giovedì 1 marzo 2007

Scriviamo un romanzo


Diciamo che siamo stati folgorati da un’idea. Tutti hanno buone idee e ne abbiamo avuta una pure noi proprio ieri notte mentre non riuscivamo a dormire, forse per il caffè, forse per le bollette da pagare, forse per il dannato declassamento della nostra auto da Euro Pinco a Euro Pallino con conseguente aumento di tassazione. Più la accarezziamo nella mente e più quell’idea ci sembra accattivante e suscettibile di miglioramenti e arricchimenti. Sembra quasi creta che da plasmare a nostro piacimento. A un tratto, ecco la rivelazione che pare trasmessaci da un’entità sovrannaturale: e se ne facessi un romanzo?
Passato il primo momento di sconcerto, questo proposito non ci sembra poi tanto campato in aria. Non ci riteniamo gli ultimi stupidi del globo e, anzi, a scuola di difendevamo piuttosto bene nei compiti di italiano. Abbiamo un blog che ci permette di allenarci nella scrittura e di migliorare il nostro modo di esprimerci. E dato che la nostra ultima fiamma ha avuto il colpo di genio di lasciarci per un bellimbusto più piacione e più ricco, ci avanza pure un po’ di tempo libero che aspetta di trovare un impiego adeguato.
In ogni modo, ci diciamo, non è che in giro nelle librerie si vedano tutti questi gran talenti letterari. Alcuni best seller ci sembrano delle vere e proprie boiate anche se ben confezionate, e alcuni successi italiani paiono dovuti solo alla tendenza degli autori alla ninfomania o alla frequentazione di tristissimi talk o reality show. C’è posto pure per il nostro tentativo. Abbiamo già tutto quello che ci serve. L’idea fulminante, la voglia di scrivere, il tempo per farlo e una nuova e fiammante tastiera che canta che è una bellezza sotto le nostre dita. Il romanzo può iniziare.

E’ incredibile la facilità con cui spesso ci mettiamo a scrivere narrativa, spesso senza avere la più pallida idea di quali siano le regole per realizzare una storia romanzata. Ci basta pensare di avere l’idea giusta ed ecco che subito ci lanciamo a produrre pagine su pagine sentendoci delle novelle star letterarie. Io stesso quando iniziai a scrivere ero del tutto all’oscuro di alcuni concetti indispensabili per scrivere bene (naturalmente il fatto di conoscere le giuste regole di scrittura non significa che tu le sappia attuare, così come conoscere alla perfezione la teoria del gioco del calcio non significa che tu ti trasformi in Maradona se calchi un terreno di gioco).
In particolare, alcune delle nozioni che non conoscevo e non padroneggiavo e che forse non conoscono e non padroneggiano molti volenterosi scrittori alle prime armi (ma anch’io sono alle prime armi, dato che non ho mai pubblicato niente di soddisfacente) erano le seguenti.

Raccontare contro mostrare. Questa è una delle regole basilari della scrittura ed è sorprendente che così tanti autori, anche noti, non la conoscano o evitino di applicarla con la dovuta intransigenza. Raccontare è più o meno usare la seguente fraseologia “Elena odiava Michele e glielo faceva capire in ogni occasione”. Mostrare è invece scrivere qualcosa come “Elena strappò in pezzi minutissimi tutte le lettere scrittele da Michele, quindi si armò di un paio di forbici e prese a dilaniare il guardaroba del marito”. La prassi generale della narrativa dice che raccontare è una pessima abitudine, mentre mostrare è una tecnica espressiva occhei (bisogna comunque dosare le due situazioni narrative secondo una percentuale desiderabile).

In media res. Altro grave errore degli autori non esperti è quello di iniziare un capitolo – o meglio una “scena” come dicono i manuali di scrittura creativa – in modo lento e tedioso, con la descrizione di paesaggi, stati d’animo o azioni inconsistenti che porta solo ad accumulare pagine inutili e a deprimere il lettore. Il suggerimento è quello di iniziare una scena-capitolo dal mezzo, ad azione avanzata. Se la scena è un litigio, iniziare il racconto a bisticcio inoltrato, se la scena descrive un licenziamento o un matrimonio, iniziare da una strana e inquietante lettera che troviamo sulla nostra scrivania o da un sì in abito bianco. Mostrare prima l’azione; quindi in un secondo momento si avrà il tempo, con una breve digressione, di spiegare come si è arrivati a quel punto.

Pensare per scene. Il pensare per episodi quando si scrive un romanzo è una diretta conseguenza dei primi due punti. Il costruire il tuo romanzo su alcune scene principali ti impedisce di ricorrere troppo al tedioso raccontare, a ciò che l’autrice di un manuale di scrittura creativa definiva “la malattia degli era, erano”: “Elena era una donna sola, terrorizzata dalla vita cittadina. I suoi vicini di casa al contrario erano…”. Pensare per scene evita il lento raccontare e ti costringe a sviluppare trame narrative più efficaci.

Il punto di vista. Anche qui è incredibile notare l’ignoranza assoluta che, perfino scrittori di best seller, mostrano verso questo aspetto della narrativa. Una stessa scena può essere narrata attraverso il punto di vista di Elena, di Michele o del ragazzo che ti consegna la pizza a casa, ossia utilizzando le percezioni, le emozioni e i pensieri di uno qualsiasi dei personaggi di una scena. Oppure ci si può rifare a un punto di vista più esterno e impersonale, che in narrativa viene chiamato “onnisciente” perché è quello di un osservatore esterno che tutto sa di quella situazione come se fosse un piccolo Dio. Un errore che non si dovrebbe fare mai, ma in cui cadono spesso pure personaggi insospettabili, è utilizzare due o più punti di vista nella stessa scena. Ossia passare dalla narrazione attraverso gli occhi (e gli altri sensi) di Elena al racconto che utilizza i sensi di Michele o la visione superiore del narratore onnisciente. Altro grave errore è la moltiplicazione eccessiva dei punti di vista in un romanzo.

Chiaramente gli accorgimenti tecnici e le regole da padroneggiare per chi voglia scrivere narrativa sono molto più vasti di quelli esposti in breve in questo post. C’è da capire come definire efficacemente un personaggio, un ambiente, come utilizzare con parsimonia le potenzialità del dialogo e saper sviluppare una trama, che cosa significano parole come flashback o foreshadowing, come capire se un incipit o se un climax (le parole difficili non mancano in letteratura) sono quelli che fanno al caso nostro. Come condensare e migliorare la nostra prosa. Senza scordare la regola più importante di tutte. Revisionare, revisionare, revisionare tutto quello che si è scritto. Revisionare per poter sopravvivere.

Mi sono dilungato fin troppo in questo post. Ma dato che la vita è lunga (incrociamo le dita) e che anche la permanenza sul blog dovrebbe durare ancora un po’ (ancora dita incrociate)… di sicuro avrò modo di tornare su questi argomenti.

3 commenti:

  1. Eh eh, hai studiato, anzi ti hanno studiare i testi di linguistica strutturale di Umberto Eco. E non negare, me ne sono accorto!

    RispondiElimina
  2. olto, davvero molto interessante, mi hai fatto venir voglia di scrivere un romanzo! ;-) baciotti
    postato da vento il 01/03/2007 17:33

    Mi hai ricordato un po' il professore di spagnolo, e questa è una cosa buona. Lui era uno fissato con la scrittura dei romanzi, ma finiva tutte le sue lezioni con questa frase: "Comunque, voi non riuscirete mai a scrivere un romanzo." Finora non è stato smentito. P.S. Tutto bene, ero solo fuori per lavoro. Che detto così suona "very cool", tanto per rifarsi al tuo post precedente. :o)
    postato da margot il 01/03/2007 18:33

    passavo per un saluto e guarda cosa trovo. Fantastico .. il Capitano parla di romanzi, di libri .. i nostri probabili. All'idea di farne un romanzo ci avevo già pensato. Fatto è che devo finire ancora il mio primo .. . Scrivere è un pò come morire. Come partorire, suppongo. Dorosissimo ma che ti fa sentir VIVA. Ogni volta che leggo un libro. Lo apro lentamente. Lo osservo. Gusto l'aroma lasciato dall'inchiostro e dal pensiero. Lo apro e lo richiudo. Poi lo lascio adagiato, per qualche giorno. Pensandoci. Poi un bel giorno lo inizio a leggere. Adagio. E ogni volta, penso che sia il mio. E mi emoziono come un fanciullo. Penso alla dedica da mettere in prima pagina. All'indice e ai ringraziamenti. Al numero di pagine. Alla parola FINE. Sensazioni che non so descrivere. Io sono un'autodidatta della scrittura. Non ho purtroppo fatto alcuna scuola creativa. Sai allora, cosa faccio!? mi stampo i tuoi consigli cosi preziosi .. . ma pretendo il seguito. Se ce l'hanno fatta gli altri, ce la facciamo anche noi. un carissimo saluto Capitan Franz "Se sai leggere devi capire; se sai scrivere devi sapere qualcosa; se sei in grado di credere devi comprendere; quel che desideri dovrai saperlo fare; se esigi non otterrai niente, e se hai esperienza devi renderti utile", J.W. Goethe
    postato da marion il 01/03/2007 18:44

    E' possibile che tu abbia ragione, Mio capitano. Lo troveranno già morto, e se vogliamo, non è giusto! Ma forse, chissà, quelò pervertito verrà stanato ancora vivo, e in Germania non credo che siano troppo indulgenti con certi criminali... Almeno lo spero! Come dicevo, non sono incline al perdono, contro certi delitti... CIAO! E a presto, Federica
    postato da Federica il 01/03/2007 20:08

    Nessuno potrà dire che questo non è un post severo e di un non disprezzabile spessore intellettuale. Quindi credo di essermi guadagnato il diritto di parlare di donzelle ignude e invitanti alla prossima occasione. Scherzo. (Scherzo?) Saludos. :-)
    postato da Mio Capitano il 01/03/2007 20:38

    E' vero, mon capitain, la Pepe è stata molto più brava a gestire la situazione della sua mamma... ma non sai quanto mi sono sforzata di non trasmetterle la mia apprensione, quando mi ha detto cosa aveva in programma di fare! Se mia figlia prenderà la vita in maniera meno drammatica di come l'ho presa io, sarà decisamente una cosa bellissima... Baci, Filo
    postato da filo rosso il 01/03/2007 20:51

    PS: mi fa piacere che ti sia ricordato un mio vecchio post. Ancora baci, Filo
    postato da filo rosso - post scriptum il 01/03/2007 20:54

    Ok, dopo aver letto questo articolo credo di poter iniziare a scrivere il mio romanzo grazie per la lezione Franz
    postato da Angelica il 01/03/2007 21:20

    Intanto credo tu abbia inteso benissimo! Poi il fatto che mi faccia star bene non significhi che mi rassicuri...n'est pas mon capitaine? Bonne Nuit....kiss P.S. io lo sto scrivendo ....ma ultimamente sono un pò ferma! uff!
    postato da infondoaimieiocchi il 01/03/2007 22:44

    Bel post questo, dosi bene le rime cool del cul, le donnine ignude (che hai promesso) e tra di loro qualcosa di serioso. Tutto è sempre questione di dosaggio.
    postato da ariela il 01/03/2007 23:47

    Agli accorgimenti proposti, ne aggiungerei un altro, che sembra scontato, ma non lo è: per scrivere, bisogna aver letto tanto e leggere tanto. Non per emulare, ovviamente, ma per riconoscere, confrontare e assimilare dal vivo le varie tecniche, fino a trovare le proprie, che possono essere ricavate anche a posteriori, dai tentativi fatti, falliti o riusciti che siano. Ad esempio, a proposito di quello che chiami "in medias res", molto significativo è il confronto tra l'incipit dei Promessi Sposi e quello, decisamente agli antipodi, di Senilità (lo facevo stamattina a scuola, con i miei alunni): Svevo inizia a vicenda già avviata, da una battuta, senza dire nemmeno il nome di chi sta parlando e del suo interlocutore; Manzoni... beh, abbiamo "tribolato" tutti sulle lungaggini descrittive di quel benedetto ramo del lago di Como. Eppure, si può forse definire Manzoni, per questo, un autore non esperto? Un bel libro da leggere, solo in apparenza un manuale di scrittura, è "Il mestiere di scrivere" di Raymond Carver. Carver nutre seri dubbi sul fatto che si possa insegnare a scrivere, ma è molto fiducioso, invece, sulla possibilità che si possa imparare... Ciao!
    postato da ghismunda il 01/03/2007 23:54

    Tra i due è lotta durissima :( Bello e "tecnico" il tuo post. Sto attualmente leggendo un libro che posso solo definire visionario e delirante. A tratti gradevole. :) Buona notte, capitano Hell
    postato da hellcatxx il 02/03/2007 00:13

    Ghismunda, Effettivamente bisogna aver letto tanto, anche se alcuni autori ritengono che sia più importante l'azione dello scrivere. Isaac Asimov faceva notare che tra le cose date per scontate negli scrittori c'era pure l'intelligenza (qualità che dava a intendere di possedere in notevole misura). La tecnica di scrivere dell'Ottocento era un po' diversa da quella di adesso e forse meno per così dire scientifica (anche se quel secolo memorabile poteva contare sui giganti della letteratura che ancora oggi ci intimidiscono con il loro genio). A quei tempi si ricorreva molto di più al raccontare (pur svolgendo quest'azione spesso con mezzi espressivi ineguagliabili) ed è proprio per questo che alcuni romanzi ottocenteschi a volte sono duri da mandare giù). Naturalmente ci sono stati molti altri cambiamenti nel gusto e nello stile, non tutti positivi.
    postato da Mio Capitano il 02/03/2007 00:14

    Ogno volta che torno a trovarti il mio entusiamo e la mia ammirazione crescono in maniera esponenziale.. Mi piace da morire il tuo blog.. Grazie!sei al 2° posto nei miei Bloggherissimi... Vieni atrovarmi e vedrai.. Sotto il nome Bel blog...
    postato da isimaro il 02/03/2007 09:50

    Approvo in pieno. Quest'estate ho avuto un improvvisa ispirazione e ho scritto scritto e scritto per ore. Effettivamente la difficoltà più grande è il punto di vista. Perchè se cominci a raccontare ogni scena dal punto di vista di tutti i caratteri diventa pesante. E se non lo fai comunque ti manca qualcosa. Anche se leggendo ho notato che molto spesso si usa un solo punto di vista o al massimo due. Altra difficoltà è la mancanza di sinonimi. Alla fine utilizzi sempre la stessa serie di vocaboli. Forse è per questo che ci sono gli editor. Su l'ultimo mi sono incartata e non l'ho ancora finito salvo revisionarlo milioni di volte. Ho desistito. Non ho mai pensato a pubblicarli. Sono cose molto mie che rileggo solo io. Senza contare i milioni di scritti che non verranno mai pubblicati. Sembra che noi italiani siamo molto proficui in letteratura. Saluti
    postato da Missy il 02/03/2007 10:25

    Risposte a raffica: vento, quando hai l'impulso di scrivere un romanzo e come quando ti senti la primavera addosso. Una sensazione stupenda. Margot, severissimo il tuo professore, tutti hanno diritto di sognare. Marion, Ci sarà sicuramente un seguito a questo post visto che mi diverto a scrivere di questi argomenti. L'importante è comunque la voglia di scrivere che c'è dentro ciascuno di noi. Federica, mi sembri un pochino troppo aspra, i morti sono morti. filo rosso, quel tuo post mi rimase impresso per la carica emotiva. Auguri a tua figlia. Angelica, scrivi pure, fa un gran bene mettere i propri pensieri sulla carta. infondoaimieiocchi, forse sei ferma nella scrittura perché ti distrai troppo con i baldi giovani. Scherzo. Ghismunda, si può insegnare a scrivere, così come si può insegnare a giocare a pallone, poi però conta quello che hai dentro. Hellcaxx, chissà di cosa tratta questo tuo libro visionario. isimaro, grazie per le belle parole, darò battaglia per il tuo primo posto. Missy, quello dei sinonimi sembra un falso problema, dato che Word hai tutti i sinonimi che vuoi con un colpo di dita. Mi piace vedere la gente che scrive, è come se fosse innamorata. Ah, scordavo che sto revisionando pure io un romanzo e penso proprio che dovrei dedicarmi a esso. Un saluto a tutti gli ottimi amici di questo blog.
    postato da Mio Capitano il 02/03/2007 11:54

    Ho il blocco dello scrittore. Uffi.
    postato da Mullet Eye il 02/03/2007 14:30

    Insomma l'impulso di scrivere un romanzo è come quando ci si innamora! :-) Riguardo al tuo commento da me, mi secca dirlo ma per certi aspetti hai ragionissima, per altri grazie al cielo no! Un abbraccio per tutto il weekend
    postato da vento il 02/03/2007 14:40

    Sono disperata! Il tuo ultimo commento mi ha distrutta perchè il significato del mio post per me è tutt'altro che triste :-( Forse mi sono spiegata male... buon weekend Capitano Franz penserò a un bel post sull'amore :-)
    postato da vento il 02/03/2007 15:20

    Il problema non è scrivere un Romanzo, ma riuscire a farlo pubblicare... Ci sono più romanzi chiusi nei cassetti di tutto il mondo piuttosto che le librerie...
    postato da filmaker_84 il 02/03/2007 15:44

    ciao sono aurora amo scrivere senza respirare mai tra i pensieri amo guardare e sentire vivo nelle sensazioni che qualcuno dice siano solo la prima fase del conoscere ma non ci credo le sensazioni sono quello che tiene insieme tutto perchè sono corpo prima che spirito e tutto mi passa attraverso il corpo attarverso gli occhi la pelle il naso la bocca le orecchie e viene preso lasciato restituito sofferto gioito e io scrivo così mi viene così di essere nella sensazione che porta sentimenti..emozioni..amo scrivere e scrivo "di pancia" e forse non è il modo adatto per scrivere qualcosa di comprensibile per gli altri..leggere le tue riflessioni sull1arte dello scrivere cose e emozioni mi fa ricordare che dopo la pancia dello scritore c'è anche la testa dello scrittore..ugualmente appagante..un bacio grazie a
    postato da aurora il 02/03/2007 16:22

    Buon giorno Capitano... vorrei avvertirti che il tuo bel(non avevo dubbi su te!) commento sulla Magnani e' stato (da me) incorporato nel post... Ti leggero' dopo con calma..sappi che ti leggo sempre..e che ho il massimo rispetto per cio' che scrivi... ora vado a guadagnare la pagnotta!! Rita
    postato da rita il 02/03/2007 16:26

    Annuncio economico. Romanziere cerca sarta per imbastire una trama. Buon we Franz
    postato da Angelica il 02/03/2007 17:47

    ti diro' anche io come tutti qui dentro ho avuto la folgorazione ma poi ho scoperto che scrivo tuttintero cosi' come nel blog...a tratti...una poesia, un racconto, una confessione, due imprecazioni, posto una canzone che sento, n altra poesia e due foto...insomma SO'NEGATA!!!! vado bene solo per il blog! e...meglio di niente no? almeno mi sfogo! ^_^
    postato da fata strana il 02/03/2007 18:31

    Non ti ci vedo nei panni del poeta maledetto, però potrei anche sbagliare. Eh si, bisognerebbe smettere di fumare..sorriso Franz
    postato da monica il 02/03/2007 18:42

    Mullet eye, uffi, i blocchi sono davvero brutti. Vento 1, scrivere narrativa è come innamorarsi, vero. La sensazione che provi nella prima parte di questa esperienza (almeno così è successo a me) è un'euforia simile all'innamoramento. Ti senti da Dio. Vento 2, leggerò con attenzione il tuo post più positivo sull'amore. filmmaker, pubblicare è senza dubbio difficile. Anche scrivere bene lo è. aurora, ci hai dato un bell'esempio di scrittura istintiva. Rita, la Magnani è immortale, buona pagnotta. Angelica, imbastisci pure la trama. fata strana, l'importante è scrivere per se stessi. Nessuno è mai del tutto negato in qualcosa. Monica, mi hanno maledetto non in pochi, però ho il vantaggio che non fumo.
    postato da Mio Capitano il 02/03/2007 19:29

    eccomi qua'..ho letto... Grazie dei suggerimenti..purtroppo nel mio caso sono inattuabili.. Io scrivo per impulsi elettrici, non riesco a ragionare freddamente su cio' che scrivo... Devo dire che anche io nel leggere certi libri di successo...(tipo ..io uccido ..di Faletti) mi sono detta..se mi prendo una camomilla, se mi documento, se ragiono freddamente ci riesco anche io e con i proventi mi compro una casa con giardino e un vestito a fiori... Ci deve essere un carenza di fiori di camomilla ..basta leggere i miei post da schizzata... PS: Rossellini, se avesse fatto recitare in "Roma citta' aperta", l'algida e caruccia "donna nordica" avrebbe avuto un "fiasco" non un "oscar" ... I suoi successi si reggono sulle spalle della "carnale" donna del sud...Anna.. Buona serata...e scrivi tu un libro per noi...
    postato da rita il 02/03/2007 19:30

    Ciao, interessante il tuo blog. Ci sono capitataper caso e ci tornerò spesso. Si parla di scrittura,idee...si parla un pochino del mio mondo visto che io adoro scrivere e diciamo ache che è una delle lie attività principali. Ma non voglio assillare nessuno con la mia storia,tornerò a leggerti con calma Una buona serata
    postato da etta il 02/03/2007 20:31

    Mieeeeeeeeeooooooooooooo, sono tornata!
    postato da woman il 02/03/2007 21:14

    Dopo aver letto il tuo post mi sono detta:"Forse non riuscirò mai a scrivere nulla di buono"...Quelle regole che tu descrivi con chiarezza non mi hanno mai neppure sfiorato...Eppure scrivere per me è qualcosa di istintivo, magico, naturale...Ecco la differenza, penso, tra lo scrivere ed il saperlo fare... Un saluto Simona
    postato da simogiuse il 02/03/2007 21:21

    Vaco distrattamente abbandunato, ll'uocchie sott' 'o cappiello annascunnute, mane 'int' 'a sacca e bávero aizato, vaco siscanno ê stelle ca só' asciute. E 'a luna rossa mme parla 'e te, i' lle domando si aspietta a me, e mme risponne: "Si 'o vvuó' sapé, ccá nun ce sta nisciuna." E i' chiammo 'o nomme pe' te vedé, ma, tutt''a gente ca parla 'e te, risponne: "E' tarde che vuó' sapé? Ccá nun ce sta nisciuna!" Luna rossa, chi mme sarrá sincera? Luna rossa, se n'è ghiuta ll'ata sera senza mme vedé. E i' dico ancora ch'aspietta a me, for' 'o barcone stanott' ê ttre, e prega 'e Sante pe' mme vedé. Ma nun ce sta nisciuna! Mille e cchiù appuntamente aggio tenuto, tante e cchiù sigarette aggio appicciato, mille tazze 'e café mme só' bevuto, mille vucchelle amare aggio vasato. E 'a luna rossa mme parla 'e te, I' lle domando si aspietta a me, e mme risponne: "Si 'o vvuó' sapé, ccá nun ce sta nisciuna." Ccá nun ce sta nisciuna!
    postato da matrixwoman il 03/03/2007 00:40

    E' giunto il momento della buonanotte agli amici del blog. Ci sentiamo domani con qualche riflessione sulle diverse qualità letterarie che servono, a mio modo di vedere, per impostare un racconto o un romanzo, cioè per muoversi sulla breve e sulla lunga distanza letteraria. :-)
    postato da Mio Capitano il 03/03/2007 01:01

    oh mio capitano ! ok mi piacerebbe scrivere ma credo proprio di non essere in grado di farlo ma anche se volessi la mia disistima che mi sta aggrappata tipo scimmia sul collo e che mi segue sempre mi porta periodicamente a pensare di non essere abbastanza interessante,originale competente...e quando ci provo fatico a districarmi fra la mia prolissità e logorrea. eppure tornando al tuo discorso a suola avevo 9 ma non quaglio(pardon forse è slang traduzione: non condenso) e allora preferisco leggere, senza pretese ,ma anche nella lettura mi ripresento come sono cioè disordinata,ora sto leggendo contemporaneamente 3 libri..forse potrei recitare? mi piacerebbe tantissimo. Cantare già lo faccio ogni giorno e ci guadagno il pane ma lascio scrivere ,chi lo sa fare e sono in tanti io nel frattempo "gioco" a scrivere baciuzzz
    postato da asietta il 03/03/2007 09:21

    Io sono troppo pigro per scrivere un romanzo, scrivo tanto ma le varie cose che scrivo non si incastrano mai e non riesco a dare un progetto unitario a quello che scrivo. Il mio scrivere compulsivo rappresenta esattamente come sono anche nella vita. Purtroppo. Saluti, Guiro.
    postato da Guiro Karelias il 03/03/2007 12:51

    Come è evidente a tutti, scrivere un racconto o un romanzo presenta differenti difficoltà e probabilmente necessita pure di qualità letterarie diverse. Alcuni esperti di scrittura sostengono che non ci sono sostanziali differenze tra lo scrivere un racconto o un’opera di narrativa più lunga e articolata. I problemi che ti si presentano sono gli stessi e devi risolverli allo stesso modo. Anche nel caso di un racconto, secondo questa scuola di pensiero, devi articolare una trama valida e avere dei personaggi credibili, creare un buon incipit e un climax che funzioni, devi soltanto ricordarti di essere molto più sintetico. Tuttavia ho notato che in un racconto ti puoi permettere pure il lusso di avere un minor rigore narrativo e, se hai le opportune capacità espressive, puoi pure divagare (si direbbe cazzeggiare con un termine più libero) entro certi limiti. Sulla breve distanza è importantissimo lo stile, l’originalità nel modo di collocare le tue parole e le tue frasi. La lunga distanza del romanzo invece – sempre a mio modo di vedere – la “storia” ha un ruolo essenziale. Devi saper intrecciare trame, creare personaggi, tracciare una vicenda coinvolgente, padroneggiandone gli aspetti tecnici. Naturalmente conta pure lo stile con cui rendi sulla carta queste cose, ma non puoi permetterti troppo di indulgere in estetismi o manierismi, in virtuosismi dialettici, devi metterti al servizio della storia e dei personaggi e devi far sì che la tua tecnica espressiva non sia di intralcio al libero dispiegarsi di sentimenti, emozioni, avventure, complicazioni. Semplificando molto, il romanzo è una “storia”, il racconto è un’”emozione”.
    postato da Mio Capitano il 03/03/2007 13:24

    e il messaggio? se non hai nulla da dire è inutile che scrivi
    postato da Lian Dyer il 03/03/2007 15:52

    Risulta scontato, Lian, che per scrivere un romanzo uno dovrebbe avere qualcosa di interessante da dire e che, inoltre, dovrebbe saper usare la lingua italiana e avere un cervello possibilmente sgombro da ragnatele. Mancano due giorni all'arrivo di Cavallo Pazzo, il più grande eroe dei nativi americani, su questo blog. Arriva Tashunka Uitko, arriva Tashinka Uitko! :-)
    postato da Cavallo Pazzo vive il 03/03/2007 17:23

    ok scriviamo un romanzo...io ne sto già scrivendo seriamente uno e sono ferma da quasi due settimane...ogni tanto mi viene il blocco dello scrittore:)))causa pensieri intensi che poi elaborati con il tempo, continuano a riempire le pagine del mio racconto.:) ...ora iniziamo! C'era una volta non si sa dove nè quando, una piccola farfalla argentata....
    postato da infondoaimieiocchi il 03/03/2007 18:15

    Era una notte buia e tempestosa...scrit scrit scrit. Non dilunghiamoci però in quelle interminabili descrizioni che odio in ogni libro (grandi scrittori compresi). Mumble munble Scriviamo in thriller??? Un trillerone pieno di morti efferate e fantasiose???
    postato da stregagatta il 03/03/2007 18:34

    Il mio sogno è scrivere un romanzo, prima di morire. Ma non mi sento ancora pronto.
    postato da Renato il 03/03/2007 18:48

    scrivete che vi faccio pubblicità
    postato da reed il 03/03/2007 19:26

    ho un CD solista e dopo aver udito le campane di sanremo giovani ritengo di non fare schifo :D
    postato da Lian Dyer il 03/03/2007 23:53

    Oggi splendida giornata qui a Napoli. Cioè la giornata non è che sia granché, cielo coperto, sole assente, ma si coglie il profumo della primavera, almeno lo colgo io. Sto scrivendo e sono contento. cosa vogliamo di più dalla vita? Ieri ho visto "Il diavolo veste Prada". Pensavo che fosse un film peggiore, ne rimandavo la visione da parecchio tempo. Peccato che dopo un inizio brillante (una ragazza a cui non frega niente di look e vestiario si trova catapultata nel mondo dell'alta moda) la storia si adagi sui soliti canoni cinematografici. Il difetto principale del film è che la protagonista era una gran bella ragazza, ma un pochino moscia. Ah, manca un giorno all'arrivo di Cavallo Pazzo su questo blog.
    postato da Mio Capitano il 04/03/2007 11:27

    stamane, in un caldo sole di marzo, ho ritrovato l'ispirazione. Quinto capitolo del mio romanzo terminato. Ho felicemente ritrovato una scrittura liquida ed armomniosa. Ti auguro una splendente giornata di sole. un caro abbraccio
    postato da marion il 04/03/2007 13:35

    oh! mio capitano ebbene si canto nel coro del teatro della mia città, un canto antico,non da tutti apprezzato la lirica. ispirata dal tuo post ho provato a scrivere un racconto,ma come sempre faccio quando devo montare un mobile o quando devo conoscere un software non ho letto le istruzioni e ci sono andata giù a pieno istinto è forse un pò puerile ma scritto col cuore..dimmi cosa ne pensi,mi raccomando sincero
    postato da asietta il 04/03/2007 16:00

    Pensa che la morte di un bruco può sembrare tragica ma, se questo serve a far nascere una farfalla argentata....è una meraviglia! Bacio
    postato da infondoaimieiocchi il 04/03/2007 19:54

    ma che davero fai?
    postato da hc il 04/03/2007 23:10

    Visto in videocassetta il film "La casa Russia" con Sean Connery e Michelle Pfeiffer. Trovato ottimo. Volevo buttare le videocassette perché pensavo che fossero roba sorpassata. meno male che non l'ho fatto. Un saluto agli avventori del blog.
    postato da Mio Capitano il 05/03/2007 01:07

    hai fatto bene a buttarla..l'unica cosa buona in quel film è Sean Connery ;P :) Buona giornata
    postato da infondoaimieiocchi il 05/03/2007 11:19

    La cassetta non l'ho buttata. Il film mi è piaciuto. Buono Connery, ma pure la Pfeiffer, che recita in un grande sottotono, con poco trucco e una faccia sfatta da donna normale. Tra l'altro il film mostra che i mascalzoni sono da una parte e pure dall'altra.
    postato da Mio Capitano il 05/03/2007 11:34

    Ciao è la prima volta che entro nel tuo mondo, ma da quel poco che ho letto devo dire che hai fatto bene a fare la precisazione in fondo al tuo post, questo blog è ricco di post soddisfacenti!!!! Tornerò a trovarti presto... Buona settimana.
    postato da Barbara il 05/03/2007 13:38

    uhmmmm... interessanti questi consigli... prendo nota... :D
    postato da flyer il 05/03/2007 14:39

    Interessante ciò che hai scritto.. vedrò di farne tesoro visto che amo scrivere. Ma devo essere onesta.. un leggero senso di frustrazione mi rimane.. come quando la mia insegnante di pianoforte voleva convincere il mio talento che per suonare bene uno strumento bisognava essere totalmente padroni di una tecnica fatta di regole preconfezionate.Tendenzialmente credo che parte della soddisfazione di scrivere,come in qualsiasi forma d'arte, si perda quando invece di lasciar esprimere noi stessi liberamente,ci corazziamo nelle sicure mura di un manuale di scrittura creativa. Mio modesto parere.
    postato da elisa il 12/03/2007 00:09



    post che contengono riferimento

    RispondiElimina
  3. scrivere un commento qui a questo post dopo un secolo peraltro che non ti commento è almeno strano.
    Beh, scrivo perchè questo articolo mi è piaciuto moltissimo e penso che quanto hai suggerito sia di notevole interesse per tutti.
    Arial
    violette.blog.tiscali.it

    RispondiElimina