domenica 29 maggio 2011

I ricchi sfondati (prima parte)

Lo confesso, non sono che un indegno essere umano e come tale soggetto ai pregiudizi tipici della nostra specie. Uno di questi preconcetti riguarda i ricchi sfondati. Preciso subito che con l’accezione “ricchi sfondati” non intendo le persone appena agiate, i benestanti in condizione di togliersi gli sfizi più o meno condivisi da tutti come vacanze esotiche, case confortevoli o auto un pochino più potenti o lussuose di quelle che ti servono per andare a lavoro… io intendo proprio la gente danarosa da far schifo, quella con i soldi che gli escono dal buco posteriore, con panfili, ville e tutto il resto.

Alcune varietà zoologiche di babbei danarosi: i belli e abbronzati. Dunque a me i ricchi sfondati stanno proprio lì, sulla punta dell’Innominabile. Mi fanno vomitare quelli belli e abbronzati, ottimisti e sicuri di sé, che credono che fuoristrada e ville gli spettino per l’evidenza di essersi dimostrati migliori degli altri
(d’accordo, pensano costoro, avranno pure evaso le tasse, imbrogliato qui e là per migliorare i profitti, corrotto funzionari pubblici, orinato sulle leggi del mercato e sputato sui sani princìpi del capitalismo, ammesso che quelle cose esistano, ma queste sono bazzecole: senza qualche piccolo fallo a centrocampo, e magari un po’ di gomitate non viste dall’arbitro venduto, come diavolo puoi mettere la palla in rete?).

Quelli di anche i ricchi piangono. Ancora peggio di questa genìa di gioiosi stupratori della moralità pubblica, sono quelli che ti comunicano con noncuranza che loro i soldi ce li hanno, e pure a palate, hanno caterve di materassi a sei piazze gonfi di bigliettoni di grosso taglio, non sanno più dove metterla tutta questa fastidiosa cartaccia verde o verdeggiante… Tuttavia per loro – fate attenzione – i soldi non sono importanti. Non fanno la felicità. Non ci credi? Ma che sei cieco? ti dicono. Non vedi forse che io sono ricco sfondato e non faccio che passare da un’analista all’altro? Sono depresso, vedo tutto nero. No, non pensare che io sia un’eccezione, precisano prima di eventuali obiezioni. Ho visto tutto del mondo cosiddetto dorato, ho conosciuto yacht e sfarzose magioni, mi sono fatto tutti i party dei magnati di questa terra e posso giurarti che si dice il vero: anche i ricchi piangono. Anzi spesso piangono più dei poveracci come te.

I bamboccioni nella bambagia. Un gradino più su ci sono i bambocci figli di papà vissuti nella bambagia tutta la vita che improvvisamente sparano fuori cazzate sinistreggianti o, peggio ancora, eco-sinistreggianti. Questi rampolli del capitale (semi)pentiti ne dicono di cotte e di crude contro Berlusconi, ironizzano sulla sua intelligenza e sulle sue doti politiche, si indignano per lo sfruttamento di mano d’opera minorile della Nike, piangono lacrime amare e vere contro i fascisti yankee oppositori del protocollo di Kyoto. Questi inauditi idioti dimostrano un tale pathos per le sofferenze dei nostri fratelli animali che sono pure vegetariani. Comunque riescono a convivere alla grande con il paparino antropofago che divora vive intere famiglie senegalesi o indiane sfruttate e sottopagate nelle sue fabbriche all’estero. (Naturalmente non ho niente contro i vegetariani, che anzi stimo e ammiro, dico soltanto che, come dire, evacuerei volentieri addosso ai vegetariani ricchi sfondati)

Un tranquillo weekend di paura (per quanto è lungo). L’ultima categoria di nababbi che analizziamo oggi fa quasi compassione. Si tratta di anime pie e ingenue, che sembrano non aver mai calcato una strada delle nostre città. Questi ereditieri di cospicue fortune ti confidano che a loro non manca niente, potrebbero oziare per tutta la vita, ma si annoiano. E’ così faticoso starsene in panciolle tutto il giorno. L’amaca alla fine ti viene a noia pure se si trova nei più tersi Mari del Sud. Quindi questi figli di papà a un tratto ti annunciano, fieri del loro spirito operoso e democratico, che pur non essendovi obbligati si sono messi a lavorare. Proprio così. Si sono impiegati in studi tecnici o fanno le segretarie ai paparini. Sembrano non considerare bizzarro che tutto questo loro ardimentoso lavoro si riduca a non più di quattro ore lavorative al giorno per diciamo due o tre giorni a settimana (partono per il week-end, in montagna o al mare, il giovedì e tornano il martedì successivo e non hanno alcun sospetto che ciò possa risultare un tantino strano all’orecchio di chi ascolta le loro epiche imprese stakanoviste).

Incontro in un vicolo buio. Mi sono sempre chiesto cosa farei se mi trovassi in un vicolo buio con un ricco sfondato, di quelli con le banconote che gli escono dalle orecchie. Penso proprio che cercherei di rompergli un po’ di ossa a suon di bastonate. Non gli vorrei causare danni gravi o irreversibili, non sono mica una belva assetata di sangue, ma procurargli un sacrosanto soggiorno in ospedale di qualche mese (non sarebbe poi un gran danno per la iena capitalista, perché di certo si trastullerebbe in una di quelle cliniche principesche da film di Alberto Sordi, con le infermiere bone e in minigonna e tutti i lussi di questo mondo a portata di mano). Naturalmente quella di rompere la faccia al riccone è solo una mia aspirazione che potrebbe pure non verificarsi. Potrebbe infatti accadere il contrario. E cioè che fosse il porco plutocrate e pestarmi per bene (sappiamo tutti che i riccastri spesso hanno gran cura dei loro corpi, frequentano palestre, ci danno dentro come matti nello loro piscine olimpioniche, insomma sono in forma). Però pur prendendole dal nababbo, sarei soddisfatto lo stesso. Penso che in tutti i casi sarei riuscito a piazzargli perlomeno uno o due calci nei cosiddetti: questa considerazione sarebbe motivo di grande conforto per me anche dovendo passare un po’ di tempo a sputare i denti spaccatimi dal riccastro.
 
Esattamente cinque anni fa pubblicai due post intitolati I ricchi sfondati. Mi sono da poco accorto che per un errore non li avevo importati su questa piattaforma quando avevo esportato il mio blog da Tiscali. I post mi sembrano ancora attuali (ho dovuto solo cancellare il nome di Bush) e quindi li pubblico di nuovo.

28 commenti:

  1. I ricchi sfondati procurano un disagio anche a me! In linea di principio sono a favore dell'uomo e della sua dimensione di appartenete alla categoria umanità però la loro super ricchezza, al solo loro uso e consumo, li pone fuori dal genere umano e li immette di diritto al genere animale, con tutto il rispetto per quest'ultimo (per alcuni anni sono stato anch'io vegetariano)! La ricchezza sfacciata, esagerata è certamente una forma di ingiustizia che anziché essere condannata viene rispettata e protetta! Tali forme di ricchezza generano ingiustizie sociali perché tolgono a tanti a solo vantaggio di pochi! Sino ad oggi non mi pare che si sia trovata una strada percorrendo la quale si possa arrivare ad una soluzione, anzi, ho la netta sensazione da come stanno andando le cose che questa forma di ricchezza stia riguadagnando terreno ed i pochi spazi che avevano concesso se li stanno riprendendo tutti, e così sta avvenendo che i ricchi stanno diventando sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri! Possibile che l'uomo non riesca ad imparare niente dalla storia?
    La speranza è appunto quella di poter notare che ci sono tanti piccoli germogli di vita nuova, genuina che lentamente crescono e penso un giorno riusciranno a moltiplicarsi così tanto da porre fine a tutte queste forme di ingiustizia!

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  2. Bera carissimo, in realtà la società funziona a strappi, non procede mai in maniera omogenea e costante come sarebbe augurabile. Ci sono epoche in cui i ricchi, sfruttando situazioni sociali favorevoli, accumulano ricchezze allegramente e allegramente si disinteressano delle disparità sociali che provocano. E ogni volta pensano che quella situazione da sballo economico debba andare avanti in eterno. E ci sono poi altri strappi in cui i ricchi imparano che niente è eterno e che debbono mollare, con le buone ma più spesso con le cattive, i patrimoni rapacemente accumulati. Ho l'impressione che siamo in prossimità in una di queste ultime fasi storiche. Come al solito, chi vivrà vedrà.

    Nota di servizio: la prima volta che pubblicai questo post lo intitolai "In culo ai ricchi sfondati", titolo che continua a sembrarmi più efficace dell'attuale. Perché l'ho cambiato? Bah, si vede che mi sono imborghesito.

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  3. Caro Francesco,
    se ho ben capito, se per una serie di eventi fortuiti, tu scoprissi che il classico zio d'america di cui non avevi mai sentito parlare prima è morto e ti ha lasciato erede di una fortuna sconfinata, tu rifiuteresti l'eredità? Oppure nel caso dovessi accettarla ti trasformeresti, come per incanto, in uno uomo sciocco, patetico, malvagio, vanesio... insomma, una persona inutile, anzi disprezzabile?

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  4. Cara Claudia,
    questo blog non ha simpatia per i ricchi. Come si dice in un passaggio del post, i ricchi a questo blog gli stanno sul cazzo (ecco che abbiamo nominato l'innominabile). Però questo blog è al corrente del fatto che non tutti la pensano allo stesso modo e che vivono, respirano e si riproducono pure molti ammiratori di ricchi. Alcuni sventurati di questa terra - così dicono certe informazioni a conoscenza di questo blog - hanno fatto della ricerca della ricchezza e del successo addirittura una religione. Alcuni di questi sventurati (e in effetti pure parecchi fascisti da web, ce n'è rimasto ancora qualcuno che spara cazzate ai quattro venti nascondendosi dietro l’anonimato) pensano addirittura che la capacità di guadagnare soldi dimostri il valore di una persona, o addirittura - nei casi più gravi degli adoratori del vitello d'oro o dei fascisti da Web – che i soldi che guadagni dimostrino il favore di Dio (era una corrente del pensiero calvinista riciclatasi nel mondo moderno).
    In realtà questo blog sa anche di peggio. Che esistono degli adoratori non dei ricchi, ma di Superciuk, ossia l’ineffabile personaggio dei fumetti di Alan Ford che rubava ai poveri per dare ai ricchi, con la spiegazione che i ricchi erano belli, curati e abbronzati e i poveri brutti, sporchi e cattivi.
    Questo blog dice agli adoratori del vitello d’oro di andare affanculo, ai fascisti da Web che sparano cazzate nascondendosi dietro l’anonimato di andare vieppiù affanculo, agli ammiratori di Superciuk il personaggio di Alan Ford che rubava ai poveri per dare ai ricchi di andare altresì affanculo.
    Tra l’altro questo blog osserva che se i soldi che hai dimostrano il tuo valore e il favore di Dio, si dovrebbe dedurre che l’attuale presidente del Consiglio sia un nuovo Winston Churchill e che Dio Onnipotente lo ami come lui ama le ragazzine a cui dice di pagare gli studi: eventi entrambi che paiono improbabili.
    Un caro saluto, Claudia, ti abbraccio, ti bacio e ti auguro di passare una splendida giornata a visitare le bellezze della tua straordinaria regione.

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  5. Eh no, porca miseria! Avevo fatto un commento discretamente lungo tirando in ballo Bill Gates, Paris Hilton e Paul Getti, e quando vado a inserirlo me lo cancella e mi dice Bad Request errore 400! Eccheccavolo, non si fa così...

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  6. Riscrivilo ora a mente fresca, sergio. E per il futuro fa come me, prima di premere il tasto Posta Commento copiati il testo.

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  7. E vabbè, sintetizzo: straricchi utili e non particolarmente dannosi sono quelli divenuti tali grazie alla loro intelligenza e alla loro capacità, es. Bill Gates, Larry Ellison. Straricchi inutili, cocainomani, pazzi e dannosi: sceicchi, dittatori, furfanti e mascalzoni vari, es. Paris Hilton, Paul Getty, Dick Fuld, re Abdullah, Fidel Castro, Berlusconi ecc.ecc.
    Domanda: mi piacerebbe essere ricco? risposta: se vincessi uno o due milioni alla lotteria (cosa impossibile anche perchè non gioco)allora sì. Domanda: mi piacerebbe essere straricco? risposta: manco morto! sai che stress e che rottura di palle?

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  8. Sono con te, sergio, sugli straricchi utili che sono meno antipatici. Anche se devo notare che guardando il film "The social network" sulla vita del creatore di Facebook, ci si rende conto che costui (e potrebbe essere solo un esempio di altri casi) ha fatto i soldi a palate fregando scorrettissimamente l'idea del social network a suoi compagni di università (è stato anche condannato a pagare diversi milioni di dollari di risarcimento, ma nel frattempo ne aveva guadagnati molti, ma molti di più).

    La domanda su cosa farei o sarei se fossi straricco somiglia alla domanda su cosa farei se mi trovassi sul pianeta Marte. Io dico: quando mi troverò a camminare sul pianeta Marte risponderò alla domanda; quando diventerò straricco con panfili, magioni e cene con ragazzine compiacenti risponderò alla domanda.
    Un saluto agli amici.

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  9. Volevo esprimere lo stesso concetto di Sergio e quindi fare un distinguo tra chi diventa ricco con intelligenza e fatica e chi si arricchisce con mascalzonate ai danni degli altri. Questi ultimi sarennero da biasimare, gli altri solo da ammirare. In ogni caso l'odio fa male alla salute,lassa perde :)

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  10. Cleide, qui si esprimono pensieri e non altre cose. Il pensiero di questo post è che i ricchi ci stanno sulle balle. Noto che hai adottato gli stessi argomenti di Berlusconi e Pippo Baudo (e se fossi al tuo posto comincerei a preoccuparmi): e cioè che chi critica ricchi, potenti e baroni vari lo fa per invidia. Probabilmente nobili e parrucconi vari usavano gli stessi argomenti al tempo della rivoluzione francese, il popolo è invidioso. Poi però gli hanno tagliato la testa e hanno smesso di dire stronzate. :-)

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  11. Embè? Mi pare di aver espresso anche io un pensiero. I ricchi non mi stanno sulla balle. In verità sono poche le cose che mi stanno sulle balle, una su tutte: mi stanno sulle balle quelli che criticano.
    Oh non penserai mica di avere il primato di acidità gastrica oggi? :)

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  12. Ah, mi pare momento di citare Cassandro, quando un paio di post fa diceva:

    Come sempre Brecht non sbaglia a dire, in termini ormai universalmente conosciuti, che “NESSUNA RICCHEZZA E' INNOCENTE”, specialmente quella di fresca datazione, non consolidata dalla storia e qualche volta riscattata con l’aiuto dato all’arte e alla cultura, anche se detto aiuto si presentava sempre come manifestazione di magnificenza, come uno “status simbol”.

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  13. Aggiornamento delle elezioni: De Magistris e Pisapia vincono nettamente a Napoli e Milano secondo le prime proiezioni.

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  14. Caro Francesco,
    buona giornata anche a te...

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  15. a ribuona giornata a te, Enrica. Questo blog rileva che Gianni De Magistris, per cui ha voltato il Capitano medesimo, che non essendo straricco mica poteva votare Lettieri, non vince, ma STRAVINCE a Napoli.

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  16. Mi auguro che questo ti abbia fatto sentire meglio. Non conosco né l'uno né l'altro, purtroppo...

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  17. La risposta è che nemmeno io li conosco. Lettieri sembra un babbione ottocentesco imbalsamato, almeno in fotografia, più o meno un esponente dell'Ancient Regime, una vecchia cariatide alla principe consorte Filippo o alla principe di Metternich senza la sua intelligenza geopolitica. Gianni De Magistris lo conosco un pizzico meglio. E anche se non metterei la mano sul fuoco per lui (non la metterei per nessuno) sembra giovane, pieno di vita, dinamico, quasi un Kennedy partenopeo se lo si paragona al vecchio babbione con cui si confrontava.

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  18. Bene, allora faccio un mare di auguri a Napoli ed al suo sindaco...

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  19. Comunque vada, un riccone lo abbiamo sistemato. Come disse Winston Churchill dopo la battaglia di El Alamein: questo è l'inizio della fine. In realtà disse che era la fine dell'inizio, ma il concetto è lo stesso, la parabola di qualcuno è finita in questo paese.

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  20. CASSANDRO

    Dei riccastri, Cap, in genere mi curo poco. . . sempre che non sia vero l’inverso, e cioè che sono i ricchi a non curarsi poco di me.

    Comunque sia, tengo tale atteggiamento di snobismo in quanto mi avvalgo nella fattispecie del grande suggerimento scritto dal tuo estroverso popolo alla base della statua di San Gennaro quando dalla Chiesa questi venne escluso dall’elenco dei Santi realmente esistiti: “Futtatenne!”

    D’altronde, sarà pure un luogo comune, ma i soldi non danno la felicità (non mi si risponda, vi prego, “Sì, però io mi accontento!”). Prima o poi tutti faremo la stessa fine: in siciliano si dice che “a tutti quanti ci spettano sette metri cubi di terra!”, ed in napoletano lo stesso concetto è stato reso immortale con “ ’A Livella”, che se non sbaglio è stata addirittura scritta da un principe!

    Ci stanno altre gioie nella vita (e sono convinto che su questo tu ne convenga, Cap), per cui appunto fottiamocene di chi ama il denaro in forma parossistica: costui in genere fa una brutta fine (ricordi, cap, come finì quello che all’inizio della Storia si industriò per ottenere trenta denari?), non ama il suo prossimo, e quindi non avrà il regno dei Cieli, e a furia di sprecare il suo tempo nella rincorsa del denaro si perde addirittura di conoscere in anteprima l’essenza del Paradiso.

    Quello avrà pure i soldi ma io ho la penna! Magra consolazione? Ma meglio questa, e pure qualche sorriso di complice consonanza di idee su quello che scrivo, che niente!


    PIU’__TU__AMI__IL__DENARO

    Più tu ami il denaro e più odi
    gli “altri”. Tutto ciò che hai di più
    infatti l’hai infiggendo agli “altri” chiodi,
    rubando a lor da lungi o a tu per tu.

    Chi ama il denaro a più non posso
    . . . sì . . . si ritroverà ricco sfondato,
    ma solo e a rosicchiare pure l’osso,
    dopo che l’altrui carne avrai ingollato.

    “Grrrù-grrrù… grrrù-grrrù…grù-grù” siccome cane
    (che quello tiene fermo con la zampa
    -- spolpata già la ciccia -- e agogna il pane

    di chi solo con questo male campa)
    vivrà, fino a che la morte immane
    cala su lui, che va all’Inferno e avvampa.


    Chi cazzo mai glielo ha mai fatto fare
    a . . . più che bella donna . . . i soldi amare?!

    Con questa altro che cane sopra l’osso,
    rognoso, a raschiare in fondo al fosso,

    altro che solitudine abissale,
    ma gioie . . . pur se a “pane, olio e sale”!

    E avrebbe conosciuto cos’è il riso
    negli occhi, ed il cuor di gioia intriso,

    e, quasi quasi, pure Paradiso!

    (Cassandro)

    il

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  21. Cassandro carissimo, è sempre un piacere leggerti. I soldi non danno la felicità, ma ce ne dovrebbero essere abbastanza per sopperire senza angoscia ai bisogni primordiali e per non finire come negli epici Giardini di Marzo di Lucio Battisti in cui "al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti". Ciao a tutti, oggi devo aggiustare un paio di computer, ci sentiamo in serata.

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  22. Oh cavolo...devo levar le tende da questo blog! CHE QUI IN QUESTO BLOG I RICCHI STANNO SUL AZZZZZ :-D A me stanno sulle scatole quelli che...ieri erano "poveri" e dopo essersi appena appena arricchiti, vittime di tremende amnesie fanno gli spacconi: la piscina nella villetta...poi altre due villette, poi comprano casa a Cannes, poi continuano a comprare immobili e poi...dicono che non si può comprare l'aragosta a 50 euro il Kg. Puah!!! Ogni riferimento a persone esistenti è puramente voluta. Non vorrei esser ricca, non sarei più felice e avrei mille persone che mi ronzano attorno per avere una fetta della torta.Vorrei avere però la garanzia di avere il tanto che basta per vivere dignitosamente e vorrei anche poter sempre desiderare di aver qualcosa, desiderio che i ricchi non hanno più! :-D

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  23. Mi è piaciuto, Giovanna, questo tuo accenno al fatto di poter sempre desiderare (non essendo ricca), desiderio che i ricchi non avrebbero più. I realtà i magnati desiderano pure loro. Desiderano milleuno, diecimilauno, un milione e uno, un miliardo e...
    Sorriso a te.

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  24. Non ci crederai Cap ... che mi sono letta tutti commenti :-))))
    Interessanti :-)
    La ricchezza mi è indiferente e non vorrei essere ricca, non vorrei che i miei figli vivessero nella ricchezza, perchè così diventerebbero poveri in spirito..
    Il Vangelo di non so chi la diceva bene : Che è più difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli cje un cammello nella cruna dell'ago (chissà se poi era il cammello...)
    Credo un'altra cosa.....
    quello che rovina le persone non è la richezza in se.... ma l'idea che si ha della ricchezza...
    E' quello che rovina ricchi e poveri :-)
    ps
    come avrai potuto notare la mia mano ha ripreso :-))

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  25. Contento che ti siano piaciuti i commenti, Fiore. La ricchezza è probabilmente quando hai tutto ciò che ti serve per vivere, senza dover temere per il tuo futuro, il che non accade spesso. io eviterei di accomunare nella stessa locuzione ricchi e poveri, a meno che uno non voglia indicare il gruppo canoro, perché i ricchi e i poveri non hanno nulla in comune, se non il fatto che qualcuno ha preso di più e qualcuno è stato preso di più. Bene per la manina guarita.

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  26. A dire il vero occorrerebbe fare una distinzione tra i vari tipi di ricchezza, e quindi parlare di quella derivante dal denaro e l'altra ricchezza.
    Purtroppo la nostra è una Repubblica basata sul denaro ( e non sul lavoro come recita la nostra costituzione)e quindi tutte le vostre che esso non entra in maniera sufficiente nelle nostre tasche siamo infelici.
    D'altronde se avessimo quello che ci occorre in base ai meriti e al lavoro, non è detto che avremo una società più giusta :-( : non tutti hanno le stesse capacità o anche la voglia di lavorare, e queste ultime due doti, sono doni di natura, e anche quella non ha dato a tutti allo stesso modo.
    Personalmente credo che ogni grande ricchezza sia un furto, sempre e comunque, sia che sia antica, perchè sono stati i tuooi antenati a rubare sia che sia giovane, perchè anche se è stata vinta, è stato il sistema che te l'ha fatta vincere.
    Per quanto riguarda il denaro avuto con impegno o grazie ad idee, vorrei ricordare che tutti abbiamo solo due mani, una testa e 24 ore e mi piacerebbe sapere il motivo di tanta differenza di reddito fra un metalmetanico e un amministratore delegato di una grossa società.

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  27. Concordo con te, Fiore, soprattutto dove parli della differenza di reddito tra un metalmeccanico e un amministratore delegato. buonanotte.

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