giovedì 30 aprile 2009

Bisonti a Spaccanapoli



Sto salendo l'ultimo pezzo di Mezzocannone quando comincia a tremare tutto. Trema il colonnato della facoltà di Lettere, tremano le locandine del cinema d'essay Astra, trema soprattutto la guglia in piazza san Domenico Maggiore, con la statua del santo lassù in cima che sembra volersi buttare di sotto. Sobbalzano anche il lastricato stradale e la madonnina in una nicchia votiva a piazzetta del Nilo. E' un terremoto, non c'è dubbio. Devo cercare riparo. Ma non sotto un portone; tutto vibra così forte che non puoi sentirti al sicuro nemmeno sotto edifici che hanno superato indenni qualche guerra mondiale e diverse catastrofi naturali. E poi questo non è un terremoto. Il boato sembra avere un origine vivente. Lo so che è assurdo. Ma è il frastuono che avverto è come un crescente rimbombo animale, come l'eco di migliaia di zoccoli che risuonano sul lastricato di Spaccanapoli. Mi affaccio per san Biagio dei Librai. C'è qualcosa di vivo e scuro che palpita laggiù. Come un'onda mugghiante in avvicinamento. L'onda mugghiante produce le vibrazioni che fanno tremare la terra sotto i piedi.

Una ragazza stile Hippy Web libera un grido agghiacciante che probabilmente echeggia fino ai Tribunali. Alcuni turisti di aspetto teutonico fanno appena in tempo a lanciarsi in un vicolo dalle parti di san Gregorio Armeno prima che l'onda mugghiante li raggiunga. Decine e decine di persone compaiono alle finestre, tra vasi di gerani e panni stesi ad asciugare a cavallo dei vicoli, per guardare che cosa succede. I curiosi ai piani più alti scuotono la testa come se non credessero nemmeno loro a ciò che vedono.

Ecco, ora vedo pure io la marea animale in avvicinamento. Scuoto la testa più forte degli spettatori dei piani alti. Bisonti. Centinaia, migliaia di bisonti lanciati al galoppo sfrenato percorrono Spaccanapoli come un fiume in piena che tutto travolge. Migliaia di zoccoli picchiano sul selciato producendo quel rimbombo che annichilisce la città. Non c'è il tempo per farsi domande o per lasciarsi andare a commenti increduli. I bisonti sono già qui, più impetuosi di un treno che ti si avventa addosso mentre sei rimasto intrappolato sui binari. L'unico riparo è la gabbia che protegge il basamento della guglia di san Domenico Maggiore. Mi arrampico sull'impalcatura metallica e mi ficco dietro il cancelletto.
 
Appena in tempo. Ecco i primi bisonti sbuffanti che irrompono nello slargo. Sono animali grandi come furgoni, le corna affilate, gli occhi selvaggi e le narici che sprizzano nuvole sinistre di fumo. Il martellare degli zoccoli ti spaventa come un bombardamento a tappeto. Alcuni passanti che hanno trovato scampo negli androni dei palazzi rinascimentali lì intorno si coprono le orecchie con le mani per non farsi assordare dalla cacofonia bestiale. Un signore in giacca e cravatta quasi casca da un finestrone secentesco di palazzo Carafa mentre si sporge per osservare meglio la scena. Temo per la mia incolumità fisica. Ma l'esile barriera a protezione della guglia regge, anche perché i bisonti preferiscono sfogare la loro furia contro i tavoli e le sedie all'aperto della pasticceria Scaturchio e contro alcuni turisti con gli occhi a mandorla, presi a incornate senza avere neppure il tempo di liberarsi dall'inseparabile mascherina antismog che accompagna le loro sortite nella città d''o sole. Ecco però che un bestione sbuffante si ferma davanti al mio precario riparo. Mi fissa con occhi cattivi e inespressivi come quelli di uno squalo e arrota uno zoccolo sul lastricato stradale quasi fosse un toro che si prepara alla carica. Mi sento perduto. La tempesta di muggiti proveniente dalla mandria da sola pare già sufficiente a demolire il mio riparo. Per fortuna poi il bisonte si unisce ai suoi simili e carica alla volta del Gesù Nuovo e di Toledo. 
Non ho nemmeno il tempo o la freddezza per sospirare di sollievo. Quanti saranno i bisonti e da dove saranno usciti fuori? Nessuno, sospetto, saprà mai rispondere alla seconda domanda, e forse neppure alla prima. I bestioni devono ormai coprire l'arteria di Spaccanapoli da Forcella fino ai quartieri spagnoli. E continuano a sciamare, tutto distruggendo, incornando e calpestando. Sulla pelliccia di un animale sono rimasti i resti di una statua di Pulcinella, di certo esposta in uno dei negozi caratteristici intorno a san Gregorio Armeno. Nel corno di un altro bisonte è rimasto incastrato un poster di Totò quando dice "Vota Antonio". Pare quasi che una volontà superiore voglia farsi beffe degli osservatori.

Mi accorgo che non sono solo nella gabbia intorno alla guglia. Accanto a me c'è un personaggio con gli occhi spiritati che ride in mezzo allo sconquasso, smanacciando e facendo discorsi sconclusionati. Mi distraggo per un attimo a guardare una donna che invoca un nome da un balcone lì vicino, forse quello del figlio. Schiacciato al muro di un palazzo, un uomo con un panzarotto intatto in mano osserva il passaggio della mandria infinita, quasi stupito che nessun bisonte si sia degnato di abbatterlo. Mentre gli zoccoli continuano a rintronare un odore intenso di selvatico, a metà tra la stalla e la brezza primordiale, ti toglie il respiro. Ecco che torno a sentire il pazzo accanto a me, che ormai ghigna senza freno. Dice che la colpa di quanto succede è di certi musicisti di strada che si esibiscono a piazza Dante. Sono peruviani, ma si spacciano per Sioux purosangue. Hanno poteri malefici, roba da magia nera, sono loro che hanno evocato i bisonti, probabilmente per vendicarsi delle poche offerte ricevute dai napoletani e di certi scugnizzi che disturbavano la loro esibizione. Dico al pazzo di smetterla di dire stronzate. Ma lui non si offende: mi chiede se ho una risposta migliore per spiegare la presenza dei mostri quadrupedi che sciamano davanti al mio nasino da persona equilibrata.

Sto zitto perché quella risposta non ce l'ho e perché non mi sento neppure equilibrato come mi ha definito il pazzo. Infatti il passaggio della mandria e il profumo di mondi selvaggi che aleggia nell'aria mi fa ribollire il sangue. In preda a un'assurda eccitazione, salgo sulla gabbia intorno al basamento e saluto il passaggio dei bisonti sbracciandomi come se fossi a una corsa ciclistica o a una parata militare. Grido euforico, sono il primo a non capire perché sono così su di giri. Il pazzo grida pure lui, forse perché a un tratto non si sente più solo e strano e forse neppure tanto pazzo. Mi chiedo quando finiranno di passare. Ma poi mi accorgo che la domanda da farmi è un'altra: smetteranno mai di passare, i bisonti, nella strada che è il cuore di Napoli?

9 commenti:

  1. Beh spero di si. Ma con tutto quello che potevi inventarti, proprio i bisonti a Spaccanapoli?:)

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  2. sei mitico!!!! questo post lo si potrebbe chiamare "il palio di spaccanapoli" :-))) l'ho visto come in un film, l'hai descritto rendendolo reale... pensa, ho perfino sentito l'odore di selvatico, il calpestio degli zoccoli e quel vapore denso che emana dalle narici di questi mastodontici e primordiali animali in corsa. è forse il ritorno dei bloggers che sogni tanto impetuoso?
    e perché no?
    buona serata :-)

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  3. Domani mattina volevo farmi una passeggiata proprio da quelle parti con tanto di caffè da Scaturchio, ma adesso non so più se ci andrò e comunque se lo farò porterò qualche spicciolo da dare ai suonatori peruviani...non si sa mai!

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  4. Amicizia….( dedica agli amici che ho in elenco)

    Ricordati che ti voglio bene,
    oggi, domani e per sempre….
    baronerosso1

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  5. Eccomi per qualche risposta agli amici.
    baronerosso, amicizia sempre: con il tuo permesso estendo la tua gentile richiesta ai bisonti napoletani per acquietarli. :-)
    Veneris, a te di risposte ne devo due. Sul post del sopravvissuto virtuale: non credo che sia cambiato il mio modo di vivere e gestire il blog rispetto a qualche anno fa. Mi piaceva scrivere e mi piace ancora. I post e i commenti che appaiono sul mio blog mi sembravano un miracolo a cui stentavo a credere, e ancora mi paiono un miracolo e gongolo ancora quando questo miracolo si ripete ogni volta, con maggiore frequenza di quello di san Gennaro. :-) Sulla carica dei bisonti a Spaccanapoli, sbrighiamoci ad andare da Scaturchio: io però voglio pure una sfogliatella oh yeeeaahhh!!!
    sempreio, mi conosci da abbastanza tempo da ricordare l'altro mio post sui bisonti, quella volta apparivano nella mia stanza. Però a me questa carica per Spaccanapoli mi ispira persino di più.
    cleide, forza, muoviti, buttati in quell'androne di san Gregorio Armeno, lascia perdere tutte quelle borse e quei foulard colorati che hai comprato a via Roma, butta via quelle chincaglierie da presepe: stanno arrivando, vuoi salvare la vita o lo shopping? Un sorriso a te.

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  6. ... quando avvisti i mammuth faccelo sapere che arriviamo di corsa al galoppo delle antilopi!!

    BUON PRIMO MAGGIO!!

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  7. Ho il tempo di afferrare un babà prima di salvare lo shopping?.)

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  8. Roba da non credere, Capitano te la sei vista davvero brutta. ;) a spaccanapoli succede davvero di tutto.

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  9. Questo post è semplicemente fantastico! Bravo!

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