martedì 16 agosto 2011

L’Uomo Ombra

Ho visto l’Uomo Ombra ieri sera a Vico Equense, località della penisola sorrentina dove peraltro nacque mio padre. Si teneva una messa all’aperto, dopo la quale veniva offerta una cena a base di pasta e fagioli con le cozze. Dato che siamo gente semplice, la pasta e fagioli con le cozze a noi va benissimo, specie se te la mangi – in piedi, non si può avere tutto dalla vita – facendoti ammaliare dal paesaggio notturno della penisola sorrentina. L’Uomo Ombra è comparso mentre stavamo spazzolando le fette di melone rosso che seguivano il piatto principe. Suonava il mandolino ed era al seguito di un cantante-chitarrista che si aggirava tra i convenuti per allietarli con melodie partenopee. Non ricordo bene il suo volto, era piuttosto bruttino, non sembrava troppo sveglio, non mi pare di avergli mai visto un’espressione qualunque sul volto e di sicuro non ha spiccicato parola per tutto il tempo, più di un’ora, in cui ha pizzicato il mandolino nella scia, meglio sarebbe dire nell’ombra, del cantante napoletano.

Il cantante era l’opposto del suo accompagnatore. Aveva gli occhi furbi e svegli dell’antico abitante dei Quartieri Spagnoli e dispiegava un tono di voce vagamente somigliante a quello di Roberto Murolo, l’accento verace giusto che a volte sconfinava nel pizzico di carnalità popolaresca che ci sta bene. Aveva la battuta pronta, ammiccava alle donne mentre sussurrava loro i numerosi doppi sensi di cui è pieno il repertorio musicale partenopeo. Si avvicinava a una matura signora fin troppo in carne e attaccava, strizzandole l’occhiolino: “Comme facette mammeta (a fare una donna così attraente) i’ o’ saccio meglio e te”. Ridevano tutti, la signora in carne che era dura definire attraente, il marito della signora anch’esso in carne, i figli ben pasciuti della signora, i presenti, perfino il prete che aveva officiato la messa all’aperto e un paio di tizi con la faccia da sagrestano. L’Uomo Ombra restava impassibile a pizzicare il mandolino riuscendo a mantenere il viso lontano dalla luce anche se la scena era illuminata da un lampione potentissimo. Il cantante napoletano si piazzava davanti a una nuova signora, più vicina agli ottanta che ai settanta, e le confidava come se si rivolgesse a Ninì Tirabusciò al meglio della forma: “Oi Marì, oi Marì, quantu suonno aggia perso pe’ tte / famme murì, oi Marì, oi Marì”. Ancora una volta ridevano tutti, la vetusta signora che pareva potesse schiattare sotto una risata più prolungata, le vetustissime amiche della signora, i presenti, il prete della messa all’aperto e il paio di tizi con la faccia da sagrestano. E ancora una volta l’Uomo Ombra, nascosto dietro il suo mandolino non dava segno di vita, acquattandosi nel buio come nel timore di intercettare illecitamente uno dei molti applausi suscitati dalla prestazione musicale, i quali erano tutti incamerati dalla simpatica (per alcuni, almeno) faccia da schiaffi del Murolo da strada. Poi la strana coppia passava accanto a bimbi in carrozzino, turisti nordeuropei, ragazzine smorfiosette, scugnizzi locali, personale della parrocchia, famiglie con il cane al seguito, dispensando il meglio della tradizione canora napoletana, cominciando da “Simme e Napule, paisà”, passando per “Luna rossa” e chiudendo con il tambureggiante “Surdato ‘nnnammurrato”.

Ci sono stati molti applausi, molti evviva, molti complimenti per l’allegria che scatenavano quelle melodie, molte risate. Il cantante con gli occhi furbi si è impadronito di ogni consenso, seppur minimo, di ogni sguardo soddisfatto, di ogni sospiro civettuolo di signore dai cinque ai novant’anni, senza lasciare nemmeno le briciole di quel successo all’Uomo Ombra e al suo mandolino.

18 commenti:

  1. Va bene colorire letterariamente ma quanto la fai nera. Al contrario di te non ricordo il volto del Murolo da strada e nè mi ha fatto particolare effetto la sua voce dal momento che qui hanno tutti una gran bella voce, mentre sono rimasta ammaliata dal suono del mandolinio dell'Uomo Ombra.Mica tanto ombra quindi:)

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  2. Da noi questo "folclore" quasi improvvisato, non l'ho mai visto!:-(
    Comunque immagino benissimo lo scenario, la partecipazione e il coinvolgimento di vere emozioni: conosco e adoro questo "calore" tipico del sud...
    Gli artisti: cantanti, musicisti o sono... esuberanti o viceversa.. riservati:-)))
    Grazie Mio Capitano, molto intenso il tuo post: mi ha fatto ricordare momenti irripetibili *-*
    Buona notte!:-)

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  3. Cleide, mai una volta che siamo d'accordo su qualcosa.
    Sara, grazie a te, le canzoni napoletane sono belle e sicuramente ne riparlerò a breve.
    Un saluto agli amci che lottano contro l'anticiclone africano.

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  4. Che bella serata ed anche l'uomo furbo, non fa mica parte del divertimento? Adoro le feste di paese e quell'aria scanzonata che prendono tutti facendosi coinvolgere nella musica, nelle canzoni, nelle risate e nel buon cibo...

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  5. Enrica, da quanto tempo non ti si vedeva... Non sarai mica andata ad Acapulco a fare le vacanze? :-) La serata non era male, anche perché si poteva innaffiarla con qualche bicchierozzo di vino, un po' annacquato a dire il vero, probabilmente perché i parrocchiani non volevano che la gente si mettesse a ballare 'A rumba de' scugnizzi mezza nuda sul lungomare.

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  6. ah ah ah No, caro Capitano, niente Acapulco. Solo un sacco di lavoro...
    Ho partecipato anch'io a qualche festa di paese da queste parti. Stavo pensando di farci un post ma per ora è al livello solo di pensiero...

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  7. Feste di piazza
    Le carte colorate
    Gli sguardi sempre ben disposti
    A dolci ed aranciate
    I capi in testa
    Con i distintivi sfavillanti
    Si sbracciano come dannati
    Solo per sentirsi piu' importanti
    E tutto a un tratto
    Arriva l'attrazione
    La gente applaude nervosamente
    Per mascherare un po' di delusione
    pa parapappà para-para-parà
    pa parapappà para-para-parà
    pr-pa pr-pa para mpapà mpampa mpà
    prparapa para para mp mp pahhh

    Edoardo Bennato, "Feste di piazza"

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  8. CASSANDRO

    Così, secondo te, cap, “il cantante con gli occhi furbi si sarebbe impadronito di ogni consenso, seppur minimo, di ogni sguardo soddisfatto, di ogni sospiro civettuolo di signore dai cinque ai novant’anni, senza lasciare nemmeno le briciole di quel successo all’Uomo Ombra e al suo mandolino”?

    Ma allora, se fosse stato tanto in prima linea “il cantante con gli occhi furbi” da dominare la serata come la mettiamo con Cleide che -- e non ho motivo di ritenere che sia un soggetto molto influenzabile -- è rimasta “ammaliata” dall’Uomo Ombra e dal suono del suo mandolino?

    Non sempre, secondo me, occorre fare mille e una smanceria per richiamare a poco a poco l’attenzione su se stessi ora da parte della “vetusta signora che pareva potesse schiattare sotto una risata più prolungata, dalle vetustissime amiche della signora, dai presenti, dal prete della messa all’aperto e dal paio di tizi con la faccia da sagrestano”).

    Infatti, assai spesso basta diffondere un ben calcolato alone di indifferenza (apparente) e volare basso basso all’inizio degli incontri, avendo ben presente lo scopo che si vuole raggiungere e il soggetto preso eventualmente di mira (e di ciò le donne -- corrìgimi se sbaglio! -- sono maestre, anzi professoresse, e apprezzano sempre chi tiene tale atteggiamento per concordanza). L’atteggiamento poi a ”non troppo sveglia”, non so se lo sai, rende generalmente di più.

    Forse l’Uomo Ombra, come nel caso da te assai bene evidenziato (rifugge pure la luce del lampione), esiste, ma, credimi, secondo le mie modeste esperienze, la Donna Ombra no! . . .

    Anche se poi può restare piacevolmente e felicemente coinvolta a causa dei suoi marchingegni.

    Il tutto, ovviamente, salvo prova contraria.

    DI ME . . . DI TE

    ( Lui )
    -- "Di me tu decidesti il primo giorno,
    solo più tardi io di te mi accorsi,
    eppur l'idea tua a me d'intorno
    lieve aleggiava già in corsi e ricorsi.

    Andava e ritornava piano piano,
    finchè desiderai toccarti un dito . . .
    prima, e dopo un po' . . . tutta la mano,
    e quindi il resto . . . Tardi ho capito

    che mi ti offrivi . . . no apertamente,
    che stando in disparte e mai al centro
    ti proponevi a me discretamente:
    quando di ciò mi accorsi . . . ero già dentro!

    Ricordi? . . . Ti passai dietro le spalle
    uscendo, e ti sfiorai . . . Non ti muovesti.
    Tornando risfiorai la tua valle
    e tu sempre più ferma rimanesti.


    Dicesti fra te e te, ne sono certo,
    'è fatta ormai . . . alfine mi ha scoperto'.


    Io dissi fra me e me: 'ma guarda tu,
    di che non mi accorgevo? E quindi . . . giù!'"

    ° ° °

    ( Lei )
    -- "Fu, sì . . . proprio così! In questo modo
    mi comportai, ricordo . . . Io in vero
    l'ho fatto cuocer sempre nel suo brodo
    l'uomo, che non capisce che il mistero,

    il volar basso, l'indifferenza ad arte,
    molto di più attrae che proporsi,
    volere recitar la prima parte
    sempre e comunque . . . No, a piccoli sorsi

    mi sono sempre offerta . . . come il vino:
    'Ne vuoi ancora? . . . Eccotene un po' . . .
    ovvio non tanto, solo un poco . . . fino

    a che ne brami altro' . . . Sì, però
    con te io ci ho rimesso lo zampino,
    come la gatta al lardo . . . Ma ci sto.


    E sono io, ora, ad esser quella
    che vino vuol da te . . . e a garganella

    . . . altro che a sorsi! . . . E non mi sazio mai . . .
    chè più ne chiedo e più tu me ne dài!"

    (Cassandro)

    il

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  9. Chee...ripasso domani!
    Sono di fretta:-(
    Bacio!

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  10. sally brown ha detto:

    "marphy, la vita non è che figura e sfondo..."
    ole/.) by sally brown

    (bella l'estate per le sue feste di piazza..!)

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  11. Oggi si sta bene nonostante il caldo. Sono uscito per una passeggiata serale. Strade deserte, silenzio, poche macchine e persone. il paradiso quasi. Faceva molto caldo, che però non dava fastidio, il caldo regalava come un senso di serenità, di tempo sospeso, in cui ti è concesso di andare piano senza sentirti in colpa. Era una sensazione che ricordava ciò che cercavo di dire in questo post:
    http://penultimi.blogspot.com/2008/06/la-felicit-destate.html

    Saluto a Cassandro, Sara e Sally. A Cassandro dico che nemmeno io ho ragione di dubitare del giudizio di Cleide, a meno che esso non riguardi computer e modem, dove non ne imbrocca una. Il mandolino ci stava bene nella serata vicoequensina, dava spessore alla musica. Io se fossi stato il cantante a un certo punto avrei offerto la ribalta e gli applausi al mio riservato partner e in questo modo probabilmente sarei risultato pure più simpatico. Ma probabilmente non è accaduto perché era una serata da primedonne, in cui cantante napoletano furbetto doveva combattere aspramente con il prete organizzatore della serata che aveva un atteggiamento a metà tra Jesus Christ Superstar e un illuminato schiavista della Virginia.
    Sorrisi a tutti.

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  12. Sì è vero! mai sentita nemmeno nelle leggende metropolitane "la donna ombra" ;-)
    Anche se sembriamo inibite,sappiamo bene di avere una ... marcia in più!:-)
    Buona serata a tutti!

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  13. Insomma hai passato un bella serata regional-popolare. Il solo fatto di soffermarti sulla figura della persona che definisci uomo ombra dimostra la tua grande sensibilità. Ora vado a rinfrescarmi un po

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  14. Poi dare un'occhiata al mio blog per cortesia!
    Sono disgustata!
    Grazie!

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  15. Ho guardato il tuo blog, Sara, ma non no capito molto. C'è un post con i dati della protezione Avg che se non ricordo male è un antivirus, ma non capisco che cosa ci fanno lì. Ciao.
    Veneris, sensibile sei sempre tu. :-)

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  16. Non importa! Eppure è molto chiaro!
    Grazie ugualmente!
    Notte!

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  17. Uhm Sara... non ci ho capito molto neanch'io... tuttavia...
    La donna che soffre
    se apostrofi l'esse
    ha tutto interesse
    di dire... che s'offre!

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  18. Ola, monsieur, questo è il post dove si capisce poco. Io per esempio non ho afferrato del tutto il significato del tuo apostrofo. Un sorriso a te.

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