lunedì 26 maggio 2008

Lascio tutto e parto

- Ti viene mai voglia di lasciare tutto e andare?

- Andare dove?

- Via. Come nella canzone di Baglioni. Pianti tutto e te ne vai.

- Dove? Non capisco dove.

- Dio mio, sei un caso disperato! Ti piace vegetare tra cemento, mobbing da ufficio, guerre di monnezza e decadenza metropolitana? Non ti è mai venuta voglia di cambiare vita?

- Be’, sì, una volta al liceo, credo. Volevo partire per qualche isola dei Caraibi, abitare su una barca e vivere con ciò che pescavo o coltivavo.

- Avevi l’orto sulla barca?

- Che c’entra, si dice per dire. Volevo scappare da tutto, ero decisissimo, poi però mi pappai un piattone di linguine aglio, oglio e peperoncino calabrese e mi passò ogni voglia di avventura.

- Ma insomma, io ti parlo di sogni, di prendere a calci in culo il tran tran, di colorare case, vicoli e palazzi alla Cocciante e tu non sai fare altro che ascoltarmi con quell’aria da pio bove sconfitto dalla vita.

- E dove vorresti andare? Sentiamo.

- E che ne so? All’avventura. Ho sentito dire che pure Antoine ha lasciato tutto e bordeggia per i Caraibi su un barcone con cui scarrozza i turisti danarosi.

- Antoine fece i soldi cantando di quando gli tiravano le pietre e gli saltava la tramontana. Tu che conto hai in banca?

- Banche! Conti! Mutui! Ici sulla prima Casa! Detassazione delle straminchie aliquote! Ilor, Irpef, Iva e l’animaccia tua! Possibile che non mi sai parlare d’altro? Sei un morto. Non riesci più a sognare. Sei già nella bara e nemmeno te ne accorgi. Devi mandare affanculo questo circo del nulla e partire. Che c’è che non capisci?

- Africa, Brasile, Cuba, Alaska, Terra di Baffin o del Fuoco, si può sapere dove diavolo vuoi andare? Dimmi almeno una meta.

- La meta non ci serve. Si parte e si va dove ci porta il fato. E’ tutto già dentro di noi, quella è la meta da raggiungere. Si viaggia alla ricerca di noi stessi, ti basta come spiegazione?

- Perché dobbiamo cercare noi stessi in qualche luogo esotico e magari faticoso da raggiungere? Non potremo cercarci e magari trovarci alla pizzeria di Totore ‘o Zuzzuso? Lì fanno panzarotti straordinari e le zeppulelle, poi, ti fanno leccare le dita.

- Bah, non ti rispondo neppure. Cerca di tornare indietro nel passato. Ti ricordi di quando da ragazzi prendevamo i treni senza pagare e senza sapere dove portavano? Non avevamo paura di niente, allora. Dobbiamo ritrovare il coraggio di una volta.

- Guarda che non ho mai preso un treno senza sapere dove andava. E ho sempre avuto una paura fottuta dei controllori delle FS. Anzi mi faceva venire la tremarella pure la maschera sciancata del cinema Modernissimo sotto casa.

- Basta, ci rinuncio a parlare con te. Io parto. Tu vieni o no?

-­ Facciamo così. Ora vado a casa, accendo la televisione e mi vedo l’ultimo programma condotto dal figlio dei Pooh, mentre mi allupo un piatto gigante di bucatini alla Posillipo con una generosa grattugiata di caciocavallo di Castellammare. Se dopo che mi sono ingozzato mi rimane ancora la voglia di fare il clandestino su una nave per i Mari del Sud te lo faccio sapere.

- Bella battuta. Ma non credere che sia finita qui. Dentro di te c’è la voglia di sognare, di cambiare, e io la tirerò fuori.

43 commenti:

  1. Io ho un'amica che va spesso in Africa per fare volontariato. Quando la vedo spesso mi viene la voglia di imitarla. Mi viene voglia di andare, cambiare vita.

    RispondiElimina
  2. Pensandoci poi.. in qualche modo io l'ho fatto. Ho lasciato e sono andata. :)
    Mi sistemi quel link per favore?

    RispondiElimina
  3. si parte? tu sei capitano conosci la rotta!
    Alf**

    RispondiElimina
  4. Ma perchè mai uno ..se vuole partire per ritrovare se stesso in qualche isoletta sperduta del globo.. deve andarci per forza in compagnia?
    Ricordo di aver fatto una proposta simile tempo fa a un mio amico.. e lui, calmo calmo , rispose: "vai avanti tu.. poi mi telefoni!!!" :-)))

    RispondiElimina
  5. Nila, meglio accompagnati che male solitari, specie quando si viaggia per mete esistenziali.
    alf, conosco la rotta, mi serve solo il vascello da guidare nei meandri della tempesta.
    Cleide, Sì, andiamo pure in Africa, poi ci mettiamo d'accordo sulle funzioni che svolgeremo in loco. Io avrei una o due idee per me stesso: mi accontento di poco, come sai. :-)

    RispondiElimina
  6. Ma ogni giorno io viaggio... da casa al negozio di libri... a rilegare cosa non sò più dato vista l'epoca di Internet. Forse dovrei partire anch'io... Eddove si va? Ti pare il caso che porti la paperella, secchiello e paletta... Avanti Captain indica la rotta!
    Lay

    RispondiElimina
  7. lasciare tutto e andare? ne ho una voglia tremenda. però, mi sa, che se é da te che scappi... dove vai dove?

    RispondiElimina
  8. Beh, intanto hai lasciato Tiscali e sei arrivato qui... Un bel viaggio virtuale con tanto di bagaglio, ovvero i vecchi post :-)

    RispondiElimina
  9. Lasciare tutto e partire secondo me può essere veramente entrambe queste due cose: una dimostrazione di grande coraggio o una di estrema codardia. Ciao.

    RispondiElimina
  10. Su segnalazione di un amico (un altro Capitano, peraltro) arrivo qui e trovo la stessa voglia-non voglia di scappare (o viaggiare? o cambiare?) che ho lasciato due giorni fa da me.
    Inizio a credere che sia tutta colpa della primavera. Stasera applico la teoria del bucatino ben pepato, tornerò a trovarla Capitano - se sopravvivo.

    RispondiElimina
  11. Ero giovanissimo e lavoravo da un paio di anni in una delle più grandi aziende nazionali. Un giorno arrivò un neoassunto: un giovane un po' foruncoloso ma simpaticissimo ed intelligente. Era figlio di uno dei più importanti notai di Napoli. Dopo qualche tempo cominciò a deperire e ad intristirsi. Era sempre gentile, ma sorrideva sempre meno. Un bel giorno non si presentò al lavoro, era scomparso. Solo qualche anno dopo lo incontrai per caso, abbronzato, sorridente e pieno di energia. Parlammo a lungo. Seppi così che, lasciata la nostra azienda, si era imbarcato come mozzo, o qualcosa del genere, sullo yacht di un riccone. Ed era andato avanti così, passando da un'imbarcazione all'altra. Suo padre era furioso, ma lui era felice. Aveva scelto il tipo di vita che amava.

    RispondiElimina
  12. La vita non è un sogno...Il sogno si arresta sull'uscio della vita...
    Quante cose e come vorremmo fare...quanti traguardi raggiungere e orizzonti da conquistare...
    ma, ma e ma...bisogno accontentarsi...baronerosso1

    RispondiElimina
  13. Layck, la rotta la dobbiamo trovare dentro di noi. Dobbiamo partire dal presupposto che ciò che abbiamo non ci soddisfa o non ci soddisfa più.
    digito ergo sum, avere voglia di fare una cosa e già averla fatta per metà.
    flora, i viaggi virtuali vanno bene, ma quelli veri sono ancora meglio.
    maryloo, ci vedo più coraggio che mancanza di esso.
    momyone, un mio ringraziamento all'altro capitano. La primavera ci rende vivi, dobbiamo cercare di non sprecare i doni fattici da questa stagione straordinaria.
    Sergio berto, mi ha colpito molto la storia del figlio del notaio che ha dato un calcio in culo al benessere del padre facendo a modo suo ed essendo felice.

    RispondiElimina
  14. Credete davvero di poter scappare, amico mio?

    RispondiElimina
  15. A parte l'ironia di questo post che è chiara, mi chiedo perchè alcuni parlino di scappare o di codardia. Io credo che a volte nella vita si decida che è arrivato il momento di chiudere un ciclo ed aprirne un altro.E' un discorso molto generale il mio, ovvio. Ci sono situazioni dove i desideri rimangono tali, per scelta o per dovere o per necessità.Ma se si può, e non ci si può trattenere, si deve fare. La storia che racconta Sergio è un esempio di quello che intendo

    RispondiElimina
  16. In effetti, cleide, ho notato pure io questo nutrito gruppo di commentatori che pone l'accento sullo scappare, invece che sull'osare. Mi domando perché. Probabilmente si percepisce che il modo di vivere attuale è l'unico possibile e praticabile e che quindi il volerlo cambiare sia segno di imprudenza o avventatezza, se non peggio. Io la penso diversamente, come pure credo tu. Per cambiare ci vuole coraggio, non certo codardia.

    RispondiElimina
  17. A volte non serve..basterebbe trovare se stessi..esserci qu' ed ora..già sarebbe molto..!!!
    ;-)

    RispondiElimina
  18. Sai da quanto tempo lo dico? Per ora sono sempre qui...

    RispondiElimina
  19. Sento parlare di voglia di cambiamento, di voglia "interiore", di voglia di fuga, di codardìa, di dovere di tante altre cose... il viaggio più difficile, come si suol dire, non è quello verso un aeroporto a caso, è facile poi "obliare" quel che si lascia; il viaggio veramente difficile è quell verso l'interno, verso il cambiamento nel "vivere" le cose - fossero quelle di tutti i giorni - con occhi differenti.
    Primavera impazza, ormoni e voglia di rinnovamento... chissà mai.

    PS: i bucatini provocheranno un cambiamento strutturale delle mie funzioni vitali almeno sino a giovedì - esperienza interessante.

    RispondiElimina
  20. Ciao Capitano... spero che si parta presto... verso l'Avventura!!! Hai visto cosa c'è scritto sotto "Il Parco Reuel"? Per me fuggire ha un senso positivo... io lo associo alla libertà... le responsabilità, quelle ci sono... ma arriva anche il momento della fuga... e poi, mi pare che nell'automobilismo le vie di fuga salvino la vita, no?

    RispondiElimina
  21. Ciao, perchè hai cambiato piattaforma? Tiscali ti stava stretta? Comunque complimenti per la scelta, indubbiamente blogspot forse ha qualche cosa in più!
    Veniamo al post.
    Osservare la vita non si finisce mai di stupirsi: tu vorresti andare, cambiare magari lavoro e quindi posto e quindi modo di vivere e non te ne danno la possibilità! Poi ti adatti ti sistemi trovi nuovi stimoli e nuovi modi di sopravvivere ed ad un certo punto vengono e ti dicono che se vuoi cambiare adesso puoi!
    Proprio ieri mattina questo mi è successo!
    Quando vuoi tu, non se ne fa niente, quando conviene a loro tutto è possibile!!
    Questo è il vivere. Questo è quello che succede.
    Penso anche che a volte è una questione di dove sei realmente con la testa ed il cuore, perchè puoi stare in un posto e vivere come se stessi in cima al mondo, e ti trovi in cima al mondo e vivere come in "gabbia".
    Mi pare che sia sempre lo stesso discorso:come vivere e con quali priorità!

    Auguri per la nuova casa.

    Ciao.

    berardo

    RispondiElimina
  22. Sarebbe un sogno veramente lasciare tutto e partire...ma alla nostra età dobbiamo fare gli "hobos" (mi sembra si chiamassero così i barboni che viaggiavano clandestinamente sui treni americani)??
    Un saluto da Rugiada
    http://lucidafollia.blog.tiscali.it

    RispondiElimina
  23. Ciao Capitano...a proposito di andare e andare, non so se hai visto il film "Into The Wild"..ovvero, quando si è posseduti dal desiderio di conoscere il mondo! altro che bucatini alla Posillipo :))
    saluti :))

    RispondiElimina
  24. ...la ringrazio per la visita.
    i commenti si sono accumulati nel tempo, ma il vero numero, l'ho raggiunto grazie ai miei fedelissimi e arguti commentatori nei post precedenti, quando riuscivo a stare nel blog qualche minuto in più.

    per la segnalazione a momy...
    son cose
    jS

    RispondiElimina
  25. Semplicemente perchè andare in località tropicale, sfuggendo da legami familiari, problemi lavorativi, gerarchie di vario tipo, bollette luce e gas, bollo di circolazione, varie et eventuali, assomiglia assai ad una fuga più che ad un cimento ;-)
    Perchè nessuno propone allora di andare in una base nell'antartico? ;-)
    P.S.
    E comunque, mancandomi pure la canzone di successo, a differenza di Antoine, temo che anche la barca sia molto al di là delle mie possibilità economiche ;-)

    RispondiElimina
  26. Bene, cari amici, sono quasi le undici del 27 maggio. Fa caldo qui a Napoli, ma credo pure altrove. Il caldo fa venir voglia di seguire i consigli di questo post.
    Mica male quella di Lolì sulle vie di fuga che nell'automobilismo salvano la vita.
    Regina madry, non ho visto "Into the wild", ma ho parecchi wallpaper di quel film, uno l'ho utilizzato pure per un vecchio post sulla voglia di girare il mondo con uno zaino in spalla (lo so, sono un campione insuperabile nel campo dell'avventura seduto in poltrona :-))

    RispondiElimina
  27. E un giorno dissi...
    Me ne vado via di casa. Avevo 18 anni appena compiuti.
    Feci le valigie, poca roba, e pure pochi soldi. E me ne andai.
    Non fu un viaggio chissa' dove ma fu un viaggio per me. Quello di trovare e di ritrovarnmi. E' difficile pensare che a 18 anni una ragazzina abbia necessità di ritrovarsi ma io avevo quella necessità. Mi consideravo contaminata da un ambiente, che con tutto rispetto, non mi apparteneva e poi volevo trovare la mia strada con le mie capacità e le mie forze.
    Nel mio viaggio presto mi resi conto che non era cosi' semplice ma non lasciai mai ciò che avevo intrapreso e non per molto coraggio solo perchè la cosa mi rendeva molto felice. Penso che sia la cosa più bella e di grande soddisfazione riuscire in qualcosa solo con le proprie forze. Il mio è stato un viaggio lungo e molto sofferto in alcuni periodi davvero avevo la merda addosso ma per assurdo fu anche il periodo più felice.
    La cosa che mi manco' fu il luogo in cui fino a 18 anni ero vissuta. Il luogo inteso natura, monti, profumi, macchia, pastori, odori, albe e tramonti. Quello mi manco'. Ma quelle cose le avevo stampate addosso, per fortuna mia.
    Io ... potevo rimanere e sarei stata bene, anzi di più, ma ... ma... ma...
    Se si ha la voglia e anche un po' di sana incoscienza partire per trovare altrove è davvero un viaggio che non ha eguali.
    Io ho cercato di spiegare oggi a mio padre il senso di quel viaggio ma ancora lui fa fatica a capire e forse se fossi dalla sua parte farei fatica anche io. E' difficile comprendere e dare una spiegazione al perchè una ragazzina di un paese qualsiasi voglia andare altrove e rinuciare al benessere per stare peggio. Non fu peggio fu diverso. Ma fu una cosa mia, voluta da me, da me cercata. Caro Capitano ognuno di noi già viaggia verso la vita, un continuo errare. Non serve trovare un luogo lontano o una stazione che ci porti altrove o un aeroporto che ci porti al di la del mare e dell'oceano. Ci si può spostare anche di pochi passi o di molti chilometri non è questo il senso. Il senso del viaggio e del lascio tutto e parto è anche quello di chiudere un ciclo e di ricominciare e di continuare da un altra parte. Con se stessi. O riscoprendoci. O rimanendo se stessi e cambiando il senso di alcune cose.
    Se poi vogliamo andare in Africa, Marilena la mia amica, che ci va da quasi metà vita, fa volontariato, possiamo andare li, io te e Cleide :) Lei racconta che li il viaggio è diverso perchè non si deve trovare se stessi si deve trovare l'altro e capire e aiutare e lavorare per l'altro. Anche questo senso del viaggio mi sembra ottimo ed entusiasmante e forse un viaggio che tutti dovremmo fare almeno una volta.
    Basitteddu.

    RispondiElimina
  28. Vada pure per l'Africa, carissima Celia. Sto appunto studiando un'occupazione che possa valorizzare le mie inclinazioni. Ne stavo appunto discutendo con Cleide. Potrei fare molto, davvero, se mi trovano l'occupazione giusta. Insomma tu il viaggio dell'introspezione l'hai fatto. Ora tocca a noi emularti.

    RispondiElimina
  29. Capitano!
    Guarda che io svuoto il sacco.:)
    Che poi io non ho da introspezionare proprio niente. Ho già introspezionato. Tu devi in trospezionare ancora qualcosa? :-)

    RispondiElimina
  30. La vita è fatta di periodi, di cicli, se ne chiude uno e se ne riapre un altro. L'importante è saper cogliere il momento, rendersene conto, accettare questa nostra necessità. Cambaire può essere difficile, a volte anche doloroso. Ma spesso necessario.
    E' stato interessante leggere il tuo commento da me e fare la conoscenza del tuo blog.
    Buona serata e a presto

    RispondiElimina
  31. Non ti smentisci mai, ste. Farti tutta questa strada per consegnare a questo indegno Capitano tre punti interrogativi. O erano quattro?
    ?????

    RispondiElimina
  32. Caro Capitano quando si parte? Io sono pronta. Ho il passaporto scaduto quindi se dobbiamo andare lontano lontano avvisatemi prima tu e Cleide. Oh Cleide... non parliamo di documenti :))
    Se partiamo io mi porto con me tanto pane carasatu... tu le sfogliatelle... e Cleide... ah la caciotta...
    Sai che i sardi quando vanno in giro per il mondo si portano appresso pure il vino? Ridi?
    Ho fatto un viaggio con solo sardi in quel di Praga, arrivati a destinazione era l'ora di cena. La cena a Praga non era un granche'... minestrina con delle palline di patate non mi ricordo come si chiama il piatto.
    Ma dopo cena ... in camera a "smurzare" come si dice in lingua sarda. Cioè a fare uno spuntino. C'era chi aveva persino s'abba ardente ( acqua vite) e quella ero io.
    I sardi sono un po' cosi'... vanno in giro per il mondo e si vorrebbero portare appresso pure la Sardegna se fosse possibile.
    Siamo strani ma tanto tanto simpatici. Io e Cleide sicuramente.
    :-)
    Basitteddu

    RispondiElimina
  33. Quella qua sopra sono io mi è partito l'invio... ma tanto mi sa che si è capito :)))

    RispondiElimina
  34. Sicuramente si era capito che eri tu, o Celia, perché il tuo stile è inconfondibile e impareggiabile. :-))
    Allora io organizzo la spedizione in Africa. Vado, eh?

    RispondiElimina
  35. Caro Capitano, vedo che hai fatto i bagagli e cambiato residenza. Io latito. Poco tempo, poca voglia, la testa a progetti impegnativi e... insomma ci siamo capiti. Ti lascio un saluto, felice di vederti e leggerti in salute. Tornerò appena posso.
    Gianni.

    RispondiElimina
  36. Mio capitano ho un debole per te... lo sai e quindi cerco di essere il più ermetica possibile per comprometterti. In realtà il punto interrogativo doveva essere uno solo, ma poi non ho firmato e quindi ho fatto il tris! Il mio stupore era dato dal tuo cambiamento. Tutto qui.. è da un po' che non venivo a trovarti.. poi ho sentito la tua mancanza e quindi.. ;)

    RispondiElimina
  37. Per fortuna che c'e' la coscenza di Pinocchio.
    un caro saluto
    dona

    Dimenticavo, mi son distratta... il mio 101° post in qualche modo ti riguarda

    RispondiElimina
  38. Per gli ultimi tre amici.
    Iltov, sono davvero contento di ricevere tue notizie. E' sempre un piacere ricevere notizie da un amico come te anche se non lo senti da mesi.
    Ste, hai un debole per me e devo dire che contraccambio: anch'io ho un debole per me. (Scusa per questa battutaccia, ma la dovevo fare o morivo :-))
    Dona, mi hai fatto un bellissimo regalo recensendo il mio romanzo nel tuo ultimo post. Ti ringrazio di cuore.

    RispondiElimina
  39. Oh guarda che pure io sono istranza. :)
    Mio padre è istranzu, mia nonna e mio nonno paterni pure, magno gli ziti all'amatraciana, il sartu' di riso, buono quello che faceva mia nonna, mica sono tutta pane caratu e brufoli... :))
    E poi le tue sfogliatelle.
    Anno scorso. Compleanno di Teresa a Carloforte. Amica di Teresa napoletana doc. Vassoio di sfogliatelle portate la mattina da Napoli diceva da una delle migliori pasticcerie. Io sono quasi svenuta ... un sensazione come di....
    Il mio stomaco ne ha visto tantissime... come non mai. Il mio palato ha ringraziato e direi pure la mia pancettina. Ma quelle sono esperienze che non guardano in faccia a nessuno nemmeno alle manigliette dell'amore.
    Avvisatemi per la partenza :)))
    Sa-lu-ti Ca-pi-ta-no
    Divido in sillabe da ieri. Ho a che fare con un cruciverba a sillabe o sillabico che dir si voglia difficilissimo ma non vincerà lui. C'è Google certo... ma ... vuoi mettere? E' da due giorni che tento la soluzione. Vabbè questa del cruciverba è un'altra mia mania. Roba 'e makkos.

    RispondiElimina
  40. Ho sorriso, ma di sorrisi amari: io uguale, un ritratto che non riesco a togliermi dalla testa, aspettative e viaggi per ora solo mentali. Pigrizia ovunque. Mio malgrado.

    Un abbraccio impegnato
    A.

    RispondiElimina