venerdì 21 novembre 2008

Grande figlio di blogger


Ogni tanto si fa la scoperta epocale: esistono i figli di papà. In questi giorni se ne fa un gran parlare con i casi dei figli dei rettori universitari di Messina e Salerno, impossessatisi di ambite cariche universitarie, per le quali più di una persona ammazzerebbe in questo paese, per il fatto di essere gli unici candidati ai concorsi. I giornali vanno a intervistare i rettori e chiaramente quelli giurano che i loro bambocci sono il miglior materiale umano presente sul pianeta. Non per niente sono loro discendenti.

Avevo già parlato di questo argomento in tempi non sospetti, nel post Figli delle stelle – La mafia delle parentele. Lì mi concentravo soprattutto sui figli di papà presenti nel mondo dello spettacolo e del giornalismo televisivo. In un mio lungo commento sostenevo che chiunque eredita lo status sociale dei padri, tranne qualche isolata e strombazzata eccezione. I padri fanno i figli.

La cosa che ci è difficile da capire è che un tale nepotismo, cioè un tale figliodipaparismo, esiste pure sul blog, che pure dovrebbe essere un luogo avulso da raccomandazioni e aiutini vari. Insomma sul blog ognuno è ciò che comunica e come si rapporta agli altri: e uno che comunica e si rapporta meglio dovrebbe avere un blog più frequentato e ammirato di altri che svolgono queste funzioni meno bene. Forse non è proprio così.

Conosco un famoso blogger. E' un figlio di papà, nel senso che ha un padre universalmente noto. A dire la verità non riuscivo a capire perché questo blogger figlio di papà avesse una posizione tanto invidiabile nella società. Oscilla tra radio e televisione e soprattutto scrive su un mucchio di giornali, facendo la spola tra quotidiani di sinistra e riviste patinate di gossip vestimentario. Non mi pareva che questo tizio avesse una penna tanto efficace, anzi la sua penna mi pareva piuttosto infelice e moscia. Avevo archiviato questo interrogativo come uno dei tanti problemi insolubili del mondo, inutile scervellarsi sul mistero della vita. Certe cose vanno così e basta.

Però questo blogger figlio di papà aveva ed ha pure un blog. E' un diario virtuale superconosciuto e superlinkato. Addirittura un giorno notai che il blog di questo tizio vantava un pagerank di sette. Breve spiegazione: il pagerank è una valutazione di Google basata sul numero di link ottenuti da un determinato sito. Sette è un ottimo punteggio, più o meno quello che ha il blog di Beppe Grillo, il più famoso e frequentato blog italiano. Naturalmente il pagerank misura soltanto la popolarità di un sito non il suo effettivo valore, così come molti voti a un politico non provano necessariamente la sua capacità e onestà.

Dunque non riuscivo a spiegarmi il motivo di quel sia pure aleatorio successo virtuale. Ogni volta che andavo sul blog in questione, trovavo articoletti scadenti, un paio di righe buttate giù alla buona. Riassunti da giornali stranieri di cui a dire il vero non me ne fregava una mazza, che parlavano di piccolissima politica di paesi stranieri, di cui mi fregava ancora di meno. Per dirla in breve - so che dovrei usare termini più eleganti e articolati, ma lo spazio è poco nel virtuale - il blog di questo tizio mi pareva un cesso. E mi domandavo: come mai questo cesso di blog – chiedo ancora scusa per la disdicevole sintesi obbligata da Internet – ha così tanti link? Come mai questa merda di blog, ulteriori scuse, si sa, ha tanti frequentatori ed apparenti estimatori?

Per anni questo è rimasto un mistero più insolubile di quello del Loch Ness o dei dischi volanti catturati dal Pentagono e confinati in una base segreta in Texas. Mi sono detto che il blogger figlio di papà forse si era fatto un sacco di amici nelle sue frequentazioni tra televisione, radio e sedi di partito. Forse era pure un gran simpaticone a cui nessuno mai rifiuterebbe un link. Magari sfruttava pure la notorietà della moglie, importante conduttrice televisiva. Eppure i conti non tornavano ancora.

Poi un giorno ho avuto la rivelazione. La notorietà di quel blog era dovuta a un equivoco. Probabilmente la maggior parte della gente pensava che il diario virtuale in questione non fosse del figlio di papà, ma del padre stesso, persona ammirata dai più e anche dal sottoscritto. In effetti quel blog viene indicato di solito solo con il cognome del possessore, dando vita a facili e forse voluti equivoci. Io stesso ho pensato per anni che il diario virtuale in questione fosse tenuto dal padre del blogger e mi sono chiesto come mai una persona così preparata e riflessiva, il padre, scrivesse post tanto scadenti. Poi ho capito.

Chi ci salverà dal nepotismo, quando neppure il virtuale ne è immune?

23 commenti:

  1. La mafia delle parentele è una pratica talmente atavica e radicata al punto tale che passa per normalità. Non ci piace, non ci adeguiamo al sistema ma così è. Poi bisogna vedere se in una situazione di necessità noi ne saremmo davvero immuni.:)
    E a proposito del famoso blogger che citi, anche io caddi nel tuo stesso equivoco pur parendomi strano che il padre, che seguo e stimo, potesse scrivere e argomentare in quel modo.

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  2. Potrei anche fingere di aver capito di chi stiamo parlando, ma non è così e quindi non riesco ad esmprimermi in merito.

    Quanto all' essere "figli di...", cosa posso dirti?!
    E' così da sempre, l' abbiamo sempre accettato, la mentalità più diffusa è che se in un' azienda privata ci si tramanda il lavoro di padre in figlio e io non ho modo d' inserirmi in nessuna di queste, se io ho il potere di controllare un discorso pubblico, perché sono un professore o qualcosa del genere, perché non dovrei pilotarlo?! Così ho la possibilità di dare anch' io un posto sicuro a mio figlio.
    Il discorso è assolutamente sbagliato perché non stiamo parlando di qualcosa di privato in cui tu padre hai dato il sangue per istituirla e decidi tu di farne ciò che vuoi.
    Tutti gli altri dovrebbero avere la possibilità di poter concorrere, ma si sa come vanno queste cose... e sono sicura che non cambieranno, perché cambieranno le leggi e i giudici, ma le persone singolarmente mai, e le commissioni sono sempre fatte dai dai singoli.

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  3. Non molto tempo fa scrissi privatamente al blogger di cui si parla nel post (gli si può scrivere solo privatamente perché il suo blog non accetta commenti, nemmeno quelli moderati). Gli feci una domanda che suonava come: se tu non avessi avuto il padre che hai, tra l'altro una persona ottima attualmente soggetta a non piccoli problemi esistenziali, pensi che faresti la vita che fai - tra televisione, radio, blog eccetera - o pensi che saresti impiegato nell'ufficio postale sotto casa mia, in cui peraltro ci lavorano anche persone ammirevoli e non solo fannulloni? (Per inciso non è per niente facile farsi assumere nell'ufficio postale sotto casa mia, altrimenti ci lavorerei io stesso, anzi so per certo che occorre una robusta raccomandazione.)
    Il mio interlocutore mi rispose stupendomi, dato che nel virtuale farti rispondere da un vip o da un vippettino è impresa ardua. Mi disse che la mia mail l'aveva offeso e naturalmente negò di aver avuto aiuti illeciti. Lui meritava di stare dove stava, anzi forse doveva trovarsi pure un po' più su. Giurò che lui era una persona educatissima che rispondeva educatamente anche a perfetti sconosciuti come me che non se lo meritavano: e mi lanciò un paio di insulti per darmi prova della sua correttezza comportamentale. Gli feci notare che io non lo avevo affatto offeso. Gli avevo semplicemente domandato se non si ritenesse un figlio di papà, condizione che era difficile da negare. Poteva pure obiettare alla mia domanda o farsi una risata o magari persino non rispondermi, dato che nessuno lo obbligava a farlo. Ciò che non poteva fare era di coprirmi di insulti e di sostenere che lui rispondeva con correttezza e gentilezza agli sconosciuti indegni come me. Se quello era il suo comportamento educato, osservai, che cosa avrebbe fatto quando faceva lo scortese?
    Presto ovviamente la conversazione virtuale divenne tale che fu impossibile proseguirla sul piano di una normale dialettica. Mi dispiacque: avrei voluto chiedere all’educato figlio di papà come faceva a essere così noto nella Rete il suo scadentissimo blog (credo che in quell’occasione non avrei usato l’espressione “cesso di blog” per non urtare la sensibilità del mio quasi isterico interlocutore).
    Però la questione mi era rimasta sul gozzo. Quindi mi è sembrata opportuna esprimerla in questo post.
    Un saluto agli amici.

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  4. se devo dirla tutta, e capitano mio ti chiedo scusa in anticipo, anche il blog di grillo è una emerita c....... mi scuso anche con i tuoi lettori, che magari lo apprezzano. tornado all'argomento, direi che nessuna novità sta sotto il sole, il "sistema" vede tutti coinvolti, anche chi non ha padri degni di nota, e che si arrovellano in tutti i campi della vita pur emergere e respirare, continuano a fare "spallucce", ogni qualvolta si trovino dinnanzi certe schifezze. come hai potuto leggere da me, la meritocrazia nel nostro paese è ancora lontana dal farci visita. ma a questo, non si deve continuare a credere che sia la prassi. un caro saluto.

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  5. Le pèarentele, naturali o acquisite per matrimonio, più sono chiacchierate e più aiutano ad acquisire notorietà.
    E qui ce n'è da far schifo.
    Da enrambi i lati.

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  6. Gians, concordo con il tuo giudizio sul blog di Grillo. Anzi proprio perché avevo intuito una carenza di contenuti in quel sito mi ero offerto di fare il Negro (letterario) per il comico genovese. Per una microscopica frazione dei suoi introiti miliardari, Grillo si sarebbe assicurato i discutibili servigi letterari del qui presente Capitano. Purtroppo l'interessato non ha voluto scucire il pingue borsellino. Ecco il post in cui avanzavo la proposta:
    http://penultimi.blogspot.com/2007/09/faccio-il-negro-per-beppe-grillo.html
    inenarrabile, ovviamente i sistemi sociali che funzionano, ammesso che ne esistano, non si basano mai sui buoni sentimenti dei propri aderenti, ma sempre su robusti meccanismi di premi-punizioni (nel Belpaese vigono solo i bottini da spartirsi in famiglia).
    Cleide, dici bene. Bisognerebbe vedere come ci comporteremmo in una situazione di difficoltà. Saremmo al di sopra di ogni sospetto? Grazie a Dio non abbiamo questi problemi. :-)

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  7. Assolutamente d'accordo con Gian a proposito di Grillo. Grazie a noi abbiamo ancora la lucidità di valutare le cazzate e i personali tornaconti in mezzo a tanta sguaiatezza e confusione.
    Mi sa che Collezione ha capito a chi ti riferisci nel tuo post.:)

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  8. A questo punto sapere di chi parli è d'uopo... muoio di curiosità!

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  9. effetivamente nn ti si può dar torto! io ho sempre avuto a che fare con qualche coetaneo, emerito figlio di papà... dove ho potuto, parecchie volte, mi sono divertito a far notare i limiti di questi signorini nei confronti dei presenti. Ma loro sono figli di papà, e come dici tu, pensano di essere addirittura (ASSURDO) per questo, di essere penalizzati! Poveretti... cmq se vuoi, mandami una mail e consigliami privatamente questo famoso blog! ciao

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  10. Ciao Capitano! Ricordo Don P., il mio prof di religione, il quale un giorno ci chiese: "Se in futuro un vostro amico o parente vi favorisse e vi facesse ottenere un buon lavoro, voi vi opporreste o accettereste? Alzi la mano chi si opporrebbe". Nessuno alzò la mano, io non stavo seguendo molto la lezione (ehm...), ma quando lui disse "Certo, è normale con i tempi che corrono!", come si dice, mandai indietro il nastro e realizzai l'abominio (ero molto idealista...) a cui stavo assistendo. Alzai la mano, chiesi scusa perché non stavo ascoltando (che faccia...) e dissi che mi sarei opposta, ma soprattutto dissi che un sacerdote avrebbe dovuto condannare l'accozzo, non tollerarlo in quel modo!!!!! Successe un putiferio con i miei compagni, che mi biasimarono per aver detto che avrei rifiutato e mi diedero della "falsa"(???), e con Don P. che mi tacciò di essere, da quel giorno e per sempre, amen!, "una teologa sindacalista!".
    Tutta 'sta storia per dirti che la spintarella in Italia non solo è pratica comune, ma pure ben tollerata! Insomma due o tre ave marie per espiare l'accozzo dovrebbero bastare... e pensare che un lavoro può davvero cambiare la vita di una persona... con i tempi che corrono! Cosa vuoi che sia???
    Un saluto,
    Lolì
    ps: nemmeno io ho capito chi è il blogger accozzato...

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  11. Non vi spaventate se vedete apparire strane foto nella testata, sto facendo un po' di sperimentazione.
    Colez, ho saputo che hai comprato il mio romanzo, leggilo pure con calma.
    Daniele, stendiamo un velo pietoso sull'identità del blogger.
    salvogullotto, probabilmente sono offesi a morte pure i figli dei due rettori candidati unici ai concorsi universitari.
    Lolì, avrei voluto vederti mentre ti opponevi al prete don Abbondio. Conosco un'altra signora che pure non transige sui principi, spero che prima o poi comunichi un pizzico di rettitudine pure a me. :-)

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  12. Anche io onestamente sono curioso chi sia questo blogger!

    Condivido il tuo post, ma vorrei aggiungere un altra cosa. Molte volte ho anche riflettuto che essere figlio di un noto artista, giornalista o attore è anche un gran peso. Insomma il figlio di Gasman mi sta simpatico e devo dire che recita anche molto bene! Ma sarà ricordato sempre come il figlio di Gasman.
    Oppure Cristiano De Andrè, ha un eredità troppo pesante.
    Un altro tema da affrontare.

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  13. Ottimo spunto di riflessione lanciato dall'Incarcerato. Pensavo più o meno la stessa cosa qualche giorno fa. Difatti il personaggio a cui ti riferisci, per quanto affermato, non può non sentire su di se il peso della fama del padre.Se ti fermi un attimo ad osservare i figli dei pezzi da novanta che hanno ricalcato le orme dei propri genitori, ti accorgi che nessuno di loro è riuscito a superare in bravura il predecessore.Non è un caso. Si frutta la popolarità di famiglia, forse si pensa che quella stessa strada è più facile da percorrere perchè spianata, ma se la tua attitudine non è innata, il più delle volte fai fiasco.:)
    Non male la testata. Prova un po' a mettere l'altra.

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  14. Incarcerato, mi dispiace molto per il triste destino del figlio di Gassman. Ma ritengo che sarebbe stato un pizzico più infelice se - invece di bivaccare tra party con George Clooney, intascare compensi milionari, fare l'ospite d'onore nelle trasmissioni televisive o finire sui rotocalchi di gossip insieme a bonazze del jet set - avesse fatto l'impiegato agli sportelli dell'ufficio postale. Al di là dell'ironia, penso che sia del vero in ciò che dici, ma io ci metterei la firma in due secondi per fare il figlio di papà anche se ciò non mi farebbe finire nelle enciclopedie.
    cleide, esistono pure i figli di papà che si fanno ricordare per ciò che sono. Michael Douglas è figlio del grande Kirk, ma nessuno lo direbbe. Nicholas Cage è nipote di Francis Ford Coppola, ma ha saputo sfruttare l'occasione. John Kennedy era figlio di uno dei più potenti e ricchi magnati americani, ma nessuno lo ricorda come tale (anche se dovrebbero, dato che il padre Joe gli ha praticamente comprato la presidenza americana).

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  15. Questo è l'argomento che mi ha fatto conoscere il tuo bel blog e quindi ne parlo sempre volentieri. Non ho capito di chi stai parlando e ne sono curioso anche se cerco di evitare i blog di personne famose proprio perchè ritengo che il bello di questo mondo è di essere fatto da gente non famosa.

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  16. Piccola aggiunta sul personaggio di cui si parla dal pessimo (a mio modo di vedere) blog.
    Ha la caratteristica di considerarsi il più illuminato democratico presente sul globo. Assolutamente non dubita mai di dire cazzate. Le sue idee sono progressiste, avanzate e lui è il classico caso del futuro che avanza. Una volta lessi un articolo di questo pseudocampione della democrazia. Era più lungo dei suoi soliti, ma non migliore, roba pallosa spacciata per intellettuale. Un altro po' ci rimanevo secco: il campione della democrazia, l'autoproclamatosi esempio del futuro che avanza sosteneva in quell'articolo che la democrazia è una cosa bella e cara, peccato che abbia bisogno della gente per funzionare. La gente è sciocca, a modo di vedere di questo arrogante figlio di papà, è superficiale. Indegna di autogestirsi. E soprattutto non sa votare. Non sa proprio votare (ciò che voleva dire è che spesso non vota secondo le sue aspettative). Il figlio di papà sosteneva l'esigenza di una elite intellettuale che indicasse allo sprovveduto uomo della strada o del blog come comportarsi e votare. Le elites culturali erano il motore e la gente i pecoroni che ne avrebbero attuato le direttive o gli esempi.
    Scrissi a questo tipo: ho letto bene? Come fai a ritenerti democratico se pensi che la gente comune non sappia votare o prendere decisioni? Gli dissi che io non mi ero mai considerato un fior di illuminato o un campione mondiale della democrazia, ma in confronto a lui mi sentivo Abramo Lincoln.
    La gente vota, vota per i suoi legittimi interessi e bisogna accettare quelle decisioni o prendere la democrazia e buttarla nel cesso.
    Naturalmente il figlio di papà disse che non avevo capito niente del suo articolo, che lui intendeva fare un discorso di più ampi orizzonti eccetera eccetera. Mi disse che non tutti gli uomini sono uguali, così come esistono i calciatori di serie A e quelli di serie B.
    Ribattei che Arrigo Sacchi, prima di andare al Milan, diede una solenne lezione di gioco a quella stessa squadra in coppa Italia, con i suoi giocatori di serie B del Parma. Infine mi informai se il figlio di papà non avesse inserito pure se stesso nelle elites illuminate che avrebbero dovuto guidare il popolo bue nelle sue decisioni, perché in quel caso mi sarei fatto monaco in Tibet.
    Solite proteste e invettive in risposta e chiusura della discussione.

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  17. Dovrebbero aggiungere l' articolo sul nepotismo nella costituzione italiana ormai fa parte del nostro costume.....
    Personalmente sono una gran figlia della sfiga!

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  18. Anni fa ,quando combattevamo per difendere il diritto di esistere da precari nelle graduatorie scolastiche,scrivemmo spesso a Beppe grillo.Non avemmo alcuna risposta ma dopo qualche tempo(coincidenze?non credo nelle coincidenze)Beppone presentò un documento sui precari.
    per quando riguarda i figli di papà,da precaria combattente vita natural durante mi sa,li schifo cordialmente.
    Saluti
    mk

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  19. capitano, io m'arrendo, di certi personaggi ne è pieno il web, chiaro io mi tiro fuori, non fosse per altro che non sono un figlio di papà, ma di mamà. un saluto caro. :)

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  20. .. tornatti.. e appena potetti rileggetti gli arretrati...


    .. hem... in Egitto si parla strano...



    ma ciao!!

    .. intanto volevo dirti che ho ordinato il tuo libro!!

    Spero arrivi presto!!!

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  21. Mi stupisce molto,(letto in un commento)il fatto che questo blogger figlio di papà,abbia (presumo ancora) un blog dove i commenti non siano accettati,nemmeno quelli moderati,e che "botta e risposta" avvengano privatamente...il bello di un blog non sarebbe proprio lo scambio pubblico di opinioni?
    Per mio figlio maggiore uscito dall'istituto nautico,ci vollero dopo una valanga di c.v. spediti a ogni dove,ben 10 mesi per fare il suo primo imbarco da diplomato,ma alla fine servì la raccomandazione di mio marito che mise una parola buona per lui nella compagnia dove lavorava!Imbarcò come mozzo,ma imbarcò...il suo lavoro in Svizzera oggi invece fu frutto di un pizzico di fortuna,rispose all'annuncio che trovò su un quotidiano e in men che non si dica nel giro di una settimana si trasferì a Lugano ed è ancora li da tre anni e mezzo!

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  22. Com'è invidioso!!! Tutti conoscono le "grandi" qualità del blogger in questione.... xkè il mio "consorte" è.... UN GIORNALISTA VERO!!!^_^

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  23. Qui sopra ho un commento firmato in un certo modo. Tuttavia dovrei dubitare dell'identità del commentatore perché se ti danno milioni per uscire in televisione si presuppone che tu non scriva "xké" come la sorella minore di Pippi Calzelunghe. ^_^

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