albero di fichi tardivi (maturavano verso settembre inoltrato) li mangiavamo in pochi a casa però vederli maturare era un bello spettacolo. Un giorno mia zia lo ha potato brutalmente perché si era stancata di tutti questi fichi che spesso se li mangiavano gli uccelli, sono rimasto un po' male ma poi ho fatto la scoperta della forza della natura che dalle potature trae ancora maggior forza (dovremmo prendere esempio anche noi uomini).
RispondiEliminaDire cosa sia meglio è difficile, certo se le città fossero fatte più a misura d'uomo sarebbe molto bello viverci, invece hanno permesso la costruzione di scatole di cemento che poco hanno a che fare con una dimensione naturale del vivere. Questo ci ritroviamo, e non mi pare che con il passare del tempo le costruzioni siano più a dimensione d'uomo! Riconsoliamoci con la fantasia!
Ciao.
berardo