sabato 25 luglio 2015

La bufala del pianeta gemello della Terra



In questi giorni spadroneggia la notizia che la Nasa avrebbe individuato un pianeta gemello della Terra. Sarebbe distante 1200 anni luce e risponde al nome di Kepler 452b (però la Nasa a volte lo indica informalmente come Terra 2.0). L’ente spaziale americano ha lasciato trapelare alcune presunte caratteristiche del pianeta, tutte incredibilmente compatibili con la presenza della vita e ancora più incredibilmente simili a quelle della Terra. La distanza dalla stella di riferimento della Terra 2.0 sarebbe quella giusta (150 milioni di chilometri, curiosamente la stessa, quasi al centimetro, di quella che separa la Terra dal Sole), l’età della stella in questione sarebbe simile a quella del Sole (appena un miliarduccio di anni in più), perfino il periodo di rivoluzione del pianeta (385 giorni) sarebbe quasi lo stesso del nostro anno solare. Ovviamente tutti a fare battute sul pianeta presunto gemello. C’è un’ondata di caldo? Sarebbe bene andarsene tutti al fresco sulla Terra 2.0. Ci sono gli scioperi della metropolitana o i politici fanno schifo? Di sicuro nessuno sciopera a luglio sull’altra Terra e, magari, qualche nostro politico corrotto potrebbe beneficiare colà di un periodo di rieducazione. È stupefacente come notizie bufale siano gonfiate all’inverosimile e spacciate per buone senza colpo ferire.

Per esempio quasi tutti ignorano che nessun pianeta al di fuori del sistema solare può essere visto o percepito direttamente, con i normali radiotelescopi o con altri strumenti di osservazione dello spazio. La presenza di un pianeta extrasolare può solo essere intuita dalle perturbazioni gravitazionali che genera sulla sua stella di riferimento, la quale sì che è visibile. In sostanza, si notano delle impercettibili anomalie nel moto o nella radiazione della stella che si fanno ascendere alla presenza di un oggetto buio (un pianeta). Siccome le stelle sono notoriamente lontane e grandi, solo un oggetto molto grande può generare le anomalie gravitazionali osservabili dalla limitata tecnologia in nostro possesso. Ed è per questo che quasi tutti i pianeti extrasolari scoperti sono grandi come Giove o perfino di più. Quindi per il semplice fatto che noi abbiamo intuito la presenza di questo pianeta Kepler, esso deve avere una massa molto superiore a quella della Terra, altrimenti non avrebbe potuto generare le anomalie gravitazionali rilevate (se una ipotetica civiltà a noi paragonabile presente su Kepler 452b volesse dedurre la presenza della Terra dagli effetti gravitazionali che essa genera sul Sole, non ci riuscirebbe mai, perché essi sono troppo piccoli per essere misurati con l’attuale tecnologia astronomica: senza contare gli effetti gravitazionali degli altri pianeti come Venere o Giove che contribuirebbero, qualora rilevati, a creare maggiore confusione sull'esistenza della Terra). In sostanza, possiamo intuire la presenza di un pianeta lontano, solo se esso è molto massicio o molto massiccio in rapporto alla stella cui è legato. E la sola massa di un pianeta ha effetti fondamentali sulla presenza o meno di atmosfera, sulla sua stessa composizione chimica, sulla velocità di fuga degli elementi volatili, su effetti serra o meno, sulla capacità di trattenere acqua in superficie… e su un numero sterminato di altri fattori indispensabili alla nascita della vita. E questo solo considerando la massa di un pianeta, che è appena uno degli innumerevoli requisiti necessari alla presenza della vita. In realtà la vita ha bisogno di tali e tanti componenti che remino tutti nella stessa direzione che immaginare di trovare un pianeta gemello della Terra nel cortile di casa, anzi quasi sul comodino accanto al letto (1200 anni luce sono un distanza microscopica in rapporto all’universo) è pura fantasia

Se la presunta Terra 2.0 non ha ragionevolmente niente in comune con noi, perché allora la Nasa ne ha pubblicizzato così spettacolarmente la scoperta? Semplice, la Nasa è un ente scientifico che ha bisogno di congrue sovvenzioni statali per continuare a esistere. Ed è molto più facile far scucire il borsellino ai contribuenti americani parlando di romantiche avventurose terre 2.0 con i cui abitanti potremmo un giorno comunicare e confrontarci (e magari avere anche, chi lo sa, travolgenti storie d’amore), piuttosto che parlare del buio, del silenzio, del vuoto cosmico che ci circonda. Meglio propalare una piccola e simpatica bufala astrale e continuare ad avere un lavoro, che essere severi e scientifici e ritrovarsi disoccupati.

2 commenti:

  1. 1) Non è vero che nessun pianeta è osservabile direttamente, è più difficile ma in alcuni casi possibile
    2) La missione Kepler non utilizza le anomalie gravitazionali, che comunque non sono impercettibili ma misurabili anche se piccole, ma il metodo dei transiti
    3) Il pianeta non è un gemello della Terra, ma è l'esopianeta più simile alla Terra che abbiamo trovato finora, e si trova anche nella fascia abitabile
    La missione Kepler ha come obiettivo esattamente quello di trovare questi pianeti, quindi è ovvio che sia un gran risultato per questa missione.
    Quella di pubblicizzarlo molto e lasciare che i media lo celebrino come il gemello della Terra è ovviamente fatto per trovare più fondi, ma se anche i nostri istituti di ricerca facessero lo stesso e curassero di più i rapporti con il pubblico forse la nostra ricerca non starebbe sempre senza un soldo.

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  2. 1 e basta) Mi sfugge del tutto il senso di cercare un pianeta vagamente simile alla terra, a meno di non cercarvi tracce di una civiltà o di vita organizzata. Ora, chiunque abbia anche una conoscenza occasionale del problema sa che è più facile vincere una decina o un forse un centinaio di lotterie di fila piuttosto che trovare un pianeta siffatto a distanze ragionevoli e in tempi ugualmente ragionevoli. Mi risulta che ci siano metodi più utili per utilizzare il denaro della collettività.
    Dice ma la ricerca scientifica è la ricerca scientifica. Anche in questo caso, se uno vuole investire in ricerca scientifica, mi risulta che ci siano campi più adeguati per indirizzarvi i soldi. Dice ma la scienza non è solo freddi numeri, ma anche voli della fantasia, capacità di sognare. Nessuno vuole togliere a nessuno la capacità di sognare, ci mancherebbe. Ma forse sarebbe meglio farlo a cinema o in un luogo similare invece che spendere miliardi di euro o dollari. Dice nessuno può prevedere ciò che troverà la scienza: magari cerchi un metodo per aspirare acqua dalle miniere e trovi un mezzo per muovere treni e navi. Be’, se quello che si cerca non conta, perché non si sovvenziona una ricerca miliardaria per determinare se i topi comunicano attraverso i peti (ne è stata fatta una sulle anguille con lo stesso scopo, ma pare che l’indagine non abbia portato a ricadute tecnologiche inattese). Dice, ma la bellezza dell’universo, l’avventura, il 2001 Odissea nello spazio non contano niente? Bah.
    Chiudendo, non capisco il motivo di questa missione Kepler, mentre capisco molto di più le motivazioni dei furbacchioni della Nasa e tutte le omissioni che hanno fatto nel comunicare la loro scoperta. Quelli della Nasa assomigliano talvolta ai bugiardi talentuosi interrogati dalla polizia: il bravo bugiardo non ti dice mai una menzogna, semplicemente evita di dirti delle cose, e sulle cose che racconta, vere al 90 percento, aggiunge una piccola percentuale di creatività.

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