Joe Frazier? Chi volete che sia? Solo uno che ha combattuto con Cassius Clay del ‘71 per il titolo dei pesi massimi (in quello che per me è restato il solo e unico "match del secolo" tra i tantissimi strombazzati in quegli anni).
Ero ragazzino, non capivo molto di boxe e del mondo in genere. Facevo il tifo per Clay perché mi pareva rappresentare la società in subbuglio di quegli anni, la voglia di cambiamento, la contestazione al potere, perfino una certa sana sguaiataggine utile per rivoluzionare le coscienze come ero certo che fosse giusto fare. Frazier mi sembrava un Signor Nessuno, un grigio individuo, uno sparring-partner messo lì per glorificare Clay e la sua coraggiosa lotta al potere costituito e al razzismo ancora florido negli Stati del Sud. Era semplice sapere per chi tenere quel giorno. Da una parte il vecchiume, il parrucconismo e dall’altra la potente spinta rivoluzionaria degli anni Sessanta che irrompeva nel nuovo decennio travolgendo ogni cosa. Con Clay, lo percepiva pure un moccioso come il sottoscritto, c’erano i Beatles e il Sessantotto, le tette libere delle ragazze e il mitico raduno giovanile di Woodstock, il pacifismo alla “c’era un ragazzo che come me…” e il Calcio Totale olandese allora agli esordi. (Occorrerà ricordare che lo sfidante al titolo aveva rifiutato di prestare servizio militare in Vietnam e per questo era stato privato della corona dei pesi massimi conoscendo il carcere.)
Mi dicevo, ripetendo la convinzione generale, che non c'era match. Fui sbalordito il giorno dopo alla notizia che Frazier aveva vinto l'incontro conservando il titolo di campione del mondo dei pesi massimi. Però la notizia fu data in un modo forse poco obiettivo. Frazier, si diceva, aveva vinto ai “punti” come se questa fosse un’onta. Inoltre, si sottolineava, il povero Joe era andato in ospedale dopo l'incontro perché Clay gli aveva fratturato la mascella, qualcuno diceva “spaccato” per rimarcare l'evento.
Quasi nessuno a quanto ricordo aveva detto che anche Clay aveva dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Chi lo aveva fatto lasciava intendere più o meno che il “pugile ballerino” aveva passato il tempo a raccontare barzellette al medico di turno prima di tornarsene a casa danzando. Scarsissimo rilievo era stato dato al coraggio di Joe Frazier, che aveva combattuto per gran parte del match con la menomazione alla mascella. L’informazione sportiva e non era talmente di parte che io ragazzino e un mucchio di gente come me ci convincemmo che il vero vincitore dell’incontro “del secolo” fosse stato Clay, e che Frazier rimanesse campione del mondo solo per imbrogli politici o mafiosi.
Solo molto tempo dopo venni a sapere che quella notte il gancio sinistro di Frazier aveva fatto miracoli e che, se situazioni poco chiare - leggi combine - c’erano state, quelle riguardavano soprattutto l’incontro del futuro Mohamed Alì (Clay cambiò nome diventando musulmano) con George Foreman. La disinformazione continua ancor oggi. Facendo una ricerca con Google su quel match, ho trovato notizie soprattutto sulla vittoria di Clay del 30 ottobre 1974, evento sportivo di certo meno importante di quello del ‘71 che metteva in palio il titolo dei massimi.
Joe Frazier era un pugile semplice e leale alla Cinderella Man, senza grilli per la testa. Uno che aveva preso tanti pugni nella vita e che il pugilato aveva salvato dalla criminalità e dalla galera. Un uomo modesto e di buon senso senza messaggi da lanciare, a meno che questi non riguardassero il suo silenzioso coraggio. Se fosse stato irlandese, sarebbe stato un perfetto personaggio per un film di John Ford. Oggi penso che il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero stati tanti Joe Frazier e molti meno individui linguacciuti e esibizionisti alla Cassius Clay.
Questo post è stato letto e apprezzato da un allenatore di boxe di quelli veri (uno che ha guidato un pugile al titolo mondiale). Ne sono lieto come se fosse piaciuto a Nino Benvenuti o all'allenatore di Rocky nel primo film della saga cinematografica. Sono davvero contento.
Mi dicevo, ripetendo la convinzione generale, che non c'era match. Fui sbalordito il giorno dopo alla notizia che Frazier aveva vinto l'incontro conservando il titolo di campione del mondo dei pesi massimi. Però la notizia fu data in un modo forse poco obiettivo. Frazier, si diceva, aveva vinto ai “punti” come se questa fosse un’onta. Inoltre, si sottolineava, il povero Joe era andato in ospedale dopo l'incontro perché Clay gli aveva fratturato la mascella, qualcuno diceva “spaccato” per rimarcare l'evento.
Quasi nessuno a quanto ricordo aveva detto che anche Clay aveva dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Chi lo aveva fatto lasciava intendere più o meno che il “pugile ballerino” aveva passato il tempo a raccontare barzellette al medico di turno prima di tornarsene a casa danzando. Scarsissimo rilievo era stato dato al coraggio di Joe Frazier, che aveva combattuto per gran parte del match con la menomazione alla mascella. L’informazione sportiva e non era talmente di parte che io ragazzino e un mucchio di gente come me ci convincemmo che il vero vincitore dell’incontro “del secolo” fosse stato Clay, e che Frazier rimanesse campione del mondo solo per imbrogli politici o mafiosi.
Solo molto tempo dopo venni a sapere che quella notte il gancio sinistro di Frazier aveva fatto miracoli e che, se situazioni poco chiare - leggi combine - c’erano state, quelle riguardavano soprattutto l’incontro del futuro Mohamed Alì (Clay cambiò nome diventando musulmano) con George Foreman. La disinformazione continua ancor oggi. Facendo una ricerca con Google su quel match, ho trovato notizie soprattutto sulla vittoria di Clay del 30 ottobre 1974, evento sportivo di certo meno importante di quello del ‘71 che metteva in palio il titolo dei massimi.
Joe Frazier era un pugile semplice e leale alla Cinderella Man, senza grilli per la testa. Uno che aveva preso tanti pugni nella vita e che il pugilato aveva salvato dalla criminalità e dalla galera. Un uomo modesto e di buon senso senza messaggi da lanciare, a meno che questi non riguardassero il suo silenzioso coraggio. Se fosse stato irlandese, sarebbe stato un perfetto personaggio per un film di John Ford. Oggi penso che il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero stati tanti Joe Frazier e molti meno individui linguacciuti e esibizionisti alla Cassius Clay.
Questo post è stato letto e apprezzato da un allenatore di boxe di quelli veri (uno che ha guidato un pugile al titolo mondiale). Ne sono lieto come se fosse piaciuto a Nino Benvenuti o all'allenatore di Rocky nel primo film della saga cinematografica. Sono davvero contento.
commenti
RispondiEliminasono la primaaaaaaaa!!!!!!!! comunque a parer mio l'informazione è sempre di parte, soprattutto nello sport!!! è sin troppo facile pensare male dell'avversario, tantopiù se vince....solo con la juve avevamo tutti ragione ihihihih!!! anche se alcune cose sono vere, soprattutto in sport come la ginnastica dove il giudice conta tutto.....ma purtroppo le cose sifficilmente cambieranno....l'importante come dici tu è non perdere id vista quei campioni che sono anche dei modelli.... grazie per il tuo appoggio, vedremo domani come va! buonanotte
postato da pea_carl il 26/06/2006 02:35
buongiorno Mister!!! :-) ho visto si ke ha rifatto il test...ma deve riprovarci ancora, si deve guadagnare il podio...no??? ahahah :D ke dire...le lunghe notti estive ultimamente le passo a lavorare...la gente esce sempre più tardi... ogni tanto ho il dubbio ke siano vampiri...mmmmmm...ahahahahah :D buona giornataaaa!!! un abbraccio :-)
postato da endless il 26/06/2006 11:17
Anche a me non piace assolutamente questo sport! troppo violento e cattivo! In compenso,il tuo scritto è sempre piacere leggerlo!!! Quanto asserisci è vero,le vittorie o le sconfitte commentate in una certa maniera fanno pendere l'ago della bilancia dalla parte che più conviene,screditando al massimo l'effettivo risultato ottenuto! Questo episodio....guarda caso mi fa tanto venire in mente un certo personaggio politico,che pur avendo perso....di pochi punti,ma PERSO!!! Continua a proclamarsi "vincitore morale!"....ma allora è un vizio....!!!! Buona giornata Mio Capitano!!!
postato da vitty il 26/06/2006 11:43
ma cassius era un brillante umorista,un ironico impenitente e sapeva usare i media come nessuno all'epoca.ci voleva anche gente come lui .
postato da nicocordola666669 il 26/06/2006 14:54
Vediamo un po' di inquadrare questo match definito "del secolo". Laa prima considerazione da fare è che il pugilato aveva poco a che fare con questo incontro, che come tutti gli eventi davvero importante era qualcosa di filosofico e forse di sociologico. Era il 1971. C'erano un mondo in fermento. C'era la guerra del Vietnam e il movimento studentesco in Europa
postato da Mio Capitano il 26/06/2006 15:09
Vediamo un po' di inquadrare questo match definito "del secolo". La prima considerazione da fare è che il pugilato aveva poco a che fare con questo incontro, che come tutti gli eventi davvero importanti era qualcosa di filosofico e forse di sociologico. Era il 1971. C'erano un mondo in fermento tra la guerra del Vietnam e il movimento studentesco in Europa. Il mondo era diviso in blocchi politici. L’espressione Terzo Mondo aveva un significato perché a quell’epoca esisteva ancora il Secondo Mondo rappresentato dal Socialismo Reale. Forse l’unica cosa rimasta immutata da quei tempi a quelli attuali era l’icona di Che Guevara, eroe delle generazioni giovanili di entrambe le epoche. Soprattutto ciò che si percepiva era l’aleatorietà del mondo. Pareva che tutto dovesse cambiare da un momento all’altro e che bastasse una spallata nemmeno tanto forte per abbattere la società e i suoi falsi idoli consumistici. Il cinema era quello on the road di “Easy ryder” che io non avevo ancora visto perché troppo piccolo. I grandi talvolta ascoltavano della musica rumorosa e incomprensibile, farcita di chitarre elettriche incendiarie e grida belluine, che anch’io speravo un giorno di ascoltare e di capire. Cassius Clay, come detto nel post, era l’icona del nuovo che avanzava. Aveva indirizzato i suoi atteggiamenti polemici, che lo avevano contraddistinto fin dalla conquista della medaglia d’oro alle olimpiadi di Roma, in direzione di una severa contestazione alla società dell’epoca. Nel pieno della guerra del Vietnam, si rifiuta di prestare servizio militare con le parole “Io non ho niente contro i Vietcong”. Si attira addosso critiche a non finire. Viene dichiarato decaduto dal titolo mondiale dei pesi massimi, condannato alla prigione e a un’ammenda astronomica di cinque milioni di dollari. Da quel momento diventa un’icona perfino più politica che sportiva. Nel 71, come detto, incontra il silenzioso Frazier (non so se fosse davvero tale, certo lo appariva di fronte a una macchina della parola, non sempre meditata, come Clay) divenuto in sua assenza il campione dei pesi massimi. Frazier non ha alcuna idea politica, forse non ha alcuna idea e basta. Non fa proclami. Non ha niente dello stile estroverso e magniloquente di Clay. Non sembra nemmeno un granchè come pugile. Troppo piccolo e con poca potenza. L’unica sua capacità pare quella di incassare i pugni, e ne ha presi davvero tanti nella sua vita. Tutti, compreso il ragazzino che io ero all’epoca, lo percepivano come un odioso usurpatore del titolo mondiale. Clay lo avrebbe giustiziato in poche riprese. Clay, non ricordo se all’epoca fosse già diventato Mohamed Alì in ossequio alla sua nuova religione musulmana, in un paio di round gli avrebbe insegnato tutto del pugilato e anche della vita. Poi ci fu la grande sorpresa dell’”operaio” Frazier che vinceva nitidamente ai punti conservando il titolo. Fu una delle maggiori sorprese della mia vita. Qualcosa di impossibile che accadeva. Il resto è spiegato nel post. Per diversi anni Clay-Alì è stato il mio idolo. Amavo quando si definiva “il migliore” intendendo non solo del pugilato. Per quelli che non hanno fatto in tempo a conoscerlo, dirò che aveva atteggiamenti simili a quelli del pugile Apollo Creeg nell’epopea cinematografica di “Rocky” (credo anzi che il personaggio di Apollo fosse stato ispirato proprio da Cassius Clay). Peraltro Rocky Balboa ha molti tratti che facevano pensare a Joe Frazier (ricordo ora che questo campione fece una sua comparsa nel film prima del match decisivo). Mi pare che ce ne sia abbastanza. :-)
postato da mio capitano il 26/06/2006 15:11
Ma guarda un pò i casi della vita ... Ho letto il tuo post e pensa un pò ... il mio papà e proprio un maestro di pugilato oltre che ex pugile. Per lui la boxe non è solo uno sport bensì una passione vera e propria; ha avuto un campione modiale fra i suoi ragazzi (xchè li considera tutti come suoi figli, e mai vorrebbe che si facessero male gravemente). Cosa vi devo dire ? E' una passione e bisogna capirla e non ditemi che il calcio non è uno sport violento per cortesia, forse anche peggio che violento. A settembre, se tutto va secondo i piani inizio un corso per arbitro, sono curiosa e non vedo l'ora. Ricordate che il pugilato professionisti è una cosa, ci sono in ballo soldi, interessi ecc.. l'altro pugilato ... bhe fa parte della storia.
postato da Scatenata il 26/06/2006 17:54
Bello questo ritratto di Frazier eroe silenzioso...il pugilato non mi è mai piaciuto,ma ricordo quel periodo perchè la mia migliore amica (un pochettino più grande di me)era proprio appassionata di Cassius Clay. Si alzava anche di notte per vedere gli incontri e quando mi vedeva aveva sempre da raccontarmi le imprese del gran campione...ma a me i suoi racconti non interessavano,da un orecchio mi entravano e dall'altro mi uscivano! a proposito del film di roky invece,posso dirti che l'ho visto dopo essere stata a Philadelphia qualche anno fa,e aver saputo che era stato girato proprio in quella città :volevo ritrovare attraverso le immagini,le vie in cui avevo camminato! baci, elle:)
postato da elle il 26/06/2006 18:14
mio babbo è stato un arbitro di box fino a 5 anni fa(ora fa solo il giudice per limiti d'età superati) quindi io sn cresciuta un po' con questo mito del pugile ...forse per questo ho delle nevrosi riguardo agli uomini! ma sei tornato! menomale capitano! un bacione
postato da jovelly il 26/06/2006 18:18
A mio modesto avviso, il rifiuto di andare in Vietnam, a quei tempi ed in quel contesto sociale, di Alì, nero mussulmano, vale di più di tutta la sua carriera di pugile. Frazier è stato un campione straordinario, ma Alì ha fatto qualcosa che resterà nella Storia con la S, appunto. Ciao :-)
postato da Amfortas il 26/06/2006 20:02
commento emotivo alla partita dell'Italia. Straordinaria, straordinaria, straordinaria Italia!!! I giocatori hanno dimostrato di avere carattere eccezionale. In dieci contro undici non hanno arretrato, non hanno avuto paura (la paura la avevano in undici come qualche volta ci accade). Da quando siamo stati in inferiorità numerica i canguri non hanno creato nessuna seria occasione da rete. Totti ispirato nel quarto d'ora finale e eroico sull'ultimo rigore. Zambrotta colosso di Rodi, insuperabile, un golem di pietra. Gattuso il solito combattente. Cannavaro guerriero di Riace, Buffon con più coraggio di Ettore, un baluardo. Ho gridato come un pazzo al rigore. Dei famosi tre elementi citati da De Gregori nella bellissima canzone "La leva calcistica del 68", "Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo dalla fantasia"... il più importante di tutti è il primo, il coraggio. Un giocatore lo vedi dal coraggio. Una squadra la vedi dal coraggio. Una squadra la vedi dal coraggio nei momenti decisivi della partita. God bless non America, ma Italia. Bravi ragazzi. A più tardi il commento tecnico, che sarà forse alquanto diverso da quello emotivo.
postato da eran dieci eran giovani e forti e sono vivi il 26/06/2006 21:17
un emozione dietro l'altra...:)
postato da elle il 26/06/2006 23:47
Direi che potremmo accenderla...ma ogni cosa che scrivo può essere interpretata e DEVE esserlo. In questo caso le ali di carta non sono mie.Dalla foto si capisce.Le mie sono di piume!;P
postato da S. il 27/06/2006 00:08
Prima una sul pugilato e su Joe Frazier. Sono stato davvero sorpreso di vedere che tante donzelle avevano da dire cose per nulla banali sulla Noble Art. Pensavo che sapessero del pugilato ancora meno del pallone, ma mi sbagliavo. Scatenata ha il papà che è maestro di pugilato e ha avuto perfino un campione del mondo tra i suoi allievi (la nostra amica Scatenata non ci ha detto chi era questo campione mondiale forse per difendere la sua privacy). Tra l’altro si appresta a fare un corso di arbitro di boxe. La sempre brillante elle aveva un’amica pazza di Clay/Alì e ha sentito parlare spesso di questo pugile. La dolce Jovelly aveva il papà arbitro di boxe e deve aver mangiato pane e pugilato per parecchio tempo. Per quanto riguarda i miei rapporti con questo sport, posso dire che per un tratto della mia vita sono stato un appassionato, nel senso che mi piaceva molto seguire le telecronache di Paolo Rosi, che considero forse il nostro più grande telecronista di tutti i tempi e di tutti gli sport. (Rosi commentava pure l’atletica e il rugby, era stato un campione di questo sport, ma dove il suo racconto toccava vette poetiche degne di un Whitman era nel pugilato). Mi piaceva abbastanza come telecronista Rino Tommasi, anche se lo consideravo di una buona spanna sotto Paolo Rosi. Del pugilato ammiravo il gesto tecnico, la strategia dei pugili, l’intelligenza e il coraggio di taluni. Apprezzavo soprattutto i pugili creativi e rapidi alla Clay o alla Sugar Ray Leonard, ma anche quelli dal pugno pesante alla Marvin Hagler. Amai moltissimo il film “Rocky” quando uscì nel 76. Lo considero tuttora un gran bel film; le puntate successive della saga hanno nuociuto al complesso della storia, ma il primo “Rocky” per me non ha perso niente del suo fascino iniziale (non per niente vinse i due Oscar più pesanti, miglior film e migliore regia). Poi a un tratto il pugilato non mi è piaciuto più. Non so quando è successo, ma è stato parecchi anni fa. A un tratto non mi è parso più nemmeno uno sport, detestavo il fatto che il solo fine di questa attività fosse di fare quanto più male possibile al tuo avversario e se ci riuscivi avevi fatto bene il tuo lavoro. Come dicevo, non so perché prima non mi ponevo questo problema e perché poi esso mi ha fatto disamorare dal pugilato. Il prossimo commento sarà sulla partita dell’Italia.
postato da Capitan Pugile il 27/06/2006 00:44
E siamo al commento (si spera) meditato sulla partita dell’Italia. Prima ancora un rilievo influenzato dall’ancora forte emozione della partita. La cosa che ho ammirato nell’ultimo ispirato quarto d’ora è stata la limpidezza di pensiero di Totti (il che potrebbe sembrare una bestemmia se pensiamo che il capitano della Roma viene sempre descritto come un ominide poco intelligente, conosciamo tutti le barzellette che lo prendono di mira). Totti aveva una serenità unica, forse perché non aveva responsabilità entrando nel finale di una partita che pareva compromessa a causa dell’inferiorità numerica. Pensava in fretta e lo faceva bene. Sapeva sempre a chi passare la palla, dove posizionarsi, sapeva quando era il caso di accelerare e quando invece doveva rallentare. Ostentava, come ho detto, un’acutezza di pensiero e di riflessi eccezionale. Per la prima volta dall’inizio del mondiale si è rivelato il campione che tutti stiamo aspettando. La mia emotività mi ha impedito di seguire in televisione il calcio di rigore finale (sono andato in bagno per espletare un rapido bisogno fisiologico, ma la tensione mi ha impedito di fare alcunché). Non ho seguito in diretta la resa dei conti finale, ma ero certo che Totti avrebbe segnato il penalty. Esistono due tipi di calciatori che tirano i rigori. Quelli nervosi (e sono in questo stato d’animo sempre perché stanno giocando male e magari si accollano le colpe della scarsa prestazione della squadra) e quelli sereni (sono quelli che sono in giornata di grazia e lo sanno). Totti era un giocatore sereno che giocava bene e un campione. Non poteva assolutamente sbagliare quel calcio di rigore… A differenza di ciò che dice Francesco De Gregori nella mai troppo lodata canzone “La leva calcistica del 68”, penso che pure da questi particolari si giudica un giocatore. Ho ancora il tempo per una riflessione. Questo ottavo di finale (i corsi e i ricorsi storici) assomiglia moltissimo a un altro emozionante e sofferto quarto di finale mondiale. La partita Italia-Nigeria del campionato del mondo del 94. Anche lì la partita sembrava persa. Anche più di questa, dato che eravamo in dieci contro undici e perdevamo uno a zero fino a pochi minuti dalla fine. Poi venne il gran gol di Roberto Baggio che cambiò il nostro destino portandoci in finale. Ah, anche quella nazionale aveva qualche problema di gioco, ma possedeva in quantità industriali la qualità che serve a rendere grande una squadra: il coraggio. Spero che questa analogia sia di buon auspicio per portarci pure stavolta in finale. Mi sono accorto che il commento sull’inusitata limpidezza di pensiero di Totti ha preso troppo spazio. Dovrò quindi ancora rinviare il commento tecnico. Qui accennerò solo che come spesso ci accade, abbiamo avuto paura di giocare. Abbiamo attaccato con pochi giocatori; abbiamo avuto paura di attuare un pressing più efficace per paura di scoprirci… anche quelli non addentro al calcio sapranno che il nostro comandamento principe è sempre stato “Primo non prenderle”. Cioè per prima cosa non restare mai scoperti in difesa, anche a costo di non giocare in attacco. Ora vado a sentirmi i commenti sulla partita in tivvù. Magari più tardi ripasso per qualche nuova riflessione.
postato da Capitan Pallone il 27/06/2006 01:14
Non me ne intendo di pugilato, quindi resto al calcio. Hai ragione su Totti, sulla sua lucidità e sul suo coraggio (insieme a quello di Grosso che si è fatto tutta la fascia, ha avuto il fiato di buttarsi in area, dribblare due difensori e prendersi il rigore - secondo me però un po' esagerato, come lo era stata l'espulsione di Materazzi, in verità). Mi ha fatto molto piacere per lui, perché è un grande talento, perchè sa giocare bene e divertire la gente. E' un ragazzo nato per questo sport, i giudizi su tutto il resto (la sua intelligenza, la sua vita privata) non hanno senso. Piuttosto a me l'Italia non è piaciuta. Non gioca bene (l'ha detto anche Gattuso dopo la partita e aveva ragione), sembra soffrire le squadre meno tecniche (USA e Australia non giocano molto diversamente e ci è andata bene che ai canguri mancava l'uomo di maggior classe, Kewell), è poco mobile e non gioca sulle fasce ma vive di una difesa fantastica e di ottime soluzioni sui calci da fermo. Esclusi i gol "regalati" di Iaquinta e Inzaghi, abbiamo segnato solo su palle inattive. Con tutto questo, però, grandi. Coraggiosi. Come ha detto Zambrotta, una squadra che ha due palle così. Verissimo. Renderemo la vita difficile a chiunque, ma attenzione, perché prima o poi il nostro attacco deve cominciare a funzionare, altrimenti contro le grandi sarà difficilissimo vincere. Ciao! elena
postato da ebtg il 27/06/2006 12:22
Ecco la disamina tecnica della partita. Abbiamo fatto quello che abbiamo quasi sempre fatto nella storia ai mondiali di calcio. Ci siamo difesi e abbiamo guardato gli altri giocare, agendo di contropiede. Era successo col Ghana e con le altre squadre che abbiamo incontrato. Capiterà ancora con le altre nazionali che incroceremo in futuro, a prescindere dalla loro forza. I commentatori sportivi hanno fatto un gran parlare di formazione in questi giorni. Totti o non Totti, attacco a una o due punte, Inzaghi o Iaquinta, Gilardino o Toni, Camoranesi o Perrotta. Non hanno capito che i nomi non c’entrano niente nell’atteggiamento tattico della nostra squadra. Non siamo abituati a giocare in attacco. Non abbiamo questa caratteristica nella nostra cultura, direbbe il grande Sacchi. Attuare un modulo offensivo è una questione di mentalità. Devi essere stato abituato per lungo tempo a pensare in quel modo. Devi essere stato addestrato a non avere paura di scoprirti in difesa. Devi aver superato l’ansia che ti porta lasciarti alle spalle dei settori di campo rimasti incustoditi. Non ci vuole un allenatore di pallone per giocare in attacco, ma uno psichiatra. Uno che sottoponga i giocatori a sedute di analisi per liberarsi dei complessi della difesa sguarnita, dei traumi del gol preso in contropiede. Inoltre il modulo offensivo è molto più difficile da attuare tatticamente del gioco all’italiana (il poco onorevole catenaccio). E’ una tattica rischiosa, devi provare e riprovare schemi, posizioni in campo, intesa tra i compagni di reparto. Devi avere la difesa alta (cioè a ridosso del cerchio di centrocampo) e perfettamente in linea per attuare il fuorigioco (e devi sapere che sbagli a fare un fuorigioco il tuo avversario si invola indisturbato fino alla tua porta). I giocatori che praticano questo modulo di gioco necessitano di un’intesa superiore a quelli di amanti appassionati e di lungo corso. Non a caso le squadre di attacco si allenano per parecchi mesi, provano e riprovano, studiano e perfezionano movimenti e tattica. Squadre come quella australiana o come ad esempio la Corea del sud che ci eliminò nell’altro mondiale, hanno il tempo per allenarsi in quel modo. Gli azzurri, sempre presi tra impegni durissimi di campionato e coppe, non ce l’hanno. Nella partita di ieri le nostre fasce di attacco sono rimaste costantemente disabitate. Zambrotta da una parte e Grosso dall’altra non hanno spinto come era lecito attendersi (Grosso l’ha fatto una sola volta nel finale e ci ha procurato il rigore che ha deciso la partita). Se l’azione di attacco non è accompagnata dai mediani laterali ha vita corta, non ti restano che i lanci lunghi di cui abbiamo abusato nella partita. In tutti i modi, pur con le nostre pecche e magagne abbiamo avuto molte più occasioni da rete dell’Australia. L’evento migliore capitato ieri, oltre al superamento del turno e alla prova di coraggio offerta dalla nostra compagine in dieci contro undici, è stata la bella prova di Totti. Pur nello scampolo di partita che ha giocato, il nostro uomo più dotato di tecnica si è dimostrato pienamente recuperato sotto il profilo psicologico. Totti c’è. E ci sarà pure nelle prossime partite. Questo ci fa ben sperare. Dato che mi sta piacendo un sacco parlare di calcio, lo farò ancora. Vi eviterò di comprare giornali sportivi, perché nel prossimo commento farò le pagelle dei giocatori italiani.
postato da Mio Capitano il 27/06/2006 12:32
ciao pen, mi piace sentirti infervorato per la nostraitalia, a me è piaciuto molto anche toni ....che ha avuto sfortuna, e poi l'espulsione secondo me è stata esagerated....ciao!!!! senti mi fai anche il calendario partite????chi giochera oggi??? ciao pen!!!con entusiasmo.
postato da iris il 27/06/2006 12:46
si certo mio capitano, me ne andavo in giro sulla porsche ma non me ne fregava/frega niente della porsche.questo ragazzo di lotta continua è la persona più tutto che si possa dire. e sn felice di averlo conosciuto, dovreste conoscerlo anche voi! un bacione***
postato da jovelly il 27/06/2006 14:14
LA DIFESA Buffon: 7,5. Baluardo insuperabile. Sicuro nelle uscite e nelle parate a terra. Non ha dovuto fare interventi memorabili, di quelli che togli il pallone dal sette, ma era presente e dava sicurezza. Impressionante la forza della sua presa, quando con una sola mano ha fermato un pallone a terra impedendo a un giocatore australiano di farselo portare via. Zambrotta: 8. Il migliore della nostra squadra, a mio modo di vedere. Non ha spinto in attacco come ci si aspetterebbe da un uomo come lui, anche se è stato molto più attivo del suo collega di reparto Grosso. Però è stato il duro di quando i giochi si fanno duri. Nel secondo tempo quando gli australiani attaccavano dalla sua parte ero sicuro che non avrebbero passato la diga rappresentata da un uomo solo. Forte nel cuore e nelle gambe. Grosso: 7,5. Ha giocato peggio dei suoi colleghi di reparto spingendo poco sulla fascia non per demeriti suoi, ma dell’atteggiamento timoroso della squadra. Dà meno sicurezza dei suoi colleghi di difesa, ma ha avuto il merito di procurarsi il rigore che ci ha fatto passare il turno. Lo giudico efficace come pochi quando ha l’occasione di crossare dal fondo; è un peccato che il suo piede non sia messo in grado di fare ciò in cui eccelle. Cannavaro: 7,5. La sua solita partita ineccepibile. Attentissimo. Ha anticipato spesso Viduka, a suo agio quando la partita si fa dura. Una sicurezza. Materazzi: 6,5. A livello degli altri della difesa. Si fa espellere per un intervento forse giudicato severamente, ma sicuramente in ritardo. IL CENTROCAMPO Pirlo: 5,5. visto in ritardo di condizione. Gamba lentissima. Sembrava lento pure il suo pensiero. Ha sbagliato anche passaggi di pochi metri. Nelle ultime due partite non ha brillato come all’inizio del mondiale, il che dovrebbe preoccuparci. Gattuso: 6,5. Una partita basata sulla corsa come il suo solito. Si impegna e contrasta. Il clima agonistico successivo all’inferiorità numerica è il suo pane. Non costruisce nulla di buono in attacco. Perrotta: 7. Il nostro miglior centocampista, andato alcune volte alla conclusione senza fortuna. Incisivo, l’unico a sembrare pericoloso. L’ATTACCO Del Piero: 5. Un buon inizio con un paio di belle palle gol. Poi si è spento con la squadra per demeriti non suoi. Toni: 5. alcune conclusioni a rete poco fortunate, tra cui una ciabattata in area di rigore nel secondo tempo. Non si capisce la ragione della sua presenza in campo. Toni è un centravanti massiccio forte di testa che necessiterebbe di cross dal fondo (assolutamente latitanti nel nostro gioco). Su un magnifico crosso di Del Piero all’inizio ha sfiorato il gol, ma un goleador di razza l’avrebbe buttata dentro. Gilardino: 5. come il compagno Toni non segna e non incide. La domanda è la solita: a che ti serve una coppia di attaccanti se ogni volta che gioca non produce un gol che sia uno? I SUBENTRATI Iaquinta 6: La prende poco finché non gliela dà Totti in un paio di occasioni nel finale. Sembra comunque più attivo della coppia male assortita Gilardino-Toni. Nel secondo tempo costretto a reggere da solo il peso dell’attacco azzurro. Barzagli: 7. Entrato subito nel clima della partita, si lascia ben guidare dall’esperto Cannavaro e svolge il suo lavoro con diligenza. Totti: 7,5. Forse il suo quarto d’ora finale meriterebbe un Non Giudicabile, ma ha senza dubbio inciso sulla partita. Suoi alcuni lanci a Iaquinta, suo l’assist a Grosso che ci ha portato al rigore. Ha tirato il calcio dagli undici metri con invidiabile freddezza. Era sereno, conscio del suo buon spezzone di partita. Sapeva già prima di andare sul dischetto dove tirare e come farlo; non credo che abbia pensato nemmeno per un momento di fare il cucchiaio. Nemmeno l’antipatico arbitro spagnolo che gli ha fatto spostare il pallone gli ha tolto la calma.
postato da LE PAGELLE DEGLI AZZURRI il 27/06/2006 15:57
Capitano mio(invertendo l'ordine degli addendi...)ma come cavolo si fa a leggere tutti i tuoi commenti che sono più lunghi del post stesso????Non ho 3 giorni di tempo!!Dovrò mica aspettare le ferie???:((
postato da S. il 27/06/2006 16:22
grazie pen, molto gentile,,neanche io ho sky odio le parabole e i decoder, comunque mi piace molto che non abbiamo la germania contro..subito:-D oggi hanno parlato molto bene di totti.
postato da iris il 27/06/2006 16:23
buongiornoooooo MisterP!!! ;-) buona giornata...ci si sente presto...se nn skiatto prima dal caldo... mi sto colandoooooooooo...aiut... ahahahah :D PS: Ehi MistrP...ti ho risp :-)
postato da endless il 27/06/2006 17:58
Purtroppo quella delle foto nel mio blog (è sempre la stessa), non sono io. E' Natalie Portman. Mi piace molto, la trovo di bellezza e sensualità rare ed è molto brava anche come attrice. Diciamo che se fossi un uomo potrei perdere la testa per lei.
postato da sibillasi il 27/06/2006 20:31
Colgo l'occasione per dirti che ritengo tu scriva in maniera superlativa. Ci sono altri blogger che conosco che scrivono molto bene, ma credo che tu sia fra i pochi a sollevare di molto la media generale. Penso che possa avere davvero un futuro nel campo e spero non smetta mai di combattere per arrivarci. Buona serata.
postato da sibillasi il 27/06/2006 20:33
ieri sono letteralmente impazzita!!! di sicuro totti ha abbondato di coraggio per tirare quel rigore...mica era uno qualsiasi..... comunque non è facile no giocare in attacco. io di solito vado molto a sensazione, e la nazionale a giocare d'attacco non la vedo, soprattutto ora. eppure durante il campionato tifo per una squadra che di buttarsi in avanti non ha paura, anche senza il miticissimo buffon tra i pali. però la nazionale ora non credo possa permetterselo nonostante la difesa implacabile che abbiamo...se pirlo non gira a dovere e totti non è al massimo, per non parlare delle punte (per me ieri era da mettere inzaghi e non iaquinta....in dieci no però mi sa che lui le occasioni di toni non le avrebbe sbagliate....) in queste condizioni l'unica è il contropiede (ahimè odio giocare così ma è vero...) e la prossima si vede col maxischermo insieme a centinaia di persone!!! nooooo!! ho realizzato ora che sarà senza gialappa immagino.....peccato!! (quando totti era sul dischetto han messo la musica di mezzogiorno di fuoco....non sapevo se ridere o piangere tra la tensione e loro!!) un bacio e forza italia!!
postato da pea_carl il 27/06/2006 21:28
Carina la tua "Ode a un seno timido". Baci, filo
postato da filo rosso il 28/06/2006 01:02
Se godessi, crapulassi, bagordassi, gozzovigliassi e orassi a congressi carnali sarebbe stato un altro post. Non credi? Io sì.
postato da filo il 28/06/2006 01:25
Vista la Spagna con la Francia sia pure a sprazzi (stasera non ero ispirato dal pallone). Mi chiedo come sia possibile un fatto. Sei in vantaggio di uno a zero (la Spagna) e ti fai fare un gol in contropiede con una linea difensiva altissima quasi situata sul cerchio del centrocampo. Forse noi siamo troppo difensivi, e siamo d'accordo. Ma la Spagna ha spesso un'atteggiamento scriteriatamente offensivo. E' per questo che non ha mai vinto niente nel campo del pallone.
postato da Capitan Pallone il 28/06/2006 01:37
Ok, scusa il misanderstanding. A dirla tutta, un po' di sincero sballo in certi momenti farebbe bene anche a me. Baci
postato da filo rosso il 28/06/2006 01:39
yesss faccio ginnastica artistica in pre-agonismo....giovedì si parte!! speriamo di tornare con un buon risultato.....!! buonanotte mio capitano!
postato da pea_carl il 28/06/2006 02:15
Ragazzi, ma avete visto cosa hanno scritto di noi i crucchi? Ho sentito la notizia stasera sul primo canale riferita da Marco Mazzocchi. Ecco cosa ha detto di noi “Der Spiegel”, che è il più diffuso periodico tedesco, secondo quanto afferma il blog di Beppe Grillo. Il virgolettato è tratto dal blog di Grillo: “Prendendo spunto dai nostri calciatori ed allargando il concetto a tutti gli italiani, ci qualifica come forme di vita parassitarie, mammoni maligni che sfruttano le donne, tipi da spiaggia, millantatori, viscidi, che non possono vivere senza un animale ospite dal quale succhiano più che possono, il cui obiettivo primario nella vita è l'ostentazione continua di affaticamento e, se calciatori, preferiscono giocare la palla a terra in modo da colpire meglio le ossa degli altri. Der Stronzen [Grillo chiama così “Der Spiegel”] conclude minacciando i calciatori italiani affermando che se la Germania li incontrerà in semifinale, loro, i tedeschi, hanno ancora un paio di conti aperti dall'ultima vacanza italiana.” A me i mangiacrauti nazistelli non hanno mai ispirato eccessiva simpatia. Hanno sempre quell’aria di superiorità. Quel loro guardarti dall’alto in basso. L’unica volta che sono stato all’estero, tornai su una corriera guidata da un austriaco che mi fece pagare un biglietto maggiorato del doppio (non potei protestare perché avevo fretta di tornare) e per tutto il viaggio non faceva che scoccarmi occhiate d’odio (aveva saputo che ero italiano). Dovetti cambiare posto per non farmi incenerire a furia di sguardi assassini. Spero che i discendenti delle Sturmtruppen e i loro accoliti germanofili debbano pentirsi calcisticamente del gratuito veleno che ci hanno riversato addosso. :-))))
postato da Fratelli d'Italia il 28/06/2006 03:05
Ciao Capitano, penso che il pugilato sia uno degli sport più epici che esistano, ma in effetti dopo certe partite (Italia Germania 4-3) penso ce anche il calcio non abbia molto da invidiare. Se non altro come sofferenza, vedi partita di ieri. Quanto ai crucchi, ben vengano le provocazioni ottuse e piene zeppe di luoghi comuni, se dovessimo vederci in semifinale parlerà il campo. Alla prossima :)
postato da Donnie il 28/06/2006 03:18
Finita la pausa. Concluso il viaggio bellissimo torno a rileggerti. Ho sudato freddo quando Totti guardava il portiere, Dio mio ora fà il cucchiaio, lo fà... Non avrei retto, per lui soprattutto. Una volta seguivo gli incontri di boxe, c'erano personaggi veri. Un po' come seguivo la formula uno quando c'era Ayrton, il mio Ayrton (ma questa è un'altra storia). Come stai fringuello?
postato da salem il 28/06/2006 11:10
Mah, non ho visto la partita e ho sentito il secondo tempo in tedesco su di una radio austriaca, ma da quello che ho capito - e quello che mi hanno raccontato poi - tutto sommato non è stata una prestazione da grandi campioni. Non mi piace per niente questo cammino relativamente semplice che abbiamo fino in semifinale, non vorrei che trovandoci di fronte Germania o Argentina ci risvegliassimo accorgendoci che il nostro gioco fa pietà. Guarda un po' i quarti: Germania-Argentina (finale 16 e 20 anni fa), Brasile-Francia (finale 8 anni fa), Inghilterra-Portogallo (che è una signora partita) e UCRAINA-ITALIA??? Ecco una sfida epica, altro che Joe Frazier! Almeno a complicare le cose c'è il fatto che dovremo affrontare Shevchenko senza centrali difensivi...
postato da Colui che vede Oltre il 28/06/2006 11:56
Diciamo che l'italia ha una difesa a dir poco eccezionale, se non fosse per questo a quest'ora sarebbero già tutti a casa a piangere e a scappare dalle sassaiole dei cittadini. L'altra sera festeggiando saltavo dal tetto di una macchina all'altro..eheh
postato da mirko il 28/06/2006 13:58
"Siam pronti alla morte / Siam pronti alla morte / L'Italia chiamò, sì" Ragazzi, scordatevi di disamine tecniche e considerazioni sul brutto o sul bel gioco. Il segreto per vincere nelle manifestazioni come il campionato del mondo è tutto in questi tre versi del nostro inno (bistrattato per molti anni, ma meno brutto di quanto si sia detto, anzi a me pare uno dei più movimentati, briosi e allegri i quelli uditi al mondiale e non solo: appassionante lo spettacolo dei giocatori che cantano l’inno e degli spettatori di fede italiana che li accompagnano). Siam pronti alla morte. E noi siam pronti a morire sul campo. L’Italia è una squadra. E’ una squadra esattamente nel punto in cui conta di più. Nel carattere, nello spirito di sacrificio, nella voglia di aiutarsi e di lottare. Sono queste qualità morali che rendono grande una squadra di pallone, e noi ce le abbiamo. Onore al merito di Lippi che ha saputo cementare lo spirito dei ragazzi, creando gente pronta a morire sul campo. Dirò ora una cosa. L’ultima partita è stata davvero una partita poco spettacolare. La nostra nazionale non ha fatto un gioco arioso e brillante. E’ apparsa abulica e con uno schieramento tattico troppo prudente. Io però pensavo che avremmo passato il turno in ogni caso. Anche se non ci fosse stato il rigore procurato da Grosso e trasformato da Totti. Ero convinto che saremmo andati ai calci di rigore e avremmo passato il turno così. Perché pensavo questo? Perché la squadra che vince ai rigori è sempre quella che ci arrtiva con maggiore convinzione. E’ quella che ritiene di aver giocato meglio o di aver subito qualche torto ingiustificato – espulsione di Materazzi – dall’arbitro, è quella che ha più spirito guerriero, che ha più voglia. E’ quella che non ha paura. La squadra pronta alla morte. E noi l’altro giorno, come dice il nostro inno, eravamo pronti alla morte sul campo (specie da quando siamo rimasti in dieci)… se ci fate caso negli ultimi due minuti di partita abbiamo fatto diverse azioni tambureggianti che hanno chiuso i pur in sovrannumero australiani nella loro trequarti. Solo una squadra che non ha paura e che vuole vincere agisce così. L’altro giorno avremmo vinto in ogni caso perché non avevamo paura (perlomeno dal quinto minuto della ripresa in poi). Per quanto riguarda Colui che vede Oltre, se ha sentito il secondo tempo in crucchese su una radio austriaca, non posso giurare che il resoconto sia stato totalmente obiettivo. A lui posso dire questo. Totti è uno di quei giocatori molto influenzato dallo stato emotivo della sua squadra. Quando è entrato nel quarto d’ora finale era sereno come pochi giocatori. Pensava con limpidezza e tranquillità, come ho detto in un altro commento. Totti era sereno perché la nostra squadra era serena. Ripeto che se fossimo andati ai calci di rigore avremmo vinto la partita. :-))))
postato da i forti di Forte Coraggio il 28/06/2006 14:07
A parte il prologo calcistico che non saprei come commentare dato che la nazionale italiana quest'anno è proprio alla frutta (scandalisticamente parlando)Tra moggi, scommesse e tentato suicidio di pessotto non riesco a provare ammirazione per i calciatori... tantomeno ad identificarmi in una eventuale sconfitta. il calcio è perdente e venduto. Non ha più anima non mi va di seguirlo.Spero anzi che vincano le squadre più deboli e povere... meno patinate e più sincere. Invece complimenti per l'articolo su frazier e clay...che appunto riassume quel concetto di lealtà di cui parlavo sopra... Un bacio.
postato da claudia il 28/06/2006 14:44
Grazie per iil tuo commento, mi fa piacere che ci sia qualche uomo che apprezzi le grazie femminili. un bacio, Fabiola.
postato da faby il 28/06/2006 16:20
Sedotta da una mail e abbandonata... ma si trattano così le Miss.... n'do cacchio stai???SGRUNT!
postato da MissSedotta il 28/06/2006 18:53
Ho tentato di fare un po' di cyclette. A momenti ci rimettevo la pelle per il caldo. :-))
postato da afa il 28/06/2006 21:11
Ciao, passavo per un salutino :)
postato da Misia il 28/06/2006 21:48
questa immagine mi ricorda qualcosa...
postato da libera il 29/06/2006 00:08
Vediamo di fare un po' di chiarezza sulle critiche spesso ingiustificate a mio modo di vedere fatte all'Italia. Prima questione. Il rigore dell'ultima partita c'era o no? Tutti a dire che non c'era. Per me era un rigore che si poteva dare, pur non essendo limpidissimo. L'incusione di Grosso sulla fascia sinistra aveva creato il panico nella difesa australiana. Il difensore che aveva cercato di contrastarlo si era riversato a terra occupando la direttrice di corsa del nostro giocatore. D'accordo, Grosso avrebbe pure potuto schivare il maldestro canguro riverso a terra, ma non aveva firmato nessun contratto che lo obbligasse a farlo. Per me il rigore c'era più dell'espulsione di Materazzi. Seconda questione, l'Italia è stata una squadra fortunata negli accoppiamenti degli ottavi e dei quarti di finale? Non sono affatto d'accordo. L'Australia era una squadra bene organizzata, magari non incisiva in attacco, ma difficile da incontrare e da superare per chiunque (ne sa qualcosa il Brasile, che pur battendola 2 a 0 ha concesso alla compagine dei Mari del Sud molte più occasioni da rete di noi). L’Australia era uno dei più ostici avversari da incontrare negli ottavi per una squadra che avesse vinto il suo girone eliminatorio come ha fatto l’Italia. Per quanto riguarda il quarto con l’Ucrania, noi non abbiamo nessuna colpa se la Francia (che avremmo dovuto incontrare secondo pronostico a questo punto) si è fatta imbrigliare dalla Svizzera e dalla Corea de Sud). Terza questione, Lippi è un allenatore maleducato e arrogante come sbandiera la stampa sportiva? Non mi pare per nulla. Ha detto soltanto che non vuole essere rotto le scatole con domande sulla formazione, che lui ha scelto di dare all’ultimo minuto perché lo ritiene utile per il bene della squadra. Ha detto ai giornalisti di non rompergli le scatole chiamandolo sul telefonino perché comunque la formazione non gliela dà. Non capisco perché i giornalisti sportivi, che ancora una volta dopo i tempi di Bearzot, appiono spesso seccatori mediocri al limite della provocazione, vorrebbero obbligare il ct a pubblicizzare informazioni che lui ritiene possano essere utili solo ai nostri avversari. Quarta questione. La nostra squadra è davvero debole come si dice? Dovremmo stare ai fatti. Forse gli azzurri non hanno dimostrato il gioco arioso di una Spagna, con incursioni sulle fasce e padronanza del centrocampo (ma bisogna anche ricordare che la Spagna se ne è tornata a casa con la coda tra le gambe), ma ha palesatouna invidiabile solidità difensiva. Non ha preso nemmeno un gol tranne l’autorete di Zaccardo. Nell’ultimo bistrattato incontro, l’Australia avrebbe potuto giocare in superiorità numerica fino alla notte dei tempi e comunque non ci avrebbe segnato mai. Inoltre abbiamo dimostrato l’ammirevole spirito di squadra di cui ho già parlato in un altro commento. La voglia di soffrire, l’agonismo, l’aiutarsi a vicenda. Il non darsi mai per vinti, il coraggio nei momenti decisivi. Sono queste le cose che rendono grande e forte una squadra. Tra l’altro nell’ultima partita forse abbiamo recuperato psicologicamente Totti una volta per tutte; e questo potrebbe influire molto sul nostro cammino futuro. La chiudo per ora. :-))))
postato da Vinci Italia il 29/06/2006 13:36
Pare che i crucchi di Der Spiegel (ma era Der Stronzen per Beppe Grillo e anche per il sottoscritto) si siano scusati per il veleno gratuito che hanno riversato addosso al nostro paese (vedere qualche commento più in basso per sapere di cosa si trattava). Gli alemanni dell'Ultimo Reich sono comici pure nelle scuse. Prima ti sparanno addosso cannonate da 90 sul loro sito chiamandoti parassiti, succhiasangue e papponi... e poi presentano due righe svogliate di scuse dicendo che il loro Mein Kampf sugli italiani era frutto di un equivoco. (Non mi risulta comunque che si siano offerti di risarcire i vistosi danni morali che hanno causato al nostro paese.)
postato da Mio Capitano il 29/06/2006 18:51
Mi sento un po' perso perchè non mi interessa più di tanto l'argomento. Però volevo salutarti. Lo sò, è uno dei commenti scemi che non approvi più di tanto. Ma volevo essere cmq presente. Ciao.
postato da tiziano il 30/06/2006 00:32
... il commento sulla caccrella è scomparso? Peccato, era divertente. Tengo a precisare che non era di mio tasto. Ami leggerti, vero? Giustamente poichè scrivi bene. Hasta luego, olè.
postato da grillo il 30/06/2006 00:35
Per i crucchi che sparano sentenze su noi italiani... "un bel tacer non fu mai scritto"... notte carissimo:)
postato da elle il 30/06/2006 00:44
Mi ha fatto piacere leggere il tuo commento da me:) ti lascio un bacio, ed è proprio bello leggerti:) un bacio
postato da frakkola il 30/06/2006 01:38
Guarda,io rinuncio ai commenti.Domani c'è la partita.Aspetto il nuovo post.Ah.Forza azzurri.;P
postato da S. il 30/06/2006 02:08
Oggi ci sono due partite importantissime. La nostra e Argentina-Germania. Il nostro incontro con l’Ucraina sarà una battaglia dall’esito incerto come tutte le partite che abbiamo affrontato finora. Non saremo belli, ma confido comunque che passeremo il turno, anche perché la squadra dell’Est europeo non attua il pressing asfissiante che ci mette in difficoltà. Sull’altro incontro non so quale esito sia meglio per noi. L’Argentina, come è stato notato da più parti, è una squadra nettamente più dotata di tecnica e creatività, però la Germania è nazione in crescita atletica e con affermate tradizioni calcistiche. Soprattutto gioca in casa. Temo che il fattore casa sia determinante. Le squadre organizzatrici del mondiale vanno in finale, se hanno delle tradizioni calcistiche come quelle della Germania (nel 90 noi ci fermammo alle semifinali solo per complicati motivi che sarebbe lungo spiegare qui). I commentatori sportivi quasi in massa dichiarano che preferirebbero incontrare in una eventuale semifinale la Germania, in virtù del suo minore tasso tecnico e magari anche in ricordo del 4 a 1 che le abbiamo rifilato di recente in amichevole a Firenze (ovviamente nessuno ha scordato il mitico 4 a 3 di Messico 70). Io non sono di questo avviso. Per me è meglio l’Argentina, anche se in un’ipotetica partita con i sudamericani la palla non la vedremmo quasi mai (ma accadde così anche in Spagna 82 con l’Argentina di Maradona e poi il turno lo passammo noi). Noto che in televisione, oltre ai soliti commentatori sportivi professionisti, da qualche tempo impazzano opinionisti politici prestati allo sport che si credono dei guru del pallone per aver visto qualche partita dalla tribuna vip e aver scritto qualche articolo di costume ben retribuito dall’America. Mi ha dato fastidio ieri vedere le ciance di Vittorio Zucconi sul primo canale. L’inviato speciale in America di “Repubblica” ha sparato a zero sul pallone, dispensando i giudizi di chi si crede una padreterno. Soprattutto ha picchiato duro contro Del Piero, il che di questi tempi è un po’ come sparare contro la Croce Rossa. Oltre al fatto che per me Del Piero non ha giocato peggio dei compagni di attacco Toni e Gilardino, Zucconi mi è sembrato uno sciocco pomposo quando voleva fare la formazione al posto di Lippi. Mi sono detto, che ne sa di pallone questo individuo arrogante? Quando mai ha visto un campo di calcio da vicino? Che ne sa delle relazioni che si instaurano in campo? Perché crede di saperne di più di un uomo serio come Lippi che ha passato tutta la vita sul terreno di gioco e ha visto cento e cento partite dal di dentro? Per quale assurdo motivo se lui dice che dovrebbe andare in campo il giocatore A e Lippi dice invece che è meglio che ci vada B, uno dovrebbe credere al saccente giornalista da salotto televisivo mondano e non a un uomo serio che ha mangiato pane e pallone (reale e non virtuale) tutta la vita? Ah, Zucconi era uno di quegli sciocchi che diceva che noi la Germania l’abbiamo sempre battuta e così avremmo fatto pure questa volta. Comunque ormai manca poco alla partita. Forza azzurri. :-)
postato da Capitan Pallone il 30/06/2006 12:24
Mi sento di difendere il povero Zucconi, nel senso che ha una certa competenza calcistica (ha tenuto per anni una rubrica sul calcio su Repubblica.it, tra l'altro sempre dicendo le stesse cose che ha ribadito nell'intervista che hai visto tu - su Del Piero spara da ancor prima di Francia 98). Puoi verificare su repubblica.it nella sua rubrica sul mondiale. Per il resto, anch'io non sono sicuro di cosa sarebbe meglio trovare in semifinale. Ad arrivarci, almeno. La Germania ha giustamente il fattore campo a disposizione, ma i tedeschi mi sembrano tutto sommato prevedibili in schemi e manovre. Corrono tanto, ma ormai dopo Australia e sperabilmente Ucraina dovremmo esserci abituati. L'Argentina quando ingrana fa paura. Noi non siamo in grado di proporre un pressing violento come quello che li ha fatti soffrire contro il Messico, e se non riuscissimo a recuperare la carenza di difensori che ci ha colpito avremmo una vita infernale contro quell'attacco spettacolare. Anche perché, data la nostra indole difensivista e la sciagurata tentazione di giocare in copertura con una punta, non faremmo altro che alzare il baricentro delle squadre sudamericane (Argentina e forse Brasile in un'eventuale finale), il che è buono per giocare in contropiede, ma davvero pericoloso contro squadre di alto tasso tecnico. Mah, staremo a vedere. Lippi non è uno sciagurato, anche se a volte non azzecca tutte le mosse... certo è che (se passiamo) sarà una semifinale molto suggestiva. Ciao
postato da Colui che vede Oltre il 30/06/2006 13:11
ciao mio capitano ma ti pare che ti scusi.il ragazzo di lotta continua cammina si, ma nn al mio fianco. e tra un po' parte a lottare nel quel d'Irlanda dura da resistere!un bacio
postato da iovelie il 30/06/2006 14:58
A Colui su Vittorio Zucconi Zucconi non mi è molto simpatico, anche se lo considero una persona intelligente e colta. Trovo che frequenti un po’ troppo salotti mondani televisivi alla Costanzo e che abbia una certa tendenza a sentenziare anche in campi in cui sa poco o niente. La mia posizione su di lui è la seguente. In caso di opinioni sulla politica americana o italiana, di analisi sul kennedismo o sulla guerra fredda, sulla strategia terroristica islamica o sulla politica del Medio Oriente sono molto più propenso a credere, in presenza di pareri discordanti, a lui che a Marcello Lippi. Parlando invece di gioco del calcio, di tattiche, di giocatori da mandare in campo, del modo migliore per superare il turno a un campionato del mondo, io credo senza ombra di dubbio al nostro commissario tecnico (non soltanto perché lui ha i giocatori a disposizione ogni giorno e vede le loro condizioni atletiche). La differenza tra questi due individui mi pare la seguente. Marcello Lippi, che ha passato una vita sui campi di pallone e che è dotato di intelligenza e forza di carattere sufficienti per fare tesoro delle sue esperienze, può dire: “Ho visto cose che voi umani (voi boriosi giornalisti da salotti mondani) non potete nemmeno immaginare…” Ho visto partite perse o vinte all’ultimo minuto, campioni farsi saltare i nervi, goleador affermati non prenderla mai e ragazzini sconosciuti giocare da dei, ho visto i centomila del Santiago Bernabeu di Madrid che facevano sussultare la panchina su cui eri seduto con il loro tifo infernale, giocatori vincere le partite quando ormai non si reggevano più in piedi, e fior di calciatori tirarla in tribuna quando si arrivava ai calci di rigore e crollare in ginocchio vedendo svanire il sogno di una vita. Ho visto partite perse all’ultimo minuto giocando undici contro otto e altre vinte contro arbitri codardi e corrotti… Zucconi, che pure ammiro per la sua briosità di linguaggio e la sua prontezza mentale, su questo tema può dire soltanto: ho visto il salotto del Maurizio Costanzo Show e ho spettegolato su questo e su quello come a un party organizzato da Marina Ripa di Meana.
postato da Il replicante Roy il 30/06/2006 16:23
Il primo tempo dell'Italia. Buono. La partita si vede dai primi minuti e noi siamo entrati in campo con lo spirito giusto. Rapidi, veloci e aggressivi. Pressiamo e scambiamo di prima. Grandissimo gol di Zambrotta, anche se a mio avviso un portiere super come Buffon quella palla non l'avrebbe fatta entrare. Siamo assolutamente superiori all'Ucraina in ogni parte del campo, abbiamo una marcia in più. I difetti sono nella fase finale della manovra. Il pur bravo Perrotta ha vanificato alcune vantaggiosissime occasioni nei pressi dell'area avversaria. Totti sereno, appoggia bene, ma ancora non tira a porta. Riflessione finale: giochiamo bene, ma uno a zero è troppo poco, basta qualsiasi rimpallo sbilenco in area di rigore per pareggiare. Dobbiamo assolutamente concretizzare la nostra superiorità tecnico-atletica sull'Ucraina.
postato da 45esimo minuto il 30/06/2006 23:57
al momento tre a zero...sempre poco? WAW!!!!!
postato da elle nel pallone il 01/07/2006 00:42
Orrore violenza non programmata
postato da matrixwhoman il 01/07/2006 00:46